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Autore: Fiore di Giada    21/02/2020    0 recensioni
Esito. Malgrado le tue colpe, io, stupida, continuo ad amarti.
Il mio cuore mi impedisce di portare a termine il mio dovere di kunoichi.
Tu approfitti di questa mia esitazione.
Fulmineo, afferri la mia lama e la pianti nel tuo petto.
Sbarro gli occhi, sgomenta. Tutto mi sarei aspettata, ma non questo.
Il sangue, impetuoso, esonda dalla ferita e, implacabile, divora il ponte della nave.
Il mio odio, dinanzi a questo tuo atto, si dissolve.
Tutto svanisce, davanti alla realtà della tua agonia.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questo scontro è finito.
Ti ho sconfitto, Tatsumaru.
Ora giaci ai miei piedi, inerme.
Ho vendicato la morte dei miei compagni.
Il nostro padre e maestro potrà avere la pace eterna.
Punto la lama della mia tanto ninja sul tuo petto.
Eppure, la vicinanza del ferro non muta la quieta serietà del tuo volto.
I tuoi occhi castani sono fissi nei miei e nessuna ombra di paura vela il loro splendore.
Come puoi essere tanto tranquillo?
Ti rendi conto di quello che hai fatto?
Hai tradito la tua famiglia!
Hai ucciso il nostro maestro e, per colpa tua, Rikimaru ha perduto un occhio.
Esito. Malgrado le tue colpe, io, stupida, continuo ad amarti.
Il mio cuore mi impedisce di portare a termine il mio dovere di kunoichi.
Tu approfitti di questa mia esitazione.
Fulmineo, afferri la mia lama e la pianti nel tuo petto.
Sbarro gli occhi, sgomenta. Tutto mi sarei aspettata, ma non questo.
Il sangue, impetuoso, esonda dalla ferita e, implacabile, divora il ponte della nave.
Il mio odio, dinanzi a questo tuo atto, si dissolve.
Tutto svanisce, davanti alla realtà della tua agonia.
Perché Tatsumaru? Perché? – urlo. No, non voglio vederti morire.
E’ il mio dovere di guerriera, ma non riesco ad accettarlo.
Eppure, non riesco a fare nulla.
Mi lanci uno sguardo serio, lucido d’amarezza.
E, in questo momento, la verità brilla davanti ai miei occhi.
I crimini imperdonabili devono essere puniti… Il traditore deve morire… – sussurri.
La tua voce è flebile, ma io riesco a comprendere cosa dici.
Hai scelto la mia lama per punire te stesso delle tue colpe.
Hai voluto seguire l’Aurora di Fuoco, per un distorto senso di lealtà, ma il rimorso ti ha tormentato.
Il tuo corpo si accascia sul ponte, ormai morto.
Crollo, lo sguardo fisso sul tuo cadavere. Il mio dovere si è compiuto, ma a cosa è servito?
Tu sei morto e le luci dei bracieri illuminano il tuo viso di un debole chiarore.
Posso distinguere i tuoi splendidi lineamenti, fermi nel sonno eterno.
Uno scalpiccio di passi giunge alle mie orecchie.
Non mi alzo.
Sono stanca di questa pazzia.
Ayame? – mormora una voce maschile, vibrante di perplessità.
Sei tu , Rikimaru.
Sei uscito vincitore dalle tue battaglie.
Guardo la spada Izayoi, che giace a poca distanza da Tatsumaru.
Prendo l’arma e la lancio verso di te, amico mio.
Con la morte di Tatsumaru, spetta a te.
La prendi e, per alcuni istanti, resti silenzioso.
Riesco a sentire il tuo sguardo, che si posa ora sul cadavere di Tatsumaru, ora su di me.
Non dici nulla, ma so che hai compreso e ti ringrazio per avere rispettato il mio dolore.
Poi, ti allontani verso l’ultima battaglia.
Il rumore dei tuoi passi, presto, si confonde con le grida di morte e di vittoria dei combattenti.
La forza, che prima mi aveva sostenuto, scompare e, affranta, crollo sul tuo petto immoto, Tatsumaru.
Non doveva finire così.
Le lacrime, impetuose, sgorgano dai miei occhi e bagnano il tuo petto.
Come vorrei potere sentire la tua voce…
Ma questo è un desiderio impossibile.
Mi alzo e salgo sul castello di prua.
Sono stanca di questa distruzione.
Perfino tu, Rikimaru, hai perduto la tua anima in questa guerra.
E, presto, il peso del clan Azuma si abbatterà sulle tue spalle.
Mi dispiace di non potere essere al tuo fianco, ma non ho la tua forza d’animo.
Ti ho preso in giro, ma il tuo animo è ben più saldo del mio.
Anche senza di me, riuscirai a comandare il clan Azuma con saggezza e coraggio.
Fisso il mare, che si stende sotto di me, e ascolto il debole sciabordio delle onde, che si infrangono contro la nave.
Chiudo gli occhi, stanca. L’oscurità, in questo momento, mi attira.
E’ la promessa di un riposo eterno, lontano dalle amarezze di questa esistenza.
E precipito verso la tenebra.











   
 
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