CAPITOLO
8
Yuuki
si avviò sul vialetto che
separava la strada dalla residenza Nakano. L’automobile di
Kosuke non c’era
più, segno che aveva finito di sistemare il giardino.
Entrò nell’atrio e posò
zaini e borsoni.
“Yuuki,
sei tu? Viene in salotto,
caro.”
“Signori
Nakano,” disse il
Guerriero Bianco non appena mise piede nel salottino. I due coniugi,
nonni di
Elisabeth, erano seduti sul divano. La donna aveva gli occhi vagamente
arrossati mentre l’uomo stringeva tra le dita il pomolo del
suo bastone, le
nocche quasi bianche.
“Nostra
nipote ci ha raccontato il
motivo del tuo ritorno.”
Yuuki
si limitò ad annuire. Non
era compito suo cercare di giustificare la situazione. Elisabeth era
una
Maestra della Luce. Era solo suo diritto decidere se rispondere alla
chiamata
oppure no. Aveva già sbagliato in passato, obbligando o
manipolando la
decisione in quelli che ora erano i suoi amici. Non più. Lui
non si sarebbe
opposto, qualunque fosse stata la sua decisione.
La
nonna di Elisabeth abbassò lo
sguardo sulle proprie mani strette in grembo, che continuava a
stringere tremanti.
“Tu
sai che la nostra famiglia ha
avuto una storia complicata, lo sai che c’è voluto
un soffio che Reiko venisse
portata via da sua madre.”
“Ci
è rimasta solo lei. Prenditene
cura,” si intromise il nonno incrociando il suo sguardo,
penetrante e severo
come ogni volta che qualcosa legato alla famiglia entrava in un
discorso.
Rumore
di passi affrettati
giunsero dalla scala, qualcosa sbatté contro il muro.
Elisabeth si fiondò nella
stanza un istante dopo, arrestandosi appena in tempo prima di finire
contro
Yuuki. La ragazza aveva in spalla uno zaino che sembrava più
grande di lei. A
tracolla indossava invece la sacca dei suoi attrezzi.
“Mi
sembrava di averti visto
arrivare!” trillò eccitata per poi voltarsi verso
i due anziani. “Nonni, ne
abbiamo già parlato! So cavarmela e Yuuki e tutti gli altri
saranno con me.”
“Tesoro
mio, ci preoccuperemo
finché non ti rivedremo.”
Elisabeth
corse al divano e,
nonostante gli zaini, abbracciò i due. “Mi
mancherete così tanto.”
“Stai
attenta, Reiko.”
La
sveglia sull’orologio di Yuuki
suonò. Gli altri tre presenti nella stanza si voltarono
verso di lui.
“Gli
altri stanno per tornare. È
ora di andare, Elisabeth.”
La
ragazza annuì. Fulminea, si
piegò ancora una volta per schioccare un bacio sulle guance
dei due anziani.
“State
bene. E salutate ancora
Kosuke. E la signora Yoshido. E-”
“Staremo
bene, nipote. Andate.”
Elisabeth
sorrise verso i due e
uscì dalla stanza. Yuuki si voltò
un’ultima volta verso i due coniugi.
“Avete
la mia parola.”
La
nonna sorrise malinconica, il
nonno annuì solennemente.
Yuuki
raggiunse Elisabeth in
corridoio e la vide sollevare il borsone che lui aveva preparato prima
di
uscire.
“L’ho
preso dalla tua stanza
quando ti ho sentito arrivare.”
“Sicura
di riuscire a portare
anche quello?”
“Tu
ne hai tre da portare, credo di
potermela cavare per qualche metro.”
Il
Guerriero Bianco cedette e,
ripresi in spalla i tre zaini e borsoni, uscì accompagnato
da Elisabeth. In
silenzio, uno di fianco all’altra, raggiunsero il punto in
cui, ore prima, si
era aperto il portale che aveva riportato lì Yuuki.
I
due si fermarono.
“Dobbiamo
aspettare? O fare
qualcosa?”
“Ci
sono dei varchi per Gran RoRo,
nei punti più sottili tra esso e questo mondo. Se il Nucleo
Progenitore non si
oppone alla loro apertura, possono essere usati per attraversarli,
soprattutto
se sei un Maestro della Luce. Basta solo concentrarsi e
volerlo.”
Yuuki
chiuse gli occhi per un
battito di ciglia. Un tenue chiarore bianco, che nella luce del giorno
uno
avrebbe potuto neanche accorgersene, tremò davanti a loro.
Poi un lampo a pochi
passi da loro. Elisabeth si voltò di scatto, la bocca
spalancata e gli occhi
sgranati. A pochi passi un varco luminoso era apparso, bianco e
lucente,
attraversato da scosse di energia.
Elisabeth
deglutì, sentendosi
improvvisamente piccola piccola. E folle. Oltre quel varco
l’aspettava un mondo
che non conosceva, pieno di pericoli che non conosceva. Avrebbe
rischiato di
essere solo un intralcio per gli altri Maestri della Luce. Quasi
certamente più
debole nei duelli, certamente più inesperta rispetto a loro
che quel mondo lo
avevano già salvato.
La
ragazza strinse le mani a pugno
e sentì i palmi freddi e sudati. Il cuore
accelerò i suoi battiti. E lei
continuava a fissare, affascinata e terrorizzata, il varco luminoso.
Stava
davvero prendendo la
decisione giusta?
Yuuki
le posò una mano sulla
spalla. “Puoi ancora cambiare idea.”
Elisabeth
trasalì e incrociò il
suo sguardo, si rese conto che lui era veramente sincero.
Tornò a voltarsi
verso il portale. Chiuse gli occhi e inspirò.
“No.”
Aprì
nuovamente gli occhi e sorrise.
“Ho preso la mia decisione. E, poi, qualcuno deve tenerti
d’occhio!”
Yuuki
annuì ed Elisabeth lo imitò.
Insieme, affiancati, attraversarono il varco luminoso.
I
nonni
di Elisabeth rimasero a guardare dalla finestra finché
l’ultimo lampo di luce
svanì nel nulla.
L’attraversamento
del portale fu
più breve di quanto Elisabeth si sarebbe potuta aspettare,
giusto il tempo di
chiudere gli occhi contro l’accecante bagliore. La ragazza li
aprì e niente era
come un attimo prima.
Le
aiuole curate del giardino, che
aveva visto crescere negli anni, erano state sostituite da una foresta
lussureggiante, enorme e piena di piante che non avevano nulla da
spartire con
quelle della Terra.
Elisabeth
lasciò cadere a terra il
borsone di Yuuki, evitando per puro caso una pozzanghera, e avrebbe
fatto
cadere anche il suo se non fosse stato ben saldo sulle sue spalle, e si
portò
le mani alla bocca. Il suo sguardo continuava a muoversi, ogni cosa
attirava la
sua attenzione e le impediva di formulare un pensiero coerente.
“Sono
davvero a Gran RoRo,”
sussurrò contro i palmi delle sue mani.
