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Autore: Glance    06/08/2009    11 recensioni
Gli eventi entrano nella nostra vita prepotenti cambiandola alle volte in maniera sconvolgente. La guerra è uno di questi, dove la dimensione della realtà viene distorta dando a tutto una veste irreale come se si guardasse attraverso una lente. Si perde di vista il senso di tutto,si riesce a fare a meno di quello che prima era necessario con una sorta di fatalismo che da al tempo un ritmo nuovo inaspettatamente sconosciuto. Nessuno conosce il proprio futuro. Il destino, avidamente cela i suoi disegni e nel suo gioco di numeri interseca rette. A noi è concessa l’aspettativa di grandi cose migliori certamente di quelle che abbiamo. Alcuni dicono che nulla è scritto e siamo noi a determinare il futuro con le nostre azioni. Il tempo che passa non sa lenire le ferite che continuano a sanguinare anche se pudicamente si tenta di tenerle nascoste. Occhi attenti sanno scrutare il dolore che l’anima cerca di celare. Succede però che anche nel buio più profondo si accenda all’improvviso una luce e una mano si tenda in aiuto. Allora, che le parole sgorgano spontanee bagnandosi di lacrime che si credeva perdute per sempre nell’indurimento di un cuore a cui si era rinunciato perché il dolore era troppo grande da sopportare. Siamo l’ineluttabilità del tempo che passa e lascia dietro di se una scia di momenti , istanti che non sempre riusciamo a fotografare , ma che sono la parte più preziosa la dimensione che quasi mai assaporiamo perché il resto ci travolge con l’enormità dei suoi avvenimenti. Eppure gli attimi che fuggono non ci abbandonano mai salutandoci da lontano, passano tra un battito di ciglia e del nostro cuore. Giorno dopo giorno nella somma di istanti che fanno la vita. Un mondo minuscolo che da senso alla nostra esistenza. Fatto di piccole cose che condividiamo con chi incontriamo sul nostro cammino e a cui chiediamo aiuto per ricordare. In questa storia i personaggi sono tutti umani pur mantenendo i loro caratteri ad eccezioni dei loro poteri e sono presi in prestito dalla superlativa Stephenie Meyer a cui va ogni esclusiva e diritto. Siamo nel 1918 mentre in Europa imperversa la Prima Guerra Mondiale. Bella è invitata al fidanzamento della sua migliore amica non che vicina di casa e compagna di scuola: Alice Masen. Ci saranno tutti i personaggi Edward in primo piano ed anche quelli solo accennati nei libri o marginali che comunque ricopriranno dei ruoli diversi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Avevo camminato e corso fino a perdere il fiato, ma per quanta distanza potessi mettere tra me e quel dolore la sua stretta non smetteva di stritolarmi il cuore.
“Perché?” Continuavo a ripetere disperata. Come aveva potuto?
Il gusto amaro delle mie lacrime l’avrei ricordato per la vita. Perché ciò che provavo per lui non poteva scomparire, non poteva essere cancellato? Non era giusto che dovessi continuare a provare tutto quell’amore.
Adesso che cosa ne avrei fatto? Sarebbe rimasto dentro me, deluso, ferito, umiliato.
Qualcosa sembrava avermi imprigionata. Qualcosa di sconosciuto e tremendo, che annullava ogni percezione ,ogni volontà. Tutto in me gridava la sua assenza . Era scivolato via dalle mie mani, dalle mie braccia era come se io stessa mi fossi dissolta in quella forza. Come se il vuoto avesse scelto me come sua dimora.
Mi sentivo risucchiare verso un abisso da cui non sarei più riemersa.
Era il mio sogno e avevo creduto che io potessi essere il suo. Adesso capivo quanto ero stata sciocca. Avevo ambito a qualcosa che non avrei dovuto desiderare. Cosa se ne poteva fare lui di me?
Come poteva accontentarsi di quello che potevo offrirgli io. Eppure il mio amore per lui sconfinato e totale avevo creduto fosse in grado di ripagarlo di quello a cui avrebbe dovuto rinunciare scegliendo me.
Come avrei potuto continuare adesso? Il dolore, quella sofferenza che provavo era immensa.
