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Autore: _evans_    06/08/2009    4 recensioni
- HP 7 from Hermione pov -
Dal capitolo 7 :
[...]Ma in fondo Ginny continua a illudersi, pensai, ed è anche in parte colpa mia.
Soltanto due sere prima l’avevo rassicurata dicendole che per lei ed Harry poteva esserci un futuro, ma in quel momento la realtà mi crollò addosso come un castello di carte: nessuno poteva avere certezze sull’avvenire in un momento come quello.
Nessuno sapeva se saremmo sopravvissuti alla ricerca degli Horcrux o a una battaglia contro lo stesso Voldemort.
Io avrei dovuto saperlo. Non avevo forse modificato i ricordi dei miei genitori proprio perché non corressero pericoli e non soffrissero la mia eventuale perdita, continuando a vivere serenamente?
Fu come se tutte le ansie e le paure che mi avevano assillato dopo la morte di Silente, e che erano state represse in quegli ultimi giorni, fossero tornate a galla tutt’a un tratto. E la consapevolezza di avere davanti a me solo il nulla, l’ignoto, mi investì come una doccia fredda.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Okay, ripetiamo un’altra volta il piano- disse Ginny inginocchiandosi sul pavimento accanto a me.
-Ginny, andrà bene, non preoccuparti- le risposi per la milionesima volta, ormai sull’orlo dell’esasperazione mentre rovistavo nella valigia alla ricerca del regalo di compleanno di Harry.
Ginny sbuffò.
-Va bene…è che sono nervosa- disse alzandosi e andando verso la finestra.
Appoggiò entrambe le mani sul davanzale e guardò il giardino della Tana, illuminato dalla luce del sole che splendeva alto nel cielo in quella calda giornata di fine luglio.
Una volta trovato il pacchetto per Harry le andai vicino:
-Stai tranquilla.- le dissi.
Fece un respiro profondo.
-Certo. È solo un regalo d’addio…o meglio un bacio.- disse cercando di sorridere.
-Ora vado, Harry e Ron si saranno già svegliati e il festeggiato avrà già aperto i primi regali.-
Lasciai la stanza e scesi le scale per arrivare in cucina, il più velocemente possibile.
Quel giorno Harry compiva diciassette anni, una meta importante per chi vive nel mondo magico: indica l’ingresso nell’età adulta.
La tradizione vuole che al mago o alla strega venga regalato un orologio, cosa che sapevo la Signora Weasley voleva fare anche con Harry.
Il mio era un piccolo pensiero: uno Spioscopio.
-Buon compleanno, Harry!- esclamai una volta in cucina.
Deposi il mio regalo in cima a una pila di altri pacchetti sul tavolo.
-E’ solo un pensiero, ma spero che ti piaccia.- aggiunsi, per poi rivolgermi a Ron – Tu cosa gli hai regalato?-
-Dai, su, apri quello di Hermione- disse lui ignorando, presumo volutamente, la mia domanda. Decisi di non approfondire l’argomento.
-Uno Spioscopio! Grazie mille Hermione!- esclamò Harry dopo aver scartato il regalo.
-Figurati! E’ una cosa piccola…- dissi, ma Harry mi mise a tacere con un abbraccio.
Quando tutti i regali furono aperti mi offrii di metterli via io, come stabilito con Ginny.
La parte difficile sarebbe venuta dopo, quando avrei dovuto allontanare Ron dalla camera di sua sorella.
-Ho quasi finito coi bagagli, sto solo aspettando che il resto delle tue mutande esca dalla lavatrice Ron…- dissi mentre salivamo di sopra per avviare una conversazione.
In quel momento la porta della camera di Ginny si aprì:
-Harry, vieni dentro un momento?- chiese, con voce esitante, notai.
Ron era come pietrificato e aveva un’aria nervosa, così lo presi per un gomito e cominciai a trascinarlo su per le scale, prima che potesse prendere in considerazione l’idea di seguire il suo migliore amico.
-Perché Ginny vuole parlare con Harry?- chiese, con aria per niente contenta.
-Probabilmente vorrà dargli il suo regalo.- suggerii.
-E in cosa consisterebbe il regalo?- continuò lui.
-Non lo so- mentii – non me l’ha voluto dire.-
-Io torno indietro a controllare.- sentenziò Ron liberandosi con facilità dalla mia presa.
Eravamo arrivati al terzo piano.
-Ron, dobbiamo portare su i regali!- esclamai io abbandonando i pacchetti e cominciando a inseguirlo giù per le scale.