“Tutto
bene?”
La
Guerriera Gialla distolse
bruscamente lo sguardo da un fiore tigrato e lo fermò sul
volto divertito di
Yuuki.
“Benvenuta
a Gran RoRo,
Elisabeth.”
E
lei scoppiò a ridere, allo stesso
tempo euforica e incredula. Corse avanti e chiuse gli occhi, ruotando
su sé
stessa. Si fermò un attimo dopo e incrociò ancora
lo sguardo di Yuuki,
nuovamente seria.
“Sicuro
che sia stata una buona
idea portarmi qui? Non ho alcuna esperienza a differenza
vostra.”
Yuuki
alzò le spalle e le sorrise
rassicurante, sollevando anche il proprio borsone.
“Tu
non hai visto gli altri nei
loro primi giorni a Gran RoRo. Qualche volta, mi chiedo ancora come
abbiamo
fatto a sconfiggere il Re del Mondo Altrove.”
“Erano
veramente così –”
“Peggio,
ma in loro difesa, li
avevamo quasi obbligati a venire.”
Il
Guerriero Bianco si avviò tra
la boscaglia, su un sentiero che lei non riusciva a vedere,
confermandole che
la loro metà era la famosa Limoviole.
Elisabeth lo affiancò immediatamente,
anche se dovette accelerare per stare al suo passo.
“Non
ero uno dei buoni, Elisabeth.
Non per tanto tempo.”
Elisabeth
sbuffò e obbligò Yuuki a
cederle il borsone dopo un paio di strattoni. “Ma ti sei
pentito e hai
rimediato. Possiamo non cambiare discorso? Sono io il pesce fuor
d’acqua in
questa situazione.”
“Andrà
tutto bene.”
Il
portale li aveva riportati a
poca distanza da dove lui aveva lasciato Gran RoRo, ma per il tragitto
di
ritorno impiegarono quasi il doppio del tempo. In parte, la colpa era
di tutto
l’armamentario di zaini e borsoni che si stavano trascinando
dietro, in parte
(la causa maggiore) era perché ogni cosa attirava lo sguardo
e la curiosità di
Elisabeth. Più di una volta Yuuki l’aveva convinta
a proseguire dopo l’ennesima
domanda, in genere sulla flora e la fauna di quel regno, di cui lui non
conosceva minimamente la risposta.
Il
Guerriero Bianco fu decisamente
sollevato di vedere il profilo dell’astronave sbucare dal
sottobosco.
Ai
piedi della Limoviole, a
pochi passi della rampa, Aileen e Magisa erano sedute a gambe
incrociate.
Entrambe aprirono gli occhi e si voltarono nella loro direzione al loro
arrivo.
Serjou emerse dall’astronave e le raggiunse. Elisabeth
zittì di botto e
rallentò bruscamente il proprio passo.
Il
granroriano fu il primo a
venire loro incontro e ad affiancare Yuuki.
“Sono
lieto nel constatare che la
vostra missione ha avuto buon esito, Guerriero Bianco.”
“Più
di quanto potessimo sperare,”
replicò e indicò con un cenno del capo i borsoni
che avevano con lui.
Serjou
afferrò il borsone di Mai,
voltandosi verso Elisabeth. Aileen e Magisa li raggiunsero nello stesso
momento. La ragazza si immobilizzò a pochi passi da loro,
deglutì e si inchinò
così bruscamente che, per un attimo, lo zaino sulle sue
spalle sembrò avere
tutta l’intenzione di finire oltre la sua testa. Il borsone
di Yuuki finì
ancora una volta a terra con un tonfo.
“Onorata
di conoscervi. Sono
Elisabeth Reiko Nakano. Ma preferisco che mi chiamiate Elisabeth. O
Liz. Cioè,
se avete bisogno di chiamarmi. O devo imparare a rispondere a Guerriera
Gialla?”
Serjou
chinò il capo verso di lei,
Aileen sorrise divertita e Magisa scoppiò a ridere,
raggiungendola e posandole
le mani sulle spalle per farla rimettere ritta.
“Non
so cosa ti hanno raccontato i
Maestri della Luce, ma non siamo così formali e non
mordiamo.”
“I
suoi stivali sì,” aggiunse
Aileen piegandosi in avanti e sussurrando dietro alla mano.
Elisabeth
arrossì di bottò e
abbassò lo sguardo, balbettando sottovoce. Per rialzare
bruscamente la testa alle
parole della granroriana e gettare uno sguardo allarmato ai piedi di
Magisa.
“Io
sono Maga Magisa, ma solo Magisa va benissimo. E gli
stivali mordono solo i maleducati,” proseguì la
donna lanciando un’occhiataccia
ad Aileen. “Felice di averti qui con noi,
Elisabeth.”
La
Guerriera Gialla rialzò di scatto lo sguardo,
inspirò
rumorosamente e sorrise a trentadue denti.
“Quella
Maga Magisa? La Maga del Mondo Altrove? La
Maestra del Nucleo Progenitore? Ti ho visto in uno dei servizi
televisivi!”
Magisa
drizzò la schiena e allargò le spalle,
compiaciuta e
inorgoglita. “In persona.” Poi allungò
la mano ai capelli, esitò e tornò ad
abbassarla ridacchiando nervosamente. “Anche se ora sto
affrontando un po’ di
problemi. E temporaneamente non custodisco più neppure il
Nucleo.”
“Oh,”
Elisabeth si morse un labbro e si voltò verso Yuuki
indignata. “Potevi anche dirmelo!” E
ruotò per guardare nuovamente la Maga. “Ma
se non l’hai tu…”
Aileen
fece un passo avanti, alzando la mano e sforzando un
tono allegro. “Presente!”
Quando
i loro sguardi si incrociarono, la granroriana porse
la mano, ancora parzialmente bendata. “Aileen Dealan,
temporanea Maestra del
Nucleo Progenitore. Tecnicamente sarei solo la Guerriera Verde, come
Kenzo, ma
si fa quel che si può. Conto che risolveremo il problema il
prima possibile.”
“Piacere
mio.”
Aileen
lasciò la presa e intrecciò le loro braccia,
guidandola verso la Limoviole.
“Vieni
che ti mostro dove sistemarti. Credo che condividerai
la stanza con Mai.”
Mentre
le due si avviavano, Magisa afferrò il borsone
lasciato indietro da Elisabeth e si accodò a Yuuki e Serjou
nel seguirle verso
l’interno, inclinando la testa verso i loro fardelli.
“Saranno
felici di tutto
questo.”
“Ci
sono anche gli album di
Hideto.”
Magisa
ghignò. “Siamo
felici di tutto questo.”
“Cosa
ne pensate?”
Barone
posò la mano sopra la scrivania e spostò lo
sguardo
sulle proiezioni di Duc, Shima e Izarz. I due coniugi avevano
espressioni
gravi.
“Dato
che non sei il tipo da disturbare le persone per
sentire le tue lodi,” replicò con tono divertito
Izarz, “immagino ti riferisca
alla situazione del Guerriero Rosso.”
