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Autore: Ashla    07/03/2020    3 recensioni
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 05/05/2024 (più che aggiornamento è una domanda/proposta per chi ancora bazzica nel fandom)
Storia interattiva
"Il progetto Arcadia è solo una menzogna.
X.A.R.E è fuori controllo ed è una minaccia che deve essere fermata.
Per questo ho spento il supercomputer, ma non è ancora finita: non finirà mai se io sarò in circolazione.
Loro mi cercheranno, ci cercheranno.
Ho fatto molti errori nella vita ma creare X.A.R.E è stato il peggiore, ho creduto nelle favole e ora il mondo è in pericolo..."
Un supercomputer, un mondo virtuale e otto giovani guerrieri pronti a difendere la Terra...
(Storia ripubblicata)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Amiche

 
 
Due settimane dopo, pausa pranzo, Raimon
 
Il gruppo a conoscenza di Arcadia, approfittandone della giornata tiepida, sedeva sotto un albero nel parco della scuola e si stava godendo un meritato riposo.
«E poi il professore si è accorto che Aitor stava dormendo e ha lasciato cadere i libri sulla cattedra, Aitor è quasi caduto dalla sedia!»
Arion finì il racconto e i presenti scoppiarono a ridere mentre il diretto interessato metteva il broncio.
«Suvvia Aitor, per una volta che ti prendiamo in giro noi».
Disse Roxanne scompigliando i capelli all’amico, lui sbuffò e si allontanò leggermente con la testa.
«Non è colpa mia se ieri X.A.R.E ha attaccato alle dieci di sera».
«Ti ha guastato il tuo sonno di bellezza, principessa?»
Domandò ironica Anita seduta tra il fratello e Riccardo, altra risata collettiva.
«Esattamente, c’è poco da scherzare… ho avuto incubi per tutta la notte. Ma tanto che ne sai, non sei stata tu quella ad essere inseguita da una macchinina comandata da un’intelligenza artificiale».
«Scusa ma ho dovuto affrontare venti piranha».
I due si guardarono male per qualche istante poi Aitor si rimise a mangiare.
«Allora per questa volta siamo pari».
«Comunque X.A.R.E non si vuole proprio calmare, in due settimane dieci attacchi, la gente comincia a sospettare».
Disse Eden mentre Riccardo le passava il sacchetto di caramelle che Roxanne aveva offerto agli amici.
«Già, la gente. Con gente intendi quell’attaccante carino del secondo anno, no Eden?»
«Aitor caro, cosa stai insinuando?»
Il ragazzo fece spallucce mentre Eden lo guardava male, Gabi e Riccardo si scambiarono un’occhiata complice.
«Abbiamo un calmante per intelligenze artificiali? Vorrei poter riposarmi un po’ senza dover correre da una parte all’altra».
Roxanne terminò la frase con un sonoro sbadiglio, Anita annuì posando la testa sulla spalla del fratello.
«Già, e tu non hai visto Kath».
«Perché? Tu la vedi, Anita cara? Io ormai la vedo solo quando andiamo ad Arcadia».
«Almeno tu la vedi Eden, siamo nella stessa casa e non riesco a incrociarla quasi mai. Ormai si è trasferita al laboratorio: al pomeriggio è sempre lì e la sera è dietro al computer a lavorare o in camera sua a dormire».
Disse Arion abbassando lo sguardo con aria affranta, nessuno parlò per qualche secondo.
«Cerchiamo di capirla, sta ancora programmando i veicoli e studiando il super computer. Purtroppo noi, per quanto ci sforziamo, non possiamo aiutarla a capire quei codici, quel lavoro lo fa da sola».
Alle parole di Riccardo seguì un lunghissimo silenzio, tutti si persero nei loro pensieri uniti da un unico comun denominatore: Fey, o meglio… l’assenza di Fey e ciò che essa comportava.
Da due settimane l’ultra evoluto era scomparso misteriosamente dalle loro vite senza più dare sue notizie, se ne era andato e nessuno sapeva il perché anche se tutti credevano che fosse legato al suo strano comportamento degli ultimi giorni di permanenza.
Da due settimane Kathryn studiava senza tregua i manuali del super computer, diventando sempre più lontana e silenziosa, perfino durante le missioni non scherzava più, faceva quello che doveva fare e poi tornava ad attaccarsi ai manuali e allo schermo del computer distaccandosi dal mondo.
«So io cosa dobbiamo fare»
Tutti guardarono stupiti Roxanne che sorrise e si alzò in piedi.
«Portarla fuori, un’uscita tra ragazze!»
Eden e Anita si guardarono poi annuirono sorridendo, sembrava una bella idea.
«Perfetto! Allora che ne dite di domani pomeriggio?»
«Va bene, io oggi ho nuoto ma domani sono libera. Eden, per te va bene?»
Eden annuì poi la sua attenzione fu catturata da una figura poco lontano, si alzò e dopo aver salutato tutti, dando appuntamento alle ragazze per il giorno seguente, andò sorridente verso Michael.
«Ed ecco la gente»
Aitor ricevette uno scappellotto da Gabi e Roxanne, sbuffò sonoramente e la conversazione continuò su temi più tranquilli.
 
