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Autore: CaramelizedApple    15/03/2020    1 recensioni
(Seguito di Mary Lloyd, la chiave e il volto del male e Mary Lloyd e il Voto Infrangibile)
Mary ha lasciato Hogwarts con la consapevolezza che le cose sarebbero cambiate, senza sapere che una verità nascosta attende solo lei!
Quante cose ha sempre saputo?
Nuove idee, nuove emozioni, nuovi ricordi...un'altra vita!
(La lettura della storia precedente è indispensabile per comprendere la relazione tra i personaggi e la protagonista, ma se proprio non vi va potreste comunque riuscire a capire)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Salve a tutti! Eccomi qui, sono tornata con la storia di Mary ancora una volta! Vi era mancata? Sinceramente, un pò spero di si ehehehe non per cattiveria ehehehe
Avrei dovuto postare questo primo capitolo ad inizio aprile, come mi ero ripromessa, ma vista la quarantena in atto mi sembrava carino dare qualcosa da leggere a chi segue la storia e voleva leggerne ancora! Per il secondo dovrete aspettare la data che avevo previsto inizialmente perché lavorando in un supermercato io non ho pause al momento, anzi faccio più ore di prima!
Spero la cosa vi faccia piacere!
ATTENZIONE
La lettura è consigliata per chi già ha letto "Mary Lloyd, la chiave e il volto del male" e “Mary Lloyd e il Voto Infrangibile”, se non li conoscete andate a dare un'occhiata e rimediate ;) Non fatevi spaventare dai tanti capitoli (alcuni sono molto corti)
In questa storia ce ne sarà un pò per tutti i gusti, come nelle precedenti. A volte sarà più seria e molte altre abbastanza trash, spesso commetto molti errori ma cerco di migliorarmi! Non posso garantire una pubblicazione puntuale, settimana per settimana, come un tempo ma farò del mio meglio!
Buona lettura!


Sento la testa esplodere, mentre la sottile catena di ferro si stringe intorno al mio collo.
La chiave di metallo scava la mia pelle.
Sento la sua forma imprimersi sulla mia gola.
Sento ogni singolo anello di metallo.
Vuole tagliare la carne, fino a trovare l’osso.
Lo sento.
Quasi lo vedo.
Come si fa a respira?
Non riesco a ricordarlo.
Porto le mani alla gola.
La devo togliere.
Voglio respirare.
Le mie dita ne trovano altre, fredde come il ghiaccio.
Socchiudo gli occhi e ne riconosco altri due.
Mi osservano.
Pelle chiara e sangue vivo al posto delle iridi.
Improvvisamente i miei polmoni si riempiono di aria fresca.
Il sollievo è tale che quando colpisco il pavimento a malapena me ne accorgo.
Posso respirare.
La pelle inizia a bruciare come il sangue nelle mie vene.
Sono viva.
Il dolore che si diffonde lungo tutto il mio corpo me lo ricorda.
Soffro.
Vorrei gridare ma non è importante.
Sono viva.
Sono calma e mi ricordo tutto questo.
È un sogno?
Sì, è solo un sogno.
Sbatto le palpebre per vedere meglio.
Rivedo me stessa, come in uno specchio.
Due lacrime rosse scivolano sul viso della mia copia, bruciando sulle mie guance.
Il dolore è più forte e il mio corpo si agita.
Le gambe tremano.
La schiena si inarca.
Respiro.
È solo un sogno.
Non urlerò.
Non mi sveglierò.
Volto la testa e trovo subito le piccole gocce di sangue sul pavimento di legno.
Non riesco più a capire se sono in piedi o stesa a terra.
Sono appoggiata ad una superficie dura con tutto il mio peso ma i miei piedi sono ancora saldi a terra.
Alle mie spalle sento distintamente un rantolio.
Mi volto lentamente.
Voglio vedere.
Gli occhi grigi di Lucius Malfoy mi fissano supplicanti, prima che urli in preda al dolore.
Vorrei gridare ma so che è solo un sogno.
Sento il mio corpo sprofondare nel pavimento che si trasforma in fumo nero e denso.
 
