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Autore: LilyShakarian    23/12/2019    1 recensioni
Kimiko, dal passato triste e oscuro, dovrà affrontare i suoi demoni.
Mizu e il suo desiderio di aiutare gli altri, troppo spesso anteponendo se stessa.
Due nemesi ma che, come lo Ying e lo Yang, la Luce e l'Oscurità, si completano.
Un'indagine in corso, un assassino spietato, forse qualcuno lo aiuterà nella sua redenzione.
Questa storia comincia prima dell'inizio di My Hero Academia e pian piano si metterà in pari.
Possibili SPOILER più avanti.
Utilizziamo la teoria secondo cui Dabi è Touya Todoroki, ma NON È SPOILER. È per l'appunto solo una teoria. Se la cosa dovessere cambiare, metteremo l'avviso.
Presenza di OC, personaggi originali.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dabi, Hawks, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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« E così avete iniziato i tirocini per gli apprendisti. » Chiese Mizu ad Endeavor, mentre una ragazza le spingeva la sedia a rotelle. Avrebbe preferito usare delle stampelle, finché non poteva camminare, ma non potendo ancora muovere il braccio le era impossibile. Di stare ferma a casa a riposo, come il medico le aveva suggerito, non se ne parlava proprio. E visto che non poteva aiutare in missione, per lo meno si teneva informata sulle ultime notizie in agenzia. « Hawks mi ha detto che anche da lui è arrivato uno studente della U.A. Mi pare si faccia chiamare Tsukuyomi.» Endeavor le camminava affianco lentamente, pensieroso e corrucciato.

« Non era necessario che venissi, non sei di nessuna utilità qui in queste condizioni. Non puoi nemmeno addestrarti. »

« Lo so… e non è mia intenzione creare disturbo, ma con tutto quello che è successo, non ce la faccio a stare a casa senza fare niente…»

« Eppure dovresti. » Le rispose secco, senza guardarla. Mizu attese qualche secondo, prima di fare una domanda scomoda.

« Dov’è Shoto? » Enji si fermò. « Credevo avrebbe fatto il suo tirocinio qui. » L’uomo la squadrò dall’alto, col suo sguardo ardente.

« Qui non sei la mia strizza-cervelli. Qui sei solo l’hero Healing Water e sei tu quella che risponde. » La ragazza roteò gli occhi, sospirando.

« L’ho visto al torneo, comunque. » Continuò lei, dando cenno per riprendere a farsi spingere. « E’ stato davvero fenomenale, dico sul serio. Mi ha sorpreso che abbia perso in finale con quel ragazzo biondo. » Si fece pensierosa. « Com’è che si chiama… Bakugo? Spero trovi al più presto una guida che lo aiuti ad incanalare tutta quella potenza e quella rabbia… » Enji la guardò con la coda dell’occhio.

« Shoto è andato a visitare sua madre. » Lo sguardo di Mizu si spostò velocemente sul suo interlocutore.

« Questa è un’ottima notizia, Enji-san! Un piccolo passo per volta… » Gli sorrise, incoraggiante. L’uomo distolse lo sguardo, schioccando la lingua. Poi si fermò, piazzandosi davanti a lei.

« Sto andando all’ospedale generale di Hosu, adesso è lì che si trova mio figlio. Vieni con me. »