Barone
si limitò ad alzare un sopracciglio, per poi voltarsi
verso Duc.
“Potrebbe
essere simile a quanto ti successe otto anni fa?”
Il
mazoku interpellato sospirò e incrociò le
braccia. “Non
sono un esperto, ma temo che quanto mi successe non possa essere
confrontabile
con le conseguenze dell’interazione con la Rampa di
Lancio.”
“Dopotutto,
mio marito subì soltanto un lavaggio del
cervello, per quanto indotto da poteri magici.”
Izarz
si girò verso la coppia, piegandosi leggermente in
avanti con le mani congiunte davanti a sé. “Nessun
rancore, mi auguro.”
Shima
gli rivolse uno sguardo gelido e le zampe di ragno
attorno al suo corpo si contrassero. Izarz tornò dritto
sorridendo
nervosamente.
“Comunque,”
riprese con tono spavaldo, “posso confermarlo
anche io. Ero perfettamente consapevole che Duc avrebbe recuperato
progressivamente tutti i suoi ricordi se fosse riuscito a
sfuggi-” Shima tossì.
“Ehm, se fosse riuscito a restare sufficientemente a lungo
alle cure della
propria famiglia. Se speravi di trovare in noi un rimedio per
recuperare la
memoria di Bashin-”
Barone
si alzò dalla sedia e spostò lo sguardo sulla
città
visibile oltre la vetrata del suo ufficio. Non si era illuso di trovare
la
risposta. Anche Gilfam lo aveva messo in guardia, quando
l’aveva ricontattata
per richiedere ulteriori dettagli su quanto avesse fatto intendere di
sapere
sulla condizione di Dan durante la riunione.
“Viole
Mai è stata cauta nel presentare i rischi che
comporta riportare indietro qualcuno dal Nucleo Progenitore. E fin
troppo ottimista
nel presentare il recupero della memoria di Bashin.”
Il
mazoku tornò ad avvicinarsi alla scrivania, appoggiandovi
una mano.
“Neppure
in tutte le tue ricerche nel mondo della magia?”
Izarz
posò una mano sul fianco e scosse la testa.
“Dovrei
essere a Gran RoRo per riuscire a far ricerche su un potere pari a
quello del
Nucleo Progenitore. Attualmente, non credo di poter darti
più informazioni di
quelle che la Regina Gilfam ti ha sicuramente già
fornito.”
“Vi
ringrazio.”
Le
tre proiezioni svanirono e la stanza tornò a farsi
silenziosa. Barone si sedette nuovamente, estraendo il proprio deck e
rivelando
le prime quattro carte. Pheonix-Siegwurm, Strike-Apollodrago, Nemelion e
Archerion.
“Ho
fiducia in te, Bashin Dan.”
“E
raccontate, raccontate di quella volta che avete fatto a
gare su chi dei due reggesse meglio l’alcol!” Kenzo
biascicò in mezzo alle
risate.
Mai
e Hideto inorridirono, sbiancando leggermente, al veder
tirare fuori quella vicenda che si erano giurati a vicenda di non
nominare mai.
Clarky,
Angers, Plym e Yus, pure Dan travolto
dall’entusiasmo del gruppo, furono fin troppo interessati a
quella notizia.
“Questa
la voglio sentire. Mi sono perso la vostra prima sbornia!”
Clarky si portò una mano al petto, fingendosi ferito.
“Se
vi può tirare su di morale,” aggiunse Plym,
“non è che
Yus-”
“Plym!
Avevi giurato!”
La
giovane donna zittì e gli mostrò la lingua.
L’attenzione
di tutti tornò sui due Maestri della Luce, ancora a bocche
cucite e con sguardi
che promettevano vendetta.
“Credo
che fosse il compleanno di Hideto,” iniziò Kenzo
ignorando le mute minacce degli amici. “Non mi ricordo
neppure com’è iniziata.
Abbiamo provato a fermarli, eh, io e Yuuki. Ma abbiamo
fallito.”
“Mai,
no! Non puoi testare se in skateboard arriveresti
al piano terra prima che con l’ascensore.”
La
ragazza ondeggiò e saltò per l’ennesima
volta. La
punta delle sue dita non riuscì neppure a sfiorare il bordo
dello skateboard,
saldamente tenuto a distanza di sicurezza da Yuuki. Quando
atterrò, il
Guerriero Bianco le afferrò il braccio per evitarle un
capitombolo sul divano.
“Preferirei
che la tua famiglia ti ritrovi intera al loro
rientro da Kyoto.”
“Dai,
Yuuuuki! Non fare il guastafeste.” Le lamentele di
Mai vennero interrotte da un singhiozzo.
La
ragazza ridacchiò e afferrò una bottiglia mezza
vuota
da un mobile. La sollevò alle labbra per ritrovarsi la mano
vuota. Mai aggrottò
la fronte e portò le mani sui fianchi, ondeggiando una
seconda volta. La
bottiglia era in mano a Yuuki.
“Se
hai lo skateboard, la bottiglia è mia.”
“No.”
“Nooiooso.”
A braccia conserte e con il broncio, Mai si
sedette pesantemente sul divano, dopo qualche tentativo, a gambe
incrociate.
Yuuki
abbassò il braccio senza distogliere lo sguardo da
lei.
La
ragazza si illuminò. “Oppure
potrei…”
“No.”
Mai
afferrò un cuscino sbuffando.
“Yuuki,
vieni a salvarmi.” Kenzo si voltò verso il
Guerriero Bianco dalla sedia in cui era intrappolato a causa di Hideto
che,
bottiglia stretta in mano, continuava ad agitarla per sottolineare le
sue
parole.
“Lo
sapete, non ho mai acconsentito a essere ancora la
vostra baby-sitter.”
“E,
il peso dell’età, della conoscenza, delle
responsabilità,” si intromise Hideto annuendo
solennemente. “Da grande potere
derivano grandi responsabilità.” E si
scolò un sorso.
“Quanto
sei originale,” sbottò Kenzo.
“L’originalità,
esiste ancora l’originalità? O tutte le
storie sono già state raccontate? E ora non resta che
ripeterle.”
“Yuuki!”
Il
Guerriero Bianco roteò gli occhi e raggiunse i due
amici.
“Ho
una domanda per te, Hideto,” Yuuki gli strappò la
bottiglia dalla mano. “Se potessi salvare una sola carta dai
tuoi album, quale
sarebbe?”
“Qu-
car- una?”
“Una.”
Hideto
spalancò gli occhi e chiuse la bocca. Kenzo ne
approfittò per sgusciare via e nascondersi alle spalle di
Yuuki.
“Guastafeste,”
bofonchiò Mai semi-distesa sul divano.
“Niente
più gare, avete capito?”
Kenzo
dovette smettere di raccontare. Non che la sua voce
avrebbe potuto essere sentita oltre le risate sguaiate di tutti i
presenti. Yus
e Plym erano uno afferrato all’altra, mezzi piegati in due.
