Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Seiten Shiwa    01/04/2020    0 recensioni
« Cacca di elefante... ». Affermò seria lei, quasi sovrappensiero.
« … come prego?! ».
Ho sentito bene?! Ha detto proprio... !?
« Cacca di elefante... ». Ribadì lei, con lo stesso tono usato prima.
John si portò una mano alla bocca, e non resistette a non ridere, in modo poco composto.
Gli sembrava di esser diventato Rosie, e che lei fosse Sherlock.
*AVVERTENZE: CONTIENE SPOILER DI TUTTE E 4 LE STAGIONI DI SHERLOCK*
Note: E' ambientata dopo la 4a Stagione
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ben trovate, vecchie e nuove lettrici!

Quella che vi apprestate a leggere è... boh!

Non lo so neanche io.

 

… Non so cosa sia... è qualcosa di strano per me: insomma... è la prima volta che non scrivo un rating rosso!!

Sarà la quarantena?! Il virus mi sta lasciando effetti neurologici?!

 

… Non ne ho idea...

 

So solo che, io, Dea del Porno Romanticismo.... NON HO SCRITTO PORNOROMANTICISMO!

Esatto: qui niente sesso!!! ( a meno che non cambio idea all'ultimo XD)

 

In teoria, è una fanfiction introspettiva: un trip psicologico degno di una persona delirante (= me).

 

Quest'idea è nata dopo UN TSO VIOLENTO una chiacchierata con la mia carissima amica Kostanzin! I LOVE U <3

A lei.... devo il titolo e tutte le cose che vedrete snocciolate nel secondo capitolo.

 

Per quanto riguarda i riferimenti “fisici-matematici”, che troverete sempre nel secondo capitolo,

mi sono ispirata alle chiacchierate e figure di merda fatte con la mia Hulka in università, quando lei si disperava per fisica, mentre io l'ho sempre amata. I LOVE U MY PERSON <3

 

Io ho cercato di rendere i caratteri dei personaggi MENO OOC possibili.

Ma... Sherlock e John fanno sempre un po' come vogliono.

Probabilmente, Mycroft e Rosie sono quelli che mi sento di aver gestito meglio.

 

È la prima ff che scrivo sul fandom di Sherlock (e non sarà l'ultima).

 

PREMESSA: CONTIENE *SPOILER* DI TUTTE E 4 LE STAGIONI DI SHERLOCK.

Se non volete rovinarvi la serie, non leggetela!!!

 

 

Dediche:

Tale fanfiction, principalmente, è dedicata proprio a Kostanzin e Hulka <3 <3 <3

Più, a tutti gli altri maschioni del mio cuor: Stephen, Ezio, Ermengaldo, Big Jo, la FraVi e una mia compagna di accademia di canto (te devo trovà un nome da maschio!!!).

 

Altre note:

I personaggi appartengono a Sir Arthur Conan Doyle e alla BBC.

Non ci guadagno niente a scrivere questa roba se non divertirmi.

 

MA e dico MA i personaggi nuovi introdotti da me medesima sono miei, appartengono a me...

E... udite udite... stavolta si ispirano a persone reali!

Sì... dico a VOI, sentitevi prese in causa.

 

Solo a fine storia vi rivelerò chi mi ha ispirato chi.

Ma tanto lo capirete già da sole ;)

 

detto ciò.... BUONA LETTURA!!!
 

 

Elephant's Poop

 

01 Capitolo

 

John era arrivato.

Era anche abbastanza in largo anticipo, rispetto all'orario dell'appuntamento: notò scostando il polsino della camicia per vedere l'ora, e poi risistemandoselo alla bella meglio sotto la manica del suo pullover.

 

Si passò le mani nervosamente sui jeans, e si guardò intorno.

 

Imprecò mentalmente.

 

Mycroft.... sempre il solito dannato Mycroft...

 

Si sistemò il colletto della camicia che sbucava dal pullover, specchiandosi su di un'anta di un grosso mobile in legno rovere, che fungeva da libreria.

 

« è solo una proforma, Dottor Watson... »...

 

Gli aveva detto, con quel tono da Lord inglese che odiava tanto.

Non gli bastava l'Holmes sociopatico con cui viveva: no.

Doveva aggiungersi a rompergli i coglioni anche l'Holmes Governo Inglese.

 

 

Un paio di giorni prima....

 

« Sherlock mi ha detto che hai ripreso a fare incubi... ». Incalzò il maggiore Holmes.

 

« Sherlock dovrebbe farsi i cazzi suoi, di tanto in tanto... ». Rispose John, picchiettando con le dita nervose sui braccioli della poltrona, seduto nello studio di Mycroft.