L’ ordine imperativo del suo capo la fece quasi trasalire, ma non obiettò. Lo seguì, ben consapevole dello scontro che alcuni studenti della U.A. avessero avuto con lo stermina eroi: Stain. Le indagini sul caso a cui stavano lavorando lei e Hawks, gli omicidi compiuti da Kimiko, era stato chiuso non appena era riuscita a sviare i sospetti sullo stermina eroi. Il fatto che la bionda avesse attaccato un sidekick della Team Idaten e che poi Stain avesse quasi ucciso Ingenium le aveva facilitato le cose. Arrivati all’ospedale di Hosu, raggiunsero la stanza dove stavano in degenza gli studenti coinvolti nello scontro col pericoloso criminale. All’esterno, incontrarono un manipolo di persone che si stavano apprestando ad entrare, tra queste Mizu riconobbe l’hero Gran Torino. Gli altri, con delle veloci presentazioni, scoprì che erano Manual, un sidekick idrocineta della Idaten, e Tsuragame Kenji, il commissario del dipartimento di polizia di Hosu. Endeavor fece cenno ai tre che avrebbe aspettato fuori, approfittando del passaggio di un medico per accertarsi delle condizioni del figlio. Mizu lo riprese, dicendo che sarebbe potuto entrare e controllarle di persona, ma l’hero numero due grugnì infastidito e non la ascoltò. L’azzurra sbuffò esasperata dalla cocciutaggine dell’uomo e si appoggiò al muro. Dallo spiraglio della porta lasciato aperto, riuscì a sentire l’argomento della discussione all’interno.

« Gli agenti della legge detentori di poteri incredibili e letali, possono utilizzare i loro poteri conformemente al regolamento. Questa norma potrebbe cadere a loro causa da un momento all’altro, ma è ancora in vigore… questo grazie all’eccellente condotta dei loro predecessori, au. » Il commissario fece una breve pausa. « Quindi per voi tre eroi apprendisti… utilizzare le proprie specialità per ferire il prossimo senza la supervisione diretta dei vostri mentori, indipendentemente se la persona ferita sia un criminale o meno… è una grave violazione della legge, au! » Mizu trasalì, non poteva credere che il commissario volesse realmente punire l’atto di coraggio e la prontezza di quei tre giovani eroi. E per di più anche i loro responsabili, Endeavor, Gran Torino e Manual. Senti un ragazzo intervenire e lo identificò come il giovane Todoroki.

« E lei ci sta dicendo che, per seguire la legge, dovremmo lasciare delle persone morire!? »

« Allora stai dicendo che la legge dovrebbe piegarsi alle convenienze altrui, au!? » Replicò il commissario. Mizu trattenne il fiato, quel dialogo le fece tornare alla mente quello tra lei e Kimiko proprio su quell’argomento.

« Salvare la gente è il compito di un eroe! » Insistette Shoto, con convinzione. L’azzurra non poteva che essere d’accordo, ma qual era il confine tra giusto e sbagliato? Non lo aveva forse già superato, aiutando Kimiko?

Alla fine, anche il commissario “piegò la legge alla sua convenienza”, mantenendo la faccenda nascosta ai media, oscurando i meriti dei ragazzi per proteggerli e facendo ricadere il tutto su Endeavor.

Allora non esiste solo il bianco o il nero, mio caro commissario… A volte ciò che è più giusto, non è compreso nella legge…” Era sempre più convinta del suo pensiero. Gli adulti lasciarono la stanza e il commissario Kenji spiegò la situazione ad Endeavor, non appena questi si fu liberato del medico.

« A tal proposito… » Rispose l’hero di fuoco. « Ho saputo che lo stermina eroi è qui, che una costola rotta gli ha perforato un polmone e che sta ricevendo il trattamento per le fratture multiple riportate nello scontro. » Indicò Mizu con la mano. « Healing Water si è recentemente unita alla mia agenzia. Dispone di potenziale curativo ed essendo una psicologa, può aiutarvi a tracciare un profilo psicologico del detenuto. » Quattro paia di occhi si posarono sull’azzurra, che ricambiò un po’ titubante, viste le sue condizioni.

« Se posso essere d’aiuto, lo farò volentieri. Cosa potete dirmi su di lui?» Gran Torino e Manual si congedarono, mentre il commissario iniziò ad accompagnare Mizu ed Endeavor verso la stanza del criminale.

