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Autore: prongfoot    05/04/2020    4 recensioni
“Che c’è Potter?!” chiese lei seccata dopo averlo colto di nuovo a fissarla.
“Le lezioni non sono neanche iniziate e tu già studi…” disse il ragazzo divertito.
“Si dà il caso che ad alcuni di noi interessi davvero quello che studiano e non riescono ad ingannare i professori con un bel sorriso…”
“Beh, Minerva è immune al mio bel sorriso. Cosa credevi di essere l’unica a non voler venire ad Hogsmeade con me?”
Lily si lasciò scappare un sorriso.
“EVANS!”urlò James “Tu stai ridendo ad una mia battuta!”
“NO POTTER!” rispose lei reprimendo la risata “Ridevo all’idea della McGranitt che non si lascia incantare da te come tutti.”
“Dì quello che vuoi ma tanto lo so che prima o poi ti innamorerai di me…”
“Sogna Potter, è l’unica cosa che potrai fare…” disse lei ricordandosi di non lasciarsi ingannare, quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dorcas Meadowes, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Dorcas/Sirius, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Why am I so emotional?
No, it's not a good look, gain some self control
Deep down I know this never works
But you could lay with me
So it doesn't hurt

Oh, won't you stay with me?
'Cause you're all I need
This ain't love, it's clear to see
But darling, stay with me

 
 
 
 
 
 
 
Sirius e Peter, seduti al tavolo in sala comune, erano intenti a scrivere un saggio sull’incantesimo Confundus descrivendone gli effetti e i motivi per il quale è vietato utilizzarlo in determinate circostanze, quali esami scolastici, competizioni sportive e in casi più importanti, come udienze disciplinari. Avrebbero dovuto consegnarlo lunedì mattina e, per una volta, non avendo niente di meglio da fare senza gli altri Malandrini, avevano deciso di partire per tempo.
Nonostante le buone intenzioni, studiare con quell’atmosfera pacata e calda, caratteristica della sala comune, si stava dimostrando estremamente difficile per i due ragazzi. Perfino i vecchi quadri, adesi alle mura scarlatte, sembravano suscitare l’interesse di Peter molto più che la pergamena ancora mezza vuota che era poggiata sulle sue gambe. Il ragazzo si mise a fissare Sirius per capire se avesse scritto qualcosa in più di lui, per poi riprendere in mano la piuma e cercare di allungare disperatamente il tema.
Peter venerava James e Sirius, cercava continuamente di imitarli per quanto gli fosse possibile; spesso rimanendo deluso dal fatto di non riuscirci e sentendosi inadatto. Tuttavia, per loro non era affatto così, i due malandrini gli volevano un gran bene proprio per quella sua timidezza, goffaggine e un po’ anche per il fatto che, a differenza di Remus, fosse sempre pronto ad architettare un nuovo scherzo.
Loro erano in quattro, erano i Malandrini, ed erano tutti estremamente fondamentali. Peter sorrise al ricordo di quelle parole che avevano sancito l’inizio della loro amicizia, ma fu distolto dai suoi pensieri dal rumore dei baci di Frank ed Alice che amoreggiavano come al solito sui divanetti.
Dall’altro lato, Marlene raccontava concitata a Mary come erano avvenute le selezioni quel giorno, raccogliendole distrattamente i capelli in una treccia.
- Ok Pete, penso che abbiamo fatto anche troppo per oggi…-  esclamò d’improvviso Sirius, chiudendo violentemente il libro di Difesa Contro le Arti Oscure e guardando soddisfatto le cinque righe che avevano buttato giù.
- Sir, dovevano essere almeno due pergamene lo sai? -  protestò Peter sconfortato, ora pentito di essersi perso tra i suoi pensieri e sentendosi spacciato; quando Remus non li aiutava erano davvero senza speranza.
- Continuerete domani… - concluse la discussione Marlene - Perché non scendiamo a cenare adesso?
Un brontolio proveniente dalla pancia di Peter fece ridere tutti che concordarono con la ragazza alzandosi dalle varie postazioni per dirigersi in Sala Grande. 
Sirius guardò l’orologio, notando solo in quel momento che era più tardi di quanto pensasse, e si preoccupò vedendo che i suoi amici non erano ancora rientrati dalla ronda, lo pervase un pessimo presentimento, ma poi scacciò via i pensieri negativi pensando che, forse, li stavano già aspettando giù per la cena.
 
Felpato camminava tranquillamente lungo il corridoio del primo piano, sembrava essersi tranquillizzato, quando vide James e Remus correre verso l’infermeria con i corpi di due ragazze tra le braccia.
 
