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Autore: Mikirise    20/01/2020    2 recensioni
Uraraka spesso sbuffa, lamentandosi di Midoriya. Non è giusto, dice, che lui abbia un ragazzo perché gli è letteralmente caduto dal cielo tra le braccia. Non tutti possono essere così fortunati.
E Midoriya la guarda con un'espressione un pochino offesa, mentre si posa una mano sul petto. "Non è stata fortuna!" esclama un giorno. "Ho dovuto controllare la pressione dell'aria e la temperatura e che fosse abbastanza nuvoloso, che i pianeti si allineassero e che mia mamma mi desse la benedizione, poi aspettare pazientemente con le braccia aperte. Non è fortuna. È preparazione."
Uraraka ride a questo punto, dandogli un buffetto sul naso.
Midoriya è davvero cambiato tantissimo dalla prima volta che lo hanno conosciuto.
[vigilantes!au][tododeku][identity porn]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PopStep: what is happening here?
Izuku: teenage rebellion
Pop
Step: yeah, stick it to the old people






#5 Paura: La porta di Midoriya Izuku e di Todoroki Rei!!

Izuku non si sveglia da quattro giorni.

È questo che dicono a Shouto, quando chiede di lui, con le dita incrociate in un movimento nervoso e il labbro inferiore torturato da piccoli morsi. Ogni giorno la risposta è la stessa, non cambia e non cambia nemmeno oggi. Motivo per cui Shouto abbassa un pochino le spalle e continua a guardare il pavimento con intensità.

Risentimento e un pochino di colpa. Prova questo. Risentimento, un pochino di senso di colpa. Non sa come fermare questi sentimenti.

Iida ha detto che verrà domani per vedere Izuku. Uraraka sarebbe voluta venire anche oggi, invece, ma, se non li lasciano nemmeno entrare nella sua stanza, sarebbe inutile farle fare il viaggio. Dovrebbe scriverle un messaggio. Dovrebbe farle sapere che Izuku ancora non si è svegliato e che non possono vederlo e che però i fiori e cioccolatini e tutti i regali che gli hanno lasciato sono stati recapitati e, quando si sveglierà, l’infermiera lo ha promesso, vedrà quanto i suoi amici lo adorano e si rimetterà un pochino più in fretta.

L’infermiera è così gentile da rispondergli ogni giorno e Shouto sa che non è una cosa che fanno tutti e per tutti. Motivo per cui, ogni giorno la ringrazia e fa un cenno col capo e poi non sa che cos’altro dovrebbe fare. Si muove intorno. Si guarda intorno e non sa che cosa fare. Si passa una mano sul viso più volte. Di solito decide di andare a casa. L’infermiera non ha mai menzionato la presenza di qualcuno con il cognome Todoroki, e di questo Shouto gli è ancora più grato. Non gli ha mai chiesto perché non va a trovare sua madre. E, sinceramente, in questo momento, Shouto non vuole incontrarla. Vorrebbe solo sapere se il suo amico sta bene. Vorrebbe solo sapere se si riprenderà. Vorrebbe vedere come sorride. Vorrebbe prendergli la mano e dirgli che va tutto bene, anche se è una bugia.

Shouto doveva essere lì con lui.

Aveva promesso che lo avrebbe protetto, ma non c’è mai quando Izuku ha bisogno di protezione. Per un motivo o per un altro è sempre lontano. Per un motivo o per un altro, non ha mai protetto Izuku. E ora si sente stupido. Si sente così impotente. Si sente così...

Sa il numero di stanza di Izuku, che è un po’ la cosa peggiore, perché l’infermiera gentile fa finta di non vedere, quando Shouto entra per i corridoi. Deve pensare che lui sia già andato a trovare Izuku più volte, nonostante il suo amico stia dormendo e non si possa alzare. Deve pensare di avergli fatto un favore. In realtà, Shouto si muove per l’ospedale nello stesso modo da settimane e non è ancora andato a trovare nessuno. Quando Izuku è stato vittima di quel criminale, al centro commerciale, Shouto era qui perché si era messo in testa di incontrare sua mamma. E non ce l’ha fatta. Ha girato per i corridoi, ancora e ancora. È arrivato davanti alla stanza della mamma e ha fissato il nome accanto alla porta. Todoroki Rei, c’era scritto. E Shouto è rimasto lì, in silenzio, a fissare, con la mano a mezz'aria, perché voleva bussare, solo per poi chiudere gli occhi, darsi dell'idiota e andarsene via. Non è riuscito a visitare nessuno, in quest’ospedale.

Per uno stupido scherzo del destino, Izuku e la mamma di Shouto hanno lo stesso numero di stanza, solo che si trovano su due piani completamente diversi. Shouto vorrebbe vedere Izuku, non sa invece come si dovrebbe sentire per quello che riguarda la sua mamma, il numero della sua stanza, il loro passato.

(La storia della parte sinistra del corpo di Shouto, lui la sa a memoria.)(Se la ripete prima di andare a dormire.)(Sa che fa parte indissolubilmente di lui come figlio, come fratello, come amico, come essere umano.)(Forse anche come eroe.)(Ma ci sono storie che sono difficili da dire ad alta voce.)(E persone che sono un pochino più difficili da perdonare.)

Il numero della stanza di Izuku finisce per nove. Ci sono molte cose che riportano al nove, quando si parla di Izuku e Shouto ora come ora, vorrebbe poter entrare in questa stanza e vedere il suo amico. Controllare che respiri, che abbia un aspetto sereno, che sia ben curato. Non sa perché non riesce a fidarsi così tanto degli adulti (invece lo sa bene il perché), ma sa che vuole assicurarsi che Izuku stia bene. E quindi cammina per i corridoi e, come qualche settimana fa, rimane a fissare una porta di ospedale, in silenzio, con una mano a mezz'aria.

Non c’è il nome di Izuku, sulla porta. È passato troppo poco tempo e, comunque, lui non potrebbe ricevere visite, motivo per cui sarebbe stupido far vedere a tutti dove si trova. È un bene che non ci sia il nome. Vuol dire che non pensano che lui debba rimanere per troppo tempo in ospedale. È un bene. (Shouto sta cercando di convincersi, a quanto pare.) Il corridoio è vuoto e silenzioso. I passi di Shouto mentre arrivava fin qui si sentivano forti e chiari e c’è un forte odore di antibiotici e medicine. C’è anche un rumore quasi costante di macchine che monitorano il battito cardiaco. (Izuku anche ne ha una attaccata al cuore?)(Come sta il cuore di Izuku?) E Shouto ancora non ha nemmeno il coraggio di muoversi.

Si passa una mano sui pantaloni, prima di deglutire. Si sente come congelato, nervoso fino al midollo, il cuore che gli batte forte nel petto. Cosa deve fare? Vuole veramente entrare in questa stanza? (Non riesce mai a stare vicino alle persone che hanno bisogno di lui.)(Non c’era per Izuku, non c’era nemmeno per Iida.)(Non riesce a consolare nessuno.)(Non riesce a tranquillizzare nessuno.)(Se è qui non lo è perché vuole tranquillizzare Izuku, ma solo perché vuole tranquillizzare se stesso.)(Che ragazzo egoista.)(Alla fine, vedi?, è esattamente come suo padre.)

Shouto chiude gli occhi e da un passo in avanti, posando la mano sulla maniglia della porta e girando piano piano, con calma snervante, mentre sente come se tutto intorno a lui perdesse importanza, come se niente fosse reale.

C’è il rumore della macchina che prende i battiti. Un bip bip regolare, che dovrebbe rassicurare del battito del cuore di Izuku, e la stanza è in penombra. Il sole che splende fuori dalla finestra arriva a malapena, filtrato dalle serrande e poi anche dalle tende di un blu pesante. E ci sono più letti, in questa camera, ma solo uno è occupato. Soltanto un letto contiene Izuku.

Shouto infila la testa nella stanza e sente come sta trattenendo il respiro.

Non vede Izuku da una settimana, alla fine, e non lo ha mai visto ferito, non lo ha mai visto all’ospedale. Forse per questo, il cuore che era come se avesse smesso di battere nel suo petto, alla vista di Izuku sdraiato supino sul letto, con gli occhi chiusi e delle flebo attaccate alle braccia, inizia a battere troppo velocemente. Shouto si aggrappa alla maniglia della porta, le sue nocche diventano bianche (e la maniglia diventa fredda, sotto il suo tocco gelido) e riesce a vederlo.

Ha le braccia fasciate, dal palmo della mano fino alla base del collo. Una gamba anche è fasciata, tenuta in alto per non farlo muovere nel suo sonno. E ha un enorme cerotto sulla fronte, che non sembra essere pulito, ma è macchiato di -sembra essere sangue e antibiotico insieme. Izuku dorme e sul dorso delle sue mani sono attaccate una flebo e una sacca di sangue. Izuku dorme. Non sembra muoversi. Fa paura. Fa davvero tanta paura. Perché Izuku parla tanto, perché Izuku si muove tanto, fa tantissimi movimenti inutili e adesso invece è fermo, sembra essere paralizzato, deve aver sentito tanto dolore. (Aveva paura?)(Quando quel criminale ha attaccato il bambino delle Pussycat, Izuku aveva paura?)(Ha fatto finta di non aver paura perché c’era qualcuno con lui?)

Al toccarlo adesso, probabilmente, Izuku si sarebbe frantumato in mille pezzi. Ci sarebbe voluta una semplice spinta, per ucciderlo. L’ultima volta che lo aveva visto, si arrampicava sugli alberi e giocava a nascondino coi suoi compagni di classe. Adesso sembra essere un vaso di cristallo. Shouto si porta una mano sulle labbra. E si sente in colpa. E si sente terrorizzato. Ha iniziato a sudare freddo. (Lui doveva essere lì, con Izuku.)

C’è una mano che si posa sulla sua spalla e lo tira fuori dalla stanza, gentilmente. Shouto non si degna nemmeno di girarsi a guardare chi sia. L’immagine di Izuku gli rimane impressa nelle retine. (Izuku proteggeva il bambino delle Pussycat.)(Chi proteggeva Izuku?)

Quel qualcuno gli chiude davanti la porta, facendo in modo che l’immagine di Izuku non sia più visibile. (Perché questa situazione gli sembra familiare?)(Perché sente di averla già vissuta prima, solo in una posizione diversa, solo coi ruoli invertiti?)