« Chizome Akaguro, 31 anni, sangue tipo B, precedentemente impegnato nell’attività di vigilante col nome Stendhal. Il suo quirk di coagulazione gli permette di immobilizzare l’avversario di cui ingerisce il sangue, per un massimo di otto minuti, a seconda del tipo. Ha massacrato diciassette eroi e feriti gravemente altri ventitré, in modo che non potessero più esercitare la loro professione. Ha urlato più volte che solo All Might abbia il diritto di batterlo, in quanto ritiene che gli altri hero siano impostori che abusano del loro potere per fare quello che vogliono e per ottenere fama e fortuna. Nonostante questo, mentre era in uno stato di incoscienza, ha salvato uno degli studenti che era stato preso da uno dei Nomu. Dopo che si sarà ripreso, verrà trasferito direttamente al Tartaro, au. »

« Ha detto che si faceva chiamare Stendhal? » Chiese lei, dubbiosa.

« Si, quando era un vigilante. Perché? »

« Beh… In psicologia la sindrome di Stendhal è una patologia psicosomatica che può insorgere al cospetto di un'opera d'arte particolarmente evocativa. Si manifesta come una sensazione di malessere diffuso, alla quale si aggiungono crisi di panico, ansia, palpitazioni, difficoltà respiratorie e sensazione di svenimento, spesso accompagnati a disturbi del contenuto e della forma del pensiero con intuizioni e percezioni deliranti, associate a disturbi delle senso-percezioni con allucinazioni uditive o fenomeni illusionali. In altri casi ancora sono stati registrati disturbi affettivi, con umore orientato in senso depressivo, con contenuti di colpa e di rovina o, viceversa, in senso maniacale di euforia e manifestazioni di estasi. A livello psichico, invece, la Sindrome di Stendhal porta a sviluppare un vago senso di irrealtà, al quale si accompagna un improvviso bisogno di tornare alla propria terra e di parlare la propria lingua.

Mi sembra quasi impossibile che sia stata una scelta di appellativo completamente casuale. »

« Credo potrà verificarlo di persona, dottoressa, au. » Il commissario aprì la porta scorrevole e la invitò ad entrare.

« Vi chiederei la cortesia di aspettare fuori, se volete lasciate pure uno spiraglio aperto, si sentirà tutto benissimo, ma per lo meno il paziente sarà meno intimorito. » I due accettarono il consiglio dell’azzurra e rimasero all’esterno, mentre Mizu entrò, muovendo la carrozzina in avanti lentamente, con una mano sola, fino a trovarsi vicina al materasso. L’uomo era stato legato con delle cinghie ai polsi e alle caviglie, aveva una flebo attaccata al braccio ma il battito sullo schermo era troppo veloce per una persona addormentata.

« Questi figli di puttana non si sono nemmeno preoccupati di darmi le giuste dosi di morfina…» Emise tra i rantoli, schiudendo gli occhi. Non ci mise molto a notare la figura vicino a sé. Girò il viso verso di lei, dedicandole un sorriso sghembo. « E tu chi saresti, il mio cane da guardia? »

« Hanno sbagliato, avrebbe dovuto riposare ancora, ma forse l’hanno fatto per farla parlare con me. Io sono Healing Water e sono una Pro Hero. » Stain rise a fatica, probabilmente per il dolore.

« L’ennesimo falso eroe di questo mondo corrotto. »

« In realtà sono qui per capire che cosa l’ha spinto a compiere i crimini di cui è accusato, anche se... forse ha ragione su di me, forse non sono degna di fregiarmi del titolo di hero, visti i miei dubbi su cosa sia effettivamente giusto e cosa no... »

« Oooh abbiamo una calzamaglia in crisi qui…»

« Stendhal, è così che si faceva chiamare quando era un vigilante, no? » L’uomo perse il suo sorriso e prese ad ascoltarla seriamente. « Ricordo di aver letto un rapporto su un vigilante con questo nome, qualche anno fa. Immagino che fosse un’esagerazione, ma riportava che, con un solo colpo, quel vigilante fosse riuscito ad eliminare gli elementi più pericolosi della Tenchu Kai, un’organizzazione di criminali violenti dotati di quirk. »

