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Autore: Aladidragocchiodiluce    17/03/2020    2 recensioni
Alcuni Scp vengono sequestrati da un organizzazione rivale ma riescono a fuggire.
Ora vi è un dubbio: tornare nelle celle della Fondazione al sicuro o restare liberi seppur braccati?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Karen sospirò mentre vagava senza una meta precisa, completamente immersa nei propri pensieri quando il medico della peste la chiamò, facendola voltare.

- Caino e io siamo preoccupati per te, è tutto a posto?- Domandò.

-Non proprio, sono solo pensierosa...

Concordo con te sul fatto che con la Fondazione siamo al sicuro rispetto altri posti, ma non è solo quello il motivo per cui voglio tornarci.- Ammise a capo chino.

Mentre parlava, i due continuarono a camminare l'uno di fianco all'altra e il Medico la lasciò continuare.

-Io... non ho la più pallida idea di come abbia ottenuto questi “poteri” o se li abbia avuti sin dalla nascita.

Non so chi erano i miei genitori, se avevo una casa o qual'era il mio nome prima di scegliere “Karen”... La Fondazione per me è come una casa e forse potrebbe aiutarmi a riempire quel vuoto di memoria.-

Scp 49 la capiva bene, pure lui non ha memoria dell'origine dei suoi poteri e abilità; l'unica cosa su cui è sicuro è il suo obbiettivo: liberare il mondo dalla Pestilenza, con ogni mezzo necessario, come se fosse nato solo per quello scopo.

-Capisco, dunque è per capire chi sei che vuoi tornare alla Fondazione.- Le disse.

-Esatto.

Da quello che ho capito, il tuo obbiettivo invece è di continuare i tuoi studi.-

-Esattamente e la Fondazione è ricca di personale qualificato, seppur preferiscono seguire lo stomaco* piuttosto che il cervello.

Per adesso i miei esperimenti sono in sospeso, ma poco male; ho abbastanza tempo per rivedere i miei appunti e migliorare la Cura.

A questo proposito, avrei una domanda per te.-

La ragazza si voltò verso di lui con aria interrogativa.

-Durante la fuga, sei entrata in contatto con me.-Iniziò.

-Certo è una cosa normale ma... i miei poteri includono anche portare la morte con il solo contatto.-

La ragazza spalancò gli occhi dalla sorpresa, fermandosi per guardarsi le mani.

-Ma con te, con mio grande sollievo sembra non avere effetto.

Nonostante il rischio, potrei chiederti di provare a ripetere l'azione per assicurarne la tua effettiva immunità?- Domandò il compare, porgendole la mano.

La ragazza lo guardò per un attimo, poi allungò la mano, tentennando solo un attimo prima di stringerla.

Attesero il tempo necessario, ma non accadde nulla.

-Possiamo considerare concluso questo test.- Dichiarò Il Medico, mollando la presa per poi domandare:

-Hai avvertito qualcosa di strano? Come una sensazione di freddo o caldo?-

-Niente, solo...normale.-Rispose la ragazza scuotendo la testa, confusa per la scoperta della nuova abilità.

Scp 49 stava per dire qualcosa quando udirono dei passi e voci sconosciute riempirono l'aria.

-Prova a prendermi se ci riesci!-

-Non vale! Sei partito prima!-

-Ragazzi! Non vi allontanate troppo!-

I due scp si guardarono: umani!

Sentendo i passi avvicinarsi pericolosamente, il medico si guardò intorno e individuò un cespuglio in cui si nascose mentre la ragazza, data la sua apparenza umana, si limitò ad aspettare.

Dalla boscaglia spuntarono due ragazzini di 11 e 13 anni che, sorpresi dalla sua presenza, si fermarono a guardarla.

Karen li salutò timidamente con la mano e disse:

-Scusate, mi sono persa.

Sapete dove mi trovo esattamente?-

I due si guardarono.

- Ehm, è la prima volta che veniamo qui.

Ma puoi chiedere ai nostri genitori.-Rispose il ragazzo più grande.

L'scp seguì i due ragazzini fino ai loro genitori, che stavano preparando una grigliata assieme a degli amici, con la quale parlò mentre il Medico della Peste osservava il tutto da lontano.

Da quella distanza non poteva percepire se qualcuno di loro avesse la Pestilenza, ma non era un male: non avrebbe resistito all'impulso di curarlo e si sarebbe scatenato il finimondo.

Non si accorse che uno dei presenti lo aveva visto e aveva deciso di scattagli una foto.


 


 

-Mucchio di rimbambiti!- Imprecò Siren, calciando un sasso dalla rabbia mentre i due cani la guardavano da lontano.

Non fu una buona idea: ora oltre ad essere di malumore le faceva male il piede.

Mentre saltellava imprecando mentalmente per il dolore, qualcosa piccolo e verde gli saltò sulla spalla: scp 397, meglio noto come “Saltatore Periferico”.

