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Autore: Ryu Hime    22/03/2020    1 recensioni
[Tratto dal testo]
-GRIFONDORO!- urlò il Cappello Parlante.
La Casa dei coraggiosi, eppure lui non si sentiva tanto coraggioso.
Osservò la lunga tavolata scarlatta che lo accolse con un applauso scrosciante. Si sedette subito dando un’occhiata fugace al posto accanto al suo.
Era vuoto.
“Non è vuoto e tu lo sai”
“Smettila.”
“Tu vuoi ricordare”
“Non ho dimenticato niente.”
“Smetti di mentire a te stesso”
“Non sto mentendo.”
“Questa è una bugia Lucas”
Guardò nel posto accanto al suo.
Era irrimediabilmente vuoto.
“Lucas, tu non mi hai dimenticata”
Una figura vestita di nero e scarlatto si materializzò per un attimo.
***
Se non fosse stato per la luna piena quella sarebbe stata una notte tetra.
Completamente priva di stelle e con diversi nuvoloni che solcavano il cielo, annunciatori del temporale imminente.
Nascosti tra gli alberi, in formazione selvaggia, un branco composto da una dozzina di lupi snelli dal pelo ora folto, ora più rado, fiutava l’aria con irrequietezza.
Una sagoma immensa, avvolta dall’oscurità, guardava la scena sovrastando tutti con la sua mole, mentre gli occhi mandavano bagliori sinistri.
[Nota dell'autrice]
La ristesura di un'altra mia storia, completamente riscritta e con la trama un po' stravolta. Buona lettura ^.^
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Il Matto

-Come sarebbe a dire che non è tornato!?- esclamò Anya.
-L’ultima volta che è stato visto era negli archivi dell’Ufficio di Applicazione della Legge sulla Magia.- disse Liam.
-Anche mia sorella sembra essersi volatilizzata.- affermò June.
-Quanto scommettete che sono andati, uno a cercare Lavos, e l’altra a catturare il benefattore di Lloyd?- chiese Antoine rassegnato.
Anya si arruffò i capelli, esasperata.
-Cosa devo fare con quei due!?- esclamò.
-Dobbiamo andare a cercarli! Non possiamo lasciarli da soli! E se finissero nei guai?- esclamò Anne, piena d’angoscia.
-Parlerò con gli informatori di mia sorella, sono piuttosto sicuro che sappiano qualcosa.-
-Scusa la domanda June, ma come pensi di rintracciarli?- chiese Liam.
-In realtà è piuttosto semplice: Jade ha tutti i contatti a casa, pensa di averli nascosti bene, ma in realtà so dove si trovano da anni.- spiegò.
-Beh, allora che stiamo aspettando?- chiese Antoine.
***
Stavano volando ormai da svariate ore, mani e faccia erano diventati insensibili e all’orizzonte stavano cominciando ad addensarsi spessi nuvoloni grigi carichi di pioggia. Il rombo dei tuoni minaccioso in lontananza.
-Forse faremmo bene ad abbassarci di quota Sapphire.- fece Dunstan scrutando preoccupato il temporale in arrivo.
-Per farci vedere dai babbani? Meglio di no, continuiamo di questa lena per un po’. Più avanti proseguiremo a piedi.-
Fece appena in tempo a finire la frase perché un tuono più rumoroso degli altri esplose con fare assordante, l’attimo dopo stava piovendo a dirotto.
-Stavi dicendo?-
-Taci Richardson.- sputò Jade prima di iniziare ad abbassarsi.
Toccarono il terreno qualche istante dopo, fradici fin nelle ossa.
-Dovremmo trovare un riparo e aspettare che smetta.- commentò Dunstan, ma Jade aveva già ripreso il cammino.
-Ehi Sapphire! Dove stai andando?-
-E me lo chiedi? A prendere quel figlio di puttana.-
-Sapphire, dobbiamo fermarci. Piove a dirotto e siamo stanchi. Anche se lo trovassimo saremmo troppo deboli per affrontarlo.-
Tuttavia la strega non sembrava intenzionata a fermarsi.
-Sapphire!-
Nessuna risposta.
-Jade!- la chiamò Dunstan afferrandole il polso.
Schivò un destro e una testata, ma prese in pieno un calcio alla gamba. Tenne duro e Jade iniziò a dimenarsi con furia.
-Lasciami Richardson! Lasciami!- urlò.
-Jade calmati adesso!-
-Ma non capisci!? È tutta colpa di quel bastardo se adesso siamo in questo stratosferico casino! È colpa sua se cinque anni fa Hogwarts è stata attaccata! E tutto quello che è successo dopo! Se non fosse stato per lui…!-
-Stai pensando a Hughes, vero?- chiese Dunstan, stranamente calmo.
Jade non rispose, paralizzata sul posto. Richardson sospirò pesantemente senza mollare la presa sul polso della strega.
-Senti, posso soltanto immaginare cosa ti sta passando per la testa. Io Hughes me la ricordo a malapena. Nonostante fossimo della stessa Casa ho meno ricordi risvegliati rispetto a voi, probabilmente non eravamo esattamente amiconi a differenza vostra. Capisco che tu voglia farla pagare a chi ha messo in moto tutto questo, ma adesso non siamo nelle condizioni di fare molto. Quindi ci troveremo un riparo e aspetteremo che il temporale finisca.-
Jade lo fissò per un attimo prima di fare un verso stizzito, rilassò le braccia e prese un profondo respiro.
-Come ti pare. Ma se lo perdiamo me la prenderò con te.- disse.
-Non ho nessun dubbio in merito.-
***
Lucas si svegliò in un luogo freddo, umido e decisamente poco illuminato. Aveva un polso ed una caviglia costretti in qualcosa di rigido. Ci volle qualche minuto perché riuscisse a mettere tutto a fuoco e quello che vide non gli piacque per nulla. Era in una stanza piuttosto piccola interamente di pietra ed in alcune parti coperta di un sottile strato di muschio. Una porta spessa di legno scuro chiudeva la stanzetta al mondo. In cima alla parete a destra una minuscola apertura che dava sull’esterno, evidentemente stava piovendo perché un rivolo d’acqua scendeva formando una pozzanghera a terra.