« Nessun esagerazione, ragazzina. A quel tempo desideravo solo l’epurazione di questa società marcia, per riportarla sul sentiero della rettitudine. Non è forse lo stesso per cui si battono gli eroi? Ma poi ho capito… agli eroi non importa un accidente degli altri, importa solo di se stessi. Tendono a credere di essere umani superiori e invincibili, che diventano un’altra persona solo perché indossano una maschera. Sono dei pazzi pretenziosi i cui peccati sono ancora maggiori di quelli dei malvagi, perché non sono disposti a sporcarsi le mani per un bene superiore, mancano di determinazione… E ne mancavo anch’io, ma sono stato illuminato. Io so quello che va fatto e sono disposto a farlo.»

« Questo non è aiutare le persone, questa non è giustizia... noi hero siamo sostenitori della vera giustizia, mentre il resto sono azioni scellerate! » Stain rise nuovamente col fiato corto.

« Curioso, mi sono state rivolte parole simili in passato, sono stato definito un “folle assassino da strada”, ma solo perché voi non riuscite a vedere lo scopo più alto come invece riesco a fare io… Coloro che peccano di generosità, non capiscono che non agire per il meglio, non fermare il male, equivale a schierarsi col male stesso.»

« Ed è questo che ha fatto quindi, schierarsi col male? »

« Un male necessario, che non tutti possono comprendere. »

Mizu sospirò profondamente e chiuse gli occhi per qualche secondo, poi li riaprì e si avvicinò fino ad essere attaccata al lato del letto.

« Forse trascenderò il mio ruolo con queste parole, ma dirò esattamente ciò che penso. Conosco un’altra persona che la pensa come lei. Per quanto condanni le vostre azioni, non riesco a biasimarvi completamente, la vostra sfiducia nel sistema non è del tutto insensata. Corruzione, ingiustizia, criminali che riescono a farla franca e si, anche eroi che pensano al loro tornaconto personale. Tutto questo è reale, esiste, non avrebbe senso negarlo.

Quello di cui mi rammarico è che abbiate perso la speranza nelle persone come noi. Quelli che intendono aiutare realmente il prossimo ci sono e combattono là fuori ogni giorno, con i loro mezzi. Non con violenza o crudeltà, ma con coraggio e gentilezza.» Gli poggiò la mano libera sul braccio, da prima lui tentò di scostarlo, ma non ci riuscì e poté solo assistere confuso. Un velo leggero d’acqua iniziò a scorrergli sulla pelle, mentre il potere curativo di Mizu stava velocizzando la guarigione delle sue ossa. Per tutto il tempo, l’azzurra lo fissò negli occhi con compassione e determinazione al tempo stesso. Non smise finché non lo senti prendere un respiro a pieni polmoni, ormai rigenerati.

« Cosa volevi dimostrare con questo? » Le chiese qualche secondo dopo, guardandola serio.

« Niente, volevo solo che stesse meglio, perché la sua espressione sofferente mi stava facendo stare male. Ho saputo che mentre era inconscio, ha salvato uno dei ragazzi, lo può considerare un occhio per occhio, se la fa sentire meglio. Lei verrà trasferito nel Tartaro appena si sarà ristabilito, lì trascorrerà la sua detenzione punitiva per i suoi crimini e mi auguro che questi gesti, sia il mio che il suo verso quel ragazzino, la faranno riflettere. Avrà parecchio tempo per farlo. »

Detto ciò, Mizu interruppe il contatto della sua mano e richiamando l’acqua a sé, girò la sedia a rotelle e lasciò la stanza, raggiungendo i due uomini ancora fuori.

« Spero abbiate ottenuto tutte le spiegazioni che volevate. Adesso scusatemi, ma sono davvero stanca.» Disse infine, congedandosi e chiedendo alla ragazza che si stava occupando di lei di riportarla a casa.

