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Autore: Mikirise    13/01/2020    2 recensioni
Uraraka spesso sbuffa, lamentandosi di Midoriya. Non è giusto, dice, che lui abbia un ragazzo perché gli è letteralmente caduto dal cielo tra le braccia. Non tutti possono essere così fortunati.
E Midoriya la guarda con un'espressione un pochino offesa, mentre si posa una mano sul petto. "Non è stata fortuna!" esclama un giorno. "Ho dovuto controllare la pressione dell'aria e la temperatura e che fosse abbastanza nuvoloso, che i pianeti si allineassero e che mia mamma mi desse la benedizione, poi aspettare pazientemente con le braccia aperte. Non è fortuna. È preparazione."
Uraraka ride a questo punto, dandogli un buffetto sul naso.
Midoriya è davvero cambiato tantissimo dalla prima volta che lo hanno conosciuto.
[vigilantes!au][tododeku][identity porn]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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io, scrivendo su Izuku: il ragazzino ha traumi e quindi parlerò di questi
io, scrivendo su Todoroki: questa è una f*ttuta romcom e quindi scriverò una f*ttuta romcom, okay? dai! arrestami, se hai il coraggio!





#4 Complicità: L’interludio di Izumi Kota (Parte Uno)

Arriva un giorno, accompagnato da quel lungo e alto e scheletrico uomo biondo. E Kota lo vede, da dietro le gambe di sua zia, mentre quell’uomo scheletrico dice qualcosa e il motivo per cui quel ragazzo dai capelli scompigliati e uno sguardo arrabbiato sono lì diventano chiari.

È un ragazzo, un civile, che è stato attaccato da un criminale molto importante, per qualche motivo, e, per qualche motivo, questo ragazzo sembra essere stato preso di mira da questo criminale. Nasconderlo qui, tra le montagne, sembra essere l’unica soluzione che gli eroi sembrano avere adesso, nel bel mezzo delle vacanze estive, per tenerlo al sicuro. E, quel ragazzo continua a tenere gli occhi bassi e i pugni chiusi. Risponde, in quel primo incontro, solo quando viene interpellato, con quel suo enorme zaino giallo sulle spalle e muovendo a malapena le labbra. Non è un eroe. È un ragazzino. Sembra essere stato molto felice di riconoscere le Pussycat, ha chiesto un autografo, ha cercato di sorridere, di non balbettare e, quando gli hanno ricordato il motivo per cui si trova qui, torna seduto, torna in silenzio.

Dice: “Spero di non essere di troppo peso.” Poi nient’altro. E, quell’uomo che lo ha accompagnato gli scompiglia i capelli e gli sorride. Il ragazzo non sorride più. Rimane solo tristemente a guardare davanti a lui. In silenzio. Senza nemmeno muoversi. A volte non sembra nemmeno respirare.

Kota lo guarda. Lo osserva da lontano all’inizio, praticamente nascosto dietro la poltrona su cui è seduta sua zia. Quando poi, lo vede alzare lo sguardo, cercare quello di questo vecchio, che continua a parlare con sua zia, quando lo vede muovere le dita, come se volesse attirare l’attenzione di quel vecchio, come se volesse fargli una domanda, una richiesta che sa che non verrà mai ascoltata, pensa che sono la stessa cosa, loro due. La richiesta non viene detta ad alta voce, non viene nemmeno fatta capire, visto che il ragazzo non chiede l'attenzione del vecchio. Giocherella con le mani. Rimane in silenzio ancora una volta.

Quando l’uomo alto e vecchio se ne va, Midoriya Izuku (così si chiama quel ragazzo) lo guarda, per poi mordersi nervosamente l’interno delle guance (almeno, a Kota sembra così) e poi annuisce a se stesso, per girarsi verso la zia e ringraziarla per la sua ospitalità e che, se avessero bisogno di qualsiasi cosa da parte sua, avrebbe cercato di aiutare il più possibile, per ripagare di questa ospitalità. Quando la zia ha risposto che non c’era bisogno che si preoccupasse di nulla e che sicuramente proveranno a tenerlo occupato, Midoriya sorride (un sorriso strano, sembra essere falso), fa un piccola riverenza, prima di andarsene via, verso la sua camera, per lasciare il suo zaino lì.

E Kota mormora: “State facendo una collezione.” La zia non dice nulla, perché sanno entrambi di che cosa sta parlando. Kota non è stupido. Ha a malapena cinque anni, ma non è stupido e si rende conto di quando le persone sono come lui.

Kota sbuffa e infila le mani in tasca e sbuffa, prima di andare via.


 

#4 Complicità: La classe 1-A e i Senza Unicità!!

Shouto lo ha visto immediatamente.

Izuku non è il tipo di persona che si vede immediatamente, in realtà. È, piuttosto, quel tipo di persona che si nasconde tra la folla e che sembra che non lo potrai più ritrovare, se lo perdi in un festival, o in un luogo affollato. Quindi, forse, Shouto non lo ha visto immediatamente, lo ha solo notato molto in fretta. Forse perché, non importa dove si trova, Shouto finisce sempre per cercarlo, anche se sa di non poterlo trovare. Deve voler dire anche questo, avere una cotta. E quindi lo ha visto, mentre una delle Pussycat continuava a girargli intorno e a parlargli di cose che lui non capiva molto bene, mentre sorrideva a un bambino con un cappello rosso e gli mostrava la mano, facendogli cenno di entrare nell’edificio.

Il primo giorno del campo, in realtà, ha pensato fosse un’allucinazione.

Shouto era stanco, alla fine, e non vede Izuku dal giorno in spiaggia, quando ha capito di provare dei sentimenti per lui, per un motivo o per un altro. Gli manca. Forse è stato questo a causare una specie di allucinazione visiva. Forse. Lui ha pensato così.

Ha saputo che Izuku è stato al centro di un attacco al centro commerciale da Iida e Uraraka, che gli hanno raccontato dello strano comportamento del loro amico, e dei due ragazzi che continuavano a ripetere di essere responsabili per lui, ma che sono stati cacciati dai poliziotti. Non è stata una scelta, quella di non vedere Izuku. Shouto ha provato a contattarlo e a parlargli, ma, subito dopo gli esami, sono iniziate le vacanze estive sia per la UA che per la Nishimachi, ed è stato difficile raggiungerlo. Ogni tanto rispondeva ai suoi messaggi, ma le sue risposte non avevano mai più di tre sillabe. (Nemmeno una emoji, ha voluto evidenziare Uraraka, scuotendo la testa.)(Le cose non vanno bene, allora, ha detto.)(Non che Shouto abbia proprio capito quello che voleva dirgli, ma per ora non vuole pensarci.) Izuku continua a dire di stare bene e Shouto avrebbe solo voluto che...

Il primo giorno ha pensato che fosse un’allucinazione, dovuta forse alla stanchezza. E non ci ha pensato più, dopo essersene andato a dormire. Il secondo giorno, lo ha visto di nuovo, sempre per la mano con quel bambino con il cappellino rosso, che lo trascinava da una parte all’altra. Shouto lo ha visto. È sicuro di averlo visto. (Non è sicuro che Izuku lo abbia visto, però.) E non ha avuto nemmeno il tempo per dire qualcosa al riguardo, perché, subito dopo la colazione, è stato trascinato al campo per allenarsi, insieme ai suoi compagni di classe e ai ragazzi della 1-B.

È stato difficile concentrarsi e Aizawa-sensei gli si è avvicinato spesso, per ricordargli che avrebbe alzato la temperatura dell’acqua in cui era immerso fino a quando non sarebbe bollito vivo, se non fosse stato attento. (Stranamente, il professore ha accettato facilmente il rifiuto di usare il fuoco di Shouto, ma gli ha detto che la sua Unicità è legata soprattutto al calore, non alla fiamma o al ghiaccio.)

Shouto, nonostante fosse in pericolo di vita, si è chiesto per tutta la mattina se Izuku lo avesse visto. Se sa che lui e Iida e Uraraka sono qui. Vorrebbe parlargli. Vorrebbe sapere se sta veramente bene.

Lo vede di nuovo a pranzo.

In realtà, beh, lo vedono tutti a pranzo, quando sentono il dolore alle spalle e alle gambe e gli occhi che si chiudono e le parole diventare un ammasso senza forma e senza significato e comunque devono cucinare e prepararsi il piatto, Izuku, coi suoi pantaloncini enormi e una maglietta con sopra scritto polo, li aiuta, portando loro gli ingredienti per preparare il curry e gli utensili da cucina, insieme alla legna. Evita accuratamente il contatto visivo e ogni tocco da parte dei ragazzi della UA e, dopo aver aiutato Ojiro a sistemare della legna vicino ai fornelli, fa un cenno della testa e si allontana, raggiunto dal bambino col cappellino rosso che si gira verso di loro solo per fare una linguaccia e saltellare accanto a Izuku dicendo: “Non dovresti aiutarli, quelli là.” A cui Izuku risponde con un solo e semplice sorriso.

(Non si sono salutati.) Shouto lo osserva, accovacciato davanti ai fornelli, per accenderli. (Non si sono salutati.)

Sbatte piano le palpebre e -non li ha salutati per davvero. Ha camminato da una parte all’altra. Ha corso, quando si trovava davanti a Bakugou, tenuto lo sguardo basso. Fatto un cenno veloce con la testa per rispondere a Ojiro e sempre con un cenno ha provato a far capire a Shouto, Uraraka e Iida che li ha visti. Deve aver anche solo paura di aprire bocca, per non rovinare qualcosa. Shouto non saprebbe dire che cosa. Izuku non sembra stare poi così bene come invece ha detto che stava. Ha delle enormi occhiaie sotto gli occhi. I suoi tic alle dita sembrano essere peggiorati, come se stesse cercando di rimanere sveglio a forza di caffeina. E, comunque, che cosa ci fa lui qui? Perché è così lontano da casa? Perché lo hanno mandato qui?

“È un Senza Unicità” mormora Jirou, con una carota in mano, che rigira, cercando si capire come pelarla. Shouto alza lo sguardo verso di lei, ma si rende conto quasi immediatamente che non sta parlando con lui, ma con Sero, dall’altra parte dei fornelli, che trasporta da una parte all’altra le pentole.

Sero lancia uno sguardo verso Izuku, poi torna a guardare Jirou. “Davvero?” le chiede, tirandosi un pochino in avanti, probabilmente per colpa del peso della pentola. “Non sembra essere un...” Fa un gesto vago con una mano, facendo cadere per terra le pentole. “Va bene. Okay. Però hai capito, no?” Si abbassa per prendere di nuovo le pentole in mano e portarle a Jirou.

“Alle medie, nella mia classe” si intromette Kaminari, portando della carne da bollire. “C’era un Senza Unicità. Era piccolino così, mangiava il pranzo sempre da solo e non aveva poi così tanti amici. Anzi. Penso che di amici non ne avesse proprio.”

“La gente è cattiva coi Senza Unicità” borbotta ancora Jirou, continuando a fissare la carota. “Fanno quasi pena.”

“In effetti, non lo facevano respirare” le dà man forte Kaminari. “Gli rubavano la merenda, buttavano i suoi quaderni nelle fontane, nascondevano i suoi compiti a casa, buttavano la sua divisa nella spazzatura e mi pare che, una volta, gli abbiano usato delle Unicità offensive sopra. È stato bruttissimo. Lui stava sanguinando e siamo stati messi tutti in punizione. Anche chi non c’entrava niente. Lui poi ha cambiato scuola e non so esattamente che cosa gli sia successo, ma credo che ci sia una specie di scuola per Senza Unicità adesso, per proteggerli. Magari è un bene.”

