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Autore: rocchi68    15/03/2020    2 recensioni
Dawn era convinta, anche a distanza di anni e con una situazione non proprio rosea, che la sua fosse stata una scelta ben ponderata.
Aveva riflettuto a lungo prima di scegliere la sua futura meta scolastica. Aveva girato almeno una dozzina di licei se per questo e con un po’ di fatica i suoi desideri e le sue speranze si raccolsero tutte nello stesso liceo.
Il facile era stato cancellare quegli ambienti, classico e linguistico, che non rientravano nelle sue corde e di cui aveva un’immagine piuttosto negativa. D’artistico o tecnico non aveva nulla tra le mani e pertanto, affascinata dalle sue materie e dalle immense possibilità future, aveva virato sullo scientifico.
Come se la scelta della scuola fosse così importante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Erano filati direttamente al parco, laddove speravano di stare tranquilli e di confrontarsi nuovamente.
Per quell’unica volta, Scott non era preparato a dovere. Aveva analizzato e scombussolato più volte i piani dei suoi compagni, sapeva come evitare certe situazioni, ma in quel frangente, proprio perché non ci era mai passato, temeva di rovinare tutto.
Scalciato un sasso, si era quasi raggomitolato e si era messo a fissare il vuoto, sperando che Dawn riuscisse a sballare i suoi pensieri pessimistici.
Voleva appoggiarsi a lei e ricavarne la sua fiducia solo per quell’unica volta. Poi avrebbe ritrovato la forza e non si sarebbe più azzardato a infastidirla per una cosa simile.
“Dovevi raccontarmi tutto, Scott.” Lo rimproverò, poggiando una mano sulla sua spalla destra.
“Scusami.”
“Non sapevo del litigio tra mio padre e tuo nonno, né della sua scelta di tagliarti dalla mia vita.”
“Avrei voluto accontentarlo.”
“Quello che dici non ha senso.”
“Tu non puoi capire il dolore che si prova nell’essere responsabili di una simile cazzata.”
“Non posso esserne consapevole? Io ero la vittima preferita dei tuoi scherzi.” Gli fece notare.
“Scusami.”
“Tuo nonno non ti ha rimproverato?”
“L’ha fatto eccome, ma mi ha anche chiesto di provare a metterci una pezza.”
“E tu?”
“È arrivata l’estate e il settembre del primo anno mi ha riconsegnato una villa con una stanza chiusa per sempre a chiave.”
“Era morto?”
“Temo di avergli fatto sprecare anche l’ultima stilla d’energia. Gli ho dato un ultimo dispiacere che lui non è riuscito a sopportare. Tra quella cazzata che ho fatto alla fontanella e questa perdita, io avevo dimenticato i suoi consigli.”
“Perché?”
“Perché ricordare faceva molto male.” Borbottò laconico.
“Mi dispiace.”
“Ho dimenticato perché mi aveva promesso che saremmo stati insieme fino al ritorno di mamma e papà, ma poi mi ha abbandonato.” Mormorò, iniziando a singhiozzare.
“Scott?”
“Troppe promesse che fanno male…bruciano.”
“Io…”
“Per un po’ credevo…mi avesse mentito e che fosse tutta colpa sua…stupido marmocchio.”
“Scott…”
“Poi, però, ho capito…che sono stato io…l’ho deluso e lui si è spento.”  Ammise, lasciando fuoriuscire tutta l’amarezza e concedendosi un piano liberatorio.
“Qui l’unica persona che deve scusarsi, sono io.” Mormorò Dawn, non ricordando d’aver mai visto l’amico in quello stato.
Gli altri suoi compagni avevano sempre sfogato, almeno una volta, tutta la loro disperazione e frustrazione, ma Scott si era trattenuto per tanto tempo e ora stava dimostrando quanto potesse essere dannoso ostacolare le proprie emozioni. Il suo volto si era arrossato e faticava a mettere due parole in fila, senza singhiozzare pietosamente.
“Di…cosa?”
“Ero una bambina fragile e insicura che si è buttata giù per uno scherzo stupido.”
“Io…”
“Ti ho perdonato una volta e lo rifarei ancora pur di farti star meglio.” Sussurrò, abbracciandolo.
“Dawn…”
“E non ho intenzione di abbandonarti.”
“Io…”
“Tornerò a casa e, che mio padre lo voglia o no, dovrà accettare la mia decisione.”
“Non è…meglio aspettare?”
“Sono stanca d’aspettare il mio turno.” Replicò con rabbia.
“Io…”
“Per anni credevo che dovesse essere la felicità a raggiungermi, ma da quando mi sono iscritta alla chat ho capito che devo essere io a conquistare i miei premi.”
“Sì…hai ragione.” Mormorò Scott, ritrovando il sorriso.
“Credevo che con la mia sofferenza, poi mi meritassi qualcosa in cambio, ma a questo mondo non si ottiene nulla nel piangersi addosso.” Spiegò sollevata.
“E io non ho più nulla…da nasconderti.” Soffiò il rosso, staccandosi dalla stretta prolungata dell’amica e asciugandosi gli occhi.
“Lo credo bene.”
“E comunque…ti chiedo scusa.”
“Per cosa?”
“Credevo che sarei sempre riuscito…a contenermi, ma mi sbagliavo. Grazie di avermi ascoltato e di avermi supportato.”
“L’ho fatto volentieri.”
“E ora…che si fa?” Domandò il rosso, cambiando discorso e fissando la ragazza che sembrava molto più sicura del solito.
“Non credo che il piano usato con Brick e Jo possa funzionare.”
“Anche perché tuo padre sa dove abito.”
“E non possiamo nemmeno andarcene in hotel.” Mormorò Dawn.
“Io in Canada dai miei genitori non ci vado.” Seguitò Scott.
“Nessuna fuga d’amore allora.”
“Perché dovremmo nasconderci? Affrontiamo la nostra vita con leggerezza e facciamo tutto alla luce del Sole senza alcuna vergogna.”
“Ma mio padre non è d’accordo.”
“Non può proibirti di andare a scuola e anche se si tratta di pochi minuti, mi basta la ricreazione per sentirmi felice.”
“Io…”
“Magari con un po’ di tempo e di pazienza, mi accoglieranno a braccia aperte.” Sibilò il rosso.
“Credo sia meglio fare così.”
“Ci vediamo domani a scuola, allora.” Biascicò Scott, rialzandosi in piedi insieme alla ragazza.
“Va bene.”
“E vedi di studiare che i tuoi sogni sono molto importanti.”
“Nei miei sogni ci sei solo tu.” Ribatté lei, facendolo arrossire appena.
“Pensavo di essere nei tuoi peggiori incubi.”
“Una volta forse era così, ma oggi è tutto diverso.” Ammise, afferrando la borsetta e avviandosi verso casa.
“Ehi Dawn!” La richiamò lui, sfiorandole un braccio.
“Sì?”
“Non hai dimenticato qualcosa?”
“Cosa?”
“Il mio saluto per oggi.” Mormorò, abbassandosi appena e baciandola con passione.
“Sempre il solito: ti piace farmi preoccupare.” Ridacchiò, abbracciandolo un’altra volta e rifiutandosi di andarsene senza sapere come sarebbe finita quella giornata.
“Vedi di fare la brava e cerca di non calcare troppo la mano.” Le consigliò divertito, salutandola sollevato e ritornando verso la sua villa.
 
