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Autore: Giuli_sky    06/08/2009    5 recensioni
Salve a tutti! questo è il mio primo racconto, dai primi capitoli non si capirà bene il genere della storia, ma andando avanti verrà fuori, spero che come inizio non sia male, se secondo voi qualche parte è da migliorare ditemelo! ve ne sarei molto grata. La storia è quella di una normalissima ragazza, Beatrice, o Bee come la chiamano tutti, innamorata da anni dello stesso ragazzo..ma la sua vita presto cambierà con il ritorno di una persona dal suo passato. Non vi dico altro anche perchè ancora non so bene come andrà a finire! Baci
Genere: Romantico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 7 Capitolo 7


Quando arrivammo c'era già un po' di gente che aspettava fuori dal ristorante, molti si girarono ad osservarmi incuriositi, almeno sapevano di chi era il compleanno? Riconobbi qualche faccia ma la maggior parte dei visi non mi era familiare. Ma Astrid chi diavolo aveva invitato? Per sua fortuna in quel momento non era presente, altrimenti avrei potuto strozzarla con le mie mani.
Dopo pochi secondi fui raggiunta da Elly e Fra, che mi abbracciarono, entusiaste.
- Bee hai visto quanta gente? La tua festa è un successone! -
- Già, ci sono quasi tutte le quinte -
- E un po' delle quarte, lo so che sono più piccoli, ma in fondo sono simpatici -
- Sì, infatti! Comunque manca solo Astrid e poi possiamo entrare -
Parlavano così velocemente che mi facevano venire il mal di testa.
- In realtà manca anche mio fratello...dovrebbe essere qui a momenti – riuscii finalmente a dire, interrompendo le loro chiacchiere.
Neanche a farlo apposta Marco mi raggiunse proprio in quel momento. Non feci nemmeno in tempo a salutarlo che arrivò anche Astrid. Ovviamente era splendida, sembrava una modella con quell'abitino nero che le metteva in risalto il fisico.
- Scusate il ritardo. Bee, sei fantastica! - si avvicinò per abbracciarmi, solo in quel momento notò Maggie e le lanciò uno sguardo gelido.
- Ah, hai portato anche lei... - disse senza preoccuparsi di essere udita.
- Già, problemi? - ribatté subito Maggie, portando le mani ai fianchi, con aria di sfida.
Astrid le lanciò un'altra occhiataccia, ma poi decise di ignorarla, in fondo il compleanno era mio, non suo.
Rob mi aveva detto quella mattina che non sarebbe venuto a mangiare, doveva lavorare, ma mi avrebbe aspettato dopo la cena, a casa sua, perciò non dovevamo aspettare più nessuno.
Una volta entrati scoprii che avevamo quasi mezzo ristorante allestito solo per noi. Astrid aveva fatto le cose davvero in grande. Mi guardai intorno, nervosa, sentivo sulla pelle gli sguardi dei presenti, odiavo essere al centro dell'attenzione, non sapevo mai come comportarmi.
- Ci sediamo? - chiesi a Maggie, afferrandola per un braccio e trascinandola verso una qualsiasi delle sedie libere, seguita da Angy e Marco.
Mentre entravano, gli invitati mi passavano davanti salutandomi e consegnandomi pacchetti di varie forme e dimensioni, sorrisi ringraziando tutti anche se di alcuni non conoscevo nemmeno il nome.
Quando tutti quanti ebbero preso posto e il cameriere cominciò a prendere le ordinazioni, tirai un sospiro di sollievo, almeno ora non avevo più tutti gli occhi puntati addosso e potevo rilassarmi.
Le mie amiche si erano sedute intorno a me e anche gli altri si erano radunati in gruppetti vari, che ora stavano chiacchierando allegramente. Beccai diverse volte Astrid fissare mio fratello, ma lui sembrava non accorgersene, immerso com'era in una discussione con Elly. Doveva essere una cosa nuova per lei, essere ignorata intendo, di solito tutti si giravano a guardarla quando passava e quasi tutti i ragazzi della scuola le correvano dietro.
