Parte settima – Illusioni spezzate
Delle braccia forti mi circondano la vita da dietro,
attirandomi efficacemente nelle ombre della sala. Un sussurro spaventato mi
sfugge di bocca, ma presto una voce calma al mio orecchio scaccia ogni
preoccupazione.
“Shht. Sono io”,
sussurra leggermente la voce di Ron. Il suo sospiro
caldo mi fa il solletico alla pelle mentre respira piano accanto al mio collo,
provocandomi un brivido giù per il corpo.
Mi rilasso velocemente sotto la sua presa, la sensazione
delle sue braccia che mi tengono stretta contro il suo petto, una sensazione
paradisiaca che non pensavo avrei mai provato. Proprio
quando comincio ad abituarmi a quelle braccia intorno a me, Ron
mi da un bacio dietro l’orecchio, facendomi trattenere il respiro.
Non bada comunque alla mia
reazione, e subito la sua bocca scivola giù dal mio collo, lasciando una scia
di baci a labbra semi chiuse. Non posso fare a meno di chiudere gli occhi per
le sensazioni che mi provoca. E’ come se ogni parte di
me, ogni mia cellula, stia andando a fuoco, ed i suoi baci sono l’unico modo
per addomesticare le fiamme… mentre allo stesso tempo le fanno bruciare ancora
di più.
Dopo aver accuratamente esplorato una parte del mio collo, Ron si sposta verso l’altra, rifacendo la stessa cosa. Sposto
la testa dall’altra parte, per dargli maggiore libertà. Mi devo concentrare
molto per bloccare il gemito che tenta di sfuggirmi. E’ solo una piccola
preoccupazione prima ancora del fatto che qualcuno potrebbe entrare, e ci
potrebbero vedere molto facilmente… ma per qualche ragione, non mi fermo.
E’quando sento veramente
qualcuno che esce dalla Sala Grande che la realtà mi si sbatte in faccia.
Potremmo essere visti, da chiunque. Non va affatto bene che una Caposcuola venga colta mentre amoreggia con il suo… migliore amico? Cosa siamo adesso?
Smettila di prenderti in giro, Hermione.
Tutto questo non cambierà nulla. E’ solo un esperimento, ricordi? E’ solo la
pozione che agisce… almeno, per quanto riguarda lui.
Questo pensiero mi fa incupire, e solo in questo momento mi
accorgo che Ron ha sbottonato i primi tre bottoni
della mia camicia per avere più accesso al mio collo ed alle clavicole.
“Ron!”, dico, incredula, mentre
spingo via la mano che stava per sbottonare il quarto bottone.
Lui ritira la mano completamente e sembra che la realtà
colpisca pure lui.
“S-scusa”, balbetta,
“sono andato un po’ troppo veloce.”
“Va tutto bene”, dico, voltandomi a guardarlo, cercando di riallacciare un paio di bottoni. Una parte di me non può fare a meno di sentire la mancanza delle sue braccia intorno a me.
“E’ solo che chiunque può vederci”, dico, a bassa voce,
“pensavo volessi che ci vedessimo nella Sala Comune,
no?”
“Non riuscivo ad aspettare”, mormora, e perfino nel buio
della parte della sala vedo che arrossisce.
Rido un po’, sorpresa di come mi sento a mio agio con lui. Pensavo che dopo questo piccolo...
ehm… momento… sarei stata troppo imbarazzo per dire qualcosa.,
se non timida. Ma invece mi sento quasi rinvigorita,
se riuscite a capirmi. Soltanto il pensiero che ho potuto far andare Ron così… fuori controllo… beh, mi fa venire un gran
sorriso, pozione o no.
La voce di Ron interrompe i miei
pensieri.
“Quindi, tu non… non sei arrabbiata
con me o qualcosa del genere?”
“No, certo che no”, dico, tranquillamente, “non hai mica il
completo controllo delle tue azioni, con la pozione e tutto il resto.”