“È segregazione” ribatte Jirou.

“Lo fanno per proteggerli!”

“Ho sentito che molti di loro fingono di avere un’Unicità” continua Sero. “Unicità di analisi, ad esempio, che nessuno di noi può davvero provare. Così per lo meno non si crea una differenza noi-loro. Quel ragazzo -penso che se volesse potrebbe fingere di avere un’Unicità. Non sembra essere un Senza Unicità, alla fine, no? Se mi avesse detto che poteva, non lo so, calmare i bambini, o aumentare il suo QI, io ci avrei creduto. Davvero. Non sembra...”

“Magari è uno di quelli che sono orgogliosi di essere Senza Unicità” propone Kirishima. Shouto sobbalza sul posto quando si rende conto che il ragazzo è proprio lì, accanto a lui, con dell’altra legna da ardere. Kirishima gli sorride. “In fondo, è solo quello che è.” Si accovaccia, per sistemare la legna nel caminetto accanto a quello di cui si sta occupando Shouto. “Perché vergognarsene?”

“Come si può essere orgogliosi di una cosa del genere?” sbuffa Kaminari. “Mi hai sentito? Hai sentito come vengono trattati? È una condanna alla sofferenza dalla nascita. Quella cosa orrenda che hanno -il mignolo al piede o come si chiama, quella è una condanna. Se io fossi nato senza nessuna Unicità, ve lo giuro, avrei finto di averne una, pur di non passare per il loro stesso trattamento. Non solo da bambini, ma anche da adulti. Sai quella cosa che dicono -non serve un motivo per ridurre in fin di vita un Senza Unicità. No, no. Io non riuscirei a farlo. Piuttosto mi sarei suicidato e sperato di rinascere in un corpo con qualche Unicità. Una qualsiasi, non mi sarebbe importato più di tanto. Basta averne una.”

“Che cosa orrenda da dire” lo rimprovera Jirou.

“È la pura verità. Tu riusciresti a sopportare una vita del genere?”

Shouto si morde il labbro inferiore. Sta provando a non dire nulla, in realtà, e si sente, ancora una volta, come quando Bakugou stava dicendo qualcosa a Izuku e lui non è riuscito a muoversi. Come quando ha saputo che Izuku era stato in pericolo al centro commerciale e lui non sapeva che cosa avrebbe dovuto fare. Si sente come se stesse lasciando che Izuku fosse attaccato di nuovo. Senza dire niente. Senza fare niente. Detesta questa sensazione. Chiude gli occhi e prende un respiro profondo. È arrabbiato. È indignato. Un po’ coi suoi compagni di classe, per aver iniziato un discorso che nessuno di loro sembrava capire, un po’ con se stesso, per aver ascoltato in silenzio. Non riesce mai a proteggere nessuno, Shouto. Si è detto che vuole proteggere Izuku e però non lo ha mai fatto. Mai per davvero. Nemmeno a parole. Da Izuku è solo stato salvato, solo stato curato, e anche rassicurato. Nella loro relazione, è Izuku il protettore. Tra loro due, Izuku è il più forte. Shouto vuole proteggerlo ed è comunque Izuku il più forte.

Di per sé, non hanno detto niente di troppo offensivo, al di fuori di Kaminari. E Kaminari parla sempre senza pensare e senza rendersi conto di quello che potrebbe sembrare alle orecchie degli altri. Shouto ne è più che consapevole, ma... “E come dovrebbero essere i Senza Unicità?” chiede, alzando lo sguardo verso di loro. Il suo tono di voce è calmo. Gli tremano le dita. però. “Tu che cosa hai fatto per fermare i tuoi compagni delle medie dal tormentare quel ragazzo?”

Kaminari sospira, grattandosi il retro del collo. Shouto continua a mordersi il labbro inferiore. Non si è alzato in piedi. Sta continuando a sistemare il legno. Prova dei sentimenti che non sono per niente positivi. (Rabbia.)(Frustrazione.)(Vergogna.)(Paura.) E forse per questo sente la mano sinistra diventargli sempre più calda. Forse. (Nessuno ha mai protetto Shouto.)(Nessuno ha mai protetto Izuku.)(Perché lui non è in grado di farlo?)(Si era ripromesso di diventare più forte per poterlo proteggere.)(Perché non riesce a farlo, allora?)(Perché è così debole?)

“Che tipo di eroe vuoi diventare se non hai voluto nemmeno aiutare una persona vicino a te, che era in difficoltà?” chiede ancora. E non sta parlando con Kaminari, ovviamente, certo. Si sente pieno di vergogna, si sente pieno di rabbia. Perché non era con Izuku quando era in pericolo. Perché ancora adesso che è vicino a lui, non riesce ad avvicinarglisi. Perché non sa che cosa dovrebbe fare per aiutarlo. Non sa che cosa dovrebbe farci, coi sentimenti che prova per lui. Non sa come dovrebbe comportarsi in situazioni del genere, se Izuku vuole che lui parli a suo nome, oppure no. “Che tipo di eroe, dopo essersi reso conto di aver sbagliato, non cambia il suo comportamento?”

La sua mano sinistra si accende. C’è una piccola fiamma. E Shouto sbarra gli occhi, tirando indietro la mano e facendo sobbalzare tutti quanti, intorno a lui.

“Scusate” borbotta, alzandosi in piedi. Stringe i pugni. La mano sinistra si sta spegnendo, lentamente. Deve andare a buttarsi dell’acqua in faccia, per tranquillizzarsi. Almeno sa di non dover chiedere scusa.

Mentre corre via, vede, con la coda dell’occhio, Ashido che apre le braccia davanti a un Izuku molto confuso, per trascinarlo in un abbraccio da orso, mentre grida grazie! grazie! mi stai salvando la vita, Ragazzo Normale! mentre il bambino col cappellino rosso prova a tirarlo via e salvarlo da quella presa solida.

(Perché Izuku sembra essere più al sicuro con chiunque altro che non sia Shouto?)

Shouto continua a essere molto scosso. (Per qualche motivo, anche Izuku sembra essere molto scosso.)


 

#4 Complicità: I ragazzi abbandonati!!

Izuku sta facendo di tutto per mantenere la calma. Respira profondamente, seduto davanti al suo libro, muovendo nervosamente la gamba, sbattendo il tallone per terra più e più volte, solo per poi fermarsi, quando pensa di essere diventato fastidioso (per chi?). Posa il mento sul palmo della mano e prende a mordersi l’interno delle guance. Ci sono dei libri davanti a lui, che Pinky gli ha lasciato dopo che lui glielo ha chiesto e Izuku non riesce a concentrarsi su questi perché...

Izuku non è scosso. Non si sente male. Non è un po’ giù. Non è per niente triste. Non ha bisogno di dormire. Non è niente di tutto quello che gli altri gli dicono che potrebbe essere. No. Izuku è furioso.

Riesce a malapena a contenere la rabbia che prova in questo momento. È la prima volta in tutta la sua vita che dentro un istinto distruttivo. Che sente di voler fare male a qualcosa. (Non lo fa.) (Ma vorrebbe.) (Deve chiudere gli occhi e ricominciare a respirare profondamente.)(Kota gli prende sempre la mano, quando pensa che sia troppo nervoso.)(Questo lo calma un pochino)(Non può certo fare male a un bambino) A volte rimane a guardare il vuoto, pensando che non dovrebbe certo trovarsi lì, in mezzo al nulla, lontano da All Might, lontano da Crawler e Pop☆Step, lontano dai criminali, lontano da qualsiasi cosa, perché —perché? Pensava di aver fatto un buon lavoro. Pensava di aver affrontato quel criminale con tutta la dignità e la forza che aveva. Pensava di aver fatto le cose nel modo giusto, per un altro volta. Pensava di non aver sbagliato.

Izuku è furioso.

Tamburella con le dita contro il libro, tenendo le sopracciglia aggrottate. Kota disegna qualcosa, accanto a lui, con la lingua tra le labbra, per quanto è concentrato e con le mani colorate per colpa dei pennarelli. Ha iniziato a seguirlo ovunque. Izuku posa il mento sul palmo della mano e prova a non sospirare. Kota ha deciso di diventare la sua ombra nello stesso momento in cui lo hanno presentato come Midoriya Izuku che è qui per essere protetto. Protetto, dicono loro. (Izuku è furioso.)(È furibondo.) Kota lo ha osservato. Non ha detto nulla per i primi tre giorni, lo ha solo seguito, con le mani dietro la schiena e un’espressione concentrata. In effetti, a pensarci, faceva quasi paura. Izuku non poteva girarsi senza trovare questo bambino che aveva l’espressione di qualcuno che voleva ucciderlo.

Izuku andava in bagno, e Kota rimaneva fuori dal bagno ad aspettare che lui uscisse. Izuku andava a prepararsi del tè e lui lo seguiva in silenzio. Izuku si sedeva nelle zone comuni per finire i compiti delle vacanze e Kota gli si sedeva accanto. Non una parola. Non uno sguardo che gli facesse capire che cosa volesse da lui. Lo seguiva e basta. E a Izuku non dava fastidio avere un po’ di compagnia. Anche se, nella sua mente, forse, era il modo delle Pussycat di tenerlo sott’occhio. E questo lo rendeva un pochino meno tranquillo e sereno. Ma Kota non sembra essere un bambino cattivo. Forse è un po’ troppo aggressivo nei suoi modi di fare e parlare, a volte Izuku lo guarda

Un giorno, senza un motivo apparente, Kota lo ha raggiunto e ha iniziato a camminargli accanto. Gli ha preso la mano, per fargli capire di rallentare il passo e ha continuato a stare lì per tutto il giorno, tutti i giorni. Izuku si trova in mezzo al nulla, con le Pussycat, da ben sette giorni e in nessuno dei suoi sette giorni Kota ha mancato di seguirlo ovunque. Ha iniziato a chiamarlo Izuku-nii e Kota non è di tante parole, ma sembra un bravo bambino. Non vuole essere arrabbiato con lui. Non vuole essere arrabbiato, punto. Ma Izuku continua a essere furioso.

E la cosa non migliora quando vede Kacchan.

È la prima persona di cui si rende conto, quando arrivano i ragazzi della UA. Kacchan, in effetti, è facile da vedere, anche se, tra tutti quegli eroi, sembra essere una persona più che normale. Ma è comunque la prima persona che Izuku nota e, se era già di cattivo umore, se già si voleva nascondere nella stanza che le Pussycat gli avevano gentilmente dato, da quando ha visto Kacchan, vuole nascondersi sotto le coperte e non uscire più. Ma questo non è il tipo di persona che Izuku è. Fortunatamente. Quindi ha solo continuato a chiedere se c’era bisogno che aiutasse, ha continuato a fare i compiti che gli hanno lasciato per le vacanze, in attesa che qualcosa cambi, o che il suo comportamento, che cambia piano piano, in base alle persone, porti un cambiamento intorno a lui.

Spera.