-Ben tornato nel mondo dei vivi, signor Auror.-
Mageía era davanti a lui, sdraiata su una stuoia di paglia quasi completamente marcia. Aveva una caviglia ed un polso incatenati al muro ed uno spesso collare di metallo attorno alla gola pieno di strane incisioni. Lucas fece per muoversi ma si rese conto di essere anche lui incatenato.
-Dove… dove siamo?- chiese stordito.
-A parte l’ovvio vuoi dire? Perché mi sembra piuttosto chiaro che ci troviamo in gattabuia.-
Lucas non rispose, si sentiva troppo stanco per farlo a tono. Sentì Mageía sospirare pesantemente, in quell’azione gli sembrò di cogliere un tremito, come se si sforzasse di non piangere, ma vedendo la posa rilassata pensò di averlo immaginato.
-Siamo nella tana del lupo. La casa di Hamilton Harvey. È da qui che organizzava il lavoro sporco per poi scaricarlo su Lloyd. È una zona isolata ed è circondata da incantesimi difensivi.- disse alla fine.
-Come fai a sapere tutte queste cose?-
-Vedi, il vantaggio di non dover rispondere alla legge è che non ho bisogno di mandati o permessi per cercare chi mi serve.- rispose.
Lucas decise che non voleva sapere i particolari su come la strega fosse venuta in possesso di quelle informazioni. Però una cosa voleva assolutamente saperla.
-Che ne è stato davvero di quella ragazza?-
Lavos si voltò verso di lui, ed il mago si ritrovò a fissare il volto inespressivo della maschera veneziana.
-Perché dubiti della storia che ho raccontato al tuo amico?-
-Lo so e basta.-
-Ah… ho capito: tutta questa battaglia non si fonda su altro se non sensazioni. Sai, anche io mi ci affido molto, ma qualche volta portano a fare degli errori di valutazione. Non c’è niente di falso in quello che ho detto.-
–Beh, io non ci credo!- esclamò nuovamente, con foga sempre maggiore.
–Ma questa è la realtà dei fatti. Non importa quello che dici, quello che pensi o che credi di sapere. È la realtà e non puoi cambiarla. Puoi solamente accettarla.- rispose Mageía senza emozione.
–Perché dovrei crederti!?- urlò Lucas.
–Perché sono l’unica che conosce la verità, tutta la verità.- affermò la strega, integerrima nella sua posizione.
–Quello che dici non è vero! Potresti dirmi benissimo un mucchio di balle! Non so perché tu l’abbia fatto, ma so per certo che non hai detto la verità!-
-Fa’ come ti pare. Questo non cambierà le cose.-
Lucas cercò di alzarsi, ma le catene lo trattennero, tintinnando minacciose.
-Voglio una spiegazione! Una vera!-
-Vuoi seriamente che ripeta tutta la storia daccapo?-
-NO! Voglio che…-
-PIANTALA!- urlò all’improvviso la strega.
-Pensi che io non sia meno addolorata di te!? Anche io ho perso una persona molto cara quella notte ed è morta sotto i miei occhi!- la sua voce tremava in modo sempre più evidente.
-Ed è stata la cosa più brutta che mi sia mai accaduta. Quindi riserva i tuoi drammi per qualcun altro.- concluse girandosi verso il muro.
Lucas si sentì improvvisamente svuotato, il terreno sotto ai suoi piedi non esisteva più. Gli sembrava di galleggiare nella parte più oscura del nulla.
Ancora non poteva credere a quell’eventualità, che quella ragazza fosse morta per davvero. Gli sembrava una sorta di possibilità distante, come una realtà parallela. Rimasero in quel silenzio colmo di vuoto per un tempo infinito prima che Lucas decidesse di mettere da parte i suoi problemi (per quanto sentisse ancora una sorta di rabbia sorda annidarsi nel suo petto, sempre più minacciosa col passare dei secondi) e pensare invece al problema più reale e urgente.
-Che cosa vuole fare Hamilton? Voglio dire… non capisco perché voglia tenerci qui.-
Mageía si girò appena, nella voce sembrava tornata la solita ironia.
-Beh, effettivamente potrebbe semplicemente decidere di dissezionarci tutti e due per puro e sadico divertimento. Non mi sorprenderebbe se avesse imparato qualche trucchetto del mestiere da Lloyd.- ammise con una voce stranamente tranquilla.
Lucas la guardò sconvolto.
L’idea di finire sotto i ferri gli sembrava assurda.
Si ritrovò incapace di pensare a qualcosa, iniziò a sudare freddo e si chiese perché gli sembrava di avere i polmoni paralizzati.
-È inutile che fai quella faccia. La situazione non cambierà di una virgola.- disse Mageía allungandosi sul pavimento umido incrociando le mani dietro la testa.
Rimase ferma in quella posizione, giocando di tanto in tanto con la pesante catena legata al polso e facendo tintinnare quella che le bloccava la caviglia.
Lucas non riusciva a concepire tanta calma.
-Come fai?- chiese alla fine.
-A fare cosa?-
-Ad essere così calma.-
-Ho fiducia in Lilidith. Il nostro legame è molto forte, sono sicura che tra non molto sarà qui.- rispose.
-Lilidith è…-
-La mia dragonessa, dovresti ricordartene, ha sfondato il soffitto del Ministero.-
-Come dimenticarsene?- disse Lucas con sarcasmo.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti.
-Puoi smetterla con quelle catene?- sbottò Lucas ad un certo punto.
-Mi rendono nervoso.-
Mageía si fermò, lo guardò per un attimo e poi tornò a dedicare la sua più completa attenzione al soffitto.
Tornò il silenzio e Lucas si ritrovò a desiderare di parlare un po’, almeno per alleggerire la tensione, ma non aveva idea di dove partire.
-Come hai fatto a diventare un Auror? Ci vuole un corso di diversi anni dopo la scuola se non sbaglio.- disse Lavos rompendo il silenzio.
-Come mai ti interessa saperlo?- chiese Lucas spiazzato
-Beh… questo silenzio sta diventando opprimente.- rispose semplicemente.
-Se non vuoi parlarne non fa niente.-
-Ho fatto un corso di tre anni dopo Hogwarts. Sono stato uno dei pochi ad essere ammessi.-
-Devi aver preso degli ottimi voti ai M.A.G.O.- osservò Mageía che nel frattempo si era appoggiata su un fianco per guardarlo.