 

« … dalle parole che urlavi - mi ha riferito - che probabilmente il trauma di rimanere annegato nel pozzo... tu non lo abbia superato... ». Continuò l'altro, senza dar peso al modo volgare in cui si era posto il suo interlocutore.

 

John incassò il colpo, ma non senza sputare veleno in rimando.

« … e tu? Non sogni mai che tuo fratello ti spari?! Per salvarmi la vita?! ».

 

Mycroft sistemò una bustina di tea in una teiera, richiudendone sopra il coperchio.

« … John, non remarmi contro... e poi non l'avrebbe mai fatto! È mio fratello! Avrebbe preferito spararsi... che uccidermi... o ucciderti... ».

 

John rise. Amaramente, davvero amaramente.

« Forse, invece, lo avrebbe fatto... proprio perché sei suo fratello... ».

 

« Che sciocchezze... ». Ridacchiò Mycroft, sistemando il vassoio con teiera, tazza e piattino, in un angolo della sua grande scrivania.

 

« … Guarda che sei stato tu.... Tu... quel fratello che l'ha venduto a Moriarty... lo stesso Moriarty che hai lasciato scopare con vostra sorella Euros... ». John era proprio in vena di vomitare veleno in quel momento.

 

Mycroft iniziò a spazientirsi un pochino di tutte quelle cattiverie... anche se sapeva benissimo che non erano gratuite. Un po' di esse, effettivamente, se le meritava. Ma non questa volta: questa volta aveva proposto a John solo un aiuto. E veramente: nonostante il cuore di ghiaccio che tutti gli recriminavano di avere, stava cercando seriamente di aiutare il dottor Watson.

Che poi... l'idea neanche era stata sua.

Sherlock gli aveva chiesto di fare qualcosa, qualsiasi cosa: non ce la faceva più a sentire le urla di John, ogni notte che passava, per gli incubi relativi a quando stava per morire affogato nel pozzo, a causa di loro sorella Euros.

 

« … Erano solo cinque minuti! CINQUE MINUTI DI CONVERSAZIONE NON SUPERVISIONATA! ». Mycroft alzò la voce, si alzò in piedi: e perfino le sue braccia si alzarono verso il cielo. « … e dannazione, vorrei non parlarne più, Dottor Watson! ».

 

« Oh beh, tu non hai idea di quanto a volte possano bastare anche solo una manciata di minuti...». Ghignò John. « … per fare certe cose! ».

 

Ed ovviamente si riferiva a ciò che Moriarty ed Euros avevano organizzato, e fatto passare a tutti loro.

 

Ma Mycroft lo prese come pretesto per restituirgli un po' di punzecchiate.

« Io credo che tu abbia seri problemi prestazionali a letto, se per te cinque minuti siano abbastanza per un atto sessuale, Dottor Watson... e mi meraviglierei, proprio perché certe cose dovresti saperle meglio di chiunque, mio egregio Dottore! ». Fece spallucce.

« Forse è per questo che, a parte con un'assassina, le tue relazioni non abbiano mai funzionato... lei era dal grilletto facile! Contando ha anche quasi ammazzato mio fratello... Oh! Giusto! Escludendo la relazione che tu hai con mio fratello... quella funzionerà sempre! Finché morte non vi separi!! ».

 

John si alzò a sua volta in piedi: piccato, fece il giro dell'enorme scrivania in legno di acero, e afferrandolo per la giacca, lo addossò contro di essa.

 

Il vassoio tremò, e si sentì il tintinnare della porcellana fra tazza e piattino.

 

« NON NOMINARE MAI Più MARY! O giuro su mia figlia che ti frantumo tutte le ossa del collo! Ed io non ho nessuna disfunzione rettile, ne tanto meno alcuna relazione con tuo fratello! ».

Mycroft pose le mani su quelle del dottore, per farsi mollare, ma l'altro strinse ancora di più la presa della sua giacca. « NON SONO GAY! Quante volte devo ripeterlo?! QUANTE?! ».

 

L'altro uomo non sapeva cosa lo avesse fatto incazzare di più: nominare la moglie defunta, o accusarlo di una relazione con Sherlock.

John si scaldava veramente in modo esagerato quando si sentiva venir attaccata la propria millantata eterosessualità.

« Stavo solo rispondendo alla tua acidità, con lo stesso tono, Dottor Watson... e poi tu sei un ex militare... ».

 

« Sono un dottore militare... », ed avvicinò il viso a quello di Mycroft.

« … Quindi potrei nominare ogni osso che potrei spezzarti, mentre te lo spezzerò! ».

 

Holmes Sr deglutì. Quella frase non gli era per nulla nuova.