(Quando Shouto si è procurato la bruciatura sull’occhio sinistro, non riusciva a dormire, perché il dolore era lancinante.)(Passava la notte a contorcersi dal dolore.)(Si arricciava sul letto, stringeva i denti, si portava le mani al petto per darsi forza.)(Ha passato ben tre giorni in quello stato di dolore.)(Non lo ricordava.)(Il dolore era lancinante.)(Non riusciva a muoversi.)(E ricorda come se...)(Natsuo.)(Natsuo e Fuyumi alla porta della sua stanza.)(È un ricordo vago.)(Natsuo e Fuyumi erano lì, mentre Shouto teneva gli occhi chiusi e provava a non uralare per il dolore.)(E avevano provato ad avvicinarsi.)(Ma non lo avevano fatto.)(Non sono mai arrivati da Shouto.)(Qualcuno li ha portati via.)(Perché qualcuno...?)

“Shouto-kun, giusto?” gli chiede la persona che lo ha tirato via dalla stanza.

Shouto aggrotta le sopracciglia, girandosi verso la voce che gli ha parlato. È il fratello maggiore di Izuku. Come lo chiamava? Koi-qualcosa. Shouto prende un respiro profondo, prima di annuire.

Koichi gli sorride gentilmente, togliendo da sopra la mano da sopra la sua spalla. “L’amico della UA” continua dolcemente. “Sono molto felice che tu sia venuto a trovare Izuku-kun. Ma non ti hanno detto che non puoi entrare nella sua stanza?” gli chiede.

Shouto punta lo sguardo sulla punta dei suoi piedi e stringe le mani in due pugni. “Volevo solo vedere come sta” riesce a dire, con una voce bassa. (Prima era felice di aver visto Izuku.)(Anche se in quello stato.)(Anche se Izuku non può vedere lui.)(Perché non vederlo per così tanto tempo lo fa stare a disagio.)(Ha paura che scompaia.)(Ha paura che qualcuno lo porti via.)(Anche se in modo strano e un pochino inopportuno, quindi, anche se Izuku è addormentato, anche se deve ancora riprendersi, Shouto è stato felice di vederlo.)(Ora è furioso.)(Perché non gli hanno lasciato il tempo per avvicinarsi.)(Perché non si è potuto sedere accanto a Izuku.)(Perché glielo stanno portando via.)

(La mano.)(La mano sinistra inizia a diventargli calda.)(Shouto non se ne rende conto.)(È solo arrabbiato.)(La mano sinistra inizia a riscaldarsi.)(Lui inizia a essere davvero arrabbiato.)

Koichi posa una mano sulla testa di Shouto, scompigliandogli i capelli (nemmeno fosse un bambino). “Sono felice che Izuku-kun abbia tutti questi buoni amici” gli dice. “Ma le regole sono regole e ti assicuro che informeremo Eraserhead, quando Izuku-kun si sveglierà. Così saprete che sta bene e che potete venire a visitarlo.”

“Io non...”

“Le regole sono regole” ripete Koichi, inclinando la testa e facendo capire a Shouto che forse dovrebbe andarsene via.

(La mano sinistra inizia a riscaldarsi pericolosamente.)


 

#5 Paura: Le lacrime versate a causa di Midoriya Izuku!! (parte uno)

In realtà, Izuku si è svegliato il giorno dopo l’attacco alla baita delle Pussycat.

Ha sentito dolore in tutto il corpo e qualcuno gli teneva la mano. Le braccia gli facevano male e la testa era pesante e gli occhi volevano rimanere chiusi, mentre il dolore che provava allo stomaco lo tenevano sveglio. Izuku era sveglio, quando Shouto-kun ha provato a entrare nella sua stanza di ospedale e Izuku era sveglio quando anche Red Riot e Uravity-san hanno provato a fare la stessa cosa. Certo. Non ha la forza per parlare e sente la bocca secca. Quando muove le dita sente gli aghi fargli male sotto la pelle. La sua faccia è piena di tagli e brucia, quando muove la testa. E sicuramente ora come ora non può parlare con nessuno e può essere che abbia la strana sensazione di aver fatto (di nuovo) qualcosa che non doveva fare. Ma Izuku era sveglio. Semplicemente, non aveva voglia di parlare con nessuno di loro. E quindi, questo essere stato messo in isolamento da Eraserhead (la seconda persona che ha visto da dopo sveglio) non è stato poi così male. Gli ha dato tempo di pensare, tempo per calmarsi.

Si rende conto di essere una persona orribile.

La prima persona che ha visto, mentre provava ad alzarsi a sedere, con l’aiuto di una sola mano e con la gamba che non è abbastanza lunga perché lui si sieda accanto ai cuscini senza farla cadere sul materasso, è stata la sua mamma. E Izuku ha pensato: bene. Molto bene.

La mamma piangeva. E Izuku ha chiuso gli occhi e si è sentito in colpa mentre ripeteva nella sua testa fantastico. La sua testa ripeteva di nuovo. La sua testa continuava a ripetergli che figlio pesante che sei. Izuku fa piangere la sua mamma un giorno sì e l’altro anche. Non lo fa perché vuole, lo può giurare. Non vuole far piangere la sua mamma, non vuole che lei si senta male. (Sicuramente non vuole che lei smetta di amarlo.) E la cosa peggiore è che, mentre la mamma piangeva, tenendogli le mani (che facevano male, facevano tantissimo male), Izuku è rimasto a guardarla in silenzio, senza riuscire a dire niente, senza riuscire a capire che cosa avrebbe dovuto dire o provare.

È una cosa che gli ha fatto notare Haneayama-san, ora che ci pensa. È facile far ridere Izuku, perché è sempre molto teso e quindi con una risata riesce a rilasciare la sua tensione, quando è a disagio. Ed è facile far piangere Izuku, sempre perché è molto teso e quando si ritrova davanti a un pericolo lo affronta, per poi rilasciare la tensione che aveva accumulato, una volta al sicuro. Ma Izuku non ride e non piange mai nei momenti opportuni. Perde sempre l'attimo.

La mamma piange e Izuku non riesce a piangere insieme a lei. Non rilascia la tensione. La sta accumulando, invece. E non succede soltanto con la mamma. Succede con un po’ tutte le persone intorno a lui. Piange nei momenti meno opportuni quando si trova coi suoi compagni di classe, ride nei momenti meno opportuni quando si trova coi ragazzi della UA. Piange e ride senza un vero motivo e sembra essere un figlio senza cuore, quando la sua mamma piange, portando le mani di Izuku alla sua fronte, e lui -lui non fa niente, non prova niente.

“Non è questo il tuo compito” gli ha detto la mamma, quando si è svegliato. Erano soltanto loro due e tutte le bugie che Izuku ha detto alla sua mamma. Erano loro e le conseguenze delle azioni e decisioni di Izuku. E lei ha detto: “Proteggere gli altri, non è un tuo compito. Il tuo compito era rimanere vivo. Il tuo compito era stare bene. Il tuo compito era essere un bambino felice. E io ho pensato che saresti morto. Ti ho guardato e ho pensato che saresti morto. E come avrei potuto sopravvivere, io? Come sarei riuscita ad andare avanti, sapendo di non essere riuscita a proteggere il mio unico bambino?”

Le sue lacrime avevano bagnato i tubi della flebo e Izuku la guardava, mentre lei piangeva e non sapeva che cosa dire. Aveva pensato anche lui che sarebbe morto, nello scontro con Muscolar. Ne era sicuro. Aveva chiesto scusa alla mamma. Aveva chiesto scusa a All Might. E aveva sperato che le sue scuse fossero sufficienti a non farli piangere. (Il resto del mondo non sarebbe stato troppo deluso dall'aver perso Midoriya Izuku.)(Lui non è importante, non è utile.)(Poteva morire.)(Solo che gli dispiaceva.)(Gli dispiaceva far piangere la mamma.)(Deludere All Might.)(Gli dispiace.) “Mi dispiace” è riuscito a mormorare e ha solo fatto piangere anche di più la mamma. (Ha iniziato a provare fastidio, in quel momento, Izuku.)

“Perché ti è così difficile decidere di vivere?” gli ha chiesto ancora lei. (Izuku sentiva come un brivido sul collo.)(Qualcosa che gli dava fastidio.)(Un pizzico di rabbia.)(Un pizzico di indignazione.) “Io lo so che hai un rapporto complicato con il tuo corpo. Io lo so che non riesci a pensare al tuo corpo come parte di te. Ma se muore il tuo corpo, muori anche tu. E tutto quello che hai imparato, tutto quello che hai visto, tutto quello che sei, scomparirebbe, perché non sei riuscito a prenderti cura di te.” La mamma ha stretto le mani di Izuku. (Gli aghi si muovevano sotto la sua pelle.)(Faceva male.)(Pizzicava.) “E io sono tua madre. Io dovevo insegnarti a prenderti cura di te, io dovevo proteggerti, io dovevo amarti con tutto quello che avevo. E ho pensato che prima o poi avresti capito, pensavo che saresti stato meglio ma... Izuku, tu non migliori.“

Izuku aveva alzato un sopracciglio. Forse non sta sentendo bene. Aveva l’impressione che sua madre lo volesse abbandonare lì. Ha sentito il corpo diventargli freddo, mentre si portava una mano sulla gola, per sentire le vibrazioni di quando la schiarisce. “Mamma?” l’aveva chiamata e la mamma ha un sorriso dolce, gli teneva le mani, non sembrava voler andare via.

“Qualsiasi cosa tu faccia dopo scuola” gli ha detto lei, con un tono di voce calmo e fermo. Gentile e severo. “Quella cosa che io ho fatto finta di non vedere e che tu hai continuato a fare alle mie spalle: voglio che finisca qua.”

Izuku ha sbattuto velocemente le palpebre, aggrottando le sopracciglia. (Il brivido di rabbia rimane lì.)(Indignazione.) “Mamma...” ha provato a iniziare, ma lei aveva scosso la testa.