§§§§§

Gli impostori che pullulano in questa società,e i criminali che usano i propri poteri impunemente... vanno tutti eliminati. Tutto questo... lo faccio per una società più giusta!

Lo stermina-eroi, si voltò lentamente verso l'eroe numero due Endeavor. La determinazione che trasmetteva il suo sguardo, riusciva a penetrarti l'anima, insidiandosi in ogni cellula del corpo, come una malattia rara della quale ancora non si conosce la cura.

Un altro impostore...Devo sistemare...Qualcuno deve farlo...Deve coprirsi di sangue...Deve ridare vita...al significato di Eroe!Forza, impostori, fatevi avanti! L'unico in grado di uccidermi è soltanto un vero eroe! Soltanto All Might!

Il video sul cellulare si fermò ancora una volta e velocemente il pollice sul display cliccò nuovamente sul cerchio per riavviarlo, proseguendo così in un loop senza fine. Quelle parole continuavano a ronzare instancabili nella testa di Kimiko, come se esse fossero la nuova hit del momento. Non poteva fare a meno di fissare il viso di quell'uomo che anche se era fisicamente mal concio, la sua voce e le sue parole rendevano le sue carni ferite di un affascinante e forte impatto. Si rivedeva tantissimo in quel discorso, così poetico alle sue orecchie, parole solo per veri intenditori, tralasciando ovviamente solo la parte dell'eroe numero uno. Sembrava quasi una condanna per lei, perchè in ogni dove, quel nome si palesava a lei puntuale come un’orologio. Lasciò il posto dal divano della sua nuova casa tranquilla e indipendente, una delle classiche abitazioni a schiera con un piccolo giardino all'entrata. Non sapeva cosa potesse farsene di un'abitazione a due piani, troppo abituata al suo bilocale. Ogni volta, per andare in camera da letto, doveva fare una rampa di scale, stesso se doveva usare il bagno, non proprio il massimo della comodità. La nota positiva però, era il rapporto che andava crescendo tra lei e Touya. Ancora non erano arrivati oltre, ma finalmente - ora che avevano una maggiore privacy- potevano concedersi più attenzioni, tra baci e carezze consumati nella notte. Anche se il suo aspetto fisico era cambiato e non esprimeva le migliori intenzioni, le attenzioni e la delicatezza delle sue mani erano qualcosa di indescrivibile, come se conoscesse il suo corpo alla perfezione, come se ne fosse lui stesso il proprietario. La sua voce sussurava più volte parole che lei non avrebbe mai immaginato di ricevere e le sue labbra si posavano sulle sue e il resto del corpo trasmettendo piacevoli brividi mai provati. Peccato che quella mattina il moro avesse deciso di alzarsi prima e uscire per conto suo, lasciandole il solito post-it per avvertirla di stare a riposo e non combinare guai, aggiungendo che se davvero teneva a lui, doveva fare come diceva senza alcuna iniziativa nata da inutili rancori. Sottile minaccia che riusciva nell'intento di tenere la ragazza lontano da altri casini. Una volta arrivata in cucina, riempì il bollitore d'acqua sistemandolo successivamente sul fornello, prendendo posto su una sedia per non affaticarsi troppo essendo ancora in convalescenza. Una notifica sul cellulare stoppò il video in corso, spingendola contro voglia a leggere. La mail segnava una nuova notizia sulla questione stermina-eroi, così decise di aprire il link ed osservare l'intervista. I due giornalisti iniziarono a commentare la vicenda dello stermina-eroi Stain, andando più nello specifico con alcune informazioni molto interessanti. Dopo aver indossato gli auricolari, Kimiko si spostò verso il piano cottura, iniziando a preparare la tazza e la bustina di tisana alla malva in attesa che l'acqua bollisse. Nell'intervista si parlava delle strane creature presenti durante la cattura di Stain, nominandole come Nomu. Queste avevano un chiaro collegamento con la stessa creatura catturara alla USJ, un essere privo di volontà paragonabile ad un vero e proprio zombie. Chiaro segno tutto ciò, che sia lo stermina-eroi che quei Nomu, erano tutti collegati all'unione dei cattivi. Spense il fornello, tenendo lo sguardo basso mentre i due giornalisti continuavano a commentare, versando con cautela l'acqua nella tazza.