-Lo faremo dopo, Harry non ferirà ancora mia sorella!- gridò lui in risposta. -Ma cosa pensi che stia succedendo lì dentro?- chiesi esasperata, tentando di trattenere Ron ancora per un po’ fuori da quella camera.
-Non lo so. Ma a breve lo scoprirò. – disse.
Quando arrivai alle sue spalle, senza fiato per la corsa, Ron aveva già spalancato la porta e Ginny e Harry, non appena si accorsero della sua presenza sulla soglia, si separarono all’istante, rossi in volto.
-Ron!- esclamai.
Silenzio.
-Be’, comunque buon compleanno, Harry.- sussurrò Ginny.
Vidi Harry tentare di incrociare ancora una volta il suo sguardo, ma lei gli voltò le spalle, senza dubbio per nascondere il volto rigato di lacrime.
-Ci vediamo dopo mormorò.- e seguì Ron fuori dalla stanza.
Guardai Ginny a mia volta, ma decisi che era meglio lasciarla sola per un po’, così seguii gli altri due fino in cortile, spaventata da come Ron potesse scagliarsi su Harry.
-L’hai piantata. E adesso cosa fai, la prendi in giro?-
-Non la sto prendendo in giro.- rispose Harry.
-Ron…- dissi tentando di intervenire per calmarlo e farlo ragionare, ma lui mi zittì alzando una mano e proseguì.
-Era a pezzi quando l’hai lasciata…-
-Anch’io. Lo sai perché ho chiuso, non l’ho voluto io.- tagliò corto Harry.
-Sì, ma adesso ti trovo lì a baciarla,e magari lei spera ancora…-
-Non è una stupida, sa che non può succedere, non si aspetta che noi…finiamo per sposarci, o…-
Ma in fondo Ginny continua a illudersi, pensai, ed è anche in parte colpa mia.
Soltanto due sere prima l’avevo rassicurata dicendole che per lei ed Harry poteva esserci un futuro, ma in quel momento la realtà mi crollò addosso come un castello di carte: nessuno poteva avere certezze sull’avvenire in un momento come quello.
Nessuno sapeva se saremmo sopravvissuti alla ricerca degli Horcrux o a una battaglia contro lo stesso Voldemort.
Io avrei dovuto saperlo. Non avevo forse modificato i ricordi dei miei genitori proprio perché non corressero pericoli e non soffrissero la mia eventuale perdita, continuando a vivere serenamente?
Fu come se tutte le ansie e le paure che mi avevano assillato dopo la morte di Silente, e che erano state represse in quegli ultimi giorni, fossero tornate a galla tutt’a un tratto. E la consapevolezza di avere davanti a me solo il nulla, l’ignoto, mi investì come una doccia fredda.
-Se continui a metterle le mani addosso tutte le volte che puoi…- stava, nelle frattempo, insistendo Ron.
-Non succederà più. Va bene?- concluse Harry, aspramente.
Ron ci pensò su un attimo prima di borbottare un – D’accordo, be’, allora…va bene.-
Harry e Ron non si parlarono molto per il resto della giornata, tuttavia non mantennero nemmeno atteggiamenti ostili l’uno nei confronti dell’altro. Anche Ginny rimase silenziosa e la vidi solo quando scese in cucina per salutare il fratello maggiore, Charlie, arrivato quel pomeriggio dalla Romania.
La sera ci fu la cena di compleanno di Harry, che la Signora Weasley aveva insistito tanto a preparare, per festeggiare.
In giardino i tavoli vennero disposti in fila. Io decorai alberi e cespugli con festoni viola e oro, che si intonavano con le lanterne abbellite con un gran 17 e stregate da Fred e George affinché fluttuassero tra gli invitati, mentre la Signora Weasley aveva preparato una grande torta a forma di Boccino.
Stavo ancora colorando le foglie degli alberi di oro quando Ron mi si avvicinò dicendomi:
-Bello. Hai un dono per queste cose.-
Fu un complimento inaspettato e non potei fare a meno di sorridere, un po’ imbarazzata, e ringraziarlo.
E’ cambiato, pensai, guardandolo poi, mentre si allontanava.
Lupin, Tonks e Hagrid arrivarono per le sette.
Fecero tutti e tre gli auguri a Harry.
-Diciasette, eh?- esclamò Hagrid. – Sei anni dal giorno in cui ci siamo conosciuti, Harry, te lo ricordi?-
-Vagamente. E’ stato per caso quando hai abbattuto la porta, hai fatto crescere una coda di maiale a Dudley e mi hai detto che ero un mago?- disse quest’ultimo con un sorriso.
-I particolari non me li ricordo tanto bene.- disse il guardiacaccia facendo un gesto vago con la mano e ridacchiando a sua volta.
