Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    28/01/2020    1 recensioni
SPOILER FROZEN 2
La vita dei due regni prosegue serena. Elsa, finalmente, ha scoperto la sua vera identità ed Anna governa sicura il proprio regno. La loro vita sembra proseguire tranquilla tra risate, gioco del mimo del venerdì sera, dialoghi con Kristoff, Sven ed Olaf, tra matrimonio e ricevimenti. La vita però, risulta spesso spesso cattiva e crudele e i protagonisti dovranno essere pronti a superare ogni ostacolo. Governare un regno non sarà più così semplice, fidarsi e andare d'accordo non sarà scontato ma, soprattutto, reagire al dolore si trasformerà nella missione più difficile.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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XXXV.
LA VOCE
 
Anna respira il profumo della sua amata Arendelle e, finalmente, la rivede con occhi diversi. Il ciottolato della piazza, le case di legno, gli stendardi, la fragranza del pane fumante venduto dagli abitanti, le voci dei bambini, i fiori variopinti, la fontana zampillante e il possente e meraviglioso castello. Quante meraviglie nel suo regno!

“Bentornata a casa” le sussurra Kristoff baciandole la fronte una volta riassaporate le stesse sensazioni della consorte.

“Vostra maestà! Siete tornati?!” domanda una contadina lasciando cadere per sbaglio il cesto di vestiti da lavare.

Quell’annuncio risveglia tutti gli abitanti che, felici, si accingono a dare il benvenuto alla propria sovrana che mostra già i tratti e i segni di una ripresa.

Anna saluta con il gesto della mano e sorride a tutti i sudditi, abbraccia i bambini, si inchina agli anziani e ringrazia di cuore per tutto il calore.

“Vi ringrazio per la pazienza che avete portato e l’amore che mi dimostrate. Non è facile per me reagire ma, da oggi, ricostruirò questo regno e lo renderò splendete come mai prima, ovviamente con il vostro aiuto” annuncia la regina mostrandosi propositiva e sicura.

Dopo aver salutato tutti i cittadini, Anna ritorna nella propria stanza e dà ordine di sistemare i bagagli. Vedere la sua camera le provoca una serie di sensazioni negative che la ricollegano a Giacomo ma, l’immediata vicinanza di Kristoff che le porge una mano sulla spalla, riesce a scacciare i ricordi.

“Gerda, hai visto Elsa? Vorrei sapere se sia andato tutto bene durante la nostra assenza” chiede Anna rivolgendosi alla domestica più fidata.

“In realtà, Vostra Maestà, è da quando siete partiti che non si vede più a palazzo”

“Che cosa?” chiede sbalordita Anna preoccupandosi, quindi, che possa esserle successo qualcosa.

“Non lo so, lei non ha mai messo piede qui. Probabilmente grazie ai suoi poteri riusciva ad amministrare il regno anche dalla Foresta Incantata perché è andato tutto bene nel frattempo” risponde perplessa Gerda cercando, però, di non spaventare la sovrana.

“Tranquilla Amore, sono sicura che sarà nella foresta incantata. Tra poco vado a dare un occhio alle renne e a salutare Ryder e vedrai che mi sapranno dire dove si trova” propone Kristoff invitando la moglie a rilassarsi e non cominciare a logorarsi la mente con congetture irreali.

Anna annuisce convinta. In effetti Elsa era Elsa e nulla di male poteva esserle accaduto.

Ad Athohallan…

Elsa e Giacomo si misero all’opera subito per imparare a domare il proprio potere condiviso ma si riscoprirono incapaci nel farlo.

“Insomma deve funzionare” afferma Elsa provando a lanciare volontariamente una lastra di ghiaccio ma invano. La regina di ghiaccio, infatti, non si sente più in grado di domare sé stessa. La magia l’aveva indebolita e quel potere così sottile e sconosciuto la stava disarmando.

“Zia, non ne usciremo mai lo sai?” si aggiunge Giacomo esausto dopo ennesimi tentativi di rilassamento per evitare di esplodere con il suo eccessivo potere.

“No! Giacomo non devi neanche osare pensarlo! La speranza non la dobbiamo mai perdere. Tu hai tantissimo potere, a me sembra di averne pochissimo e per questo bisogna cercare di ristabilire l’equilibrio” commenta Elsa guardando torva il nipotino stanco e demoralizzato.

“Io ci sto provando te lo giuro! Ascolto i tuoi consigli, ascolto me stesso, mi sfogo, penso a cose belle…ci sto provando!” ricomincia a disperarsi il bambino, ancora scosso da quelle innumerevoli e nuove sensazioni.