Muove nervosamente la matita. Dovrebbe iniziare a dare un’occhiata a questi libri, se vuole veramente aiutare i ragazzi del corso di recupero. Pinky dice che basterebbe anche soltanto controllare che non si distraggano tra loro e che avrebbe chiesto a qualcuno della loro classe, se non fosse che saranno tutti impegnati in altre attività e, comunque, il professor Aizawa (che continua a lanciare occhiate a Izuku, per la cronaca)(fa quasi paura)(deve sicuramente sapere qualcosa della vita da vigilante di Izuku, non c’è altra spiegazione) ha vietato loro di dare fastidio a chiunque abbia superato gli esami. Izuku si passa una mano sul viso e sospira. Ha gli occhi pesanti, come se avesse pianto. Detesta questa sensazione, soprattutto dopo non aver pianto.

Non vorrebbe vedere Kacchan. (Non c’è la mamma ad accarezzargli i capelli.)(Non c’è All Might.)(È completamente da solo e non vuole vedere o affrontare Kacchan.)(Izuku non è quel tipo di persona ch fugge da questo tipo di situazione)(Kacchan lo ha sempre affrontato.)(Se volesse affrontarlo, però, da solo, questo è davvero un altro argomento.) Non vuole vedere Kacchan adesso che è da solo, di nuovo.

“Non devi per forza aiutarli, se non vuoi aiutarli” borbotta Kota, alzandosi in ginocchio per guardare, con forse molta più attenzione il suo disegno. Izuku prende un respiro profondo, che esce come un sospiro, che fa girare il bambino verso di lui, con un’espressione determinata che probabilmente possono avere solo i bambini della sua età. “Non sei un eroe. Non lo devi fare se non vuoi.”

Izuku inclina un po’ la testa e cerca di sorridere. “Ma io voglio aiutarli” gli risponde. È difficile che Kota parli. È difficile che lo faccia usando più di due o tre sillabe. Almeno, è difficile che lo faccia con Izuku (e alla fine ha anche ragione a comportarsi così)(conosce appena Izuku, no?)(come si comporterebbe lui, al suo posto?)(è, invece, strano che lui si sia attaccato così tanto a Izuku, vero?)(Izuku di solito ha l’effetto opposto sulle persone). “Aiutare gli altri, mi fa sentire bene.”

“Non è vero” ribatte il bambino, scuotendo la testa. Si arrampica sul divano, lasciando il disegno sul tavolino. Izuku aggrotta le sopracciglia. Non è vero? Kota si indica lo spazio tra le sopracciglia e poi fa un broncio. “Fai questa faccia quando ti chiedono aiuto. Sembri arrabbiato con loro. Soprattutto con quello che grida tanto. Sembri sempre arrabbiato. Non li vuoi aiutare.”

Izuku deglutisce e sbatte velocemente le palpebre, prima di lanciare uno sguardo alle sue dita e toccarsi lo spazio tra le sopracciglia, cercando di capire se Kota ha davvero ragione. Lui lo sa. Izuku sa di essere furibondo, di non riuscire a non essere arrabbiato e che non sa che cosa farci con tutta questa rabbia. Da Crawler e Pop☆Step, almeno, poteva allenarsi, mettere la rabbia nei suoi pugni, fare qualcosa. Qui, invece, sente come se fosse in trappola e non sapesse come uscire, come scappare. Sente di essere stato lasciato indietro per troppo tempo. I ragazzi della UA che si allenano usando le loro Unicità lo fanno sentire incapace, un pochino inutile, è vero, ma non per questo è arrabbiato con loro. Sarebbe ingiusto essere arrabbiato con loro.

Izuku è solo arrabbiato e non capisce il perché. È come se si sentisse -non trova la parola giusta. Ogni parola gli sembra soltanto un piagnisteo che gli esce dalla bocca e che non dovrebbe essere ricordata. Quindi sospira di nuovo, tirando giù il ginocchio con cui sosteneva uno dei libri. “Io non sono arrabbiato con loro” cerca di far capire a Kota, che, di nuovo scuote la testa, mentre ruota gli occhi.

(Kota è simile a Kacchan quando era piccolo.)(Un poco, non tanto.)(Assomiglia al Kacchan prima dell’Unicità.)(Forte.) (Determinato.) Izuku prova a sorridere.

“Tutti gli eroi sono uguali, alla fine” continua Kota, incrociando le braccia. “Fanno quello che vogliono, quando vogliono loro. Esistono solo loro. E non importa quello che fai o farai o che non farai, perché tanto, prima o poi, ti abbandonano. Stanno qui per qualche secondo, poi vanno via. Non mi piacciono gli eroi. E tu invece sei arrabbiato con loro. Perché anche a te hanno abbandonato. Quindi, vadano a cercare da un’altra parte un aiuto. Tu non glielo devi dare. E nemmeno io.”

Kota è molto simile a come era Kacchan. Izuku lo osserva, mentre il bambino ruota gli occhi e scivola di nuovo giù, sul pavimento, per tornare a disegnare. Ha il suo stesso modo di parlare e sicuramente è manesco coi suoi coetanei. Ma non ha mai usato la sua Unicità. Non ha peli sulla lingua. Ha detto abbandonato. Ha detto che Izuku è stato abbandonato. Come il bambino che è, non ha usato giri di parole, non ha pensato che di certe cose sarebbe meglio non parlarne e, per questo, in un certo senso, ha aperto gli occhi a Izuku, che abbassa lo sguardo, stropicciandosi con forza l’occhio destro, neanche volesse smettere di vedere, di nuovo. Kota non ci ha pensato due volte prima di dire abbandonato. Quindi deve essere così che lo vedono. Abbandonato.

Forse è per questo che è così arrabbiato. Perché è così che gli altri vedono lui, ed è anche lui che si sente in questo modo. Abbandonato. Di nuovo. Da solo. Di nuovo. No. No no. Izuku non è stato abbandonato. No. Chi lo avrebbe abbandonato? Quando? E poi, cosa vorrebbe dire di nuovo? No. Sta bene. È arrabbiato perché con una scusa o un'altra sta rallentando i suoi allenamenti e non sa in quanto tempo potrà ancora sprecare se vuole davvero diventare un eroe. È furioso per questo, non ci sono motivi nascosti, non c'è niente a cui dovrebbe pensare con più attenzione. (Gli viene da piangere.)

Il libro che gli ha prestato Pinky sembra più interessante adesso. È un bene averglielo chiesto. Pensare a qualcosa che non sia la sua miserabile vita e come non diventerà mai un eroe lo deprime troppo. È sicuramente molto meglio leggere su... Izuku assottiglia lo sguardo per leggere il titolo del paragrafo. Leggere sulla legge mendeliana applicata all’ereditarietà delle Unicità. (Un argomento un po’ elementare, ma pur sempre valido.) Izuku sfoglia il libro. (Non è arrabbiato con nessuno.)(Non se la può prendere con nessuno, dai.) I titoli dei paragrafi sono più o meno tutti sulla Biologia e lo studio delle Unicità sull’ambiente in un linguaggio, per dirlo in modo educato, complicato.

Beh. È ovvio che trovino difficile recuperare certi argomenti da soli, allora.

(Izuku non è arrabbiato con loro.)(Non è arrabbiato con nessuno.)(Vuole davvero aiutare.)(E non è stato abbandonato da nessuno.)(Mai.)

(Mai.)

Mai.



 

#4 Complicità: Il piano quinquennale!!

Izuku gli ha sorriso durante la cena del secondo giorno, prima di entrare nella baita delle Pussycat, sempre per mano di quel bambino con il cappello rosso. E Shouto, stupidamente, ha sentito di poter ricominciare a respirare.

Ora. C’è un piccolo dibattito su a chi stesse sorridendo e salutando Izuku. Uraraka dice che stava sorridendo a lei. Ha cercato di convincerli parlando di angoli e direzioni e altre cose. Iida sostiene che Izuku abbia salutato tutti e tre e per questo Uraraka ha ruotato gli occhi e gli ha dato del noioso. Shouto è sicuro, invece, che Izuku abbia guardato verso di lui e sorriso specificamente a lui. Iida continua a ripetere che invece ha salutato tutti e tre. E Uraraka non ne vuole sapere di ammettere che l’opzione più noiosa sia quella reale. Non c’è altra soluzione se non andare a chiedere direttamente a lui, dice Uraraka e Iida risponde che gli sembra un pochino infantile e sciocco andare a disturbare un amico per un motivo del genere. Uraraka ha insistito dicendo che a loro non serve un motivo per parlare con Izuku. Sono amici. Solo che, visto che le è sembrato che Izuku sia un pochino a disagio in questo posto, avere un motivo, anche se stupido, per parlargli lo renderebbe più sereno. Sarebbe una specie di rompighiaccio. E ha finito con un: “Ma insomma,
siete anche voi amici di Izuku-kun, possibile che non sappiate davvero come prenderlo?“

Le discussioni con Uraraka finiscono sempre in modo diverso. Questa volta ha vinto lei, perché, nella sua illogicità ha trovato un po’ di logica e, quando sono andati a bussare alla camera di Izuku-kun per fargli questa domanda, lo hanno trovato con un pigiama a pezzo unico di All Might e un quaderno in mano. Shouto lo sa che probabilmente Izuku in quel momento avrebbe preferito morire piuttosto che essere visto in quello stato (con un quaderno in mano, non con il pigiama di All Might), ma ha egoisticamente ringraziato l’idea di Uraraka che li ha portati fino a lì.

Quando la domanda è stata fatta (a chi hai sorriso e salutato?), Izuku si è portato una mano sotto il mento e ha finto di star pensando intensamente a qualcosa, solo per poi rispondere: “Io ho salutato soltanto Uravity-san.” Cosa che fa gridare cose indignate a Iida e Shouto, ovviamente, ma che fa scoppiare a ridere Izuku, che prova a calmarli, dicendo che stava solo scherzando.

Ha riso.

Certo, Shouto è ancora dell’idea che abbia sorriso soltanto a lui, ma comunque Izuku ha sorriso, prima di inclinare la testa e mormorare che le Pussycat e, soprattutto, Kota (chi diavolo è Kota adesso?) lo svegliano la mattina presto per alcune faccende e che quindi, non voleva essere scortese, ma avrebbe preferito andarsene a dormire. Lo hanno lasciato fare. Volevano fargli tantissime domande e sapere, soprattutto, che cosa ci facesse lui lì, perché lo avessero mandato così tanto lontano da casa sua, volevano chiedergli se stava bene, perché sembrava essere così giù, se aveva nostalgia di casa, se voleva che passassero un pochino più di tempo insieme, solo loro quattro, ma non c’è stato tempo. Izuku ha fatto un cenno della testa e ha chiuso la porta. Uraraka ha mormorato che almeno non stava piangendo.

La mattina del terzo giorno al campo, Shouto si è guardato intorno alla ricerca di Izuku, per poter vedere se gli avrebbe sorriso anche quel giorno. Izuku non stava aiutando durante la colazione. E questo lo ha reso un pochino più triste. “I ragazzi con i corsi di recupero lo vedono quotidianamente per almeno tre ore al giorno. Gli hanno chiesto di aiutarli a studiare. Anche Monoma-kun della 1-B si è unito a loro a sapere che uno studente della Nishimachi li avrebbe aiutati” lo informa Uraraka, sistemando i piatti in una pila per poi poterci mettere il riso. Shouto, con il cucchiaio di legno in mano quasi sobbalza, quando lei si materializza accanto a lui, cosa che la fa sempre ridere tantissimo. “Sono fortunati, vero?”

