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Autore: hinata 92    25/03/2020    1 recensioni
Il piccolo Goten, a causa di un evento traumatico, ha deciso di smettere di allenarsi. Oggi, a sedici anni, tutti lo considerano un fallito buono a nulla, tranne il suo fratellone e il suo migliore amico, che hanno un piano per ridargli un po' di fiducia in se stesso...
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goten, Piccolo, Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Impegno

 

Fu molto, molto meno stressante di quanto Goten si sarebbe mai aspettato. Certo, le giornate di allenamento con Trunks erano molto più divertenti di quelle con Junior, ma dovette ammettere con se stesso che, stanchezza a parte, quello stile di vita gli piaceva: qualche ora di scuola, e poi una sorta di vacanza dallo studio e dai suoi genitori di ben due settimane da passare ad allenarsi, sì, ma anche a chiacchierare, a scherzare e a divertirsi. E poi quell’allenamento per lui non era così faticoso, almeno fino a quel momento. Doveva limitarsi a tenere la barriera più a lungo possibile e aveva scoperto di poterlo fare per qualche ora senza problemi, anche subendo i tanto temuti attacchi energetici, che dentro la camera potevano essere lanciati senza rischiare danni. Di solito erano i suoi avversari che dovevano fermarsi a riposare.

Con una dovuta eccezione.

«Alzati.»

Goten alzò la testa, esausto: «Sono due giorni che non mi siedo, almeno quello. Posso creare la barriera anche da seduto.»

Junior gli lanciò una sfera di energia: «Ho detto ALZATI!»

Goten non ebbe neanche la forza di guardare. Una barriera viola in miniatura comparve direttamente attorno alla sfera di energia, trasformandola in un’innocua pallina che gli rimbalzò in testa, dopodiché, semplicemente, crollò dal sonno. Junior, apparentemente indifferente al ragazzo addormentato, prese la pallina viola in mano e osservò in trasparenza il suo colpo, perfettamente attivo e funzionante ma cristallizzato. Provò a sfondare la piccola barriera, ma non ci riuscì. Si voltò verso Goten, che russava debolmente, e sorrise soddisfatto.

«Eccellente.»

 

Gohan guardò di storto il vecchio maestro, mentre Goten fuggiva a gambe levate dalla Stanza per raggiungere Trunks.

«Hai esagerato.»

«Neanche un po’.»

Il giovane uomo sospirò: «Se fai passare a Goten la voglia, tutto questo lavoro andrà in fumo, lo sai, vero?»

Junior si limitò a lanciargli la pallina viola: «E tu lo sai che tuo fratello dà il meglio di sé sotto pressione, vero?»

Gohan guardò la pallina controluce, impressionato. Il namecciano aggiunse: «È là dentro da quattro giorni e la barriera non dà segni di cedimento. Se ci si mette, Goten è il degno figlio di Goku quando si allena, anche migliore di te. Sarebbe un guerriero fantastico.»

«Lui è un guerriero fantastico. Un guerriero specializzato in difesa. Ci mancava nella squadra uno così, no?»

Junior sospirò: «Certo, ma se superasse quel blocco, sarebbe ottimo anche in attacco.»

«Cominciamo così. Comunque, quanto ci hai messo a fargli fare questo?»

«Due giorni.»

«Non interi, vero?»

Il namecciano si limitò ad annuire e Gohan fece una smorfia: «Oh mamma...»

Si rigirò la pallina fra le dita: «E di questa cosa ne facciamo?»

Goten, che era tornato indietro a recuperare il fratello, intervenne: «Posso tenerla io? Solo fino a stasera!»

«Che vuoi farne?»

«Smaltirla in modo ecologico. Stasera devo venire a cena da te, no?»

Gohan annuì perplesso: «Sì...»

«Allora ci penso io.»

Goten si allontanò con la sua sferetta in mano, lasciando Gohan e Junior perplessi.

«Fammi indovinare. Stai per autoinvitarti a cena.»

«Mi basta giusto un bicchiere d’acqua.»

L’uomo sospirò, pensando a cosa avrebbe detto Videl. Quante ne doveva sopportare, per il suo fratellino...

 

Alla fine della cena, Goten prese sulle spalle la sua nipotina e la portò fuori, in cortile, seguito da Gohan, Videl e Junior.

«Sei pronta per la sorpresa?»

Pan esultò: «Sììì

Goten sorrise: «E allora non staccare gli occhi dal cielo.»

Detto questo, prese dalla tasca la sua pallina viola e con uno scatto la lanciò in alto con tutte le sue forze, per poi prendere la mira, con un occhio chiuso, e lanciare un colpo energetico dall’indice, netto e preciso, diretto solo alla sua piccola barriera e a quel minuscolo punto debole che forse solo lui era in grado di individuare. Il colpo cristallizzato di Junior esplose in un turbinio di luci e colori.

«I fuochi d’artificio!!!»

Goten sorrise: «Sei felice?»

«Sììì! Grazie, zio Goten, è bellissimo!»

«Prego, Pan.»

Alle loro spalle, Gohan era con gli occhi sbarrati, con più o meno la stessa faccia con cui, anni prima, aveva assistito alla prima trasformazione di Goten in Super Sayan.

