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Autore: Valenicolefede    01/03/2020    7 recensioni
La vita dei nostri due amati sweeper non potrebbe andare così bene: oltre ad essere una coppia affiatata sul lavoro, lo sono anche nella sfera privata. Ma una notte Kaori, in preda alle lacrime chiede ospitalità a Mick e Kazue.
Cosa sarà successo tra lei e Ryo, da farla fuggire?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Passarono tre giorni dall’operazione che aveva salvato la pellaccia di Ryo, il quale migliorava visibilmente di giorno in giorno, ma che ancora non aveva ripreso conoscenza. A rotazione i suoi amici andavano a trovarlo per parlargli, raccontargli della città e dei vari nemici che si erano fatti vivi durante questa sua assenza.
Le voci che City Hunter fosse rimasto ferito si erano già sparse a macchia d’olio, ma sia Mick che Falcon avevano fatto di tutto per arginare quell’assenza.
Kaori stremata, stava ore ed ore seduta su quella panchina in attesa di qualcosa che nemmeno lei sapeva dire, indubbiamente un piccolo cenno dall’uomo che amava, rigettando a priori l’idea di lasciarlo solo. Miki aveva provato più e più volte a convincerla a tornare a casa, anche solo per poche ore al giorno, ma si era sempre rifiutata.

La notte del terzo giorno finalmente accadde qualcosa, Ryo cominciò a muovere qualche arto della mano destra, segno che pian piano stava reagendo agli stimoli. Questo aveva acceso subito la speranza in tutti, sopratutto in Kaori, che viveva da giorni ore di pura agitazione, e sperava che al suo risveglio sarebbe stato contento di vederla, di scoprire che sarebbe diventato padre da un momento all’altro. Da quando il Doc aveva avvisato che qualcosa era accaduto tutti si erano precipitati al capezzale del loro amico, e Miki abbracciava teneramente la sua migliore amica cercando di infonderle coraggio e speranza. Doc e Kazue monitoravano costantemente la situazione.
Ad un tratto Kaori iniziò ad accusare dei dolori al basso ventre, e sperò con tutta sé stessa che la bimba non avesse deciso di nascere proprio in quel momento. Più cercava di resistere più i dolori si intensificavano, finché Miki non si accorse che la sua amica stava sudando in maniera alquanto copiosa.
“Kaori tutto bene?”
“Credo che ci siamo Miki, penso che la bimba voglia nascere proprio oggi.”
A quelle parole l’ex mercenaria impallidì, si alzò di scatto e andò a chiamare aiuto. Tutti si precipitarono sulla rossa, la fecero sdraiare su una barella e solo in quel momento Kaori si sentì libera e bisognosa di urlare il dolore che sentiva. Fu portata nella sala operatoria affianco alla stanza dove giaceva Ryo, il quale nel frattempo continuava ad essere assistito attimo per attimo da Doc, mentre Kazue era accorsa ad aiutare Kaori per il grande momento. Le urla di dolore si sentivano attraverso le pareti e riempivano quel reparto della clinica rimasto troppo a lungo silenzioso.
Il momento per i due sweepers era arrivato: Kaori cominciò a spingere seguendo le indicazioni della dottoressa e allo stesso tempo Ryo cominciò a fare le prime espressioni facciali, segno che il risveglio sarebbe sopraggiunto a breve. Quando Kaori, con un ultimo colpo di reni mise al mondo una bellissima bambina urlante, nella stanza affianco suo padre aprì lentamente gli occhi.
“Bentornato babyface!” Fece il Doc sorridendo.
Ryo lo guardò per un attimo spaesato, poi, al suono di quei dolci striduli penetranti, un sorriso si dipinse sul suo volto, e con voce impastata e roca disse:
“Il mio bambino..”
lasciando che diverse lacrime scendessero ai lati del suo viso.

Passarono quasi due giorni prima che a Ryo fu permesso di alzarsi. In quel lasso di tempo la famiglia Saeba fu tenuta momentaneamente separata in modo che si riprendessero per bene tutti e tre.
Quando finalmente lo sweeper riuscì a reggersi sulle sue gambe volle andare con estrema urgenza dalla sue donne. Appena si affacciò alla porta della stanza di Kaori tutti i loro amici si voltarono verso di lui. La commozione e la felicità regnava sovrana in quella stanza, quasi la si poteva toccare. La sua attenzione fu catalizzata sulla donna che giaceva distesa a letto e al fagottino avvolto in una coperta color rosa tenue, che teneva teneramente tra le sue braccia. Erano la visione più bella che avesse mai visto.
Gli altri decisero di congedarsi per lasciare loro un po’ di privacy. Quando se ne furono andati, Ryo si avvicinò molto lentamente e si sedette sul letto vicino a loro. Guardava quella piccola creatura che già così piccola assomigliava incredibilmente ad entrambi: i capelli corvini come i suoi e i tratti del viso dolci e delicati della mamma. Era il perfetto connubio dei due!
“Perché non me l’hai detto quella sera?” Le chiese con voce serena.
“Perché eri stato molto chiaro sull’argomento. Ho avuto paura Ryo, e ho deciso di difendere una parte a cui tenevo molto. Mi spiace averti fatto soffrire con la mia scelta, non è stato facile nemmeno per me portare avanti la gravidanza senza il tuo sostegno, ma lei è qua, fa parte di noi, e che tu lo voglia o no siamo responsabili per la sua vita.” Non osava fissarlo per paura di leggervi un ennesimo rifiuto.
“Hai ragione Kao, come hai detto la proteggeremo da tutti quelli che ci attaccheranno. Non voglio separarmi da voi, mai più. Il suo pianto mi ha risvegliato e mi ha reso l’uomo più felice del mondo, una felicità che non pensavo che avrei mai provato.”
Kaori lo fissò sbalordita.
“Tu, tu hai sentito quello che ti ho detto mentre eri in coma?
Lui la osservò con amore.
“Qualcosa in qua e là. Ho dei vaghi ricordi, ma ho la chiara sensazione di aver sentito qualcosa scalciare sulla mia mano.”
Kaori pianse calde lacrime mentre cullava la piccola.
“Ryo, come la vogliamo chiamare?”
Lui le fece un dolce sorriso poi, accarezzando la minuscola e delicata guancia di sua figlia pronunciò il nome che gli diceva spontaneo il suo cuore:
“Emi che significa “BELLISSIMA BENEDIZIONE! Che te ne pare?”.
“Mmm, Emi Saeba, mi piace”.
E continuarono a guardare quel piccolo fagotto dormire beato tra le loro braccia. Da quel momento erano e sarebbero per sempre stati una famiglia unita e forte contro ogni avversità.


Eccoci alla fine anche di questa piccola ma con grande piacere apprezzata mini storia! Ringrazio tutte le lettrici che mi hanno letto e commentato con sempre grande entusiasmo, sorprendendomi ogni volta! Ringrazio chi è passato, ha letto, ha apprezzato (spero) o magari non è stato convinto…...in ogni caso GRAZIE! Abbraccio tutte di cuore! A presto Vale
   
 
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