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Autore: alaska_young    23/12/2019    1 recensioni
“Che diavolo ti dice il cervello?!” A grandi passi entrò in casa scostando Courtney.
“C-che vuoi dire? Di cosa stai parlando?”
“Courtney...perché diavolo hai invitato Duncan al tuo matrimonio?”
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: PWP, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Quando la sera il fidanzato della ragazza arrivò a casa era brillo, era uscito con suo fratello a vedere la partita.

Aveva lo sguardo poco lucido ed un ghigno ingannevole sul volto.

“Tesoro sono qui.” Si avvicinò alla futura moglie che si trovava a letto a leggere e cominciò a baciarla con passione.

“Scott sai da alcool.” 

“Non fare così Court.” La supplicò mentre cominciava a spogliarla e baciare prima le spalle nude poi il seno.

La ragazza non potè fare a meno di gemere, dopotutto il rosso era davvero bravo a letto, nonostante la ragazza fosse restia ad ammetterlo.

In modo molto goffo il giovane tolse tutti vestiti alla sua compagna, che fece lo stesso.

Si trovarono uniti in quel legame ancora una volta, ma tra un gemito e l’altro Courtney, presa dall’eccitazione o dal momento, commise un errore fatale.

“Duncan…” gemette, spalancando subito gli occhi rendendosi conto dello sbaglio.

Il ragazzo probabilmente era troppo brillo per accorgersene, infatti continuò la sua operazione fino a quando entrambi non vennero.

“Ti amo tesoro.” La baciò sulla fronte. 

“Anche io.” Era vero, ci teneva a Scott, lo amava, ma forse non abbastanza da passarci il resto della vita assieme.

La mattina quando Courtney si svegliò, ricevette una chiamata dal suo ufficio.

“Courtney, ho un caso interessante per te.”

“Ti sto ascoltando Arthur.”

“Una lite in un bar, però è coinvolto il figlio del procuratore distrettuale, quindi il barista ha richiesto, e quoto, “il miglior avvocato di Toronto”.”

“A che ora mi deve incontrare?”

“Gli ho chiesto di venire alle 9.”

“Perfetto Arthur, grazie.”

Quale idiota farebbe mai rissa con il figlio del procuratore distrettuale?

Si vestì scegliendo accuratamente una gonna stretta ed una camicia bianca in pura seta, la sua preferita.

Diede uno sguardo veloce a Scott ancora addormentato nel letto, prese le scarpe senza far rumore, si mise il cappotto ed uscì di casa.

Arrivò in ufficio puntuale come ogni giorno e salutò i colleghi.

“Hey Liz mi porteresti un caffè in ufficio per cortesia?” La segretaria annuì e sorrise.

Courtney sapeva che era molto sottovalutata dai colleghi maschi, solo perché Liz sembrava la classica Barbie: capelli biondi lunghi e grandi occhi verdi. Nonostante il suo aspetto si era rivelata una ragazza molto intelligente e capace nel suo lavoro, per questo la mora l’aveva scelta come sua assistente.

La bionda bussò ed entrò con un bicchierino di plastica con il caffè, sorrise di nuovo e lo lasciò sulla scrivania.

“Grazie mille Liz, sei gentilissima.” 

Dopo un po’ di attesa arrivarono le 9; Courtney con la sua fissazione maniacale per l’ordine sistemò qualsiasi cosa e si sedette a mani incrociate aspettando da un momento all’altro una visita.

Odiava i ritardatari, ma questo caso le avrebbe portato fortuna in caso di una vincita e così strinse i denti.

Erano le 9.34 e stava giocando con le penne quando qualcuno bussò alla sua porta.

“Avanti!” Urlò dopo essere stata presa di sopravvento.

“Courtney, lui è Duncan Nelson, il signore che lavora al bar.” 

Quale idiota farebbe mai rissa con il figlio del procuratore distrettuale? Ecco quale, quello di fronte a lei.

Rimase a bocca aperta per qualche secondo, poi si ricompose e si alzò in piedi furiosa.

“Arthur io vi aspettavo alle 9! Non sono alla completa disposizione di un punk che non sa gestire la rabbia!”

“Courtney suvvia...”

“Oh pensi che l’abbia scelto io Courtney, o è meglio signora Wallis?” Il silenzio calò e i due continuarono a fissarsi negli occhi.

“Siediti. Arthur grazie per averlo accompagnato.”

La porta si chiude dietro le spalle del povero uomo stempiato con gli occhiali.

“Matrimonio?!” Quasi urlò Duncan una volta seduto.

“Non siamo qui per parlare di questo signor Nelson.” La donna cercò di evitare il contatto visivo.

“Evita le formalità principessa, non sono mai stato il tipo.” A sentire quel nomignolo un brivido percorse la colonna vertebrale di Courtney.

“Ok, vediamo raccontami cosa è successo esattamente.”

“Perché lo sposi?” La fissava con gli occhi azzurro oceano che l’avevano sempre fatta impazzire: doveva ammettere, era ancora più bello del solito quel giorno con la camicia nera.

“Duncan basta parlare di me, ti prego. Dimmi che diavolo è successo al tuo maledetto bar.”

“Wow d’accordo Court, diciamo che le cose sono andate così: io avevo bevuto un po’ dato che la mia ex mi aveva appena inviato un invito al suo matrimonio. Poi quel cazzone figlio di papà ha cominciato a sfasciare il locale, all’inizio l’ho chiesto con le buone e poi sono passato ai metodi...” alzò le mani e ghignò.

“Ai tuoi metodi.” La mora si imbronciò e portò le braccia incrociate al petto “Ok posso vedere che fare, magari dovrai pagare una multa o che so, ma loro stavano distruggendo il tuo locale. Diamo un’occhiata, l’udienza dovrebbe essere...mi prendi in giro!” Lesse la data: 24 maggio, il giorno prima del suo matrimonio.

“Che c’è?” Chiesa il punk dondolandosi sulla sedia.

“Pare che questa cosa si prolungherà fino al giorno prima del mio matrimonio...”

“Quindi festeggerai con me il tuo addio al nubilato?” Alzò il sopracciglio e sorrise: si guadagnò una spinta che lo fece cadere.

Fantastico! Insieme al mio ex fino alla fine!

 
   
 
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