«Non. Ci. Credo. Erano anni che non sparava un colpo!»

Junior sorrise: «Che ti dicevo? Se vuole, è un genio. Sprecato, ma un genio.»

Gohan scosse la testa: «No, non sprecato. Solo... pacifico.»

«Che, in un mondo di guerrieri, è un po’ sprecato.»

«Ma in un mondo in pace, è perfetto. Lui potrebbe davvero capire come usare quello che ha imparato per combattere in modo pacifico. Sarebbe fantastico.»

«In un mondo in pace.»

Gohan sorrise: «Per quello ci siamo io, te e tutti gli altri, no?»

«Vuoi troppo bene a tuo fratello.»

«Gli vuoi bene anche tu, o non ti impegneresti così tanto. E a te non piacerebbe un mondo di pace?»

Junior sospirò: «I figli del più grande guerriero dell’universo pacifisti, che ironia.»

Ma anche lui rimase per un po’ a guardare rapito ciò che il suo colpo distruttivo e un genio pacifista avevano prodotto, insieme: uno spettacolo in cielo e la risata di una bambina.

 

«Sinceramente, inizio ad essere un po’ stanco…»

Trunks, trasformato in Super Sayan, fece una smorfia imbarazzata. Goten non aveva tutti i torti, per cercare di stimolarlo avevano deciso, per quella sessione di allenamenti, di alternarsi a turni di venti minuti nella Stanza, e quindi il ragazzo aveva dovuto sostenere i colpi a piena potenza sia di Junior che di Gohan prima di lui. Trunks indugiò. Avrebbe dovuto fermarsi o continuare?

Goten, all’interno della sua barriera, sbadigliò vistosamente, con la bocca completamente spalancata. Trunks decise di testare l’amico un’ultima volta, e poi fermarsi: lanciò un colpo energetico proprio nell’istante in cui gli occhi dell’amico erano chiusi, tenendosi pronto, se necessario, ad acchiapparlo al volo e a buttarlo a terra.

Un istante prima che la sfera di energia colpisse la barriera, questa cambiò colore, passando da viola a verde acqua, e, non appena il colpo venne a contatto con essa, per un attimo assunse quella tonalità d’oro che Trunks era abituato ad associare al Super Sayan. Goten sussultò, sbarrando di colpo gli occhi, e dalla sorpresa lasciò cadere la barriera.

Trunks corse da lui: «Got, che succede?»

Il ragazzo si fissò le mani perplesso: «Io… io non lo so. L’ultimo colpo… invece che stancarmi mi ha dato una botta di adrenalina. Come se avessi bevuto una tazza di caffè.»

«Questo è strano… pensi di poterlo rifare?»

«Non lo so. Possiamo provarci.»

Trunks caricò il colpo, mentre Goten cercò di rifare quel che aveva creato poco prima. Il primo risultato però fu la solita barriera violetta.

Trunks, prima di lanciare l’onda energetica, gli disse: «Prima era di un altro colore.»

«Lo so, dammi un momento.»

Non aveva mai provato a cambiare la tecnica di base della sua barriera prima di allora, ma chiuse gli occhi e si concentrò sull’energia proveniente dal corpo di Trunks, un’aura che conosceva benissimo. Poteva avvertirne la concentrazione nelle dita, nella mano, nel braccio e ancora più su, nel tronco… Non era semplice, ma provò a concentrare la propria aura non per respingere, ma per accogliere quella dell’amico.

Trunks, ben concentrato a non far partire il colpo per errore, notò come la barriera intorno a Goten iniziasse a cambiare colore, passando dal viola al rosso, dal rosso al blu dal blu al verde; soprattutto, però, notò l’espressione del ragazzo, che da corrugato dallo sforzo, lentamente, si rilassò, aprendo appena la bocca, cambiando il ritmo del respiro, fino a sembrare in uno stato di concentrazione mistica. Il ragazzo dai capelli viola quasi si spaventò, non aveva mai visto Goten comportarsi in quel modo e soprattutto non aveva mai avvertito la sua aura modificarsi in quella maniera, cambiando repentinamente frequenza, quasi non fosse più lui, per poi diffonderla con un tocco leggero delle dita attraverso la sua barriera, che si stabilizzò nel colore verde acqua di poco prima.

«Ora.»

Fu un sussurro leggero, ma detto con una tale convinzione che Trunks sentì un brivido lungo tutta la schiena e obbedì all’istante, lanciando il colpo. L’onda energetica impattò sulla barriera e ne venne completamente assorbita, facendo cambiare a quest’ultima il colore in oro e, quasi come se fossero una cosa sola, facendo trasformare all’istante Goten in Super Sayan, come non faceva da anni. Trunks, dallo spavento, cadde a terra tornando normale, mentre Goten, ancora concentrato, cercava gestire quella quantità improvvisa di energia. Aveva adattato la propria barriera, la propria aura a quella di Trunks; ora doveva fare l’opposto, adattare l’energia dell’amico alla sua…

Lentamente, la barriera si spense, tornò verde acqua e poi violetta. Goten, invece, continuò a risplendere ancora per un po’ della luce del Super Sayan, ma poi anche lui, in qualche modo, si spense e tornò il solito. Tolse la barriera, ma ancora per qualche istante rimase in quella fase di concentrazione assoluta, per poi crollare definitivamente a terra di fronte all’amico con un leggero fiatone. Non aveva ancora riaperto gli occhi.

