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Autore: Ayumi Yoshida    03/08/2009    3 recensioni
Inquietante.
Vi siete mai chiesti cosa significhi davvero questa parola?
Io sì. Semplicemente perchè per tutti a Konoha sono 'inquietante'.

Un viaggio nella vita di Ayumi, 'la kunoichi della Foglia senza alcuna passione', alla ricerca della sua vera natura, tra discorsi proibiti e discussioni strambe.
[Prima classificata al contest"Lo scrittore diventa il protagonista" di KillerQueen, giudicato da Rinalamisteriosa]
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Shino Aburame
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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inquietante

Il mio nome è Yoshida Ayumi, molto piacere.
Sono una kunoichi del villaggio della Foglia, anzi, sono la kunoichi.
Vi chiedete perché? Adesso mi spiego meglio.
Piacere, Ayumi. ‘La kunoichi senza alcuna passione’. Tutti qui a Konoha mi conoscono così.
Tutte le altre ragazze, infatti, si dilettano trascorrendo il loro tempo libero in attività piacevoli: Ino ama la moda e, quando ha qualche ora libera, si sveste e si riveste continuamente per trovare nuove combinazioni di abiti; Sakura adora leggere e ogni sera la si può trovare seduta nello spiazzo d’erba antistante il palazzo dell’Hokage con una pila infinita di libri; Tenten ama alla follia cucinare cibo cinese e contemporaneamente leggere le carte; Hinata, nel poco tempo che le rimane dopo gli estenuanti allenamenti per migliorare, si diverte a creare composizioni di fiori colorati. Per non parlare poi di Tsunade sama, che non fa altro che perdere i suoi risparmi al gioco di azzardo, e della povera Shizune san, costantemente impegnata a rincorrere la sua principale e il piccolo Tonton. Certo, questa non può essere definita propriamente ‘passione’, ma credo che ormai Shizune san ci abbia fatto l’abitudine.
Insomma, io sono l’unica a non avere alcuna passione da esercitare nel mio tempo libero.
Questa cosa tuttavia non mi pesa molto: non ho mai sentito la necessità di svolgere qualche attività per rilassarmi. Non l’ho mai fatto.
Ciò che mi infastidisce è che per colpa di questa mia ‘mancanza’ sono guardata con diffidenza.
Sin da quando ero piccola non ho mai avuto tanti amici, più che altro perché non mi ha mai fatto impazzire stare in compagnia. Sono sempre stata una ragazza piuttosto solitaria. Non avevo mai pensato, però, che questo fatto potesse far allontanare gli altri da me.
Ci ho riflettuto su l’altro giorno, dopo aver assistito ad una conversazione di cui non avrei dovuto neanche sospettare l’esistenza.
Camminavo lungo la via che conduce al palazzo dell’Hokage in silenzio, ma ad un certo punto sono stata richiamata da forti risate. Facendo ancora qualche passo, sono giunta in un punto dal quale si poteva osservare benissimo  chi stesse ridendo: erano Ino e Sakura e stavano quasi per soffocare, tanto sogghignavano. Mormoravano eccitate e ridevano sguaiatamente.
Incuriosita, mi sono avvicinata e ho sentito quello che non avrei dovuto, perché parlavano di me, tanto per cambiare. Ho sempre sospettato che non stessi loro particolarmente simpatica, chissà come mai.
“E’ proprio strana” continuava a ripetere Sakura, portandosi una mano davanti alla bocca per celare le risate. Ino, invece, non aveva bisogno di coprirsi il viso. Facendo appello a tutto il suo autocontrollo aveva già smesso di ridere, disteso i lineamenti del viso e ribatteva: “Oh sì, è inquietante! Sembra sempre assente mentre le parli e poi…”
Inquietante.
Ino mi ha definita ‘inquietante’.
Non avevo mai pensato a questa possibilità, in tutta sincerità. La mia caratterizzazione si è sempre fermata agli aggettivi ‘strana e diversa’. ‘Inquietante’ mai.
Eppure, secondo gli altri lo sono. E pensare che io definivo ‘inquietanti’ gli altri…

 

 

 

Inquietante

 

 