Comunque, in questo momento, faccio
molta fatica a non pensare a quanto lui sembri normale… nonostante la
Pozione del Desiderio abbia guidato le sue azioni, ovviamente.
“Giusto”, dice, “la pozione.”
Lo guardo, curiosa, dopo quel tentennamento. Per un momento,
potrei giurare di vedere un luccichio o qualcosa del genere nel suo sguardo.
Non sono sicura di che cosa sia… ma troppo presto
sparisce ed il sorriso furbo torna sul suo viso.
“Allora, dovremmo tornare in Sala Comune?”, chiede,
porgendomi la mano. La stringo un po’ confusa, ma quando il suo pollice scivola
sul dorso della mia mano, scaccia via tutto il resto dalla mia mente, mentre
andiamo verso la Torre di Grifondoro.
“Ron, che succede? Dove stiamo andando?”, chiedo, leggermente affannata. Ci
stiamo giusto dirigendo verso la Sala Comune di Grifondoro,
quando improvvisamente Ron cambia direzione,
svoltando in un corridoio sconosciuto, e trascinandomi senza tanti scrupoli
dietro di lui.
“Mi sono appena reso conto di una cosa”, risponde, senza
fermare la nostra corsa nel castello.
“E cosa sarebbe?”
Si ferma così improvvisamente di fronte a me, che vado a sbattere contro il suo petto. Sarei crollata
all’indietro nell’impatto se non fosse stato per le braccia di Ron, che mi hanno presa sapientemente al volo per la vita
evitando la caduta, tenendomi comodamente in piedi a pochi centimetri dal suo
petto. Come ha fatto a farlo così facilmente?
Alzo lo sguardo verso il suo viso e vedo quel sorriso che fa
fare una capriola al mio stomaco, e quegli occhi
azzurri che hanno perseguitato i miei sogni. Una delle sue mani sale fino a
spostare una ciocca di capelli dal mio viso, dietro l’orecchio, i suoi occhi
che non distolgono mai lo sguardo dai miei.
“Non ti ho ancora baciato decentemente.”
“Oh”, dico, senza sapere come altro rispondere. Questa non
era esattamente la risposta che mi aspettavo, non che avessi un’idea di quello che
mi aspettavo. E perfino con il rossore che comincia ad
bruciare sulle mie guance, non riesco a spostare lo sguardo.
E prima che me ne renda conto, mi
bacia. Le sue labbra tiepide che si appoggiano urgentemente contro le mie,
mentre la mano che prima mi aveva spostato i capelli, ora è appoggiata sulla
mia nuca. Rispondo al bacio altrettanto urgentemente, cercando di non pensare
alle conseguenze che avrà tutto ciò su domani. Come spiegherò a Ron perché l’ho baciato anch’io, e così entusiasticamente?
Alzo un po’ le braccia e gli circondo il collo,
permettendomi di perdermi completamente nella sensazione delle sue labbra
contro le mie. Ci occuperemo delle spiegazioni quando sarà il momento.
Sembra che questo sia il gesto di cui aveva bisogno per
avvicinare di più il mio corpo al suo, le sue braccia che mi circondano dalla
vita e la sua lingua che sfiora le mie labbra per cercare di entrare. Apro
leggermente la bocca d’istinto, completamente persa.
Non so quanto duri tutto ciò prima che ci interrompiamo,
ma è solo il suono delle voci che viene dal corridoio a far scomparire la
nostra… sensuale foschia. Ci facciamo da parte in fretta, rimettendo a posto vestiti e capelli per ritornare come prima. Non
passa nessuno, tranne due Tassorosso del quinto anno
che svoltano l’angolo.
Annuiamo nella loro direzione mentre ci passano vicino,
cercando di avere un aria assolutamente indifferente.
Non so quanto siamo convincenti, ma non riceviamo occhiate sospettose o
commenti, quindi non dev’essere andata poi così male.