▀■▪■▀
- Lily, guardami, devi restare sveglia... -  continuava a ripetere James preoccupato, notando che la ragazza continuava a chiudere gli occhi a causa della copiosa quantità di sangue cha aveva perso.
Lily si faceva forza, tentava in tutti i modi di tenere gli occhi aperti e quando vide la porta dell’infermeria in lontananza si concesse il lusso di accostare leggermente le palpebre, l’ultima cosa che vide fu l’immagine di Severus che la colpiva.
 
- James…-  urlò Sirius vedendoli da lontano.
- Paddy, chiama Poppy, abbiamo bisogno di aiuto…
Sirius sentì il sangue gelarsi nelle vene nel vedere Dorcas, priva di sensi, tra le braccia di Remus, che gli rivolse uno sguardo di scuse. Sapeva in cuor suo che non era colpa sua, eppure si sentiva in parte responsabile per non essere riuscito a proteggerla, e perché uno dei due schiantesimi era rivolto a lui. 
Nel frattempo, Sirius guardava la testa di Dorcas sul petto dell’amico e i lunghi capelli corvini che le coprivano parzialmente il viso, sembrava senza vita. Non riusciva a muoversi, non riusciva a distogliere lo sguardo da lei.
- Sir, lo so che è dura, ma devi fare presto…ti prego... -  disse James supplicando l’amico, il quale notò solo in quel momento che anche Lily giaceva svenuta tra le braccia di James. 
Qualcosa in lui parve risvegliarsi e corse all’interno dell’infermeria chiamando madama Chips, mentre Remus e James entravano nella stanza che tante volte li aveva accolti dopo le loro notti di luna piena, adagiando delicatamente le ragazze su due candidi letti vicini. La stanza era vuota, e nell’aria si sentiva un lieve odore di disinfettante mentre l’unico rumore udibile era lo sfrigolio di qualche pozione che Madama Chips si teneva pronta a preparare ogni giorno. 
James continuava a tenere le mani premute contro la ferita sul braccio di Lily, cercando di tamponarla.
Poco dopo videro entrare in infermeria gli altri ragazzi, che avevano visto Sirius correre e poi tutti loro entrare in infermeria. Alice si portó istintivamente le mani alla bocca, stringendosi a Frank che guardava preoccupato le ragazze, immaginando per quale motivo in un posto sicuro, come era un tempo Hogwarts, potessero accadere certe cose. Sembrava che anche Mary, Peter e Marlene la pensassero allo stesso modo: avevano tutti le stesse espressioni atterrite e spaventate.
- Ma cosa diavolo è successo? -  chiese Peter preoccupato, guardando James completamente sporco di sangue.
- James sei ferito! -  esclamò Marlene preoccupata avvicinandosi a lui.
James scosse la testa in segno negativo e tutti notarono che stava stringendo il braccio di Lily che continuava a perdere sangue. 
- Quei maledetti Serpeverde, me la pagheranno cara! - disse James digrignando i denti per la rabbia. Gli occhi di Mary si riempirono di lacrime di dolore e disgusto, avevano colpito ancora una volta, erano riusciti a far del male a due delle persone che le stavano più a cuore. Marlene le si avvicinó abbracciandola, seguita a ruota da tutti gli altri che si strinsero attorno a James, Lily, Remus e Dorcas. I ragazzi non fecero altre domande, capendo che quello non era assolutamente il momento; Mary e Peter cercarono di sistemare alla meglio Lily sul lettino, codaliscia si tolse, nobilmente, la felpa che portava avvolgendola attorno alla ferita della ragazza, in attesa di Madama Chips, mentre Marlene tentava di ripulire James e di tranquillizzarlo. Alice si limitò ad accarezzare piano i capelli di Dorcas ancora priva di sensi, mentre tentava di riscuotere Sirius dallo stato di catalessi in cui era caduto vedendo la mora in quello stato.
- Tutti fuori adesso! - esclamò madama Chips entrando e facendo sobbalzare tutti, incamminandosi verso i lettini a passo spedito.
- Ma…
- Niente ma signor Paciock, voglio che restino solo i testimoni per spiegarmi cosa è successo...
Tutti si diressero verso l’uscita, tranne Sirius che si mise accanto al letto di Dorcas facendo capire che non sarebbe andato da nessuna parte.
- Signor Black, vale anche per lei! - disse l’infermiera avvicinandosi a Lily per medicarla.
- Per favore Poppy… - disse James guardando supplichevole l’infermiera.
- E va bene Potter, ma chiamami Madama Chips… - disse la donna, ma James e i ragazzi sapevano bene che nonostante la sua finta autorevolezza, si era affezionata a loro dopo tutti quegli anni passati in infermeria a giorni alterni, tra scampagnate al chiaro di luna, partite di Quidditch finite male e fatture.
- Sectumsempra? - chiese Poppy, esaminando la ferita sul braccio di Lily e, notando il cenno di assenso di James, si mise subito all’opera - ma com’è possibile che dei ragazzini si servano di certi incantesimi... - disse fra se’ e se’ indignata e impaurita.
- Vulnera sanentur…-  cominciò a sussurrare agitando la bacchetta sul profondo taglio della ragazza. James, con suo grande sollievo, vide il sangue cominciare a rientrare da dove era fuoriuscito e la ferita rimarginarsi lasciano solo una lunga cicatrice.
Madama Chips si alzò e, prendendo un bicchiere, recitò qualche incantesimo per farvi comparire all’interno un liquido verdognolo davvero poco invitante.
