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Autore: Ashla    12/03/2020    3 recensioni
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 05/05/2024 (più che aggiornamento è una domanda/proposta per chi ancora bazzica nel fandom)
Storia interattiva
"Il progetto Arcadia è solo una menzogna.
X.A.R.E è fuori controllo ed è una minaccia che deve essere fermata.
Per questo ho spento il supercomputer, ma non è ancora finita: non finirà mai se io sarò in circolazione.
Loro mi cercheranno, ci cercheranno.
Ho fatto molti errori nella vita ma creare X.A.R.E è stato il peggiore, ho creduto nelle favole e ora il mondo è in pericolo..."
Un supercomputer, un mondo virtuale e otto giovani guerrieri pronti a difendere la Terra...
(Storia ripubblicata)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Venerdì, 19:00
 
Riccardo e Gabi uscirono dagli scanner sospirando: scontrarsi contro gli scagnozzi di X.A.R.E non era affatto semplice.
«Ragazzi, siete stati bravissimi!»
Esclamò Kathryn raggiungendoli, quando giunsero nella sala del super computer anche Anita fu dello stesso parere.
«La prossima volta ci vanno Aitor e Arion».
Sbottò il maggiore dei Garcia sedendosi per terra, la sorella rise.
«Suvvia, noi ragazze ci andiamo praticamente sempre! Dovete solo prenderci un po’ la mano!»
Riccardo sospirò e imitò l’amico, le due giovani scoppiarono a ridere ancor di più.
Quella sera, quando era partito l’allarme X.A.R.E, Roxanne ed Eden erano entrambe impegnate e così Anita aveva arruolato il fratello e il suo migliore amico per andare su Arcadia.
I due ragazzi si guardarono poco convinti prima di sospirare all’unisono.
«Sarà…»
 