Eravamo un po’ troppo vicini, prima, comunque.
E non per la prima volta.
Mi volto verso Ron, quando degli
altri studenti sono fuori dal campo visivo, e non sono
molto sicura sul da farsi, ora. Lui mi guarda, e nonostante l’interruzione,
riesco ancora a vedere il fuoco che brucia nei suoi occhi. Porta una mano
all’altezza del mio viso, l’appoggia alla mia guancia e la accarezza
delicatamente prima di portarla tra i miei capelli. Devo chiudere gli occhi per
assaporare quel gesto così lento e gentile, così in contrasto rispetto ad i
gesti appassionati che ci hanno travolto poco fa.
In un attimo, Ron prende la mia
mano, e comincia a trascinarmi di nuovo attraverso il corridoio, stavolta nella
direzione da cui siamo venuti. Sono molto sorpresa del fatto che praticamente gli sto incespicando dietro, senza essere in
grado di tenere il passo.
“Ron”, sbotto, respirando più
affannosamente, “dove stiamo andando?”
“In un posto in cui possiamo stare da soli”, replica,
indifferente, voltandosi soltanto un attimo per sorridermi, prima di andare
avanti.
“Soli?”
“Sì”, adesso sta proprio gongolando, “non possiamo
continuare granché se ce ne stiamo nel corridoio verso la Sala Grande, no? Non
dopo che ci hanno quasi beccati.”
Non ho parole dopo questo suo piccolo annuncio, e non sono
sicura di come rispondere, e immagino soltanto tutte le possibili conseguenze
che ‘continuare’ potrebbe
portare.
Mi accorgo che stiamo camminando in un corridoio familiare,
ma in effetti siamo praticamente dentro la Stanza
delle Necessità prima ancora che realizzi effettivamente dove siamo. Ron mi spinge dentro, e chiude la porta mentre mi guardo
intorno, divertita. La stanza è la copia esatta della Sala Comune di Grifondoro… con una sola differenza: Ron
ed io siamo gli unici Grifondoro
presenti.
“Come… come hai fatto?”, chiedo, stupita.
“Non ne sono sicuro”, replica, guardandosi attorno incerto come me, “credo di aver soltanto pensato a
quello che volevo fare, ed a stare da solo con te… ed è venuto fuori questo.”
Il suo viso è imbarazzato ed un leggerissimo rossore copre
le sue orecchie per l’ammissione. Mi stupisce come un momento è imbarazzato di
fronte a me, per poi baciarmi assurdamente, ed il momento dopo si gratta la
nuca nervosamente e si rifiuta di ricambiare il mio sguardo.
Ma questa ansietà mi da una sorta
di furbizia che non pensavo di avere, perché prima che me ne accorga, o che
possa fermarle, le parole sono giù uscite dalla mia bocca.
“Allora, adesso che sono sola con te, che cosa hai
intenzione di farmi?”, chiedo, maliziosamente.
I suoi occhi incontrano i miei. Sono sicura che sia sorpreso
di ciò che ho appena detto. Ma non posso ritirare le
mie parole. Mi guarda, con quel sorriso furbo, e quel desiderio negli occhi.
Cammina verso di me lentamente, e nonostante abbia una gran voglia
di scappare, le mie gambe rimangono ferme. Non scapperò. In pochi passi, lui è
di fronte a me, pericolosamente vicino, ma non abbastanza perché i nostri corpi
si tocchino. Muovo leggermente la mano. Ma rimango ben
piantata per terra. Voglio vedere dove vuole arrivare.
“Oh, posso pensare ad un sacco di cose”, dice, inarcando le
sopracciglia.
“Oh, davvero, tipo cosa?”
Non so minimamente da dove venga
questo mio modo di parlare, ma non me ne preoccupo, in realtà. E’ praticamente una tortura avere Ron
così vicino, ma non abbastanza vicino. Sapendo che entrambi
lo vogliamo, ma nessuno dei due fa la prima mossa. L’aria intorno a noi
sembra quasi potersi tagliare, la tensione aumenta.