-Beh… sì… immagino di sì.-
-Ma come fai a sapere cosa sono i M.A.G.O.?-
-Elfi domestici, ce ne sono moltissimi a Hogwarts. Ogni tanto riportano dei pettegolezzi.- rispose dopo un attimo di ritardo.
Era impossibile dire cosa stesse pensando a causa della maschera che le copriva completamente il volto. Con il passare dei minuti diventava sempre più inquietante. Era come guardare uno spirito grottesco.
-Come mai quella maschera?- chiese, incapace di trattenersi.
-Perché ti interessa saperlo?- la sua voce era sulla difensiva.
-Beh… tu mi hai fatto una domanda e pensavo adesso toccasse a me. Inoltre lo trovo strano. Hai detto di non aver mai avuto contatti umani, mi chiedevo perché sentissi il bisogno di portare una maschera.- rispose.
Mageía rimase in silenzio per un attimo prima di tornare supina.
-In Italia nella Commedia dell’Arte per recitare gli attori indossavano delle maschere. Queste stavano ad indicare il personaggio che interpretavano, così il pubblico sapeva esattamente quale ruolo avrebbero giocato durante lo spettacolo. La vita non è altro che un’opera messa in scena sul palcoscenico del mondo e lo spettatore è il Fato, o Dio, se sei credente. A volte ride di noi, altre si dispera con noi. Questa è la maschera del Matto. Questo è il mio ruolo in questa storia.-
-Il Matto?-
-Sai giocare a carte?-
-Un po’, ma cosa centra con le maschere?-
-Nelle carte da gioco il matto può diventare qualunque cosa e aiuta a vincere la partita. Questo è ciò che sono: una carta dalla capacità di diventare qualunque cosa a seconda della situazione. La carta che qualunque giocatore spera di ritrovarsi tra le mani, la carta che può porre fine alla partita se usata bene.-
C’era amarezza nelle sue parole, come se si fosse rassegnata ad un destino avverso.
In quel momento la porta della cella si aprì ed Hamilton entrò con tutta la calma del mondo. Mageía raddrizzò la schiena scrutandolo negli occhi come se stesse studiando la sua anima, mentre Lucas si irrigidì da capo a piedi.
-Sapete, questo è un gran giorno. Oggi si decide la storia, quello per cui lavoro da tutta la vita.-
-Senti, risparmiati i tuoi discorsi. Non ho nessuna voglia di sentirti delirare ancora.- disse Mageía carica di disprezzo.
-Fossi in te sarei un po’ più gentile con chi ha la tua vita nelle sue mani.-
-Tu non hai un bel niente in mano, di certo la mia morte ti provocherebbe solamente una montagna di guai.-
-Ti sbagli: senza la tua guida quelle sporche creature si sentiranno smarrite e finalmente verranno eliminate dalla faccia…- non terminò la frase perché la strega aveva cominciato a ridere.
Una risata lunga e cupa, quasi il latrato di una bestia ferita, di chi ha pianto troppo a lungo.
-Se davvero la pensi così sei più fuori strada di quanto credessi. Nessuno si preoccuperebbe troppo se dovessi morire. Certo il Popolo della Magia può anche considerarmi come qualcosa attorno a cui radunarsi, ma che io viva o muoia non fa alcuna differenza, hanno vissuto millenni senza nessuno di simile a me e di certo continueranno anche dopo.- terminò la frase continuando a ridere mentre Hamilton la guardava inorridito e confuso.
-Sai quale è la cosa più divertente di tutta questa storia? Ti sei messo nella merda da solo! Se mi uccidi o mi farai del male Lilidith ti troverà – perché puoi star certo che succederà – e ti squarterà per usarti come mangime per la sua futura cova.- concluse, sempre ridendo sommessamente.
-TACI!- la voce di Hamilton era stata potente come un tuono, aveva il fiatone, come se avesse appena finito una maratona, era furioso.
-Stai pur certa che il mio scopo ultimo non è quello di ucciderti. Oh succederà perché per quanto tu possa essere mostruosa non sopravvivresti, ma quello che voglio è il tuo cristallo.-
Lucas cercò di pensare in fretta, Mageía si era chiaramente irrigidita e lui era piuttosto sicuro di aver già sentito di parlare di cristalli all’inizio di quell’assurda storia. La strega fissò Hamilton.
-Piuttosto mi magio il fegato.-
-Tranquilla, volevo solo verificare le condizioni dei miei ospiti, la sala non è ancora pronta per quest’operazione delicata. Ma lo sarà presto e ti pentirai di essere stata così insolente.-
-Va’ al diavolo.- sputò.
Hamilton rise e si richiuse la porta alle spalle.
-Adesso cosa facciamo?- chiese Lucas.
-Perché, tu cosa vorresti fare?- fece Lavos.
-Ti ho vista usare la magia senza la bacchetta! Dovrai pur avere qualche idea su come uscire!-
-Bella pensata, signor Auror, ma vedi questo affare?- chiese indicando il collare che aveva attorno al collo.
-Queste rune sono stata incise per bloccare il flusso di magia in modo che non possa fare incantesimi. È piuttosto vecchio ed in genere non funzionerebbe così bene se non fosse stato usato ferro battuto.-
In quel momento il rumore assordante di un’esplosione mise fine a qualsiasi tipo di dialogo.
***
Il temporale si stava placando finalmente e Dunstan propose di rimettersi in marcia. Non aveva neppure terminato la frase che Jade era in piedi, decise di non farci caso e di proseguire il cammino come se nulla fosse, sapeva per esperienza che ora Sapphire doveva sbollire.
La Slieve Gullion si estendeva davanti a loro, gli alberi si erano fatti più fitti e sembrava che mille occhi li scrutassero da dietro i tronchi, Dunstan teneva la bacchetta stretta nella mano sinistra, pronto a qualsiasi possibile brutta sorpresa. Camminavano da un tempo indefinito quando finalmente scorsero un’abitazione. Sembrava un vecchio cottage da villeggiatura inglese, le pareti bianche, gli infissi d’ebano e il tetto in paglia. Tuttavia era in un tale stato di decadenza che sembrava essere abbandonato da decenni. Le ante si stavano staccando, la vernice veniva via a riccioli mentre grosse macchie di umidità la facevano da padrone, assieme alle erbacce che infestavano il giardino.