Shouto non risponde. Guarda intensamente il riso bianco, piuttosto. Izuku che studia, o prova a studiare con gli altri, lo sa dall’inizio della loro amicizia, è un’immagine molto tenera. Shouto, molto speso, si fermava a guardarlo mentre tirava giù il ciuffo di capelli dietro l’orecchio, quando qualcuno gli parlava, e come si portava una mano sulla frangia, tirandola giù e poi tirandola su, quando era molto concentrato. Ricorda il suo tono di voce, soffice, un pochino basso, mentre spiegava delle cose quando Uraraka faceva domande. Fortunati. Sì. I ragazzi del corso di recupero sono davvero molto fortunati. Se Shouto potesse avere accanto Izuku per più di cinque minuti, potrebbe parlargli, potrebbe fargli domande, avere anche la fortuna di avere delle risposte, ma, soprattutto, potrebbe finalmente assicurarsi che Izuku stia veramente bene.

“È frustrante per noi, invece, vero?” chiede ancora Uraraka, con una smorfia sulle labbra. Il riso ancora non è pronto e tutti sono presi dalle loro faccende, nessuno può starli origliando e forse per questo Uraraka deve aver deciso di parlare con lui adesso. Per avere un po’ di spazio solo loro due. Shouto, però, non riesce nemmeno a immaginare che cosa potrebbe volergli dire Uraraka. “Non vedere nessun progresso è un po’ frustrante, per noi due, vero?”

Shouto stringe il cucchiaio di legno tra le mani. “Nessun progresso?”

“Con Izuku-kun” chiarisce Uraraka. Non si guardano negli occhi. Uraraka giocherella con le ciotole bianche davanti a lei. Nessuno chiede ancora il riso. Possono perdere quanto tempo quanto vogliono. E Shouto non sta capendo molto bene che cosa sta succedendo, ma decide di ascoltare. Uraraka sospira, prima di girarsi verso di lui, alzando il mento quel tanto che basta per cercare di guardarlo negli occhi. “È frustrante che le cose non cambino, che siamo sempre allo stesso punto, vero? Non sono soltanto io, vero? Che a volte penso ci siamo, finalmente possiamo essere amici e poi succede qualcosa e se pensavo di aver fatto due o tre passi in avanti, torno indietro. E Izuku-kun risponde a malapena o sembra così... sembra impaurito.” Uraraka aggrotta le sopracciglia. “E distante. Sembra sempre distante.“

Shouto torna a fissare il riso. Forse dovrebbe girarlo. Non sa come rispondere a Uraraka. Dovrebbe pensare a questo, in realtà. “Lo penso anche io” mormora in risposta, facendola sorridere un po’ e sbuffare, mentre scuote la testa. Forse quindi non è la risposta giusta. “Che sia frustrante.”

“Kyoka-chan dice che hai sgridato Kaminari-kun per come ha parlato di Izuku-kun” gli dice, posando una mano sul fianco. Con l’altra mano, invece, dà una pacca sulla spalla di Shouto. “Lo avrei fatto anche io, sai? Sono fiera di te.”

Shouto continua a non rispondere perché non sa che cosa dovrebbe dire, a questo punto. La verità è che rispondere in quel modo a Kaminari non è stato per nulla gentile e forse dovrebbe chiedergli scusa o, almeno, spiegargli il perché di queste sue parole. È verissimo che Shouto ha parlato in quel modo per difendere Izuku, ma è anche molto vero che non lo avrebbe fatto se Izuku lo avesse salutato, se non fosse stato vittima di un attacco al centro commerciale, se, per una volta, Izuku avesse deciso di parlare, invece di non dire niente. È frustrante, dice Uraraka. È più che frustrante, pensa Shouto. Poter posare la fronte sulla spalla di Izuku un giorno e non essere capace di farlo e nemmeno di parlargli il giorno dopo fa quasi male. E lui non sa come comportarsi, non sa se questo sia normale oppure no.

“A te lui piace, vero?” continua Uraraka, con la voce un pochino più bassa. Shouto aggrotta le sopracciglia e si gira verso di lei, per trovarla sorridente che lo guarda innocentemente. “Aoyama-kun, durante l’esame, mi ha fatto una domanda simile. Se mi piace qualcuno. Ovviamente, lui non conosce Izuku -almeno, non conosceva Izuku, quindi non mi ha chiesto proprio per lui, ma in generale. Pensava forse a te o a Iida-kun. E, non volevo ammetterlo, però, la verità è che forse un pochino a me piaceva Izuku-kun.”

Shouto aggrotta le sopracciglia ancora di più. Dovrebbe fare qualche domanda, forse, dovrebbe dire qualcosa. Il riso deve essere girato. Tiene il cucchiaio di legno in mano e scopre la pentola, per iniziare a mescolare, prima che il riso si attacchi e...

“Sarei stata una tua rivale anche in amore, eh? Ti piace Izuku-kun, Todoroki-kun?” chiede ancora Uraraka. Poi sospira. “Quando salva le persone... quando Izuku-kun mi ha salvato, sembrava veramente All Might. Era come se tutto andasse bene, almeno in quel momento. Quando l’ho visto saltare sul robot dell’esame di ammissione, te lo giuro, a me sembrava davvero All Might.” Giocherella con le dita. Shouto è concentrato a far cadere i chicchi di riso sulla pentola. Non sa come dovrebbe sentirsi, in questo momento. Quindi non dice niente. “Lo hai detto anche tu, vero? Che sembra All Might. Hai pensato anche tu, quando ti ha tirato su dalla finestra che sarebbe andato tutto bene? Però, sai?, penso che eroi come All Might funzionano perché sono così distanti da noi. E io voglio davvero raggiungere Izuku-kun ed essergli amica. Per questo ho fatto di tutto per avvicinarci. A me Izuku-kun piace come amico, adesso. Vorrei essere solo sua amica. Ma ogni volta che provo ad avvicinarmi, lui si allontana. E lo so che probabilmente è perché lui..." Uraraka si passa una mano sulla base del collo e poi scuote la testa. "Lo so che probabilmente è per le stesse cose che ha detto Kaminari-kun, ma... sono quelle cose che feriscono, vero? Essere rifiutati così e così spesso, fa male, vero?“

Shouto deglutisce. “Forse, se gli dicessi quello che provi, cercherebbe di aprirsi un po’ di più.”

“Sappiamo tutti e due che non è vero” ribatte velocemente Uraraka. Giocherella ancora con le ciotole, facendole girare su loro stesse con dei semplici movimenti delle dita. “Sarebbe soltanto più impaurito e si allontanerebbe soltanto di più. E sto pensando che, beh, a te lui piace.”

“Cosa cambia?” chiede Shouto, scuotendo leggermente la testa. “Non cambia nulla, quando ti piace una persona. Vero? Posso continuare a essere suo amico. Non devo per forza fare qualcosa, non devo per forza...”

“Devi essere paziente. Sii paziente anche per me, che non so esserlo. Prenditi cura di lui, okay? Non farlo spaventare.” Uraraka sorride e posa una mano sulla spalla di lui, per fermarlo. “Ho preparato un piano quinquennale e ti giuro che, entro la fine del secondo anno, vi terrete per mano” gli dice, alzando un pollice in alto e con un enorme sorriso che ha qualcosa di malizioso, come qualcosa di molto scherzoso. “Lascia fare a me.”

Shouto sbatte lentamente le palpebre, per poi rispondere: “Noi ci teniamo già per mano.”

Uraraka apre la bocca e da lì non esce niente. Sbatte velocemente le palpebre e e sembra iniziare a boccheggiare, prima di dare qualche pacca alla spalla di Shouto, con decisamente troppa forza. “Buon per te!” grida, ridendo. “Todoroki-kun, così il nostro piano finirà in meno di tre anni! Complimenti! Complimenti!”

Gli sta facendo male alla spalla, ma Shouto immagina che sia così che Uraraka provi a rispondere a queste notizie. Sembra essere davvero felice per lui. Shouto ride piano.

“Ora che ci penso” si ferma Uraraka, tirandosi un pochino indietro, per poterlo guardare negli occhi. “Mi stavo chiedendo. Io volevo conoscere il ragazzo che mi aveva salvato, per questo mi sono avvicinata a Izuku-kun. Ma te, invece? All’inizio non ti piaceva, perché ti ci sei avvicinato, allora?”

Shouto sbatte velocemente le palpebre. C’è un motivo se ha deciso che voleva parlare con Izuku. Poteva essere semplice curiosità, all’inizio. Ma c’era un motivo ben preciso, che aveva dimenticato. “Dovevo fargli una domanda” risponde, posando il cucchiaio di legno nella pentola. Lo aveva dimenticato. La domanda che voleva fare a Midoriya Izuku, il ragazzo normale.

“E gliel’hai fatta, quella domanda?”

“No” risponde lui, sinceramente. “Ho rimandato.”

Uraraka sbuffa una risata. “Finalmente” mormora. “Adesso ti riconosco, Todoroki-kun.”


 

#4 Complicità: Gli allievi della UA!!

“Se vai alla Nishimachi vuol dire che sei intelligente” spezza il silenzio Phantom Thief, alzando lo sguardo dal suo libro e scivolando di lato per avvicinarglisi il più possibile. Izuku prova a sorridere e a non scivolare lontano dal ragazzo, per non sembrare scortese. Gli sguardi dei ragazzi nel corso di recupero si alzano verso di lui, sente i loro sguardi addosso, mentre le sue orecchie diventano calde e un brivido gli percorre tutta la schiena. “Quindi dovresti dire qualcosa di intelligente” continua Phantom Thief, con un sorriso che non sembra proprio un sorriso, ma solo un modo per attaccar briga con Izuku. “Dì qualcosa di intelligente.”

Izuku si accarezza il retro del collo, cercando di non perdere il sorriso, anche se è abbastanza difficile. Potrebbe rispondere tantissime cose, soprattutto adesso che è di cattivo umore, ma è anche vero che si troverebbe in minoranza, in una discussione. E, a dirla tutta, discutere non è esattamente il suo forte e nemmeno qualcosa a cui è portato per natura. Quindi scuote un po’ la testa e prende un respiro profondo, prima di rispondere: “Non sono poi così intelligente.” E poi tornare a guardare intensamente il suo quaderno.

La ragazza dai capelli rossi della 1-B, Kendo Itsuka, o, come la riconosce Izuku, Battle Fist, che si è presentata non come una delle persone a cui servono ripetizioni, ma come traduttrice dei pensieri di Phantom Thief-kun, sospira pesantemente, dando un colpo in testa a Phantom Thief-kun, per poi rivolgersi a Izuku, con un sorriso di scuse. “Penso volesse solo chiederti qualcosa” gli dice, per poi lanciare uno sguardo di rimprovero a Phantom Thief che ruota gli occhi. “Solo che è stupido e non riesce a parlare con le persone in modo normale.”

“Le persone dovrebbero parlare con me in modo normale” ribatte Phantom Thief.

“E questo cosa vorrebbe dire?” chiede a sua volta Battle Fist, ruotando gli occhi. Poi gli fa un cenno per invitarlo a parlare, mentre i ragazzi della 1-A ridono piano. “Midoriya-kun, non te lo dovrei dire, ma era così felice di poter studiare con un allievo della Nishimachi. Non ha fatto altro che parlarne. Mi sento come i fratelli maggiori che dovevano accompagnare i fratellini a guardare i concerti degli One Direction.”