Fortunatamente le nostre pizze arrivarono abbastanza velocemente ed erano davvero buone, dovevo ammettere che Astrid aveva scelto bene il locale. Anche l'ambiente non era male, presa com'ero dall'agitazione non l'avevo notato entrando, ma ora che mi ero rilassata notai che il ristorante era composto principalmente dal grande salone dove ci trovavamo noi, più qualche saletta ai lati, in fondo potevo scorgere la porta della cucina, da dove arrivava una luce forte, probabilmente a causa delle pareti bianche che la riflettevano. Il soffitto era di legno, con le travi a vista, e così anche il pavimento. Le pareti, dipinte di un colore giallo tenue, davano una sensazione di calore ed erano confortevoli. Alle finestre, sottili tende di colore verde, impedivano la visuale. La stanza era illuminata da tanti piccoli lampadari sparsi lungo il soffitto o appesi alle pareti.
Subito dopo aver mangiato Marco e Angy tornarono a casa, o meglio, al nostro ristorante (essendo un sabato sera i miei avevano bisogno di aiuto, solitamente facevamo a turno e almeno uno di noi c'era sempre con loro), mentre io cominciai ad aprire i regali. Erano davvero tantissimi, ci misi quasi mezz'ora ad aprirli tutti, ma alla fine fui anche abbastanza felice, a parte alcuni regali abbastanza impersonali, gli altri furono davvero azzeccati, come il libro e il dvd che mi regalarono Fra, Elly ed Astrid.
Al contrario di quello che avevo temuto, mi stavo divertendo, le persone erano simpatiche e sembravano davvero interessate a me, non vedevo l'ora di andarmene per andare da Rob, ma in un certo senso adesso un po' mi dispiaceva lasciare tutti.
Stavo parlando tranquillamente con Fra quando Astrid si infilò nel discorso, chiedendole qualcosa riguardo ad un giro di compere per il giorno seguente. Lasciai perdere, ormai ci ero abituata, ma Maggie non era del mio stesso parere.
- Non ti hanno insegnato che quando una persona sta parlando con un'altra è maleducazione interromperla? - chiese tranquilla, senza muoversi di un millimetro, ma lanciandole uno sguardo di ghiaccio.
- E a te non hanno insegnato a tenere quella boccaccia chiusa? - replicò lei, scocciata, dedicandole solo un secondo della sua attenzione, prima di tornare a parlare con Fra.
- Veramente io non avevo finito. Sai, non sopporto le persone come te, che solo perché sono belle pensano di poter avere la precedenza su tutti -
Astrid, si girò a guardarla, scioccata, nessuno prima d'ora aveva osato ribattere a qualcosa che lei aveva detto. Serrò i denti, arrabbiata.
- Senti tu...chi ti credi di essere? Bee, dovresti insegnare alla tua amichetta ad avere un po' più di rispetto per le tue vere amiche -
- Vera amica tu? - sbottò Maggie, prima di cominciare a ridere - Ma se tratti tutti come se fossero al tuo servizio! -
- Senti carina, sono stata io a organizzare questa festa a Bee, a invitare tutta la scuola, in modo da renderla un evento da ricordare, quindi vedi di stare zitta – ululò Astrid, in preda alla rabbia, mentre si alzava in piedi, seguita da Maggie.
Le guardai incerta, senza sapere cosa fare, volevo aiutare Mag, ma in fondo Astrid era mia amica. Fra e Elly le guardavano con il mio stesso sguardo preoccupato.
- Ahah, infatti sei così tanto sua amica che le hai organizzato una festa anche contro il suo volere, sicura di non averlo fatto per te stessa? - continuò Maggie, affrontandola senza paura, ormai tutti si erano girati a guardarle. Fuori sentivo il boato dei tuoni, ci mancava solo il temporale.
- Non so di cosa tu stia parlando, Bee dovrebbe solo ringraziare di avere un'amica come me, non so infatti come possa stare vicino a una ragazzina viziata e priva di senso come te, sei sua amica solo perchè ti fa comodo, ammettilo – rispose Astrid sprezzante.
- Ma come osi?Io...-
Non diedi nemmeno il tempo a Maggie di finire di replicare che mi alzai in piedi.
- Adesso basta! Astrid, Maggie, smettetela – urlai disperata.
Non volevo che litigassero, era mie amiche, entrambe. Guardai Maggie, sperando che capisse come mi sentivo, quando incontrò i miei occhi il suo sguardo si addolcì e si risedette.
- Ecco brava, torna al tuo posto – disse Astrid, velenosa, poi tornò a rivolgersi a me.