Angers aveva la
testa schiacciata contro la spalla di Clarky che continuava a passarsi
una mano
sugli occhi per togliere le lacrime. Anche Dan si era unito
all’ilarità.
Mai
era rossa in volto e stava torturando una ciocca di
capelli, Hideto si era nascosto la faccia dietro al cappello.
“Cioè,
non è cambiato niente da quell’estate?”
Kenzo
si voltò con un ghigno verso Clarky.
“Niente.”
“Possiamo
smetterla!” Mai si intromise con forza. “Non
riderei Clarky, sono sicura che Angers e gli altri non sanno tutte le
storie
che-”
Gli
acuti trilli di un allarme bloccarono nella sua gola le
parole. Il sorriso scomparve dal suo volto, come da quello di Kenzo e
Hideto.
Uno
dopo l’altro, anche gli altri smisero di ridere.
“Che
succede?” Yus suonò titubante.
Il
Guerriero Verde esitò, incrociò lo sguardo degli
altri e,
alla fine, recuperò dalla tasca il proprio cellulare.
Il
timer era arrivato allo zero.
“Succede,”
deglutì, “succede che dobbiamo andare
via.”
E
non rialzò lo sguardo, tenendolo fisso sullo schermo.
“Oh.”
Gli occhi di Plym si inumidirono. Yus strinse le
labbra e distolse lo sguardo. Clarky e Angers intrecciarono le dita,
cercando
forza l’uno nell’altra.
Nessuno
si era illuso diversamente al loro arrivo. Nessuno
aveva pensato che la presenza di Mai, Dan, Hideto e Kenzo potesse
essere
qualcosa di più di un fugace incontro.
Eppure,
con ogni parola, ogni risata, ogni momento passato
insieme, la consapevolezza del sempre più vicino addio si
era fatta da parte,
nascosta dall’allegria, dalla felicità.
Si
erano tutti un po’ illusi che, in fondo in fondo, quelle
ore non sarebbero finite mai.
Ma
le ore erano finite.
E
l’addio non poteva essere più
rimandato.
Rientrare
nella sala della macchina del tempo, dove solo
poche ore prima erano arrivati, sembrava completamente diverso da
allora.
Anche
se si erano ritrovati armi puntate contro, la stanza
era stata piena di entusiasmo, di attesa nel rivedere amici salutati
tanti anni
prima senza la certezza di poterli mai rincontrare.
Ora,
la stanza non solo era più vuota, ma l’aria era
pesante, tanto da sembrar voler piegare giù gli angoli delle
bocche tirate in
sorrisi malinconici.
In
un certo senso, era un addio quasi più difficile di otto
anni prima. Avevano avuto tempo di prepararsi allora e, dentro di loro,
avevano
bramato quella possibilità di allontanarsi dal dolore che
ancora li aveva
accompagnati dopo un mese. Ed era stato come mettere un punto a quel
capitolo
della loro vita; era stato triste ma appagante.
Invece,
quel giorno, erano tornati a rinsaldare con così
tanta facilità l’amicizia, gli affetti che
quell’addio faceva male come un
improvviso schiaffo in faccia.
Hideto,
una volta entrato nella stanza e notata la propria
moto appesantita da contenitori scuri, aveva provato a scherzarci su,
ma le
risate erano state solo superficiali. L’allegria non aveva
raggiunto gli occhi
di nessuno di loro.
Senza
contare che, la fila delle persone che avrebbero
potuto salutare, era assai più breve di quella che avrebbero
voluto. Barone,
Clarky, Angers, Yus, Plym, Stella e Kazan erano gli unici presenti.
En,
Fant, Zolder, Flora, Lugain, Duc, Shima, Izarz, Zack,
Gilfam, Gaspard e tanti altri ancora non erano lì.
Mai
fu la prima a farsi coraggio, avvicinandosi a uno a uno
e stringendoli in un forte abbraccio, anche alla dottoressa Stella e
Kazan.
“Vi
ringrazio, per Lord Yuuki.”
La
Guerriera Viola annuì e passò avanti. Strinse Yus
e Plym,
che le si aggrappò addosso come se non volesse farla andare
via. Abbracciò
Angers augurandole tanta fortuna e felicità per la loro
famiglia.
Salutò
Barone in silenzio, scambiandosi uno sguardo di intesa
e un cenno del capo.
Arrivata
a Clarky, gli lanciò le braccia al collo, alzandosi
sulle punte per riuscire a posare il mento sulla sua spalla. Come otto
anni
prima. Così diversamente da otto anni prima.
“Mi
mancherai, Clarky.” La sua voce tremò.
“Saluta
Andrew, i miei genitori e Kaoru.” Clarky strinse gli
occhi. “E state attenti.”
Kenzo
aveva salutato Barone, si era fatto stringere,
arruffare i capelli e si era fatto anche chiamare piccolo
da Clarky,
Angers, Yus e Plym. Aveva accettato tutto di buon grado,
perché lamentarsi non
avrebbe fatto altro che ingrossare il groppo in gola e liberare le
lacrime che
premevano ai bordi dei suoi occhi. Salutò con un inchino
Kazan e si fermò
davanti alla dottoressa Stella.
La
donna deglutì e gli porse bruscamente un hard-disk
argentato.
“Tieni.
Ci sono tutti gli articoli che ti ho promesso e
anche qualcun altro, i dati, i programmi. Tutto. E anche una marea di
foto e
video con cui Plym ha pensato di intasare la memoria.”
Kenzo
annuì, strizzando più volte gli occhi.
“Grazie.”
E
le gettò le braccia attorno al corpo. Stella, quella
volta, non si fece cogliere di sorpresa. Lo strinse forte per poi
staccarlo
delicatamente.
“Un
po’ di decoro, Kyrò.”
“Mi
chiamo Kenzo,” sussurrò afferrando
l’hard-disk e facendo
un passo indietro.
Tutti
fecero finta di niente quando la dottoressa si voltò
di lato e, velocissima, sollevò gli occhiali per asciugarsi
gli occhi.
Hideto
salutò Barone e Stella con una stretta di mano, Plym
con un cinque e Yus con una calorosa pacca sulla spalla.
Accettò l’abbraccio di
Angers e quello successivo di Plym che decise di imitarla. Lui e Clarky
si
afferrarono gli avambracci e si abbracciarono.
Arrivato
davanti a Kazan, i due si sorrisero e accennarono
un inchino del capo.
“Grazie
ancora per le carte. Ci saranno davvero di grande
aiuto.”
“Vi
auguro buona fortuna, Guerriero Blu. Possa la vostra
battaglia essere vittoriosa.”
Hideto
afferrò la tesa del proprio cappello e la piegò
in
avanti.
I
saluti per Dan furono i più difficili. E non più
per i
motivi che lo avevano messo a disagio durante l’iniziale
incontro. Non
ricordava ancora nessuno di loro. Sapeva di loro solo quel poco che gli
avevano
raccontato. Eppure, in quelle ore, erano riusciti a farsi largo dentro
di lui.
