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Autore: Charlie McGee    28/01/2020    0 recensioni
L'età adulta. Fuori da Hogwarts, nella vita che li ha portati ad essere esattamente tutto quello che si aspettavano, Hermione Granger e Draco Malfoy si scontrano, e si ritrovano inspiegabilmente a riconoscersi.
Dal primo capitolo:
"La Granger adulta è diversa da come te la ricordavi; chissà perché di lei hai solo l'immagine datata di una ragazzina bisbetica, che aveva scritto 'sanguesporco' in fronte così grande che ti era impossibile ignorarlo. In questa foto, la donna che hai davanti ha solo una vaga somiglianza con quella irritante saputella. Ha un lungo vestito chiaro, stretto sotto il seno, con maniche di broccato rigido; tiene i capelli legati di lato, in una coda che nel mondo magico non s'è mai vista; ha un viso pulito, la bocca rossa ben disegnata e due grandi occhi sgranati. Sono fissi sulla tua mano, ovviamente."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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11.

Da qualche parte sulle Alpi Svizzere.

Una sferzata di vento gelido di sospinge in faccia grumi di neve farinosa. Alzi un braccio per proteggerti dalle folate e strizzi gli occhi per cercare di capire dove ti trovi. Sei circondato da pini silvestri. Davanti a te, un grazioso cottage in legno se ne sta seminascosto tra gli alberi; un filo di fumo esce dal camino. I piedi, affondati in una coltre ghiacciata di neve, sono intirizziti.
Diamine, Granger, dove mi hai portato?
Dalle finestre del cottage proviene una calda luce dorata. Ti incammini e, non puoi impedirlo, un’aspettativa infantile ti torce lo stomaco.
Alla fine, dunque, è a questo punto che dovevate trovarvi? Dopo tutto ciò che era successo nelle vostre rispettive vite, ancora non riesci a tacitare lo stupore per la svolta che hanno preso le cose.
Tu ed Hermione Granger. Insieme, ora sul serio.
Sospingi la porta d'entrata, lasciata accostata, e vieni subito investito da un piacevole tepore.
Lei è seduta alla finestra, accoccolata su una poltrona, che ha voltato per poter guardare la neve scendere, fuori. Sulle spalle si è buttata una coperta spessa, e tu pensi che non vorresti essere da nessun’altra parte se non lì. Tutto quello che fino a poco fa reputavi importante - il Manor, Astoria, perfino Scorp! - sbiadisce di fronte a quel quadretto.
“Un un serpente sarebbe stato più appropriato, Granger.”
Hermione si gira con un sussulto.
“Sei venuto.”, attesta, senza manifestare nessuna particolare emozione. O almeno così ti sembra.
Per un lunghissimo istante vi scrutate, voi, due maghi adulti che non sono mai stati più ragazzini di ora.
“Mi dispiace.”
L’hai sussurrato, ma sai che Hermione l’ha sentito benissimo; e altrettanto bene sai che non puoi limitarti a quello, non questa volta. Sei stato messo alla prova e devi dimostrare di meritarti la sua fiducia. Lo intuisci da come ti guarda, sotto quelle ciglia lunghe, con uno sguardo obliquo che non ti lascia scampo. Non più, non da quella festa durante la quale vi eravate rivisti la prima volta tanti anni fa.
Cerchi le parole, che sono un groviglio incomprensibile in fondo allo stomaco.
“Mi dispiace.”, ripeti, “Per tutto. Sono stato vigliacco, Hermione. Ma avevo paura. Credevo… credevo che l’unico modo per sopravvivere fosse controllare tutto ciò che avevo. Ma tu… noi… tutto questo sfuggiva al mio controllo, e non potevo lasciare la presa su quello che era.”
“Che ne è di Astoria?”
L’ha chiesto vaga ma la sua diffidenza spira come un vento gelido tra voi due. La capisci, e per la prima volta ti vedi con occhi diversi. Non sei fiero, non sei altero, sei solo spaventato. I tuoi pensieri, aggrovigliati, corrono a Severus.
“Lei… sa di noi. Non credo abbia capito tutto ma…”
“E tu non ti sei disturbato a chiarirglielo, eh?”
La sua voce vibra di orgoglio ferito. Tu annaspi, cerchi le parole che all’improvviso si nascondono dispettose.
“Hermione. Ascoltami.”, e deve farlo, deve ascoltarti, perché per la prima volta nella tua vita vuoi solo dire la verità, tutta quanta la verità. “Tra me e mia moglie è finita. Non c’è modo di tornare indietro, ora. Sono innamorato di un’altra donna. Cocciuta, permalosa, e, Salazar sa perché!, con una dannatissima passione per le passaporta. Dove accidenti siamo?”
Hermione esita e tu senti lo stomaco attorcigliarsi su se stesso come un serpente.
Ci siamo. Avanti, Granger, rispondimi.
Quando apre bocca temi che ti voglia respingere brutalmente, invece la senti sussurrare: “Svizzera. L’ho costruito per i miei genitori.”
Hai vinto. Hermione Granger è finalmente tua, solo tua, vi siete dati l’uno all’altro con abnegazione.
Si lascia scivolare la coperta via dalle spalle: sotto la lana ruvida, è nuda.