- Bee ma proprio di questa ochetta dovevi diventare amica? Non vedi che si sta approfittando di te? È una disadattata sociale, come lo eri tu prima che io ti prendessi sotto la mia ala, e ti sta usando perché sei mia amica e spera di ottenere un po' della nostra popolarità! -
Quando era troppo era troppo! Perché Astrid se la stava prendendo così tanto con Maggie? Sentivo la rabbia salire, mescolandosi con un senso di tristezza e delusione, davvero Astrid pensava questo di me? Scattai in piedi in pochi secondi, mentre le luci sopra di noi cominciarono a lampeggiare, probabilmente a causa del temporale, mentre tutto diventava confuso davanti ai miei occhi. Non capivo cosa stesse succedendo, sentivo la rabbia ribollire, pronta a esplodere non appena glielo avessi permesso.
- Astrid, questo proprio non dovevi...-
Ma le parole di Maggie vennero coperte dal frastuono dell'esplosione delle lampadine di tutta la sala. Tutti si buttarono a terra, sotto i tavoli, mentre pezzi di vetro volavano ovunque. Solo quando sentii Maggie tirarmi il braccio tornai in me e misi a fuoco la situazione, subito cercai riparo, ma non riuscii ad evitare una piccola scheggia che mi graffiò il braccio, facendo uscire qualche goccia di sangue. Tutto era durato nemmeno un secondo e i camerieri accorsero subito, facendoci mille scuse. Guardai stravolta i ragazzi intorno a me, mentre Maggie mi ripuliva la ferita con quello che era riuscita a rimediare. Per fortuna sembrava che stessero tutti bene. Il proprietario ci spiegò che l'esplosione delle lampadine era stato causato da un aumento improvviso della corrente, probabilmente per il temporale. Capii che in realtà non sapevano spiegarlo bene nemmeno loro, ma rimasi zitta, ancora troppo scossa.


Dopo la cena molti andarono in discoteca, come Astrid, che non mi aveva più rivolto la parola, seguita da Fra ed Elly, che mi guardavano dispiaciute. Maggie, prima di tornare a casa, mi accompagnò fino da Rob; prima di farmi scendere mi porse un ombrello, mentre mi lanciava un'occhiata preoccupata.
- Maggie, sto bene, stai tranquilla – le dissi con un sorriso. Era vero, la ferita in fondo era solo un graffio e non sanguinava nemmeno più. Lei annuii e mi salutò, mentre chiudevo la portiera e aprivo l'ombrello.
Non feci in tempo a bussare che già la porta si era aperta e Rob mi era corso incontro, abbracciandomi.
- Ehi piccola Bea, sei arrivata finalmente – sussurrò, prima di darmi un bacio. Mi circondò le spalle con il braccio e mi portò dentro.
- Stai bene piccola? Sembri così pallida, che hai fatto? -
Sorrisi al suo tono preoccupato, era sempre così dolce e premuroso. Gli raccontai brevemente della cena e lo rassicurai dicendogli che stavo bene, ma insistette per farmi sedere sul divano, accanto a lui.
- Sono davvero felice di essere qui con te, stasera – disse, cominciando ad accarezzarmi i capelli. Mi appoggiai contro il suo petto, sentivo il calore delle sua pelle sulla mia che mi trasmetteva sicurezza. Rimasi lì ancora qualche minuto, a farmi coccolare, sentendo i suoi baci seguire il profilo del mio viso, fino al collo, brividi caldi mi percorrevano la schiena. Piano piano raggiunse le mie labbra, ricambiai il bacio facendomi assorbire completamente da lui. In quel momento non esisteva nient'altro, solo noi, non mi accorsi nemmeno che mi prese in braccio finché non mi portò sul letto dei suoi. Lo guardai confusa.
- Rob, cosa...? - biascicai, tentando di ritrovare un po' di lucidità, ma un suo bacio mi interruppe. Non era uno dei suoi soliti baci dolci, era prepotente, possessivo, ma non ci feci molto caso finché non sentii le sue mani accarezzarmi il corpo, aggressive, e cercare di sfilarmi la maglietta.
- Rob..che stai facendo? Lo sai, io non...- balbettai cercando di allontanarmi.
- Ti desidero piccola, ogni mia cellula ti vuole – la sua voce era impastata, roca, come se avesse bevuto, possibile che prima non me ne fossi accorta? Mi prese il braccio, stringendolo, e mi circondò la vita, per impedirmi di staccarmi da lui.