- Potter, falle bere questo, è una pozione rimpolpasangue, la farà riprendere…-  disse lei porgendo il bicchiere a James che si avvicinò delicatamente a Lily versandole il liquido attraverso la bocca leggermente dischiusa.
Sembrò perdere un po’ del pallore iniziale ma rimase priva di sensi, con i capelli sparpagliati sul cuscino mentre James, seduto su una sedia accanto al suo lettino, continuava ad accarezzarle la fronte.
- Qui invece cosa è successo? -  chiese Poppy rivolgendosi a Remus e Sirius che erano accanto a Dorcas.
- E’ stata colpita da due Schiantesimi…-  disse Remus tristemente, mentre Sirius stringeva forte tra i pugni il lenzuolo, cercando di non perdere il controllo.
La donna chiamò a sé con la bacchetta una piccola fialetta che recava un’etichetta con su scritto pozione risvegliante, somministrandolo alla ragazza.
- Staranno bene, vero Poppy? -  chiese Remus, chiedendo quello che Sirius aveva il terrore di chiedere.
- Per la signorina Evans non c’è da preoccuparsi…-disse l’infermiera guardando James tirare un sospiro di sollievo - Per quanto riguarda la signorina Meadowes non dovrebbe aver subito danni...
- Non dovrebbe?!- chiese Sirius allarmato proferendo finalmente parola.
- Signor Black purtroppo gli incantesimi erano alquanto potenti. Con uno la ripresa è alquanto veloce, ma due Schiantesimi in pieno petto e con una tale intensità...- sospiró leggermente - Fortunatamente la signorina Meadowes è giovane per questo sono più che fiduciosa, dobbiamo solo aspettare che si svegli… - concluse sorridendo dolcemente a Sirius. 
- E quando succederà? - chiese James che si sentiva tremendamente responsabile.
- Ore, giorni... non posso darle una risposta precisa Potter… - i ragazzi asserirono sconfortati - Ora vado a chiamare Silente, sono sicura che vorrà parlare con voi riguardo quanto successo. Per stanotte due di voi possono restare qui a tenere compagnia alle ragazze…  
I ragazzi le rivolsero un flebile sorriso colmo di gratitudine, sapevano bene che Poppy non faceva mai questo tipo di concessioni, solitamente non gli permetteva di andare a trovare Remus, reduce della luna piena, neanche un minuto fuori orario; doveva aver capito che la guerra era arrivata anche ad Hogwarts.
- Bene ragazzi allora io vi lascio…-  disse Remus sentendosi di troppo - Non vorrei rischiare che Poppy, trovandomi ancora qui, ci mandi tutti via.
- James…-  disse lui prima di andarsene richiamando l’attenzione dell’amico - Non è colpa tua…
- Se solo fossi stato meno distratto… - rispose lui tristemente.
- Non eri distratto…- Remus parlò con tono sicuro - Eri impegnato a combattere e Piton vigliaccamente ti ha colpito alle spalle.
- E lei mi ha salvato…-  disse James continuando a guardare Lily.
- Si, perché è una combattente valorosa - concluse Remus, rivolgendo un cenno di saluto agli amici per poi lasciare la stanza.
Sirius era seduto accanto al letto di Dorcas, tenendole una mano, aveva una sola domanda che gli ronzava in testa ma aveva troppo paura per porla.
- Prongs… -  disse improvvisamente, rivolgendo al suo migliore amico uno sguardo terribilmente serio - Mio fratello…Regulus… c’entra qualcosa con questa storia?
James sperava di non dover affrontare quell’argomento proprio adesso, sapeva quanto Sirius rimpiangesse di aver abbandonato il fratello e sapeva quanto quello che stava per dirgli lo avrebbe ferito, ma non poteva nasconderglielo.
- Sir, il primo schiantesimo scagliato contro Dorcas è partita da Mulciber e il secondo... - James non sapeva come continuare la frase, era così tremendamente difficile ammettere quello che Sirius aveva temuto per anni.
- E’ stato lui... -  concluse Sirius, evitando all’amico l’arduo compito.
Ramoso annuì vedendo gli occhi dell’amico inumidirsi mentre gli rivolgeva le spalle per non farsi vedere versare una lacrima all’idea del suo fratellino, quel bambino così dolce che aveva sempre difeso da tutto e tutti, con l’avambraccio sinistro marchiato da quell’orribile serpente.
- Sir mi dispiace ma… - cercó di consolarlo James, ma fu interrotto da un cenno di Sirius che lo guardò intensamente, la rabbia e il dolore negli occhi. 
Voglio solo che si riprenda e stia bene - disse con voce tremante - per il resto, sai come la penso. Tu e lei, siete la mia famiglia. Il resto non conta…- concluse aggiustando cautamente il cuscino di Dorcas e facendo sorridere James dopo tutti quei momenti di preoccupazione. Sapeva di essere davvero importante per Sirius, eppure sentirselo dire in un momento così difficile, gli fece un effetto diverso. Aveva scelto lui come fratello e gli era eternamente grato per la stima e la fiducia che riponeva in lui.
- E’ permesso? -  disse una voce calma interrompendo i pensieri di James che girandosi vide i piccoli occhi azzurri di silente fissarlo attraverso gli occhiali a mezzaluna.
- Buonasera signore… -  esclamarono i due ragazzi all’unisono.
- Vorrei che lo fosse stata…-  disse il professore tristemente guardando i corpi delle due ragazze ancora incoscienti -Le andrebbe di raccontarmi cosa è accaduto signor Potter?
James annuì, abbandonando a malincuore il lettino di Lily, aveva continuato ad accarezzarle i lungi capelli rossi fino a quel momento, uscendo dall’infermeria con Silente.
 