Tutto si fa buio fino a che il fumo non si dirada.
 
C’è silenzio.
Sto camminando.
Posso sentire il rumore dei miei passi.
Cammino più in fretta.
Devo coprire il silenzio.
Un fischio.
Lento e costante.
Mi fermo.
Da dove viene?
È troppo forte.
Sta per succedere qualcosa di brutto.
Il fischio si esaurisce e io torno nel buio.
 
-Mi raccontate una storia?-.
Apro gli occhi e riconosco subito il soffitto macchiato della Tana.
-No- mi risponde Fred. –Perché non canti?-.
Fa caldo.
Mi sento bene.
Mi sento al sicuro.
Qualche nota lascia la mia gola.
Non sembra una canzone.
-Continua- dice una voce impastata dal sonno, molto vicino al mio orecchio.
Canto.
La melodia è lenta e costante.
Le parole escono da sole dalle mie labbra.
Gli occhi vagano per la stanza.
È buio.
È notte?
C’è odore di disinfettante.
Sento un peso sulla spalla.
Una testa rossa è appoggiata a me.
Una benda bianca spunta tra le ciocche di capelli.
-George?- domando.
 
Fumo nero mi riporta nel buio.
 
Il vento colpisce il mio viso, tanto freddo da farmi bruciare le guance e gli occhi, nonostante siano protetti dalle lenti rotonde degli occhiali che porto.
Grandi nuvoloni si stagliano davanti a me, attraversate da figure scure a cavallo delle loro scope.
Lampi di luce colorata esplodono ovunque.
Blu.
Rosso.
Bianco.
Il rumore è assordante.
Verde.
Rosso.
Urla e voci si scatenano tutte intorno a me.
Un lampo, più vicino degli altri, sembra colpire una delle figure.
Gocce calde di sangue schizzano sul mio viso costringendomi a voltare la testa.
Gli occhiali scivolano dal mio naso e cadono nel vuoto.
Le urla sono sempre più forti.
Il cuore mi scoppia nel petto.
Si sente odore di sangue, di fumo e di paura.
Blu.
Verde.
Bianco.
-Da quella parte- una voce familiare mi raggiunge.
Vengo spinta verso sinistra.
Mi sento instabile.
Non voglio cadere.
Le mie dita si stringono con più forza sul manico di scopa.
Un occhio azzurro si apre davanti a me, prima di scivolare nel buio.
 
 
 
