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Autore: rocchi68    29/03/2020    2 recensioni
Dawn era convinta, anche a distanza di anni e con una situazione non proprio rosea, che la sua fosse stata una scelta ben ponderata.
Aveva riflettuto a lungo prima di scegliere la sua futura meta scolastica. Aveva girato almeno una dozzina di licei se per questo e con un po’ di fatica i suoi desideri e le sue speranze si raccolsero tutte nello stesso liceo.
Il facile era stato cancellare quegli ambienti, classico e linguistico, che non rientravano nelle sue corde e di cui aveva un’immagine piuttosto negativa. D’artistico o tecnico non aveva nulla tra le mani e pertanto, affascinata dalle sue materie e dalle immense possibilità future, aveva virato sullo scientifico.
Come se la scelta della scuola fosse così importante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Qualche anno più tardi.
 
Scott avrebbe sempre litigato con suo padre.
Il vecchio pretendeva che lo seguisse in Canada, ma il rosso non poteva sopportare di fare un torto simile alla sua Dawn.
Avevano recuperato le amicizie della loro classe, avevano superato alcune avversità e condiviso molti momenti speciali.
Lui non voleva allontanarla dalla sua famiglia e dai suoi affetti e per questo aveva risposto con un secco no, guadagnandosi la minaccia di scomparire dal suo testamento.
Probabilmente i suoi soldi sarebbero finiti in qualche ente di beneficienza oppure avrebbe cancellato quella sciocca minaccia, poiché anche Alberta aveva rifiutato quell’allettante proposta e non si sarebbe mai sognato di regalare qualcosa a qualcuno senza avere un tornaconto sostanzioso.
Con fatica aveva comprato un piccolo appartamento distante appena due miglia dalla grande villa e si era trovato un lavoro onesto con cui portare avanti la sua storia con Dawn.
Eppure quel sabato mattina sentiva di essersi perso qualcosa.
Dawn era entrata nella loro camera da letto con un vassoio pieno di dolcetti, facendogli percepire quella spiacevole sensazione di aver scordato qualcosa d’importante.
E come un’idiota aveva dato voce a quel piccolo dubbio insignificante.
“Che cosa…dobbiamo festeggiare?” Chiese, rifacendosi all’abbondanza con cui si era presentata.
“Oggi è un giorno speciale.”
“Io…”
“Un giorno che dovresti ricordare bene.” Ammise, sbattendo i suoi occhioni chiari e facendolo sussultare.
Non riusciva davvero a ricordare di che anniversario si trattasse.
Non era quello del loro primo fidanzamento o quello del loro matrimonio.
Nemmeno il ricordo di un qualche litigio atomico o della prima volta che avevano fatto l’amore.
Poteva forse trattarsi del primo incontro tra le due famiglie riunite?
Gli pareva che fosse più verso maggio e non a ottobre inoltrato. E di certo non era nemmeno la prima sceneggiata dove Dawn aveva confuso una sua ex compagna delle elementari come la sua nuova amante.
“La prima volta che abbiamo viaggiato?” Tentò, cercando di prendere una ciambella.
“No.” Replicò lei, allontanando leggermente il vassoio.
“Allora deve trattarsi della mia proposta di matrimonio.”
“Era febbraio inoltrato.”
“Il primo litigio serio: quello dove mi hai accusato in pieno centro di avere un’altra.”
“E perché dovrei festeggiare per una cosa simile?” Chiese, fissandolo sconcertata.
“Perché non ci siamo parlati per un mese intero e poi la passione è scoppiata nuovamente.”
“Tu mi avevi isolato.”
“E cosa ti aspettavi che facessi? Avevi preteso che ti lasciassi in pace e che uscissi dalla tua vita, se non volevo ritrovarmi con tuo padre armato di fucile.” Borbottò dispiaciuto.
“Dovevi scusarti.”
“Scusarmi di un’accusa infondata e falsa.” Replicò infastidito.
“Non sai quanto sono stata male.”
“Ed io no? Ci siamo evitati come la peste, fino a quando Zoey non ci ha invitato alla cena di classe e non ci ha costretto a sederci vicini.”
“Ci siamo punzecchiati e abbiamo fatto pace.” Soffiò lei, facendolo sorridere.
“Di quella sera non ricordo quasi nulla, se non il litigio tra Brick e Jo e il calice di birra finito addosso al povero Cody con tanto di Sierra che lo rincorreva fino al bagno degli uomini per asciugarlo e per evitare che si prendesse una broncopolmonite.”
“In pieno luglio.” Puntualizzò Dawn che faticava a trattenersi dal ridere.
“Ti ho riaccompagnato a casa e abbiamo dormito insieme.” Sospirò, cancellando anche quella data dall’anniversario richiesto dalla moglie.
“E comunque non hai risposto alla mia domanda.”
“È un po’ difficile.” Ammise dispiaciuto.
“Forse perché non riesci mai a dare valore alla nostra storia.” Lo provocò, sperando di risvegliare i suoi ricordi sopiti.
“Di certo non dipende da quando ho smesso di fumare e poi non è vero che non do valore al nostro matrimonio.”
“Se così non fosse, non tireresti in ballo una data così deboluccia.” Obiettò, facendolo riflettere per qualche istante
“Forse sei tu ad aver dimenticato che giorno è oggi e speri così di rabbonirmi.” Ribatté Scott, intuendo di essere ormai quasi in trappola o dando almeno quell’impressione.
“Io tengo molto alla nostra storia e so, al contrario di te, per cosa dovremmo festeggiare.”
“Forse è quando ho affrontato Beverly.”
“Ti sei avvicinato, ma non è ancora sufficiente.” Borbottò enigmatica, facendolo sospirare.
“Non saprei proprio.”
“Hai ancora una possibilità.”
“E se non riuscissi a indovinare?” Azzardò il rosso, scontrandosi con uno sguardo infastidito.
“Indovinare? Se la metti così, vuol dire che non sai nemmeno dove sbattere la testa e per questo non potresti festeggiare con me.”
“Io…”
“Alla fine sapevo che non era importante e che non valeva la pena illudermi.” Soffiò, riappoggiando il vassoio sul comò e uscendo da quella stanza in cui aveva passato alcuni dei momenti migliori della sua vita.
 