“Con calma ce la faremo. Non importa se siamo qui da tempo ormai…troveremo un modo per far sparire questa nebbia” lo tranquillizza Elsa avvicinandosi a lui e cingendolo in un abbraccio.

Nella foresta incantata…

Kristoff e Anna, preoccupati per Elsa, decidono di dirigersi insieme nel bosco magico anche per salutare la popolazione Northuldra.

“Ryder!” chiama Kristoff scorgendo il migliore amico in lontananza.

Il giovane, a cavallo di una renna, apre la bocca sbalordito e, dopo essere sceso con agilità dal dorso dell’animale, corre incontro al montanaro dandogli una pacca sulla spalla.

“Come stai? Come sono felice di vederti!” dice Kristoff contento di quell’incontro.

“Anche io! Dopo tanto tempo finalmente siete tornati qui!” risponde il ragazzo con il fiatone per la corsa appena intrapresa.

“Ci sono stati cambiamenti nel villaggio?” si intromette Anna dopo averlo salutato con un educato sorriso.

“No, per fortuna non è più successo nulla” dichiara Ryder portandosi le mani sui fianchi.

“Non è che avete visto Elsa nella foresta in questo periodo vero?” va al sodo Anna mostrando la sua paura.

“Io non saprei risponderti…sono stato in altri regni per via delle renne e potrei darti risposte sbagliate. Dovresti chiedere a Jelena” risponde Ryder dispiaciuto di non poter essere di aiuto. Il trio si scambia ancora qualche parola poi si dilegua con la promessa di vedersi più spesso.

“Jelena!” chiama Anna correndo incontro all’anziana sovrana dei Northuldri seduta accanto a un fuoco acceso.

“Anna! Quale onore!” risponde lei aprendo gli occhi da quel momento meditativo.

“Scusami se non resto molto per parlare ma sono agitata. Avete visto Elsa in questo periodo? Gli spiriti vi hanno comunicato qualcosa?” chiede Anna corrugando la fronte e sedendosi vicino a lei seguita a ruota da Kristoff.

“No, Elsa è sparita completamente. La situazione è molto strana perché, se le fosse successo qualcosa, gli spiriti ci comunicherebbero un eventuale cambiamento in Elsa, ossia loro guida e ponte di collegamento. Tutto tace. La natura non dà segnali e gli spiriti non si vedono” risponde seria Jelena non capendo lei stessa la motivazione di quel silenzio naturale.

Anna e Kristoff si guardano negli occhi e, increduli, decidono di provare a chiedere ai troll: ultimi rimasti a poter dare delle risposte.

“Dove può essere finita?” inizia a ragionare Anna mentre si dirigono verso la collina dei troll.

“Magari è ad Athohallan…sai che passa lì la maggior parte del tempo” ipotizza Kristoff cercando di essere d’aiuto.

“Non lo so…speriamo che Granpapà possa dirci qualcosa” conclude Anna con convinzione per poi accelerare il passo.

“Granpapà!” chiama Kristoff a gran voce una volta di fronte alla collina colma di pietre muschiose che, in poco tempo, si trasformano in simpatici troll.

“Kristoff è tornato!” esclama la sua mamma roccia abbracciando il ragazzo e scompigliandogli i capelli.

Kristoff abbraccia la sua strana famiglia e anche Anna ne riceve le attenzioni poi, improvvisamente, Granpapà compare davanti a loro.

“Sono felice di vedere che vi siete rialzati dalle vostre tragedie” commenta il vecchio saggio notando i sorrisi sui volti dei due coniugi.

“Ci stiamo provando ma non è semplice” risponde Kristoff mettendo a terra un piccolo troll e tornando serio in volto.

“Il peggio è passato e voi avete dimostrato grande forza e maturità” risponde ancora il capo dei troll.

“Tutto potrebbe ricominciare ma, mia sorella è sparita” si intromette Anna avanzando di un passo.

“Anna, tua sorella da molto tempo appartiene alla natura e agli spiriti. Io non so dirti dove sia, posso solo affermare con certezza che se è andata via sicuramente è per rispondere ai suoi doveri e alla sua indole” mente il vecchio saggio conoscendo, in realtà, la vera storia di Elsa e non potendolo riferire a nessuno.

Anna rimane scioccata dalle parole del vecchio saggio e, con il cuore a pezzi, si dirige con Kristoff verso il castello per ricominciare la propria vita abituale.

