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Autore: Journey    27/03/2020    1 recensioni
Che cosa succederebbe se Lucifer e Chloe si fossero incontrati quand'erano ragazzi per poi perdersi di vista e ritrovarsi solo da adulti? E che cosa succederebbe se nei loro giorni di gioventù avessero avuto una figlia che hanno rincontrato solo dopo diciotto anni? In questa FF un po' AU, un po' OCC, e sicuramente What If? i nostri protagonisti si troveranno a fare i conti con questa nuova nuova situazione.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 27 A


Lucas Fletcher era morto. Ormai era passata qualche settimana e nessuno riusciva ancora a farsene una ragione. Quel peso opprimente che Chloe provava si fece sempre più intenso da quel momento. Lucifer era distrutto. Aveva dovuto dare quella notizia, che fino a qualche anno prima non l’avrebbe scalfito in quel modo, sia al tenente nonché madre della vittima che ad Abigail. Aveva visto le loro espressioni cambiare davanti a lui, farsi sempre più buie e sofferenti. Continuava a vivere, giorno per giorno, la sofferenza di sua figlia che lentamente veniva divorata dal dolore. E lui, il diavolo in persona, non aveva potuto far nulla per alleviare quella sofferenza. Non aveva potuto salvare quel ragazzo che era ancora troppo giovane per morire. Sì, è vero, nessuno più di lui avrebbe dovuto dimostrare forza davanti ad un decesso, ma questa volta, proprio non ce la faceva. Si sentiva in colpa, se solo fosse arrivato un attimo prima, se solo avesse deciso di andare in ufficio quel giorno, magari quel ragazzino sarebbe ancora vivo. Continuava a tormentarsi con quel pensiero.
Chloe si avvinghiò più stretta a lui e lo strappò da quei pensieri distruttivi. Lui aumentò la presa su di lei e prese ad accarezzarle la spalla gentilmente.
“Sono preoccupato per lei, Chloe” disse lui all’improvviso.
Lei lo guardò. I suoi occhi ipnotici e belli come il mare d’estate erano terrorizzati. Ormai le era chiaro che qualunque cosa stesse per succedere, riguardava Abigail.
“Lo sono anche io” rispose lei.
“Che scena disgustosa!” commentò una voce attirando immediatamente l’attenzione dei due.
Uriel se ne stava in piedi davanti al loro letto con un’espressione profondamente disturbata. Piegò la testa di lato e unì le mani all’altezza del petto.
“Che ci fai qui?” domandò Lucifer.
“Che ci faccio? Che ci faccio? Non hai la più pallida idea di cosa sta succedendo nella Città d’Argento, vero?” chiese lui.
“Come faccio a saperlo, idiota, il nostro caro padre mi ha bandito dal vostro Paradiso, ricordi?” rispose il diavolo alzandosi e raggiungendolo.
“Questa è la seconda volta che blocco tua figlia ai cancelli. Papà sta cominciando ad arrabbiarsi” lo avvertì Uriel.
“Cosa? Abigail ha provato ad entrare nella Città d’Argento?” domandò Lucifer confuso voltandosi brevemente a guardare Chloe altrettanto confusa.
“Sì, credevo lo sapessi. Pensavo che qui sulla terra gli umani controllassero i propri figli” commentò l’angelo con insolenza.
“Che significa che vostro padre si sta arrabbiando?” domandò Chloe.
“Esattamente questo, madame Lucifer. E mio fratello sa bene cosa comporta l’ira di nostro padre”.
Questa volta lo sguardo di Uriel era diverso, preoccupato. E Lucifer se ne accorse immediatamente. Era grave.
“Ma perché cerca di entrare in paradiso, non capisco”
“Lucifer sei sicuro di non capire?” domandò Chloe guardandolo dritto negli occhi.
“Fletcher” disse a bassa voce lui.
“Fletcher! Quel ragazzo è la rovina di vostra figlia” commentò Uriel.
“Che vuoi dire? Sii chiaro quando parli, non ho tempo per stare dietro ai tuoi discorsi confusionari” sbottò il diavolo.
“Tua figlia è il motivo per cui Lucas Fletcher non è morto quando sarebbe dovuto morire”, rispose l’angelo.
“Intendi ciò che successe in quel market, vero?” domandò Chloe.
“Esatto umana. Qualcosa non mi tornava, così dopo il nostro incontro ho provato a fare chiarezza. E ho chiesto l’aiuto dei miei altri fratelli per farlo. E alla fine ho visto tutto. Fletcher sarebbe dovuto morire quel giorno. Quando tua figlia ha deciso di entrare in quel negozio ha cambiato gli eventi, gli ha salvato la vita. E nostro padre l’ha punita con la sua forma oscura. Ha alterato gli eventi. Sì, probabilmente non sapeva nemmeno di averlo fatto, ma...” disse l’angelo.
“Ma a papà poco importa” terminò Lucifer guardando il fratello.
“Lucifer lo dico per voi. Fate attenzione alla ragazza. Fermatela prima che papà la fermi. Tu, meglio di chiunque altro, hai sperimentato le sue punizioni. Tu, più di tutti noi, conosci il destino di coloro che si ribellano, conosci il dolore e il tormento, se tieni a tua figlia come dici, impediscile di tornare ai cancelli. Impediscile di sfidare nostro padre. Salvala prima che sia troppo tardi” questo fu il consiglio che Uriel diede a suo fratello.
“Tu sai qualcosa, hai visto il futuro. Che succede, Uriel? Che succede?” domandò Chloe guardando la creatura celeste.
Lui la guardò, c’era qualcosa di strano in quello sguardo. Era malinconico, quasi umano. Uno sguardo che la detective poteva giurare di non aver mai visto su quell’angelo. Senza proferire parola, Uriel sparì lasciandoli di nuovo soli.
Lucifer istintivamente spalancò la porta e uscì per andare da Abigail. Nel frattempo, Chloe rimase sola in camera. Quello sguardo le aveva comunicato tutto. E quelle orribili sensazioni che ultimamente non riusciva a scrollarsi di dosso l’inondarono rendendole impossibile muoversi.
 