 
«Disturbo?»
Domandò Michael ad Eden, la ragazza scosse la testa e i due cominciarono a camminare per il parco della scuola.
«Riunione per cose che non esisto?»
«Michael…»
L’attaccante alzò le mani in senso di resa, se lo ricordava bene il patto fatto due settimane prima, il giorno dopo la gita.
«Un the caldo per i tuoi pensieri».
Eden distolse lo sguardo dal campo da calcio, i membri del club avevano finito l’allenamento e stavano andando via e lei era così assorta da non essersene neanche resa conto.
La ragazza si girò incontrando lo sguardo di Michael.
«Nulla di che, mi ero solo incantata».
«Capisco, preoccupazioni per cose che non esistono».
Eden colse al volo il riferimento e tornò a guardare il campo ormai vuoto.
«Senti, non c’è proprio nulla, perciò basta chiedere, ok?»
«Se lo dici tu… va bene, non chiedo più, promesso».
Il ragazzo allungò una mano verso Eden che, dopo averlo guardato un attimo, gliela strinse sorridendo.
«Un the però lo prenderei volentieri, ti va?»
L’attaccante della Raimon si ricosse dai suoi pensieri e guardò la giovane al suo fianco.
«Senti, ho due biglietti per il nuovo film, sarebbe domani sera alle nove. Ti va di accompagnarmi?»
La ragazza lo fissò poi sorrise leggermente.
«Adé mi ha dato buca, non farti venire in mente strane idee».
Si affrettò ad aggiungere Michael guardando dalla parte opposta per non far vedere le guance arrossate, Eden scoppiò a ridere.
«Va bene, mi piacerebbe!»
Michael esultò interiormente e i due continuarono a parlare del più e del meno.
 
Il pomeriggio dopo
 
«Kaaaath!»
Cantilenò Roxanne entrando nella saletta del laboratorio insieme a Eden e Anita: la rossa era stravaccata per terra circondata da numerosi manuali aperti sparsi intorno a lei, il computer accanto e una penna all’orecchio.
Kathryn alzò lo sguardo e le fissò confusa.
«Ciao ragazze, che ci fate qui? C’è una torre attiva e non lo sapevo?»
«Ma no sciocchina, non possiamo nemmeno venir a salutare una nostra amica?»
Domandò Eden sedendosi sul divanetto imitata da Roxanne, Anita si lanciò su una poltrona.
«In verità la nostra visita ha un altro scopo».
Kathryn incrociò gli occhi neri della giovane Garcia che le sorrise furbamente.
«Oggi pomeriggio per sole donne!»
Esclamò Roxanne mentre Eden annuiva.
«Ma io dovrei…»
«Suvvia tesoro! Non sarà un pomeriggio passato con noi a farci perdere le lotte contro X.A.R.E».
«Ma…»
«Hai sentito Eden, Kath! Ora alzati che andiamo!»
«E non accettiamo un no come risposta!»
Disse Roxanne prima di alzarsi e di affiancarsi all’amica tirandola leggermente per un braccio.
«Va bene, va bene. Vengo».
 