Izuku si porta una mano sulla fronte, per nascondere il viso e quindi la sua risata. Sa che molti in questa stanza non avranno la stessa premura, per Phantom Thief, ma per adesso non ha molta importanza. “Mi dispiace” riesce a mormorare, però. “Ma un giorno potrei farti conoscere i miei compagni di classe. Loro sono molto intelligenti.”

“Perché? Tu non lo sei?” chiede Red Riot con una smorfia, puntando i gomiti sul tavolo, per poter guardare Izuku negli occhi.

Izuku guarda immediatamente da un’altra parte, per istinto, e poi gli esce una risata nervosa, mentre si accarezza il ciuffo di capelli dietro l’orecchio. “Chissà” risponde a bassa voce, e vorrebbe dire a tutti di tornare a studiare, perché quest’argomento lo mette un pochino a disagio e, soprattutto, tutti questi sguardi gli fanno venire voglia di alzarsi in piedi e andare via, in un posto che sia un pochino più sicuro. Per lui. Ma comunque non gli esce nulla dalla bocca. (Continua a essere arrabbiato.)(È la prima volta in cui rabbia e ansia si mischiano nella sua testa, non sa che cosa dovrebbe fare.)(Questi ragazzi non sono tremendi, non fanno male a nessuno, certamente non fanno male a lui.)(E comunque, non c’è Kacchan.)(Che idea stupida.)(Per quale motivo Kacchan dovrebbe stare nel gruppo di persone che non hanno superato gli esami di fine trimestre?)

“Se solo io fossi intelligente” sospira Pinky, tirando indietro la testa. La sua frase viene seguita da un sospiro generale.

“Esistono diversi tipi di intelligenza!” prova a tirarli su di morale Izuku, alzandosi su un ginocchio e con una mano stretta in un pugno, come se tenesse in mano un pom-pom. “Non tutti possono avere lo stesso tipo di intelligenza, ma questo non vuol dire che solo una parte degli esseri umani sia intelligente. Il quoziente intellettivo è solo un’intelligenza logico-matematica ed è soggettiva, visto che il test deve essere sempre ri-tarato sulle generazioni che col passare del tempo diventano sempre più intelligenti secondo il test. Quando è stato ideato soltanto bambini di famiglie ricche potevano passarlo, ma col passare del tempo, grazie alla scolarizzazione, sempre più bambini hanno avuto dei risultati sempre migliori. In più, non c'è un vero test per capire quanto si è intelligenti. La maggior parte dei compiti in classe sono un lavoro di memorizzazione e restituzione dell'informazione, e l'informazione viene data a tutti nello stesso modo ma c'è chi ha una migliore memoria visiva, chi ne ha una migliore uditiva, chi impara le cose facendole e chi impara leggendole. Quindi non penso che dovreste tirarvi giù così!”

Battle Fist alza un sopracciglio e dà una gomitata a Phantom Thief, mormorando un: “Volevi che dicesse qualcosa di intelligente, giusto?”

“N-non...” comincia di nuovo Izuku, ma non sa esattamente come finire la frase, motivo per cui sospira e si siede di nuovo. “Scusate” mormora.

“Ho una domanda” dice Sugarman, alzando la mano. “Se è vero che il quoziente intellettivo è soggettivo, come funzionano le Unicità legate al quoziente intellettivo?”

“Ah” mormora Cellophane. “Questa è una bella domanda. Me lo chiedevo anche io. Come fate, signori scienziati esperti di Unicità?”

Stanno parlando con Izuku, che si accarezza dietro l’orecchio e adesso non può far finta di niente. Si sistema sul suo cuscino, sedendosi scompostamente, con le gambe incrociate e lo sguardo basso. “Beh” inizia, con le sopracciglia aggrottate. “Uhm, l'intelligenza è soggettiva e non c'è veramente un solo modo per quantificarla. Ma le Unicità legate al QI si presentano prima dei quattro anni di età. E si parla di sviluppo precoce del cervello. È una delle poche Unicità che si è manifestata prima dell'era degli eroi. Ci sono molte persone nella storia che sono state considerate dei geni da bambini, ma pochi hanno manifestato la stessa genialità in età adulta, nella storia. Si pensa che queste persone siano state le prime portatrici di Unicità perché le base delle Unicità a QI sono abbastanza simili. Il cervello si sviluppa prima del tempo, rendendo più facile per i bambini con questa unicità di memorizzare e restituire le informazioni raccolte, tanto che più che di intelligenza, si potrebbe parlare di capacità di memorizzazione a tutto tondo. Quello che le persone fanno con questa memorizzazione, poi, dà il nome all'Unicità che portano. Ci sono persone che memorizzano e sono molto brave con le parole, allora si parla di Unicità Persuasiva. O se sono persone che sono molto brave con i numeri si parla di QI Logico-Matematico, cose così.”

“In pratica...” mormora Red Riot con le sopracciglia aggrottate. “Le Unicità di intelligenza sono in realtà Unicità di memorizzazione.”

Izuku sorride, annuendo velocemente.

“E la nostra vita è una bugia” ride Pinky, divertita. “Vorrei comunque essere brava a memorizzare le cose, così non dovrei faticare così tanto durante gli esami.”

“Non che questa volta memorizzare ci abbia aiutato tanto” borbotta Chargebolt. “Visto che siamo stati bocciati all’esame pratico.”

Pinky sospira, tirando in avanti le braccia. “La mia unica consolazione è che anche Bakugou non ha passarono gli esami pratici” borbotta col broncio.

Izuku aggrotta le sopracciglia. “Kacchan non ha superato…?” inizia a chiedere, per poi fermarsi, mordendosi l’interno delle guance. Ha fatto un errore.

Kacchan?” ripete Red Riot, alzando un sopracciglio. Poi sbuffa una risata. “Conosci Bakugou? Chiami Bakugou Katsuki Kacchan?” Sembra divertito anche lui adesso. “Posso chiamarlo anche io così?”

Izuku sente di avere il respiro corto. Inizia ad avere caldo. Le mani gli diventano fredde tutto d’un colpo. Non si è reso conto di questa mancanza di Kacchan. Quando i ragazzi fanno il loro corso di recupero lui studia o cerca un modo di allenarsi di nascosto, senza che nessuno se ne renda conto. Non ha controllato nulla di quello che riguardava Kacchan, solo la stanza a cui era assegnato insieme agli altri ragazzi, per poterlo evitare il più possibile. Izuku si porta una mano dietro l’orecchio. (Kacchan sarà molto arrabbiato.)(C’è una sa che Kacchan fa sempre quando è arrabbiato.)

“Sei diventato pallido” gli fa notare Cellaphone, con le sopracciglia aggrottate.

“Va tutto bene?” chiede Battle Fist.

Izuku si rende conto di aver iniziato a tirare giù il ciuffo di capelli forse con troppa forza e che le punte delle dita hanno ricominciato a tremargli. Non si sentiva già a suo agio a sapere che Kacchan era qui. Ora che sa che Kacchan non solo è qui, ma che è anche frustrato, o arrabbiato per i risultati scolastici, sente di essere in pericolo. Un pericolo reale. Un pericolo imminente. “Ah” riesce a dire, prima di deglutire. (Ti devi nascondere.) Si passa le mani sui pantaloncini, per poi stringere le mani in due pugni e chiudere gli occhi per zittire il suo cervello. (Devi fare in fretta.) “Fame” mente, alzandosi in piedi. “Ho fatto un errore e non ho mangiato e…” (Devi correre via.)(Fa presto.)

(Non puoi andare da nessuna parte.)

Izuku sbatte velocemente le palpebre e scuote con forza la testa. “Andrò a rubare qualche cosa dalla cucina” mormora. “Torno subito. Vi ho anche distratti, mi dispiace tantissimo, io...” Ha la bocca secca. Izuku sospira. “Dovrei stare più attento.”

“Ti accompagno” si offre Sugarman, alzandosi in piedi e affiancandolo con un balzo veloce. Cerca qualcosa in tasca, prima di mostrare una caramella al latte a Izuku, e lasciargliela sul palmo della mano. “La carenza di zucchero è una faccenda seria.”

Izuku annuisce piano. “Grazie.” Poi si passa una mano sul viso, scuotendo la testa.

Izuku vorrebbe poter dire altro, ma non ci riesce.



 

#4 Complicità: Il piano quinquennale 2.0 (perché Izuku e Shouto si tengono già per mano)!!

Shouto è molto confuso. Tiene le sopracciglia aggrottate, mentre si porta un po’ di riso alla bocca e guarda Uraraka alla sua sinistra e Yaoyorozu alla sua destra che parlano e che non sembra abbiano capito che lui ha smesso di ascoltarle perché sono davvero troppe parole, sono davvero troppe informazioni. Motivo per cui, deve chiedere: “Quindi è proibito dirgli che provo sentimenti per lui.” Per essere sicuro, perché a questo punto ci sono così tante regole e avvertimenti che Shouto sta per gettare la spugna e dire che tanto non sono cose a cui vuole o deve pensare.

Yaoyorozu sbatte piano le palpebre, tornando a guardare, finalmente, Shouto, e anche Uraraka rimane in silenzio, mentre entrambe si siedono compostamente sulla panca. “Non è proibito” cerca di rassicurarlo Yaoyorozu, e sarebbe anche stata convincente se Uraraka, nello stesso momento non avesse detto con il tono di voce più che serio e le braccia che formano una x: “È categoricamente proibito per ora.”

Shouto è confuso.

“Se Todoroki-kun pensa che sia giusto parlare dei suoi sentimenti con Midoriya-kun, allora è giusto che lo faccia!” protesta Yaoyorozu. “I suoi sentimenti non devono certo essere considerati un segreto. Questo vorrebbe dire vergognarsene. Ti vergogni dei tuoi sentimenti?”

Shouto lancia uno sguardo a Uraraka, prima di girarsi verso Yaoyorozu e, l’unica cosa di cui è veramente sicuro in questo momento è che è tantissimo confuso. Non sa quale sia la risposta giusta e quale sia quella sbagliata. È la primissima volta che si ritrova a dover affrontare una situazione del genere. È così che gli adolescenti passano le loro giornate? Sono questi i dilemmi quotidiani? Shouto scuote la testa, per rispondere alla domanda di Yaoyorozu, che lo indica, come a voler sottolineare la ragionevolezza delle sue parole.

“Il problema è che ci sono due persone in questo gioco, non c’è solo Todoroki-kun” ribatte Uraraka. “Deve pensare anche ai sentimenti di Izuku-kun. Se Todoroki-kun parlasse di questi suoi sentimenti, in questo momento, non solo Izuku-kun lo rifiuterebbe, ma si ritroverebbe a essere costretto a vedere la faccia di Todoroki-kun tutti i giorni, fino alla fine del campo di allenamento. Entrambi sarebbero in imbarazzo e si ferirebbero a vicenda. So quanto siete bravi con le parole, voi due.”

Si tengono per mano” continua, frustrata Yaoyorozu. “Come può rifiutarlo? E, anche se fosse, non è un bene essere sicuri dei sentimenti dell’altro per poi poter andare avanti?”

“In questo momento, te lo assicuro, Izuku-kun sarebbe capace di rifiutare anche l’amore della sua vita.”