“Non mentirmi” lo ha interrotto lei, tra le lacrime. Il suo tono non cambia, rimane fermo. (Izuku è infastidito.)(Qualcosa lo infastidisce e lui non capisce che cosa.) “So di non essere stata la madre migliore. So che è il tuo sogno e che ti devo sostenere in questo. E ci ho provato. Ti giuro, ci ho provato. Io credo in te e in tutto quello che puoi diventare, Unicità o meno. Io -so che tu puoi fare grandi cose, ma mi chiedo se questo sia il modo giusto. Quell’uomo... non voglio che tu lo riveda. Io gli ho creduto. Ti ho dato a lui, perché io gli ho creduto, perché mi sono fidata, perché ti custodisse e ti guidasse. Perché ti tenesse al sicuro. Ma le braccia rotte. Le bruciature. E adesso questo. Non sta facendo un buon lavoro. Non ti sta proteggendo. E non lascerò più mio figlio con lui. Ho fatto tanti errori, nel crescerti. Non lascerò che gli errori di qualcun altro ti portino via da me. Se nessuno può proteggerti, allora lo farà la tua mamma.”

“Mamma...”

“Il discorso è finito qui” lo ha fermato di nuovo lei, scuotendo la testa. “Troveremo un altro modo. Io so che tu troverai un altro modo per essere l’eroe che devi essere, ma... non voglio che tu abbia più niente a che fare con quell’uomo. Izuku. Mai più. Se è questo quello che devo fare per farti rimanere in vita, lo farò.” Aveva abbassato la testa, Izuku la guardava in silenzio. Non poteva sapere quello che stava dicendo. Mamma non poteva sapere. “Fa molto male, sai?, vederti ridotto così ogni volta. Fa molto male.”

Izuku ha tirato indietro le mani che la mamma stava tenendo, con uno scatto e poi si è di nuovo sdraiato sulla schiena. Se non fosse stato per la gamba tenuta su, si sarebbe sdraiato sul fianco e avrebbe fatto di tutto per non guardare sua madre che continuava a piangere. Si è limitato a girare la testa dall’altra parte e a fingere di non sentirla singhiozzare.

Izuku sceglie sempre i momenti peggiori per piangere. E sceglie sempre i momenti pessimi per non piangere. Ha tenuto incrociate le braccia e un broncio, per far capire quanto poco d’accordo fosse con la mamma. Ma lui non è mai stato un ragazzo disobbediente. Non è mai stato quel tipo di persona da andare apertamente contro un divieto della mamma. Certo. È sempre stato curioso, forse ha sempre fatto in modo di preoccuparla e forse ha sempre avuto l'istinto di farsi più male del necessario, facendola piangere, ma non è mai riuscito a disobbedirle per davvero. (Aveva paura che lo abbandonasse.)(E la mamma non gli ha mai chiesto di non fare cose che lui voleva fare con tutto il suo cuore.) Questa situazione è nuova. È la prima volta che mamma non vuole che lui faccia qualcosa che invece lui vuole fare con tutto il suo cuore.

Mamma di solito è dolce, è comprensiva. Mamma non ha detto Izuku, non puoi essere un eroe. La mamma ha detto: Izuku, non puoi seguire quell’uomo. (perché lui non sa proteggerti.) (Si sta arrabbiando.)(Izuku si sta arrabbiando a seguire questo ragionamento.)(Perché?)(Cosa sta succedendo?)

Quando è entrato Eraserhead a sgridarlo per il suo comportamento e poi ringraziarlo per il suo comportamento, Izuku è rimasto in silenzio, con le mani sulle cosce e, finalmente, la gamba sul materasso. Ha chinato la testa durante i rimproveri e annuito durante le istruzioni su come dovrebbe procedere da qui in poi. Quando Eraserhead ha posato una mano sulla sua testa e gli ha detto che ha fatto un buon lavoro, che ha del potenziale, aggiungendo a bassa voce che forse non dovrà essere un vigilante per sempre, Izuku ha alzato lo sguardo di scatto, per trovare un Eraserhead che compilava moduli, con un’espressione più che neutra. La notizia che gli studenti della UA non avevano il permesso di venirlo a trovare prima della settimana, è arrivata in quel momento.

“Molti dei miei alunni che sono in pena per te” gli ha fatto sapere Eraserhead. “Ma non puoi permettere che ci siano dei testimoni nel mondo degli eroi delle tue ferite. Alcuni di loro sono molto intuitivi. Potrebbero capire che cosa stai nascondendo. Ti consiglio, non appena sarà possibile muoverti, di farti vedere col costume, senza che Midoriya Izuku però si tolga il gesso alla gamba. Capisci?”

Izuku ha annuito.

“Prova a rimanere vivo. So che è difficile, ma...”

Il primo giorno di Izuku da sveglio è stata una gara degli adulti per vedere chi lo faceva arrabbiare di più.


 

#5 Paura: Fuyumi e Natsuo Todoroki!!

“Questa non è esattamente la vita in un ospedale” borbotta Natsuo, lanciandosi in bocca dei popcorn, mentre Fuyumi gli dà un calcetto sul fianco.

Natsuo è tornato a casa appena ha potuto, quindi uno o due giorni dopo l’attacco alle Pussycat e non si è più mosso da casa. Gira per i corridoi, senza maglietta e di solito con qualcosa da mangiare in mano. Una volta, Shouto è sicuro di averlo visto con due tazze, fuori dalla sua camera e, quando Shouto ha aperto la porta, Natsuo ha fatto finta di niente e ha cominciato a camminare via, verso la camera di Fuyumi.

Natsuo è molto più ovvio di Fuyumi, nel suo essere preoccupato. Fuyumi sorride e fa finta di niente. Sta preparando i piatti preferiti di Shouto, gli dà più tempo per rispondere alle domande e fa scivolare delle caramelle verso Shouto, ogni tanto, per tirarlo su di morale. Natsuo, invece, non ha potuto praticare l’essere un fratello maggiore, a quanto pare. Quindi ci sono degli sguardi che mettono in imbarazzo sia Natsuo che Shouto e quegli strani tentativi di bere del tè insieme. E questo. C’è anche questo.

Shouto si muove sulla poltrona, per scivolare giù e rimanere mezzo sdraiato, mentre posa la testa su uno dei cuscinetti sopra il manico della poltrona. Davanti a lui, la televisione è accesa e stanno guardando -qualcosa. Sinceramente Shouto non ci sta nemmeno pensando a quello che potrebbe succedere in televisione. Vede solo tanti camici e tante persone con le croc e decisamente troppo trucco, per pensare che stiano davvero lavorando. Un telefilm su un ospedale. Sicuramente è questo. E non lo aiuta proprio a dimenticare l’immagine di Izuku, addormentato su un letto d’ospedale. (E questo ricordo.)(Il ricordo di Natsuo.)(Il ricordo di Fuyumi.)(Il ricordo di quel dolore che gli ha inflitto suo padre.)(E la sua mamma.)(Il dolore che gli ha inflitto la sua famiglia.)

“Sicuramente questo non è un procedimento medico” continua Natsuo portandosi una manciata di popcorn in bocca. Fuyumi sbadiglia e gli dà un altro calcetto sul fianco. Sono seduti sul divano grande, loro due. Fuyumi sdraiata, con le gambe su Natsuo, mentre finge di star leggendo qualcosa al cellulare e, ogni tanto, lancia delle occhiate veloci allo schermo della televisione, mentre Natsuo, seduto con le gambe incrociate mangia e critica e sembra essere molto preso da questa serie. Chissà perché. “Se facessi una cosa del genere nella vita reale, probabilmente ti farebbero causa.”

"Tu ne sai qualcosa di cause.“

“Che dovrei sapere di cause?”

“Di cause perse” finisce Fuyumi, sbadigliando.

“Ma cosa vuol dire?” chiede Natsuo, girandosi verso di lei e scuotendo la testa, mentre Fuyumi ride, alzando una gamba per spingere via col piede la faccia di Natsuo, che, a sua volta, cerca di spingerla via con le mani, prima di tornare a mangiare i popcorn. “E poi tutte queste persone che si baciano nei ripostigli... se entri nei ripostigli incontri solo specializzandi che piangono.”

“Tipo te?” chiede ancora Fuyumi, bloccando il cellulare per infilarlo trai cuscini accanto ai suoi fianchi.

Natsuo assottiglia lo sguardo, ingoia i popcorn e ruota gli occhi. “Eh, sì” risponde alla fine. “Tipo me.” Cosa che da scoppiare a ridere Fuyumi, che continua a dargli dei calcetti, non permettendogli di continuare a mangiare.

Di solito, Shouto può andarsene in camera sua senza problemi, dopo cena. Nessuno gli chiede di rimanere in salotto o di guardare qualcosa, prima di andare a dormire. Shouto, lo ha già detto, vive prevalentemente da solo. E non gli dà poi così tanto fastidio, rimanere da solo. Soprattutto perché, beh, lui è abituato a stare da solo. Natsuo e Fuyumi, però, per qualche stupidissimo motivo, lo vogliono intorno, ultimamente. Vogliono che stia con loro, vogliono che lui parli loro, che racconti delle sue giornate, di quello che pensa di una serie tv, o di un libro o anche solo del tè che stanno bevendo. E Shouto ha scoperto che questo non gli sta poi così tanto bene.

È diverso. Quando Iida, o Uraraka, o Yaoyoruzu gli fanno domande, è diverso. Loro hanno uno scopo, e glielo hanno detto. Vogliono essere amici. Vogliono che lui voglia loro bene e lo vogliono conoscere. Shouto non pensa che ci sia poi così tanto da conoscere, di lui, ma quando Iida si rende conto delle differenze nelle sue espressioni o quando, per pura casualità, riesce a capire un bisogno di Shouto prima che Shouto stesso se ne renda conto, è bello. È familiare. Conosce i suoi compagni di classe da aprile. Qualche mese, quindi. Loro lo conoscono di più di quanto i suoi fratelli conoscano lui.

È anche diverso da quando parla con Izuku, o col Coniglio Lunare.

Shouto sistema di nuovo la testa, perché non gli faccia male il collo, stringendo le ginocchia al petto. È diverso parlare con Izuku, perché di solito Izuku riempie ogni spazio bianco. Shouto non pensa che ci sia molto di buono in lui, ma vorrebbe che Izuku vedesse soltanto la sua parte buona. Il problema è che non conoscendo quella sua parte buona, non sa che cosa dovrebbe mostrare e si ritrova sempre ad ascoltare Izuku, a cullarsi nella sua di bontà. E, anche se Shouto non parla, anche se molto spesso non riesce a dire tutto quello che vuole dire, Izuku sembra aver intuito molto più di lui di quanto Shouto vorrebbe. È anche diverso parlare col Coniglio Lunare. Perché lui invece ha visto solo la parte peggiore di Shouto. Non riesce ad aggiungere nient’altro. Gli viene un peso al petto, a pensarci, sente come se avesse perso un respiro. Il Coniglio Lunare ha visto solo il peggio di Shouto.