Dieci minuti dopo le ragazze si trovavano a camminare per le vie del centro guardando le vetrine mentre chiacchieravano del più e del meno.
«Kath, lo sai che Eden dopo ha un appuntamento?»
Domandò Roxanne con un’espressione malandrina.
«Non è un appuntamento! Adé gli ha dato buca».
«E tu ci credi?»
Eden, alla domanda di Roxanne, incrociò le braccia al petto e girò la testa di lato mentre un lieve rossore si impadroniva delle sue guance, la maggiore continuò a fissarla con un sorriso birichino sul volto.
Anita scoppiò a ridere, quando Roxanne faceva così si capiva perché andasse tanto d’accordo con Aitor.
«Pensa per te, tesoro. Quando torna Sol in città?».
La maggiore arrossì di colpo al sentir nominare il nome del ragazzo, come faceva Eden a saperlo? Si vedeva così tanto? Chi altro lo sapeva?
«Tranquilla, noi lo abbiamo notato ma i ragazzi no».
Disse Anita sorridendo all’amica per rassicurarla.
«I ragazzi sono troppo presi dal loro calcio per accorgersi di qualcosa. Vero Anita cara?»
Toccò alla giovane Garcia arrossire e schiarirsi la gola con fare nervoso, Kathryn ridacchiò prima di tornare a fissare la strada davanti a sé, le tre ragazze si guardarono un attimo poi Eden la prese sottobraccio.
«Suvvia tesoro, non fare quel muso lungo. So io cosa fa al caso tuo, ti va un dolce?»
«Vi porto io! Conosco una pasticceria buonissima!»
Roxanne afferrò Kathryn per un braccio e cominciò a correre facendo lo slalom tra i passanti.
Poco dopo le quattro amiche erano sedute ad un tavolino e stavano aspettando le loro ordinazioni pensando a cosa fare dopo, alla fine decisero, per la gioia di Eden, di andare a fare shopping.
Kathryn sospirò preparandosi al peggio e Anita attirò la sua attenzione con una leggere gomitata sul fianco.
«Tranquilla, supereremo anche questa sfida».
Il resto del pomeriggio lo passarono nei negozi di abbigliamento e, quando giunse la sera, poterono dichiararsi tutto soddisfatte dei loro acquisti: Roxanne aveva trovato un cerchietto bordeaux e dei fiocchi per capelli, Anita una maglietta con le maniche lunghe, blu e con dei ricami floreali su, Kathryn aveva trovato una salopette di jeans mentre Eden aveva comprato un top azzurro.
«Bene, ora siete ufficialmente invitate da me per la cena!»
Esclamò Eden fermandosi ad un semaforo rosso.
«Sei sicura? Non è che disturbiamo?»
Alla domanda di Anita la ragazza scosse la testa prima di spiegare che i suoi erano via per lavoro e che suo fratello Aciel era fuori con dei suoi amici.
«Anzi, se vi va un giorno o l’altro potete anche fermarmi da me a dormire. Sarebbe una bella idea, no?».
Le tre giovani la guardarono meravigliate prima di abbracciarla ringraziandola per l’ospitalità.
Arrivate a casa Park, le quattro si stabilirono in cucina e cominciarono a preparare la cena con la musica di sottofondo.
«Allora? Agitata? Mancano solo tre ore!»
Disse Roxanne continuando a tagliare le carote mentre Eden preparava il riso.
«L’agitazione me la fate venire voi a forza di chiedere, tesoro».
Anita ridacchiò prendendo i bicchieri per apparecchiare.
«Buon appetito!»
Esclamarono le quattro un’ora dopo sedendosi a tavola per poi cominciare a parlare a scherzare tra di loro, anche Kathryn era più serena e rideva ogni volta che veniva fatta una battura.
«Hai già deciso cosa ti metterai dopo?»
«Rox, non è un appuntamento».
«Non ci credi nemmeno tu, sei pure arrossita!»
«Non è vero Anita!»
«Guarda che ti vediamo tutte Eden, sei rossa come i miei capelli».
«Kath! Ti ci metti pure tu adesso!?»
Esclamò Eden fingendosi sdegnata, le altre scoppiarono a ridere e lei si limitò a scuotere la testa rassegnata: l’indomani le avrebbero fatto un interrogatorio, le conosceva troppo bene.
«Dopo ti trucchi?»
«E come ti acconci i capelli?»
«Che film andate a vedere?»
Eden fu sommersa di domande e con pazienza si mise a rispondere alle ragazze che sembravano più ansiose ed eccitate di lei.
Finita la cena, la padrona di casa fu cacciata in camera sua a prepararsi, le sue ospiti non vollero sentire scuse.
«Mancano solo due ore, muoviti! Qui ci pensiamo noi, tranquilla!»
Anita e Kathryn annuirono cominciando a sparecchiare mentre Roxanne, dopo aver chiuso la porta in faccia ad Eden, corse alla lavastoviglie.
«Sarebbe casa mia ma fate pure, eh».
Disse la ragazza sorridendo divertita prima di dirigersi in camera sua dove accese il cellulare per mettere un po’ di musica.
«Non funziona la rete Wi-Fi, strano».
Eden attivò Internet ma neanche quello funzionò: non c’era campo.
La ragazza, confusa, tornò dalle altre e trovò Anita e Roxanne ferme con i cellulari in mano.
«Penso di aver finito Internet, volevo dire a mio fratello che avevo già mangiato ma non si invia il messaggio».
«E la mia connessione Internet non va, niente musica».
Nessuna delle tre l’aveva notata entrare, Eden tossicchiò richiamando la loro attenzione.
«Abbiamo quasi finito! Tu non dovevi prepararti?»
Domandò Kathryn accendendo la lavastoviglie.
«Non mi va Internet e neanche a voi, non è che…»
La rossa capì al volo e corse in ingresso dove aveva lasciato la borsa con il tablet, quando tornò aveva un’espressione allarmata in volto.
«X.A.R.E ha attivato una torre una decina di minuti fa ma non avevo la suoneria alzata».
«Ancora!? Ma basta! Va beh, ragazze andiamo! Ciao Eden, grazie per la cena!»
Anita, messo via il cellulare, si diresse verso l’uscita seguita dalle altre, la padrona di case le richiamò.
«Come sarebbe a dire ciao? Io vengo con voi».
«Assolutamente no, hai un appuntamento. Ti devi preparare. Tranquilla, ce la possiamo fare da sole».
Disse Anita, negli occhi delle tre amiche Eden vi lesse la stessa determinazione e capì che non sarebbe riuscita a convincerle facilmente.
«Non ti preoccupare, sistemiamo tutto noi».
«Se stiamo a discutere perdiamo solo tempo, fidati di noi».
Così Eden si ritrovò da sola in casa, le tre erano uscite correndo e lei era riuscita solo ad augurare loro buona fortuna, la ragazza sospirò e tornò a prepararsi anche se in ansia per le amiche.
Venti minuti dopo la ragazza si fermò davanti allo specchio della camera, era ormai pronta, le mancava solo il trucco ma era così agitata che sicuramente non sarebbe riuscito a metterselo bene e il motivo della sua agitazione non era certo la sua uscita con Michael.
Le sue amiche dovevano essere appena arrivate su Arcadia e lei era lì che si faceva bella, non poteva crederci!
Si guardò allo specchio decisa poi corse a mettersi la giacca e, presa la borsa, uscì di casa correndo, prese la sua bicicletta e si avviò verso la torre.
«Arrivo ragazze!»
 