Crollai affranta ai piedi di un grande albero. Mi resi conto che senza volerlo mi ero ritrovata nel boschetto della nostra gita a cavallo, dove avevo preso quel sogno, il nostro e avevo cominciato a credere che si sarebbe potuto avverare. Un mese, solo uno e la mia vita era cambiata passando dalla felicità più assoluta, alla sofferenza più grande. Era vero quello che avevo sempre letto: per amore, si poteva morire.
Cercai di rialzarmi poggiando la mano sul tronco dell’albero che come un gigante buono mi aveva accolta sotto i suoi rami, ascoltando silenzioso quel mio dolore e lì lo sguardo si posò sul quell’anello che adesso sembrava bruciare al mio dito. Un’altra ondata di disperazione mi prese tra le sue spire.
Le sue promesse, il pegno di quell’amore infranto e tradito era lì che brillava alla luce del sole, ignaro della perdita del suo significato. Lo guardai tra le lacrime, ormai non aveva più motivo di stare alla mia mano.
- Ti prego, Bella… non farlo.- La sua voce mi fermò come se mi avesse paralizzata, come se mille aghi mi avessero trafitta. – Ti scongiuro…non toglierlo.- Era fermo alle mie spalle. Non lo avevo sentito arrivare, solo ora mi ero accorta del suo cavallo. Il povero animale era completamente sudato, doveva averlo fatto correre come un folle.
Non mi voltai, non parlai. Tenevo le mie dita serrate sul suo anello cercando un motivo, uno solo per non dare seguito a quel gesto.
Continuavo a sentire i suoi occhi su di me, la sua voce che stentavo a riconoscere quasi facesse fatica a parlare. Il mio respiro accelerato mi fece pensare di poter svenire. Taceva e sentivo tutta la sua tensione. Perché era li e non voleva che togliessi il suo anello?
Sicuramente si sentiva in colpa e pensava di alleggerirsi la coscienza lasciandomi quel dono ormai completamente inutile per me. Non volevo ascoltarlo, né vederlo e senza che avessi volontà su quello che facevo istintivamente mi mossi per allontanarmi. La sua vicinanza mi feriva.
- Bella…per favore…non andare via. Lascia che… ti spieghi.- Mi voltai con la morte nel cuore, ma lo sguardo che gli rivolsi era di ghiaccio. Non volevo mi vedesse piangere.
-Dio mio…cosa ho fatto!- Disse affranto- I tuoi… occhi… sono vuoti… e freddi come ghiaccio, sembra che tu… non mi veda più.- Sentii la sua voce rompersi in preda all’emozione.- Cosa… posso fare? Cosa vuoi che faccia Bella, dimmi…sono disposto a tutto.- Lo guardavo era sempre lui, ma non per me. Adesso sembrava essere rimasto ben poco del ragazzo di cui mi ero innamorata.
- Ti prego…ti scongiuro. Di’ qualcosa Bella, non guardarmi così. Non è come pensi io…- A quelle parole il mio stato di torpore sembrò abbandonarmi.
- Con quale coraggio puoi dirlo? Così offendi la mia intelligenza. Cosa credi, di poter continuare a prenderti gioco di me per poi magari riderne con lei?- Lo vidi portarsi le mani tra i capelli in un gesto di disperazione, lo sguardo affranto.
- Non dire così… mi conosci non potrei mai fare una bassezza simile.- Risi sarcastica.
- Scusa dimenticavo, in effetti tu puoi fare di peggio.- Le mie parole sembrarono colpirlo come uno schiaffo. Lo vidi impallidire.
- Bella… devi credermi…non è come pensi. Io …ti amo, ti giuro che è la verità.- Mi voltai e feci per andarmene. Mi sentii afferrare per un braccio.
- Aspetta…- La supplica nella sua voce.
- Lasciami Edward! Stammi lontano. Non toccarmi, non voglio vederti più.- Dissi quelle parole in un soffio.
- Ascolta…ti lascio, ma tu calmati, dammi… la possibilità di spiegare.- Quelle parole scatenarono la mia ira.
- Vuoi una possibilità! A noi l’hai data Edward una possibilità? Ti sei chiesto prima, se facendo ciò che hai fatto per noi poteva esserci una possibilità? – Sentivo le lacrime bruciarmi gli occhi.- L’hai baciata…- Urlai.- Perché?...Dimmelo Edward.- Era senza parole, senza giustificazioni.
- Hai idea di come mi sono sentita quando senza motivo apparente mi hai volutamente allontanata da te?- Mentre parlavo mi guardava come se sperasse che io potessi comprenderlo.