Fuyumi e Natsuo che bisticciano sul divano, facendo cadere i popcorn dappertutto, si comportano come fratelli, tra loro. E tra loro si vogliono bene e non si muovono come se fossero su gusci d’uovo. Sono diversi con Shouto. E questa sceneggiata che stanno facendo -sì, sembra falsa.

Shouto ha vissuto i suoi primi quindici anni senza fratelli maggiori. Le cose non possono cambiare così facilmente e lui non sa comportarsi da fratello minore. Cosa dovrebbe fare? I suoi amici lo conoscono più di quanto lo conoscano i suoi fratelli. Cosa dovrebbe fare? È normale? Non gli sembra normale.

“Shouto” lo chiama Natsuo. “Potresti venire qui e proteggermi da questa strega?”

Shouto alza la testa, per poterlo guardare negli occhi. Che cosa dovrebbe fare? Di solito chiederebbe consiglio a Iida, o al Coniglio Lunare. E Izuku è all’ospedale e Shouto non sa che fare, non sa come si dovrebbe sentire, si sente bloccato sul posto, si sente come se -questa è una farsa. Loro non sono mai stati fratelli, ma non perché loro non volessero essere fratelli. Quindi Shouto si alza in piedi e si siede, con la schiena dritta e le mani sulle ginocchia, tra Natsuo e Fuyumi.

I fratelli maggiori di Izuku sembrano essere tanto buoni e gentili con lui, se avesse avuto dei fratelli maggiori, si era detto, avrebbe voluto che fossero come loro. Quando li ha visti insieme, tutti e tre, con Haneyama che scompigliava i capelli a Izuku e Koichi che lo metteva in imbarazzo e ci giocavano e gli facevano domande, Shouto ha pensato: è questo quello che voglio. Quello che avrebbe voluto, se avesse potuto. E lui però ha già dei fratelli maggiori. Forse dovrebbe sperare in qualcosa nel loro rapporto. Forse quello che Endeavor gli ha tolto, Shouto lo può avere indietro. Forse, c’è la lontana possibilità che Fuyumi e Natsuo gli vogliano bene.

Forse.

C'è la possibilità.

Cosa dovrebbe fare adesso?

Fuyumi si è alzata a sedere, guarda Shouto da vicino, prima di posargli una mano sulla testa. La posa prima sulla parte destra, poi su quella sinistra e aggrotta le sopracciglia, prima di rifare gli stessi movimenti. “Sei arrabbiato?” gli chiede, poi tira la testa di Shouto sulla sua spalla, gentilmente, per potergli accarezzare delicatamente la nuca. “Sei spaventato?” gli chiede ancora.

Shouto aggrotta le sopracciglia. È arrabbiato? È spaventato? Non ne ha la più pallida idea. Ha i muscoli tesi. Immagina che questo sia un tipo di abbraccio di sua sorella ed eppure non riesce a sentirsi completamente al sicuro. Sente come se ci fosse ancora una parte di lui che vuole scappare. Una parte di lui che sa di essere solo. Non si diventa fratelli in due o tre minuti. Ed è colpa di Endeavor. È colpa sua. È colpa di sua madre. È colpa anche sua.

Quella cosa che Izuku ha con quei due ragazzi? Shouto non potrà mai averla.

“Non ti hanno lasciato vedere il tuo amico?” chiede Natsuo, da dietro le sue spalle. “Anche questo è strano. In orario di visita dovrebbero poter far entrare chiunque nella sua stanza. Sempre supervisionato, ovvio ma...”

Fuyumi scuote la testa e Natsuo sospira. E poi, la stanza rimane in silenzio, con soltanto il rumore della televisione a fare da sottofondo. Ci sono così tante cose a cui pensare. Ci sono così tante cose che non vorrebbe fare, tante cose che non vorrebbe pensare. Ci sono tante cose che ha perso. Così tante cose che non riavrà mai più indietro. Ha perso la sua mamma il giorno in cui ha ottenuto la sua cicatrice. Ha perso i suoi fratelli, quando è nato con queste due stupide Unicità. Ha perso la possibilità di una famiglia normale. Ha perso la sua possibilità di essere una persona normale. Ha perso la possibilità di non sentirsi sempre così in colpa, così frustrato, così... Sta perdendo anche Izuku. Glielo stanno portando via.

Shouto non ha la forza per proteggere nessuno. Shouto non ha la capacità di essere un fratello minore. Shouto nemmeno sa che cosa voglia veramente dire essere un eroe. Shouto non riesce a essere nemmeno una vera persona.

È arrabbiato? Shouto è davvero arrabbiato?

Si tira indietro e distoglie lo sguardo, prima di alzarsi di nuovo in piedi. “Sono stanco” dice con un fil di voce. “Voglio solo andare a dormire.”

Natsuo e Fuyumi non dicono nulla. Lo lasciano andare in silenzio. Forse anche loro sono molto confusi su quello che volevano e dovevano fare. Forse anche loro stanno brancolando nel buio e non sanno come dovrebbero comportarsi con lui. Forse.

Ma, se Shouto è davvero arrabbiato -con chi lo è? Con chi potrebbe davvero esserlo e perché?

Non ha mai pensato ai suoi sentimenti, non è bravo a riconoscerli. In questo momento, però, vorrebbe tanto poter vedere Izuku e fingere di essere solo quello che lui riesce a vedere.


 

#5 Paura: Le lacrime versate a causa di Midoriya Izuku!! (parte due)

Al quinto giorno, ed è strano che ci abbiano messo tanto, i ragazzi della UA riescono a entrare di nascosto nella stanza di Izuku. E lui lo deve ripetere: è davvero strano che ci abbiano messo così tanto tempo. E deve dire che non si era reso conto di quanto gli mancasse la compagnia di persone così caotiche, messi da parte, certo, i suoi compagni di classe, che si sono fatti vedere quasi ogni giorno da quando Izuku è stato ricoverato.

Per quanto possa sembrare strano, il primo a entrare in questa stanza è Phantom Thief, con una scatola di dolci e un paio di frasi sarcastiche. Si è seduto accanto al suo letto e gli ha chiesto quanto gli faceva male la gamba da uno a cento. Poi, gli ha chiesto se gli sarebbero rimaste delle cicatrici sulle braccia. Faceva veramente tantissime domande e, quando ha detto che con delle nuove cicatrici Izuku sarebbe potuto sembrare per davvero un pazzo maniaco, Battle Fist è miracolosamente comparsa dietro di lui per dargli un pugno in testa, salutare Izuku con un sorriso e avvisare che un ragazzo con un maglioncino di All Might si stava avvicinando e che quindi sarebbe meglio scappare via il prima possibile.

Si sono buttati dalla finestra e sono corsi via, per non essere rimproverati da Vlad, il loro professore. (Battle Fist ha passato il suo autografo a Izuku, prima di saltare dalla finestra e Izuku ha deciso che mai nella sua vita, mai, avrebbe lasciato che sarebbe successo qualcosa di male a quella ragazza.)(Ha completato il rituale.)(Adesso Izuku le è completamente e inesorabilmente leale.)(Per sempre.) E, quando Koichi-nii è entrato nella stanza di Izuku, non c’era niente che fosse fuori posto.

Dopo Phantom Thief, a distanza di qualche ora, sono arrivati Tenya-kun, Uravity-san e Shouto-kun. Izuku stava guardando fuori dalla finestra, pensando ai fatti suoi, e poi si è ritrovato con due braccia intorno alla testa, stretto da un abbraccio stravagante, forte e veloce, per cui Izuku riconosce immediatamente Tenya-kun.

“Lo sapevo che era una bugia che stava ancora dormendo” borbotta Uravity-san, prima di sedersi sulla poltrona e iniziare a giocarci, tirando lo schienale su e poi giù, su e poi di nuovo giù. “Continuano a dirci bugie. Ci volevano tenere separati. Se lo chiedi a me, questo deve essere un complotto. Chi hai fatto arrabbiare, Izuku-kun? Chi ti vuole morto, eh?”

“Forse Tenya-kun” scherza con la voce roca. “Sta provando a soffocarmi.” Izuku alza lo sguardo, per poterla guardare, ma Tenya-kun non sembra volerlo lasciare andare, motivo per cui Izuku allarga le braccia e gli restituisce l’abbraccio, con un mezzo sorriso, che comunque nessuno dei presenti riesce a vedere. Ma questo suo gesto affettuoso (almeno, spera che sia affettuoso, non lo sa) fa soltanto in modo che Tenya-kun si emozioni un pochino di più e che lo abbracci con un pochino più di forza. Forse Tenya-kun vuole veramente ucciderlo e Izuku deve dire addio alla sua vita. Comunque, morire mentre si viene abbracciati non è proprio una brutta morte. Non si lamenta. Si lascia sfuggire una piccolissima risata.

“Avevamo paura che stessi morendo” gli dice Tenya-kun e ha la voce un pochino spezzata. Sembra come se...

Izuku alza la testa, facendola scivolare via dalla stretta di Tenya-kun e posa gli posa le mani sul viso. Si guardano per qualche secondo. Di solito, Izuku non ha il coraggio di guardare le persone negli occhi. Non ne ha proprio la forza, ma sente che questo è uno di quei momenti in cui certe cose devono essere messe da parte. E quindi guarda Tenya-kun negli occhi, gli sorride e poi dice, con la testa un pochino inclinata: “Ma io sono vivo.” Vedere Tenya-kun piangere, non gli fa venire voglia di piangere. Piuttosto lascia andare il suo viso e sospira, continuando a sorridere. Deve mentire. Ovviamente deve mentire. “Pensavo vi foste dimenticati di me” scherza di nuovo e Uravity-san smette di andare su e giù con lo schienale della poltrona, solo per poter sospirare.

“Qualcuno voleva veramente tenerci lontani, lo sai?” gli dice. “L’infermiera dice che tu stai ancora dormendo. Ti sembra normale?”