-Tutto a posto, Ron, Hermione?-
-Bene.- dissi io sorridendo – E tu?-
-Ah, niente male. Ho avuto da fare, ci sono appena nati degli unicorni, ve li faccio vedere quando tornate…-
A queste parole guardai istintivamente Ron e poi Harry, che evitò di guardarmi negli occhi. Non potevamo dirglielo.
Il regalo per Harry, che tirò fuori dalla tasca della giacca del completo marrone peloso che indossava, era un Mokessino, un sacchetto che si può appendere al collo dove è possibile nascondere qualsiasi cosa.
-Hagrid, grazie!-
-Niente.- disse Hagrid – Ma c’è Charlie! Mi è sempre piaciuto tanto…ehi! Charlie!-
Charlie, che in giornata aveva subito un drastico taglio di capelli dalla madre in vista del matrimonio, si avvicinò.
-Ciao ,Hagrid, come va?-
-E’ un sacco che ti volevo scrivere. Come sta Norberto?- chiese.
-Norberto?- disse Charlie ridendo – Il Dorsorugoso di Norvegia? Adesso si chiama Norberta.-
-Co…Norberto una ragazza?- disse Hagrid incredulo.
-Eh, già.-
-Come fai a saperlo?- gli domandai,curiosa.
-Sono molto più cattive.- spiegò Charlie. Poi aggiunse avvicinandosi ancora e abbassando la voce – Vorrei tanto che papà si sbrigasse a tornare. La mamma si sta agitando.-
In effetti il Signor Weasley non era ancora rientrato dal lavoro e sua moglie non faceva altro che guardare in direzione del cancello, benché cercasse anche di concentrarsi sulla conversazione intrapresa con la madre di Fleur.
-Sarà meglio che cominciamo senza Arthur.- annunciò dopo qualche minuto – Dev’essere stato trattenuto al…oh!-
L’esclamazione finale fu dovuta all’arrivo, in volo, di una donnola d’argento.
-Il Ministro della Magia sta arrivando con me- annunciò il Patronus del Signor Weasley prima di dissolversi.
Lupin divenne ancora più agitato – Noi non dovremmo essere qui.- esclamò alzandosi e prendendo Tonks per il polso – Harry…mi dispiace…te lo spiego la prossima volta…- e detto questo sparì oltre la staccionata con la moglie.
Non facemmo neanche in tempo a esprimere la nostra sorpresa per l’arrivo di Scrimgeour ,che Arthur Weasley apparve insieme al Ministro.
-Mi spiace di interferire, soprattutto perché sto rovinando una festa.- disse quest’ultimo.
-Cento di questi giorni.- aggiunse poi rivolto ad Harry.
-Grazie.- rispose.
Avevo sempre provato una certa antipatia per Scrimgeour, l’ultima volta l’avevo visto al funerale di Silente.
Lo trovai peggiorato soprattutto in salute: era invecchiato e dimagrito.
-Ho bisogno di parlarti in privato. Anche col signor Ronald Weasley e la signorina Hermione Granger.-
Rimasi di stucco, sentendo il mio nome. Per quanto mi sforzassi non riuscivo a trovare una sola ragione per cui Scrimgeour dovesse parlare con me. E con Ron.
-Noi?- domandò infatti quest’ultimo, sorpreso quanto me.- Perché noi?-
- Te lo dirò quando saremo in un posto più intimo.- disse il Ministro della Magia, secco.
-Esiste un posto del genere?- chiese poi rivolto al signor Weasley.
-Sì, certo.- rispose Arthur Weasley, visibilmente innervosito dalla presenza del Ministro – Il…ehm…il salotto, perché non andate là?-
Scrimgeour annuì.- Fammi strada.- disse poi a Ron – Non c’è bisogno che ci accompagni Arthur.-
Attraversammo il giardino. Ron, davanti a tutti, guidava il Ministro. Io lanciai una rapida occhiata a Harry. Non se ne accorse nemmeno: sicuramente si stava chiedendo che cosa avesse in mente Scrimgeour.
L’unica ipotesi che ritenevo possibile, o almeno probabile, è che fosse venuto a sapere che noi tre non saremmo tornati ad Howgwarts a settembre…ed era lì per farci cambiare idea.
Arrivati in salotto, Scrimgeour si accomodò su una poltrona, mentre Harry,Ron e io ci sedemmo sul divano.