“Quindi non sono io l’amore della sua vita?” chiede Shouto, continuando a portarsi un po’ di riso in bocca, lentamente. Uraraka si gira di nuovo verso di lui e lui alza un lato delle labbra, per farle capire che sta scherzando.

“Che poi, credo che Izuku-kun che rifiuta Todoroki-kun sia lo scenario migliore” borbotta ancora, posando il manto sul palmo della mano. “Può anche succedere che invece gli dica di sì, pur non provando niente per lui, per paura di perdere una persona della sua vita a cui tiene.” Uraraka schiocca la lingua contro il palato. “La cosa migliore sarebbe davvero non dire niente. Seguiamo il piano quinquennale. Prendi le cose con calma e così puoi anche essere sicuro di aver capito che sentimenti provi per lui. Male che vada, le cotte durano al massimo tre mesi. Poi o ci si innamora, o si va avanti.”

“Non mi sembra scienza vera” sospira Yaoyorozu. “Il mio consiglio, io che sono amica di Todoroki-kun e Midoriya-kun non lo conosco per niente, e quindi sai quali sono le mie priorità, è: segui il tuo istinto e sono sicura che tutto andrà bene.”

“Non avevo intenzione di dire niente a Izuku” fa sapere Shouto, continuando a mangiare. “O meglio, volevo farlo, ma me ne sono dimenticato, quindi penso vada bene così.”

Yaoyorozu rimane in silenzio a guardarlo, con un’espressione vuota, mentre Uraraka ride piano, dandogli una pacca sulla spalla. “Questo è davvero molto da te” gli dice, prima di sospirare e proclamare: “È stato deciso, quindi, che Todoroki-kun andrà con calma e seguirà il mio piano quinquennale e non parlerà, per adesso, della sua cotta col diretto interessato.”

“Oh?” esclama Tsuyu, con in mano un vassoio con il suo pranzo, mentre si siede davanti a Yaoyorozu. “Todoroki-chan ha una cotta per qualcuno?” Posa il vassoio sul tavolo, sorridendo.

“Per Izuku-kun” risponde immediatamente Uraraka e questo confonde Shouto perché, ugh, non avevano detto che non potevano parlarne? “Che c’è? Tsuyu-chan è tua amica, no?”

“Midoriya-chan sembra essere veramente un bravo ragazzo. Mina-chan dice che è divertente perché arrossisce subito.”

“Mi ha ascoltato mentre parlavo del mio libro e delle configurazioni atomiche di alcuni elementi e ha anche fatto finta di esserne interessato” commenta Yaoyorozu, scrollando le spalle.

“È un ragazzo molto gentile. Penso che per questo sarebbero una bella coppia” continua Uraraka.

Shouto le guarda, mentre continua a mangiare. “Uhm” mormora. Questo sembra essere destinato a essere il segreto peggio custodito del mondo, ma non gli dà poi così tanto fastidio, finché Izuku non lo viene a sapere.

“Col mio piano quinquennale starete insieme dopo il diploma e tu sarai probabilmente ancora una spalla, mentre lui lavorerà per qualche agenzia importante e starà facendo la sua scalata verso la vetta e tu potrai essere il suo boy-toy e fare l’eroe solo se vuoi, perché, beh...”

“Uraraka” la rimprovera di nuovo Yaoyorozu, scuotendo la testa con una smorfia.

“Per me va bene” risponde Shouto e, di nuovo Yaoyorozu gli lancia un’occhiataccia che fa ridere sia Uraraka che Shouto, mentre Tsuyu ruba un pezzo di carne dal piatto di Shouto.

“Volevo dirvi che...” inizia a dire, con le bacchette posate sulle labbra, ma viene interrotta dalla voce di Iida, dietro di loro che tiene da sotto le ascelle Izuku, portandolo verso il loro tavolo come se fosse una specie di pupazzo di peluche o, almeno, un bambino. Tsuyu segue i loro sguardi per poi sospirare. “Volevo dirvi questo.”

Izuku tiene tra le mani quattro vassoi, uno sopra l’altro, e si guarda intorno, rosso in viso e senza la possibilità di potersi coprire. Poco prima che arrivino al loro tavolo, Ojiro si alza in piedi con in mano un vassoio e corre verso di loro, mettendolo sopra la pila che Izuku stava già trasportando. Dice qualcosa che Shouto non riesce a capire, poi dà un colpetto alla guancia di Izuku, con un dito e sorride, salutando e correndo di nuovo verso il suo tavolo. Izuku sembra voler morire. Ma questo non ferma Iida, che, di nuovo, torna a portarlo di forza verso il loro tavolo. Lo mette giù solo quando sono davanti a loro e poi fa un cenno con la mano, per far capire a Izuku che deve sedersi.

“Midoriya-kun, ti devi sedere” gli dice, muovendo le braccia ad angolo.

“Izuku-kun, siediti” lo invita anche Uraraka, poi dà un colpetto a Shouto, perché dica qualcosa, ma Shouto non sa esattamente che cosa dovrebbe dire, motivo per cui rimane in silenzio e continua a mangiare.

“Come mai tutti quei vassoi?” chiede Tsuyu, indicandoli.

Iida si siede davanti a Uraraka e accanto al posto che aveva deciso doveva essere per Izuku e Izuku sospira, passandosi una mano trai capelli. “Ieri ho dimenticato di mangiare a pranzo” dice con un fil di voce, sedendosi e accarezzandosi la fronte. “Phantom Thief si è preoccupato e mi ha lasciato un vassoio per non farmi dimenticare di mangiare oggi. E poi...” Scuote la testa, prima di farla affondare dietro il gomito, nascondendola. È decisamente tutto rosso. È adorabile. Ieri ha dimenticato di mangiare...?

“Phantom Thief cioè...” inizia a chiedere Uraraka, con le sopracciglia aggrottate. Non sembra venirle niente in mente, motivo per cui scrolla le spalle, per fare la muta domanda a Iida, che si sistema gli occhiali sul naso.

“Monoma-kun” spiega lui. “Sembra essersi affezionato a Midoriya-kun.”

“Tutti i vassoi vengono da lui?” chiede Yaoyorozu e Izuku ormai è affondato in se stesso e del suo viso non si vede niente. C’è solo un cespuglio di capelli, dov’è seduto.

“No, no” risponde Iida per lui. “Questo viene da Monoma-kun, questo invece gliel’ho portato io, il pranzo è molto importante ed ero preoccupato che un nostro amico non si alimentasse correttamente. Questo vassoio viene da Kaminari-kun e Kirishima-kun e questo invece da Ojiro-kun. Questo viene da Sato-kun.”

“Quante persone preoccupate” borbotta Yaoyorozu.

“Mi dispiace” borbotta il groviglio di capelli che dovrebbe essere Izuku.

“Dovresti essere dispiaciuto, infatti” lo rimprovera Iida. “Prendersi cura del proprio corpo fa parte dei tuoi compiti quotidiani. Se il tuo corpo non è in buone condizioni, come può esserlo il tuo spirito e la tua mente? Ora dovrai mangiare tutto questo.”

“Da solo!” aggiunge il carico da venti Uraraka, che si diverte troppo in queste situazioni per pensare veramente a come si possano sentire le altre persone.

Da solo” ripete fieramente Iida, annuendo per dare l’approvazione a Uraraka. Probabilmente non si rende conto di tutte le volte che lei scherza, o che lo prende in giro, ma va bene anche così.

Izuku si lascia sfuggire un verso lamentoso, prima di raddrizzare la schiena, tenendo le mani sul viso. È decisamente ancora tutto rosso. Ci sono delle chiazze che sono un pochino più rosse sul suo viso e le sue mani continuano a tremare un poco. Poi chiude le mani in due pugni e prende un respiro profondo, dicendo forse a voce un pochino troppo alta: “Vi ringrazio per il pasto.” Prende in mano le bacchette e inizia a mangiare velocemente, mentre Uraraka si alza in piedi e sembra iniziare a tifare per lui.

Shouto lo guarda con un sorriso e la testa leggermente inclinata. Izuku sembra essere molto più tranquillo di quanto lo fosse quattro giorni fa. Yaoyorozu attira la sua attenzione punzecchiandolo con un dito sulla spalla. “Sono davvero molte persone preoccupate per lui” sussurra, in modo da non farsi sentire. “E sicuramente, molte di loro sono più veloci di te.”

Shouto non sa che cosa vorrebbe dire, ma, comunque, non può farci nulla, a questo punto.



 

#4 Complicità: Midoriya Izuku è un bugiardo!!

“È successo qualcosa?” chiede Mandalay e Izuku sospira, lanciando uno sguardo alla sua maglietta bagnata. “Oggi Kota non è con te.”

Izuku si morde l’interno delle guance, e sospira di nuovo, con un pochino più di drammaticità. “Penso di aver fatto qualcosa che lo ha fatto arrabbiare” dice, muovendosi per prendere il suo asciugamano e passarselo trai capelli. Kota non sembra solo arrabbiato. Sembra essere furioso con lui, perché non hanno mangiato insieme. E non importa quanto Izuku abbia provato a chiedergli scusa, Kota ha solo iniziato a gridare e gridare e poi gli ha dato un calcio agli stinchi e gli ha tirato dell’acqua in faccia. “Mi dispiace.”

“Kota non è un bambino cattivo” gli assicura Mandalay, prendendo il cestino in cui sono ammassate tutte le lenzuola. “Ero molto felice che lui avesse trovato un ragazzo più grande con cui stare. Di solito è diffidente, sempre arrabbiato. Con te invece sembrava essere un bambino e... forse ti ha dato più problemi che altro, ma... mi dispiace, Midoriya-kun, se l’ho lasciato così tanto con te.”

“Non è stato un disturbo” cerca di tranquillizzarla, Izuku, muovendo le mani. “So per certo che Kota è un bravo bambino.”

Mandalay sorride tristemente, continuando a sistemare le lenzuola nei cestini, anche se non ce n’è un vero bisogno. I suoi movimenti sono nervosi e Izuku non sa che cosa dovrebbe fare, in questo momento, preferisce continuare ad asciugarsi i capelli, aspettare che le cose seguano il loro corso naturale. Non sta mentendo. Nonostante la sua natura molto proattiva, al limite dell’aggressiva, e nonostante il suo linguaggio al limite del maleducato, Kota pensa molto e cerca di essere molto attento, intorno agli altri. La sua natura può non essere gentile, ma è sicuramente buona.

Ha giocato coi capelli di Izuku, dicendo che voleva imparare a fare le trecce per la sua zia e parla molto spesso del piatto preferito della zia, di come vorrebbe tanto vederla felice. Kota è furioso con il mondo, è vero, ma questo non cancella il suo essere attento al mondo che lo circonda, con la sua curiosità, e con la sua visione del mondo che disegna quasi perennemente. Rimane, pur sempre, un bambino. E i bambini prima o poi finiscono la rabbia, se vengono ascoltati, se vengono cullati. La rabbia è normale, dopo aver perso dei genitori. Ma Kota è amato. Questa è la cosa importante.

“Kota pensa che voi due siate simili” gli fa sapere Mandalay, guardando le lenzuola. “Pensa che tuo zio, che ti ha portato qui per preoccupazione, ti abbia abbandonato e che i suoi genitori, che sono morti comportandosi da eroi, lo abbiano abbandonato.” Mandalay aggrotta le sopracciglia e le sue labbra tremano un pochino, come se volesse provare a non piangere. “È così che vi vede. ”

Izuku riconosce molto bene questi sentimenti. Non capisce bene l’origine, ma li riconosce. E si sente in colpa per starsi nascondendo dietro un asciugamano e per il suo cervello, che invece di pensare a un modo per poter tirare su con le parole un eroe, continua a gridare no! non siamo stati abbandonati! nessuno mi ha mai abbandonato! non è vero! non è vero!