- Ma io non voglio...lo sai, non mi sento pronta... - sentivo le lacrime premere agli angoli degli occhi, minacciando di uscire da un momento all'altro.
- Quante storie fai, non sei più vergine, che paura hai? Io ti amo – mi strinse a lui con più forza, togliendomi la canottiera e buttandola per terra.
- Lo sai qual'è il motivo...Ti prego Rob, anche io ti amo, ma non ce la faccio, per favore, smetti...- lo guardai implorante, con il ricordo della mia prima ed unica volta che bruciava nella mia memoria e sulla mia pelle, non volevo che accadesse di nuovo, avevo troppa paura. Quella volta il mio ragazzo mi aveva costretto, con la forza e contro la mia volontà, a concedermi a lui. Era stato terribile, mi aveva ferito non solo fisicamente, ma anche interiormente, e da quel momento avevo sempre evitato qualsiasi rapporto fisico. Avevo spiegato a Rob che avevo bisogno di tempo, e lui sembrava aver capito, ma allora perché adesso si stava comportando così?
Sentii la sua lingua sul mio collo. No, non avrei permesso che mi facessero del male anche questa volta, adesso non ero più una ragazzina debole, avrei reagito. Con uno strattone mi liberai dalla sua presa e corsi giù dal letto, ma Rob, che si era ripreso presto dalla sorpresa, mi afferrò per una caviglia, facendomi cadere. Mi liberai e cominciai a indietreggiare verso il muro. La porta era alla mia destra, ma Rob mi bloccava la strada, non sarei mai riuscita ad arrivarci, non prima che mi prendesse. Serrai i denti, pronta a difendermi in tutti i modi, mentre si avvicinava, lentamente, come un cacciatore che annusa la paura della sua preda e vuole rendergli più lunga l'agonia prima della morte.
Uno strano freddo era sceso nella stanza, mi ritrovai a tremare, rannicchiata contro il muro. Rob era ormai davanti a me e mi bloccava la strada.
- Facciamo le capricciose eh? Tanto meglio, mi piacciono le ragazze difficili... - si sporse verso di me, pronto a prendermi. Lo guardai spaventata, non lo riconoscevo più, perché mi trattava così?
In quel momento la luce saltò, lasciandoci nel buio più totale, senza pensarci due volte scattai in piedi, agguantai la maglietta e, approfittando dell'oscurità, raggiunsi la porta, prima che gli occhi di Rob potessero abituarsi all'assenza di luce, mentre lo sentivo cercarmi, arrabbiato.
- Dove sei? Tanto non puoi sfuggirmi! -
A tentoni spalancai il portone, cercando di fare meno rumore possibile, mentre lo sentivo girare per la stanza come un dannato, mi infilai la canottiera e uscii. Una volta fuori cominciai a correre, non mi importava della pioggia che mi inzuppava i capelli e i vestiti, volevo solo lasciarmi quel posto alle spalle e allontanarmi il più possibile.
Mi fermai solo quando sentii i polmoni ardere per chiedere ossigeno. Non mi sembrava di aver mai corso così tanto. Cominciai a camminare, per poter riprendere fiato, mentre mi guardavo in giro per capire dove fossi. Calde lacrime iniziarono a mescolarsi alla pioggia che mi rigava il viso mentre mi rendevo davvero conto di quello che era successo. Non riuscivo a capire, anche solo pensare a Rob mi faceva stare male.
« Maggie, dove sei? Ho bisogno di te!» pensai disperata, consapevole che non avrebbe mai potuto raggiungermi.
Alla fine raggiunsi un parco e mi lasciai cadere su di una panchina, esausta. Lì, mi rannicchiai e le poche lacrime divennero un pianto incontrollato, pieno di rabbia, disgusto e disprezzo. Volevo tornare a casa, ma non ne avevo la forza e per di più ero completamente bagnata. Sentii l'elettricità dell'aria addensarsi intorno a me, mentre il mio umore peggiorava.
Un ricordo non desiderato prese forma sotto i miei occhi...
Erano passate due o tre settimane da quando io e Rob stavamo insieme, eravamo abbracciati nel suo letto, a ridere e a scherzare, quando lui mi aveva confessato che la prima volta che mi aveva detto “Ti amo” non era del tutto certo di quello che provava per me, solo la settimana dopo aveva capito che era davvero così. A quelle parole io avevo sorriso e l'avevo abbracciato, mentre dentro mi sentivo morire; aggrappata a lui, avevo pianto silenziosamente, senza che se ne accorgesse.