-Ho alcune domande da fare a ognuno di voi, e credo sia meglio procedere con ordine. Voi due.- disse indicando prima me poi Harry – potete aspettare di sopra; comincerò con Ronald.-
-Noi non andiamo da nessuna parte!- scattò Harry
-O parla con tutti e tre o non se ne fa niente.- aggiunsi annuendo con forza.
Di qualunque cosa si trattasse, avrebbe dovuto accettare il fatto che non ci saremmo divisi.
-Molto bene, allora starete insieme.- disse, arrendendosi – Sono qui, come certo sapete, a causa del testamento di Albus Silente.
Spalancai gli occhi e scambiai uno sguardo con Harry e Ron. Nessuno di noi sapeva che Silente aveva lasciato un testamento.
O meglio, che ci aveva inclusi nel suo testamento. Era passato più di un mese, ormai.
Scrimgeour notò le nostre espressioni.
-A quanto pare è una sorpresa! – esclamò – Dunque non sapevate che Silente vi ha lasciato qualcosa?-
-A…a tutti?- chiese Ron, incredulo – Anche a me e Hermione?-
-Sì, a tutti e…-
Harry lo interruppe:
-Silente è morto più di un mese fa. Perché avete aspettato tanto per darci quello ci ha lasciato?-
Ovvio, pensai con amarezza.
-Non è ovvio? Volevano esaminare l’eredità. Non ne aveva diritto!- dissi cercando di caricare nelle mie parole tutto il disprezzo e il disgusto che provavo.
-Avevo tutti i diritti.- ribatté invece Scrimgeour. – Il Decreto per la Giustificabile Confisca dà al Ministero il potere di confiscare il contenuto di un testamento…-
Naturalmente ero informata sul Decreto e obiettai anche a quell’affermazione del Ministro:
-Quella legge è stata pensata per evitare che i maghi si tramandino oggetti Oscuri e il Ministero deve avere prove schiaccianti che le proprietà del deceduto siano illegali prima di confiscarle!Ci sta dicendo che secondo lei Silente stava cercando di passarci degli oggetti Oscuri?-
Stavo davvero perdendo il controllo. Con un’insinuazione del genere il Ministero aveva superato ogni limite.
Scrimgeour non rispose, si limitò a chiedermi:
-Pensa di intraprendere una carriera in Magisprudenza, signorina Granger?-
La domanda non fece altro che irritarmi ulteriormente. Tuttavia un angolino della mia mente cominciò a immaginare la mia possibile carriera in quell’ambito…
Poi ripensai a quello che avevo (ri)realizzato solo quel pomeriggio: non c’è la certezza di un fututo. Era meglio per tutti non illudersi. A partire da subito.
Così ribattei, acida:
-No, spero di fare qualcosa di buono per il mondo!- facendo scoppiare a ridere Ron, che, a un’occhiata di Scrimgeour, smise all’istante.
-E adesso come mai ha deciso di farci avere le nostre cose? Non è riuscito a trovare una buona scusa per tenersele?- chiese Harry.
-No, è perché i trentun giorni sono passati. Non possono trattenere gli oggetti più a lungo, a meno di non dimostrare che sono pericolosi.- risposi io, quasi automaticamente – Giusto?- aggiunsi poi rivolta al Ministro, che mi ignorò rivolgendosi a Ron:
-Puoi affermare di aver avuto un legame speciale con Silente, Ronald?- chiese.
-Io? No…non proprio…era sempre Harry che…-
Grosso errore. Misi a tacere Ron con lo sguardo, ma non servì.
-Se non eri in rapporti stretti con Silente, allora come mai ti ha ricordato nel suo testamento? I suoi lasciti privati sono straordinariamente ridotti. La maggior parte delle sue proprietà – la biblioteca privata, i suoi strumenti magici e altri effetti personali- è stata lasciata a Hogwarts. Perché pensi di essere stato scelto?- continuò Scrimegeour.
-Io…non so- rispose Ron – Io quando dico che non avevamo un rapporto stretto…Insomma, gli piacevo, credo…-
Decisi di intervenire. Non potevamo dare a Scrimgeour una scusa per tenersi gli oggetti che Silente ci aveva lasciato.
-Sei modesto Ron, Silente ti era molto affezionato.- dissi sottolineando col tono di voce le ultime due parole.
Scrimgeour non sembrò comunque farci molto caso e tirò fuori dal mantello una sacchetto che conteneva una pergamena.
-“Ultime volontà e testamento di Albus Percival Wulfric Brian Silente”- lesse – Ecco, ci siamo… “ a Ronald Bilius Weasley lascio il mio Deluminatore, nella speranza che si ricordi di me quando lo usa”-
Scrimgeour tirò fuori un oggetto dalla borsa e lo porse a Ron. Il Deluminatore aveva l’aspetto di un normale accendino, ma in realtà poteva risucchiare e riportare la luce in tutti i luoghi.