23:00, casa Park
 
«Allora?»
Kathryn si stese sul materassino guardando la padrona di casa in attesa.
In quei giorni Eden aveva la casa libera e così era riuscita a mantenere la promessa di invitare le sue compagne da lei, le quattro amiche stavano dunque riunite nel grande salone pronte a chiacchierare tra di loro prima di andare a dormire.
Eden si sistemò l’abito da notte blu prima di stendersi accanto a lei.
«Cosa tesoro?»
«L’appuntamento con Michael! Sei stata così vaga in questi giorni!»
Esclamò Roxanne, la ragazza inginocchiata sul materassino di fronte a Kathryn, si stava togliendo il cardigan rosa pallido per rimanere con un pigiama dalla maglietta giallo canarino il cui colore rimandava a quello dei fiori che decoravano i pantaloni bianchi.
«Esatto, racconta».
Anita, stesa a pancia in giù, strinse il cuscino e sorrise.
«Sembrate delle piccole pettegole, care».
Sospirò Eden sorridendo, ora che ci pensava meglio potevano anche essere delle bambine in attesa della fiaba della buonanotte.
«Non era un appuntamento».
«Daiii, non ci credi nemmeno tu! Racconta, racconta!»
«Non c’è molto da dire Rox: sono arrivata giusto in tempo, abbiamo guardato il film e dopo ha voluto accompagnarmi a casa e così, per sdebitarmi, gli ho offerto un gelato».
«E nel tragitto? Di cosa avete parlato?»
«Ti piace, no? E tu piaci a lui, fantastico!»
«Sareste carini insieme».
Eden fu sommersa dalle domande e dalle considerazioni delle amiche, più volte provò a richiamare l’ordine ma non ci riuscì poi tutte tacquero e la guardarono in attesa.
«Ragazze, dai, smettetela».
«Ma perché? È ovvio che il sentimento è reciproco! Da quello che so Michael non invita mica la prima ragazza che passa fuori!»
«Lo so, lo so…è così strano. È la prima volta che mi piace qualcuno, è una situazione nuova per me e sono confusa».
Eden si stese a pancia in su, tutte si azzittirono.
«Invece tu, Rox. Quando hai intenzione di uscire con Sol?»
La maggiore, stesa su un fianco, alzò la testa di scatto nel sentire la domanda fattale dalla padrona di casa e arrossì lievemente.
«Io…non lo so, non riesco mai a scrivergli, figurati a chiedergli un appuntamento».
«Devi solo prendere un po’ di coraggio, cara!»
«Lo so, Eden ci sto provando!»
«Se vuoi lo invitiamo noi e speriamo che X.A.R.E decida di far Cupido».
Tutte ridacchiarono alla proposta di Kathryn, Anita sospirò.
«Dai Anita cara, la prossima volta X.A.R.E aiuterà te».
«Eh? Cosa? Io…»
«Anche se mi chiedo quanto ce ne sia bisogno. Fidati di me, lo conosco bene e posso dirti che sicuramente gli piaci».
Anita si girò per fissare Eden, gli occhi scuri erano spalancati e le guance imporporate.
«Eden…penso che tu confonda un affetto quasi fraterno con altro. Con la scusa che sono la sorella del suo migliore amico siamo praticamente cresciuti insieme, non penso che ci sia altro».
La padrona di casa sbuffò, l’amica era decisamente fuori strada.
«Eddai, ha sempre un occhi di riguardo per te, oggi ti ha pure fatto da scudo umano per proteggerti dai paguri. E ti supporta sempre, ha un’alta stima di te, ha sostenuto quel tuo folle piano, quello che neppure Gabi approvava».
Anita scosse la testa alle parole di Kathryn, quelle cose non significavano nulla per lei, poi cercò un modo per cambiare argomento.
«E tu, Kath?»
La rossa si rabbuiò all’istante e la giovane Garcia si dette della stupida.
«Intendo dire…cosa fai in questi giorni?»
«Ah…la mattina aiuto Silvia con i lavori in casa, poi esco e, tra uno studio e l’altro riguardo ad Arcadia, faccio la dog sitter, così guadagno qualcosina».
«E cosa ci facevi, ieri sera, arrampicata sul muro di cinta della casa di Arion?»
Domandò Roxanne a bruciapelo, quella mattina Aitor le aveva riferito quello strano fatto e lei moriva dalla voglia di capirne il motivo.
«Uh? Ammiravo il paesaggio! Scherzavo, diciamo che mi piace arrampicarmi».
«Non lo avevamo capito, tesoro».
Ridacchiò Eden immaginandosi la scena.
«Sapete, un giorno o l’altro vorrei provare il parkour. Potrebbe rivelarsi utile contro X.A.R.E!»
«Perché no? Se lo fai vengo anche io».
Disse Anita e la rossa sorrise, felice di avere una compagna di avventure.
«E poi lo insegnate anche a noi, vero Rox? Rox?»
La maggiore, raggomitolata a riccio, si era addormentata, le ragazze la guardarono e sorrisero poi Anita la coprì con una coperta prima di sbadigliare.
«Forse è meglio imitarla, siamo tutte stanche».
Disse Eden, le altre annuirono e, dopo essersi augurate la buona notte, non parlarono più: Anita, girata sul fianco sinistro, si addormentò nel giro di pochi secondi.
«Eden? Sei sveglia?»
La padrona di casa si girò a guardare Kathryn, nella penombra si intravedeva solo la figura dell’amica.
«Dimmi tutto, cara».
 
Domenica, 15:00

 
«Arion, attento!»
Il ragazzo si girò troppo lentamente e fu colpito dal paguro, perdendo così gli ultimi punti vita rimasti, Aitor alzò gli occhi al cielo.
«Fanta…»
Anche il difensore sparì, devirtualizzato, ed Eden e Kathryn si trovarono sole.
Le due, spalla contro spalla, osservarono i dieci paguri che si avvicinavano da entrambi i lati, sospirarono.
«Rox, ti prego muoviti».
«Sono qui! »
La maggiore, spuntò alle spalle dei nemici e ne distrusse due, poi sorrise alle amiche.
«Scusate per il ritardo, non riuscivo a scappare dal pranzo di famiglia!»
Le tre, con rinnovato vigore, cominciarono a combattere per, nel giro di pochi minuti, battere tutti i nemici, si batterono il cinque prima di avviarsi di corsa verso la torre.
 