Forse
non aveva nessuno dei ricordi del vecchio Dan che
rattristassero quel saluto, ma il nuovo Dan era riuscito comunque ad
affezionarsi, in un certo senso, a loro. E quello rendeva doloroso e
allo
stesso tempo più spontaneo dir loro davvero addio.
Non
gli fu difficile scambiare il solenne cenno di saluto di
Stella e Kazan.
Non
gli fu difficile ricambiare l’abbraccio stretto di Plym
o la lunga stretta di mano con Yus.
Non
gli fu difficile augurare il meglio a Clarky e Angers o
accettare l’abbraccio dell’uomo che un tempo era
stato suo amico.
Non
gli fu difficile neanche stringere ancora una volta la
mano di Barone o sorridere ripensando al duello che ancora lo faceva
entusiasmare.
“Non
dimenticare le mie parole, Bashin Dan.”
“Non
lo farò. Non dimenticherò nulla.”
Niente
di quello gli fu difficile, non come sarebbe stato
poche ore prima. Ma ognuno di quei gesti, marchiato nei suoi nuovi
ricordi, lo
obbligò a usare tutta la sua volontà per andare
avanti.
Ma
avanti ognuno di loro doveva andare.
Scambiarono
gli ultimi saluti, gli ultimi abbracci proprio
nell’istante in cui, alle loro spalle, un sibilo
anticipò il lampo di luce del
varco per Gran RoRo.
Hideto
spinse la moto in avanti e gli altri Maestri della
Luce si allinearono dietro di lui. Ognuno di loro tornò a
voltarsi più volte,
agitando le mani e ripetendo saluti a tutti.
Ma
non potevano rimandare all’infinito.
E
Mai, Dan, Hideto e Kenzo, uno
dopo l’altro, tenendo gli occhi fissi sugli amici che
salutavano, svanirono nel
varco di luce.
Il
portale svanì davanti ai loro
occhi, separando ancora una volta il passato dal futuro. Clarky rimase
immobile
e Angers intrecciò le proprie dite con le sue,
l’altra mano che sfiorava la
curva del vestito. Il Capitano ricambiò la stretta.
Per
lunghi istanti, nessuno di
loro spezzò il fragile silenzio che li avvolgeva, nessuno di
loro fece notare
agli altri i rivoli bagnati che rigavano le guance di più di
qualcuno di loro.
Plym
tirò su con il naso,
rumorosamente, e si strofinò un braccio sugli occhi. Yus,
tenendo la testa
bassa, pescò un fazzoletto dalla tasca e glielo porse.
Kazan
inspirò lentamente, portò le
mani dietro alla schiena e fece un passo avanti, girandosi verso di
loro.
“Dottoressa
Stella, mi auguro che tutto
abbia aderito al protocollo.”
“Affermativo.”
Tornò a rizzarsi,
gli occhi asciutti, l’espressione sicura, la postura della
scienziata.
“Nell’hard-disk non c’è nulla
che possa far loro sospettare la nostra
situazione.”
“Siamo
stati attenti, Comandante,”
proseguì Angers con tono pacato. “Siamo sempre
stati con loro.”
Kazan
annuì lentamente. “Ottimo.
Comunicherò la partenza dei Maestri della Luce.”
Si voltò verso Clarky e
Barone. “Fatemi sapere quando volete discutere della
situazione di Cardinal
Sign e Ascendant Sign.”
Il
Comandante, seguito dalla
dottoressa Stella, fu il primo a uscire. Plym e Yus, in silenzio, li
imitarono
un attimo dopo.
Barone,
solo allora, distolse lo
sguardo dal punto in cui era svanito il portale.
“Credi
davvero sia stato giusto
non dire loro nulla?”
“È
come deve essere,” replicò a
bassa voce Clarky. Poi, chiuse gli occhi per un istante,
espirò e li riaprì,
alzando il mento e drizzano la schiena. “Se Gran RoRo e il
loro tempo sono in
pericolo, è di quello che si devono preoccupare.”
Umano
e mazoku si fissarono negli
occhi.
Al
messaggio della dottoressa
Stella, ne avevano parlato veloci, con fermezza e senza esitazione,
ottenendo
rapidamente l’appoggio del Consiglio e impartendo silenziosi
ordini insieme a
Kazan. Avevano nascosto le tracce di quello che si stava abbattendo sul
mondo,
avevano mostrato al gruppo di Maestri della Luce solo quello che si
sarebbero
aspettati di vedere.
L’alleanza
tra le diverse culture.
La
ricostruzione.
Le
piccole gioie che, nonostante
tutto, riuscivano ancora a proteggere.
Avevano
mentito con facilità,
forse per concedere anche a loro stessi alcune ore in cui i malumori
non
esistevano, in cui Cardinal Sign, Ascendant Sign e quello che
rappresentavano
non esistevano.
Clarky
e Barone, in quella stanza
ormai vuota, dove le voci seppur basse rimbombavano, si strinsero
ancora una
volta la mano: umano e mazoku, amici e compagni d’arme, uniti
per scelta e per
destino a guidare quel futuro. Era la promessa che si erano fatti otto
anni
prima tra le macerie, tra la speranza e l’ottimismo che
rinascevano.
“Questa
è la nostra battaglia.”
La
luce attorno a loro svanì, il metallo lasciò
spazio
all’erba, il soffitto d’acciaio alle folte chiome
della foresta del regno di
Smeraldo.
Barone,
Clarky e gli altri che si erano lasciati alle
spalle, furono sostituiti da coloro che li stavano aspettando.
Yuuki,
Magisa, Serjou e Aileen sorridevano a pochi passi da
loro.
Mai,
Hideto, Kenzo e Dan lasciarono che la tristezza, la
malinconia, il dolore affondassero nei loro cuori, e sorrisero a loro
volta.
Magisa
gli guardò uno per uno e il suo sguardo si
addolcì.
“Spero
che abbiate rivisto i vostri amici.”
La
Guerriera Viola annuì con gli occhi lucidi.
“Sì. Clarky
vi saluta.”
Kenzo
strinse al petto l’hard-disk, Hideto strinse le dita
attorno al manubrio. Poi, il Guerriero Blu spinse avanti la moto.
“Mi
auguro ci sia spazio per la moto sulla Limoviole.”
“Vedremo
cosa si potrà fare, Guerriero Blu.”
Hideto
annuì e cominciò a sganciare le cassette scure.
“Prima però ci sono le carte. Ne troverete
sicuramente che vadano bene per il
vostro stile di gioco.”
Dan
si guardò attorno e poi si voltò verso Yuuki.
“Non sei
riuscito a trovare il Maestro della Luce?”
Gli
altri Maestri della Luce accanto a lui trasalirono, rendendosi
conto solo in quel momento dell’assenza della nuova aggiunta
al loro gruppo.
Mai
si morse un labbro alla mancata risposta del Guerriero
Bianco. “O non è voluto venire?”
“Sorpresa!”
Da
dietro alle spalle di Yuuki, Elisabeth saltò fuori con le
braccia spalancate e un enorme sorriso sulle labbra.