-E’ un oggetto di valore.- disse Scrimgeour osservando Ron rigirarsi tra le mani il Deluminatore.
-Potrebbe essere unico. – continuò il Ministro -Di sicuro è stato progettato da Silente in persona. Perché ti avrebbe lasciato un oggetto così raro? Silente ha insegnato a migliaia di studenti. Eppure i soli che ha ricordato nel suo testamento siete voi tre. Perché? A quale uso pensava che avresti destinato il suo Deluminatore, signor Weasley?-
Ron borbottò qualcosa che assomigliava a “Per spegnere le luci immagino, cos’altro potrei farci?”, al che Scrimgour passò a me.
-“ A Hermione Jean Granger lascio la mia copia delle Fiabe di Beda il Bardo, nella speranza che le trovi appassionanti e istruttive.-
Un libro? Pensai, sbalordita e confusa. Già non riuscivo a spiegarmi il perché avesse affidato a Ron il Deluminatore…come avrebbe potuto aiutarci un libro di Fiabe nella ricerca degli Horcrux e nella lotta contro Voldemort?
Presi il libro, dall’aria antica e consunta, che Scrimgeour mi porgeva e lo posai in grembo senza staccargli gli occhi di dosso. Notai che era scritto in rune.
Una lacrima mi sfuggì, quasi senza che me ne accorgessi, andando a bagnare gli antichi caratteri che componevano il titolo.
-Perché credi che Silente ti abbia lasciato questo libro, signorina Granger?- chiese Scrimgeour.
- Lui…lui sapeva che amo i libri.- risposi quasi in un sussurro, asciugandomi gli occhi. - Ma perché proprio questo?- insistette Scrimgeour.
Già, perché di tutti i libri proprio questo? Pensai.
-Non lo so. Avrà pensato che mi sarebbe piaciuto. – risposi.
-Hai mai discusso di codici o di modi per passarsi messaggi segreti con Silente?-indagò Scrimgeour.
No. Non avevo mai discusso di cose del genere con Silente.
-No. E, se il Ministero non ha trovato codici nascosti in questo libro in trentun giorni, dubito che ci riuscirò io.- risposi, sperando comunque di sbagliarmi sull’ultima parte.
Passando le mani sulla copertina del libro riaffiorarono tutti i ricordi: la sera della morte di Silente, il suo funerale…
Tutti lo credevano immortale. Era uno dei più grandi maghi al mondo.
Ed è morto a causa della troppa fiducia riposta nella persona sbagliata, Piton, pensai
Mi lasciai sfuggire un singhiozzo. Pensarci era troppo doloroso.
Ron mi passò un braccio attorno alle spalle. Lo guardai e sorrisi, benché gli occhi fossero ancora velati di lacrime.
Era incredibile come quel ragazzo dai capelli rossi riuscisse a farmi dimenticare, anche solo per un istante, con un semplice gesto, i pensieri tristi.
Come la vista di quegli occhi blu riuscisse a darmi forza e speranza nei momenti in cui ero sul punto di crollare del tutto.
-“ A Harry James Potter ”- la voce del Ministro riportò la mia attenzione nel salotto di casa Weasley - “ lascio il Boccino che catturò nella sua prima partita di Quiddich a Hogwarts, in memoria delle ricompense che perseveranza e abilità meritano”-
Harry era visibilmente teso, ma la sua espressione mutò quando vide la pallina d’oro dalle ali argentate nella mano di Scrimgeour . Sembrava deluso. Quasi si aspettasse qualcosa di più.
-Perché Silente ti ha lasciato questo Boccino?- gli chiese Scrimgeour.
-Non ne ho idea.- rispose Harry. Era sincero e la risposta sembrava più rivolta a se stesso che al Ministro.
-Per le ragioni che ha appena elencato,immagino…per ricordarmi quello che si può ottenere se si… persevera, e tutto il resto.- aggiunse.
-Credi che sia un ricordo puramente simbolico, quindi?-
-Immagino di sì. Che altro potrebbe essere?- disse Harry, quasi con sarcasmo.
-Le domande le faccio io.- ribatté Scrimgeour alzando la voce e avvicinandosi al divano con la poltrona.
-Vedo che la tua torta di compleanno è a forma di Boccino.- continuò – Come mai?-
Ridicolo.