- Sì… me ne rendo conto…- Non lo lasciai finire.
- Non credo Edward. Tu non riesci neanche lontanamente ad averne un’idea di quello che in questi giorni mi hai fatto passare. Pensavo di poter impazzire per l’angoscia.- Sentii le lacrime rigarmi il viso.
- Invece lo so benissimo tesoro, io provavo le medesime cose.- Si stava prendendo gioco di me, non poteva esserci nessun’altra spiegazione.
- Per cosa? Per il fatto che avevi capito di amarla e non sapevi come fare per liberarti dalla promessa fatta a me?- Non volevo più ascoltare , il ricordo di quel bacio mi uccideva ogni volta che lo richiamavo alla mente.
- Io amo te … non ho mai smesso di farlo. Anche se adesso ti è impossibile crederlo.- Continuava ad avere la voce rotta come di chi sta facendo forza su se stesso per trattenere le lacrime.
- Di questo hai ragione, mi riesce veramente difficile crederlo.- Lo guardai severa.
- Cosa vuoi che faccia per poterti convincere, affinché tutto torni come prima? Per poter riavere la tua fiducia. Senza di te non sono niente Bella. Senza il tuo amore io non esisto neanche.- Vidi le lacrime rigargli il viso. Ad un tratto davanti a me non c’era l’Edward tracotante dei primi tempi, fiero, sicuro e padrone della situazione.
Sembrava più un bambino indifeso così distrutto dal rimorso e annientato dalla pena. Volevo essere crudele, dura, volevo soffrisse quanto me, ma era lì davanti nella sua uniforme così imponente, mentre mortificato e addolorato piangendo mi implorava di perdonarlo.
- Perché Edward?- Dissi- Voglio sapere, perché?- Pronunciai a denti stretti costringendomi a non cedere davanti alla sua commozione.- Perché ti sei comportato così?- Attesi che riuscisse a parlare.
- Cercavo stupidamente…- fece una pausa per riprendere fiato- tentavo, di trovare un modo per non farti soffrire…- Lo guardai non riuscendo a capire.
- Ero convinto…credevo che non ritenendomi degno del tuo amore, ti sarebbe stato più facile dimenticarmi. Non posso, non riesco a sopportare l’idea di lasciarti nella disperazione se…- Mi sentii venire meno.- Dovevi odiarmi, Bella. Volevo che tu mi odiassi, io ho bisogno di sapere che saresti in grado di continuare senza di me. Volevo allontanarti anziché farti subire tutta la disperazione se... Non posso sopportare che tu soffra, di saperti sola, affranta, in pena tutto il giorno, per settimane, interi mesi, aspettando l’inevitabile. Io… perdonami amore mio, mi ero illuso che così te ne saresti potuta fare prima una ragione.- Non riuscivo ad ascoltarlo oltre. Quanta disperazione lo doveva avere oppresso per arrivare a decidere una cosa del genere. Avrei voluto correre da lui e abbracciarlo per tranquillizzarlo, ma l’orgoglio ancora me lo impediva.
- Per questo hai deciso di baciarla? Sapevi vi avrei visto…?- Chiesi ormai al limite delle mie forze.
- No, non sarei arrivato mai a farti una cosa del genere e ti prego di credermi amore, tu devi credermi, ho solo cercato di farle capire che su di me i suoi approcci non avevano nessuna possibilità di riuscita. Però non ho valutato le conseguenze. Continuava a dirmi che se l’avessi baciata mi sarei reso conto di quanto eri inadeguata per me e a quelle parole mi sono sentito divorare dalla rabbia. Volevo umiliarla, trattarla per quello che si meritava e le ho gridato in faccia che se per lasciarci in pace il prezzo che dovevo pagarle era quello l’avrei accontentata e poi si sarebbe dovuta togliere di mezzo.- Sorrisi incredula.
- Capisco che potrà sembrati una scusa costruita ad arte da uno sciocco, ma ti prego di credere che il mio voleva essere solo un affronto a lei e alla sua perfidia non a te. La stavo pagando, volevo sapesse che per me era una qualunque, che ciò che chiedeva per lasciarmi in pace per me serviva solo a dimostrale che ci sono alcune cose che non possono essere cambiate neanche dietro offerte allettanti. Volevo farla stare male tanto da rinunciare. Invece adesso sono io che forse dovrò rinunciare a te. Non posso credere di stare sacrificando il nostro amore per un mio imperdonabile errore, non riesco ad accettare l’idea di perderti…ti prego dimmi che non è troppo tardi che puoi perdonarmi.- Sospirai in silenzio.