“Potrei dirtelo…”, comincia.
So dove vuole arrivare. E se vuole
lanciarmi un invito…
“O potresti semplicemente farmi
vedere.”
Questo è tutto l’incoraggiamento di cui ha bisogno e con un
braccio mi cinge la vita, stringendomi a lui mentre le sue labbra si posano
sulle mie. Il bacio è frettoloso, come è stato prima,
ma sotto sotto c’è qualcosa di diverso. Un bisogno
disperato di conservare il momento, di memorizzare questo bacio. Come se fosse
l’ultimo.
E qualcosa in questo bacio mi
ricorda cosa stiamo facendo, perché sta accadendo tutto questo, e devo
spingerlo via.
Quando interrompo il bacio, abbiamo
entrambi l’affanno. Le sue braccia sono ancora al sicuro intorno a me, mentre
le mie sono posate delicatamente contro il suo petto, cercando di tenerlo
lontano.
“C’è… qualcosa che non va?”, chiede Ron,
respirando affannosamente, con aria interrogativa.
“Niente… avevo solo bisogno di respirare”, spiego, un po’
goffamente.
“Sicura?”, chiede, e sono certa che non se la sia bevuta.
“Sto bene. Davvero”, dico, guardandolo con il mio sorriso
più persuasivo.
“Okay”, dice lui, sorridendo leggermente,
tornando a colpirmi, e momentaneamente dimentico i miei dubbi. Una mano
mi accarezza il viso, per un attimo, e non sono in grado di descrivere quello
che provo prima che le sue labbra scendano sulle mie, in un casto bacio. E’
così diverso dal primo che sono presa alla sprovvista.
Lo guardo negli occhi con aria interrogativa, ma lui
semplicemente si sposta per baciarmi il naso, la guancia, dietro l’orecchio…
lentamente, comincia a tracciare dei baci lungo il mio collo e la sensazione è praticamente insuperabile.
Finalmente, ritrovo i miei limiti, e sto per fare la domanda
che mi tengo dentro da quando è iniziata tutta questa faccenda.
“Ron?”, chiedo, cercando di
catturare la sua attenzione.
“Mmmm”, mormora, contro il mio
collo.
“Posso farti una domanda?”
“Suppongo di sì”, mormora di nuovo, senza fermarsi.
“Cosa ti fa la pozione?”
Sembra che finalmente questo catturi il suo interesse, e
smette di fare quello che sta facendo per guardarmi un po’ negli occhi.
“Che vuoi dire?”
“Cioè, come ti fa sentire? Cosa fa?”
“Beh, uh…”, comincia, “mi va volere
questo”, dice, avvicinandosi un po’ di più per dimostrarlo.
“Ovvero?”
Lui rimane in silenzio per un minuto, come se stesse
pensando.
“Mi fa desiderare di baciarti”, dice, venendo di nuovo più
vicino, “e stringerti”, congiunge le braccia intorno a me, “e toccarti”, mi
accarezza leggermente la schiena, “e non lasciarti mai andare.”
“Ma come mai un minuto sembri senza
controllo, ed il minuto dopo sembri tornare te stesso?”
Avvicina il suo viso al mio, posando le sue labbra sulle
mie, e dice, con il suo respiro che scivola sulle mie labbra: “Perché è quello
che mi fai tu”, dice, prima di baciarmi di nuovo. Questo bacio è più dolce, più
gentile, ma sempre pieno della passione che ho potuto avvertire prima.
Mi sposto. Voglio risposte.
“Ma perché certe volte sei così
controllato ed altre no? Voglio dire, mi aspettavo che
saresti stato completamente fuori controllo…”
Mi interrompe con un bacio.
“Abbiamo parlato abbastanza”, dice piano prima di baciarmi
di nuovo.