«Riccardo?»
Il ragazzo stava per entrare nel camerino riservatogli ma, al sentire la voce di Anita, si voltò e la guardò confuso.
I fratelli Garcia avevano accompagnato Riccardo ad un suo saggio che si teneva dall’altra parte della città, e gli effetti dell’attacco di X.A.R.E non erano arrivati fin lì anche se la cosa gli aveva innervositi e preoccupati molto.
La ragazza per un po’ sostenne lo sguardo del maggiore poi lo distolse, non volendo arrossire.
«Tranquillo, su Arcadia si sistemerà tutto. Tu pensa solo a suonare bene come hai sempre fatto e sono sicura che tutti apprezzeranno, lo so, a me piace sempre».
No, non voleva decisamente dirgli quello…
Riccardo sembrò veramente rilassarsi e le sorrise dolcemente posando una mano sulla maniglia del camerino.
«Grazie».
 
«Torre disattivata».
Appena Kathryn uscì dallo scanner si trovò Arion vicino, il ragazzo aveva gli occhi che brillavano per la felicità.
«Allora? Quando posso tornare? È stato super!»
Aitor, appoggiato al muro con le braccia incrociate, alzò gli occhi al cielo mentre Roxanne ed Eden ridevano.
«La prossima volta Arion, la prossima volta».
«Non vedo l’ora! Avete visto come ho eliminato quei due paguri?»
Eden e Kathryn si guardarono e si sorrisero, effettivamente li aveva eliminati ma per farlo aveva perso la maggior parte dei suoi punti vita.
«Arion, fidati, la prossima volta è meglio che ci vadano solo le ragazze. Noi siamo solo d’intralcio».
 
«Allora?»
Domandò Riccardo uscendo dai camerini e avviandosi verso i fratelli Garcia.
«Sei stato bravissimo!»
Gabi, senza farsi vedere, diede una leggera gomitata alla sorella invitandola a parlare, lei lo guardò male di sottecchi, lui le fece l’occhiolino e la spinse leggermente.
«Fidati di me, lo conosco bene e posso dirti che sicuramente gli piaci».
«Buttati, sorellina. Te lo continuo a dire: tu gli piaci!»
La ragazza prese coraggio e, avvicinatasi, gli diede un bacio sulla guancia prima di tornare accanto al fratello rossa come un peperone.
«Sei stato bravissimo, non ne dubitavo, non ne dubito mai».
Riccardo, anche lui, leggermente arrossito balbettò un timido grazie mentre Gabi annuiva felice per poi prendere il cellulare e, facendo finta di nulla, comunicare l’accaduto ad Eden.
 