- Edward non so se…- Dissi piano.
- Bella , …ti scongiuro. Ti prego amore… tu devi perdonarmi … - Lo vidi cadere in ginocchio ai miei piedi completamente in balia della disperazione, sgomento.
Le braccia abbandonate lungo i fianchi il capo chino e il viso pallidissimo inondato di lacrime che non si vergognava di nascondere.
- Sono nelle tue mani, la mia vita dipende da te.- Era bellissimo, così disperato e impaurito. I suoi occhi mi supplicavano in lacrime, stava soffrendo lo vedevo, ma non riuscivo a gioirne, mi sarei dovuta sentire trionfante, stava patendo anche lui, ma l’unico sentimento che provavo era un’infinta tenerezza, il bisogno pressante di tenerlo stretto a me e rassicurarlo che non lo avrei mai lasciato, perché se lo avessi fatto, sarebbe stato come decidere di rinunciare a me stessa.
Mi avvicinai e gli sfiorai i capelli. Alzò i suoi occhi addolorati e guardandomi mi prese le mani e le baciò. Lo invitai ad alzarsi mentre continuava a tenerle strette.
- Edward…non fare mai più una cosa simile.- A quelle parole i suoi occhi si accesero e mi prese tra le braccia, affondando il viso tra i miei capelli.
- Grazie...- Sussurrò, scoppiando in un pianto liberatorio ed io insieme a lui.
-Devi promettermi Bella che sarai forte che se succedesse l’irrimediabile troverai il coraggio di andare avanti che…- gli misi una mano sulle labbra.
- Basta... Ti scongiuro, non pensare a questo, non torturarti più. Il tuo unico pensiero deve essere quello di tornare, perché sarà così amore mio, tu tornerai da me.-Gli sussurravo accarezzandogli i capelli.
- Non voglio lasciarti Bella, il solo pensiero mi rende folle.- Lo strinsi forte.
- Non lo farai amore mio…non succederà.- Dissi guardandolo negli occhi.- Devi credere in questo con tutto te stesso.- Affermai asciugando le sue lacrime.
- Non ho paura di morire, ma vorrebbe dire non vederti più, questa è la cosa veramente insopportabile. L’idea di non poter guardare più i tuoi occhi, sentire la tua voce, gioire del tuo sorriso mentre ti stringo a me.- Avevo il cuore in mille pezzi. Capivo che la sua sofferenza era immensa e non potevo fare nulla per aiutarlo, per alleviarla in qualche modo, se non amandolo con tutta me stessa. Volevo che il mio amore gli arrivasse, lo sentisse tanto forte così da avvolgerlo anestetizzando tutta quella disperazione.
- Cosa posso fare Edward? Non so come fare per dissolvere la tua pena. Vorrei poter essere in grado di prenderla su di me per potertene liberare. – Mi strinsi a lui.
- Solamente questo che stai facendo. Continuare ad amarmi… in questo modo.- Sentii che si era calmato.
- Bella …posso chiederti una cosa?- Lo guardai.
- Tutto quello che vuoi.- Risposi.
- Posso… baciarti? Me lo permetti?- Gli sorrisi e le sue labbra incontrarono le mie. Fu il bacio più dolce e appassionato che potesse regalarmi.
Tutto sembrò rasserenarsi e tornare al suo posto. Anche io ero nuovamente dove volevo essere. Tra le sue braccia che si stringevano intorno a me calde, rassicuranti e protettive sapevo che quello era ormai tutto il mio mondo, la sola ragione della mia vita.
- Tra due giorni... amore, solo due giorni e sarai mia per sempre. Adesso capisco di essere stato pazzo a pensare di poter sacrificare quello che abbiamo. -Tornò a posare le sue labbra sulle mie.
-Torniamo si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto e poi dovrò tranquillizzare Emmett che ti ho trovata e che stai bene.- Mi sorrise sollevandomi tra le sue braccia e facendomi montare a cavallo.- Ricordi Bella? Tutto è iniziato da qui solo un mese fa e sembra già passato tanto tempo. – Mi lasciai cullare dal suo abbraccio godendo di quella ritrovata felicità.