Sembrava il luogo adatto per animali infestanti come gnomi, eppure sembrava che gli esseri viventi si tenessero alla larga da quel luogo. Non un uccello, non una lucertola, nemmeno un insetto.
-Questo posto non mi piace per niente.- commentò Dunstan, guardingo.
-Che hai Richardson? Hai paura per caso?-
-Non dire scemenze. È solo che… non so… c’è qualcosa di strano.-
-Spero non ti aspettassi seriamente una bucolica casetta in mezzo al bosco da un pazzo assassino con il pallino del burattinaio.-
-Certo che no. In realtà pensavo a qualcosa di più simile ad un castello medievale in pietra, condito con guardie in armatura.-
-Beh, meno lavoro per noi.- commentò la strega
-Allora Sapphire, bussiamo?-
-E me lo chiedi? Bombarda.-
La parete dell’ingresso esplose in una cacofonia di mura infrante e vetri disintegrati.
***
L’appartamento degli Sapphire al Paiolo Magico era… disordinato; almeno per metà. Il soggiorno sembrava essere stato diviso perfettamente in due con qualche strano incantesimo: un lato perfettamente ordinato, in modo quasi compulsivo; nel secondo sembrava essere appena passato uno snaso iperattivo.
June aveva recuperato l’elenco criptato degli informatori della gemella e ne aveva contattati alcuni finché non aveva scoperto dove si era diretta Jade. Nel mentre era riuscito anche a ripercorrere i movimenti di Lucas, anche se non aveva idea di come l’Auror fosse riuscito a contattare uno degli informatori della sorella (glielo aveva confermato lo stesso con cui Root aveva parlato).
Subito dopo aveva chiamato Antoine, Anne, Liam ed Anya ed essi lo avevano raggiunto nell’appartamento.
June non ricordava una volta in cui casa sua fosse stata così affollata, nemmeno quando Jade ci portava i criminali per ottenere da loro tutte le informazioni possibili – anche con le cattive – prima  di consegnarli al Ministero.
-La Slieve Gullion? Non è in Irlanda?- chiese Antoine.
-Sì, ma non è questo il punto. A quanto pare è lì che si trova un certo Harvey Hamilton, che – udite udite – non è altro che il “benefattore” di Lloyd.- spiegò June, orgoglioso delle informazioni ottenute.
-Il “benefattore” di Lloyd? Stai dicendo il vero cattivone?- chiese Liam.
-Precisamente. Scommetto quello che volete che Jade è nella Slieve Gullion in questo momento.- disse June.
-E Lucas? Hai scoperto qualcosa?- domandò Anya.
-Sì. A quanto pare è riuscito a contattare uno degli informatori di Jade (dovrò assolutamente chiedergli come ha fatto), rintracciando Richard Grey.-
-Intendi l’impiegato all’Ufficio dell’Applicazione della Legge sulla Magia che si era alleato con Lavos per salvare il figlio?- chiese Liam.
-Proprio lui. Sono abbastanza sicuro che Lucas lo stia cercando per trovare Lavos.-
Rimasero in silenzio per qualche secondo, indecisi sul da farsi.
-Dividiamoci.- disse Anne di punto in bianco.
-Andiamo a cercare Lucas e Jade.- aggiunse.
Anya annuì, sistemandosi gli occhiali.
-Buona idea. Tu e June andrete a cercare Lucas, noi penseremo a Jade.-
-Aspetta un attimo! Perché questa disposizione?- chiese Anne, colta alla sprovvista.
-Perché voi due avete più possibilità nel trattare con Lucas. Per contro, noi possiamo trattenere Jade da fare qualcosa di veramente stupido senza troppi problemi.- rispose Alchemist serafica.
Anne avrebbe voluto protestare, o almeno chiedere che Antoine venisse con loro, ma sapeva che con Anya non aveva speranze di spuntarla. Notò con la coda dell’occhio June che ridacchiava e anche Antoine si stava trattenendo dal fare qualche commento in merito, ne era certa.
Le sembrò di tornare indietro di anni, quando erano ancora tutti e otto insieme. Antoine e June sembravano aver stretto una specie di alleanza per tormentarla, ma per quanto potesse dichiarare il loro essere insopportabili non aveva mai voluto allontanarli in nessun modo.
-E va bene! Facciamolo. Ma dove dovremmo ritrovarci?-
-Possiamo andare direttamente al Ministero, ho l’impressione che quei due dovranno dirci parecchie cose una volta che li avremo recuperati.- rispose Liam.
E dopo un cenno d’intesa si smaterializzarono.
***
-Devo dire che Richard Gray ha scelto proprio un bel posticino dove passare le vacanze.- commentò June osservando la baita immersa nella neve.
-Secondo te farà qualche tipo di resistenza?- chiese Anne.
-C’è un solo modo per scoprirlo.-
Erano quasi arrivati sull’uscio quando una voce fuori campo li bloccò.
-Fossi in voi non lo farei. Quando ci ha provato il vostro amico non è andata esattamente bene.-
June si voltò di scatto estraendo la bacchetta e stendendo un braccio davanti ad Anne. Davanti a loro c’era un uomo piuttosto alto, aveva la pelle scura dipinta in alcuni punti con della tempera biancastra. I vestiti avevano colori sgargianti, tanto che Sapphire si chiese come accidenti avesse fatto a non notarlo prima.
Lo sconosciuto aveva anche uno strano uccello rosa appollaiato sulla spalla destra.
-Quello non è un fwooper?- chiese Anne sottovoce.
-Chi sei? E cosa sai di Lucas?- domandò June allo sconosciuto, cercando di sembrare aggressivo.
-Quanto basta per condurvi da lui senza arrecare ulteriori fastidi a quelle povere famiglie. Non hanno alcun ricordo del tempo trascorso con Lavos, non possono aiutarvi.-
-Avete cancellato la loro memoria?- chiese Anne cercando di guardare meglio al di là di June, che però sembrava determinato a non esporla più di così.
-Lavos sapeva che era l’unico modo per lasciargli condurre una vita serena.- rispose l’uomo.
-Quei bambini sono diventati lupi mannari, come potranno avere una vita normale!?- fece June.
