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Autore: La_Birba    13/04/2020    1 recensioni
ciao a tutti, dopo anni di assenza sono tornata. non sono mai stata brava nei riassunti.
il mio contesto preferito in cui mi piace immaginare Bulma e Vegeta è la scuola. in questo caso Vegeta professore di Bulma.
sono passati anni ormai dalle scuole, si sono persi di vista ed entrambi ripercorrono il loro percorso passato.
sperando di avervi incuriosito e di essere migliorata come scrittrice vi auguro Buona Lettura a voi coraggiosi che aprirete questa storia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 Parte Vegeta




 

Arrivai a casa a tarda notte, l'aria era fredda e pungente, parcheggiai e salii con calma i pochi gradini per arrivare al mio portone. Entrai senza fare il minimo rumore eppure c'era chi mi stava aspettando.

"Hai idea di che ore sono?! Dovresti avvisare sai!" disse sorridendomi mimando una voce bacchettona.

"Non sapevo che ti fossi trasformato in mia madre!", alzai gli occhi al cielo.

Radish era seduto sulla sua poltrona rossa con una birra in mano e i popcorn sulle ginocchia. Mi fece cenno se volevo una bottiglia anch'io ma la rifiutai. Avevo bevuto fin troppo quella sera, non mi avrebbe giovato bere ancora. Mi sedetti sulla mia poltrona blu e vi sprofondai con un immenso sospiro. Ero stanco e sfatto, per quanto non vedessi l'ora di andare a dormire, il mio corpo aveva deciso che un pip-stop in salotto con il mio coinquilino in piena notte era doveroso. Allungai una mano e agguantai una manciata di popcorn.

"Mi stavo per fermare dai Brief"

Sussurrai, non avevo forze ormai. Il mio amico si portò un dito al mento.

"Brief...Brief... quegli scienziati pazzi da cui ti vuoi far creare quella palestra assurda?"

Annuii mentre presi un'altra mangiata di schifezze da mangiare.

"E non c'è quella bella ragazza del bar? La fissatrice?"

Bingo! Radish a volte aveva la testa bacata, ma aveva un'ottima memoria le poche volte che ascoltava. Peccato che ascoltasse solo futilità. Lui era in genere, il più chiacchierone tra noi due, eppure quella sera, sarà stato l'alcool o il sonno, ma gli accennai anche ciò che c'era stato con Bulma.

Lui fece spallucce, alla fine non gli erano mai interessati i miei flirt. Dopo ancora qualche stupida battuta andammo a dormire. Quando finalmente mi sdraiai nel letto ero praticamente lucido, Brief mi stuzzicava, mi intrigava, non sapevo perchè mi attraeva in quel modo. Non sono mai stato tipo da storie serie e avere una famiglia non mi era mai importato, volevo semplicemente spassarmela con ciò che potevo e basta. Non ero per assurdi sentimentalismi, non ho mai rischiato di rimanerci male. Eppure forse, se tornassi indietro un paio di cose le cambierei, ma si sà con il senno del poi è tutto più facile, quindi mi godetti quell'irrazionale relazione che era iniziata quella notte senza mai dar peso a fatti o parole, godendomi solo le giornate e i momenti.

Quella mattina fu davvero dura alzarsi, avevo una terribile emicrania. Quando avevo mal di testa anche la cosa più sciocca aveva il potere di farmi andare fuori dalla rabbia. In salotto non c'era un centimetro in cui non ci fossero briciole. Mai sarei stato la donna delle pulizie di quell'idiota! Provai a pensare che sarebbe bastato ucciderlo e farlo sembrare un incidente. Sospirai, prima avrei voluto usare la sua testa come un'aspirapolve. Presi una pastiglia, bevvi il caffè seguito dalla consueta sigaretta e poi andai a scuola. Con il passare del tempo il farmaco cominciava a fare effetto. Non so chi regolasse il termostato ma era di certo un idiota. Se fuori c'erano 2 gradi, all'interno si moriva di caldo. Stavo letteralmente sudando, avevo messo un maglioncino bianco sopra alla camicia blu in quella mattinata invernale, ma dentro la scuola non serviva di certo, lo lasciai in aula professori sperando di ricordarmelo all'uscita. La terza ora entrai in 4E, Brief non incrociò neppure una volta il mio sguardo, così dopo aver spiegato qualcosa di molto veloce decisi che era giunto il momento di fare lo stronzo. Con nonchalance chiamai il suo cognome alla lavagna, dopo aver fatto finta di scegliere a caso uno studente qualsiasi. Lampi omicidi zampillavano dai suoi occhi che finalmente si incrociavano con i miei. Si alzò non con poca stizza, mi strappò il gesso dalle mani e iniziò far i giusti calcoli. Era davvero un'ottima studentessa, da professore non potevo che esserne orgoglioso. Una volta finito, chiamai un'altra ragazza, non potevo chiamare solo lei! Da un genio a una che di numeri sapeva ben poco. Sarei stato un idiota se non mi fossi accorto di quanto fosse lasciva la Satan. Cercava di stuzzicarmi in vari modi, e non solo lei, io lasciavo fare, non mi dispiaceva di certo, però Brief con il suo caratterino aveva di certo una marcia in più rispetto a quella moretta troppo "espansiva".

Quando poi uscii e arrivai a casa, la trovai ancora più incasinata di come l'avevo lasciata quella mattina. Mi tornò l'emicrania, sentivo una vena pulsarmi sulla tempia, non avrei mai immaginato che Radish fosse un incivile simile. Mi cambiai e senza far nulla in casa, uscii a correre. Mi serviva da sfogo. Sul tragitto del ritorno passavi in piccolo negozietto e comprai un'aspirapolvere a poco. Tornato a casa, feci un profondo respiro e la passai in ogni singolo angolo, tranne la camera di Radish. Se voleva vivere come un senzatetto nella sporcizia non era certo affar mio. Mi andai a fare una doccia per rilassare maggiormente i nervi. Presto ci sarebbero state le vacanze di natale, ne avevo un assoluto bisogno. Mentre mi rilassavo sotto il getto d'acqua bollente sentii il mio cellulare suonare.