Izuku inizia a giocherellare con le dita, mordendosi l’interno delle guance. “Può essere che quando veniva a controllarmi io stessi davvero dormendo.” Scrolla le spalle. “Non c’è molto da fare in ospedale.” Non sa esattamente che cosa dovrebbe dire a questo punto e —Izuku aggrotta le sopracciglia e si guarda intorno, rendendosi conto che, per quanto Tenya-kun gli stia praticamente addosso e Uravity-san gli sia accanto, Shouto-kun rimane in disparte, accanto alla porta. Lo guarda appena. E questo è strano.

“Il tuo cerotto è sporco di sangue” gli fa notare Uravity-san indicando la sua fronte con un dito. Poi aggrotta le sopracciglia. “Non ti cambiano le fasciature?”

“Quelle delle braccia sembrano pulite.“

Izuku si porta le dita sulla fronte e poi scuote la testa, con un mezzo sorriso. “È l’antibiotico” risponde. “Mi hanno messo quattro punti e non ho capito bene ma sembra che l’unguento abbia questo colore. Serve perché non si rimargini con il cotone dell'anno fasciatura. Me la cambiano ogni dodici ore, per controllare come si stanno rimarginando i punti, quindi, direi che mi seguono abbastanza.”

“Fa impressione.”

“È la prima volta che vedete una cicatrice appena fatta?” chiede Izuku, grattandosi la testa con un dito. Fa attenzione a tenere la gamba ingessata quasi immobile e continua a torturarsi le dita delle mani, togliendosi le pellicine ai lati delle unghie. “Mi hanno dato il permesso di togliermi le bende da solo, per sistemarle. Questo braccio, credo che dovrò coprirlo per molto tempo.” Cerca di scherzarci sopra per ridimensionare la natura delle sue ferite. Gli aspiranti eroi dovrebbero essere più abituati a vedere persone ferite, ma Tenya-kun sta piangendo. Per colpa di Izuku. (Non va bene far sentire così le persone.)(Non lo farà stare al sicuro.) “La pelle ancora non si è rimarginata del tutto. La volete vedere?”

“Sì.” “No!” rispondono Uravity-san e Tenya-kun all’unisono. Lei scoppia quasi a ridere e invece lui le lancia un’occhiataccia, mentre scuote la testa, quasi indignato.

Izuku si porta una mano sul braccio. In realtà, non lo ha mai visto senza la fasciatura. È divertente come la parte destra venga danneggiata sempre di più e lui non ci possa fare proprio niente. Vorrebbe, almeno, che le persone ridessero di quest’ironia della vita (come hanno sempre fatto), invece di preoccuparsi per lui.

Shouto-kun non ha detto una parola. Non sta nemmeno di vedetta alla porta. Semplicemente sta lì e lo guarda e Izuku non sa come comportarsi al riguardo. Si passa una mano dietro l’orecchio destro e prova a forzare una risata, quando Uravity-san allunga il braccio verso una sfera di neve, che gli hanno lasciato come regalo di pronta guarigione. “Non lo toccherei, se fossi in te” le dice. “Me lo hanno portato dei miei compagni di classe e a loro piace tantissimo far esplodere le cose. È anche per questo che lo tengo lontano dal letto.”

“Loro quindi possono venirti a trovare.”

Izuku scrolla le spalle. Non ha una risposta per questo.

Uravity-san aggrotta le sopracciglia ancora una volta, prima di gettarsi di nuovo sulla poltrona. Tamburella con le dita sulle cosce e poi sospira. “Il bambino è molto felice e molto salvo” gli fa sapere, dondolando i piedi. Izuku fa un mezzo sorriso e tira su il ginocchio della gamba che è ufficialmente sana. (Con la gamba ingessata non può fare niente, nonostante non ci sia il bisogno che sia ingessata.)(In effetti, se Izuku volesse, potrebbe correre per la città anche adesso.)(Ma deve mantenere le apparenze.)(Deve essere sicuro che ci siano delle incongruenze tra lui e il Coniglio Lunare.)(Quindi, per ora, si muove così)(Non fa che mentire.)(Non è una novità, comunque.) “E con lui siamo a quota tre persone salvate da Midoriya Izuku contro il mio misero uno. Mi stai battendo, e non sei nemmeno in un corso da eroi.”

Izuku sbuffa, posando la guancia sul ginocchio. “Quindi sto finalmente vincendo su qualche fronte” mormora, passandosi, stancamente una mano sul viso. Poi si tira indietro e fa una smorfia. “Chi hai salvato? Perché non me lo hai raccontato?”

Uravity-san fa una smorfia divertita, prima di indicarlo. “Ho salvato te” lo informa. “In mille modi, okay, ma direi che la volta che conto come salvataggio sia quella volta al centro commerciale, quando stavi per essere disintegrato da un criminale e io sono arrivata e ti ho salvato la vita.” Fa una breve pausa, sedendosi dritta sul divano. “Uau, non lo contavi come salvataggio. Sei proprio un ingrato.”

Izuku ride piano. “Scusa” borbotta, alzando una mano in segno di sconfitta.

“Midoriya-kun” lo chiama Tenya-kun e Izuku alza lo guardo verso di lui. Almeno non sta più piangendo. Izuku non sa che cosa fare quando le persone piangono per colpa sua. Non gli piace. Non si dovrebbero sentire sentimenti negativi per colpa sua. Non sa che cosa dovrebbe fare, in quei momenti. Tenya-kun sembra essere molto triste. Sembra essere davvero molto preoccupato, mentre se ne sta seduto sul letto di ospedale di Izuku. “Dovresti considerare di entrare in un corso di eroi” finisce Tenya-kun.

Izuku tira giù le spalle e sbatte velocemente le palpebre. “Guarda che non è vero che ho salvato tre persone” mormora, con la testa inclinata. Torna a torturarsi le dita delle mani. Si gratta via le pellicine. Vorrebbe che questa visita finisse qui. Sente che c’è qualcosa che non va. Sente che dovrebbe stare attento, adesso. Che non dovrebbe parlare troppo. Sente che è meglio se fa finta di dormire.

“So che una licenza provvisoria non ti servirebbe a niente. Essendo Senza Unicità non hai bisogno del permesso di usare un’Unicità. Ma in un corso per eroi saresti allenato per essere pronto in situazioni pericolose.” Tenya-kun si inumidisce le labbra, lanciando uno sguardo a Shouto-kun, che rimane in silenzio, con le sue braccia incrociate e la sua peggiore espressione neutra (in realtà, sembra essere preoccupato anche lui). (Izuku prova a non ruotare gli occhi.)(Sembrano tutti preoccupati.)(È fastidioso.) “In un corso da eroi ti insegnerebbero almeno a difenderti. O almeno dovresti pensare ad avere qualcuno vicino del mondo degli eroi, non lo so, ventiquattro ore su ventiquattro. Nell'agenzia di mio fratello c'è chi si occupa di queste cose e... Non è la prima volta che sei vittima di un attacco di criminali. Non so perché ti ritrovi sempre in mezzo, ma ormai è la seconda volta. E se nella prima è andata bene, perché Uraraka-kun era nei dintorni, questa volta sei finito in ospedale. Questa volta hai veramente rischiato di morire.”

“Qualcuno che si occupa di...?” Izuku aggrotta le sopracciglia, facendo scivolare la gamba giù, sul materasso. Non ha il coraggio di guardare Tenya-kun negli occhi, ovviamente, ma si sente offeso. (Eccola che torna.)(Quella punta di fastidio che pensava che non avrebbe più provato.) “Ma io sto bene, Tenya-kun” ci tiene a precisare. (Quella rabbia che pensava che non avrebbe più sentito.)

“No, non stai bene” risponde Shouto-kun e uau, davvero, le prime parole che dice devono essere un modo per andargli contro, incredibile.

“Una gamba rotta, entrambe le braccia fratturate, dei punti sulla fronte, le ferite per tutto il viso e sono sicuro che hai anche almeno due costole fratturate, questo per te è stare bene?” Perché quando Tenya-kun parla gli sembra di sentire un genitori? “Hai una risposta? Per te è stare bene?”

Izuku ruota gli occhi, mentre scuote la testa. “Sono ancora vivo.” Sta davvero provando a rimanere calmo.

“Eri a malapena vivo.”

“Ma respiravo!” La voce gli esce un pochino più alta di quanto avesse voluto. Izuku sbatte velocemente le palpebre e si tira un pochino indietro. Chiude gli occhi per darsi dell’idiota e poi prende un respiro profondo. Non vede la loro reazione. Non la vuole vedere. “Io non sono un civile da proteggere” dice a bassa voce, abbassando lo sguardo. “Non sono la vostra causa pro bono. Non sono il vostro pass per farvi sentire delle persone migliori. E, sinceramente?, non voglio essere protetto da voi. Non voglio essere la vostra damigella in difficoltà, quindi, se è per questo che siete qui, forse dovreste andarvene.”

“Izuku-kun” lo chiama dolcemente Uraraka. “Sai che non è questo che volevano dirti.”

“Okay, ma è quello che voglio dire io” ribatte Izuku. Tono basso. Pugni chiusi intorno alle lenzuola. (C’è questa vocina dietro la testa che gli dice che non è vero.)(C’è una vocina che gli dice che se la sta prendendo con le persone sbagliate.)(E però c’è anche questa sensazione di rabbia.)(È arrabbiato da settimane.)(È così arrabbiato che non riesce a respirare.)(È irritato da quando lo hanno lasciato con Crawler e Pop☆Step.)(È arrabbiato da quando lo hanno lasciato con le Pussycat.)(È furioso da quando tutte le persone che vengono a trovarlo gli dicono la stessa cosa.) “Io non ho bisogno della vostra protezione. Non mi serve. Non la voglio. So cavarmela da solo. Me la sono sempre cavato da solo. Se sono vivo lo devo a me, non ho bisogno di eroi che mi girano intorno perché provano pena per me. Sono sopravvissuto al criminale da solo, ho portato quel ragazzino in salvo da solo, ce l'ho fatta da solo perché non c'era nessuno lì con me. E adesso, a posteriori, siete tutti un proteggiamo Izuku! Uau, beh, grazie ma no grazie. Non fate che peggiorare le cose, provando a proteggermi.”

“Cosa c’è di male al voler proteggere una persona a cui tieni?” gli chiede Shouto-kun con una smorfia.
“Tu saresti la nostra causa pro bono?” chiede invece Tenya-kun.
“Sei arrabbiato perché non eravamo lì?” chiede Uravity-san con un fil di voce.