« Se non sbaglio ti avevo detto di stare a riposo… »

La voce improvvisa la spaventò tanto che, per poco, non le fece versare il bollitore addosso.

« Prima o poi ti prenderai il vizio di salutare quando entri in casa, vero? » Domandò con un sospiro, sfilando via gli auricolari. Touya le sorrise, poggiando sul tavolo alcune buste per poi sfilarsi via la giacca.

« Veramente ho salutato, semmai dovresti iniziare ad abbassare il volume del telefono. »

« Volevo ascoltare ogni minimo dettaglio del notiziario sullo stermina-eroi. »

« Hai sentito anche tu? » Le domandò mentre sistemava le varie cibarie nei ripiani e nel frigo « Le sue parole sono state davvero interessanti… »

« Già, ma ora ci trovo un po' di incoerenza in tutto ciò… » Rispose prendendo posto a tavolo, seguita da Touya che non potè fare a meno di fissarla con perplessità.

« Se davvero fosse collegato all'unione dei cattivi » Proseguì Kimiko « Perchè attaccare degli studenti? Il suo obiettivo sono i falsi eroi e non risultano ragazzini alle prime armi tra le sue vittime, anzi. A quanto hanno detto ne ha salvato anche uno... » Touya si massaggiò il mento, sospirando pensieroso.

« Magari ci stava solo una collaborazione tra lui e l'unione, per seguire un obiettivo specifico... »

« No, Touya, ne dubito fortemente. » Il moro la fissò intensamente, curioso della sua spiegazione « L'obiettivo dell'unione era di far cadere l'eroe numero uno nel peggiore degli scandali, attaccando e sicuramente uccidendo gli studenti affidatigli nell'istituto. Dall'altra parte abbiamo un uomo che crede fortemente nei suoi ideali di giustizia per far cadere tutti gli eroi, urlando a gran voce che solo proprio l'eroe numero uno può sconfiggerlo. Non mira a distruggere la figura di All Might, ma a far cadere questa società corrotta. »

Touya rimase in un silenzio riflessivo, concentrandosi sul discorso della ragazza che non faceva una piega. In effetti la teoria di una collaborazione così faceva acqua da tutte le parti. Eppure, nella sua mente, continuavano a balenare le parole e l’ideologia di Stain, che andavano a pari passo con ciò che lui bramava. Una vendetta giusta nei riguardi di colui che faceva di tutto per sembrare un eroe, ma che di quest'ultimo ne aveva solo il titolo. Era talmente preso dai suoi pensieri da non accorgersi delle braccia di Kimiko che lo avvolsero, destandosi solo appena gli baciò una guancia.

« Qualcosa non torna nel mio discorso? » Domandò lei prendendo posto sulle sue ginocchia, sorridendogli dolcemente.

« Kim... il tuo discorso scorre alla perfezione. » La baciò piano sulle labbra. « Però... se entrambi in qualche modo fossero collegati, avrei l'intenzione di approfittare della cosa. »

« In che senso? » Lo guardò perplessa, inclinando la testa sulla spalla.

«Trovare il modo di risalire all'unione, così da portare avanti le parole di Stain. Da solo non potrei fare nulla, ma grazie ad un supporto, forse le cose potrebbero funzionare. »

«Vuoi farti aiutare da dei folli che uccidono dei ragazzini? Sei pazzo quanto loro... » Touya la trattenne a sè prima che lei potesse alzarti.