-Lavos ha grandi capacità magiche, superiori a quelle di chiunque, sia tra il Popolo della Magia che tra voi umani. Ha eliminato i cristalli presenti nei loro cuori e li ha liberati dal loro destino. È stato possibile perché la malattia non era ancora diventata irreversibile.-
-Stai dicendo che è possibile curare la licantropia!?- esclamò Anne.
-Solo se è alle prime fasi e se è Lavos a farlo, ma sì.-
-Questo è incredibile!-
June non voleva assolutamente mostrare quanto quell’informazione lo avesse sorpreso. Era pur sempre un Medimago e la cura per la licantropia era il Santo Graal della medicina magica, tuttavia c’erano svariate cose che voleva sapere.
-Sì, tutto molto bello, ma la domanda resta: che cosa sai di Lucas?-
-È venuto qui diverse ore fa, ha incontrato Richard, ma anche un’altra persona.-
-Fammi indovinare, Hamilton Harvey?-
L’uomo fece un cenno affermativo col capo.
-Che cos’è successo a Lucas?- chiese Anne preoccupata.
-Hamilton aveva cercato di portarlo dalla sua parte promettendogli di aiutarlo a scoprire che cosa sia accaduto alla giovane Hughes.-
-Quindi è ancora viva?- chiese June cauto.
A quella domanda l’uomo non rispose, continuò invece il suo racconto.
-Il vostro amico ha rifiutato, c’è stato uno scontro e ha perso. Si sono smaterializzati prima che potessi intervenire.-
-Quindi Lucas è con Hamilton.- concluse Anne, sempre più preoccupata.
June si arruffò i capelli per la frustrazione, borbottando qualcosa a proposito di teste calde che agiscono senza pensare.
-Dobbiamo andare alla Slieve Gullion. Subito.- disse preparandosi a smaterializzarsi.
-Verrò con voi. Lavos ha bisogno del mio aiuto.-
-Aspetta. C’è anche Lavos con loro?- chiese Anne.
L’uomo annuì.
-Devo aiutarla, se dovesse accadere qualcosa di grave avrà bisogno di me.-
Anne lo guardò con curiosità.
-Come ti chiami?-
-Atu. Sono un amico di Mageía.-
***
Liam, Anya ed Antoine si smaterializzarono appena fuori dalla Slieve Gullion. Morris c’era stato un paio di volte prima di scoprire che era un mago, e ancora ricordava le gite fatte con i suoi genitori. Era stato lui a guidare la smaterializzazione congiunta.
-Bene, ora dobbiamo solo trovare Jade.- disse Antoine cercando di guardare oltre la fitta boscaglia.
In quel momento sentirono un forte ruggito in lontananza. Si guardarono l’un l’altro preoccupati.
-Non dirmi che sta arrivando anche un drago.- disse Liam.
-Sbrighiamoci, dobbiamo recuperare Jade prima che…- Anya non fece tempo a finire la frase perché il rumore di un’esplosione attirò la loro attenzione.
-Trovata.-
***
June si guardò attorno. La Slieve Gullion era ancora sovrastata da spessi nuvoloni carichi di pioggia rendendo lugubre e spettrale l’intero panorama. Atu non si era fermato per guardare il punto esatto in cui si erano smaterializzati, sembrava sapere esattamente dove andare.
-Come conosci la strada?- chiese.
-Sono già stato qui in perlustrazione con Lavos.- rispose.
-Quindi sapevate già dove si trovava Hamilton?-
-Da mesi ormai.-
-E perché diavolo non lo avete comunicato…-
-Agli Auror? Non saprebbero come gestire un mago come Hamilton.-
-Non può essere così terribile. Dopotutto è un uomo solo.-
Atu lo guardò fisso per qualche istante, ma fu sufficiente per far sentire a June tutta la gravità della situazione.
-Mai sottovalutare un uomo disperato alla ricerca di vendetta. Potrebbe essere fatale.- rispose.
Non dovettero camminare molto per iniziare ad intravedere la figura di un’abitazione, nascosta da occhi indiscreti grazie alla vegetazione e alla magia.
-June… ho l’impressione che siamo in ritardo.- sussurrò Anne osservando la parete mezza crollata e ancora fumante.
-Jade… finirà per mettersi in un mucchio di guai.- borbottò Sapphire.
-Se non ci è già fino al collo.- mormorò Atu iniziando a camminare a passo spedito verso l’accesso.
-June!- chiamò la voce di Antoine appena dietro di loro.
Vennero raggiunti anche da Anya e Liam, poco distanti.
-Che cosa ci fate qui?- chiese Alchemist.
-Lucas è stato rapito da Hamilton e Atu ci ha portati qui.- spiegò Anne.
-Atu?- chiese Liam osservando il nuovo arrivato.
-Credo che sarebbe meglio rimandare le spiegazioni a più tardi. Se le cose stanno come credo la situazione sta per precipitare.- disse Atu entrando nella casa senza aspettare un istante di più.
Il gruppo di maghi lo seguì quasi subito.
-Che cos’è successo?- chiese Anya ad Anne e June.
-Siamo andati da Gray, ma Atu ci ha raggiunti prima che potessimo interrogarlo. A quanto pare tutte le famiglie che avevano collaborato con Lavos sono state obliviate e non conservano nessun ricordo a riguardo. Anche Lucas se ne era reso conto, ma prima che potesse tornare è stato catturato da Hamilton.-
-E vi siete fidati senza fare domande?- chiese Anya.
-Beh… quello che ha detto sembrava essere nello stile di Lavos e… a quanto pare anche lei si trova qui.-
Anya strabuzzò gli occhi.
-Cosa!?-
-Ragazze, odio interrompere il vostro salotto, ma penso sarebbe molto meglio se non facessimo troppo rumore.- disse Antoine abbassando la voce.
Il gruppo arrivò in quello che doveva essere il salotto. I divani erano mangiati dalle termiti, il legno marcio iniziava a puzzare e diverse travi erano chiaramente pericolanti. Il camino di pietra era scheggiato e pieno di cenere, tutto era coperto di polvere e ragnatele, come se nessuno abitasse in quella casa da anni. L’unico oggetto salvabile era una foto incorniciata perfettamente pulita raffigurante un uomo dai capelli castani ed un pizzetto curato ed una donna dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi, sorridevano tenendo per mano quello che doveva essere il figlio, un ragazzino in divisa da scuola dai capelli paterni e gli occhi materni.