Parlano quasi all’unisono e questa cosa infastidisce ancora di più Izuku, che guarda le sue lenzuola con intensità. Non capiscono. (Come potrebbero capire?)(Izuku non ha mai parlato apertamente.)(Izuku non può dire loro tutto.)(Izuku non vuole spiegarsi.)(Si sta solo sfogando.)(Sulle persone sbagliate.)(È davvero questo il tipo di persona che è diventato?)

“Sono arrabbiato” dice con una voce chiara. “Perché pensavo che voi foste miei amici, ma voi mi vedete come un animale domestico.” Stringe i pugni e scuote la testa. “Sono stanco. Lasciatemi dormire.”

Izuku serra la mascella, mentre vede come Shouto-kun mostri la sua espressione arrabbiata, prima di girarsi, aprire la porta e andarsene, sbattendola dietro di lui. Ma Tenya-kun e Uravity-san non si muovono di un centimetro. Rimangono lì. Rimangono in silenzio a guardare Izuku, che prova a sdraiarsi, dando loro la schiena. Non sa se voleva che se ne andassero oppure no. Shouto-kun che non ha battuto ciglio a uscire dalla stanza lo ha ferito, (ha solo confermato i suoi sospetti)(... quali?)(quali sospetti?) e immagina che sia quello che si merita, visto le cose che ha detto. Ma Tenya-kun e Uravity-san che non se ne sono andati lo hanno irritato.

Non sa che cosa dovrebbe fare, a questo punto.

Izuku non ha mai litigato con nessuno. Non per sua iniziativa. Non sapeva come sarebbe andata a finire e si sta già pentendo. Lui non è così. Gli viene da piangere. Potrebbe aver perso degli amici. Potrebbe averli feriti. Potrebbe aver rovinato tutto. (Sapeva che sarebbe successo, prima o poi.)(Lo sapeva.) È solo che ha tanta rabbia e non sa dove farla scomparire. Ha tanta rabbia e non sa come canalizzarla. E non ha voglia di chiedere scusa. In realtà, vorrebbe farlo, ma sente che non è nemmeno giusto farlo. Perché, alla fine, non era una cosa che pensava? Uravity-san e Shouto-kun si sono sempre mossi in punta di piedi, intorno a lui. Lo hanno sempre trattato con le pinze e anche il comportamento dei ragazzi della UA, con la storia del cibo, con la storia del prendersi cura l’uno dell’altro, lo hanno fatto sentire come se lui non riuscisse a prendersi cura di loro perché gli manca qualcosa. Gli mancherà sempre qualcosa.

La puoi ottenere la tua Unicità, se vuoi, ma questo non cancella tutti gli anni che hai vissuto senza di lei. E loro ancora pensano che lui sia un Senza Unicità. Lo fanno sentire inutile, anche senza volere.

Izuku è consapevole che non è veramente questo il motivo della sua rabbia. Avere degli amici che lo trattano bene e non gli gridano addosso ogni due per tre, anche se lo fanno per pena, è orribile da dire, ma non lo ha mai veramente disturbato. Non ha mai avuto amici. È -era solo felice di poter avere qualcuno con cui parlare. (C’è qualcos’altro.)(Non è veramente arrabbiato con loro.)(C’è qualcosa che ha ignorato e che vuole continuare a ignorare.) Gli dispiace.

Non vuole perderli.

Gli dispiace davvero tanto.

Ha paura di perderli.

Izuku si porta entrambe le mani sugli occhi e si raggomitola sotto le coperte, prima di mormorare: “Mi dispiace.” Non è nemmeno sicuro che sia stato ascoltato, ma non importa. Lo può ripetere quante volte vogliono. “Mi dispiace.”

C'è un momento di silenzio. Izuku sa di aver rovinato tutto, quindi non si aspettava nient'altro. Non una risposta. Non una frase di addio. Crede che Tenya-kun e Uravity-san si alzeranno e se ne andranno, nei migliori dei casi. Sa che sono delle persone troppo gentili per fargli davvero male. Almeno. Fisicamente. O adesso che è in convalescenza. E, se invece si rivelassero più simili a Kacchan di quanto lui pensasse, beh, Izuku se lo meritava un po', e poi è già in ospedale, quindi sarebbe stato curato immediatamente.

Tenya-kun posa una mano sulla spalla di Izuku. “Non c’è nessun sentimenti nei tuoi confronti che non sia positivo, Midoriya-kun” gli fa sapere. “Per quel che mi riguarda, nutro un forte affetto e rispetto nei tuoi confronti. Non provo pena. Non penso che tu sia una causa da portare avanti. Penso che tu sia mio amico.”

Izuku sente il naso pizzicargli e la vista gli diventa un pochino annebbiata. Il cuscino su cui ha posato la testa si bagna facilmente delle sue lacrime. Sta piangendo di nuovo. (Proprio come un ragazzino.) “Mi dispiace” ripete.

“Ma sai, Izuku-kun, è proprio perché ti vogliamo bene che abbiamo paura che ti succeda qualcosa.” Uravity-san deve prendere un momento, prima di continuare a parlare. “Questa settimana è stata una delle più brutte settimane della mia vita, perché non sapevo come stavi. E perché non potevo vederti. È stato frustrante.”

Izuku chiude gli occhi ed è felice di non poter vedere Uravity-san o Tenya-kun, perché probabilmente avrebbe pianto anche di più. “Mi dispiace” ripete come un disco rotto.

“Noi capiamo i tuoi sentimenti, ma vorremmo che tu capissi i nostri” continua Tenya-kun. “Per te, i nostri sentimenti non hanno nessun peso?”

“Mi dispiace” ripete, alzandosi a sedere sul letto, con lo sguardo basso. “Io -lo so. Mi dispiace.”

Uravity-san inclina la testa e si alza in piedi per poter abbracciare Izuku. “Dispiace anche a me, perché non ero con te” gli dice piano piano, come se fosse un segreto.

“Mi dispiace di averti fatto sentire come una causa pro bono” dice Tenya-kun, unendosi all’abbraccio, e Izuku è abbastanza sicuro che stia piangendo anche lui.

Per un momento sa che tutto va bene.

“Si può sapere che cosa ci fanno loro qui?” chiede invece Haneyama-san, con un lecca lecca in bocca e una mano sul fianco. Izuku si congela, lanciando uno sguardo verso di lei. Oh. Oh, no. Ora sono davvero nei guai. “Ma davvero? Cosa sono le regole? Pignatte? Le state sempre a rompere. Uscite di qui e smettetela di frignare come dei ragazzini, altrimenti giuro che faccio la spia con Eraserhead. Avete tre secondi per sparire dalla mia vista. Uno.” Inizia a contare sulle dita. Ma Uravity-san e Tenya-kun non sembrano volersi muovere. Non sciolgono l’abbraccio.

"Ragazzi" li chiama Izuku.

“Due!” grida ancora Haneyama-san.

“Sono già stata etichettata come ragazza problematica, non ti preoccupare, Izuku-kun.”

“Due e mezzo!”

“Infatti non mi preoccupavo per te.”

“Ouch.”

“Poi rovineremmo il record di bravo ragazzo di Tenya-kun.” Cerca di spingerli via, perché inizino a correre, am nessuno dei due si muove, motivo per cui Izuku sbuffa una risata leggera e poi dà un bacio sulla guancia a entrambi, prima di calciarli via, con l'aiuto della sensazione di sorpresa che ha lasciato i suoi due amici più malleabili. Izuku muove la mano, per salutarli. “Grazie per avermi visitato” sussurra, tirando su col naso e cercando di asciugarsi le ultime lacrime che gli sono rimaste sulle guance.

Tenya-kun e Uravity-san sorridono e iniziano a correre fuori dalla stanza.

“Due e tre quarti!” continua a gridare Henaeyama-san. “E tr-...” Appena Tenya-kun e Uravity-san sono fuori dalla stanza, Haneyama-san smette di contare e si rimette in bocca il lecca lecca. “Tu e i tuoi amici” borbotta poi verso Izuku. “Almeno mettete fuori qualcuno di vedetta, no? Il problema di infrangere le regole non è infrangerle, ma farsi beccare. Soprattutto se sono regole stupide.”

Izuku deve parlare con Shouto-kun. Deve sistemare le cose.


 

#5 Paura: Le fiamme di Todoroki Shouto!!

Shouto si sta passando le mani sulle cosce più e più volte. I jeans sono stati consumati immediatamente dalle fiamme e così anche la sua maglietta. Sta iniziando a fare male, il fuoco, sulla pelle. Il fuoco esce. Shouto non riesce a fermarlo. E si sente così arrabbiato, così sporco, così stupido. Cerca di calmare il respiro. Cerca di pensare a cose belle. Ma ogni volta gli vengono in mente le parole di Izuku e il cerotto sulla fronte, le bende sulle braccia la gamba rotta. E si sente furioso. Si sente fuori controllo. Sente come la sua pelle inizi a non sopportare più il calore delle fiamme.

Shouto si sta passando le mani sulle cosce più e più volte quando arriva il Coniglio Lunare.

Arriva sempre nei momenti più opportuni, per qualche motivo. Shouto non lo vede da settimane. L’ultima volta è stata poco prima della partenza per il campo con la scuola. Il Coniglio Lunare aveva portato un pasticcino per festeggiare uno di quei momenti che lui dice essere momenti chiave della vita. Le gite scolastiche, i primi passi nel mondo senza i tuoi genitori dietro e altre cose del genere. Lo aveva fatto ridere, quella volta, a Shouto. È un ricordo prezioso. Sono amici loro due. Il Coniglio Lunare fa sempre sorridere Shouto. E, per un attimo, quando lo vede, le sue fiamme diventano un pochino più fredde, solo per poi ricordargli Izuku. Anche lui lo ha fatto ridere, anche lui è un suo amico prezioso. (E oggi Izuku lo ha fatto arrabbiare.). E le sue fiamme tornano a essere calde e forti e brillanti.

Shouto non ne può più. Non ne può più. Si porta le mani sul viso e prova a respirare profondamente. Non ne può più.

“Cosa succede?” gli chiede il Coniglio Lunare, atterrando accanto a lui. Le tegole del tetto non dovrebbero avere problemi a sopportare ancora per un po’ il calore di Shouto. Si muove ritmicamente, per fare in modo che la casa non bruci. Non ha il coraggio di scendere il giardino, nel caso in cui si trovasse troppo vicino all’erba. Shouto non riesce a respirare regolarmente. “Che cosa...?”