“Magari tornerà, non ti preoccupare!” la consola Kristoff mettendole una mano sulla spalla e confortandola.

Granpapà rimane a guardare i due sposi allontanarsi e, pentito per aver detto una menzogna, rivolge gli occhi all’orizzonte affermando:

“Forza Elsa, forza Giacomo! Non demordete! Ascoltatevi e capitevi perché da soli non ne uscirete mai. Dovete sentire la voce che vi chiama per comprendere e accettare voi stessi!”

Passarono ancora diverse settimane e la vita ad Arendelle tornò come quella di una volta anche se, l’assenza di Zefiro e degli spiriti, allarmavano i presenti.
Anna aveva rimesso mano ad ogni sua faccenda e condivideva con il marito diversi momenti di vita quotidiana imparando, così, a vivere come una vera e propria coppia sposata.

La scomparsa di Elsa, però, la tormentava. La regina non si dava pace e non capiva quel gesto. Da una parte temeva che le fosse successo qualcosa e, dall’altra, si sentiva tradita e abbandonata dalla persona che più amava.

“Amore, smettila di pensare a Elsa!” la rimprovera Kristoff notandola assorta e silenziosa durante la cena.

“Come ha potuto abbandonarci anche lei?!” si arrabbia Anna picchiando i pugni sul tavolo ed esternando la sua frustrazione e il suo dolore.

“Non possiamo giudicare…hai sentito Granpapà! Il suo dovere adesso è quello di servire la natura essendo lei uno spirito” cerca di farla ragionare Kristoff.

“Spirito o non spirito rimane mia sorella! Possibile che abbia messo da parte ogni componente umana per rispondere alla sua vera natura? Mi ha davvero delusa…e mi manca” si confida Anna per poi abbassare lo sguardo dispiaciuta.

Kristoff si alza in piedi e, paziente come sempre, si avvicina a lei accarezzandole il volto.

“So che è difficile, ma tua sorella non ti lascerebbe mai. Non giungere subito a conclusioni affrettate. Noi viviamo la nostra vita e non preoccupiamoci. Abbiamo tanto da recuperare e sono sicuro che Elsa prima o poi tornerà” dice Kristoff continuando a massaggiare la pelle morbida del viso della moglie, per poi chinarsi su di lei e baciarla delicatamente sulle labbra felice, almeno, di aver recuperato il suo rapporto matrimoniale.

Ad Athohallan…

“Giacomo, lo so che sei stanco ma dobbiamo riprovarci!” incita Elsa invitando il bambino ad alzarsi in piedi e riprovare e veicolare il potere.

“Hai visto che cosa faccio?! Lancio ghiaccio ovunque da tutte le parti da ormai giorni e settimane! Come credi che io possa fare a gestirmi?” si altera il piccolo dimostrando grande maturità.

“Ascoltami. Io ho imparato una cosa in tutti questi anni: a non perdere mai la speranza! Ci abbiamo provato con tutte le nostre forze, con la calma, con la rabbia, con energia, con dolore e molto altro…forse ci stiamo dimenticando qualcosa” afferma Elsa sedendosi accanto al piccolo e stringendolo tra le braccia.

“Tu come hai fatto a capire chi eri? Come hai fatto a trovare te stessa?” domanda il bambino ingenuamente curioso di conoscere il passato della zia. Quella domanda risveglia un ricordo in Elsa.

La ragazza si rivede intenta a seguire la voce che la portò dritta ad Athohallan e rivive la gioia del momento in cui, proprio grazie alla voce, scoprì di incarnare il quinto spirito.

“Ma certo Giacomo! Sei un genio!” esclama Elsa felice balzando in piedi sotto lo sguardo perplesso del nipotino.

“Io ho scoperto me stessa grazie a una voce che mi chiamava! Quella voce era la mia mamma! Concentrati con me Giacomo, sicuramente qualcuno ci chiamerà ancora!” annuncia Elsa chiudendo gli occhi e facendo silenzio dentro di sé. La regina del ghiaccio avverte il silenzio dei suoi pensieri e, finalmente, una voce melodiosa si fa strada nel suo cuore.

“Elsa, non avere paura di questi nuovi poteri che ancora non conosci e non sentirti in colpa per la mia morte, so che ti dispiace che io mi sia messa in mezzo quel giorno, ma sono una zia. Ho fatto la stessa identica cosa che tu ora stai compiendo per tuo nipote. Concentrati nipote mia e ritrova te stessa”

La voce di Zia Ester rimbomba nelle orecchie di Elsa che, emozionata e tra le lacrime, muove la mano lentamente riuscendo, dopo tutti quei tentativi, a creare una scultura di ghiaccio.