 
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Lily venne risvegliata da un leggero tocco tra i capelli, qualcuno la stava accarezzando, ma non sapeva chi, doveva solo aprire gli occhi e vedere, ma in quel momento le sembrava l’azione più difficile del mondo, come se al posto delle palpebre avesse due mattoni.
Il silenzio del luogo in cui si trovava venne interrotto da due voci maschili che parlavano a bassa voce, la prima, più vicino a lei, apparteneva a James, la riconobbe subito, e la seconda a Sirius.
Capì che stavano parlando del minore dei Black, del quale conosceva la storia grazie a Dorcas, così decise di fingersi addormentata un altro po’ per evitare di interrompere una conversazione così delicata.
Quando Silente chiamò James per farlo uscire Lily fu stranamente seccata nel notare che il ragazzo aveva smesso di accarezzarla.
Dopo aver sentito la porta dell’infermeria chiudersi aprì gli occhi, sbattendo diverse volte le palpebre, esaminando la stanza immersa nella penombra, prima di capire dove si trovava.
Di fronte a sé vide Dorcas e solo in quel momento sembrò realizzare.
- Dorcas… - disse alzandosi di scatto dal letto, gesto che le provocò una fitta lancinante di dolore alla testa, che la costrinse a ristendersi.
- Tranquilla Evans…- disse Sirius avvicinandosi al letto di Lily per tranquillizzarla - Madama Chips ha detto che non dovrebbe aver subito alcun danno, dobbiamo solo aspettare che si risvegli…
Lily annuì, sapeva bene cosa comportavano due fatture di quella intensità e sapeva altrettanto bene che non era possibile dare risposte esatte.
- Tu come ti senti? -  chiese lui occupando la sedia vuota sulla quale poco prima sedeva James.
- Io… io avrei dovuto proteggerla, era compito mio! -  disse lei asciugandosi una lacrima che le stava ricadendo sulla guancia.
- Evans, tu hai salvato James e hai rischiato di morire dissanguata, non puoi addossarti colpe che non sono tue… - disse il moro rivolgendo a Lily un tono serio che lei non gli aveva mai sentito usare, questo la spinse a dirgli quello che tanto desiderava.
- Vale anche per te Sirius...
- Cosa intendi? -  chiese lui con sguardo interrogativo.
- Io…vi ho sentito parlare di Regulus poco fa… - disse lei titubante, non aveva confidenza con Black e non voleva oltrepassare il limite.
- Oh…- disse lui non sapendo come ribattere, non parlava con nessuno di Regulus, a stento lo faceva con James.
- Non era mia intenzione origliare... -  disse Lily imbarazzata - Solo che so cosa si prova a vedere una persona a cui tieni molto schierarsi dalla parte sbagliate…
- Piton? -  chiese il ragazzo dopo averci pensato un po’ su, a volte dimenticava quanto erano stati legati i primi anni di scuola, si era sempre chiesto se Lily sapeva che per mocciosus quella era molto più che una semplice amicizia.
- Si, sai è stato lui a farmi questo… - disse la ragazza indicandosi la cicatrice sul braccio - Ha detto che non era diretto a me, ma che importanza ha…lui è in guerra per annientare quelli come me, un giorno, probabilmente, ci troveremo a combattere l’uno contro l’altro…
Lily non sapeva esattamente perché stava raccontando tutto ciò a Sirius, lei odiava parlare di Piton, eppure le sembrava la cosa giusta da fare, condividere quel dolore per sentirsi meno soli, solo, non aveva mai pensato di poterlo fare con Black.
- E’ quello che penso anche io tutti i giorni…se ci trovassimo in un combattimento, lui mi ucciderebbe? -  Sirius portò alla luce i suoi pensieri.
- Per quel che vale non penso potrebbe mai farlo…
- Sai Lily… -  disse Sirius sorprendendosi nel chiamare la ragazza per nome - Mi chiedo solo come sarebbero andate le cose se io non avessi mai lasciato quella casa…
- Probabilmente a quest’ora saresti stato marchiato anche tu, ti avrebbero minacciato, torturato ed infine obbligato, e avrebbero marchiato anche lui, quindi a cosa sarebbe servito?! -  la ragazza era fermamente convinta - Anche io mi chiedo sempre se avessi potuto cambiare le cose, perdonandolo per avermi chiamato sporca mezzosangue, forse avrei potuto tenerlo lontano da quel percorso oscuro che ha scelto…
- Tu non potevi…- rispose Sirius, capendo perfettamente cosa intendeva dire.
- Così neanche tu…-  disse lei, facendo capire al ragazzo dove voleva andare a parare con il suo discorso.
Sirius sorrise alla ragazza, vedendo finalmente quella forza e quel coraggio che James aveva decantato per anni e notando che entrambi tentavano sempre di tenersi tutto dentro.
- Sai Evans…- continuò il ragazzo con espressione beffarda - Penso di aver capito perché sei l’unica che ha fatto perdere la testa al mio migliore amico…
- Sai Black… - disse lei tenendogli testa - Anche io ho capito cosa ci vede Dorcas in te, sei meno peggio di quel che pensavo…
- Voleva essere un complimento? - chiese Sirius divertito.
Lily gli sorrise prima di richiudere gli occhi, sentendo che tutto lo stress di quel giorno le stava ricadendo addosso, lasciando Sirius a riflettere sulle sue parole, felice all’idea che Dorcas parlasse ancora positivamente di lui, nonostante tutto.
                                                                                                                                                                                                                                       