Sembrano molto felici.” pensò Anne guardandola.
-Hamilton! Vieni fuori codardo!- urlò da qualche parte una voce familiare.
-Ed ecco la mia inconfondibile sorellina.- commentò June sconsolato.
In quel momento Jade irruppe nel salotto, seguita poco dopo da un Dunstan visibilmente stanco.
-E voi che cosa ci fate qui?- chiese la cacciatrice di taglie sorpresa.
-Ti stavamo cercando! Come ti è venuto in mente di venire qui da sola!?- esclamò June.
-Tecnicamente ci sono anch’io.- fece notare Richardson.
-Taci Richardson!- esclamarono all’unisono i gemelli, suscitando l’ilarità di Atu.
-E questo chi è?- chiese Jade cambiando bruscamente argomento.
Non ci fu tempo per una risposta perché un uomo anziano e sudicio dal passo zoppicante entrò nella stanza. I presenti faticarono ad associarlo all’uomo sorridente della foto linda sopra il caminetto, ma sotto tutta quella sofferenza si scorgevano gli stessi occhi – pur segnati da una luce totalmente diversa –
-Che cosa ci fate in casa mia?- chiese.
Nessuno ebbe tempo per dare una risposta perché un rapito incantesimo muto colpì in pieno Hamilton, scaraventandolo contro la parete. Atu, che fino a poco prima sembra una persona gioviale aveva completamente cambiato espressione. Sul volto si leggeva una fredda calma che si mescolava col disgusto.
-Dov’è Lavos?- lo chiese con una voce talmente fredda da raggelare la stanza.
Hamilton sorrise, un sorriso crudele che mise immediatamente tutti sull’attenti.
-Tu devi essere il suo cagnolino.- disse.
Atu fece per avvicinarsi, ma Anya lo fermò prima che potesse fare una mossa avventata.
-C’è un modo più semplice per ottenere informazioni.- disse.
L’uomo la guardò, poi si rilassò e si fece da parte. Alchemist si avvicinò ad Hamilton e l’attimo prima che potesse usare la Legilimanzia sentì un pensiero residuo che la immobilizzò.
È lei la Legilimens di cui Lavos mi ha parlato quindi.
Anya si voltò di scatto.
-Come…- ma quella distrazione le costò cara.
-ANYA!-
La strega fece a malapena tempo a vedere lo schianta incantesimo che si ritrovò a volare dalla parte opposta della stanza. Finì contro qualcosa di inaspettatamente morbido.
-Tutto apposto?- chiese una voce sofferente.
-Liam!- il mago era riuscito ad intercettare l’amica prima che colpisse dolorosamente la parete, sorte che – ovviamente – era ricaduta su di lui.
Nel frattempo Atu, Jade e Dunstan avevano cominciato a scagliare incantesimi a raffica che venivano prontamente intercettati da Hamilton.
Anne e Antoine scomparvero nel corridoio dal quale era arrivato Harvey e June raggiunse i due feriti.
-Tutto bene?- chiese mentre agitava la bacchetta curando le ferite superficiali dei due.
-Ora meglio, grazie.- fece Liam.
Sapphire fece una smorfia divertita.
-L’ho sempre detto che i cervelloni dovrebbero stare lontani dalle battaglie.- disse.
-Ha parlato il medico. Tu dovresti essere l’ultima persona presente su un campo di battaglia se vogliamo dirla tutta.- disse Anya seccata.
-Sbaglio o sono anche incredibilmente dotato in combattimento?- ribatté June.
-Proprio non capisco come faccia Anne a sopportarti.- fece Anya.
-Anne mi adora.- affermò Sapphire.
-Qualcuno deve andare a cercare Lucas.- disse Liam mentre cercava di alzarsi.
-Sono andati Anne e Antoine. Appena è iniziato lo scontro hanno imboccato lo stesso corridoio da dov’è arrivato Hamilton.- spiegò velocemente June.
-Da soli!?- esclamò Anya.
-Non sono mai stati abili nei duelli, in compenso sono molto bravi a trovare le persone.- disse June, ma si capiva che anche lui era preoccupato.
Speriamo che vada bene.” pensò Anya in preda all’angoscia.
***
-Che cosa sta succedendo?- chiese Lucas sentendo i rumori tipici di una battaglia in corso.
-Beh, quando Hamilton  si è fiondato fuori dalla porta è ovvio che non attendesse visite così… rumorose.-
-Abbiamo una possibilità di scappare. Dobbiamo sfruttarla.-
-E come? Non so se lo hai notato, ma nessuno di noi può usare la magia al momento e io non conosco i trucchi babbani per scassinare le serrature.-
Una voce dal corridoio interruppe il dialogo.
-Lucas! Lucas dove sei!?-
-Anne? Anne sono qui!- gridò Root poco prima che il volto di Antoine facesse capolino dalla porta.
-Eccoti qui! Ci hai fatti preoccupare, sai?-
-Anche io sono contento di vederti Antoine, ma vorrei uscire se fosse possibile.-
-Come vostra signoria desidera. Alohomora.-
La porta si aprì con un sonoro clack ed i due ex Tassorosso entrarono nella cella. Subito dopo Lucas si ritrovò soffocato da uno scricciolo.
-Anne… non respiro…-
-Oh mio Dio mi dispiace. Eravamo preoccupatissimi! Che diavolo ti è saltato in testa di fare tutto questo macello da solo! Ti sei fermato anche solo un attimo a pensare alle conseguenze!? Certo che no! Scemo impulsivo che non sei altro!- aveva detto tutto questo parlando a macchinetta e trattenendo a stento le lacrime.
-Scusa mamma.- disse Lucas ricevendo un colpetto quasi privo di forza sulla spalla.
Antoine si accorse solo in quel momento della strega seduta davanti a Lucas. Fece quasi un balzo indietro dallo spavento, lei non aveva fiatato e per un momento aveva pensato si trattasse di un poltergeist, forse per la maschera inquietante che le copriva il volto.
-Lavos, suppongo.- riuscì a dire.
La strega non disse nulla, si limitò ad osservarlo con i suoi occhi magnetici, racchiudenti un vortice confuso di emozioni, o forse nessuna.
Nel frattempo Anne aveva liberato Lucas, ma Antoine era ancora paralizzato.