-Oh, non può essere un’allusione al fatto che Harry è un grande Cercatore, è troppo ovvio. Dev’esserci un messaggio segreto di Silente nascosto nella glassa!- dissi
-Non credo che ci sia qualcosa nascosto nella glassa, ma un Boccino sarebbe un gran bel nascondiglio per un piccolo oggetto. Sai perché, immagino.-
Harry con mio stupore scosse le spalle. E sì che è lui l’esperto di Quiddich, pensai.
-Perché i Boccini hanno una memoria tattile.- risposi, pronta.
- Cosa?- chiesero Harry e Ron all’unisono, guardandomi.
-Giusto. Un Boccino non viene toccato dalla pelle nuda prima di essere liberato, nemmeno dal suo artefice, che indossa i guanti. È intriso di un incantesimo che gli consente di identificare il primo umano che vi abbia posto le mani sopra, in caso di cattura incerta e discutibile. Questo Boccino ricorda il tuo tocco, Potter. Forse Silente, che possedeva straordinarie abilità magiche, quali che fossero i suoi difetti, ha incantato questo Boccino in modo che si apra solo per te.-
Se fosse davvero stato come credeva Scrimgeour eravamo spacciati. Nel momento in cui Harry avesse toccato il Boccino, anche Scrimgeour avrebbe visto ciò che vi era contenuto.
-Non dici nulla. Forse sai già cosa contiene.- continuò il Ministro.
Come? Come potevamo evitare che Harry lo toccasse? Scrimgeour aspettava solo quello.
-No.- rispose Harry.
Era l’unica soluzione. Silente aveva fatto un incantesimo al Boccino. C’era qualcosa per noi, per Harry, lì dentro.
-Prendilo.- disse Scrimgeour con fare fin troppo calmo.
Harry, con rassegnazione protese in avanti la mano tesa. Io trattenni il respiro.
Ma, con mia grande sorpresa, quando la pallina d’orata toccò il palmo della mano di Harry…non successe nulla.
Ripresi a respirare regolarmente.
Ma se non c’era alcun messaggio, alcun oggetto, a cosa sarebbe servito un semplice Boccino? Era davvero un lascito puramente simbolico? O c’erano degli incantesimi a protezione del Boccino?
Continuai a fissare la pallina, immobile, pur avendo già capito che non sarebbe successo nulla.
-Davvero un gran spettacolo.- commentò alla fine Harry.
-È tutto allora?- chiesi cercando di alzarmi dal divano.
-Non ancora. Silente ti ha lasciato qualcos’altro, Potter.-
Mi immobilizzai.
-Che cos’è?- domandò subito Harry.
-La spada di Godric Griffondoro.-
Mi irrigidii.
-E dov’è?- chiese Harry.
-Purtroppo Silente non aveva la facoltà di donare quell’arma. La spada di Godric Griffondoro è un importante oggetto storico e come tale appartiene…-
-Appartiene a Harry!- dissi quasi urlando. Era troppo.
-L’ha scelto, lui l’ha trovata, gliel’ha consegnata il Cappello Parlante…-
-Secondo attendibili fonti storiche,- mi interruppe Scrimgeour - la spada può offrirsi a qualunque valoroso Griffondoro. Questo non ne fa una proprietà esclusiva del signor Potter, qualunque cosa Silente possa aver deciso.-
-Perché pensi…?- cominciò
-Che Silente abbia voluto lascirami la spada?- concluse Harry, con rabbia – Forse trovava che sarebbe stata bene sulla parete di casa mia!-
-Non è uno scherzo, Potter! È perché Silente credeva che solo la spada di Godric Griffondoro potesse sconfiggere l’Erede di Serpeverde? Ha voluto darti quella spada,Potter, perché era convinto, come molti, che tu sia il predestinato a sconfiggere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?- ringhiò Scrimgeour.
-Interessante teoria. Qualcuno ha mai provato a infilzare Voldemort con una spada? Forse il Ministero dovrebbe affidare questo compito a un po’ di gente, invece di perdere tempo a smontare Deluminatori o a coprire le fughe da Azkaban. È questo che fa, Ministro, chiuso nel suo ufficio? Cerca di aprire un Boccino? La gente muore, per poco non sono morto anch’io, Voldemort mi ha dato la caccia per tre contee, ha ucciso Malocchio Moody, ma il Ministero non ha detto una parola, vero? E lei si aspetta ancora che noi collaboriamo con voi?- ribatté Harry. La sua pazienza si era esaurita.
-Hai passato il limite!- urlò Scrimgeour alzandosi in piedi, imitato subito da Harry.
La situazione stava degenerando. Il Ministro si avvicinò a Harry e con la punta della bacchetta gli aprì una bruciatura nella maglietta.