 

« … e se non fosse stato per il tuo incontro alla Stranamore, fra tua sorella e quello psicopatico, io non mi sarei mai ritrovato a quasi annegare in un pozzo! In mezzo ad ossa di un cadavere decomposto di bambino! È colpa tua! Solo tua, se mi sono ritrovato in una situazione del genere! Vacci tu là, che penso tu ne abbia più bisogno di me! O di Sherlock! Visto i casini che sei in grado di combinare!! ».

 

« Touchè... ». Alzò le mani in segno di resa il signor Governo Inglese.

 

John lasciò la presa, e si allontanò di qualche passo da lui, iniziando a fare respiri lunghi per calmarsi.

Ultimamente, la voglia di picchiare selvaggiamente Mycroft la teneva a malapena a bada.

E dio... dio quanto avrebbe voluto rompergli almeno uno zigomo con un pugno ben assestato.

Ma non poteva, non doveva. Farlo non gli avrebbe riportato indietro sonni tranquilli...

 

Forse gli avrebbe strappato qualche sorriso sadico, però, vederlo dolorante...

 

Mycroft si sistemò la giacca, e prese un respiro profondo.

Effettivamente, John incazzato incuteva un certo timore. Ma non lo avrebbe mai confessato.

Altrimenti... suo fratello lo avrebbe preso in giro per tutti i prossimi giorni ad avvenire.

… Sempre che non lo avesse dedotto dal mondo in cui lo guardava, tenendosi sempre ad una certa distanza dal dottore...

Ma no, no: Sherlock avrebbe dedotto, da quella distanza frapposta, che semplicemente Mycroft detestava il contatto con un “plebeo” quale un ex militare, ora dottore generico, ed aiutante di un sociopatico iperattivo ex eroinomane che rispondeva proprio a nome di suo fratello minore.

 

« Non ho intenzione di tornarci... E non ho intenzione di ripetertelo!! ». John era deciso a non dargliela vinta in alcun modo. Era tornato dall'altra parte della scrivania. Aveva le spalle leggermente chine in avanti, mentre le mani stringevano la parte superiore della sedia dove era prima.

 

« … Ti ho già preso appuntamento. Lunedì mattina alle 11, dalle parti di East Putney.» Mycroft, però, sembrava non volerne sapere di mollare l'osso.

 

« East Putney!? Ma sei impazzito? È un posto troppo distante da Baker Street! Sarà più di mezz'ora di macchina col traffico! E di lunedì alle 11!! Ma ti ha dato di volta il cervello?! ». Batté le mani un paio di volte sulla sedia, facendola tremare.

 

« Puoi sempre usare la Tube, ed arrivare in venti minuti... ». Lo sfotté Mycroft. Il tono con cui pronunciò la parola “Tube” era quello di un uomo a cui un piccione aveva appena defecato sul completo elegante mentre andava a lavoro.

 

« Non puoi obbligarmi! ». John non ne poteva veramente più di quella conversazione.

 

« Sai... io non sono bravo con gli esseri umani, Dottor Watson...» ed il suo tono assunse quasi sfumature paternalistiche.

« Ma se tu stai male, anche mio fratello starà male... e tu non vuoi che nessuno ti tolga tua figlia... vero?! ».

 

John sbatté un pugno sulla scrivania, per fortuna Mycroft aveva preso da poco la teiera in mano, o sarebbe finita per terra in cocci.

« Non-NON NOMINARE MIA FIGLIA! GIURO MYCROFT! Torno dall'altra parte della scrivania, e... e … ». Era così furente, che non riusciva neppure ad articolare le parole.

 

Mycroft rimise la teiera al suo posto, ed aprì un fascicolo, senza scomporsi a quelle minacce – o per lo meno, cercò di dissimulare al meglio che non le temesse – ne estrasse un foglio, e glielo fece scivolare davanti.

« John... sei un dottore con orari assurdi, non sei praticamente mai a casa: o per lavoro in ospedale, o per stare dietro il cappotto di mio fratello... Tua figlia è praticamente sempre con la babysitter... se qualcuno segnalasse la situazione ai servizi sociali... non pensi, neanche per un momento, che potrebbero togliertela?! Soprattutto se sapessero anche che soffri di PTSD?! E che mio fratello ha fatto uso di eroina?! Basterebbe loro una semplice perizia psichiatrica... ad entrambi... ma sei tu il padre... sei tu quello che potrebbe perdere i diritti su di lei... ».

 

John si morse le labbra a sangue. Ingoiò aria.

Non era giusto ricattarlo moralmente – e non – in quel modo.