Mi alzo di scatto a sedere, ansimando nel buio.
Un rumore sordo e un dolore lancinante alla fronte mi fa ricadere sul cuscino, mentre impreco a voce alta. Stringo le mani sulla fronte e inizio a dondolare, scompigliando le lenzuola sotto di me.
Questo maledetto sottoscala mi ucciderà di questo passo, ogni notte è la stessa storia. Mi sveglio dai miei sogni e sbatto la testa su qualche mensola o sulle scale, mentre soffoco dal caldo rinchiusa qui sotto.
Mi succede così spesso che perfino i ragni hanno abbandonato i loro nidi in cerca di un posto più tranquillo.
Allungo una delle mani e apro la porticina con una spinta, mentre con l’altra continuo a massaggiarmi la fronte.
Mi verrà un bernoccolo.
Lentamente mi metto di nuovo a sedere, evitando i vari ostacoli, beandomi dell’aria fresca che colpisce la mia pelle sudata. Dal salotto arriva un tenue bagliore biancastro, segno che il sole sta lentamente sorgendo. Mi trascino fuori dal letto e dalla piccola porticina del ripostiglio in cui dormo, raggiungo la cucina e mi appoggio al lavello, puntando gli occhi stanchi alla mia sinistra.
Mancano pochi minuti alle sei.
Mi abbasso e aprendo il rubinetto mi sciacquo la faccia e ne bevo un lungo sorso, provando un’immediata sensazione di sollievo. Gli ultimi giorni sono stati molto caldi, tanto da costringermi a tornare a casa nelle ore più calde.
Ai Dursley non piace che io passi il mio tempo a gironzolare per casa, almeno quanto a me non piace dover parlare con loro quando ci ritroviamo nella stessa stanza.Mi guardano sempre in modo strano, ogni volta che entro in una stanza mi controllano come se volessi rubargli qualcosa.
La Signora Dursley mi evita e quando non può farlo finge che io non esista, ignorando le mia domande. Potrei però giurare di averla vista affacciata alla finestra quando mi alleno in giardino, forse le ricordo la sorella?
Non avevano un buon rapporto, mi ha detto Harry.
Muovendomi piano torno al sottoscala e mi spoglio del pigiama, ancora umido di sudore. Raccolgo i pantaloncini e la maglietta che uso per correre da terra e li annuso, possono ancora andare bene. Mi vesto e infilo con cura le scarpe, prima di raccogliermi i capelli in una coda alta e prendere un biglietto di carta da una delle mensole.
“Sono a correre” dice il foglio che appoggio sul cuscino, come ogni mattina.
Sono felice di poter uscire da qui almeno per questo, anche se questa è l’ultima volta che ho la certezza di riuscire ad allenarmi un po'.
A breve Harry compirà diciassette anni e il vincolo che lo protegge si scioglierà, così i nostri zii e noi dovremo andare via da questa casa. Domani dovrebbe essere il grande giorno della partenza sia per loro che per noi, non sappiamo praticamente nulla ma di certo non sarà facile arrivare alla Tana.
Torno in corridoio e mi dirigo verso la porta di entrata, facendo attenzione a non urtare le valigie che ingombrano il passaggio. Il Signor Dursley non sembra essersi convinto di ciò che gli abbiamo raccontato su Voldemort e continua a caricare e scaricare la macchina, ma non mette mai realmente le cose al loro posto.
Con delicatezza sfilo la catenella di metallo dalla sua sicura, girando poi chiavi e maniglia per aprire la porta. La richiudo alle mie spalle e inizio subito a sgranchirmi gambe e braccia, facendo qualche saltello per scaldarmi, mentre il mio sguardo vaga sulle case di Privet Drive.
L’aria è frizzante e la strada completamente deserta, segno che il sole è sorto da poco. Io so bene, però, che qualcuno c’è.
Alcuni membri dell’Ordine fanno a turno per controllare la casa, soprattutto negli orari in cui sanno che io e Harry usciamo. Non vogliono che ci allontaniamo troppo, dicono che non è sicuro visto che anche Voldemort sa perfettamente dove ci troviamo.
E come biasimarli?
Io stessa sono rimasta sorpresa di non aver ricevuto nessuno visita da parte loro, ma in fondo anche noi abbiamo i nostri assi nella manica adesso.
Alzo le braccia verso il cielo e le spingo più in alto che posso, avvertendo un piacevole formicolio alle spalle. Stringo la coda, controllo che i lacci delle scarpe siano al loro posto e inizio a correre.
Draco Malfoy è stato di grande aiuto all’Ordine per quanto mi ha detto Tonks, o meglio, per quanto sono riuscita ad estorcerle le informazioni le poche volte che l’ho vista. Ha fornito loro nomi, luoghi e incantesimi di protezione usati dai Mangiamorte per evitare il Ministero della Magia.
Dov’è lui adesso?
Non vogliono che io lo sappia, non è sicuro.
Vorrei scrivergli.
Non si può.
Come sta?
Bene, dicono.
Quando andrò via di qua potrò rivederlo?
Forse, dipende dalla situazione.
Ed è proprio quel “forse” a farmi rispettare le loro regole alla lettera.
 