-Antoine, ti senti bene?- chiese Root.
-Eh? Sì, certo.-
A quel punto Lucas si rivolse a Mageía.
-Che cosa vuoi fare?- chiese.
La strega lo guardò, esattamente come aveva fatto con Leroux. Alla fine si alzò e porse loro i polsi ammanettati.
-Andiamo a prendere quel figlio di puttana.-
Fecero appena in tempo a liberarla che la strega si era già catapultata fuori dalla stanza.
-Aspetta! Come farai con il collare? Hai detto che blocca le tue capacità magiche.- disse Lucas cercando di starle dietro.
In tutta risposta Lavos entrò in quella che sembrava un’ex cantina trasformata in una lugubre sala operatoria. Era scura, macchiate di uno strano marrone metallico in alcuni punti, puzzava di umidità e morte. In quella stanza maledetta sembrava essere bandito qualunque suono.
Anne ebbe un mancamento, ma Antoine la sorresse prima che cadesse.
-Che posto è questo?- chiese mentre Lavos afferrava una katana, la sua bacchetta ed un arco, dimenticati in un angolo.
-Il laboratorio in cui Hamilton e Lloyd effettuavano i loro esperimenti. Vi risparmio i dettagli.- disse con rabbia mentre si affrettava ad uscire sistemandosi le armi addosso.
-È… orribile…- mormorò Antoine.
-È ciò che può causare un dolore senza fine e senza scopo. È ciò che crea la disperazione. Se non altro ora avete le prove.- disse Mageía soffermandosi sulla soglia.
Lucas la guardò di traverso e notò che il pugno chiuso sulla katana tremava. Per un attimo ebbe una sorta di flash, dove un altro pugno chiuso su una bacchetta tremava allo stesso modo, ma di paura, non di rabbia.
***
Al piano di sopra la battaglia infuriava. Jade, Dunstan e Atu attaccavano Hamilton da tutti i fronti. June si occupava di coprire loro le spalle con incantesimi difensivi mentre Liam copriva le spalle ad Anya che tentava di penetrare nella mente del mago, senza successo.
Uno schianta-incantesimo si abbatté su Jade scaraventandola dalla parte opposta della stanza. Della polvere cadde come neve dal soffitto seguito da un debole scricchiolio.
-SAPPHIRE!-
-Pensa al duello Richardson, sto bene.- disse Jade, mo’ di imprecazione.
June si avvicinò alla gemella ed evocò un paio di incantesimi curativi.
-Sto bene, non ho bisogno della badante.- protestò la strega.
-Hai cinque costole rotte Jade.-
-Bazzecole.-
-Fatti curare e taci.-
In quel momento anche Dunstan venne scaraventato nella loro direzione.
-Ti avevo detto di concentrarti sul combattimento idiota.- lo rimproverò Jade.
Richardson sputò per terra con rabbia, solo che insieme alla saliva uscì anche sangue.
-Quel bastardo è veloce, dev’essersi allenato con le Creature Magiche.- disse mentre si puliva la bocca con il dorso della mano.
Fece per rialzarsi ma June lo bloccò.
-Hai un polmone perforato come minimo. Tu rimani fermo e ti fai visitare.- sentenziò.
-Epismendo.-
 
-A quanto sembra siamo rimasti solo noi due cagnolino.- disse Hamilton beffardo.
-Io basto e avanzo per uno come te.-
Un sorriso sinistro piegò le labbra di Harvey che lanciò un altro incantesimo dal colore delle tenebre.
-Vedo che hai avuto molto tempo per i tuoi esperimenti.- disse Atu evitandolo.
-Quando combatti creature impure è questo ciò che fai: ti perfezioni prendendo spunto dalle loro debolezze.- un secondo incantesimo, questa volta argentato, colpì di striscio la spalla destra di Atu.
Per un momento ci fu solo un dolore assordante mentre la vista gli esplodeva in mille puntini colorati. Atu cadde a gattoni tenendosi la spalla e mugugnando imprecazioni nella sua lingua d’origine.
-Questo per esempio lo realizzato studiando quelli della tua razza.- disse Hamilton alzando la bacchetta.
-Direi che questo breve, quanto ridicolo scontro è giunto al termine.-
-Expelliarmus!- esclamò Liam, ma il suo incantesimo rimbalzò su uno scudo.
-Patetico.-
-Anya… dovresti fare le tue cose da Legilimens.- disse Liam angosciato.
-Non… non ci riesco…-
-Beh… un animale sa quando viene battuto, dico bene?- mormorò Hamilton mentre alzava la bacchetta.
Atu lo guardò carico d’odio mostrando i denti.
-Adieu.-
In quel momento una freccia trapassò la mano del mago evitando per un soffio la bacchetta. Hamilton urlò di dolore. Osservò stupefatto la freccia e poi si voltò nella direzione dalla quale era arrivata.
Mageía, Lucas, Anne ed Antoine erano sulla soglia ed ognuno di loro aveva la bacchetta sfoderata. Tranne Lavos che aveva ancora in mano l’arco, il collare sempre attorno al collo.
-Non osare toccare Atu lurido pezzo di merda.- sibilò la strega tra i denti.
Harvey estrasse la freccia dalla mano e guardò in cagnesco la ragazza.
-A quanto pare siamo alla resa dei conti.- disse.
-Voi due, mettetevi al riparo.- disse Lavos.
-Dici a noi?- chiese Antoine senza abbassare la bacchetta.
-Non è uno scontro che potreste sostenere.-
-Non ci hai mai visto duellare.- protestò Anne.
In quel momento un incantesimo volò velocissimo nella sua direzione. Fu questione di un momento. Mageía ripose l’arco e sfoderò la katana che tagliò il sortilegio in due. Le metà si schiantarono ai lati di Cox, lasciandola illesa.
-Mettetevi al riparò.- ripeté.
Questa volta i due non protestarono e si avvicinarono agli ex Corvonero.
-Come pensi di combattere senza magia?- sussurrò Lucas rafforzando la presa sulla bacchetta.
Mageía lo guardò per un attimo ed il mago ebbe la netta sensazione di averla sentita ridacchiare.
-Guarda e impara.- disse prima di lanciarsi su Hamilton a spada tratta.