-Almeno tu sei d'accordo con me.- Mormorò mentre si sedeva.

L'insetto emise una serie di versi simili al frinire delle cicale che l'entità sembrò essere in grado di capire.

-Si, forse non è stata una buona idea allontanarmi, ma non voglio stare con la compagnia “Torniamo in gabbia che si sta bene”.

Proprio non li capisco, possiamo andarcene dove vogliamo e loro scelgono dai nostri carcerieri?-

Mentre parlava, la mora aveva iniziato a gesticolare animatamente.

-E poi sai come mi hanno presa?

Ero in giro a farmi gli affari miei, quel giorno non stavo nemmeno infastidendo nessuno!

Poteva essere una bella giornata ma no, mi hanno addormentata e al risveglio mi ritrovo in un orribile cella.

E poi si chiedono perché sono sempre di malumore!-

397 approfittò di quella breve pausa nel discorso per dire la sua.

-Già, siamo stati fortunati.

Forse sapevano di trovarci lì, ma non avevano previsto la mia presenza, né quella di Caino.

Perché mi trovavo lì?

La mia cella originale è danneggiata e durante il trasferimento ho fatto tappa in quella struttura quando ci hanno “rapiti”.

Bella botta di culo, no?

In ogni caso come credono di entrare in contatto con...-

Si interruppe, aveva sentito qualcuno avvicinarsi dietro di sé.

Svelta, agguantò un sasso e lo scagliò in quella direzione ma era solo 049 che si chinò per evitarlo.

-Che vuoi?- Sbottò mentre l'insetto si allontanava.

-Siamo più vicini ad altri umani di quanto pensassimo, conviene spostarci.- Le rispose con la sua solita calma.

Per un attimo sembrò che non avesse intenzione di seguirlo ma poi sbuffò:

-Arrivo.

Many voices! Con me!-Richiamò i “cani” con un fischio.

In fondo sapeva che senza di lei, 682 e 939 erano ingestibili.


 

A proposito del rettile difficile da distruggere...

Approfittando del fatto che fosse stato lasciato solo con la vecchia I.A. e Caino avesse deciso di farsi un riposino, si mise a parlare con la prima.

- Finalmente siamo fuori, se non fosse per quella tipa seccante avrei già iniziato la mia opera di distruzione.- Commentò.

-Scp 4015: assente.

682: libero.- Gli rispose.

-Vorrei fosse così.-Ringhiò di frustrazione.

-Ma a quanto pare i poteri di quella bipede mi impediscono di attaccare lei o chiunque altro.

Sono bloccato finché non mi ordina di agire diversamente.-

Sottolineò la parola “ordina” con un ringhio.

Odiava essere controllato da qualcuno. Se non ci fosse stata lei, avrebbe eliminato chiunque, compresi i suoi attuali “compagni di viaggio” ad eccezione di scp79, unico elemento di cui gradiva la presenza e con la quale condivideva le opinioni sugli umani e idea di “libertà”.

Appena scp 4015 fece la sua comparsa, lo guardò con espressione spaventata e lui scoprì i denti, facendola sobbalzare.

Detestava anche lei, non quanto scp 4011, ma quello sgorbio aveva l'orrenda abilità di sembrare amichevole a tutti.

Odiare gli umani faceva parte della sua natura, e per questo vedeva l'scp solo come una macchia indistinta e il suo carattere fifone forse la rendeva adorabile agli occhi degli altri ma per lui era solo patetica, per non dire disgustosa. Faceva bene a temerlo: non avrebbe esitato a divorarla.

Ben presto scp 49, assieme a 4011, 397 e 939 li raggiunsero e si prepararono per lo spostamento.


 

“Qualcuno sta prendendo il BirdWatching troppo sul serio”

Così recitava la frase che accompagnava la foto del Medico della Peste postata nel profilo Facebook del suo autore.

Al di sotto vi era una sfilza una lunga fila di commenti, da battute sarcastiche a chi faceva le teorie più assurde.

Ma ad interessaci è a chi è giunta quella foto; in quel momento analizzata da un apposito tecnico per accertarsi che non sia un falso e localizzarne la provenienza.

Una volta fatto inviò un messaggio di conferma ai suoi superiori i quali diedero l'ordine ad un apposita squadra di recupero.

-Allora è sicuro che non sia un falso o una persona in vena di scherzi?- Domandò un uomo mentre il compagno chiudeva la chiamata dopo aver dato l'ordine.

-Ancora non del tutto, ma è meglio non rischiare.

Non siamo gli unici a cercarli.-Rispose, voltando lo sguardo verso uno strano simbolo disegnato alla parete con al di sotto la scritta “SCP Foundation”

Ignoravano che, in un altra base, un'altra organizzazione unita sotto il logo di una falce, stava compiendo la stessa mossa.


 

*Per chi non lo sapesse, ragionare con lo stomaco voleva dire anche lasciarsi prendere dalle emozioni


 

   
 
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