-Ehi!- esclamò Ron, alzandosi in piedi con la bacchetta puntata contro Scrimgeour, pronto a intervenire.
Non potevamo attaccare il Ministro della Magia.
-No! Vuoi dargli una scusa per arrestarci?- esclamò infatti Harry, rivolto a Ron. -Ti sei ricordato che no sei a scuola, eh? Ti sei ricordato che io non sono Silente, che perdonava la tua insolenza e le tue ribellioni? Puoi anche portare in giro quella cicatrice come una corona, Potter, ma non spetta a un diciassettenne dirmi come fare il mio lavoro! È ora che impari un po’ di rispetto!- disse Scrimgeour, ansimando.
-È ora che lei se lo meriti.- ribatté Harry.
Stavo per mettergli una mano sulla spalla, per invitarlo a fermarsi, a non andare oltre, avevamo fin troppo tirato la corda, quando la porta del salotto si aprì e sulla soglia comparvero i signori Weasley.
-Noi…ci è sembrato di sentire…- cominciò il signor Weasley
-…qualcuno che urlava.- concluse Molly Weasley.
-Non è…non è nulla.- disse Scrimgeour, poi aggiunse, rivolgendosi a Harry per l’ultima volta – Io…mi rammarico del tuo atteggiamento. Sembri convinto che il ministero non desideri quello che tu…quello che Silente desiderava. Invece dovremmo lavorare insieme.-
-Non mi piacciono i vostri metodi, Ministro. Si ricorda?- rispose Harry alzando la mano destra, dove vi erano ancora le cicatrici lasciate dalle penne della Umbridge al nostro quinto anno ad Hogwarts.
Scrimgeour non aggiunse altro. E se ne andò.
Quando tornammo in giardino raccontammo agli altri del colloquio col Ministro e mostrammo gli oggetti che ci erano stati lasciati da Silente.
La festa si svolse rapidamente e, dopo cena, Harry mi diede appuntamento in camera di Ron per parlare.
Quando fui certa che Ginny si fosse addormentata sgattaiolai al settimo piano, nella stanza di Ron.
- Muffliato - sussurrai in direzione delle scale, prima di chiudermi la porta alle spalle. Così nessuno avrebbe potuto sentirci.
-Credevo che non approvassi questo incantesimo.- osservò Ron.
-Si cambia.- borbottai – Adesso facci vedere quel Deluminatore.-
Ron lo fece scattare e subito la luce della lampada venne risucchiata.
-Il fatto è che potevamo ottenere lo stesso effetto con la Polvere Buiopesto peruviana.- dissi, confusa, mordendomi il labbro.
Un secondo dopo, Ron fece tornare la luce.
-Però è forte! E dicono che l’ha inventato Silente!- esclamò Ron, entusiasta.
- Lo so, ma non credo che ti abbia nominato nel testamento solo per aiutarci a spegnere la luce!- ribattei rivolgendogli un’occhiata esasperata.
- Secondo voi sapeva che il Ministero avrebbe confiscato il suo testamento ed esaminato tutte le cose che ci aveva lasciato?-
- Di sicuro. Non poteva dirci nel testamento perché ce le ha lasciate, ma questo non spuega…-dissi.
- …perché non poteva farcelo capire quando era ancora vivo?- concluse Ron per me. - Esattamente.- dissi.
Cominciai a sfogliare le Fiabe di Beda il Bardo. Perché Silente ci aveva lasciato quegli oggetti? A cosa servivano? Di certo non sapeva che sarebbe morto quella sera, pensai, ma perché non ci ha mai parlato di quel testamento?
-Se queste cose sono così importanti da farcele avere sotto il naso del Ministero, avrebbe dovuto dirci perché lo sono…a meno che non lo ritenesse ovvio.- dissi continuando a ragionare tra me e me.
-Allora si è sbagliato. Io l’ho sempre detto che era pazzo. Intelligente e tutto, ma fuori come un balcone. Lasciare a Harry un vecchio Boccino…cosa Diavolo vuol dire?- disse Ron.
-Non ne ho idea.- dissi, poi guardai Harry – Quando Scrimgeour ti ha costretto a toccarlo, Harry, ero sicura che sarebbe successo qualcosa!-
-Sì, be’- disse Harry, che fino a quel momento non aveva detto una parola. Aveva un’aria pensierosa. – Non era il caso di insistere davanti a Scrimgeour.-
Alzai un sopracciglio, perplessa. – Cosa vuol dire?- chiesi.
-Il Boccino che ho catturato nella mia primissimapartita a Quiddich, non ricordate?-
Continuavo a non capire. Ron, invece, sembrava che avesse ricevuto un’illuminazione e continuò a indicare prima Harry poi il Boccino senza trovare le parole.