« Non ho detto questo Kim. Ho parlato di portare avanti un'ideologia giusta, non solo per me, ma per noi... »

« E non possiamo fare tutto noi due? Devo solo rimettermi in sesto, poi potremo collaborare. » Touya si morse il labbro, spostando lo sguardo altrove. Non riusciva a sostenere lo sguardo della bionda che lo fissava dispiaciuta e stizzita. I silenzi le diedero la risposta.

« Non negherò mai le tue capacità… » Ruppe improvvisamente il silenzio, facendole voltare il volto con le dita obbligandola a guardarlo « Però, questa non è la tua battaglia e non saresti abbastanza, diciamo, lucida per potermi dare una mano... capisci cosa intendo? »

« Se non mi dai una spiegazione chiara e specifica, la mia testa si soffermerà solo ad una parte del tuo discorso. Facendomi credere di essere una figura inutile al tuo fianco... » Lui soffiò una leggera risata e la faccia imbronciata di lei, che a stento tratteneva le lacrime, lo fece ridere maggiormente.

« Le donne capiscono sempre quello che vogliono... » Portandole una mano dietro la nuca, fece avvicinare i loro visi « Kim, il tuo scopo l'hai già raggiunto, ovvero quello di vendicare la morte di tua madre. La tua battaglia l’hai vinta, con le tue sole forze...»

« Però... se ricade tutto su Stain... »

« E allora? Noi sappiamo chi è la vera artefice di tutto e credimi, provo uno certa invidia nei tuoi confronti, perchè sei riuscita nel tuo con le tue sole capacità. Questa però è la mia battaglia ed è giusto che me ne occupi io... inoltre, non saresti mai in grado di uccidere una persona senza un motivo. »

« Se questa persona ti ha fatto del male, lo posso fare eccome... »

« Quante volte ho avuto disguidi con la pesciolina? Eppure non mi risulta che tu ti sia schierata dalla mia parte... anzi, più volte ho come avuto l'impressione che fossi dalla sua... » Kimiko spostò lo sguardo, incapace di continuare a guardarlo, sentendosi quasi in colpa per quello che provava dopo lo scontro con Mizu. Lui però non si scompose, sapeva bene che quella reazione sarebbe stata ovvia.

« Sei in un momento instabile, non solo fisicamente. » Proseguì lui. « La tua testa sta cercando di assemblare più tasselli, come è giusto che sia. Per questo devi capire il mio punto di vista e permettermi di agire a modo mio. Da te chiedo solo supporto e sostegno morale, lascia che del resto me ne occupi io personalmente, ok? » Lei annuì in silenzio, mettendosi a giocare un po’ nervosamente col colletto della sua maglietta.

« Non posso fare davvero proprio nulla? Oltre a darti sostegno morale? »

« Dovrai fare solo una cosa per me, davvero importante. » Lei lo guardò curiosa « Dovrai contattare il tuo vecchio e darmi i giusti nominativi per arrivare all'unione dei cattivi. Puoi farlo? »

« Certo... non è un problema... »

« Bene... » La strinse a sè, alzandosi dal suo posto e sollevandola di peso tra le sue braccia « Adesso pensiamo un po' a noi... » La bionda non potè fare a meno di arrossire e tirare le labbra in un sorriso « Ti voglio tutta per me... e magari completamente mia... »

« Non lo sono già? » Sorrise divertita, facendo ricambiare lui con una nota maliziosa nella sua espressione.

« Non del tutto... » Lei rispose con una faccia di chi aveva capito, mentre lentamente Touya la portava con sé al piano di sopra.





Angolino delle autrici

Lily: personalmente questo capitolo lo ritengo mooolto importante, quindi ci terrei davvero tanto alle vostre opinioni <3

Ci auguriamo entrambe che la storia vi stia piacendo, fatecelo sapere con qualche commento ^^

Vi lasciamo i nostri link Intagram, visto che pubblichiamo lì i disegni di Lady, grazie per chiunque vorrà seguirci.

LilyShakarian

LadyBarbero

Alla prossima!
Lily&Lady




   
 
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