“Ma…”, comincio, ma di nuovo mi
zittisce con un bacio e finalmente mi lascio andare.
Non so per quanto tempo ci baciamo prima di passare dalla
nostra posizione al muro fino di fronte al fuoco; non
so nemmeno come siamo arrivati qui. Siamo l’uno accanto all’altra, e Ron mi preme leggermente contro la sedia con l’urgenza dei
suoi baci. In una mossa veloce, mi tira su e mi fa sedere a cavalcioni
sul suo grembo, fermandosi solo per un momento.
“Fermami se vado troppo veloce, okay?”
Annuisco, sorridendo, per poi abbassarmi a baciarlo di
nuovo. Le sue mani che scivolano sulla mia schiena mi
provocano un brivido lungo il corpo. Semplicemente, adoro la sensazione delle
sue mani su di me, delle sue labbra sulle mie, cosa
potrei chiedere di più?
Voltando una pagina del libro su Ron, sposto la mia bocca sulla sua guancia, vedendo che
sulle sue orecchie è tornato quel glorioso rossore di quando è imbarazzato.
Lo bacio leggermente proprio sull’arrossamento, adorando i sospiri che ricevo in cambio, prima di tornare sul suo collo.
Le mani di Ron sono occupate a
cercare uno spiraglio al di sotto del mio maglione,
verso la mia pelle. La sensazione delle sue mani sulla mia pelle scoperta è
semplicemente indescrivibile.
Sono completamente persa nel tocco di Ron.
Bacio leggermente una parte del suo collo, e la risposta che ne ricevo non me la sarei mai aspettata.
“Merlino, io ti amo.”
Queste tre piccole parole mi bloccano. Oh, quante volte ho
sognato che Ron mi dicesse queste parole, ma non è
mai stato come ora. Mai erano il risultato di una qualche pozione d’amore. Mai
queste parole sono suonate così false nelle mie orecchie.
Queste parole mi fanno tornare come prima, come niente avrebbe potuto. E subito mi sono
alzata dal suo grembo, e sto di fronte a lui ad una distanza di sicurezza.
“Io, uh… credo che dovremmo andare, ora. Si sta facendo
tardi. Dovremmo tornare in Sala Comune.”
“’Mione”,
comincia, ma non posso ascoltare, ora. Non posso.
“Per favore, Ron.”
La mia voce suona stanca, bisognosa di aiuto.
Anche lui deve averlo notato, perché fa un profondo
respiro e fissa il pavimento.
“Certo”, dice, con aria avvilita mentre usciamo dalla
stanza.
Non parliamo per tutta la strada fino alla torre di Grifondoro ed appena arriviamo in Sala Comune, mi congedo e
salgo al dormitorio. Prendo al volo un pigiama pulito ed un asciugamano, e mi fiondo nel bagno, annesso alla stanza della Caposcuola, per
fare una doccia.
Mi spoglio frettolosamente, andando sotto l’acqua calda e
lasciando che lavi via tutta la tensione dal mio corpo.
Ed è quando rivivo tutto, che lascio che tutte le emozioni vengano lavate via, e che le lacrime scivolino con loro.
**
Pegleg: vi prego, non
odiatemi…
Ed eccoci
giunti al penultimo capitolo. Da una parte mi dispiace che questa fic stia per finire, ma dall’altra mi sento sollevata
perché tradurre è veramente faticoso ed impegnativo. Ad ogni modo, io stessa
non ho ancora letto il finale per non rovinarmi la sorpresa… non ho idea di
cosa succederà XD L’autrice mi (ci) ha fatto conoscere un Hermione
particolarmente sensibile, ed un Ron decisamente ambiguo, cosa a cui non sono assolutamente
abituata °_° Spero che voi siate curiosi riguardo al finale quanto lo sono io,
anche perché vogliamo porre fine alle sofferenze di questa ragazza (spero)…
A presto! *_*
Miwako__