Rimessosi seduto, Scott si voltò verso il comò e sorrise mestamente.
Perché doveva sempre stuzzicarla in quel modo e fingere di dimenticare ogni cosa?
Sapeva benissimo che giorno era e quanto fosse importante per Dawn. Quelle 24 ore per lui erano un argomento di relativa rilevanza, ma per la sua giovane mogliettina quello era davvero speciale.
Non era un anniversario che le coppie canoniche avrebbero mai festeggiato.
E non era nemmeno un qualcosa che, con il senno di poi, poteva essere giustificato con la visita in una qualche gioielleria per qualche regalo.
Aperto il terzo e ultimo cassetto del comò, spostate alcune paia di calzini, recuperò una piccola scatolina che aveva comprato durante i primi giorni di quel felice ottobre.
Ora, a distanza di alcuni anni, anche lui era pronto a decantare e a rallegrarsi per quel giorno che gli aveva permesso di ritrovarla in un mondo virtuale che, casualmente, era diventato uno specchio della realtà della loro classe.
C’era una Zoey che aveva faticato con la sua famiglia e che era, ora, felicemente sposata con Mike e madre di due splendide bambine.
Poi vi era il ragazzo bolla, apertosi al mondo e con una spiccata dote per strane invenzioni nel campo della cardiochirurgia.
E il vecchio Duncan che si era dato da fare con Courtney e che aveva finalmente messo la testa al suo posto con profonda gioia anche dei suoi genitori.
Genitori che, come nel caso di Brick, avevano cambiato registro e avevano concesso una possibilità a Jo.
Lightning si era ritrovato con Anne Marie, Dakota correva spensierata tra una passerella e l’altra e ognuno aveva conquistato la felicità.
Tutti, a eccezione di Gwen che, non avendo costruito un rapporto duraturo con Trent, restava in attesa dell’uomo giusto, si erano ritagliati il loro spazio nella società e si erano aperti al mondo.
 