Solo a ripensarci sentii le lacrime scendere di nuovo. Come avevo fatto a fidarmi di lui? Mi ero fatta incantare dalle sue belle parole e invece era come tutti gli altri!
Dei passi mi distrassero, qualcuno si stava avvicinando, possibile che Rob mi avesse seguito e fosse riuscito a raggiungermi? Mi preparai ad affrontarlo, sentivo piccole scariche elettriche tutt'intorno a me.
- Cosa ci fai qui? - chiese una voce maschile.
Non appena alzai la testa, pronta a lanciare uno sguardo di ghiaccio a Rob, vidi una saetta partire da un punto imprecisato dietro di me e colpire la zone dove, fino a due secondi prima, si trovava la testa del ragazzo. Da dove veniva? Non poteva essere un fulmine, non era sceso in verticale, ma in orizzontale.
- Ehi, stai attenta, potevi farmi male – continuò il ragazzo, sedendosi di fianco a me.
Solo in quel momento riuscii a scorgere il suo viso. Non era possibile, non poteva essere lui. La rabbia scomparve per lasciare il posto alla sorpresa.
- Matt? - chiesi, esitante.
- Chi ti aspettavi, il principe azzurro? - replicò ironico, squadrandomi.
- Io...No...Perché sei qui? Tornatene a casa! - dissi acida, già avevo abbastanza problemi di mio, non volevo avere anche lui intorno.
Il suo viso si fece serio.
- Bee, stai bene? Che è successo? Ti ho vista piangere, sembravi disperata...-
Non gli chiesi come avesse fatto a vedermi con tutta quella pioggia, non ebbi nemmeno il tempo di pensarci perché le sue domande riportarono a galla il ricordo di quello che era successo, quello che per un momento ero riuscita a dimenticare, sorpresa di vederlo. Sentii gli occhi bruciare nuovamente e il naso pizzicare, cercai in tutti i modi di trattenere le lacrime, ma era più forte di me, scoppiai a piangere, senza curarmi del fatto che Matt fosse lì. Ma lui fece una cosa che non mi sarei mai aspettata, mi abbracciò. Sentire il suo calore mi diede conforto, mi aggrappai alle sue braccia e piansi tutte le lacrime che avevo. Matt rimase lì, senza chiedermi spiegazioni; quando il mio respiro cominciò a calmarsi lo sentii allontanarsi da me, per tornare poco dopo, appoggiandomi la sua giacca sulle spalle, provai a bloccarlo, ma senza riuscirci.
- Sembri un pulcino bagnato, se rimani così domani starai male – mi dissi sospirando, stranamente gentile.
Alzai gli occhi per guardarlo. Sembrava sinceramente preoccupato per la mia salute, ma anche volendo non sapevo come tornare a casa. E poi non ero ancora pronta ad affrontare la mia famiglia, se Marco l'avesse saputo avrebbe ucciso Rob subito, mentre io avevo intenzione di parlarci prima.
In quel momento mi ricordai del lampo che avevo visto quando era arrivato.
- Cos'era quella specie di...di fulmine di prima?- chiesi, con la voce resa instabile dai singhiozzi.
- Dovresti essere tu a dirlo a me veramente – rispose con il suol solito ghigno. Oltretutto mi prendeva anche in giro adesso? Lo guardai indignata.
- Matt, lo so che lo sai, dimmelo!- dissi con rabbia. Di nuovo sentii l'elettricità addensarsi intorno a me, sentivo la pelle pizzicare e il sangue ribollire.
- Perchè dovrei? Non hai mai voluto ascoltarmi...- continuò tranquillo con quel suo sorrisetto beffardo. Come avevo potuto pensare che fosse gentile? Era sempre il solito presuntuoso.
Notando il mio sguardo alzò gli occhi al cielo.
- Sei stata tu...- disse infine.
- Non prendermi in giro! - sbottai irritata e un'altra saetta scattò verso la testa di Matt, che si spostò prontamente.
- Ehi, non ti scaldare, io ti sto solo dicendo la verità -
Lo guardai spaventata. Era successo di nuovo, non poteva essere una coincidenza, ma come era possibile? Se fossi stata io me ne sarei resa conto, o no?..Non l'avevo fatto intenzionalmente. Nonostante pensassi di aver ormai esaurito tutte le lacrime, mi ritrovai a piangere di nuovo, nascondendo il viso fra le mani.
