Nota autore: questa è la prima fan fiction che scrivo dopo tanti anni, non so se i miei vecchi lettori bazzicano ancora su questo sito, ma spero tanto di cavarmela con questa ff e farmene di nuovi, magari.

Il suono di quella domanda ancora rieccheggiava in quella piccola stradina di periferia.

« Perchè lo hai fatto? » ripetè l'asso, non ricevendo risposta.

Nishinoya si fermò pochi passi davanti a lui, lo sguardo inchiodato sulle sue scarpe. Quella domanda era uscita così, spontaneamente, nel silenzio più assoluto. Senza un preavviso o una frase d'apertura, eppure lui sapeva perfettamente a cosa faceva riferimento Asahi, ma non potè fare a meno di fingere il contrario.

« Cosa? » chiese senza voltarsi a guardarlo.

« Perchè non hai voluto rientrare in squadra, quando hai saputo che avevo lasciato? »

Era fatta, l'interrogativo che Asahi si era portato dentro per tutte le settimane che erano seguite al suo ritorno, forse oggi avrebbe avuto risposta. I rapporti tra i due si erano fatti parecchio tesi i primi giorni dopo il suo ritorno, le cose erano tornate alla normalità nel giro di poco e senza che i due discutessero dei loro sentimenti a riguardo.

Eppure Asahi non riusciva a darsi pace, conosceva benissimo il suo compagno di squadra, sapeva cosa provava ogni volta che si trovava in campo, l'impegno che ci metteva anche durante un normale allenamento. Sapeva com'era fuori dal campo e la maturità che sembrava sviluppare dentro esso lo lasciava sempre incantato, quindi proprio non riusciva a dare una spiegazione al suo gesto.

« L'ho fatto per te, idiota. » replicò gelido, voltandosi verso di lui « Perchè non sarebbe stato lo stesso senza di te. Perchè per quanto la pallavolo mi faccia stare bene, non potevo pensare di non recuperare mai più una palla, per darti l'occasione di schiacciare. Tu il prossimo anno non ci sarai più e io non so come farò... »

Si bloccò di colpo, perchè mentre lo diceva realizzava che effettivamente dalla fine di quell'anno scolastico, Asahi non avrebbe più giocato con loro. Si portò una mano sul viso, cercando di soffocare i singhiozzi, e Asahi lo afferrò per poi stringerlo a sé.

Lo avvolse nell'abbraccio più forte e sincero che avesse mai dato in vita sua, affondando il viso nei suoi capelli fino a quando il piccolo libero non alzò finalmente la testa e in un attimo si ritrovò le labbra di lui sulle sue. Lo colse di sorpresa, non se lo aspettava, ma in quel momento l'asso abbandonò tutta l'insicurezza che lo coglieva ogni volta fuori dal campo. Lo strinse ancora più forte a sé, cincendogli la vita con le braccia e ricambiando il bacio.

Rimasero lì a baciarsi diversi minuti, prima di riprendere in silenzio la strada di casa. Quando arrivarono al bivio che li separava si salutarono con un cenno di mano e una volta lontani dallo sguardo dell'altro, entrambi iniziarono a correre come matti verso la propria casa, con il cuore a mille e la testa piena di pensieri.