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Autore: Castiel Who    03/08/2009    2 recensioni
Un nuovo caso si fa avanti e i Torchwood dovranno come sempre risolvere la situazione, ma intanto Ianto vuole qualcosa da Jack, qualcosa che è sempre stato vicino ad avere. Riuscirà il capitano a farlo felice alla fine?
Genere: Romantico, Commedia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscirono dal locale presto, la sera era limpida e il cielo sgombro dalle nuvole.

Era tutto perfetto.

Ianto si volse verso un Jack intento a cercare le chiavi del SUV nelle tasche del cappotto militare.

- Voglio portanti in un posto. –

Disse tirando fuori le chiavi sfoderando un ghigno compiaciuto.

Il gallese annuì per poi prender posto al lato del passeggero dell’autovettura.

Era raggiante anche se non voleva darlo a vedere più di tanto.

Jack girò le chiavi nel quadro e il motore partì con un rombo, la strada era semi-deserta.

- Dove stiamo andando? –

Nella sua voce si poteva udire una punta di impazienza.

- E’ una sorpresa. –

- Ovviamente... –

Ianto si appoggiò allo schienale con un sorriso carico di emozioni che teneva segregate nel suo cuore e che non avrebbe rivelato con tanta facilità.

Si concentrò sulla strada che seguiva l’amante, facendo particolare attenzione a ogni svolta e ogni via attraversata che veniva annotata nella sua mente come un mappa.

Dopo cinque minuti intuì che la strada andava fuori città.

Le luci si fecero sempre più diradate fino ad arrivare al minimo essenziale.

In pochi minuti raggiunsero la periferia della città, Ianto fremeva silenziosamente di curiosità, ma avrebbe resistito.

Lo faccio per Jack, per noi.

Tutto ciò che ho fatto alla fine l’ho fatto per noi.

L’auto si fermò ai piedi di una collina, si sarebbe potuto dire che quella era piena campagna.

- Siamo arrivati. –

Annunciò Jack togliendosi la cintura.

Il gallese non disse nulla, si limitò a scendere dalla macchina ed aspettare ulteriori istruzioni.

- Dobbiamo salire la collina, vieni. –

Ma cosa cavolo ha in mente?

Lo seguì preso ormai da una curiosità irrefrenabile che lo assaltava e gli faceva muore un passo dietro l’altro automaticamente, senza pensare due volte.

Arrivati in cima si rese conto del perché lo avesse portato lì.

E’ meraviglioso...

La piccola collina era illuminata lievemente dalla luna, oltre la quale vide prima la periferia, poi l’intera Cardiff illuminata da mille luci di ogni tonalità del giallo, del bianco e qualche volta anche del rosso e dell’azzurro chiaro.

Riusciva anche a vedere la baia e il Millenium Centre, vicino al quale c'era la torre, la cui acqua cristallina risplendeva alle luci della città di un'intensità appena palpabile.

Una leggera brezza lo investì e portò con se l’odore dell’erba tagliata da pochi giorni.

Ispirava una freschezza unica, che affinava ogni senso.

Si voltò verso Jack che trovò sdraiato a terra, il cappotto sotto di lui era sistemato sull’erba a suon di coperta.

Bastò un lieve gesto del capitano sulla parte della stoffa ancora vuota che Ianto capì fino in fondo.

Accettò l’invito di buon grado, adagiandosi tra le braccia di Jack che attendevano soltanto lui.

Un turbinio di emozioni lo pervase, liberandogli la testa da tutti i pensieri tranne che uno, l’uomo accanto a lui, il solo che poteva scaturirgli quelle sensazioni che teneva gelosamente nascoste dentro di sé.

Controllati, controlla le tue emozioni, non lasciarti trasportare da esse, perché è la cosa migliore da fare.

Lasciarsi prendere dall’emozioni significa rivelare i propri sentimenti.

E ne ho una paura tremenda.

Sentì il suo odore, il tocco delicato delle braccia che lo avvolgevano, percepì il battito regolare dei loro cuori che battevano all’unisono.