- Matt...Che mi sta succedendo? Cos'ho che non va? - chiesi disperata. Sentii una mano calda sulla mia spalla. Alzai gli occhi e incontrai quelli di Matt, che mi scrutavano con un misto di preoccupazione e dolcezza.
- Tu non hai niente che non va, Bee, anzi. Hai qualcosa in più rispetto agli altri, sei una di noi -
Lo guardai senza capire, di nuovo quella frase, ma perché non mi spiegava mai?
- Chi siete voi? - riuscii finalmente a dire.
- Siamo i Guardiani –
- Oh, grazie, ora mi è tutto più chiaro - ribattei acida.
Sospirò, senza quella maschera di durezza era davvero carino, peccato che non fosse sempre così, poteva quasi essermi simpatico.
- Vorrei ricordarti che sei tu che non hai accettato di ascoltarmi le altre volte, se no a quest'ora lo sapresti già -
Continuai a guardarlo, imbronciata. Matt alzò gli occhi al cielo.
- Ascolta, ora hai davvero bisogno di tornare a casa, se resti ancora un po' sotto questa pioggia ti ammalerai, e poi sei stanca. Ti prometto che domani ti spiegherò tutto, va bene? Il mio numero ce l'hai, quando ti senti pronta chiamami e ti dirò dove incontrarci. Ma mi raccomando, non ne devi parlarne con nessuno ok? - continuò serio.
Annuii, confusa, la stanchezza iniziava a farsi sentire, mi girava la testa e le palpebre minacciavano di chiudersi, ma non volevo abbassare la guardia.
Sentii qualcuno prendermi in braccio e correre, lottai contro il sonno per restare sveglia. Mi ritrovai seduta, al caldo e sentii il rombo di un motore.
- Dove mi porti? - domandai spaventata.
- Tranquilla, ti riporto a casa. E....Bee, eri davvero bella stasera – sentii appena le sue parole, ma sorrisi, prima di crollare in un sonno profondo.

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Rieccomi qua...! Il capitolo non mi soddisfa proprio del tutto, ma spero che vi piaccia, se avete dei consigli ditemi pure!! Spero che non ci siano troppi errori, gli ho dato una riletta veloce ma qualcosa sicuramente mi è sfuggito ^^ 

In realtà questo capitolo era pronto da lunedì, ma volevo aspettare che mia sorella lo leggesse prima di pubblicarlo, così me lo controllava, peccato che ormai è così super impegnata che è quasi impossibile anche parlarci quindi ho pubblicato lo stesso xD

Come avete visto Rob non è poi così dolce e carino...-.- e nemmeno Matt e poi così antipatico xD però non è ancora finita ihih ^^ mi sono divertita troppo a scrivere la litigata di Maggie con Astrid ahah anche se non trovavo mai frasi abbastanza cattive, spero comunque di essere riuscita abbastanza bene a rendere la situazione! Ah, nel prossimo ci saranno finalmente un poì di spiegazioni sui Guardiani ^^

Passiamo ai ringraziamenti: intanto grazie a Vale_Tvb per avermi aggiunto ai seguiti.

nikoletta89:  come hai visto Rob ha anche un suo lato oscuro (come tutti del resto xD) e anche Bee non ha avuto una bella esperienza prima di lui...xD  ma tranquilla che non ho ancora finito con lui, mi divertirò parecchio eheh. Grazie mille per la recensione!^^

Lady Victoria: la mia sorellina antipatica >.< anzi, introvabile!ahah cmq io continuo,ma se tu non leggi è inutile sai?xD Vabbè, spero che questo capitolo non sia venuto così male come mi sembra...nella mia testa era molto più bello ma poi non riuscivo a scriverlo ç_ç vabbè...poi mi dirai quando riuscirai a leggerlo.

Kahoko: hai visto, è tornato Matt!!*-* anche un po' più dolce del solito (colpa mia, mi sa che avevo mangiato troppo cioccolata mentre scrivevo xD). Astrid ovviamente non si è smentita, anche se avevo mangiato cioccolato non sono riuscita ad addolcirla ahah. Cmq spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo^^ ci sentiamo al prossimo!!




  
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