 
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James aveva appena terminato di raccontare, minuziosamente, al professore Silente e alla professoressa McGranitt ciò che era accaduto.
- La ringrazio signor Potter…-  disse Silente con la solita calma - E’ stato molto coraggioso!
- Cosa accadrà adesso? -  chiese il ragazzo guardando il professore.
- Aumenteremo il personale di guardia, e…
- No professore, intendevo, cosa farete ai colpevoli…
Silente notò l’espressione seria sul volto del caposcuola, del ragazzino combina guai, che tante volte si era ritrovato nel suo ufficio, sembrava non esserci traccia in quel momento, adesso davanti a sé aveva un uomo, pronto a combattere per ciò in cui credeva, che gli ricordò Charlus più che mai.
- Per il momento niente…- disse lui, aspettandosi la reazione poco calma di James che di lì a breve sarebbe arrivata.
- Professore…- il ragazzo dovette appellarsi a tutto l’autocontrollo che possedeva, ma non potè evitare di alzare la voce - Quei ragazzi non sono semplici studenti che hanno tirato una fattura, sono degli assassini, sono dei maledettissimi mangiamorte!
- Potter! - esclamò la professoressa McGranitt con fare autoritario - Io e il preside siamo perfettamente a conoscenza dei fatti! Non crede che ci abbiamo riflettuto molto anche noi?! - la professoressa abbassò leggermente i toni, rendendosi conto che James voleva solo proteggere i suoi amici e gli studenti, proprio come lei - Dopo attente analisi, abbiamo ritenuto più saggio tenere questi ragazzi sotto il nostro diretto controllo piuttosto che espellerli per mandarli tra le fila di lord Voldemort...
James sembrò finalmente afferrare il punto della questione, annuendo verso la professoressa; capiva le motivazioni dei professori, le trovava strategiche e, probabilmente, se non fosse stato preso dalla sua sete di vendetta, sarebbe stato egli stesso a pensarci immediatamente.
- Adesso James… - continuò Silente mettendo una mano sulla spalla del ragazzo e guardandolo fisso negli occhi con il suo sguardo penetrante - Ti prometto che quello che è accaduto stasera non si ripeterà, aumenterò i turni di guardia dei professori e pattuglierò io stesso i corridoi qualora la situazione lo richiedesse! Nel frattempo ti prego di non andare in cerca di vendetta e di aiutarmi nella protezione di questa scuola, proprio come hai fatto stasera.
- Certo signore, è il mio dovere… - rispose lui fieramente.
Silente e la McGranitt sorrisero al ragazzo, fieri dell’uomo che era diventato, e consapevoli che la loro decisione di sceglierlo come caposcuola, in quei tempi così difficili, era stata saggia.
- James… - disse il professore richiamando nuovamente il ragazzo che si stava allontanando - Quella spilla che porti…avevo deciso di affidartela per dei motivi che stasera mi sono stati confermati.
Il ragazzo sorrise, colmo di gratitudine nei confronti del professore, era proprio quello che aveva bisogno di sentirsi dire.
Entrò nuovamente in infermeria, intenerendosi alla vista di Sirius che dormiva sula ventre di Dorcas mentre continuava a stringerle la mano, si chiese quando quello scemo del suo migliore amico si sarebbe deciso ad ammettere che quella ragazza era molto più che un’amica.
Si risedette sulla sedia accanto a Lily, guardandola mentre dormiva, o almeno credeva che stesse dormendo, prima che la ragazza aprisse leggermente gli occhi rivelando le iridi smeraldo.
- James…-  sussurrò debolmente.
- Lily…-  fece lui prendendole una mano, per farle capire che era lì , per lei.
- Non andare via… - disse la ragazza, facendolo sussultare.
- Non ne ho la minima intenzione.
 
