Non sapevo più cosa dire, le parole si erano strozzate in
gola così decisi di tornarmene in camera cercando di non inciampare da qualche
parte dato che ero completamente fusa e come se non l’avessi mai detto rischiai
di cadere per terra inciampando sul tappeto. Ville mi guardò un po’ perplesso.
Mancava poco che non mi scavassi una fossa nel pavimento, che vergogna!
-scusa papà io vado a letto, domani c’è scuola!- dissi cercando di diventare di
un colorito più “normale” e non rossa come un peperone. –certo vai pure e
attenta a non inciampare di nuovo!- rispose ridendo. Ville mi saluto soltanto
con un cenno della mano e col suo strano sorriso.
Corsi su per le scale, spensi il pc e mi gettai nel letto; presi quasi subito
sonno ero esausta e le mie batterie erano finite.
Il giorno dopo non andò meglio anzi mi scordai pure dell’ospite che girava per
casa e me ne andai a zonzo in modalità Zombie per tutta la casa, fino a quando
non scesi in cucina e incontrai di nuovo Ville, bhè lui non era messo meglio di
me, un altro nella mia stessa modalità di primo mattino, mi risollevava sapere
che almeno non era uno dei classici uomini che già di primo mattino sono pieni
di vita.
-Buongiorno Mary!- disse cercando di essere più cordiale possibile e nel
frattempo mi preparavo una bella tazza di cereali.
-Buongiorno a lei! Sonno?- e la prima a sbadigliare fui proprio io! Un’altra
delle mie figuracce, -un po’… alzarmi di primo mattino così non è facile per
nessuno neppure per un cantante…-
Rimasi di stucco, lui un cantante? Impossibile! Tra poco rovesciavo tutti i
cereali fuori dalla tazza già colma di latte; sarebbe stato il massimo per
iniziare la giornata con una figuraccia. Mi guardò con un’aria un po’ perplessa
come se avesse parlato in un’altra lingua. –scusa lei è un cantante???- chiesi.
–sisi, faccio parte di un gruppo; gli HIM. Ma non mi importa e smettila di
darmi del lei… mi fa sentire vecchio! Dammi del tu piuttosto- ribadii. A
momenti mi cadette il cucchiaio che avevo in mano e spalancai gli occhi, se la
figura con la tazza era stata sorpassata ora era il cucchiaio che rischiava di
cadermi. Non potevo crederci che Ville Valo fosse a casa mia! Dovevo subito
dirlo a Stefany, ma non potevo assolutamente farlo, mio padre mi avrebbe
ammazzato se spifferavo qualcosa a lei.
-scusa ma tu che ci fai qui in America?- gli affari miei di certo non potevo
farmeli, ma quelli degli altri certo che si. –bhè conosco tuo padre da un paio d’anni
e mi ha invitato a passare le vacanze a casa vostra prima di iniziare a
registrare il nuovo cd- rispose con cordialità anche se sembrava seccato della
mia domanda.
-capisco… bhè spero che ti troverai bene qui da noi- dissi con una certa
agitazione, se prima mi sentivo un po’ in imbarazzo ora lo ero ancora di più.
Non credo che sia da tutti i giorni avere un cantante che gira per casa.