Settembre 2022. Ministero della Magia, Ufficio di Draco Malfoy

La notizia è stata tenuta segreta, nessun giornale magico ne ha parlato. Incappi nel necrologio quasi per caso, a pagina ottantasette di Magia Alternativa, una copia recente lasciata sbadatamente nel tuo ufficio da un visitatore.
Hanno scelto una foto che le rende giustizia. Catturata a un qualche evento mondano, quando era più giovane, con una mantellina gettata sulle spalle e il vento che le scompiglia i capelli; dolorosamente, ti scopri a indagare su quel volto bello e giovanile i primi segni della malattia. Non li trovi. Lì, Hermione Granger era una strega forte e in salute.
La pagina si arriccia quando le tue lacrime bagnano la carta. Imprechi. Come hai potuto ridurti così? Come avete potuto diventare di nuovo due estranei, ancora una volta sconosciuti l’uno all’altro quanto lo eravate stati da giovani?
Maledizione!
Ora, insieme alla disperazione, avverti anche una rabbia sorda; ti ci aggrappi come un naufrago alla deriva. Oh, stupida, cocciuta Granger! Era stata lei che, in un impeto assolutamente fuori luogo di orgoglio grifondoro, aveva allontanato tutti da sé. Tu sei stato il primo, quello a cui desiderava dare subito l’ultimo addio, forse perché era il più difficile.
Ricordi la vostra ultima conversazione come se si fosse tenuta ieri.

“Draco.”, la Granger è pallida, tremante; probabilmente sa di aver appena partorito una colossale sciocchezza.
“Non deciderai per me.”, ringhi, fuori di te. Vuole davvero respingerti brutalmente, proprio ora che avrebbe più bisogno del tuo sostegno?
Il tuo appartamento vicino al Ministero sembra chiudersi su sé stesso per fagocitarvi.
Ti ci sei trasferito immediatamente dopo essere tornato dalla Svizzera. Hai trovato tua moglie immersa in febbrili lavori alla serra; non si è stupita quando le hai comunicato che eri in procinto di andartene. Non c’era molto altro da dire, il gelo che soffiava nei vostri discorsi parlava per voi.
Ora ti sembra che una speculare cortina sia calata fra te e la Granger. Non ti sei mai sentito così distante da lei, e la cosa ti spaventa: hai l’impressione di averla già persa. Quello che ti ha chiesto… la sua cieca determinazione nell’ottenerlo… tutti indizi che ti fanno credere che non tornerà sui propri passi, non stavolta.
Hermione Granger è malata. Tiene il segreto da chissà quanto, e dice di aver tentato ogni via. Lo dice stancamente, e Merlino solo sa quanto ti spaventa leggere quella quieta rassegnazione nei suoi occhi.
La Grifondoro ha perso la speranza. Lei che ha combattuto la Guerra. Lei che…
Come in sogno, ti vedi allungare una mano per cingerle la vita. La attiri contro il tuo petto, in un velleitario tentativo di non farla andar via.
“Non farmi questo, Granger.”, farfugli con voce arrocchita.
“Mi dispiace.”
Alza la testa per incontrare i tuoi occhi. Sta piangendo. Non hai dubbi: quelle lacrime sono per te.