Mai,
Hideto e Kenzo sgranarono gli occhi. “Elisabeth!”
“Sono
una Maestra della Luce!” E, ridendo, la nuova
Guerriera Gialla si lanciò contro Mai, gettandole le braccia
al collo.
La
Guerriera Viola, dopo un attimo di esitazione, ricambiò
la stretta e ben presto le due ragazze iniziarono a saltellare strette
assieme.
“Non
ci posso credere!”
“Non
ci credevo neppure io! L’avevi predetto!”
Le
due risero e strillarono dalla gioia. Poi Mai si staccò
da lei, con un sorriso luminoso sulle labbra.
“E
siamo tre! Tre ragazze! Avevo avuto Kajitsu per un
periodo l’altra volta ma,” Mai rise, “ero
sempre circondata da ragazzi!”
Elisabeth
ghignò e le afferrò il braccio, strattonandola
verso Aileen a cui si aggrappò al braccio.
“Faremo
un sacco di cose!”
“E
reintrodurremo la serata dei film,” aggiunse Mai
voltandosi verso gli altri Maestri della Luce. “Se solo
avessi i miei
hard-disk…”
“Credo
siano tra le tue cose,” si intromise Yuuki indicando
con la mano la rampa della Limoviole. “Le
vostre famiglie hanno
preparato un borsone per ciascuno di voi.”
Mai
scattò a correre per prima, trascinandosi dietro
Elisabeth che, a sua volta, trascinò dietro di sé
una sconcerta Aileen che non
era riuscita a liberarsi dalla presa.
“Il
mio shampoo! E il balsamo! Fa che ci sia il mio
bagnoschiuma preferito! E la mia macchina fotografica!”
L’elenco
di cose bramate dalla Guerriera Viola proseguì fino
all’interno, quando fu troppo lontana perché si
sentisse ancora la sua voce.
Kenzo
si guardò attorno e poi corse dietro di loro. “I
miei
libri!”
Magisa
scambiò uno sguardo divertito con Serjou.
“Immagino
ne avessero sentito la mancanza durante il primo viaggio.”
Serjou,
nella cui mente riaffiorò la prima sosta che la
Guerriera Viola aveva preteso non appena entrata in possesso della Limoviole
e la scorta che aveva fatto di saponi e profumi, annuì.
La
Maga scoppiò a ridere e si voltò verso il
Guerriero Blu.
“Tu non hai niente che ti manca?”
Hideto
alzò le spalle. “Sono abituato ad andare avanti
con
quello che capita. Succede a viaggiare per il mondo con solo uno zaino
in
spalla.”
Yuuki
inarcò un sopracciglio e ghignò.
“Dovresti ridurre il
numero di album allora, sembrava mi portassi dietro mattoni con il tuo
zaino.”
“Album?”
Hideto aggrottò la fronte. Poi spalancò la bocca.
“La mia roba è a Gran RoRo? I miei album
sono a Gran RoRo!”
Il
Guerriero Blu riagganciò la cassetta che aveva
già
staccato e iniziò a spingere la moto.
“Aiutami
a portarla su! Dai! Non stare lì impalato, Yuuki!”
Il
Guerriero Bianco scosse la testa e iniziò a spingere dal
lato opposto. Dan li raggiunse, aiutandoli dal fondo della moto. Magisa
scosse
la testa e li anticipò insieme a Serjou.
A
metà della rampa, Yuuki si voltò indietro,
incrociando lo
sguardo del Guerriero Rosso.
“C’è
una borsa anche per te.” Il Guerriero Blu si voltò
sorpreso verso di lui. “So che non te li ricordi, ma la tua
famiglia ha voluto
prepararti qualcosa comunque.”
Dan
si rabbuiò e abbassò lo sguardo sulla moto, che
ormai
erano riusciti a spingere sulla piattaforma esterna
dell’astronave.
“Non
credo che-”
“Erano
felici di poterti aiutare,” interruppe Yuuki
ignorando la sorpresa del guerriero Blu. “E ti vogliono bene
Dan. Te ne
vorranno anche se non recupererai la tua memoria.”
Il
ragazzo annuì lentamente senza alzare gli occhi.
Una
volta sistemata la moto contro il parapetto e accanto
alle sdraio, Hideto si fiondò all’interno. Quando
anche Yuuki rientrò
all’interno della Limoviole,
trovò Kenzo seduto sui divani che impilava
quasi reverenzialmente una pila di libri, Hideto che abbracciava i suoi
album
di carte e Mai seduta a terra accerchiate da bottigliette colorate e da
due
divertite Elisabeth e Aileen.
Il
Guerriero Bianco controllò che Dan stesse effettivamente
guardando cosa la sua famiglia li avesse preparato e superò
il gruppo per
raggiungere i divani. Lì, prese la busta affidatagli dalla
maggiore Shinomiya e
raggiunse il gruppo di ragazze sedute a terra.
“Kaoru
mi ha chiesto di
consegnarti anche questa.”
“Kaoru?”
Mai si rialzò in piedi e
afferrò la busta che Yuuki le porgeva. Staccò la
colla quasi aspettandosi fosse
uno scherzo o le minacce della sorella di tornare sana e salva.
“Credevo fosse
ancora in America.”
Dentro
c’era una foto.
La
Guerriera Viola la tirò fuori
corrugando la fronte. E spalancò gli occhi ed emise un verso
di sorpresa che
bloccò sbattendosi la mano sulla bocca. Gli altri si
voltarono subito verso di
lei. La ragazza, ignara completamente dei loro sguardi, aveva chiuso
gli occhi
e sorrideva, nonostante lacrime le imperlassero le ciglia, stringendo
la foto
al petto.
“Mai?”
“Sto
bene,” replicò riaprendo gli
occhi e strofinandosi le guance. Scoppiò a ridere.
“Vado a sistemare le mie
cose.”
Afferrò
il proprio borsone, gettò all’interno alla rinfusa
tutto ciò che aveva già
tirato fuori e corse al ponte inferiore, senza lasciare tempo agli
altri di
opporsi.
Hideto,
aiutato da Yuuki e Dan,
portò all’interno della Limoviole
tutte le cassette scure contenenti le
carte. Una dopo l’altra, le ammonticchiarono contro la parete.
Dopo
aver posato l’ultima, il
Guerriero Blu portò le mani ai fianchi e annuì
soddisfatto.
“Qui
nessuno tocca niente senza
chiedermi il permesso.”
Yuuki
incrociò le braccia e alzò
un sopracciglio. “Sei veramente sicuro di non averle prese di
nascosto? Devo
chiedere la conferma a Mai e Kenzo?”
“Se
sei così scettico, non te ne
lascerò prendere neppure una.”
“Come
se non tu non avessi già
deciso quali carte potrebbero interessare a chi.”
Hideto
ruotò sui piedi e scoppiò a
ridere. “Mi hai beccato. Vuoi che te ne mostri un
paio?” Si voltò verso Dan.
