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Autore: rocchi68    26/01/2020    1 recensioni
Dawn era convinta, anche a distanza di anni e con una situazione non proprio rosea, che la sua fosse stata una scelta ben ponderata.
Aveva riflettuto a lungo prima di scegliere la sua futura meta scolastica. Aveva girato almeno una dozzina di licei se per questo e con un po’ di fatica i suoi desideri e le sue speranze si raccolsero tutte nello stesso liceo.
Il facile era stato cancellare quegli ambienti, classico e linguistico, che non rientravano nelle sue corde e di cui aveva un’immagine piuttosto negativa. D’artistico o tecnico non aveva nulla tra le mani e pertanto, affascinata dalle sue materie e dalle immense possibilità future, aveva virato sullo scientifico.
Come se la scelta della scuola fosse così importante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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La gita era ufficialmente iniziata.
E per i primi giorni il rosso aveva preferito inventarsi la solita balla dell’influenza che bersagliava gli incauti turisti.
La sua idea era di evitare i classici monumenti da sbadigli, i discorsoni filosofici di alcuni suoi compagni e i loro gusti discutibili in fatto di souvenir. A dire il vero vi erano diversi motivi che l’avevano spinto a partecipare a quella rottura e uno dei tanti era da riscontrare nella vecchia iena con cui viveva abitualmente.
Sua sorella Alberta era davvero insopportabile.
Credeva fosse questo il motivo per cui non riusciva a tenersi uno straccio di uomo per più di cinque mesi consecutivi senza mandarlo a quel paese. Quella matta imballata aveva troppe pretese e concedeva pochissime possibilità ai suoi spasimanti, ricevendo i continui rimproveri della madre che sperava di vederla felice, prima di passare a miglior vita. D’altro canto era una critica che riempiva tutte le loro telefonate. Se era suo padre, aveva la certezza matematica che sarebbe stato lui a essere crocefisso, mentre la sua adorata stellina riceveva le classiche rassicurazioni. Tutto al contrario se era la madre ad attaccare con i suoi canonici discorsi da pettegola 50enne.
Pur di allontanarsi da quell’incubo su due gambe, di non dover ascoltare suo padre e di liberarsi dalle classiche pulizie della villa, era disposto a diventare il miglior amico di qualche sfigato della sua classe.
E a leggere i vari nomi era un confronto tutto a perdere. Che cosa poteva guadagnarci dall’avere a che fare con Mike? E la stupidità di Lightning non era un qualcosa di contagioso? E l’asfissiante presenza della stalker di Cody non poteva essere dannosa alla sua psiche?
Nessuno era particolarmente degno di quell’amicizia.
Stanco di rifletterci, era uscito anche quella sera. Quando i mostri della mattina non potevano accecarlo con le loro brutte facce, Scott sgattaiolava fuori dalla sua stanza singola e girovaga per la grande città.
Aveva mangiato una pizza deliziosa, si era divertito un mondo in qualche pub sgangherato a vedere le partite e poteva guardarsi i negozi con tutta calma e senza il fiato sul collo di Chef Hatchet che gli ordinava di muoversi e di non rimanere indietro.
Aveva promesso di divertirsi e di tenere d’occhio una determinata ragazza, ma in quei giorni di puro relax aveva allentato un po’ le sue buone intenzioni.
Tanto sapeva bene che la diretta interessata non vedeva l’ora di stare con Beverly, di fare chissà quali progetti e di ritrovarsi con una media disastrosa. Doveva essere un’esperienza unica quella di finire con una bocciatura, laddove perfino Lightning se ne poteva andare fischiettando allegramente.