Seduto nel tuo ufficio, stai ripensando a quei mesi di cieca e innamorata felicità che avete vissuto.
Certo, c’erano stati anche dei momenti difficili. Quando la vostra liaison era divenuta di pubblico dominio, molti avevano storto il naso. Ti era sembrato di ritornare a scuola, perché davvero, vi giudicavano ancora secondo il metro naif degli adolescenti: eravate il Mangiamorte e la Strega-Per-Bene.
Complimenti per la scelta, Signorina Granger, davvero azzeccata.
I tuoi amici avevano accolto la notizia con malcelata avversione. Pansy non se ne capacitava, ma alla fine aveva dovuto cedere.
“Se è quello che vuoi.”, aveva sospirato, e tu avevi accettato con sollievo inaspettato la benedizione della tua amica di vecchia data.
Lo scoglio più grande erano state le vostre famiglie. Tua madre, troppo vecchia e malata per capire davvero cosa le dicevi, era sembrata inspiegabilmente deliziata; avevi dovuto accettare che ormai non capiva più davvero bene quello che le si diceva. E naturalmente i coniugi Greengrass... dire che si erano sentiti disonorati e offesi a morte sarebbe stato un eufemismo bello e buono.
Una inaspettata consolazione era arrivata da Daphne Greengrass. Un pomeriggio, aveva chiesto di vedervi per un the nella City. Credevi fosse una trappola, un elaborato modo per svergognarti pubblicamente, e sulle prime eri stato reticente. Ma sentivi, in fondo, di doverglielo.
Daphne, contro ogni previsione, voleva darti il suo appoggio.
“Credo che tu e Sissi vi ritroverete, prima o poi.”, aveva sentenziato sbattendo le lunghissime ciglia, “E su te e la Granger, dopotutto, avevo visto lungo, no?”
Si era aperta in una risata sardonica e tu, inspiegabilmente, avevi sorriso insieme a lei.
Adesso, tutto quello, tutti quei discorsi, quelle preoccupazioni sul modo di presentarvi in pubblico… sbiadiscono nella tua memoria come fossero lazzi di un infante.
Non vuoi davvero credere che Hermione non ci sia più. E quel che è peggio, ciò che davvero ti fa infuriare, è che eravate andati così vicini, così vicini ad essere finalmente felici. Sei furioso perché per una volta non è la tua paura, né la tua codardia, ad aver sabotato un rapporto, ma un crudele scherzo del destino.
Al destino non hai mai davvero creduto; hai sempre flagellato a sufficienza te stesso per i tuoi sbagli, grazie tante. Ed ora, ora che non hai nessuno da incolpare, ti senti un guscio vuoto, che trasecola impotente di fronte a un evento più grande di te, del tuo orgoglio, di tutta la tua magia.
Dalla pagina di giornale, la foto magica della Granger si accomoda un ciuffo dietro l’orecchio e tu scoppi a piangere, come il ragazzino che ti senti.


