Capitolo 17 - A new race -
Quando io, Ruki e Subaru entrammo nel suo studio,
Reiji passò in
rassegna i nostri volti, restando di stucco nel trovarsi davanti il
capo
famiglia dei Mukami.
"Che sta succedendo?", domandò, mentre ci veniva incontro.
Rivolse a me e al fratellastro uno sguardo di rimprovero, non avremmo
dovuto farlo entrare in casa.
Per l'ennesima volta, nello stesso giorno, mi meravigliai di Ruki.
Reiji si appoggiò sulla scrivania e rimase ad ascoltare.
"Ha incontrato vostro padre."
Il vampiro dai capelli viola ne rimase impressionato, ma
cercò di non
darlo a vedere.
"Mi ha detto che devo scegliere uno di voi."
"Nulla che già non sappia." m'interruppe Reiji.
Ma Ruki intervenne nuovamente.
"Ha creato scompiglio tra i Cacciatori, con questa storia di Adamo
ed Eva."
"Qualcuno mi potrebbe spiegare cosa comporta
scegliere un
Adamo?"
Lo chiesi con un tono piuttosto irato, capii che Ayato non mi aveva
raccontato tutta la storia.
I tre vampiri si scambiarono sguardi fugaci.
Successivamente si schiarì la voce e cominciò a
parlare.
Quella frase bastò per lasciarmi a bocca aperta, ma il
racconto era
appena iniziato.
"Ha sposato tre donne diverse per condurre i suoi esperimenti sulle
specie. Ha scelto tua madre poichè era una discendente di
Eva e, secondo la
leggenda, se lei si fosse unita ad un Adamo, un vampiro, avrebbe dato
alla luce
una creatura più forte dei vampiri stessi."
Reiji sorseggiò ancora un po' il suo thè.
"Ma lei aveva già avuto te."
"Così ha pensato bene di accoppiarmi con
uno di voi."
Ruki annuì.
"Si, per creare una nuova razza. Ha ingaggiato anche noi, ma siamo
vampiri solo per metà, e non ha funzionato."
Scossi il capo, mi sentivo in dovere di confortarlo, dopo tutto quello
che aveva fatto per me, quel giorno.
"Non è colpa vostra, lui stesso non sapeva se avrebbe
funzionato.
E, il motivo reale per cui nessuno di voi ha avvertito un cambiamento,
nel bere
il mio sangue, è perché devo essere io a
scegliere un Adamo."
Ero certa che la mia teoria fosse giusta.
"Ci occuperemo dopo della leggenda, adesso dobbiamo pensare ai
Cacciatori. Se conoscono la storia, non chiuderanno un occhio, come
hanno fatto
fin'ora con le spose sacrificali."
Subaru annuì e notai pura preoccupazione nel suo sguardo.
"Chiamiamo gli altri, dobbiamo comunicargli quello che sta
accadendo."
Anche Kanato fissava lo straniero con diffidenza e disprezzo.
Raito se ne stava in un angolo in disparte, aveva salutato Ruki con un
cenno del cappello, come se la sua presenza non lo toccasse
minimamente, ma non
mi staccava gli occhi di dosso.
Come a voler studiare i miei movimenti e le mie espressioni facciali.
Cosa cercava di capire?
Spiegai loro che mi aveva "fatto visita" e accennai la storia
dei Cacciatori.
Reiji spiegò meglio la situazione, facendo scaturire una
certa angoscia
anche nei fratellastri.
"Questo non porterà a nulla di buono.", commentò
Shu, mezzo
assopito come al solito.
Invidiai la sua spensieratezza, quando invece era evidente che ci
attendevano grossi guai.
"Dovremmo aspettare i comodi di quegli insulsi esseri? -
protestò
Ayato. - Non potremmo semplicemente farli fuori?"
Kanato assentì con entusiasmo.
"Nostro padre aveva un patto con loro, non saremo noi a
romperlo."
Li ammonì Reiji.
"Temo che vostro padre lo abbia già infranto."
Fu Ruki ad intromettersi nella conversazione.
"La Chiesa vi ha sempre donato una Sposa Sacrificale, per
soddisfare la vostra fame. In cambio, Karl Heinz ha promesso di non
minacciare
la sicurezza di questa città e del mondo stesso."
Seguii il discorso attentamente.
"Ma adesso vuole distruggere questo mondo per crearne uno nuovo,
dare vita a una nuova razza di vampiri. Credete che lasceranno correre?"
Il discorso del Mukami non faceva una piega.
"Ha ragione."
Ancora una volta Subaru si trovò d'accordo.
"Non è detto che conoscano la leggenda. O che la conoscano
abbastanza da capire quali siano le vere intenzioni di mio padre.",
fece
notare Reiji.
La sua compostezza era snervante.