Tutto faceva terribilmente schifo.
E anche in quella fredda serata non c’era verso di trovare un lato positivo.
Inspirando profondamente, avvertì una presenza alle sue spalle e si girò leggermente, salvo tornare subito a fissare le altre persone con il suo solito sguardo.
“Abbiamo visto posti magnifici anche oggi, sai?”
“Senza di me qualsiasi posto è magnifico.” Replicò infastidito per quel disturbo che avrebbe preferito fosse altrove.
“Poi Chef ci ha offerto il gelato e abbiamo parlato dei prossimi esami.”
“Credo sia un po’ presto per preoccuparsi in questo modo.” Borbottò apatico, sbadigliando rumorosamente.
“Mi sembra ancora incredibile che tu sia qui con noi e che la tua media sia migliorata tanto.”
“Ho i miei buoni motivi per non essere più così idiota.”
“Questa, però, è una crescita che procede solo in una direzione.” Lo rimproverò, alzando lo sguardo verso il cielo scuro.
“Già.”
“Hai intenzione di andartene anche questa sera?”
“Da quando sei preoccupata per me?”
“Purtroppo non riesco a prendere sonno tanto facilmente e la veglia mi ha concesso di monitorare le tue fughe.”
“E per questo servirebbe a che cosa di preciso?”
“Voglio recuperare questi anni di contrasto.”
“Ed io che centro?” Chiese, cercando una sigaretta nelle tasche del giubbino.
“Tu non sei quello che ci ha mosso come pedine fino ad ora. Non sei quello che è stato nell’ombra e che ha guidato Dawn verso il suo obiettivo. E ovviamente non sei quello che ha ricreato l’armonia nella nostra classe.”
“Finché è un così piccolo gruppo, ci si può impegnare al massimo, ma il mondo qui fuori non può cambiare con tanta facilità.”
“Courtney e Gwen mi hanno spiegato cos’è successo.” Continuò nervosa.
“Dovevo renderti partecipe della cosa?”
“Prima l’hai danneggiata, poi hai tentato di restituirle il sorriso e l’hai riavvicinata a me, Mike e gli altri. E ora non pretendi nulla in cambio?”
“Esatto.”
“Perché Scott? Potresti ammettere che lei ti piace e che faresti di tutto pur di renderla felice.”
“Credevo apprezzassi di più quel Beverly.” Ironizzò, facendole storcere il naso.
“Dawn deve avere le idee poco chiare se si è messa con quello lì.”
“E credi che io possa essere migliore di lui, Zoey?”
“Non lo credo: lo so.”
“Se fosse come dici, mi sarei già fatto avanti.”
“Davvero?”
“Devi sapere che prima di mettersi con Beverly, ho tentato di dichiararmi a Dawn e non è andata molto bene.” Bofonchiò, stringendosi nelle spalle.
“E perché ti avrebbe rifiutato?”
“Come fai a essere sicura che non stia raccontando una bugia?”
“Non si scherza su cose simili.” Replicò seccata.
“Credo mi abbia rifiutato per quello che le ho fatto passare alle medie o anche per la vergogna di presentarmi ai suoi genitori. Non credo sia il massimo della vita presentare alla propria famiglia il ragazzo che ti ha fatto passare i peggiori ultimi anni della tua esistenza.” Spiegò con assoluta calma.
“E tu eri colpevole?”
“Se per questo, non dovresti nemmeno rivolgermi la parola.”
“Ho bisogno di una risposta.”
“Dovresti accontentarti delle sue confessioni, Zoey.”
“Lei non si metterà mai a discutere dei suoi vecchi problemi.”
“Se è cambiata, è solo per via di uno stupido scherzetto che ancora oggi non riesco a dimenticare. È come se avessi qualcuno appoggiato su questa spalla che mi ripete che per cinque minuti di stupidità, merito di soffrire per sempre.”
“Questo l’avrebbe rallentata?” Domandò, facendolo riflettere per un breve istante.
“Sì.” Borbottò, avvertendo un fruscio alle sue spalle e respirando un profumo pungente che era lo stesso che riempiva lo spogliatoio maschile dopo due ore di palestra.