“Preoccupata per la missione?”
La voce che sentii alle mie spalle mi fece sobbalzare.
Erano passati tre giorni da quella conversazione che avevo origliato e ormai mi ero convinta di essere ‘inquietante’, per questo avevo preso l’abitudine di rifugiarmi nella foresta, chiedendo a tutti di non cercarmi.  Tuttavia forse non ero inquietante abbastanza se qualcuno ancora osava avvicinarsi a me. Il respiro mi si bloccò in gola e mi voltai di scatto, spaventata.
“Shino san!” esclamai senza fiato non appena realizzai chi avesse parlato.
Mi era venuto quasi un infarto!
Ricominciai a respirare normalmente –o quasi-, mentre lui continuava a fissarmi all’apparenza apatico, ma io già immaginavo degli occhi indagatori intenti a scrutarmi in attesa di una risposta che fosse abbastanza soddisfacente.
“Beh… un po’.” Ammisi diventando un po’ rossa in viso e con un filo di voce. Parlare con lui mi metteva sempre una certa ansia. Avevo risposto soltanto perché smettesse di guardarmi. “E’ la mia prima missione di livello S.”
Shino alzò gli occhi al cielo, disinteressato, e io tirai un sospiro di sollievo.
Forse non ero abbastanza interessante come ‘oggetto da analizzare’ e finalmente aveva smesso di scrutarmi.  La cosa che più detesto, infatti, è essere al centro dell’attenzione, avere gli occhi di qualcuno puntati addosso, ma questo accade sempre quando sono con Shino. Dubito che lui possa mai essere resistito alla tentazione di non fissare qualcuno o qualcosa nella sua vita. Quando è con me lo fa sempre, ma ho notato che questo accade anche con gli altri. Shino è un grande osservatore, questo è certo.
Pone un’attenzione quasi maniacale in ciò che i suoi occhi riescono ad analizzare e questo a me non piace per niente, se devo dire la verità.
“La prima volta è sempre la più difficile,” sussurrò lui in tono quasi mistico, facendomi rabbrividire “ma devi stare calma. Ti ho osservato mentre ti allenavi, sei migliorata molto. Puoi farcela.”
Ti ho osservato mentre ti allenavi.
Ovviamente.
In una situazione del genere la mia irritazione avrebbe ormai sfiorato livelli mai raggiunti, ma, dopo un accurata riflessione ponderata in due secondi netti, la mia parte spaventata e preoccupata ebbe il sopravvento, cancellando tutto il risentimento.
“Tu… tu dici?” mormorai piano, abbassando la testa.
Avevo bisogno di essere rassicurata, anche se forse Shino Aburame non era proprio la persona migliore da interpellare in quella situazione.
Lui abbassò  gli occhi dal cielo e ricominciò a fissarmi, rendendomi partecipe di ciò che pensava come se fosse la cosa più facile del mondo da capire, anche se la sua espressione praticamente non dava indizi.
“Certo. Se stai calma.”
Stranamente il suo incoraggiamento fece l’effetto contrario. Dovetti lottare parecchio contro la mia volontà per non spalancare la bocca, sconvolta. Non volevo dare agli altri un altro motivo per parlare di me, anche se, considerando la loquacità di Shino, probabilmente non l’avrebbero mai saputo.
La mia gola, però, aveva deciso di non obbedirmi ed emise, non voluto, un verso strozzato di disapprovazione, ma Shino per fortuna non parve accorgersene. Sospirai.
“Adesso vado.” annunciò poi lo shinobi “Non vorrei disturbare ancora le tue riflessioni. Sei venuta qui per pensare, giusto?”
Le sue parole furono per me una doccia ghiacciata. Con le poche battute che avevamo scambiato era riuscito a capire tutto quello che avevo in mente. E dire che con lui era così difficile!
Quel ragazzo mi sorprendeva sempre di più.
“Beh, più o meno…” dissi, ma poi mi corressi in fretta: “Però non è nulla di importante. Puoi restare, se ti va.”
Attesi impaziente, temendo di averlo offeso, ma ovviamente fu impossibile comprendere dalla sua espressione se fosse davvero così.  Shino si risistemò gli occhiali sul naso fissando con apparente interesse un albero rigoglioso dinnanzi a lui.
Chissà cosa stava pensando. Avrei dato tutti i miei possedimenti per saperlo.
“Ci vediamo, Ayumi” disse poi accompagnandosi con un lieve cenno della mano e prese a camminare in direzione del villaggio, senza neppure darmi il tempo di ricambiare il suo saluto.
“Ciao Shino san” mormorai all’aria, lievemente turbata,  quando lui ormai era già lontano.
Il vento aveva preso a soffiare pigro tra le fronde delle piante rigogliose, muovendone lievemente le foglie e portando una certa aria calda che, nonostante tutto, non riuscì ad impedirmi di rabbrividire.
Quanto era strano quel ragazzo. Forse addirittura più strano di Ayumi, ‘la kunoichi della Foglia senza alcuna passione’.
In un certo senso io e lui ci somigliavamo.
Tutti lo guardavano con disprezzo - come accadeva con me- , tutti credevano che fosse strano - come accadeva con me -.
Sconvolta, rabbrividii di nuovo.
Non potevo paragonarmi a lui, io odiavo gli insetti!
“Non sono come lui, non sono come lui!” mi ripetei mentalmente più volte, cercando di convincermi, spaventata da quella stramba idea che aveva preso il sopravvento in me. “Lui è… inquietante!”
Inquietante.
Quella era proprio la parola giusta.
Inquietante.
Peccato che lo fossi anche io. Allora io e Shino Aburame eravamo davvero molto più simili di quello che io avessi mai potuto pensare. Gli altri mi guardavano come guardavano lui.
Io ero come lui.
Inquietante.
C’erano mille cose al mondo inquietanti. Non solo una persona poteva essere inquietante.
Anche la figura che avrei fatto alla missione se fossi rimasta nella foresta a rimuginare ancora invece di prepararmi sarebbe stata catalogata sotto la lista ‘inquietante’.
Alzai gli occhi al cielo, consapevole.
“A presto foresta. Se non morirò di vergogna ci rivedremo” sussurrai con un sorriso sconvolto.
Afferrai lo zaino che avevo posato sul terreno ai piedi di un albero non appena ero arrivata, lo indossai sulle spalle e più velocemente possibile corsi verso il villaggio.
Da quel momento parlavo anche con il cielo. Benissimo. Ero convinta di aver fatto qualcosa di… davvero inquietante.
Sì, inquietante. Quello era il termine giusto.
In quel momento, finalmente, capii di essere davvero inquietante. Sentii anche che, con un po’ di allenamento, avrei potuto fare concorrenza anche a Shino.
Stranamente un sorriso mi si aprì sul volto ripensando a ciò che mi era accaduto.
Ero inquietante. E allora? Non riuscivo a coglierne bene la gravità.
Anche Shino lo era, ma parlare con lui non era stato poi tanto terribile. Quindi non poteva fare male parlare con una persona inquietante. Mi rilassai.
Ero inquietante.
“Benissimo.” Esclamò una voce dentro di me “Hai fatto la fortuna di Ino, non sei contenta? Da questo momento avrà molto di cui parlare. Devi essere fiera di te. Hai aiutato un amica a continuare il suo hobby preferito.”
E per un ninja aiutare un compagno è la cosa più importante.
Scoppiai a ridere. Essere inquietanti non era poi tanto male…
Sogghignando, continuai a correre verso il villaggio.

