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Autore: _euph0rja    04/02/2020    0 recensioni
L'Euphoria indica uno stato di benessere psicologico e fisico.
Euphoria per me vuol dire stare bene, e io sto bene quando scrivo.
Non importa se non sono una scrittrice, ho le mie idee e voglio sapere cosa ne pensa la gente.
Scrivere significa liberare la mente da tutto, mettere tutto nero su bianco.
Le tue idee, i tuoi disagi, le tue preoccupazioni.
In quello che scrivo metto tanto di me, e vorrei far capire alla gente come sono anche se, al momento, non mi capisco neanche io.
'La scrittura mi protegge. Vado avanti facendomi scudo delle mie parole, delle mie frasi, dei miei paragrafi abilmente concatenati, dei miei capitoli astutamente programmati. Non manco d' ingegnosità.'
- Georges Perec
~Raccolta di piccole storie, piccoli pensieri~
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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'Ci sono due motivi per cui la 
gente cambia:
ha aperto gli occhi
o ha chiuso il cuore.'

È come se mi sentissi vessata da tutto.
Capitano, quei momenti, in cui non capisco come sto. 
Sento solo un grande vuoto nel petto, come se mancasse qualcosa... qualcuno. 
Capitano, quei momenti, in cui sento il cuore pesante. 
Troppo pieno, gonfio per via delle lacrime che ho trattenuto tante volte. 
Capitano, quei momenti, in cui sento la gola stringersi e la voglia di urlare aumentare. 
Sento il bisogno di urlare quello che provo, cosa sento dentro di me tutte quelle volte in cui faccio finta di non sentire. 
Poi, però, appena apro la bocca è come se la voce scomparisse tutto d'un tratto. 
E rimango lì: bloccata con le mani in tasca, le cuffiette nelle orecchie e la mente in confusione. 
Ho troppe cose da dire e poco coraggio per farlo.
Spesso penso strane cose, che a molti risulterebbero sbagliate.
'Che cosa ci sto a fare qui?' 
Ho la brutta abitudine di sentirmi sempre di troppo. 
Durante una conversazione, in classe, persino in una passeggiata con amici. 
Anche a casa. 
Guardo i miei genitori con mio fratello, seduti a tavola a mangiare e ridere e penso 'Stanno così bene senza di me..' e sorrido al pensiero di loro senza di me. 
Magari avrebbero meno delusioni, più sorrisi e farebbero meno sforzi. 
Guardo i miei amici ridere e penso 'Possono stare anche senza di me.'
Mi sento inutile, una delusione. 
Creo litigi e discussioni. Causo lacrime. 
Mi sento in colpa per qualsiasi cosa, anche per stare così. 
Capitano, quei momenti, in cui la musica è l'unica cosa che mi capisce. 
Quei momenti, per niente rari, chiusa in camera e la musica a tutto volume, lasciando il mondo fuori. 
Perché in quei brevi ma intensi 2:56 minuti, tutto scompare. 
Nella mia testa c'è solo quella canzone. Nient'altro. 
Ed è così che vorrei essere la maggior parte del tempo: calma, felice. 
Sono arrabbiata col mondo, anche se la colpa è solo mia. 
Sono arrabbiata con le persone che mi stanno intorno, anche se la colpa è solo mia. 
Sono arrabbiata con me stessa, ed è solo colpa mia. 
Ci sono persone che non riescono a superare un cambiamento, e la mente cerca in tutti i modi di non andare avanti. 
La persona non supera nulla, accumola solo rabbia e tanto dolore. 
Ho il brutto vizio di trattenere la rabbia. 
Ho il brutto vizio di non parlare. 
Ho creato un muro intorno a me, che mi blocca dal chiedere aiuto. 
Posso parlare del perché sto male, ma non dirò mai la vera ragione. 
Anche chi pensa di sapere tutto di me, di conoscermi, di aver abbattuto ogni barriera intorno a me, non sa nulla. 
Non sa niente di tutte le volte in cui mi sento vuota.
Non sa niente di tutte le lacrime trattenute e della rabbia repressa.
Non sa nulla delle volte in cui mi sono dovuta rialzare da sola. 
Non sa nulla di me. 
I demoni di qualcuno non si possono contare. 
Non si possono definire, spiegare. 
Non ricordo l'esatta volta in cui non sono riuscita a rialzarmi. 
Ma, da quel momento, qualcosa è scattato in me. Quasi come un metodo di protezione. 
E continuo a sentirmi una completa idiota per tutte quelle volte in cui sono rimasta fregata dalle persone e ho detto 'ora basta', per poi cedere perché, in fondo, io sono troppo buona con gli altri. 
Perché io credo sempre che la gente possa cambiare, che la gente debba ricevere una seconda possibilità. 
Le persone che mi circondano sono come le fondamenta di una torre. 
Quando un pezzo di fondamenta crolla, tutto cambia. Piano piano le fondamenta crollano e la torre cede. E si distrugge. 
È come se dipendesse troppo dalle persone che mi circondano. 
Quando una persona se ne va, il mio mondo crolla. 
Forse perché già troppe persone sono andate via. 
Mi aggrappo al loro ricordo, come se fosse l'unica possibilità che ho. 
Non vado avanti. 
Ma, nonostante io abbia delle persone accanto, sento di non meritarle, anche se sono loro a farmi andare avanti. 
Devo tante scuse, a tante persone. 
Migliore amica, scusa se sono un completo disastro. 
Migliore amico, scusa se ti faccio preoccupare. 
Genitori, scusate se causo delusioni e problemi. 
Fratello, scusa se non sono la sorella che meriti. 
Compagne, scusate se sono entrata nella vostra vita. 
Le persone ti salvano la vita a volte; io devo tanto a loro, non me li merito.

Io, alla fine, chi sono? 
Sono una ragazza del liceo; studio psicologia perché da grande vorrei aiutare le persone a sorridere, perché la vita non è vita se non si sorride. 
Sono una ragazza che ama leggere, estraniarsi dalla realtà. 
Sono una ragazza che adora la musica, perché riesce a calmarla. 
Sono una ragazza che sa cosa vuol dire soffrire. 
Sono una ragazza chiusa, scontrosa il più delle volte e che può sembrare antipatica ma se tieni a lei, ti regala il cuore. 
Sono una ragazza che ha fatto errori, tra cui donare troppo cuore a chi non lo merita. 
Sono una ragazza che ha due genitori, un fratello, due migliori amici e una classe perfetta.
Sono una ragazza che, da fuori, appare con la vita perfetta, ma non lo è affatto. Perché, chi sembra che abbia la vita perfetta, in realtà non è così. 
Sono una ragazza senza autostima e che non crede in sé stessa. 
Però, sono una ragazza semplice, che non desidera altro se non un abbraccio ogni tanto. Che vuole solo contare qualcosa per qualcuno, che vuole qualcuno che abbia paura di perderla.

Io sono la ragazza seduta sull'autobus, con le cuffie nelle orecchie, lo zaino in spalla e un libro tra le mani. 
Io sono la ragazza che non parla, ma scrive.

-Euphoria

   
 
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