In quel momento tutto il resto del mondo non esisteva più, esistevano solo lui, il compagno e il profondo e celato amore che provava per esso.

Provò a distrarsi guardando il cielo sconfinato davanti a loro, anche se non serviva a niente.

- Sai, vengo qui quando cerco la solitudine. –

La voce di Jack interruppe il flusso di pensieri e Ianto si abbandonò a quella che suonava come una melodia, la sua voce.

- Perché la cerchi? –

La voce uscì bassa, appena udibile.

- Per riflettere. Ho avuto tante di quelle vite, ho fatto un mucchio di errori e cose di cui mi pento. La fine è sempre la stessa per me: La solitudine. –

Il gallese provò una stretta alla bocca dello stomaco.

L’immortalità... Equivale a perdere tutte le persone che si ama.

Perderà anche me un giorno.

Non è giusto!

- Ora non sei solo, hai me. –

Le parole uscirono una dietro l’altra, volevano penetrare nel suo animo, dirgli che non doveva pensare a cose del genere.

Come sono banale mio dio...

- Se fosse altrimenti, ora non saresti qui. –

Una pausa in cui si guardavano negli occhi come incatenati l’uno all’altro.

- Abbiamo così poco tempo... Ne vorrei di più, ma non mi basterebbe mai. Se potessi, sarei talmente egoista da volerti con me per sempre. -

- Che vuoi dire? –

- Ianto io sono immortale, vivrò per sempre. Tu al massimo potrai vivere per altri ottanta anni all’incirca, come è giusto che sia! –

- Jack, hai detto che saresti egoista... –

- Si lo sarei. Se ci fosse un modo per averti con me per l’eternità che vivrò cercherei di portarlo a termine anche se questo dovesse condannarti a una vita infinita. Non è egoismo questo? –

Forse.

- No, non si chiama egoismo. Si chiama amore. –

Maledizione! Non posso mai tenere la bocca chiusa?

Arrossì visibilmente, le labbra del capitano si posarono sulle sue facendo volare via quelle imprecazioni a se stesso nel vento.

- Forse hai ragione. L’unica cosa certa e che se ce l’hai, la cosa viene da due parti. –

Erano due frasi sussurrate con un tono che Ianto conosceva assai poco di Jack.

Era un tono dolce e sensuale allo stesso tempo.

Il cuore del giovane gallese fece mille capriole, la consapevolezza venne con la sua più completa gioia.

Io amo lui e lui ama me.

Ci apparteniamo.

Schiuse le labbra su quelle di Jack e lo baciò con ogni briciolo di passione che aveva.

Non devo avere paura ora.

Sentì il corpo di Jack reagire a questo nuovo bacio.

Improvvisamente provò la sensazione come una scarica di energia percuotergli ogni centimetro del proprio corpo mentre sua mente riusciva solo a elaborare quel bacio, non esisteva altro.

Mai come in quel momento si sentiva vivo, carico di ogni energia immaginabile e pronto per qualsiasi cosa.

Quando si staccarono il cervello continuava a provare difficoltà a riconnettersi al mondo dei vivi.

Il capitano notò il subbuglio mentale dell’altro soltanto guardandolo boccheggiare.

- Scusa. –

- E’-è stato il più bel bacio della m-mia vita. –

- No, devo controllarmi. Ho un energia che mi scorre dentro, devo saperla tenere a bada. –

Ianto lo guardò negli occhi per un lungo istante, sentiva di trasmettergli ogni sua emozione in quel modo.

Va bene così.

- Andiamo a casa Jack. –

Il capitano annuì e insieme si avviarono nel buio della notte, la pelle di entrambi resa del colore del latte dalla luna.

A proposito, ti amo.

 

FINE

 

Spero di non essere stata sdolcinata o peggio ancora, caduta nella terribile bestia che è l’ OOC.

H W: Ho provato a seguire il tuo saggio consiglio di togliere le cose troppo sdolcinate alla fine.. Ecco alla fine non ci sono riuscita perché altrimenti avrei eliminato tutte le frasi una a una.. ^_^

   
 
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