Izuku tira giù l’asciugamano e guarda intensamente il pavimento ai suoi piedi.

Ha un ricordo vago di suo padre. Ogni tanto lui arriva, gli parla, gli dice qualche cosa e poi se ne va di nuovo, lasciando lui e la mamma da soli. Izuku non ha mai avuto problemi di soldi. Se si è sempre potuto permettere di avere delle collezioni sulla sua scrivania, se si è sempre potuto permettere di non guardare al prezzo quando sceglie le scarpe, è perché suo padre, pur non parlandogli, pur non guardandolo negli occhi, manda dei soldi a lui e a sua mamma. Perché è una sua responsabilità. Non c’è affetto, in questo. Non c’è nessun tipo di amore. Papà non sa come comportarsi con Izuku, Izuku è, per lui, una delusione. Izuku è, per lui, inutile. Izuku è stato, per lui, un motivo per andare via. (Per questo si deve rendere utile.)(Per questo deve rimboccarsi le maniche e andare avanti.)(Non ha tempo per pensarci.)

Quando viene a trovarli, papà sorride sempre alla mamma e poi, quando guarda Izuku ha quell’espressione di senso di colpa e vergogna e tristezza. Izuku vorrebbe che non si comportasse così. Preferirebbe non vederlo mai, a questo punto. (Non va fiero di questi suoi pensieri.)

(Ricorda una scrivania.)(Una scrivania che un giorno era piena di cose.)(Una scrivania che il giorno dopo era vuota.)(E una lettera.)(Lui non sapeva leggere.)(Non sa cosa ci fosse scritto.)(La mamma ha pianto.)

(Non ci voleva pensare.)

Non è una cosa di cui va fiero. Ma comunque sapeva che è una faccenda che si porta dietro da veramente molto tempo. Suo padre lo ha abbandonato, è verissimo. Ha lasciato la casa con una valigia e a malapena un addio. Era solo la fine prevedibile di una storia non tanto bella e molto noiosa. Solo che Izuku era troppo piccolo per immaginare quello che sarebbe successo dopo e solo che... ha solo confermato quello che i bambini dicevano di lui, questo. Papà che è andato via. Izuku avrebbe fatto la stessa cosa. Non è arrabbiato con lui. Perché non ha mai fatto finta di non volerlo lasciare. Perché non ha mai fatto finta di voler capire o amare Izuku. Non ti arrabbi con persone da cui non ti puoi aspettare niente. E papà non gli ha mai mentito.

Ma, quando All Might è andato via, lasciandolo in questa baita in mezzo al nulla, Izuku ha —ma Kota non è stato abbandonato. Kota è amato.

“Penso che” riesce a dire ad alta voce. Si schiarisce la gola e scrolla le spalle, mentre guarda intensamente l'asciugamano che tiene in mano. “Ci sono cose che con il tempo si sistemano. E lei sta già facendo tanto. Kota è un bambino buono, è vero, ed è anche molto fortunato ad averla accanto.”

Mandalay sorride, prima di posare una mano sui capelli bagnati di Izuku. “Anche tu sei un bravo ragazzo, Midoriya-kun” gli dice, poi si passa entrambe le mani sul viso, prima di prendere un respiro profondo e prende tra le braccia i cestini delle lenzuola sporche, per andarle a lavare. Lo fa con un sorriso e a Izuku questo ricorda tantissimo la sua mamma, quando gli diceva che poteva aiutarlo a fare le faccende di casa, o quando si siede accanto a lui a guardare la televisione. Gli ricorda la mamma, quando faceva le facce buffe per farlo ridere. Kota è davvero in buone mani, se Mandalay assomiglia alla mamma. Non si deve preoccupare.

E comunque, oltre a essere tutto bagnato, anche Izuku ha da fare le faccende, per rendersi utile.

Izuku si gratta la nuca e gira su se stesso per scaricare le lavatrici delle nuove lenzuola da stendere. Ma, prima di accovacciarsi vede, fuori dalla porta, Kacchan, che lo guarda mentre mangia quella che sembra essere una polpetta. Izuku si irrigidisce sul posto. Kacchan continua semplicemente a mangiare. Poi si infila una mano in tasca e scrolla le spalle. “Non riesci ancora a toglierti la nomina di bambino abbandonato” gli dice.

(Ogni volta che Izuku pensa di poter fare un passo in avanti, Kacchan compare e gli ricorda di quanto piccolo e inutile e stupido lui sia in realtà.) Fa caldo. Ha i capelli bagnati. Deve andare da qualche parte. Ha cose da fare. Non deve fare niente. Deve solo aspettare che tutto questo finisca. Kacchan non sembra voler dire nient’altro. Finisce qualsiasi cosa stesse mangiando e cammina via, scomparendo nel corridoio. Izuku rimane immobile.

Cosa sta succedendo, esattamente?


 

#4 Complicità: Il nascondiglio in mezzo ai boschi!!

Iida ha mandato Shouto a cercare Izuku perché mangi con loro anche oggi.

In realtà, non ha mandato soltanto Shouto. Ci sono sei gruppi di persone che stanno cercando Izuku e, ognuno di loro, ha mandato un rappresentante a cercarlo. Il primo che lo troverà, sarò il gruppo che lo costringerà a mangiare con loro al tavolo. Per questo, Yaoyorozu lo ha preso per il polso e gli ha evidenziato quanto importante sia il suo compito.

Sono sei gruppi di persone che vogliono mangiare con Izuku, perché è gentile, perché è intelligente, perché vogliono sapere un po’ di più di lui e della scuola che frequenta e perché ha preoccupato davvero molto i ragazzi del corso di recupero, con quella carenza di zucchero di due giorni fa. Anche Uraraka ha voluto sottolineare il fatto che Izuku e Shouto non hanno parlato molto, questa settimana, e gli ha chiesto se non vuole parlare con lui, se non vuole stargli accanto.

Questa gara a chi trova per primo Midoriya Izuku sembra far diventare Izuku una specie di premio, ora che ci pensa. Deve essere irritante. E poi, lo sanno tutti che a Izuku non piace essere al centro dell'attenzione. Forse per questo la classe 1-A e Monoma , in un raro momento di affinità, hanno deciso di renderlo membro onorario dei corsi di eroi della UA e metterlo in imbarazzo il più possibile.

Shouto sospira, cercando di muoversi con calma sul sentiero della collina accanto al campo. Il sentiero è un po’ scosceso e ci sono dei sassolini che ogni tanto fanno scivolare Shouto, ma lui è sicurissimo che Izuku sia qui da qualche parte e che si stia attivamente nascondendo dagli studenti della UA. Ma non lo ha potuto dire a Uraraka e Iida, perché questo avrebbe potuto farli sentire male.

Shouto non è bravo a cercare le persone e ha come la sensazione di non conoscere abbastanza i suoi amici per poter dire dove potrebbero finire, se scomparissero, da non sapere nemmeno che cosa potrebbero star facendo, quando sono tristi, ma su questa cosa precisa di Izuku è abbastanza sicuro, motivo per cui quando il sentiero finire davanti a un montagna impossibile da scalare, lui inizia a scalarla.

Izuku è qui da qualche parte.

Shouto è migliorato nello scalare le cose e le montagne e altro, quindi le sue mani, ricoperte di calli, non fanno troppi capricci, quando iniziano a scivolare sulla pietra nuda. Ma un po’ si sorprende quando una voce lo chiama. “Shouto-kun?” Motivo per cui perde l’equilibrio e cade all’indietro, completamente scomposto, sicuramente si farà malissimo quando arriverà a terra.

(Allora è davvero una brutta abitudine questa sua di perdere l'equilibrio, o cadere in continuazione.)

Non si fa male, però, perché Izuku, a cui appartiene la voce che ha distratto Shouto, riesce ad afferrarlo al volo, prendendolo prima con un braccio intorno alla pancia (e questo sì che fa male) e poi abbracciandolo per tirarlo a forza sul ramo di un albero. Per logica, deve aver corso dal ramo di un albero qui intorno, per poi farli atterrare su quest’altro albero su cui si trovano. Izuku ha afferrato Shouto al volo. (Quindi era qui che si stava nascondendo!). Il ramo non sembra abbastanza stabile da riuscire a sopportare entrambi, motivo per cui Izuku lo spinge verso il tronco e sta per dire qualcosa, prima di girarsi di scatto verso il sentiero e posare un dito sulle labbra, per dire a Shouto di rimanere in silenzio. Poi alza il braccio e salta per afferrarsi a un ramo più alto e rimanere in silenzio, in mezzo alle foglie, mentre -Shouto assottiglia lo sguardo. Sero. È Sero che si guarda intorno, camminando per il sentiero, alla ricerca di Izuku.

Quando si rende conto di essere finito in un vicolo cieco, Sero sospira, posando una mano sul fianco e gira i tacchi, lamentandosi di quanto fosse sicuro di aver seguito per bene le tracce e che non era possibile che Midoriya non fosse lì. Shouto alza un lato delle labbra e lancia uno sguardo a Izuku che, accovacciato su un ramo, osserva i movimenti di Sero, fino a quando non scompare.

(I suoi movimenti…)

(I suoi movimenti hanno qualcosa di familiare.)(Shouto li ha già visti da qualche parte.)

“Stai giocando anche tu?” chiede poi a Shouto, sedendosi sul ramo con le gambe a penzoloni, prima di tirarsi indietro con la schiena e quindi ritrovarsi faccia a faccia con Shouto, seppure con la testa in giù. “Ho promesso che se mi avessero trovato avrei svelato qualche file segreto della Nishimachi.”

“Ma tu non puoi vedere i file segreti della Nishimachi.”

“Beh, questo loro non lo sanno.” Izuku sorride, arricciando il naso, prima di dondolare di nuovo e ritrovarsi seduto sul ramo più alto. “Ma è per questo che non posso perdere. Quindi. Tu stai giocando?”

“Iida mi ha mandato perché vuole essere sicuro che tu oggi mangi.”

Izuku assottiglia lo sguardo, tornando a dondolarsi a testa in giù, per guardare negli occhi Shouto. Dondola un po’ troppo in alto però per poterlo fare e la maglietta bianca che indossa è un pochino troppo grande, quindi gli si alza fino ad arrivargli alle orecchie, impedendogli di vedere un bel niente. Ma Shouto non può fare altro se non sorridere e guardarlo mentre litiga contro la maglietta e un bel po’ della sua pelle viene esposta, nonostante la canottiera nera che Izuku porta sempre sotto ogni abito. “Lo sapete che non posso entrare nei file riservati della Nishimachi” gli ricorda Izuku, tirandosi di nuovo su e sistemandosi la maglietta. “Volete solo la gloria della vittoria.”

Shouto ride piano e scuote la testa. “No, non direi. Iida vuole solo essere sicuro che tu mangi.”

“Tenya-kun sicuramente vuole questo, ma Uravity-san? Sei sicuro al cento percento che non voglia altro che mangiamo insieme?”