 
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Nonostante il combattimento avvenuto la sera prima e la somministrazione della pozione sonno senza sogni, Lily non poté fare a meno di svegliarsi di buon mattino, come suo solito. Un sorriso le increspò le labbra quando notò che James dormiva col capo chino sul lettino, a pochi centimetri dalle sue gambe mentre ancora le teneva debolmente la mano.
La ragazza sentì una fitta al cuore pensando che lui era rimasto tutta la notte lì per lei, aveva mantenuto la promessa, dormendo in quella posizione che sembrava tutt’altro che comoda, pur di farsi trovare accanto a lei al suo risveglio.
Lily si cercò di mettersi seduta senza far svegliare il ragazzo, guardandosi attorno e intenerendosi alla vista di Sirius accanto alla sua migliore amica, quei due la stavano proprio sorprendendo.
La rossa non era ancora riuscita a togliersi quel sorrisetto dal volto quando vide James sbattere più volte le palpebre per poi puntare le iridi nocciola verso di lei, guardandola pensò che non c’era modo migliore per iniziare la giornata.
-Buongiorno Evans…- disse sedendosi eretto, venendo colpito da una fitta di dolore per la scomoda posizione a cui aveva sottoposto la sua schiena per tutta la notte – sono disposto a sopportare il mal di schiena se questo significa svegliarsi al tuo fianco…- ironizzò portandosi una mano sul punto del dorso indolenzito.
-Potter…-cominciò lei, il ragazzo pensava che avrebbe cominciato ad urlargli contro, dando la colpa della sua decisione di farlo restare alle pozioni soporifere - Grazie…per essere restato…
James si sciolse in un sospiro di sollievo, allora era felice che fosse rimasto, questo lo fece sorridere, passandosi una mano tra i capelli scompigliati, a prima mattina lo erano più del solito.
-Era il minimo Lily…- rispose lui- Mi hai salvato la vita. Sei stata tremendamente incosciente e mi hai fatti preoccupare da matti e…
-Non c’è di che…-pose fine al suo discorso la ragazza, sorpresa positivamente dalla seria preoccupazione di James.
-Grazie, però ti prego non farlo mai più…- concluse il discorso ramoso seguito da un lieve cenno del capo di Lily- Ti va di mangiare qualcosa, muoio di fame…
-Potter non è ancora ora di colazione e, anche se lo fosse, è vietato mangiare in infermeria…- lo redarguì, riprendendo le vesti da caposcuola.
-Mia piccola, ingenua Evans…pensi davvero che questo possa fermarmi? - disse il ragazzo alzandosi in piedi e assumendo un’espressione incredibilmente malandarina, facendola scoppiare a ridere.
-Suppongo di no…- disse rassegnata.
-Esattamente…- affermò James- Muffin alla banana e un cappuccino con due zollette di zucchero, giusto signorina?
-Tu…come lo sai? – chiese la ragazza stranita, era quello che prendeva sempre per colazione ma non pensava qualcuno ci avesse fatto caso.
-Io so tutto di te…- James si incamminò verso la porta con l’intenzione di andare in cucina a prendere tutto il necessario ma prima che fosse fuori Lily lo richiamò.
-Io ti ho rovinato tutta la felpa…- disse la ragazza notando che portava ancora la felpa grigia del ragazzo, ormai irrimediabilmente macchiata di sangue.
-Diciamo che ieri non era una delle mie prime preoccupazione…- rispose divertito, facendo sentire Lily una sciocca- E poi stava molto meglio a te che a me…- detto questo lasciò la ragazza in infermeria, con una strana sensazione allo stomaco che non era fame.
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Lily e James avevano lasciato l’infermeria poco dopo la colazione rubata da James. Madama Chips aveva dato a Lily qualche fiaschetta di pozione da continuare a prendere per rimettersi completamente, acconsentendo a dimetterla, in cambio della promessa della ragazza, che sarebbe tornata per farsi controllare al risveglio di Dorcas.
Sirius si era appena svegliato accanto al letto di Dorcas, dopo una litigata furiosa con Madama Chips era riuscita a farsi accordare il permesso di restare per la notte, aggiungendo come motivo : - Ti rendi conto, Poppy? Mio fratello! È stato mio fratello, come potrei mai perdonarmelo se le succedesse qualcosa? - assumendo un’espressione da cane bastonato.
Sembrava dormisse beatamente, come se non le fosse successo nulla, e a Sirius dava un certo sollievo vederla così: pensare per un attimo che si sarebbe svegliata da un momento all’altro. In parte ciò che aveva detto a Madama Chips era vero, non sarebbe mai riuscito a perdonarselo.
Regulus, come aveva potuto? Anche lui era cresciuto insieme a lei, era stato lui a insegnarle a volare perché Sirius non voleva. In cuor suo, temeva che troppi ragazzi le avrebbero fatto una corte spudorata, se avessero saputo che era abile anche in questo. Era tremendamente abile in tutto lei, tranne che a riconoscere il male; ma, d’altronde, neanche Sirius aveva mai pensato che suo fratello potesse diventare ciò che era.