“Zia! Ce l’hai fatta! Ma come hai fatto?!” domanda il piccolo stupito di fronte alla parente che era finalmente riuscita a trovare sé stessa.

“La voce questa volta era di mia zia Ester. Vedi Giacomo? Sicuramente qualcuno starà chiamando anche te! Concentrati!” inizia a dire Elsa con il cuore in gola per l’emozione provata.

Il bambino si immobilizza e cerca di fare silenzio dentro di sé ma, immediatamente, l’irruenza dei mille ricordi e pensieri cominciano a tramortirlo.

“Ahia, mi fanno male! Sento troppe voci, troppi ricordi!” urla il bambino portandosi di nuovo le mani sulle orecchie e iniziando a piangere spaventato.

“Nono Giacomo, calma!” dice subito Elsa correndo verso di lui e asciugandogli le lacrime dal viso.

“Per te è più difficile perché il tuo potere dei ricordi ti provoca molta confusione. Ragiona con me, chi è la persona o la voce che vorresti sentire di più in questo momento?” chiede Elsa invitando il bambino a prendere posto tra le sue braccia.

Giacomo ascolta le mille voci nella sua testa: sente le voci dei passanti incontrati in vita, quelle di nonna Iduna, di Agnarr, di Zia Ester, sente il verso degli animali, dei pianti, delle urla, il rumore degli spiriti e poi, improvvisamente, compare un’immagine che lo fa tranquillizzare.

“La mamma” risponde Giacomo con le lacrime agli occhi e abbozzando un sorriso.

“Che sensazioni ti dà pensare alla mamma?” chiede Elsa emozionata di fronte al ricordo della dolce sorella.

“La mamma mi calmava sempre. La sua voce era musica per le mie orecchie! Un suo abbraccio era in grado di zittire tutte le voci dentro la mia testa. Ora che posso finalmente parlare riesco a dirti quello che provavo in vita” continua a raccontare il piccolo finalmente calmo e rilassato.

“Mi sembra di sentirla anche ora. Lei e papà! Li vedo davanti al mare e nelle mie orecchie sento le loro parole. Dicono che vivranno con il mio ricordo per sempre e che mai si dimenticheranno di me” spiega ancora il bambino come ipnotizzato di fronte alla scena che si impone nitida nella sua mente che gli mostra i suoi genitori, intenti a chiamarlo e a parlargli grazie a delle conchiglie.

“Giacomo…hai scoperto la voce che ti chiama” afferma Elsa commossa notando la nebbia dissolversi lentamente accanto a loro.

Giacomo si guarda intorno ed emozionato si porta le mani alla bocca per lo stupore. La nebbia se ne stava andando lasciando spazio alla ghiacciata e meravigliosa Athohallan. Il piccolo si sente finalmente calmo e sicuro di sé motivo per cui, per dimostrare di gestire al meglio i propri poteri, realizza una piccola costruzione di ghiaccio accanto a quella della zia creata poco tempo prima.

“Noi vivremo qui ora?” chiede il piccolo alzando il volto ed innamorandosi di ogni angolo ghiacciato di quel posto magico.

“Sì, io e te vivremo qui per sempre” risponde Elsa sorridente godendosi la sorpresa e la gioia del nipotino.

“Zia Elsa, la voce che mi chiamava era quella dei miei genitori!” annuncia Giacomo felice di ciò che ha appena visto. Elsa ride di gusto di fronte all’affermazione del nipote e sente il cuore battere all’impazzata per la felicità di essere riuscita ad aggiustare tutto. Ce l’aveva fatta e l’idea di poter vivere per sempre con il bambino che ama di più al mondo le scalda di nuovo il cuore.

“Ora che cosa vuoi fare?” lo stuzzica Elsa sapendo già la risposta e desiderandolo quanto lui.

“Voglio riabbracciare i miei genitori. Mi manca giocare con il papà e…mi manca la mia mamma” aggiunge Giacomo con le lacrime agli occhi mostrando, nonostante l’essenza di quinto spirito, il suo grande cuore umano di bambino.

“Vieni Giacomo…andiamo dalla nostra famiglia” conclude Elsa porgendogli la mano e dirigendosi fuori da Athohallan pronta ad aggiungere l’ultimo tassello di quella meravigliosa storia.
  
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