“Non ho il controllo” borbotta Shouto. “Sta iniziando a fare male. Non ho il controllo.”

Il Coniglio Lunare si muove per finire davanti a Shouto. Forse lo osserva. Controlla la situazione. Forse lo sta studiando. E poi annuisce piano. “Okay” mormora, continuando ad annuire. “Okay. Va bene. Okay.”

“Sta iniziando a fare male” si lamenta Shouto.

Il Coniglio Lunare abbassa le protezioni per la mascella e Shouto lo vede prendere un respiro profondo, prima di posare una sua mano sulla guancia di Shouto. È impazzito. Il Coniglio Lunare è impazzito. Shouto prova a tirarsi indietro, per non farsi toccare, ma il Coniglio Lunare lo segue, senza nessuna esitazione. “Va bene” gli dice, invece. “Ho i guanti non infiammabili e va tutto bene.” Poi posa una mano anche sulla guancia destra di Shouto. “Non devi avere il controllo per forza. Va tutto bene. Pensi che se ti tiro dell’acqua addosso smetterai di -no. È una soluzione stupida, vero?”

Il tocco del Coniglio Lunare è diverso. È sicuro e fermo. Gentile e responsabile. “Non voglio sentirmi così.” Shouto scuote la testa, con gli occhi chiusi. “Non voglio che mi veda così.” È andato via prima che le sue fiamme potessero prendere il controllo, perché non se ne rendessero conto. È andato via prima che lo vedessero davvero arrabbiato, per paura che potessero pensare di lasciarlo, di non voler più essere suoi amici. Di non volerlo più intorno.

“Chi?” gli chiede il Coniglio Lunare. “Chi non ti deve vedere così?”

Nessuno dovrebbe vederlo così. (Ma non vuole che lo veda Izuku, in particolare.) Shouto scuote la testa. Perché Izuku gli ha detto quelle cose? Perché Endeavor gli ha fatto così male? Perché non riesce a salvare le persone a cui tiene? Perché non riesce nemmeno a essere un fratello minore? Perché sente di non fare nulla di buono in tutta la sua vita? Perché si sente così? Frustrato. Arrabbiato. Impaurito. Perché le fiamme non si fermano? Non vuole che lo vedano così. Lui non è così. Questa rabbia non è sua. Questa rabbia gliel’hanno messa dentro e lui non sa come tirarla fuori, ma non è lui. Lo sa che non è lui. Questo fuoco (questa rabbia) non è suo. Non lo sono. Non li vuole.

Non vuole essere come Endeavor. Non vuole essere così. Lui non è come suo padre. Lui non è così. Per favore. Sta iniziando a fare male. Vuole veramente che tutto questo si fermi. (Perché Izuku ha detto una cosa del genere?)

“Ehi, Shouto-kun, io non so chi non ti deve vedere così, ma è una persona importante, vero?” gli chiede il Coniglio Lunare. Muove il pollice sulla guancia di Shouto, provando a sorridere. Quei guanti non possono resistere per sempre. Lo brucerà di nuovo. Se non riesce a controllare le fiamme, Shouto lo brucerà di nuovo. “Non vuoi che ti veda arrabbiato. Ma se questa persona è importante per te e se tu sei importante per questa persona, allora non pensi che vederti arrabbiato non cambi molto? Che non sarà per questo che deciderà di stare lontano da te?”

Shouto sospira, guardando verso le tegole. Se riuscisse a equilibrare la temperatura con il ghiaccio, forse riuscirebbe a tornare in uno stato normale. Solo che, per qualche motivo, non riesce a farlo. Non riesce a far abbassare la temperatura. Più ci prova, più calda diventa la sua mano sinistra. Più forte diventa la sua fiamma.

“Perché sei arrabbiato?” gli chiede ancora. “E io direi di buttarci in acqua e vedere come va a finire.”

Shouto è arrabbiato per molte cose. Non ha voglia di rispondere a questa domanda. Non vuole essere come Endeavor. Non vuole che lo vedano in questo stato. “Perché tu non vai via?” gli chiede, piuttosto. “Dovresti andare via. Prima che ti faccia male. Di nuovo.”

“Sono bravo a guarire.”

“Perché pensi che sia un buon motivo per farsi fare male?” ribatte ancora Shouto, alzando un pochino la voce. Poi chiude gli occhi, scuote un po’ la testa.

“Se c’è un motivo valido per farsi male” gli dice, facendo spallucce. “Penso che sia farsi male cercando di aiutare un amico. E comunque, qualsiasi cosa sta per succedere o sto per fare, voglio che ti ricordi che lo faccio solo perché voglio veramente aiutarti, okay? Nessun altro motivo. Devi fidarti di me.”

“Che cosa stai per fare?” chiede Shouto.

“Niente di illegale” risponde lui, poi fa una smorfia e inclina un po’ la testa. “Beh, niente di illegale se va a finire tutto bene.”

Poi il Coniglio Lunare tira via le mani dalle guance di Shouto e lo spinge, per farlo rotolare sul tetto della casa e poi prenderlo dalla vita per cadere giù nel giardino, trai sassi bianchi e prendere un tubo dell’acqua, che apre prontamente per gettarla su Shouto. O almeno, questo è quello che sente Shouto. Non si rende nemmeno conto di quello che sta succedendo fino a quando l’acqua non gli arriva in faccia e lui sente di non poter respirare. Il Coniglio Lunare è veramente molto veloce. Non si è nemmeno reso conto di essere stato buttato dal tetto per poi salvarlo con un presa forte intorno alla vita, perché non si facesse male.

Shouto si porta le mani davanti al viso, cercando di non bere acqua. “Stai...” prova a dire, ma il getto d’acqua diventa un pochino più forte e lui deve sputare fuori dell’acqua. “Stai cercando di uccidermi!”

“No!” risponde il Coniglio Lunare. “No, ti giuro che non è così! Guarda! Le fiamme! Visto?”

Le fiamme questo gran corno. “Stai cercando di uccidermi!” grida Shouto, cercando di correre verso il tubo dell'acqua, per cercare di toglierglielo dalle mani e pagarlo con la stessa moneta.

Il Coniglio Lunare però è più veloce. “Ovviamente -non avresti potuto farlo nella vasca perché, beh, ovviamente, le fiamme dentro casa sono pericolose. Quindi credo tu abbia fatto bene a venire qua fuori. E fortunatamente il mio istinto mi diceva che qualcosa non andava.” Salta, continuando a tirargli dell’acqua addosso e poi scoppia a ridere. “Dovresti starmi ringraziando. Dovresti ringraziarmi, Shouto-kun, perché ti ho appena salvato la vita. Di nuovo.”

"Non è vero!" grida in risposta Shouto, saltando verso di lui. "Non devo." Afferra il tubo verde dell'acqua e cerca di tirarlo verso di lui, facendolo scivolare dalle mani del Coniglio Lunare. L'acqua viene ancora spruzzata a Shouto, certo, ma solo per qualche secondo, perché poi lui la punta contro il Coniglio Lunare, che scoppia a ridere con un pochino più di gioia.

È una risata piena, fatta con la bocca aperta e la testa tirata indietro. È una risata che riempie il cuore e Shouto quasi si dimentica che lo vuole bagnare nello stesso modo impietoso con cui il Coniglio Lunare ha bagnato lui. Quasi. (Shouto non se n’è reso conto.)(La risata del Coniglio Lunare si è incollata alle sue labbra e adesso anche lui sta sorridendo.)(Anche lui si sente un pochino più leggero.)

Quando il Coniglio Lunare scende, atterrando di nuovo accanto a Shouto, lui non può che chiedergli: “Come fai sempre a sapere quando ho bisogno di te?” È una domanda che gli esce dalle labbra, ma che non sapeva di voler fare.

Il Coniglio Lunare scrolla le spalle. “Talento” gli risponde con un sorriso e Shouto ruota gli occhi, per poi gettargli addosso ancora dell'acqua che esce dal tubo. Il Coniglio Lunare ride di nuovo. “Ti sei distratto” continua poi, allungando una mano per posarla sulla guancia sinistra di Shouto. “Continua a farti male?”

Shouto scuote la testa.

“Bene” dice, accarezzandogli lo zigomo con il pollice. Gli piace questo tocco. Shouto inclina la testa per strusciare la guancia contro il suo guanto non infiammabile. Sa di affetto, questo gesto. Gli piace. Gli piace davvero tanto. (Che sguardo ha il Coniglio Lunare in questo momento?)(Può continuare ad accarezzarlo così per un po’ più di tempo?) “A volte distrarti è l’unica cosa che possono fare gli amici. Arrabbiato o non arrabbiato, fuoco o non fuoco, tutte queste cose fanno parte di te. E continui a piacermi. Noi due siamo amici, no? Quella persona -sono sicuro che sia la stessa cosa anche per quella persona. Non devi nasconderti. Non dovrebbero farti sentire il bisogno di nasconderti. Nessuno dovrebbe.”

Shouto si morde il labbro inferiore, abbassando lo sguardo. Posa la sua mano su quella del Coniglio Lunare. Non vuole che la mano del Coniglio Lunare vada via, adesso. Sceglie sempre la sua parte sinistra. Vede sempre il suo lato peggiore, quello vendicativo, quello rancoroso, quello arrabbiato, ed eppure torna sempre a trovarlo. lo salva sempre. Non vuole che smetta di accarezzargli la guancia. Oggi è stata una giornata pesante. Non vuole che il Coniglio Lunare vada via. Vuole che rimanga con lui. Vuole che continui a cullarlo e accarezzarlo e farlo ridere. Ridere di cuore.

“Non te l'ho mai chiesto” continua il Coniglio Lunare, accarezzando lo zigomo. “Come te la sei fatta. Avrei dovuto, però, vero?”

Shouto deglutisce, chiudendo gli occhi. “Volevo chiedere una cosa a quella persona” dice. Sono entrambi bagnati. I guanti del Coniglio Lunare gocciolano. E anche i vestiti di Shouto gocciolano. “Posso farla a te, questa domanda?”

“Ovviamente.”

“Puoi insegnarmi a essere come te?”

"Come..." Il Coniglio Lunare fa una smorfia con le labbra, arricciandole appena. "Come me?"

Shouto nemmeno apre gli occhi. Continua a cullarsi tra le mani del Coniglio Lunare. Non pensa nemmeno che questo sia un momento vero della sua vita. Stava andando in fiamme (a causa di Izuku), ora sente come se potesse riuscire a far nevicare d’estate (a causa del Coniglio Lunare).