“Sei impazzita? Sei fuori di testa? Ti sei bevuta il cervello?” urlò furioso Lucifer guardando sua figlia.
“Di che stai parlando?” domandò lei fingendo indifferenza.
“Io credevo che fossi qui a processare il lutto mentre tu tentavi di entrare nella Città d’Argento! Non hai idea di cosa potrebbe farti. Non lo capisci proprio, è vero?” continuò lui e i suoi occhi cambiarono colore.
“Uriel ha fatto la spia?” chiese la ragazza.
“Quell’idiota potrebbe averti salvato da un’eternità di sofferenza. Almeno una volta nella sua esistenza ha fatto qualcosa di effettivamente utile” disse il diavolo.
“Menomale che chi fa la spia non è figlio di Maria” si lasciò scappare lei provocando suo padre che stava cominciando a perdere il controllo.
Prima che lui le rispondesse, notò il cambiamento negli occhi di lei. Erano diventati grigi, i suoi capelli lentamente stavano cambiando colore, così come le sue labbra e la sua carnagione che fece emergere quelle inquietanti vene scure.
“Non sei in te, Abigail. Riprendi il controllo” gli disse lui cercando di aiutarla a tornare in sé.
“Non sono in me? Finalmente sono in me. Finalmente sento tutta la mia rabbia, tutto il dolore, non devo sopprimerlo. Non voglio sopprimerlo. Voglio solo vendetta. Rivoglio indietro Lucas. Lo rivoglio indietro adesso. E se non dovessero ridarmelo, allora li sfiderò”
“Sei impazzita. Non puoi sfidarli”
“Tu gli hai sfidati”
“E guarda dove sono finito? Per eoni ho condannato le anime dei mortali. Per eoni sono stato confinato all’inferno dove facevo il lavoro più vile e orribile che potesse esistere. La mia non è stata un’esistenza felice. Tutto ciò che volevo era il libero arbitrio e mi sono ritrovato a lavorare come schiavo per la feccia della feccia delle creature che mio padre ha creato. Non voglio neppure immaginare quale punizione potrebbe toccare a te. Perciò togliti dalla testa qualunque guerra. Non te lo permetterò”
“Non me lo permetterai eh? E come pensi di impedirmelo? Potrai aver passato un’eternità a condannare le anime perdute, ma adesso sei qui. Sei qui con la donna che ami. Hai tutto il tempo del mondo per stare con lei e io? Io non ho avuto nemmeno il tempo di dirgli che lo amavo. Non ho avuto il tempo di stare con lui. Tuo padre me l’ha portato via troppo presto. E quanto è vero che sono tua figlia, io mi riprenderò Lucas anche se questo dovesse significare scatenare l’ira di Dio”
“Non capisci. L’ira di Dio non è solo un modo di dire nel tuo caso. Tu stai davvero giocando con la sua ira. Abigail come puoi essere così naïve? Come? Mi dispiace ma non te lo permetterò. Se questo significa che dovremo batterci, ci batteremo. Non ti permetterò di rovinare il resto della tua esistenza per rincorrere un amore perduto”
“Un amore perduto. Un amore perduto. Ti rassegneresti all’idea di perdere per sempre Chloe, mia madre?” domandò la ragazza guardandolo con un sorriso sinistro.
“Mi rassegno all’idea di perderla ogni giorno. Ci sono passato già una volta. Ho dovuto abbandonarla già una volta e non avrei mai pensato di poterla rivedere. Mai”
“Ma poi l’hai rivista”
“Sì, ma convivo con la paura costante che un giorno me la portino via. Che un giorno io debba andar via. Che debba tornare all’inferno e debba lasciarla qui. Mi piace? No. Odio questa realtà, ma è così che funziona. Prima o poi, se la smetti di sfidare mio padre, potrai ricongiungerti con lui proprio lì nella Città d’Argento. Quando io perderò Chloe, la perderò per sempre. Non mi sarà concesso di vederla neanche quando morirà perché io sarò confinato giù all’inferno mentre lei andrà in paradiso” disse Lucifer mentre i suoi occhi tornavano al loro naturale colore.
“Come puoi startene fermo così, con le mani in mano?” domandò Abbi.
“Non me ne sto con le mani in mano. Cerco solo di godermi ogni istante con lei, di non sprecarlo”
“Ma io questa possibilità non ce l’ho!” esclamò furiosa Abigail.
“Abigail ti prego, ascoltalo” disse Chloe.
I due si voltarono e la trovarono appoggiata allo stipite della porta, stanca e pallida.
“Non posso” rispose lei guardando la madre.
“E allora non mi lasci scelta, devo fermarti” intervenne Lucifer.
“Provaci pure” commentò la ragazza prima di spiccare il volo.
Lucifer la seguì immediatamente facendo lo stesso e Chloe si trovò ad affacciarsi alla finestra della camera di Abigail nel tentativo di scorgerli nel cielo. Ma era troppo tardi, erano volati via.

 
Journey's Corner:
Il capitolo è molto lungo perciò ho deciso di dividerlo in due e lasciare la parte più corposa nel 27B. Lo pubblicherò oggi stesso.
 
   
 
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