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Autore: Exentia_dream    03/08/2009    2 recensioni
Dall'8 capitolo: Non vi sarà nessun preavviso, se non quello di una maga che riuscirà a condurre da sè le Predestinate e tutto avrà inizio di lì a poco, al confine tra il bene e il male, dove questi si fonderanno e diventaranno una cosa sola. Il cielo diverrà scuro e non ci sarà luce, se non quella delle fiamme che bruceranno le città e mai la terra sarà così arsa di sangue innocente e tutto diventerà del colore del sole al tramonto. Mai gli uomini si sentiranno così afflitti, ma la pioggia concederà alle loro forze un breve riposo, poi tutto tornerà: ogni uomo avrà tra le mani una spada, ma solo due di queste riusciranno a ferire il male nel suo profondo. E non saranno mani forti a sferrare i colpi, bensì gracili ed esili mani. Le Predestinate si troveranno di fronte al loro peggior nemico e dovranno combattere, rinnegando anche sè stesse. Urleranno di dolore per gli affetti che perderanno: calde lacrime righeranno il loro viso e mai sentiranno così forte il desiderio di pregare gli dei, per far spezzare il filo delle loro vite. Mai più questo mondo vivrà una guerra simile: la GRANDE GUERRA. Alla fine di tutto, il sole brillerà di una luce fioca e debole, oscurata ancora dalle colonne di fumo nero e nei campi, i sopravvisuti passeranno tra un numero imprecisato di corpi senza vita, e in onore di essi ricostruiranno ciò che è stato distrutto. Delle Predestinate non ho più visto il volto e non so se saranno tra quei corpi morti, nè se le ninfe saranno capaci di ridare la vita a coloro che l'avranno persa. Ma il cielo tornerà ad essere limpido e il sole a splendere alto, senza più la minaccia di venire oscurato. E' la prima volta che provo a scrivere un fantasy... perciò vi prego di lasciare i vostri commenti e le vostre critiche soprattutto. Non so bene su quale filo proseguirà la storia, non ne ho la minima idea, ma spero di riuscire a scrivere qualcosa di piacevole. Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno e recensiranno.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Conoscere Blanche


Bianco. Tutto intorno a lei era bianco.
"Sono morta." affermò con voce debole.
Noir si guardò intorno e non vedeva nessuno, l'unico rumore era l'aumentare frenetico del suo respiro. Un bagliore improvviso le fece richiudere gli occhi.
"Sono morta. Sono morta." ripeteva convulsamente a sè stessa.
Non sentiva le gambe, nè riusciva a muovere le mani, non avvertiva più neanche il battito del suo cuore. ll respiro sì, sempre più forte, fino a diventre affanno e poi voce sommessa.
"Sono morta. Sono morta."
"Non sei morta."
Noir aprì gli occhi e vide una sagoma non distinta di fronte a sè. Non riusciva a vederla, ma si concentrò: era una ragazza della sua età, vestita di bianco, i lunghi capelli biondi le coprivano le spalle e aveva gli occhi azzurri, le iridi talmente chiare da sembrare ghiaccio.
"Tu sei un angelo."
"No." la sagoma sorrise leggermente.
"Cosa mi è successo? Dove sono?"
"Ti ha trovata un messaggero vicino alla riva del lago, avevi perso conoscenza e ti ha portata fin qui. Ti trovi a Fiabhat e non potrai lasciare la città prima di dieci giorni: sei ferita e hai bisogno di cure."
"Fiabhat è la città reale, il castello..."
"Sì, sei al castello."
Noir trattenne il respiro mentre quella sagoma angelica si allontanava, quasi sparendo nella luce.
La ragazza rimase sola e improvvisamente ricordò: l'abbraccio di Chandra. Era sua madre, era stata lei a condurla a Fiabhat: il suo destino stava iniziando il disegno che aveva riservato per lei, ma Noir non sfiorava neanche l'idea di quello che sarebbe successo di lì a poco.
Rimase stesa a ripensare al viaggio che aveva affrontato, ricordando gli occhi della ragazza che le aveva parlato poco prima. Era a Fiabhat, nel castello e quella non poteva che essere una serva della principessa.
No, non poteva essere la principessa: il suo aspetto era molto semplice e non portava grossi gioielli per mostrare la sua regalità, tranne quel piccolo ciondolo simile al suo. Prese il suo ciondolo istintivamente tra le mani e lo strinse forte, poteva ricavarne l'energia e ricordò il momento in cui suo padre, Kiof, glielo mise al collo: aveva appena otto anni e Kiof la osservava, mentre lei ammirava una rosa rossa dalle venature gialle. Le sorrise e gli mostrò la collana, dicendo "Ti darà la forza quando ne avrai bisogno. Non ti abbondonerà mai e non lo farò neanche io. Un giorno capirai davvero le mie parole Noir, un giorno le capirai..."
Adesso le capiva. Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal leggero senso di stanchezza che le percorreva i muscoli.