Alcuni giorni dopo
Cimitero di Westminster. Mattino


Una pioggia fitta e viscida ti cade sull’incerata, sbiadendo i contorni delle cose come in una vecchia foto.
Tu e Scorpius dovete farvi strada nella folla che circonda l’ingresso del Cimitero. La Società Magica è segnata dal lutto, e sono centinaia le persone venute a rendere omaggio ad uno degli eroi della Guerra.
Hai indossato il tuo abito migliore, ma ti sembra di soffocare dentro al colletto della giacca. Te lo allenti faticosamente, le mani scivolose di pioggia e di sudore.  
Scorpius ha un contegno ammirevole; sai che è qui per la sua amica Rose, e cerchi con gli occhi la famiglia Weasley; ci sono tutti, con Ronald in prima fila. È tanto che non vedi il marito della donna che amavi. Si è imbolsito dall’ultima volta, ma ha tentato di rendersi presentabile dentro un raffazzonato completo scuro. Pensi che lei avrebbe apprezzato lo sforzo, che ne avrebbe sorriso.
“Malfoy.”
Qualcuno ti ha apostrofato con voce stanca. Ti volti e, naturalmente, è la tua condanna a vita; amici o nemici che siate stati, lui è sempre rimasto una costanza nella tua esistenza. Harry Potter allunga una mano e all’inizio tu non sai bene cosa fare ma poi, inaspettatamente, è lui a fare la prima mossa: abbassa l’ombrello e ti abbraccia.  
Non hai la più pallida idea di come comportarti. Siete due adulti, Merlino!, cosa crede di fare? Ma qualcosa dentro di te decide che quello non è il momento di essere spigolosi. E dunque, dopo essere rimasto impalato come uno stoccafisso, ricambi la stretta con una certa rassegnazione.
“Mi dispiace, Draco. So che ti amava.”
Ti si mozza il fiato in gola. Colpa di quelle quattro parole, che ti colpiscono come uno schiantesimo in petto. Per un secondo un velo scuro di cala sugli occhi; barcolli, trattenuto solo dalla stretta inaspettata del Salvatore. Attorno a voi, baluginano i radi flash di qualche testata giornalistica venuta a raccogliere la cronaca del funerale.
Quando Potter si scosta, puoi scorgerne il volto sfatto. Piccole gocce di pioggia gli si sono depositate sulla barba incolta, dove si mischiano alle lacrime. Un pensiero ti pungola: tu e San Potter non siete mai stati così vicini, anzi, doveva arrivare un lutto comune per farvi abbandonare definitivamente tutte le ostilità. Cosa avrebbe detto lei, se vi avesse visto l’uno nelle braccia dell’altro?
Scorpius ti strattona la manica dell’impermeabile. “Raggiungo Rosie, papà.”
Lo guardi. Scorpius, ormai quasi un mago a tutti gli effetti, non ti è mai sembrato così adulto; Scorpius, che aveva accettato con pacifica compostezza l’annuncio della separazione da sua madre; che aveva guardato con un divertimento che non aveva nulla di ingenuo suo padre corteggiare la propria miglior nemica; Scorpius, che oggi è venuto, apparentemente per consolare Rose Weasley, ma forse anche per fare da spalla a te.
Lo osservi mentre viene inglobato dagli Weasley, e ti stupisci quando salutano educatamente anche te.
Assisti alla funzione un po’ defilato, lanciandoti attorno occhiate circospette: non riesci a scollarti di dosso la sensazione di essere fuoriposto quanto un troll in una cristalleria. Anche se, a dire il vero, nessuno bada più di tanto alla tua presenza.
Non seguirai il corteo che migra ad Hogwarts, dove si terrà la seconda parte della cerimonia: sono state approntate stazioni per la metropolvere e passaporte. Lì, nel Parco del Castello, verranno donati alcuni libri ed effetti personali, e un nuovo quadro verrà installato nei corridoi di Hogwarts, imperitura eredità che veglierà con pignoleria sugli studenti della Scuola.
Tuo malgrado, sorridi all’idea, mentre gli ultimi ritardatari sciamano dal Cimitero. Qualcuno ti lancia occhiate di sottecchi e tu pensi ma certo, guardate pure il fenomeno da baraccone che piange il suo amore perduto, ma senza astio.
“Scusa il ritardo.”
Sussulti. Qualcuno ti è appena scivolato accanto, con naturalezza consumata. Sbatti le palpebre, per guardare attraverso la pioggia: è lei. È Astoria. Che diamine ci fa qui?
La tua muta domanda non trova risposta. La tua consorte, con cui credevi di aver tagliato ogni ponte, si stringe a te sotto la pioggerella gelida. Le sue dita cercano la tua mano, e vi si intrecciano come se non foste al funerale della tua amante.
“Perché sei venuta?”, trovi la forza di chiedere, e poi, senza riuscire a trattenerti, aggiungi: “Volevi verificare quanto patetico fossi? Alla fine, vi ho perse tutte e due.”
Astoria s’irrigidisce accanto a te, ma non lascia la presa sulla tua mano. E anche se credevi che quello sarebbe stato sufficiente per farle alzare i tacchi, forse non hai mai davvero capito di che stoffa è fatta la tua consorte. Invece, chiude gli occhi e dice: “Volevo starti accanto. Sei ancora mio marito, Draco.”
Tremi, di impotenza e di dolore. Prima di iniziare a frequentare la Granger eri convinto che tutto il mondo ti remasse contro, e se ripensi ora a tutte le confutazioni che hai avuto e stai avendo, ti senti piccolo e ingenuo.
“Voglio che torni a vivere al Manor.”
Astoria guarda dritta davanti a sé. Puoi solo immaginare lo sforzo che le costi pronunciare quelle parole, e ciò che segue.
“Come amici, come coniugi... Non m’importa. Ma abbiamo ancora bisogno l’uno dell’altra.”
Alzi il viso lasciando che la pioggia te lo inzuppi e lì, proprio al funerale della donna con cui credevi di aver finalmente trovato pace, ricordi una sua frase che avevi giudicato così ingenua e scioccamente ottimista: Tutte le cose, alla fine, vanno al loro posto, Draco.



Note dell'Autore
Non ve lo aspettavate, eh?
Okay, ho tirato un colpo basso con la morte di Hermione. Malgrado io sia un'amante dei lieto fine, qui mi sembrava che l'evoluzione dei personaggi e delle loro consapevolezze andasse saggiata attraverso un'ultima, definitiva prova. Come a dire che l'amore l'uno per l'altra, e tutto ciò che ha comportato, è sì quello che li salva, ma non è l'unica cosa che ne scolpisce l'evoluzione.
Così, la dipartita di Hermione è un evento umano, quasi banale... di quelli che, per quanto tragici, tutti potremmo incontrare nella nostra quotidianità. Ed è proprio la riflessione finale di Draco sulla propria impotenza che gli permette di riconoscersi finalmente libero dall'immagine che di sè si è costruito.
Potrà inoltre sembrare quantomeno bizzarra la reazione di Astoria, che sebbene tradita e rifiutata, torna sui propri passi. Ecco, ho tuttavia pensato che le relazioni (specie i matrimoni che durano anni) hanno delle sfaccettature molto personali e complesse. E mi sembrava nel personaggio la capacità di perdonare, di comprendere e di voler comunque condurre una vita a due, seppur nella consapevolezza di non avere un legame romantico "tradizionale".
Confesso che non è uno dei capitoli che mi piacciono di più, ma era quello che sentivo di scrivere. La storia non si conclude qui ma troverà compimento in un capitolo finale di epilogo, che tirerà le fila della vita dopo la morte di Hermione.
Sperando in riscontri positivi,
un abbraccio,

Charlie
   
 
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