Chiudo gli occhi, rilassando ogni mi muscolo. Il prato è ancora umido di rugiada e sembra quasi brillare sotto i raggi forti del sole di questa mattina.
Credo siano quasi le otto ormai, ma Harry non si dev’essere ancora svegliato. Di solito mi aspetta affacciato alla finestra e scende ad aprirmi la porta quando finisco il giro di corsa, in tempo per la colazione.
Ai Dursley non piace che riposi sul prato o che usi la porta principale per uscire di casa, dicono che i vicini potrebbero pensare male e che non è un comportamento normale.
I vicini, però, non sono tra i miei pensieri e visto che i proprietari di casa non mi vedono resterò ancora un po' qui, a prendere il sole.
Alzo un braccio e mi copro gli occhi così da poterli aprire di nuovo, immersa nel rassicurante tepore del sole. Il cielo è pieno di piccole nuvole tondeggianti, talmente leggere da confondersi quasi con l’azzurro pallido che le circonda.
Vorrei correre di più, fare più esercizi e potermi allenare con gli incantesimi come prima.
La mia mano destra scivola sui pantaloni, frugando nella tasca e uscendone con un pergamena consumata e tutta spiegazzata. Apro il foglio lentamente per evitare che si rompa, prima di poter leggere l’elenco che contiene.
Severus Piton mi scrisse questa dieta agli inizi della nostra collaborazione ed è l’unica che ho ritrovato nel mio baule. Non è facile rispettarla visto che non dispongo più delle scorte di cibo che avevo ad Hogwarts e non ho nemmeno provato a proporla a chi mi ospita.
La metto via e sospiro.
Severus Piton.
Ho pensato molto a lui in queste settimane.
Ero molto arrabbiata all’inizio, Harry lo è ancora. Il mio risentimento, invece, è lentamente scemato, lasciando posto a tristezza e delusione. Ritrovando la foto con lui e Minerva ho riscoperto in me degli strani sentimenti, sono quasi gelosa dei ricordi che ho di lui ed evito di parlarne con mio fratello. Spesso quando finiamo a discuterne mi mordo la lingua perché vorrei difenderlo ma allo stesso tempo mi rendo conto che non c’è molto che io possa dire.
Quello che ho conosciuto era veramente Severus Piton?
Altre volte la tristezza si trasforma in paura. Quell’uomo sa di me cose che nessuno conosce e con pochissime parole mi ha raggirato per mesi, esercitando su di me un potere che sento ancora forte.
Se mi parlasse dicendosi dalla mia parte probabilmente lo ascolterei, come fece Silente. Allo stesso modo se si presentasse una ragione ucciderebbe anche me a sangue freddo?
Un rumore metallico attira la mia attenzione e subito mi volto verso la porta d’ingresso, alzandomi velocemente dal prato.
Harry deve essersi svegliato.
Raggiungo l’uscio ed entro in casa, sorprendendomi nel vedere la magra figura di Petunia Dursley sparire in cucina. Non c’è traccia del ragazzo con la cicatrice a forma di saetta in tutto il piano, mentre dalla cucina proviene rumore di stoviglie e profumo di uova.
 