“Ho alcuni consigli per come potresti ampliare il tuo
mazzo.”
Il
Guerriero Rosso sorrise e
picchiettò la propria tasca. “Non ti preoccupare.
Per il momento sono a posto.”
“Come
vuoi.”
Hideto
era già inginocchiato a
terra, scrutando le cassette per intuire quale fosse il ragionamento
con cui le
carte fossero state inserite all’interno.
“Sai
che posso scegliermi le carte
da solo,” proseguì Yuuki posandosi contro la
parete della Limoviole.
“E
non ti faresti aiutare dal tuo
caro e vecchio amico? Mi ferisci.” Hideto aprì
metà delle cassette davanti a
lui, ci passò un dito sopra ciascuna di essa e poi ne
afferrò la quarta. “Qui
ci sono i Brave bianchi!” Si sedette a gambe incrociate e
fece segno a Yuuki di
avvicinarsi. “Sono sicuro che li adorerai anche tu.”
M.A.I.A. volò attorno a loro, li
fissò
un attimo con gli occhi di pixel per poi continuare il suo volo.
Sfrecciò oltre
la testa di Dan che si stava avvicinando ai divani e sorvolò
il tavolo
centrale, facendo trasalire ogni volta Elisabeth, che ancora non si era
abituata
al piccolo androide volante. Poi, il robot si fermò sopra
l’hard-disk e il
computer di Kenzo.
Il Guerriero Verde si lanciò in avanti
e afferrò l’hard-disk, rivolgendo
un’occhiataccia al robot.
“Questo è mio. Ti
converrà trattarmi
un po’ meglio, se vorrai vedere anche solo mezzo di questi
dati provenienti dal
futuro.”
M.A.I.A. emise un bip indispettito,
quasi uno sbuffo, e ruotò su sé stessa
allontanandosi.
“Guarda te
se mi interessa, Kiodò.”
Kenzo le mostrò la lingua alle spalle.
Poi, afferrò il cavo usb dell’hard-disk. A un
soffio dal collegarlo al computer,
però, si fermò.
“Qualcosa non va con i dati?”
Kenzo incrociò lo sguardo con Hideto,
arrivato in quel momento alle spalle del divano insieme a Yuuki. Scosse
la
testa e tornò a fissare lo schermo con il logo di
attivazione.
“No.”
“E allora che cosa
c’è?”
“Non lo so. Ma è come se
qualcosa mi
sfuggisse. E da quando siamo tornati che-”
Kenzo corrugò la fronte e
fissò
l’hard-disk argentato che gli aveva dato Stella. Non era in
grado neppure lui
di spiegare perché qualcosa gli sembrasse fuori posto. Aveva
come l’impressione
che ci fosse qualcosa di ovvio che lui non stava considerando, ma cosa
fosse
non ne aveva idea.
“Lascia stare, starò ancora
elaborando
tutto quello che è successo in queste ore.”
Il Guerriero Blu si posò con entrambe
le mani allo schienale. “Non posso darti torto. Qualcun altro
vuole vedere un
po’ delle carte del futuro?”
Aileen si illuminò e si spinse in
avanti per alzarsi dal divano. “Io-”
“A me piacerebbe tanto che qualcuno mi
racconti qualcosa di più su questo regno!”
esclamò Elisabeth con entusiasmo.
“Piacerebbe anche a me,”
aggiunse Dan.
Il sorriso sul volto della granroriana
si rimpicciolì, ma tornò comunque a sedersi.
Hideto scrollò le spalle e si staccò
dal divano.
“Come volete, più divertimento
per me
e Yuuki.”
Aileen lanciò un’occhiataccia
alle sue
spalle, ma presto la sua attenzione fu rivolta alle domande che la
Guerriera
Gialla cominciò a farle su tutte le piante che aveva visto
durante il tragitto.
Con tutti
impegnati in un modo o nell’altro, Magisa raggiunse Serjou
sulla plancia di
comando e si posò al parapetto metallico. Alle sue spalle,
il granroriano
attivò i comandi della Limoviole, che
vibrò all’accensione dei motori, e
iniziò il cauto attraversamento della foresta. Finalmente
riuniti, non sarebbe
stato saggio fermarsi ancora a lungo nello stesso luogo.
La Maga
rimase a fissare il gruppetto dei Maestri della Luce, sorridendo
dolcemente.
“Non
credevo avrei rivisto di nuovo una scena del genere.”
“Riporta
alla mente tanti ricordi, vero?”
“Già.”
Mai
raggiunse quella che era
diventata la sua stanza, che avrebbe condiviso con Elisabeth, e
posò la foto
sul letto. Sistemò con cura tutto ciò con cui la
sua famiglia le aveva riempito
il borsone, i cambi di vestiti furono piegati e riposti
nell’armadio a muro, le
altre cose sparse tra le poche mensole e il piccolo bagno.
Prima
di uscire, si sciacquò il
viso e, ancora sgocciolante, sorrise verso lo specchio.
“Quanto vorrei
raccontartelo, Clarky.”
Uscì
e riprese la foto,
lisciandola e guardandola dolcemente. Poi, la posò sul
comodino contro la sua
macchina fotografica. Lasciò la stanza e sullo stipite si
voltò ancora una
volta verso la foto.
Il
negativo di un’ecografia.
E
sopra, scritto in penna rosa acceso, il messaggio della sorella: Non azzardarti a non tornare. Kaoru.
Mai
emerse nuovamente sul ponte
superiore e si sentì mancare il fiato. Tutti gli altri
Maestri della Luce erano
là, chi seduto chi in piedi, e M.A.I.A. che saettava tra le
teste. Aileen stava
raccontando qualcosa sul regno, indicando più volte
ciò che c’era fuori dalle
vetrate. Elisabeth, soprattutto, e Dan ascoltavano affascinati. Magisa
sorrideva rasserenata e alle sue spalle intravedeva la testa di Serjou
impegnato ai comandi. Kenzo era sul divano con il naso infilato nel
computer.
Yuuki e Hideto erano in piedi, posati appena contro gli schienali dei
divani, e
ridevano per qualcosa che il Guerriero Blu aveva appena detto.
La
Guerriera strinse le dita sul
passamano e sorrise dolcemente, un’ondata di malinconia,
nostalgia e
contentezza la riportarono indietro con la memoria. A
un’altra avventura. A
un’altra Gran RoRo.
Molte
cose erano cambiate, ma in
fondo tutto era rimasto lo stesso.
“Mai,
che fai? Non ci raggiungi?”
domandò Hideto, appena accortosi del suo arrivo.
La
ragazza rise e avanzò verso i
divani.
Gran
RoRo poteva essere in
pericolo. Potevano essere in svantaggio contro i propri nemici. Ancora
un sacco
di cose sarebbero potute andare male. Avrebbero dovuto combattere.
Avrebbero
sicuramente sofferto.
Ma,
finalmente, nel piccolo mondo
di Mai tutto era al suo posto.
Nel
piccolo mondo dei Maestri
della Luce tutto era al suo posto.