“Ti sbagli…qui l’unico che ha rallentato, sei tu.” Sbottò un’altra scocciatura che aveva origliato l’intero discorso e che si era avvicinato per appoggiare la compagna.
“Sapevo che era una trappola.” Ringhiò Scott, cercando di allontanarsi.
“Tu credi d’averle tolto tutto, ma in verità lei stessa era destinata a fallire.”
“Come Brick? Voglio sapere come.” Domandò con rabbia, fermandosi senza preavviso e facendolo sorridere.
“Dawn è sempre stata una ragazzina insicura e poco propensa a superare certe avversità. Se non fossi stato tu a insegnarle che la vita non è uno scherzo, ci avrebbe pensato qualcun altro con metodi ancora più brutali. Zoey e Mike l’hanno capito per via delle loro famiglie, Courtney a causa di Duncan, io stesso per fastidio di mio padre e Lightning per l’infelicità che covava in sé. Noi tutti, chi più, chi meno, abbiamo faticato a risalire la china e a ritrovare il sorriso.”
“Ma…”
“È vero che abbiamo parte della colpa: ignorando i suoi tentativi, abbiamo finito con il demoralizzarla ancora di più. Ma è proprio quando si subisce una sconfitta che bisogna ritrovare la speranza e riprovare nuovamente, anche a costo di sbattere cento volte contro lo stesso muro. Prima o poi ti accorgi di qualche crepa e cerchi di aumentare i tuoi sforzi, ritrovando l’ardore dei primi tentativi.”
“Non l’avevo mai vista in questo modo.” Ammise Scott.
“Ma la vera domanda qui non è se Dawn è cresciuta o cose simili.” Borbottò Zoey.
“Ah no?”
“Perché hai smesso di sorridere, Scott?”
“Perché mi sentivo responsabile.”
“E tu credi che la nostra classe si sia riunita solo per merito tuo? Non essere così fiducioso nelle tue capacità. Tu avrai anche consigliato Dawn su come comportarsi, ma in verità è lei quella da applaudire. Lei poteva ascoltarti, sorridere come il solito e starsene nel suo angolo per paura di ripetere lo stesso sbaglio. Invece è uscita allo scoperto e al contempo tu hai iniziato a credere in lei.” Spiegò Brick.
“Già.”
“L’unica cosa che manca ora in questa classe è l’armonia e che tu ci creda o meno, sei l’unico problema che Dawn non riesce a risolvere.”
“Davvero?”
“Come può aiutare qualcuno che non si esporrà mai?”
“Non ci sto capendo più nulla.” Soffiò, guardando i due compagni.
“Diciamo che non sei l’unico che tende a uscire la sera sul tardi e che rientra verso mezzanotte.” Mormorò Zoey.
“Io…”
“Mi sembra strano che non vi siate mai incrociati.”
“Sai dove è andata?” Domandò Scott, rivolgendosi a Zoey e facendo comunque sorridere Brick che percepiva qualcosa di positivo in tutto ciò.
“È chiaro: Dawn è la mia migliore amica e per quanto volte l’abbia messa in guardia su Beverly, lei non mi ha dato mai ascolto.”
“Dove?”
“Credo s’incontrino al loro albergo.” Rispose la rossa, facendolo ghignare.
“Riuscireste a coprire la mia assenza per qualche ora?” Domandò Scott.
“Anche più, se gli altri non insistono per farvi partecipare al nostro gioco di società.” Sorrise Zoey, estraendo dalla tasca del giubbotto due stupidi dadi.
“Confido in voi.” Borbottò il rosso.
“Vedremo di non deluderti.” Bofonchiò Brick, rientrando nella hall, presto seguito anche da Zoey che osservava il compagno avviarsi verso l’amica.
“Finalmente la nostra classe sarà felice.” Si lasciò sfuggire, sorridendo sollevata e stringendosi al braccio del suo Mike.




Angolo autore:

Prima o poi finirò questa serie.

Ryuk: E sarà una liberazione.
Confermo quanto dice Ryuk, purtroppo.
Alla prossima!
 
   
 
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