«Got… C-che è successo?»

Di tutta risposta Goten ridacchiò e si costrinse a riaprire gli occhi. Trunks sussultò leggermente: erano di un colore strano, non più blu da Super Sayan ma neanche ancora scuri come al suo solito.

«Non ne ho idea, Trà, ma è stato fantastico! Non so come, ma in qualche maniera sono riuscito a prendere la tua onda energetica e… a farla mia. Per un attimo mi sono sentito forte e combattivo come quando ero bambino!»

Trunks scosse la testa: «Non ti sei sentito… lo eri! In tutto e per tutto! Sei diventato Super Sayan, cavolo!»

Goten sussultò dalla sorpresa, e solo allora l’amico si rese conto che era tornato davvero il solito: «Eh? Sul serio?»

«Non te ne sei neanche accorto?»

Goten arrossì leggermente: «No… vedi, ho cercato di concentrarmi sulla tua energia e quando mi è arrivata… per un attimo mi sono sentito come te. Come se non avessi mai smesso di allenarmi.»

Trunks si alzò e si diresse verso la porta. Era contemporaneamente spaventato ed eccitato: «Questa dobbiamo raccontarla a Gohan e Junior.»

Goten si agitò: «No! No, aspetta! Poi Junior mi torturerà finché non riuscirò a rifarlo e non so neanche come ho fatto!»

«Sei tu che non ti rendi conto! Hai appena fatto qualcosa di straordinario, che non ho mai visto fare a nessun altro! Per un attimo sei diventato un altro Goten, uno potentissimo!»

Goten ridacchiò: «Solo perché sono riuscito a trasformarmi in Super Sayan dopo sette anni…»

Trunks gli sorrise: «Neanche lontanamente, l’hai fatto prima di quello. E sono sicuro che quel Goten che si nasconde dentro di te potrà fare cose straordinarie!»

Goten, incapace di replicare, sospirò: «Continuo a ripeterlo, ma nessuno mi ascolta: non caricatemi di aspettative, non le reggo…»

 

Goten non guardò mai in faccia né Junior né Gohan durante tutto il racconto di Trunks. Aveva paura delle loro espressioni, e delle loro aspettative. Quando Trunks finì di parlare, Gohan era pronto a intavolare una discussione, ma Junior non gliene diede il tempo e si rivolse direttamente a Goten.

«Vieni con me. È ora di cambiare tipo di allenamento.»

Il ragazzo fece una smorfia: «Lo sapevo…»

Demoralizzato, fece per tornare dentro la stanza, ma il namecciano gli mise una mano sulla spalla.

«No, non lì.»

«Eh?»

Gohan intervenne: «Ma Junior, se non siamo all’interno della Stanza dello Spirito e del Tempo, il tempo scorrerà!»

Il namecciano sbottò: «E tua madre dovrà farsene una ragione! Avevi ragione, Gohan, tuo fratello è un guerriero completamente diverso, e io ho sbagliato a volerlo allenare come ho fatto con te. Ha bisogno di un allenamento apposito, e su questo pianeta sono fra i più esperti a poterglielo impartire. Ma ci serve una cosa che nella Stanza non c’è, purtroppo.»

Goten era confuso, intimorito e incuriosito allo stesso tempo. Junior se ne accorse e lo guardò negli occhi: «Tu lo sai, i miei allenamenti non sono per pappamolla. Tu ne hai timore, lo so bene, ma credimi, il racconto di Trunks mi ha fatto capire di cosa hai davvero bisogno. Seguimi, e ti garantisco che non dovrai più avere paura di quello che sei. Se superi questa tua paura, non so se sarai il guerriero più forte, ma di sicuro sarai una persona migliore, più serena e non avrai più quella faccia da topolino terrorizzato. Allora, vieni con me o rimani a rintanarti per sempre nella tua cameretta a sentire le persone che non capiscono il tuo potenziale ripeterti che sei un fallito?»

Goten sospirò: «Non ci sei andato per il sottile, eh?»

«Ti ho sottovalutato e ti ho lasciato sottovalutare per troppo tempo, è il momento di recuperare.»

«Per quanto mi scocci ammetterlo, se non ci riesci tu non ci riuscirà nessuno.»

«E allora andiamo.»

 

E rieccoci qua! Gli allenamenti di Goten continuano senza sosta e qualche effetto evidentemente lo stanno producendo… ma quali bisognerà ancora scoprirlo! Una cosa ve la posso assicurare, Junior cambierà stile di allenamento ma non ci andrà leggero neanche in questo caso.

Ringrazio tantissimo bulmasanzo per il suo incoraggiante commento e le auguro il mio più sincero bentornata sulle mie storie.

Al prossimo capitolo!

Hinata 92

  
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