“È una cosa che fanno gli amici” risponde Shouto, alzando una spalla. La verità è che ha la sensazione che per Uraraka sia prendere due piccioni con una fava, ma, a questo punto, non può davvero dirlo a Izuku. “Mangiare insieme.”

Izuku a questo non risponde. Rimane in silenzio sul suo ramo e guarda dritto davanti a sé, passandosi una mano sui pantaloncini color cachi. E Shouto si porta una mano sulla pancia e si rende conto di quanto gli faccia male, in effetti, adesso che è stato salvato. Tirarlo sull’albero deve aver fatto male anche a Izuku e la forza che ci ha messo nel metterlo al sicuro non è certamente roba da niente. (I suoi movimenti…) In effetti, è una cosa che dimentica anche troppo spesso, che Izuku non è solo una specie di scienziato pazzo un po’ troppo timido, ma che si è allenato per poter entrare alla UA. (C’è qualcuno che si muove in questo esatto modo.) Izuku sarebbe probabilmente entrato alla UA, se non fosse per il suo stato di Senza Unicità. È agile. Sembra come se non avesse per nulla paura di cadere dall’albero. (Il Coniglio —no.)(No no)

“Izuku” lo chiama, alzandosi in piedi sul ramo, per poterlo raggiungere almeno con lo sguardo. Izuku dondola i piedi e abbassa la testa, per fargli capire che ha la sua completa attenzione. Ci sono dei raggi di sole che entrano trai buchi delle foglie e lo illuminano un po’. Di solito Izuku non guarda le persone negli occhi, ma ci sono questi piccoli momenti, delle frazioni si secondo, in cui lo sguardo di Izuku e quello di Shouto si incatenano tra loro e tutto il mondo sembra avere senso. Tutto il mondo sembra essere ordinato e giusto e bello. “Ci tengo molto a te, e vorrei che tu venissi a mangiare con me, Uraraka, Iida, Tsuyu e Yaoyorozu.”

Izuku distoglie lo sguardo prima della fine della frase. Delle enormi chiazze rosse iniziano a tingersi sopra il suo viso, mentre si tiene in equilibrio sul ramo con le mani. Non può nascondere il viso, fino a quando deve pensare all’equilibrio, quindi. “Ah. Cerchi di sedurmi e usare il nome della nostra amicizia per vincere” sospira Izuku. “E io che credevo di potermi fidare di te.”

“Sai che adoro vincere.”

“So che metti il broncio se perdi” risponde immediatamente Izuku, per poi sospirare. “Non vorrei che passassi un’intera giornata col broncio.”

“Non ho mai tenuto il broncio a nessuno.”

Izuku alza un sopracciglio e sbuffa. “Certo.” Comunque non si muove. Non sembra essere davvero intenzionato a scendere dall’albero e non sembra voler andare a mangiare. Dondola di nuovo i piedi.

“Sembri essere tornato di buon umore” si lascia sfuggire Shouto, continuando a guardarlo, mentre si tiene in equilibrio tenendosi dal suo ramo con le mani. Izuku fa una smorfia con le labbra e scrolla le spalle. “Più o meno.”

“Va bene, visto che mi avete trovato devo pensare a un premio che non siano i file della scuola che non posso avere” cambia argomento, alzando una dito per aria. “Lo dico subito: non ho soldi.”

“Nessuno ti toglierebbe soldi.”

Izuku arriccia il naso. “Tenya-kun mi farebbe fare una penitenza” si lamenta, posando la testa contro il tronco.

Shouto scrolla le spalle. “Se vuoi, possiamo semplicemente rimanere qui e poi però Iida si preoccuperebbe e verrebbe a cercarci e ti porterebbe al tavolo prendendoti praticamente in braccio” lo avverte. Non sta cercando di essere divertente. Sta solo dicendo la verità. Ma Izuku scoppia a ridere lo stesso, alzando le mani, come se si volesse arrendere.

“Dammi solo qualche minuto” gli dice però, chiudendo gli occhi e tirando su una gamba. “Prometto che penso a un premio e poi andiamo a mangiare con gli altri.”

Shouto sbatte le palpebre e si alza in punta di piedi. “Ti diamo fastidio?” gli chiede.

Izuku non apre nemmeno gli occhi. Intreccia le dita sulla pancia e ha ancora quelle chiazze rosse sul viso, che si confondono nel gioco di luce e ombra tra le foglie dell’albero. “No, sono molto felice di passare il tempo con voi” risponde. “Io vi do fastidio?”

Shouto scuote la testa, dimenticandosi degli occhi chiusi di Izuku.


 

#4 Complicità: L’interludio di Izumi Kota (Parte 2)

Midoriya Izuku è un bugiardo. Sembrava odiare gli eroi, esattamente come Kota, e poi, però, ha iniziato a farci amicizia, ci ha mangiato insieme, li ha aiutati a studiare, ha fatto in modo che loro lo potessero vedere se non come un amico almeno come un alleato. E Kota si è sentito tradito.

Midoriya Izuku è un bugiardo. È stato per più di una settimana insieme a Kota e ha detto che gli piacevano i suoi disegni e che gli piaceva stare con lui, ma poi ha deciso di mangiare insieme a quegli apprendisti eroi, piuttosto che con Kota.

Midoriya Izuku è un bugiardo. Quando c'è stato un attacco al campo, invece di scappare via, come un cittadino normale avrebbe fatto, come un ragazzo normale che lui diceva di essere avrebbe fatto, è corso a cercare Kota, perché la zia aveva detto che non riusciva a trovarlo. Midoriya Izuku è un bugiardo, perché quando un criminale ha minacciato di uccidere Kota si è messo in mezzo e si è fatto male, e si è rotto le gambe e le braccia e tutto il suo corpo cercando di difenderlo, anche se non era il suo compito, anche se non era quello che qualcuno si aspettava da lui.

Midoriya Izuku è un bugiardo perché ha combattuto con tutto quello che aveva e ha battuto un criminale con la sua sola forza e poi è corso verso Kota e lo ha preso tra le sue braccia rotte e gli ha detto che tutto sarebbe andato bene, mentre Kota piangeva. Aveva le braccia rotte ed eppure è un bugiardo, perché lo ha tenuto tra le sue braccia e lo ha portato via dal campo di combattimento, per portarlo da sua zia, per tenerlo al sicuro. Ha corso e, mentre Kota piangeva perché è sicuro, è sicurissimo che gli facevano male le gambe e le braccia e forse anche tante altre cose, Izuku-nii ha continuato a ripetere che tutto andava bene, che sarebbero stati bene, che nessuno si sarebbe fatto male.

Mentiva.

Izuku-nii ha portato Kota fino all’edificio principale, in cui tutti quanti loro dormivano. Ha incontrato Eraserhead, ha detto che il loro obiettivo (quello dei criminali) era un ragazzo di nome Kacchan. E poi Eraserhead ha preso Kota dalle braccia di Izuku-nii e gli ha detto di seguirlo. E Kota ha guardato Izuku-nii che correva dietro di lui e sembrava così stanco, sembrava così piccolo ed eppure, gli stava sorridendo. Ed eppure continuava a mentire. Ha messo in pericolo la sua vita per Kota.

Midoriya Izuku è un bugiardo.

Quando sono arrivati all’edificio del campo in cui tutti loro dormivano, nel posto in cui i ragazzi della UA stavano facendo lezione, Izuku-nii si teneva a malapena in piedi. All'entrata c'era quell'uomo enorme con i capelli bianchi e non c'era la zia, la zia non era da nessuna parte, Kota ha controllato, ha avuto paura e quando si è girato verso Izuku-nii, (per essere rassicurato) si è reso conto che lui si era avvicinato a un ragazzo coi capelli biondi e una faccia arrabbiata (il ragazzo che sembra essere sempre arrabbiato)(l'unico ragazzo con cui Izuku-nii non ha parlato durante il campo di allenamento degli studenti della UA). E ha sorriso anche a lui. Gli ha sorriso nello stesso modo in cui aveva sorriso a Kota. Come se anche lui fosse vittima di qualche criminale. Come se dovesse salvare anche lui. Izuku-nii ha detto: “Sono felice che tu stia bene, Kacchan.” E poi le sue gambe non hanno più retto, è caduto in ginocchio, poi con la faccia per terra.

Il ragazzo biondo non si è mosso per aiutarlo. Ha solo tenuto gli occhi sbarrati, tirandosi leggermente all'indietro, con le mani chiuse in due pugni.

Kota si è liberato dalla stretta di Eraserhead, ma è stato il tipo coi capelli rossi e all’insù ad arrivare per primo da Izuku-nii. (Kota ha solo pregato che stesse bene.) Hanno chiesto che cosa dovevano fare, quei ragazzi. Hanno chiesto come si sarebbero potuti difendere. Erano pronti a combattere. Non è arrivato nessuno ad attaccarli, però. Hanno aspettato, ma non è arrivato nessuno. E Izuku-nii non si è svegliato.

Izuku-nii non stava bene. Ma ha fatto finta per far star meglio Kota. Izuku-nii ha mentito, perché aveva detto di non essere un eroe. Izuku-nii è caduto sul pavimento e non è riuscito più ad alzarsi. Izuku-nii ha combattuto con tutto quello che aveva, anche se Kota lo conosce appena. Lo ha protetto nonostante tutto, ha provato a tranquillizzarlo, ha provato a tenere duro finché non sono stati al sicuro.

Per questo è un bugiardo. Come tutti gli eroi. (Ma meglio.)




NdA: Oggi rompo doppiamente, perché mi ero detta che questa settimana avrei scritto la mia amatissima leopika, ma poi mi sono sentita in colpa per la long non finita (questa storia) e non riuscivo a concentrarmi.
Quindi, forse, riuscirò a mantenere il ritmo di un capitolo a settimana, pubblicato ogni lunedì (god I hate mondays)(e adesso avrete un motivo per odiarlo di più.)
Secondo i miei calcoli, con il prossimo capitolo chiudo un arc narrativo che si è aperto con Todoroki che voleva fare una domanda al tranquillo e normale Izuku. Nel senso che, finalmente, questa domanda sarà fatta e si apriranno nuovi orizzonti e poi ci sarà l'interludio di Bakugou, che dovrebbe essere il centro per liberare Izuku, non so a questo punto e finalmente la connessione tra Izuku e Todoroki. Una connessione vera. E quindi un altro arc narrativo, forse un po' più breve. So che questa doveva essere una slow burn, ma mi sto frustrando anche io con Izuku in questo stato. Tipo, uhm, piccolo, apri gli occhi e renditi conto di essere in una romcom e comportati di conseguenza. (E invece no.) Ti prego, Izuku, comportati di conseguenza.
Dico "secondo i miei calcoli", ma voglio ricordare che, all'inizio, questa storia doveva essere lunga al massimo 50k parole e avere 6 capitoli (contando anche il prologo) e invece siamo arrivati alla possibilità di avere nove capitoli più prologo (per il numero pari) e mi sento come se avessi davvero iniziato una relazione molto seria e non so come comportarmi. Per ora scrivo e vediamo che cosa vogliono fare i personaggi. 
Sto pensando, appena finisco il primo arc narrativo, di pubblicare la versione revisionata su ao3 (su cui sto già traducendo la fic, con l'aiuto di un'amica). Non so perché ve l'ho detto, ma mi sembrava il momento di dirlo. Spero davvero che la storia vi stia piancendo.

 
  
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