Ancora grazie a tutti per la preferenza.


Eccomi a rispondere a chi ha commentato.

sweetcherry : Alcune volte ci sono situazioni che ci rendono sciocchi, pensando di agire per il meglio, ma credo che Edward ora abbia capito. Baci

miss-cullen90 : Grazie per i complimenti. Emozionare quando si scrive è indispensabile. Non siate troppo severe con Edward è confuso, ha paura. Si trova così giovane a dover affrontare cose più grandi di lui e magari ha sbagliato a valutare, ma pensava di agire per il bene di Bella. Baci.

Goten : Si, non può essere altrimenti. Non è possibile separarli. La loro storia non può non avere la dolcezza che conosciamo, un pizzico di tormento e la giusta dose di disperazione. Per poi arrivare a superare tutto con la felicità come premio finale che il vero amore merita. Kisses

midnightsummerdreams : A chi ama alle volte capita di essere sciocco. Baci

free09 : Si che puoi tirare i capelli a Jessica. Forse così imparerebbe a stare al posto suo. Baci

Fc27 : Penso di avere risolto. Cosa te ne pare. Ti piace come soluzione? Kisses

mezzanotte : Grazie sono felice ti piaccia. Continua a seguire. Ciao.

eka : La soluzione era dietro l’angolo. La sua confusione era comprensibile. E’ giovane, innamorato e per quanto la società lo consideri in grado di affrontare grandi responsabilità e lui si senta pronto a sacrificare la propria vita per un ideale è solo un ragazzo che non ha ancora vissuto appieno i suoi anni. Ha cercato di preservare dal dolore chi ama nel modo che gli è sembrato più giusto. Ha sbagliato è vero, ma se Bella lo ha perdonato, possiamo farlo anche noi. Che ne pensi? Baci.

fallsofarc : E’ sempre bello quando si aggiunge qualcuno di nuovo. Mi fa piacere che il mio modo di scrivere ti piaccia. Come vedi le cose sembrano essersi sistemate per il meglio. Grazie ancora e aspetto altri tuoi pareri. Ciao

  
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