Lunedì, pausa pranzo, Raimon
 
Arion ridacchiò alla battuta di JP e i due, insieme ad Aitor, si avviarono verso la sala ristoro per prendersi un dolcetto alla macchinetta, una volta arrivati il centrocampista si mise a cercare i soldi nelle tasche della divisa.
«Comunque, non vedo l’ora che sia giovedì!»
«Anche io JP! La par…Ahia!»
Arion fece un salto all’indietro portandosi un dito alla bocca, i suoi amici lo guardarono dubbiosi.
«Ho preso la scossa».
Aitor si avvicinò alla macchinetta e fece per comporre un numero ma anche lui dovette ritrarsi.
«Pure io che strano…»
All’improvviso sentirono la sirena di un’ambulanza, si affacciarono alla finestra che dava sul cortile principale e videro il mezzo di soccorso fermarsi davanti al cancello, i tre si guardarono confusi prima di uscire dalla saletta.
Il corridoio era affollato e tutti parlavano tra di loro, i calciatori si guardarono in giro non capendo bene che cosa stesse succedendo.
«Ragazzi!»
Skie avanzò nella folla e li raggiunse prima di piegarsi con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
«Ragazzi…»
«Che è successo?»
«Da quello che ho capito uno di terza ha preso una grave scossa mentre accendeva la luce nel bagno, hanno chiamato l’ambulanza per sicurezza: lui si è già ripreso ed è in infermeria. Ah, Arion, Aitor… Anita vi prega di guardare il cellulare una volta tanto».
«Ma com’è potuto succedere?»
«Non so JP…»
Arion ed Aitor tirarono fuori i rispettivi cellulari mentre Skie e JP parlavano: c’era stato un nuovo attacco di X.A.R.E e probabilmente il giovane di terza ne era stata una vittima, le quattro ragazze stavano andando su Arcadia e, nel frattempo, si raccomandavano di non toccare oggetti collegati alla corrente.
«Ora è tutto chiaro».
«Uffa, ma io volevo una merendina».
 
Eden, Roxanne e Anita atterrarono su Arcadia, Kathryn le raggiunse poco dopo, una volta arrivate rimasero stupefatte: il cielo, normalmente limpido, era grigio e il mare in tempesta.
Anita fu la prima a riprendersi.
«Ma stiamo scherzando!?»
«Cosa?»
Domandò Riccardo dal laboratorio, lui le aveva accompagnate per aiutarle con i mezzi di trasporto e comunicare l’arrivo di eventuali nemici.
«Non c’è il sole, il mare è agitatissimo. Non riesco più a vedere le zone di mare digitale, potrebbero essere dovunque!»
«Allora non andiamo in acqua, care».
Disse Eden rispondendo a Roxanne e, allo stesso tempo, dando una specie di ordine alle amiche, le altre annuirono.
«Uh, arrivano dei nemici dalla vostra destra».
Le ragazze si girarono e videro arrivare una decina di paguri.
«Entriamo nella foresta, così li rallenteremo!»
Anita partì di corsa vendendo ben presto imitata.
«Dimmi una cosa Kath, ma X.A.R.E può attivare le torri ogni volta che vuole?»
«Sai, Rox, credo che non possa attivare più torri insieme e che, una volta inserito il Code Arcadia, debba aspettare, o meglio, le sia impedita l’attivazione fino al giorno successivo. Può riattivare più volte la stessa torre nel corso del tempo. Per esempio questa torre l’ha già attivata in altre occasioni. Solo una torre non ha mai utilizzato: quella centrale».
«Perché?»
Domandò Eden, Kathryn scosse la testa e saltò una radice, in lontananza si cominciava a vedere la fine del boschetto.
«Forse è come la finale, non può sbloccarla fino a che non ha raggiunto un certo livello o una cosa del genere, come nei videogiochi».
«Può essere Anita, sinceramente non ho ancora capito il motivo. La cosa strana è che mi sembra di esserci già entrata, ma con voi non l’ho nemmeno vista».
«Magari ci sei venuta prima di rimanere bloccata qui, tesoro».
Mentre Eden finiva di parlare le ragazze spuntavano fuori dal boschetto: la torre, ormai visibile, era circondata dal suo solito alone nero, il segno che X.A.R.E l’aveva attivata.
«Muoviamoci finché i paguri sono dietro di noi, non ho tanta voglia di combattere».
Tutte annuirono ad Anita e cominciarono a correre poi però sentirono i primi spari dei paguri e sbuffarono: a quanto pare i loro nemici non si erano fatti rallentare dal bosco e avevano pure guadagnato terreno.
«A questo punto proporrei di dividerci, io e Anita restiamo qui mentre Eden e Kath vanno alla torre, non possiamo perdere troppo tempo. Prima finiamo e prima posso ripassare per la verifica di domani».
Kathryn ed Eden annuirono, prima di andarsene la rossa passò un paio dei suoi coltelli a Anita in modo che lei potesse sorprendere i paguri prima che questi fossero troppo vicini.
Roxanne, con un movimento di polso, srotolò le sue fruste blu e si mise a schivare i colpi dei nemici per poi contrattaccarli con maestria, la giovane Garcia eliminò un paguro con un coltello e poi tirò fuori la spada per deviare i colpi e colpirli con la loro stessa arma.
«La prossima volta andiamo con i mezzi».
«Tranquilla tesoro, hai anche una vita, non ti affaticare troppo. Quando saranno pronti saranno pronti».
Disse Eden fermandosi un attimo a riprendere fiato, Kathryn si fermò poco dopo.
«Ce la fai?»
La ragazza annuì, la torre era poco lontano, non poteva mollare, riprese a correre.
«Meno sei! Altri quattro e abbiamo finito!»
Anita sorrise alle parole della maggiore e saltò per evitare un colpo, lanciò la spada.
«Meno sette».
Roxanne, dopo aver fatto una piroetta, frustò ben due nemici che scomparvero, le due accerchiarono con aria truce l’ultimo avversario che guardò prima una poi l’altra senza sapere a chi sparare per prima.
«Finiscilo tu, Anita».
La ragazza annuì e con un fendente preciso lo distrusse.
«Peccato Rox, potevamo adottarlo».
Le due ridacchiarono all’idea di tornare sulla Terra con un paguro metallico poi si batterono il cinque proprio mentre l’alone nero scompariva lasciando spazio a quello bianco candido che, nel cielo scuro, risaltava come un faro nella notte.
«Missione compiuta!»
 