 

« … Io non voglio calcare la mano... ma... John … » e nel chiamarlo col suo nome, abbassò la voce, usando un tono più confidenziale. « permettimi di metterti nella posizione di aiutarti... Tu soffriresti come un cane se ti togliessero anche tua figlia... Hai perso molto quest'anno... non credo tu voglia perdere altro... ».

 

Come se non stessi soffrendo già adesso...

Pensò John, ma non glielo disse.

 

« … e poi anche mio fratello sta trovando giovamento dalla presenza della piccola Rosie a Baker Street… ». Nel dirlo si riaccomodò al suo posto. Sembrava onesto.

 

A quell'affermazione, infatti, John alzò di scatto il viso, e puntò i suoi occhi in quelli quasi sorridenti – ma stavolta non beffardi – di Mycroft.

Sembrava veramente sincero nel dirlo.

 

« … Quasi non aspetta altro di metterle anche il suo cognome! ». Scherzò il maggiore Holmes.

O forse era serio?!

 

John inclinò la testa di lato.

Doveva cercare una motivazione a quell'affermazione. Doveva.

Ma gliene vennero in mente troppe, e non fece in tempo ad afferrarle, che si dissolsero nell'aria.

 

« … Lunedì mattina. Alle 11. Pagherò tutto io... ». Mycroft aveva aperto il coperchio della teiera, tirato fuori la bustina dell'infuso, probabilmente per non farlo diventare eccessivamente forte, e la pose con cura sul piattino più piccolo che era presente su quel vassoio d'argento.

 

John, rassegnato, e non meno dubbioso, afferrò il foglio che gli era stato offerto, lo piegò in quattro e se lo infilò nella tasca posteriore dei jeans.

 

Mycroft sorrise, sapendo che finalmente ce l'aveva fatta.

 

John si diresse alla porta, girandosi di tanto in tanto verso di lui. Con quello sguardo da “...non ho ben capito quella frase di prima...!?”.

 

Il signor Governo Inglese si versò del tea, dalla sua elegantissima teiera ad una tazza, entrambe intarsiate d'oro. Oro vero. Perché, insomma, da uno che cena con la Regina in persona, cosa puoi aspettarti? Un corredo di tazzine cinesi da poche sterline?!

 

John osservò quel movimento, mentre una sua mano afferrò la maniglia della porta, e la abbassò lentamente.

 

« … Non ho intenzione di guidare fino ad East Putney nel traffico del lunedì mattina! ». Si lamentò, ma con meno enfasi di prima, come a soppesare più un pensiero.

 

« verrà una mia auto a prelevarti alle 10.15: ho previsto tutto.... » e sorseggiò un po' di tea. Chiuse gli occhi, nel farlo. Si beò di quell'aroma così forte, e del calore di quella bevanda.

 

« Buona giornata, Dottor Watson! ». Lo salutò con un cenno della testa, aprendo con una mano il portatile sulla sua scrivania, pronto ad iniziare la giornata.

 

O forse concluderla?

 

Per John non aveva importanza.

Notte o Giorno.

Stare a contatto con Mycroft gli faceva perdere la concezione nel tempo.

 

« Buona giornata, Governo Inglese! ». Masticò a denti stretti, come gli scocciasse – lo affaticasse – anche solo salutare.

 

Dannazione... qualsiasi Holmes, grande o piccolo che sia, mi fa perdere la concezione del tempo...

Pensò, una volta uscito da quell'ufficio.

 

Il corridoio che si apprestava ad attraversare era lungo ed illuminato da vetrate ampissime.

Si poteva scorgere un meraviglioso tramonto.

 

Altro che “giornata”... ormai era sera.

 

E lunedì sarebbe stato appena fra due giorni...

 

 

 

Ed ora era lì.

Erano le 10.56.

L'auto di Mycroft era passato a prenderlo alle 10.13, e alle 10.15 era già ad una decina di isolati da Baker Street.

 

Il viaggio era stato silenzioso. L'aveva passato a guardare la brulicante Londra fuori dal finestrino scuro, che si agitava, come una ballerina, piena di vita e di possibilità da offrire a chi vi ci abitava.

 

Chiuse gli occhi, e si massaggiò il setto nasale.

 

Se non fosse stato per Rosie – e perché Mycroft lo aveva sottilmente minacciato – non sarebbe mai venuto lì.

 

Dannati... Dannatissimi Holmes!!

Che voi siate maledetti!!

 

Non si accorse dello scoccare delle 11 e che proprio in quel momento la porta di quella specie di elegantissimo studio in cui si trovava, in cui tutti i mobili erano di legno rovere, con quadri di Monet, si aprì.

 

Continua...

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Seiten Shiwa