«Eddai X.A.R.E, ci lasci in pace almeno un po’?»
Anita distrusse un paguro poi riprese a correre, la torre era poco lontana da lì.
«Esatto, sei fastidiosa».
Anita guardò confusa Roxanne che ricambiò prima di saltare di lato prima di venir colpita.
«È femmina?»
«È un’intelligenza artificiale, penso di sì, Kath?»
Kathryn, poco più avanti, si girò e scosse la testa confusa: non ne aveva proprio idea.
Un paguro sparò e la colpì, lei sbuffò infastidita prima di lanciare un coltello che, però, non andò a segno.
All’improvviso la terra finì e le ragazze si trovarono con l’acqua fino alle ginocchia, Anita lanciò un’esclamazione di sorpresa fermandosi poco prima di un tratto di mare scuro.
«Ma da quando l’acqua è così profonda qui?»
«Le “maree”, la profondità e l’ampiezza del mare cambia a seconda dell’ora del giorno».
Spiegò Kathryn girandosi per affrontare i paguri.
«Ottimo, ne avevamo proprio bisogno!»
Sbottò Roxanne, una decina di nemici stava avanzando verso di loro, non sapevano neppure quanti punti vinta avevano ancora a disposizione e ora il mare cambiava pure? Ottimo, di male in peggio.
Anita si mise davanti a Kathryn che la guardò confusa.
«Devi arrivare alla torre e disattivarla. Sei già stata colpita tre volte, non sappiamo se resisterai ad un altro attacco».
Roxanne annuì prima di lanciarsi alla carica, le sue fruste distrussero due paguri ma fu colpita tre volte e scomparve.
«Siamo fregate».
 
Roxanne, arrabbiata come mai prima, uscì dallo scanner e corse alla sala del super computer: si era fatta eliminare come una dilettante e ora Anita e Kathryn erano da sole e in netta inferiorità numerica.
Appena arrivata si fermò di scatto e lanciò un urlo per la sorpresa.
«EDEN! Ma…»
«Niente ma. Le ragazze hanno pochi punti, mandami là.»
La maggiore annuì e corse a comandi mentre Eden si affrettava a raggiungere la sala degli scanner.
«Pronta? Virtualizzazione».
 