Harvey scaglio una serie di rapidi incantesimi che vennero tagliati dalla katana di Lavos. La strega roteò su sé stessa prima di calare la lama, ma Hamilton fu un attimo più veloce e riuscì a prendere il colpo solo di striscio.
Nel momento in cui si allontanò a sufficienza da Atu, Lavos fece cambio con l’arco e scoccò una freccia che, conficcandosi sopra il caminetto esplose di un’intensa luce verdastra che abbagliò l’avversario.
-Che dici, so combattere senza magia?- chiese Mageía beffarda.
Lucas scagliò l’incantesimo Diffindo e Hamilton dovette ritrarre la bacchetta per non rimanere ferito alla stessa mano che era stata precedentemente trafitta dalla freccia.
-Dico che non devi distrarti.- rispose rimanendo in posizione di attacco.
-Bene, allora io lo attacco frontalmente, tu mi copri.- disse Lavos sfoderando nuovamente la katana.
-Lo attaccheremo insieme Lavos.- disse Atu che si era rialzato in quel momento.
I due si scambiarono uno sguardo d’intesa e l’attimo dopo partirono all’attacco.
Hamilton cercava di contrastarli con una serie di rapidi incantesimi (nessuno dei presenti era in grado di identificarli), Lavos riusciva ad evitarli quasi sempre ed Atu attaccava sfruttando tutta la sua forza bruta. Lucas scagliava incantesimi offensivi a distanza, il che risultava piuttosto complicato visto che cercava di non colpire gli alleati, i quali si muovevano con una rapidità sconcertante.
Anne stava aiutando June a curare Jade e Dunstan, che tra tutti erano decisamente i più malconci, quando qualcosa le cadde sulla testa. Si portò la mano sul capo per controllare cosa fosse. Si ritrovò tra le mani un pezzo di legno marcio pieno di polvere. Guardò in alto e si rese conto con orrore che le travi del soffitto non avrebbero retto a lungo, non con uno scontro in piena regola in corso.
-June, dobbiamo uscire, adesso.-
-Di  cosa stai parlando?- chiese il mago.
Cox si limitò ad indicare il soffitto dal quale di nuovo piovve una manciata di polvere.
-Merda…-
Antoine si rese conto in quel momento che Hamilton aveva gli occhi puntati su di loro. Era stata questione di un attimo, ma era bastato.
-VIA!- gridò cercando di scansarsi afferrando Anne per un braccio che era la più vicina.
L’incantesimo Confringo di Hamilton si schiantasse contro le travi marce.
Ci fu un esplosione di lego e polvere ed un tuono fragoroso esplose nel salotto abbandonato.
June guardò in alto per vedere il soffitto che gli cadeva sulla testa, stava per alzare la bacchetta quando un’onda d’urto lo spinse lontano assieme a Dunstan che gli cadde praticamente addosso.
Le orecchie fischiavano, gli girava la testa ed aveva la vista annebbiata. Gli ci volle qualche minuto per rendersi conto che qualcuno mancava all’appello. Si guardò attorno freneticamente. Anya e Liam erano così concentrati sullo scontro che sembrava non si fossero accorti di nulla. Antoine aveva triato via Anne poco prima che lui venisse spinto via da un incantesimo Depulso. Ne conosceva soltanto uno che aveva quella forza dirompente, quasi più adatta a schiantare che non ad allentare il bersaglio.
Si voltò a fatica verso il cumulo di legno marcio accatastato dove fino a poco prima si trovavano loro. Una bacchetta di pruno era rotolata poco più avanti.
Il suo cuore perse un battito. Si avvicinò alla bacchetta, la raccolse e si guardò nuovamente introno. Il suo sguardo tornò a posarsi inevitabilmente sulla catasta di legno marcio.
Il fischio nelle orecchie cessò ed una fredda lucidità si impossessò improvvisamente di lui.
Si avventò sulla catasta di legno appena crollata e aveva appena sollevato la bacchetta quando si rese conto che un incantesimo poco accurato avrebbe distrutto la costruzione in equilibrio precario. Conficcò le dita nel pavimento ed immediatamente sanguinarono per le schegge, ma non gli importava.
Si avvicinò ancora di un passo, sperando di vedere qualcosa, ma era come guardare nel buio più totale. In quel momento un grido gli salì dal cuore alla gola per trovare voce tra i denti. Un urlo disperato di chi teme di essere rimasto solo.
-JADE!-
***
Lucas aveva appena avuto il tempo di vedere l’incantesimo partire, scorgere l’orrore negli occhi di Atu e Mageía che non avevano potuto fare nulla, prima di intravedere un lampo di luce verde esplodere dalla bacchetta di Hamilton.
Sentì Atu chiamare Lavos con un nome diverso, ma il suono dell’impatto delle travi che cadevano a terra gli impedirono di sentirlo.
Ci fu un attimo di silenzio, una finta calma e l’aria immobile. Persino la polvere sembrava essersi fermata a mezz’aria.
Poi fu come se dal nulla si alzasse un forte vento con la potenza di una tromba d’aria. Un urlo straziante colmo di dolore si diffuse nell’aria ed una figura davanti a lui mutò aspetto, come in uno di quei film babbani dove una persona sottoposta ad un esperimento genetico si trasforma sotto gli occhi dello spettatore in un mostro antropomorfo.
Così davanti a lui si palesò una figura addolorata, circondata da un vento tempestoso, munita di ali, una coda ed un paio di corna bianche.




*Solito aspetto da mezzo drago*
Ecco è con questo che intendo un "capitolo corposo", che ne pensate?
Devo dire che mi sono divertita molto a scriverlo, ci tenevo soprattutto alla scena con Lavos e Lucas in cella quando lei spiega il motivo della maschera. Quando l'ho scritto la prima volta avevo da poco fatto una ricerca per la scuola sulla Commedia dell'Arte e il concetto delle maschere mi è piaciuto veramente tanto. Spero non sia sembrato forzata la fusione con il matto delle carte.
Beh... che altro dire... un sacco di morti e mutazioni... sì direi che posso lasciarvi qui senza nessun'altra spiegazione.
Ringrazio tantissimo Carme93 e Feather_11
 per aver recensito.
Noi ci vediamo la prossima volta con "Salvala dal suo destino"
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*Saluta sbracciandosi e scodinzolando*
   
 
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