- Cassie, mi dispiace così tanto...- sussurró con la voce rotta - è una vita che cerco di proteggerti e non faccio altro che fallire, sempre… - ammise stringendo forte la mano di Dorcas appoggiata lungo i fianchi.
- Perdonami… - continuó - ti prego, perdonami. Vorrei essermeli presi io quegli incantesimi al tuo posto, Cassie...solo a pensarci mi sento impazzire… - disse accarezzando il volto della ragazza appena illuminato dal sole. Sirius volse lo sguardo verso la grande finestra di fronte a lui e si alzò velocemente. Scostó con forza le grandi tende verdi e il sole che splendeva alto nel cielo illuminò la stanza completamente. 
-Ecco - tornò a sedersi accanto a lei - è esattamente quello che avresti fatto tu. - le sorrise dolcemente ricordando che la ragazza amava il primo sole del mattino, uno dei motivi per cui si svegliava sempre presto anche quando non c’era lezione. Fu un attimo,questione di secondi, e Dorcas emise un lieve sospiro, provando dolore solo nel cercare di riaprire gli occhi.
- Sirius... - bisbigliò piano –Sirius... – ripeté poi guardandolo incerta e poi sorridendo leggermente vedendo che lui le teneva la mano
- Dorcas! – urlò  tra lo spaventato e il contento - Poppy! POPPY! Si è svegliata! - si diresse verso Madama Chips saltellando e lei accorse prontamente
- Signorina, come si sente? - chiese gentilmente Madama Chips ignorando Sirius che la guardava insistentemente da troppo vicino
- Come se mi fosse passato un treno addosso - ammise, e a quelle parole Sirius sbiancò abbassando il capo - ma tutto sommato sto bene, che cosa è successo? Non credevo che uno schiantesimo potesse far perdere i sensi... - chiese preoccupata
- Signorina, due schiantesimi in pieno petto...è un miracolo che sia già sveglia... - rispose Poppy porgendole tra le mani un intruglio di colore grigiastro - Beva questa, le farà diminuire i dolori, ma per il momento deve restare ancora qui. Signor Black, lei... - disse facendogli cenno col capo di andare verso la porta.
- La prego - la fermò Dorcas mentre Sirius cercava di ribattere - solo cinque minuti… - chiese dolcemente
- Voi due - si indignò Madama Chips - riuscite sempre a convincermi… - continuò sciogliendo il tono duro di poco prima.
- Poppy con gli anni ti stai intenerendo... - commentó Sirius - per noi ormai sei come una non...
- Una zia! La nostra zia preferita! - concluse Dorcas fermando Sirius che stava praticamente dando della vecchia alla donna.
- Cinque minuti, Black! - si congedò, accennando un sorriso dietro l’espressione severa.
- Madama Chips ti ha fatto dormire qui… - osservò Dorcas guardandolo e facendogli cenno di sedersi accanto a lei.
- Ho dovuto sfruttare tutta la mia tecnica persuasiva e il mio fascino - sorrise Sirius - cosa non si fa pur di passare una notte con te! - Dorcas si passó una mano sul viso tra l’imbarazzato e il divertito
- Mi dispiace - disse Sirius tornando serio - sono così arrabbiato per ciò che è successo; solo il pensiero di starti accanto stanotte mi ha fermato dall’uccidere mio fratello di botte.
- Non è colpa tua, Sir - lo fermò la ragazza sorridendo dolcemente - Regulus ha scelto una strada diversa, ci hai provato a fargli cambiare idea.
- Beh, ho fallito allora. - fece spallucce Sirius accarezzando la mano di Dorcas, cosa che le provocò piacevoli brividi.
- Lui crede che il tuo allontanarti da lui sia dovuto a me - spiegò Dorcas - Come lo so? Vi ho sentiti parlare l’anno scorso. Crede che tu abbia cambiato idea per me.
- Si, ma è una stronzata. Io odiavo mia madre e mio padre, odiavo i loro stupidi ideali e la mania del sangue puro. Lo detestavo da sempre, da prima che li detestassi anche tu... - sorrise a quelle parole.
- Credo sia solo più facile per lui pensarla così, piuttosto che ammettere che ha scelto di schierarsi dalla parte sbagliata…
- Forse, Cassie - rimuginò Sirius guardandola - ma ti ha fatto del male. Lui sa che colpire te è come colpire me al cuore tremila volte… - ammise Sirius.
Ci fu un attimo di silenzio dopo quell’affermazione, erano parole forti, parole che Sirius Black era sempre stato restio a pronunciare, eppure eccole lì, risuonavano nella testa di Dorcas come la più dolce musica esistita.
La ragazza afferrò la mano di Sirius e con dolcezza lo tirò verso di se’, abbracciandolo. Sirius rimase sconvolto da quel gesto, era da tanto che non avevano contatti così ravvicinati, ma non aveva intenzione di mollare la presa, così la strinse più forte a se’, cercando di non farle male.
- Non dire nulla di cinico che possa rovinare questo momento o giuro che ti affatturo... - lo avvisò Dorcas accarezzandogli i capelli
- Non ne avevo la minima intenzione - rispose - e comunque se io sono cinico, sappi che tu sei violenta… - rispose allontanandosi da lei solo per guardarla negli occhi.
 