«Eden!»
La ragazza comparve alle spalle dei paguri e, riuscendo a coglierli di sorpresa, ne distrusse tre prima di correre dalle sue amiche che la guardavano manco fosse stata un fantasma.
«Anita, di a Rox il codice del “tappeto volante”, non sarà il massimo ma almeno ci caviamo dai pasticci».
La rossa annuì e cominciò a dettare la sequenza d’attivazione mentre Anita ed Eden deviavano i colpi cercando di non farsi colpire.
«Arriva!»
Il loro mezzo di trasporto comparve appena sopra la superficie del mare e le tre ragazze ci salirono sopra, Kathryn cominciò a guidarlo verso la torre.
«Manca poco dai!»
Un piranha saltò fuori dall’acqua e sparò colpendo Anita facendola devirtualizzare.
«E allora sarai più bella tu, X.A.R.E!»
Sbottò Roxanne dal laboratorio.
«Abbiamo deciso che è femmina?»
Domandò Eden senza abbassare la guardia.
«In verità la questione è ancora aperta».
Disse Kathryn, facendo impennare il mezzo di trasporto per evitare uno sparo.
Le due ragazze raggiunsero facilmente la torre, seminando i nemici e la rossa entrò, lasciando Eden di guardia.
«Bene, e anche oggi abbiamo sconfitto X.A.R.E».
 
«Perché sei venuta? Ora hai solo mezz’ora per raggiungere il cinema!»
«I tuoi capelli sono spettinati!»
«Non hai neppure un po’ di trucco e sei tutta sudata!»
« Non ce la farai mai! Saresti dovuta rimanere a casa!»
«Cosa facciamo? Cosa facciamo?»
Appena uscita dallo scanner Eden si trovò circondata dalle sue amiche che cominciarono a tempestarla di domande senza lasciarle neppure il tempo di rispondere.
«Aspettate, io ho un pettine in borsa!»
«Io ho delle salviette!»
«E io ho qualche trucco, in salotto. Veloci!»
Eden non riuscì neanche ad opporsi o a parlare, le ragazze la trascinarono via e la fecero sedere su un divano.
Kathryn, preso il pettine, cominciò a pettinarle i capelli ma lo fece con troppa foga e glieli tirò facendola urlare, tutte si zittirono.
«Ahia, ragazze calmatevi. Sono sicura che ce la possiamo ancora fare ma voi dovete stare calme, va bene? Anche io ho dei trucchi nella mia borsa, me li potete passare?»
Anita annuì e corse a prendere le sue salviette e i trucchi dell’amica, nel frattempo Eden si pettinò i capelli e bevve un goccio d’acqua rassicurando le altre: era in bici ce la poteva fare.
Dieci minuti dopo le quatto ragazze uscirono dal laboratorio e raggiunsero la bici di Eden, il cellulare di Anita continuava a squillare ma lei sembrava non rendersene conto.
«Bene, ora è fatta. Tranquille, ce la farò. Grazie mille di tutto care. E, Anita, rispondi a tuo fratello prima che chiami la polizia, sarà preoccupatissimo».
La giovane Garcia la salutò prima di allontanarsi per richiamare il fratello; Kathryn guardò l’ora e, cogliendo di sorpresa le due rimaste, salì sulla bici dell’amica.
«Monta su, ti porto io!»
«Ma Kath…»
«Tranquilla, sono veloce! Ti faccio scendere un po’ prima del cinema e riporto a casa il tuo potente mezzo! Muoviti, non abbiamo tanto tempo».
Eden e Roxanne si guardarono confuse prima di sorridersi, almeno Kathryn sembra essere ritornata in sé.
«Buona fortuna per l’appuntamento!»
Esclamò la maggiore mentre le due amiche si allontanavano, Anita ritornò e si guardò intorno confusa.
«Allora? E Kath?»
«Missione compiuta Anita, missione compiuta».
 
 
Angolino dell’autrice!
 
Hello!
Sono tornata!
Oggi sono piena di dubbi, non so cosa io abbia scritto!
Ci sono delle cose che proprio non mi convincono, tutto ciò non faceva parte della scaletta!
Spero che il capitolo vi sia comunque piaciuto!
All’inizio X.A.R.E non doveva neppure rompere ma poi noo… bisogna che rompa le scatole, se no che Code Arcadia è!
X.A.R.E è monotona… usa sempre gli stessi trucchi (più o meno)! Comunque tranqui, prima o poi farà un vero e proprio upgrade e lì saranno cavoli.
X.A.R.E è una femmina? O un maschio? Bella domanda, c’era lo stesso dubbio anche per X.A.N.A.
Aspetto con pazienza i vostri veicoli! Kath è da sola ora quindi ci metterà un po’ a programmare tutto!
Ora vado, a presto!
Aiko
   
 
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