Dawn, dopo aver salutato il suo ragazzo, aveva fatto immediatamente ritorno a casa.
Un po’ le dispiaceva per Scott, ma non aveva intenzione di seguire il suo ultimo consiglio. Dopo aver convissuto per tanti anni con la tristezza, pretendeva tutto e subito. Non voleva più accontentarsi di essere a un passo dal traguardo, quando bastava allungare una mano per ottenere la vittoria.
Si sarebbe scontrata con suo padre e che lo volesse o meno, non avrebbe abbassato la testa.
Per troppo tempo tutto le era scivolato dalle mani e questo le aveva sempre dato fastidio.
Chiusa la porta alle sue spalle, appoggiò la borsetta al suo posto e poi si avviò verso il salotto, immaginandosi suo padre in attesa di una nuova ramanzina.
Questa volta, però, avrebbe calato le sue carte migliori e si sarebbe spinta pure a una fuga precipitosa se non avesse ascoltato le sue ragioni.
Senza dargli tempo di cominciare, chiuse subito il televisore e lo fissò con rabbia.
“Che tu lo voglia o no, non rinuncerò mai a Scott!” Tuonò secca, facendolo sussultare e attirando l’attenzione di sua madre che era impegnata in cucina e che avrebbe seguito quella discussione con celato interesse.
“Io…”
“E se hai intenzione di ripetermi che sto sbagliando e che dovrei odiarlo come te, allora sono propensa ad andarmene.”
“Dawn…”
“Scott non mi farà più soffrire.”
“E come fai a dirlo?”
“Lo so e basta.”
“Avrei bisogno di una prova per fidarmi da lui.”
“Per poi sentirmi dire che non è sufficiente?” Ringhiò, facendolo sospirare.
“Se solo provassi a metterti nei miei panni.”
“Non ci guadagnerei nulla e finirei con il confondermi.” Borbottò nervosa.
“E comunque so che non cambierai mai idea sul suo conto.”
“Con o senza la tua benedizione.” Replicò, facendolo sorridere.
“Lo so.”
“Non sembra.”
“E so anche che Scott riuscirà laddove aveva fallito da bambino.”
“E allora perché continui a odiarlo?”
“Perché non riesco ad accettare che tu sia cresciuta e continuo a essere geloso.”
“Non ha molto senso.” Borbottò lei, facendolo sospirare.
“Per questa volta, proprio perché è la prima in cui desideri ardentemente qualcosa, chiuderò un occhio e ti consentirò di uscire con lui.”
“Lo accetti come mio fidanzato?” Chiese, facendolo annuire.
“Sappi però che pongo una condizione a tutto questo.”
“Quale?”
“Se dovesse farti versare anche solo una lacrima o farti arrabbiare, giuro che lo appendo al muro e gli spacco la faccia.” Ringhiò, scrocchiandosi le nocche.
“Posso davvero?” Domandò dubbiosa.
“Devi solo accettare questa condizione.”
“Consideralo fatto, papà.”
“E ora che abbiamo risolto le nostre divergenze, fuori da questa casa!” Borbottò perentorio.
“Come?”
“Vai a dare la buona notizia a Scott.”
“E poi?”
“Puoi passare la notte nella sua villa, ma solo per questa sera.” Soffiò, ricevendo un bacio sull’ispida guancia e vedendo già la sua piccola Dawn librarsi in volo.






Angolo autore:

Ryuk: Manca solo un ultimo capitolo.

Che con i nostri attuali ritmi uscirà nel 2021.
Ryuk: Mi auguro di no.

E all'orizzonte, tranne per una, non avrei altre storie complete da pubblicare.
Ci sto ancora riflettendo.

Ryuk: Intanto vi salutiamo, vi ringraziamo per l'appoggio e vi auguriamo una buona settimana.

A presto!
 
   
 
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