"Noir... non avere mai paura... MAi. Kiof è in pena per te, ma capirà... qualcuno a questo mondo ha un disperato bisogno di essere salvato. Ricorda queste parole." Chandra si allontanava, pronunciando quelle parole e Kiof apparve sullo sfondo di un bellissimo prato in fiore. Sorrideva, felice.

Noir aprì gli occhi e  riuscì ad abbandonare il letto che l'aveva accolta, qualche giorno prima. Guardò lontano, oltre la meravigliosa prateria. -Lì c'è la mia città.-
Non riusciva ancora a credere di essere a Fiabhat: l'aveva sempre sognato, ogni volta che si trovava all'ombra del salice che ascoltava i suoi silenzi. Guardava finalmente la cascata e poteva addirittura bagnarsi della sua acqua... c'erano davvero le stelle in quelle acque e Noir sorride. Notò una magra figura, poco distante dalla cascata.
"Dovresti essere a letto, Noir."
"Sto bene, riesco a camminare."
La ragazza vestita di bianco sembrava la ignorasse, era assorta nei suoi pensieri, poi qualche rumore poco lontano la fece sobbalzare.
"Vattene via. Adesso."
Noir eseguì l'ordine, ma era curiosa e si nascose tra i cespugli e le rose. Un'altra figura si accostò a quella magra e chiara della ragazza: un ragazzo dalle larghe spalle e il buio non permetteva di osservarne i particolari, ma Noir decise comunque di ascoltare. Le voci le giungevano chiare.
"Blanche, perdonami."
"Hardest. Cos'è successo?"
"Nulla d'importante. Mi sei mancata Blanche."
Le due sagome si unirono, fino al punto da non far capire dove iniziasse l'una e dove l'altra. Un bacio unì i due ragazzi per un momento che a Noir parve eterno.
Si udirono altri passi e Noir si allontanò, spaventata dal fatto che non era la sola che stesse scappando: poco distante da lei c'era un amore che doveva nascondersi.
Noir tornò silenziosa nell'ampio salone del castello, ma fu costretta a nascondersi ancora. Respiri affannati la spaventarono.
"Blanche... perdonami. Domani, al solito posto. Perdonami ancora."
"Vai via Hardest, potrebbero vederti."
"L'ultimo bacio." disse il ragazzo. E così il salone rimase vuoto e Noir, con le spalle al muro poteva finalmente riprendere a respirare.
Aveva paura, ma non capiva cosa temesse davvero. Si stese nuovamente sul suo letto e riprese a dormire. Le tennero compagnia le stelle e una lieve e piacevole brezza.
L'alba spuntò qualche ora più tardi, ma Noir si costrinse a restare a letto. Fino a sera, finchè il cielo non riempì di stelle nuove, Noir non fece altro che pensare e rivivere la passione dei due ragazzi. Sorrise, poi si lasciò cadere in un lungo sonno.

"L'amore è la cosa più bella che possa esistere Noir e non è sempre facile, ricordalo sempre." Chandra sorrideva e le accarezzava la guancia. "Ricordalo sempre. Sempre."
   
 
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