Richiusa la porta alle sue spalle, aprì il pacchettino e strinse il pensiero che aveva comprato dentro la mano destra.
Dawn era seduta sul divano e dava le spalle al corridoio.
Approfittando di quel vantaggio, si posizionò dietro di lei e fece ondeggiare davanti ai suoi occhi la collana che aveva comprato con immensi dubbi.
Osservatala per un breve istante, Dawn alzò lo sguardo e ritrovò il sorriso di Scott.
“Credevi fossi in grado di dimenticare la data d’iscrizione alla nostra vecchia chat?”
“Scott…”
“Questo sarebbe il tuo regalo.” Borbottò divertito, aggirando l’ingombrante divano e ponendosi davanti a lei.
“Io…”
“Credo ti starà benissimo.” Bofonchiò, mentre lei se la metteva al collo e sorrideva divertita.
“Non volevo credere ti fossi dimenticato.”
“Sai bene che mi piace scherzare.”
“E io che ti ho trattato male.” Mormorò dispiaciuta.
“Vorrà dire che questa sera ti farai perdonare.” Soffiò, baciandola teneramente e perdendosi nei suoi occhi chiari.
“Potrei, ma non lo farò.”
“Perché?” Chiese incuriosito
“Perché ho paura di fargli male.” Sibilò la giovane, accarezzandosi il ventre ancora piatto.
“Non capisco.”
“I medici mi hanno garantito che non ci sono pericoli, ma ho troppa paura di perdere il tuo secondo regalo.”
“Il mio secondo regalo?”
“Non vedo l’ora Scott, di fartelo conoscere.”
“Chi Dawn?”
“Se mi sono arrabbiata, non era per colpa della tua dimenticanza.”
“Davvero?”
“Ho parlato anche con Zoey di questa cosa e lei mi ha consigliato di avere pazienza e che gli ormoni in subbuglio e la nausea sono abbastanza normali.”
“Non mi dirai che sei…”
“Avrei voluto dirtelo diversamente, ma non ne verrò mai fuori.”
“Io…”
“Questa casa non sarà mai più vuota.”
“Perché non me l’hai detto subito?” Domandò, scurendosi in volto.
“Perché non ne ero sicura fino a qualche giorno fa e non volevo illuderti, per poi dirti che si è trattato di uno sbaglio dettato dalla fretta o dall’emozione.”
“Ma…”
“Come l’avresti presa se fosse successa una cosa simile?”
“Probabilmente mi sarei sentito scombussolato. Non è da tutti i giorni ricevere una notizia simile per poi ricacciare tutto indietro.” Ammise sinceramente.
“Ora ne abbiamo la certezza e possiamo muoverci con maggior sicurezza.” Sospirò, accarezzandosi il ventre, mentre il marito faceva altrettanto.
“Immagino non si sappia ancora se è maschio o femmina.”
“È ancora un po’ prestino.”
“Vorrà dire che intanto penseremo, insieme ai tuoi genitori, il nome migliore.” Borbottò, facendola annuire.
“Per mia madre sarà uno shock.”
“Perché? Hai 26 anni ed è una buona età per diventare madre.”
“Per me sì, ma non credo si senta pronta a diventare già nonna.”
“Non che per la futura zia Alberta sia tanto meglio.” Brontolò il rosso, immaginandosi già la faccia della sorella che non poteva tollerare e digerire il fatto di vedere Scott già quasi padre, mentre lei saltava da una relazione a un’altra, senza riuscire a tenersi uno straccio di uomo per più di cinque mesi consecutivi.
“Un po’ mi spiace per lei.”
“Alla fine sono sicuro che anche mia sorella troverà la felicità.”
“Intanto dobbiamo pensare a noi e ti prometto Scott che da oggi tutto andrà sempre meglio.” Lo rassicurò, rispondendo al suo iniziale bacio e concedendosi quell’intimità che era rimasta per troppo tempo in sospeso.
 
 


Angolo autore:

L'abbiamo conclusa finalmente con il classico lieto fine che ormai è un mio marchio di fabbrica.

Ryuk: Tirandola un po' per le lunghe, ma va bene anche così.

Adesso che si fa?

Ryuk: Ci prendiamo qualche settimana sabbatica?

Perchè finora cosa abbiamo fatto? Comunque sia credo che andrò avanti qui su EFP. Sono affezionato, nonostante il mortorio, a questo sito, anche se forse potrei dividermi e pubblicare la stessa storia sia qui che su Wattpad.
Non so se si possa fare, ma dato che l'autore è lo stesso, lo prendo come un sì.

Ryuk: Cosa abbiamo da perdere?

Pensavo di fare partire la prossima serie verso Pasqua o giù di lì. Nel dubbio vi auguro, anche se il periodo non è dei migliori, buone feste.

A presto!

 
   
 
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