E,
per il momento, era sufficiente
così.
… TO BE CONTINUED …
SPAZIO
AUTRICE:
Mi crederete se vi dico che,
oltre ad avere avuto qualche problemino con la sorpresa, mi ero
completamente
dimenticata che dovevo anche preparare le anticipazioni per il prossimo
episodio?
Comunque…
Finalmente, siano arrivati
alla
fine anche di questo episodio. Un episodio un po’ particolare
perché segna per
me la fine di quello che considero il primo arco di Battle Spirits
Resurgence.
Ora che i Maestri della Luce sono riuniti, inizia una nuova fase della
nostra
storia.
E, in un certo senso, non
abbiamo (almeno io e voi lettori) salutato definitivamente Clarky e
coloro che
si trovano nel futuro. Non avranno un ruolo centrale in Resurgence ma,
ogni
tanto, vedremo come la situazione stia evolvendo nel futuro.
Detto ciò
ringrazio davvero dal
più profondo del cuore tutti coloro che hanno letto (anche i
lettori silenziosi,
a cui ricordo che io sono qua: anche due righe sono in grado di
rendermi
felice). E un grazie speciale va a:
FantasyAnimeManga96, lalla20fairy e ShawnSpenstar.
Se continuo a scrivere
questa
storia è anche un po’ grazie a tutti voi.
E, come promesso, vi lascio
qui
i turni e i mazzi di questo episodio (in grassetto ci sono le carte
create da
noi e con (R) viene indicato che la versione utilizzata, anche se
all’interno
della storia non ha alcun impatto, è quella considerata
Revival):
*(TURNO 1) Strike-Apollodrago,
Supremo Imperatore Stellare, Zaneegun,
Pescata della Rinascita,
Suprema Spada dell’Oscurità
Lucente
+ Chamaeleopus
(R)
*(TURNO 2) Archerion, Brave del Sagittario Rinato,
Siegwurm-Altair, Drago
Scintillante, Aura
Impavida, Pescata
Estiva,
+ Pescata Estiva; (Drago
della Pioggia, Siegwurm-Nova,
Drago Supernova)
*(TURNO 3) Sliderbear
*(TURNO 4) Drago del Vento Solare
*(TURNO 5) Nemelion, Brave del Leone
Rinato; (Codice di Riavvio,
Fiamma
Sacra)
*(TURNO 6) Pioggia Stellare della Rinascita;
(Sprite-Dragon, Rottura
Vulcanica)
*(TURNO 7) Pheonix-Siegwurm, Drago Fenice della Luce
Lunare
*(TURNO 8) Energia Big Bang
*(TURNO 9) Dorado-Dragon
*(TURNO 10) Gornic-Eagle
*(TURNO 11) Archerion, Brave del Sagittario Rinato
(DAN) Siegwurm-Nova,
Drago Supernova 1x, Sieg-Meteorwurm,
Supremo
Drago Stellare 1x, Siegwurm,
Possente Drago
Imperatore del Tuono 1x, Siegwurm-Altair,
Drago
Scintillante 1x, Darkwurm,
Oscuro Drago
Imperatore 1x, Drago
del Vento Solare 3x,
Staba-Dragon 2x, Sprite-Dragon
2x, Corona-Dragon,
Guardiano dallo Scudo
Fiammeggiante 3x, SunGlazer,
Drago Cometa 3x,
Dragone Arco di Luna 2x,
Drago della Pioggia 3x,
Tempesta della
Fiamma Rinata 1x, Rottura
Vulcanica 2x, Terreno
Infiammato 2x, Energia
Big Bang 2x, Pioggia
Stellare della Rinascita 3x,
Pescata Estiva 3x,
Aura
Impavida 3x, Tempio
della Pietra del Sole 2x,
Nido del Dragone di Oort 2x,
Città Stellare
dell’Eruzione Magmatica 2x, Deserto delle Stelle 2x, Archerion,
Brave del Sagittario Rinato 3x, Gaimimus 2x,
Gornic-Eagle 2x
(BARONE) Strike-Apollodrago, Supremo Imperatore Stellare
1x, Lunatech-Strikewurm,
Supremo Drago della Luce
Lunare 1x, Strike-Siegwurm,
Drago della Luce
Lunare 1x, Strikewurm-Betelgeuse,
Drago
dell’Ombra Lunare 1x, Pheonix-Siegwurm, Drago Fenice della Luce Lunare
1x, Delfino
Diamante 2x, Dorado-Dragon
2x, Aquilam 2x,
Asterio-Venera
9, Macchina da Caccia 3x, Sliderbear 3x,
Chamaeleopus (R)
3x, Cigno-Kigna
Mk-II 2x, Zaneegun
3x, Fiamma Sacra 2x,
Pescata della
Rinascita 2x, Lucchetto
del Silenzio
2x, Potenziamento
Magico 2x, Codice
di Riavvio 3x, Aura
Impavida 3x, Suprema
Spada dell’Oscurità
Lucente 2x, Cubo
Fortezza 2x, Risveglio
della Divinità Demone delle
Fiamme 2x, Nemelion, Brave del Leone
Rinato
3x, Archerion,
Brave del Sagittario Rinato 3x, Karkinos, Brave del Cancro
Rinato
3x
Come per il mazzo di Mai,
anche
quello di Dan è solo una prima versione. E mi sono resa
conto solo ora che ogni
volta ho indicato il nome italiano (o quello tradotto da me delle carte
inglesi) senza pormi il dubbio se fosse chiara la carta che era
indicata. Nel
caso, fatemi sapere.
Ed ecco qui che le
anticipazioni
del prossimo episodio. Lascio la parola al nostro Guerriero Rosso, Dan:
Ancora
incerti sulla nostra mossa successiva, incroceremo
la nostra strada con quella di un gruppo in ricognizione del villaggio
di
Aileen. L’iniziale riunione felice verrà
però messa da parte nel tentativo di
raggiungere prima del Governatore una delle carte più
potenti del regno. E, mentre
Aileen sarà messa alle strette dal fratello che ritiene sia
tempo per lei di
tornare da loro, il duellante più forte tra i Maestri della
Luce dovrà farsi
avanti per fermare il Governatore. Tutto questo nel prossimo episodio:
OMBRE NELLA
FORESTA.
Con questo vi saluto e vi
ringrazio ancora. Non so dirvi con certezza quando arriverà
il prossimo
episodio, sicuramente non prima di qualche settimana.
Cercherò di non farvi
aspettare troppo. In ogni caso, farò del mio meglio per
tenere aggiornata la
mia pagina autrice.
Varco
Apriti, Energia!
Alla prossima, HikariMoon
P.S. per la sorpresa,
dovrete
cliccare su questo link che vi porterà a una pagina del
forum di EFP (dove, se
doveste avere voglia, potete accedere e rispondere anche se non siete
iscritti):
https://www.freeforumzone.com/d/11678850/HikariMoon-s-Gallery/discussione.aspx.
Fatemi sapere che cosa ne pensate!