"E non credo che la Chiesa voglia mettersi contro il Re dei
vampiri."
Sollevai le sopracciglia.
Karl Heinz era il re dei vampiri?
"Potete andare." annunciò Reiji.
Io e il secondogenito ci scambiammo un'occhiata complice, probabilmente
anche lui aveva pensato di risolvere la questione "Yuma".
Si avvicinò e tolse gli occhiali, strofinando un fazzoletto
sulle lenti.
"Sembra che dovremo rimandare."
"Immagino di si."
Dunque si avviò nel suo studio.
Insieme agli altri Sakamaki.
Rimasi a bocca aperta, rendendomi conto che, nonostante la situazione
fosse grave, tutti erano tornati alle proprie faccende.
Perfino Subaru era andato via.
Mi avevano lasciato da sola con Ruki, che rimaneva in piedi, vicino
alla
finestra, assorto in chissà quali pensieri.
"Aspetta qui." annunciai.
Ruki continuò a contemplare l'esterno ed io mi diressi nel
bagno, per
prendere delle garze e del ghiaccio.
Quando tornai, il vampiro era ancora dove lo avevo lasciato.
Non mi degnò d'attenzione.
Gli posai una mano sul braccio e sussultò.
"Mh?"
"Potresti... - indicai il sofà - siediti, su."
Ruki mi osservò stupito, di certo chiedendosi cosa avessi in
mente.
Ma stranamente obbedì.
Così presi le garze e le avvolsi intorno al ghiaccio.
Avvicinai quella sorta di bendaggio alla guancia di Ruki, ma questo mi
bloccò per un polso.
"Che fai?"
"Ricambio il favore.", dichiarai, alludendo a quando lui mi
aveva medicato il taglio sulla mano.
Così rilassò i muscoli e mi lasciò
fare.
"Non ho bisogno di cure, la ferita si rimarginerà da sola."
Non badai alle sue parole e iniziai a tamponare la parte violacea,
notando il vampiro storcere il naso.
Probabilmente più per il fastidio di essere "soccorso" che
per
il dolore.
Ricordai, con un certo imbarazzo, che si era avventato sul mio collo,
senza tuttavia morderlo.
Mi allontanai rapidamente e, nel farlo, notai Ayato passare dal salone.
Posai il ghiaccio sul tavolino e il Mukami scattò in piedi.
"Non preoccuparti, non mi tratterrei qui neppure se me lo chiedeste
in ginocchio."
Ayato divenne una maschera d'odio.
"Tu... brutto pezzo di-"
"Gli ho chiesto io di restare!" intervenni, prima che i due si
azzannassero a vicenda.
Mi fissò contrariato.
"Devo chiedergli un favore.", annunciai, ignorando la sua
occhiata di rimprovero.
Ruki mi guardò incuriosito.
Ayato rimase ad ascoltare, anche lui interessato.
"Quand'era bambino... il suo vero nome era Edgar. Ed era il
migliore amico di Shu.
Reiji bruciò il suo villaggio, perché era geloso,
ma lui è
sopravvissuto, sebbene non ne abbia più memoria."
Entrambi i vampiri rimasero sbalorditi.
"Lo so, è stato davvero crudele, ma si è pentito."
Si affrettò a domandare Ayato e questo mi deluse.
Ignorando il suo egocentrismo, speravo fosse un minimo più
umano.
"È un essere vivente proprio come te, non meritava ne' di
morire
ne' di perdere i suoi cari. Ed era amico di tuo fratello!", gli
rimproverai.
Come poteva essere così insensibile?
Ayato strinse la mano a pugno, pronto ad attaccare, ed io poggiai la
mia
sul suo braccio, per trattenerlo dal fare qualcosa di stupido.
"E tu sai che significa?", gli chiese il rosso.
Giurai di aver visto gli occhi di ghiaccio di Ruki posarsi su di me,
per
un breve istante.
Tuttavia non ci badai.
Non sarei stata in grado di riconoscere quel tipo di attenzioni da
altri, in quel momento, se non da Raito.
Il vampiro impiegò del tempo per rispondere, come se stesse
valutando
che decisione prendere.
E probabilmente se meritassi favori.
"Farò quel che posso."
Sorrisi appena.
"Grazie."
"È giusto che Yuma sappia la verità.", aggiunse,
guardando Ayato
dritto negli occhi.
Certamente per fargli capire che lui teneva a sua fratello, al
contrario
del rosso.
Come dargli torto...
"Spero che della feccia come te non si presenti più in casa
mia." proferì Ayato rabbioso.
E il mio -celato- desiderio di vedere le due famiglie di vampiri unite,
sfumò in un secondo.
Come avevo potuto pensare che sarebbero andati d'accordo, un giorno?
Così diversi e, tuttavia, così accomunati da uno
stupido orgoglio.