Appena terminata la mia doccia senza fretta, dato che chiunque avesse chiamato poteva benissimo aspettare, andai in camera mia dove avevo lasciato il telefono e appena lo presi in mano riprese a suonare. Era un numero a me sconosciuto.

"Pronto?"

"Vegeta, tesoro, è da un po' che non ci sentiamo. Ti andrebbe di vederci questa sera?"

Era la tipa con cui Brief mi reputava fidanzato e per di più cornuto. La sua voce era assordante e troppo acuta da poter sentire da sobrio.

"Se vuoi sai dove trovarmi"

Chiusi la chiamata e ributtai il telefono sul letto. Mi vestiti e mi preparai qualcosa da mangiare. Non ero mai stato un buon cuoco, infatti dentro al nostro frigo avevamo solo roba pronta che bastava essere scaldata. Mangiai una bistecca che sembrava polistirolo. La trangugiai in pochi morsi. La cosa migliore era uscire a mettere sotto i denti qualcosa di davvero commestibile. Presi il cappotto e andai nel solito bar sotto casa. Era una giornata in settimana, un freddo tale che eravamo di certo sotto lo zero e quindi c'era ben poca gente. Mi sedetti dal bancone e aspettai. Una testa azzurra molto famigliare spuntava da sotto il banco, sembrava concentrata a trafficare vai a sapere che cosa.

"Brief!" la richiamai con un tono finto arrabbiato solo per vedere la sua reazione.

Lei presa di soprassalto diede una testata al mobile, perse l'equilibrio e caddè, alzò lo sguardo e mi vide. Io le sorrisi sarcastico, lei si teneva dove aveva preso la botta, mi fulminò con lo sguardo e con non poca stizza si alzò. Il suo imbarazzo era sparito, era tornata ad essere la ragazza imperturbabile di sempre.

"Non so se è sua consuetudine urlare il cognome per richiamare l'attenzione ma l'avviso che quel campanellino esiste per uno scopo". Disse indicando con la mano libera l'oggetto vicino al mio gomito, un classico campanellino da hotel per richiamare il facchino.

Sfrontata, senza peli sulla lingua, così mi piaceva. Feci spallucce.

"Vorrei mangiare qualcosa, consigli?"

Si allontanò di pochi passi per poi tornare con un foglio ripiegato arancione con una bella scritta "menu" scritta in stile gotico. Ordinai un paio di panini subito dopo. Lei mi porse la mia bevanda e mi lasciò solo portando i miei ordini in cucina sul retro. Tornò poco dopo con la mia ordinazione. Decisi di provar a mangiar piano per una volta.

"Brief perchè lavori in un posto come questo? Voglio dire il tuo destino sembra già chiaro e non mi sembra che tu abbia bisogno di soldi"

Stavolta fu lei a fare a spallucce, "Non c'è nulla di male nel voler essere come gli altri e voler guadagnare con i propri sforzi".

Mi stupii la risposta, forse mi intrigava anche la sua maturità. Smisi di disturbarla, mangiai e passai un po' il tempo ad ascoltare la musica che veniva trasmessa dal maxi televisore appeso sopra al palco. Uscii poi a fumare una sigaretta, con quel clima mi ripetevo spesso che avrei dovuto perdere il vizio eppure non ci ho mai neanche provato. Il fumo si mischiava al vapore del mio respiro, c'era poi ogni tanto un lieve vento gelido che entrava e ti scavava dentro le ossa. Quando finii l'ultimo tiro, buttai il mozzicone per terra e lo calpestai. In quel preciso momento Brief uscì dal locale. indossava un piumino blu con il logo della sua ditta su entrambe le spalle. Mi guardò. Mi fece un cenno con la testa e poi mi diede la schiena dirigendosi dietro casa.

"Vai già? Pensavo volessi continuare ciò che abbiamo interrotto ieri.."

Ero bravo a provocare. Lei non si fermò neppure per un attimo, continuava a camminare come se io non le avessi mai parlato. Non avevo nulla da fare e decisi che potevo anche andare con lei. Era un paio di metri davanti a me.

"Non mi sembrava esserti dispiaciuto".

"Si può sapere che diavolo vuoi da me"

Si era finalmente voltata e la sua voce era stata piuttosto stridula. Mi guardava dritto negli occhi. Io le feci spallucce.

"Mi sembra abbastanza palese che c'è della chimica tra di noi. Non vedo perchè negarla. In questo momento io sono un ragazzo e tu una ragazza, c'è davvero qualcosa di illecito?"

"è stato un errore. Un solo e stupido errore che non accadrà più". La sua voce ora era poco più di un sussurro. Accocciai la distanza tra noi, mi fermai dinanzi a lei

"Sei una ragazza abbastanza intelligente che sa cosa vuole. Se ne sei convinta, ti auguro buona serata allora.".

Mi chiani e la baciai a fior di labbra, lei non si scansò, rimase lì immobile.

"Buonanotte Brief" le sussurrai all'orecchio. Le sorrisi e poi mi voltai per tornarmene a casa.









****tadan :) in questo periodo di quarantena sono un po' più ispirata nello scrivere. spero che abbiato passato una buona pasqua e spero che tutti voi stiate bene.
parlando della storia, io mi reputo piuttosto soddisfatta fino ad ora perchè penso di star rispettando i caratteri di entrambi. comunque grazie per seguirmi e anche solo per leggerla ;) alla prossima :)

  
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