-Era quello che hai quasi mandato giù!- esclamò infine.
-Proprio così.- disse Harry, annuendo.
Lentamente avvicinò le labbra al Boccino. Mi sporsi in avanti per vedere meglio. In apparenza sembrava che tutto fosse rimasto uguale, ma guardando meglio mi accoris che era comparsa una scritta!
-Una scritta!- gridai – C’è una scritta sopra,presto, guarda!-
- Mi apro alla chiusura ...- lesse Harry – Che cosa vuol dire?- ci chiese.
Scossi la testa.
-Mi apro alla chiusura…- ripetei. Sembrava una frase senza senso: non vi era un contesto in cui poterla collocare.
Continuammo a pensarci ma nessuno riuscì a venire a capo del significato di quella scritta.
-E la spada.- disse dopo un po’ Ron – Perché voleva che Harry avesse la spada?-
-Non poteva dirmelo e basta? Era là, sulla parete del suo studio durante tutte le nostre conversazioni l’anno scorso! Se voleva che l’avessi io, perché non me l’ha data allora?-
Altra domanda senza risposta, pensai.
-E questo libro, poi.- dissi io - Le Fiabe di Beda il Bardo…Non ne ho neanche mai sentito parlare!-
-Non hai mai sentito parlare delle Le Fiabe di Beda il Bardo? Stai scherzando, vero?- chiese Ron spalancando gli occhi, incredulo.
-No che non scherzo! Tu invece le conosci?- chiesi, sorpresa.
-Ma certo!-
Era una situazione ai limiti dell’assurdo: Ron che dichiarava di aver letto un libro che io non avevo mai neanche sentito nominare!
Harry sembrava perplesso quanto me.
-Oh, andiamo! Tutte le vecchie storie per bambini sono di Beda, no? ‘La Fonte della Buona Sorte’…’Il Mago e il Pentolone Salterino’…’Baba Raba e il Ceppo Ghignante’….-
-Come? Ripetimi l’ultima.- dissi scoppiando a ridere.
-Ma dai! Mai sentito parlare di Baba Raba? – esclamò Ron guardando prima me poi Harry.
-Ron, sai benissimo che io e Harry siamo cresciuti tra i Babbani!- dissi – Da piccoli non ci raccontavano queste storie, noi conosciamo Biancaneve e i Sette Nani, Cenerentola…-
-Cos’è una malattia?- chiese Ron, con la fronte corrugata, facendomi venir voglia di ridere ancora.
Ripresi a sfogliare le antiche pagine scritte in rune.
-Quindi queste sono storie per bambini?- domandai.
-Già. Insomma, è quello che dicono, sai, che tutte queste sono storie di Beda. Non so come siano nella versione originale.- disse Ron.
-Mi domando perché Silente pensava che dovessi leggerle.- mormorai.
Sentimmo un cigolio provenire da sotto.
-Dev’essere Charlie che sgattaiola fuori per farsi ricrescere i capelli mentre la mamma dorme.- disse Ron, nervoso.
-Comunque dovremmo andare a letto. Non è il caso di svegliarci tardi domani mattina. – suggerii io alzandomi.
-No.- assentì Ron – Un brutale triplice omicidio a opera della madre dello sposo potrebbe raggelare un po’ l’atmosfera delle nozze.- disse Ron, facendomi sorridere – Penso io alla luce.- aggiunse poi.
Quando la luce si spense io uscii dalla stanza.
Un’ora più tardi, dato che non riuscivo a prender sonno, mi sedetti sul davanzale della finestra con in mano le Fiabe di Beda il Bardo .
Alzai gli occhi al cielo notturno.
Perché mi ha lasciato questo libro? Perché proprio questo? pensai per l’ennesima volta.
Nessuna risposta.
Quella notte mi addormentai pensando al Professor Albus Percival Wulfric Brian Silente.





Ciaoooo! Lo so, sono in un ritardo MOSTRUOSO o.O mi dispiace tantissimo! Spero che il capitolo vi piaccia e che perdonerete eventuali errori e/o imprecisioni!
Vorrei ringraziare eli weasley; Blackgress ; e myki per le recensioni *o*
Ringrazio anche chi ha aggiunto la mia storia tra i preferiti o tra le ff seguite!!
Mi raccomando, recensite!
Ora devo andare...per assurdo in vacanza ho meno tempo a disposizione che durante il resto dell'anno -.-''
Prometto di aggiornare presto! Al prossimo chappy ^^^
  
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