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Autore: GuitarFreak77    06/08/2009    2 recensioni
Una storia drammatica, che inizia con il ritrovamento da parte di Gerard e Mikey di un ragazzo, ridotto in fin di vita.
Chi è?
Perchè è ridotto così?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction è una traduzione autorizzata dall'autrice.
Nè io nè lei conosciamo alcun membro dei MCR o le loro famiglie. Questa non è una storia vera. La storia è stata scritta da GuitarFreak77.

Inoltre, all'autrice farebbe piacere ricevere commenti per capire se le sue storie piacciono o meno.
Quindi continuate a commentare.

Spero che la traduzione vi aggradi.
Enjoy ^^



Gerard POV

Nelle seguenti due settimane Frank passò giorni buoni e giorni cattivi. Vedemmo suo padre alcune volte, ma mai per molto tempo, il che forse era meglio. C'era sempre un cambiamento visibile in Frank ogni volta che suo padre era nei paraggi. Non ero sicuro cosa causasse tutto questo, ma non avevo un buon presentimento. Difficilmente parlava o guardava qualcuno negli occhi. Anche dopo che suo padre se n'era andato, Frank sembrava con la testa altrove e qualche volta ci voleva un po' per riportarlo alla realtà. Non vedemmo mai sua madre. Ebbi la sensazione che era una buona cosa.

Durante quelle settimane eravamo tornati al lavoro, dopo che il nostro comprensivo capo ci aveva dato qualche giorno libero per riprenderci. Era diventata routine per Kevin chiamarci quando uscivamo dal lavoro. Succedeva anche che chiamasse proprio mentre usciva da scuola, ogni giorno. Non ci diceva mai cosa raccontava ai suoi genitori, e noi non chiedevamo mai. Ci incontravamo in quello stesso parco ogni giorno prima di andare all'ospedale.

Mentre tutto sommato la salute di Frank sembrava migliorare sempre più, gli attacchi erano ancora argomento quotidiano. C'era la possibilità secondo la quale sarebbe servito un intervento e delle medicazioni per correggere il problema. Anche dopo, però, essi potevano non smettere. Ovviamente Frank era sempre più depresso per il fatto che avrebbe dovuto avere a che fare con quegli attacchi per il resto della sua vita. Ma se pensavo che ciò lo irritasse, era niente in confronto a come Kevin l'aveva presa. Durante uno dei giorni no di Frank, dovemmo portare via Kevin. Al posto della sua solita svolta verso casa, quella volta tornò alle altalene. Mi chiesi per un momento se avrei dovuto fare come avevo fatto la volta scorsa ed unirmi a lui. Presto lui alzò la testa per vedere se lo stavo raggiungendo, quindi presi questo gesto come un invito.

Questa volta venne anche Mikey e ci sedemmo su due altalene ai lati del ragazzo.
I suoi tratti si erano rabbuiati in qualcosa che non avrei mai pensato possibile; me ne accorsi quando alzò gli occhi e fissò davanti a sè.
“Li ucciderò uno ad uno, cazzo” ringhiò.
“Sai chi sono?” chiesi.
Annuii. “Ovvio! Anche Frank lo sa, ma non gli succederà niente perchè Frank non ha visto le loro facce. Non avrei mai pensato che si potesse evitare l'accusa di tentato omicidio indossando una maschera.”
Strizzò gli occhi e reclinò la testa. Nessuno parlò per molti minuti.

“L'esatto secondo in cui ho sentito il nome di mio fratello al telegiornale, ho subito saputo che quei bastardi erano dietro tutto questo. Il giorno del diploma, cammineranno tutti sul palco per prendere i loro diplomi, mentre mio fratello sarà sul letto di un ospedale con il cranio aperto per un'operazione al cervello.”
Mikey allungò un braccio e gli toccò la spalla, ma Kevin si allontanò velocemente.
“NO!” sbottò. “Non cercare di confortarmi, cazzo. Non aiuta.”
Mikey ritrasse la sua mano. Non sembrava offeso dalla reazione del ragazzo, ma lo guardò in silenzio come se avesse capito.

“Si sarebbe diplomato con il massimo dei voti" singhiozzò Kevin, ma allo stesso tempo fece un sorriso. “Ha lavorato così sodo. In realtà pensava che avrebbe reso fieri i nostri genitori, per una volta. Come se non dovesse fregarglierne un cazzo di cosa pensano loro. Ed ora sarà solamente un altro di quei nomi chiamati come 'assent.' Questo è quello che fanno quando qualcuno non può ritirare il proprio diploma a causa di malattia o ferite. Ma è diverso per Frankie. I ragazzi che gli hanno causato la sua assenza, saliranno su quel podio e prenderanno i loro diplomi con grandi sorrisi del cazzo in faccia. Anche quelli che hanno arrestato. Saranno condannati a due anni in un carcere minorile, ma i loro ricchi paparini compreranno la loro scarcerazione dopo un mese. Torneranno a scuola e faranno dei test per sistemare ciò che hanno perso e tutto sarà dimenticato.”

Non sapevo cosa dire. Non c'era davvero nulla che potevamo dire per farlo stare meglio.
Come molti teenager, Kevin era molto arrabbiato. Ma diversamente dalla maggior parte di essi, la sua rabbia non era per sè stesso. Aveva passato tutta la vita a guardare Frank lottare contro la sua famiglia e tutto il resto. I possibili futuri problemi di salute di Frank sembravano essere il colpo finale.

Dopo un po' di tempo allungò le gambe e si alzò.
“Farei meglio ad andare” disse all'improvviso.
Lo chiamai non appena iniziò ad andarsene, ma lui non si voltò. Mikey si alzò per seguirlo, ma lo afferrai per la spalla.
“Lasciamolo per ora” dissi.
Una volta che il ragazzo sparì dalla nostra vista, ci alzammo ed andammo alla macchina.
“Dici che proverebbe davvero ad ucciderli?” chiese Mikey.
“Non lo so, spero di no, ma non posso pretendere di non aver notato quanto fosse serio.”

Il giorno seguente non sentimmo Kevin. In un certo senso questo mi preoccupò, pensando al modo in cui era andato via dal parco. Non osammo chiamarlo perchè sapevamo che i suoi genitori gli controllavano il telefono. Andammo all'ospedale sperando di sentirlo più tardi.
Quando arrivammo lì, Mikey aprì la porta della stanza di Frank e sorrise.

“Awwww” lo sentii dire dolcemente.
“Cosa?” chiesi, entrando dietro di lui.
Poi capii perchè Kevin non ci aveva chiamato. Era già lì, rannicchiato vicino a Frank nel suo letto. Stava facendo passare le dita fra i capelli di Frankie e parlava mentre il fratello dormiva. Non indossava l'uniforme scolastica, ma una t-shirt bianca e dei jeans. Ci guardò e sorrise mentre entravamo, ma i suoi occhi erano rossi e gonfi per il pianto.

  
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