iBlater-gruppo Arcadia:
Rox: io X.A.R.E non la capisco, che spera di ottenere con questi attacchi?
Anita: esatto, per ora ha solo dato fastidio...per fortuna.
Riccardo: aveva preso il controllo del pullman, quella è stata l’unica cosa veramente grave.
Eden: sperando che non lo faccia più, una volta basta e avanza.
Gabi: forse sono veramente dei segnali.
Aitor: sì, codine. Vuole avvisare i suoi alleati malvagi.
Sol: se sono dei segnali quest’ultimo attacco non è servito ad un granché, io l’ho saputo solo grazie il gruppo, non c’è stata nessuna notizia.
Arion: in verità nella zona, la storia del ragazzo che ha preso la scossa si è diffusa ma è passata come un incidente.
Aitor: vorrei ben vedere, chi potrebbe mai pensare ad un’intelligenza virtuale pazza? Sarebbe lui il pazzo…
 
??
 
Un plico di fogli fu gettato sul tavolo, i presenti intorno ad esso si sporsero.
Il misterioso black-out alla Raimon di settimane prima, i cellulari impazziti, la ruota panoramica ferma, un pullman fuori controllo durante una gita della Raimon…
E ora un ragazzo aveva preso la scossa in circostanze misteriose, dove? Proprio alla Raimon.
Non potevano essere coincidenze, qualcosa si stava muovendo, qualcosa che loro avevano aspettato da anni.
Non aveva più via di scampo, avrebbero vinto loro quella volta.
«Signori, le danze sono iniziate».
 
Angolo dell’autrice!
 
Scossa?
Va bene…
 
Hola!
Eccomi qui, al terzo giorno di quarantena nazionale (al diciottesimo per molti del nord), con un nuovo capitolo!
So che è molto corto ma, diciamocelo, mi sono stufata…
O meglio, mi sono stufata di far capitoli in cui X.A.R.E sembra solo un bambino che fa i capricci, voglio l’azione!
E presto arriverà!
Alla fine succedono… cose…
Cose che sfuggono pure alla mia comprensione ma le mie mani hanno preso vita e hanno scritto loro la fine!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, scusate se ci ho messo tanto ma avevo da scrivere una parodia per allietare la vita dei miei amici (e a quanto pare è pure venuta bene)!
Ora vi saluto e spero di sentirvi presto!
Ciao!
Aiko
   
 
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