Raddrizzo la schiena, osservando le tre carte che ho davanti, mentre rigiro tra le mani il mazzo di tarocchi.
Durante l’anno ho lasciato Divinazione sempre più in disparte, quasi dimenticando che Silente la ritenesse una buona idea. La noia, però, mi ha convinta a leggere finalmente il libro di testo e, per quanto mi risulti incomprensibile, ormai è più di una settimana che ho iniziato a leggere le carte.
Non credevo potessero essere attendibili, ma le previsioni che ne scaturiscono mi sembrano vagamente plausibili. Forse lo sembrano solo perché ogni volta ci leggo presagi di sofferenza e morte, esattamente come per i miei sogni.
-Cosa fai?- domanda Harry avvicinandosi al suo letto, su cui sono seduta.
-Leggo le carte- dico scettica, accarezzando con le dita una di quelle coperte che ho davanti.
-Ancora?- continua lui, sedendosi dal lato opposto al mio. –Non hai detto solo ieri che erano inutili e non volevi più saperne niente?- si guarda intorno. –Le hai prese dal cestino?-.
-Può essere- dico evitando il suo sguardo. –C’hanno preso però, avevano detto che avrebbe piovuto e così è stato- indico la finestra alla testa arruffata che mi sta davanti. Fuori enormi nuvoloni grigi oscurano il cielo pomeridiano, gettando a terra una lenta e costante pioggia.
-Non dicevano che saresti annegata?- ribatte lui, visibilmente divertito.
-Annegamento e pioggia non sono così distanti, in entrambi i casi centra l’acqua- alzo lentamente gli occhi su di lui, sta ancora guardando fuori ma non sembra convinto. –Mi annoio, Harry- alzo le spalle. –Non vedo l’ora di andare via-.
-Già- mi fa eco lui, accompagnato dalla civetta, ancora chiusa nel sua gabbia. –Cosa dicono?- fa poi una cenno alle carte, così io mi decido a voltare la prima carta a sinistra.
-La luna- dico osservando il disegno. Un lupo dalle sembianze semi umane ulula, allungandosi verso un’enorme luna piena. Afferro il libro che avevo lasciato alle mie spalle e lo sfoglio velocemente, fino a trovare il paragrafo giusto. –Può avere un significato letterale e indicare qualcosa che accade al chiaro di luna, quindi di notte. Può anche riferirsi ad un sogno e ciò che questo nasconde o al fatto che la luna sia un faro sull’oscurità che può rendere le cose più o meno comprensibili- dico dopo aver letto.
-Mi sembra senza senso- commenta il ragazzo.
-Anche a me- dico. –Forse può riferirsi a uno dei miei sogni, ma…- osservo confusa il disegno. –Non lo so- scuoto la testa e giro la carta di destra, rivelando una figura a mezzo busto con il corpo stretto da una fune fino alla gola e un’espressione indifferente. –L’impiccato- leggo, rendendomi conto che la carta è al contrario e l’uomo dovrebbe essere a testa in giù. –Il libro parla di sacrificio, dolore e menomazione, ma anche di accettazione. Se trovata capovolta indica fatiche inutili per evitare qualcosa che accadrà comunque-.
Harry mi guarda e alza le spalle, voltando per me l’ultima carta.
-La morte- dico osservando il teschio umano disegnato sulla carta. -È veramente necessario che legga?- domando.
-Direi di no- scuote la testa e io raccolgo le carte, appoggiandole sul libro che mi allungo per lasciare sul comodino.
-Alla fine sono veramente inutili- sorrido senza riuscire a resistere. –Hai più avuto notizie da Hermione e Ron?- domando, notando le lettere sparse sul suo comodino.
-Non dall’ultima volta- dice tranquillo lui. –Tu?-.
-No- arriccio il naso. –Niente dai gemelli, niente da Hermione e ovviamente niente da Draco- alzo le spalle. –Manca poco però- lo guardo, cercando di non apparire troppo abbattuta. –Domani andrà meglio-.
-O peggio- mi guarda lui, indecifrabile. –Non sei preoccupata?-.
-Sì, certo- alzo le spalle. –Non conosco bene Malocchio, ma voi mi avete detto che è molto capace-.
-Mi fido di Malocchio ma non voglio che sia in pericolo per causa mia- scivolo sul letto ascoltando le sue parole e mi stringo a lui. –Non voglio che nessuno sia più in pericolo a causa mia-.
-Non è colpa tua Harry, non sei tu a volere che Voldemort uccida chi ti circonda- cerco di consolarlo.
-Quando compiremo diciassette anni andrò via, da solo- si scosta da me e mi guarda dritto negli occhi. –Non deve più morire nessuno per me, troverò gli Horcrux e tutto questo finirà-.
-Pensi veramente che te lo lasceremo fare?- domando io, alzando un sopracciglio. –Non è il tipo di cosa che si può fare da soli-. Harry cerca di ribattere ma lo interrompo subito. –Lo sconfiggeremo, Harry. Solo uniti possiamo riuscirci- lo guardo dritto negli occhi e gli tendo la mano. –Qualsiasi cosa accada non ti lascerò da solo e tu non lascerai sola me-.
 
Hey!
Come vi è sembrato?
Cosa accadrà secondo voi?
Lasciatemi una recensione per farmelo sapere e sostenere la storia! Va bene tutto, come sempre, critiche o complimenti!
I capitoli sono più lunghi di prima ma, come ho già detto, ci metterò più tempo a postarli!
Se la storia vi piace, fatemi venire voglia di scrivere ;)
  
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