~

 

La fic che avete appena letto molto probabilmente è e sarà il mio primo e ultimo tentativo di fic con un nuovo personaggio. Questo perché non credo di saper muovere bene nuovi personaggi in un mondo già creato. Un conto è cominciare tutto dall’inizio e muovere personaggi nuovi in un universo nuovo, un altro conto è inserirli in un universo già esistente.

Nonostante questo, sono davvero contentissima per il risultato ottenuto, soprattutto perché, a causa di queste premesse, credevo di non aver fatto un buon lavoro.

Ho cominciato a tremare tutta quando ho letto i risultati e non ancora riesco a credere di aver vinto! XD
Ringrazio tantissimo Katia – alias Rinalamisteriosa, che ha deciso di occuparsi dei risultati e ci ha fatto smettere di essere ansiose, una buona volta, per questo contest – per la sua gentilezza, efficienza e rapidità *_*

Faccio, inoltre, i complimenti alle altre partecipanti, Shurei e _AkAtSuKiNa_, e aggiungo che non vedo l’ora di leggere le loro fic, perché sono sicura che saranno splendide! *_*

Pubblicate presto, ragazze!

Ringrazio, infine, chi vorrà lasciare una recensione per dirmi cosa ne pensa di questa fic-esperimento (almeno secondo me) e riporto il commento della giudice e il bannerino fatto da Shurei (è bellissimo, grazie *_*).

 

Un bacio e alla prossima!

Ayumi

 

 

 

I° CLASSIFICATA
Ayumi Yoshida con "Inquietante"

Correttezza grammaticale e stile = 9,5 (10)
Caratterizzazione dei personaggi = 10 (10)
Originalità = 9,5 (10)
Attinenza al tema = 5 (5)
Giudizio personale = 3 (3)
Punti complessivi = 37

Commento:
One-shot principalmente introspettiva e profonda, con quel pizzico di comicità che non guasta.
Grammatica quasi perfetta: c'è qualche piccola svista o imperfezione, ma nulla di grave.
Lo stile è fluido, lineare e scorrevole.
Ottima caratterizzazione dei personaggi, che sono stati tutti abilmente gestiti, ben delineati e rispettati.
La tua Ayumi (il personaggio che ti rappresenta) è, come scrivi, "la kunoichi della Foglia senza alcuna passione".
Si presenta fin da subito come una ragazza senza un hobby particolare, interessante e misteriosa; riservata, schiva, che si fa i fatti suoi.
E' bello il modo in cui la parola "inquietante" si ripeta spesso, divenendo quasi il fulcro di tutta la vicenda, arrivando a soggiogare la mente della protagonista che, ascoltando per caso un pettegolezzo tra Ino e Sakura che la riguardava, comincia a chiedersi come mai una parola del genere la debba rappresentare.
La scena della foresta, con Shino Aburame che - seppur poco loquace - si interessa a lei, alla missione che deve compiere e sembra capirla più di se stessa, è significativa: il loro dialogo, seppur breve e rispettoso, riesce a smuovere Ayumi, ad aiutarla a convincersi che - forse - lei è davvero inquietante.
In un modo che Sakura e Ino nemmeno immaginano XD
Arriviamo al finale che, in effetti, è l'unico punticino dolente del giudizio: tu dici che è forzato, io dico che andava approfondito.
Sarò pignola ma mi ha trasmesso ansia e curiosità per la sorte del tuo personaggio. >.<
Tutto sommato è stato un ottimo lavoro, fortemente sentito, di cui devi andare fiera. Complimenti! ^_^

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