“Perché mai dovresti voler essere come me?” continua a chiedere il Coniglio Lunare, tirandosi un pochino indietro. Shouto detesta questo movimento. La mano del Coniglio Lunare scivola via da sopra la sua guancia. Non la sente più. Non lo sta accarezzando più. “Sono un vigilante, non sono nemmeno riuscito a entrare in un corso di eroi e mi rompo le ossa più di quanto sia necessario. Perché essere come me?”

Shouto apre gli occhi e guarda la maschera di fronte a lui. Vorrebbe sentire la carne sotto i guanti. Vorrebbe poter sentire se il Coniglio Lunare adesso ha le mani calde o fredde, se anche lui sente questa strana sensazione, se può abbracciarlo, se può stargli accanto, se può, per un volta, una soltanto, essere come Izuku e il Coniglio Lunare e tutti quei ragazzi che non sono eroi e non devono diventarlo per forza. Vorrebbe sapere come essere libero come loro.

Quando il Coniglio Lunare è arrivato, Shouto sentiva solo tanto dolore e aveva paura che le fiamme non si sarebbero mai spente. Gli ha fatto vedere le sue parti peggiori ed eppure lui dice che gli piace ancora, che Shouto è una persona a cui vuole bene, a cui tornerebbe, per cui può essere un appoggio. Il Coniglio Lunare è un appoggio non indifferente. Ed eppure, non si sono nemmeno visti molto spesso.

(Shouto con il Coniglio Lunare si sente al sicuro.)(E non perché sia impossibile per lui fargli del male.)(Anche Izuku è riuscito a ferire e far arrabbiare Shouto, ed eppure anche con lui si sente al sicuro.)(Come può essere possibile?)(Si sente al sicuro.)(Prova dei sentimenti per entrambi.)(Che cosa dovrebbe fare?)

C'è un po' di pelle visibile del Coniglio Lunare. Una piccola porzione, quella parte delle labbra e le guance. Shouto non sta rispondendo alla domanda del Coniglio Lunare. Invece fa quello che di solito il Coniglio fa a lui. Posa la mano sulla parte di maschera che copre l'orecchio dietro il quale c'è quell'enorme bruciatura. E si avvicina a lui. Piano. Lentamente. Poi posa anche l'altra mano sul viso del Coniglio Lunare e sente come se stesse tenendo tra le sue mani una delle cose (persone) più importanti in questo mondo. Lui è un pochino più basso di Shouto, gli deve alzare piano il mento. (Il Coniglio Lunare ha freddo?)(Ha caldo?)(Vuole sentire la sua pelle.) Shouto prende un respiro e si allunga per poter posare le labbra su quelle del Coniglio Lunare. (Sono calde.)(Le sue labbra sono calde.)(Un po' screpolate.)(Gli piacciono le sue labbra.)(Vuole baciarlo di nuovo.) Shouto sospira.

Il Coniglio Lunare posa una mano sul petto di Shouto, per spingerlo delicatamente via. “Shouto-kun?” lo chiama a bassa voce. “Non credo che fosse quello che volevi fare” finisce con un tono ancora più basso, un pochino più timido. (Gli ricorda qualcosa.)(Qualcuno.)

(Shouto-kun)

(Sente come la voce di Izuku.)(Gli sta venendo mal di testa.)(È tutto così strano.) Si porta le dita alle tempie, prima di allontanarsi di un passo dal Coniglio Lunare. (Non aveva detto che aveva dei sentimenti per Izuku?)(Allora perché adesso vuole baciare il Coniglio Lunare?)(Cosa sta succedendo?)(Perché non vuole smettere di baciarlo?)(Perché lo vuole fare di nuovo?)(Per davvero, questa volta.)(Vorrebbe...)(È così confuso.)

Il Coniglio Lunare sorride e alza una mano, per posarla sulla testa di Shouto. “Va tutto bene” gli dice, scompigliandogli i capelli. “Siamo amici. Sono cose che succedono.”

Shouto non crede che siano cose che succedono, tra amici.

 

#5 Paura: Le lacrime di Midoriya Izuku!!

Izuku sistema le sue cose nello zainetto che gli ha portato Koichi-nii. I vestiti che gli ha portato Haneyama-san sono orrendi e decisamente troppo vistosi e sono venuti tutti a visitarlo, in questo breve periodo all’ospedale. I suoi compagni di classe, i ragazzi della UA, alcuni eroi professionisti e Kota. Sua mamma faceva i turni con Koichi-nii e Haneyama-san per non lasciarlo mai da solo. Questi sei giorni sono stati noiosi e tutti uguali.

Izuku ha seguito il consiglio di Erasehead e si è fatto vedere mentre faceva pattuglia la notte, anche se per delle brevissime ore, per poi tornare subito nel suo letto di ospedale. (Sente ancora le labbra di Shouto-kun sulle sue.)(Erano fredde e soffici, quelle labbra.)(Non dovrebbe pensarci più.) Ha fatto tutto nel modo giusto. Ha seguito tutto nel modo giusto. (Lo stava cercando in realtà.)(Non Shouto-kun.)(Stava raccogliendo informazioni.)(Stava seguendo le sue tracce, nella sua maschera da Coniglio Lunare.)(Anche se le sente ancora, le labbra di Shouto-kun sulle sue.)(Devono star preparando qualcosa di importante, gli eroi della città.)(C’è un'intensa attività verso Kamino.)(Kamino.)(Izuku si deve muovere il più in fretta possibile.)(Le labbra di Shouto-kun erano gelide.)

C’è stata solo una persona che non si è presentata. Ed era l'unica persona che Izuku avrebbe voluto vedere, però.

All Might.

Ha fatto tutto nel modo giusto. Izuku ha fatto tutto nel modo giusto. Non ha sbagliato niente, è una cosa che gli continua a ripetere Koichi-nii. Ha usato bene le gambe, ed è l’unico motivo per cui le braccia non sono andate in frantumi. Ha concentrato la sua forza su tutto il corpo, invece che focalizzarla su solo un punto. Questa cosa gli ha probabilmente salvato la vita. Certo, c'è stato un problema con l'equilibrio ed è il motivo per cui ha avuto questo problema con la gamba, ma ci si può lavorare. È vivo. Questa è la cosa importante. (Koichi-nii lo ha abbracciato e glielo ha ripetuto ancora e ancora.)(“Sei vivo” gli ha detto. “Sei stato bravissimo a rimanere vivo.”) Loro dicono che questa è la cosa importante, e Izuku sa che stanno mentendo.

Izuku può non aver fatto niente di sbagliato ma ha perso la fiducia di All Might.

Izuku chiude gli occhi e abbassa lo sguardo, chinando la testa. All Might non si fida di lui. All Might non lo vuole intorno. All Might lo ha abbandonato. Sente un nodo alla gola e il naso pizzicargli, mentre chiude lo zainetto. Izuku ha deluso All Might.

All Might lo ha abbandonato.

Lo ha abbandonato anche lui.

(Solo che Izuku è abituato a inseguire le schiene delle persone.)(Vuole solo raggiungerlo.)(Un’ultima volta.)(Solo per dirgli che capisce.)(Che non è arrabbiato.)(Che lo avrebbe fatto anche lui, andarsene via, se solo avesse potuto.)(Se ne sarebbe andato via anche lui.)

Izuku è riuscito a farsi abbandonare anche dall’eroe che salva tutti con un sorriso. Sì. Deve essere un talento, questo.


 

#5 Paura: Yagi Toshinori non aveva un motivo per rimanere in vita

Il giovane Midoriya è comparso dal nulla. Toshinori non lo ha visto arrivare. Lo ha solo sentito. Quando pensava che il mondo era buio, che sarebbe morto, che gli dispiaceva. Ha sentito la voce di quel ragazzo (esattamente come quella prima volta). Quando si è girato e lo ha visto, con Gran Torino che provava a tenerlo indietro, a trascinarlo via da lì.

Non era riuscito a vedere il giovane Midoriya durante questa settimana. Troppo impegnato col piano per poter salvare gli eroi presi in ostaggio durante l’attacco alle Pussycat. Troppo spaventato di vederlo (di nuovo) con le braccia rotte e gli occhi chiusi, il dolore nell’espressione. Troppo spaventato, perché era stato lui a mandarlo dalle Pussycat. Il giovane Midoriya non sarebbe stato male, non sarebbe stato vittima di nessun criminale, non sarebbe stato in pericolo se non fosse stato per Toshinori.

Aveva promesso a sua madre che lo avrebbe protetto. Non è riuscito a farlo. Aveva promesso al giovane Midoriya che gli sarebbe stato accanto. Non è riuscito a farlo.

Ha combattuto con tutto quello che aveva. Sarà impossibile, per lui, mantenere la muscle form d’ora in avanti. Tutto il mondo conosce il suo segreto. E un ragazzo che continua a gridare di non andare via lo ha comunque continuato a spronare dai palazzi distrutti intorno al campo di battaglia. Continuava a gridare di vivere. Continuava a gridare All Might! E, quando la battaglia è finita è corso verso di lui e stava ovviamente piangendo e si è fermato prima di rendersi conto di essere davanti a delle telecamere. È corso via, lontano, accompagnato da Gran Torino. La voce del giovane Midoriya ha tenuto Toshinori ancorato alla vita. Gli ha dato un motivo per continuare a lottare. Gli ha donato la speranza ancora una volta.

Gli ha donato un motivo per rimanere in vita. Di nuovo. Dovrebbe ringraziarlo, per questo. Dovrebbe chiedere scusa, per essere stato così distante e perché, beh, non avrebbe dovuto mandarlo via, non avrebbe dovuto tenerlo lontano da lui, anche se questo voleva dire tenerlo al sicuro, lontano dal mondo degli eroi. Beh. Pensava veramente che fosse così, in sua discolpa. Devono ovviamente parlare.

Ma poi, dopo la battaglia di Kamino, stranamente, il giovane Midoriya scompare.

Toshinori non lo vede da quel giorno. Fino al giorno dell’incidente nel parco.



NdA: La prima volta che ho visto bnha ho pensato ma guarda che nerd che è questo che ogni due per tre mette citazioni di Star Wars. Poi ho pensato: ma guarda che nerd che sono che mi rendo conto delle citazioni di Star Wars...
  
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