- Violenta? - si finse offesa la ragazza - E tu sei un buffone. - rimbeccó incrociando le braccia.
- Permalosa. -
- Vogliamo fare la gara dei difetti? Ti assicuro che vinceresti! - disse Dorcas guardandolo con sfida.
- Si, ma temo di non avere il tempo di stilare questa lunga classifica. - disse Sirius divertito guardando Poppy arrivare nella sua direzione per dirgli di andarsene - e poi - sussurró avvicinandosi a lei - sono i miei difetti a rendermi perfetto come sono. - concluse ammiccando.
- Un perfetto idiota intendi? - rise Dorcas - Torni a trovarmi? - disse guardandolo mentre si sistemava il mantello.
- Sarò il tuo tormento, dovrai pregarmi per liberarti di me - si chinó a darle un bacio sulla fronte.
- Credo che sopporteró. - sorrise Dorcas guardandolo uscire.
- Meadowes - disse Madama Chips interrompendo il suo sguardo sognante - dovresti imparare l’arte di dissimulare. -
- Mi scusi? - chiese Dorcas leggermente imbarazzata.
- Si vede da lontano un miglio che lei è completamente persa di Black! - sorrise Poppy sistemandole le lenzuola - e anche il contrario, in realtà. -
- No, io non credo, signora Chips. - disse tristemente Dorcas.
- Oh, io non credevo che avrei mai ceduto alle richieste di qualche studente, e invece guardami! Da quando Potter e Black sono in questa scuola non so perchè ma gli lascio fare tutto quello che vogliono! - le sorrise Madama Chips - ci sono persone che ti entrano dentro, e non importa quanto forte sia la tua corazza...per quelle persone vale sempre la pena togliersela di dosso. - concluse.
- Lo spero, signora. - sospiró Dorcas.
- E ora riposa immediatamente. - ordinó tornando al suo cipiglio severo.
Dorcas sorrise e dopo aver bevuto la sua pozione, cadde in un profondo sonno senza sogni.
 
 
 
   
 
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