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Autore: Gillywater    11/05/2005    11 recensioni
Il sesto anno sta portando con sè molti cambiamenti e Harry, Ron e Hermione se ne stanno accorgendo; avvenimenti che spezzeranno il loro legame da migliori amici e li getterà a capofitto in situazioni "pericolose e incontrolabili"; tra fantasmi che riaffiorano dal passato (usando nomi fasulli) e persone che ricompongono al loro famiglia a caro prezzo, come ne usciranno tutti?
E' la mia prima ff, lo so cambiare il commento all'alba dell'epilogo non è grandioso, però...
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Seven Years'
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Ragazzi…

Ah,ha ragazzi…!!! È l’ultimo chap, ma non temete, il prossimo sarà l’epilogo, non ce la faccio a finire oggi… mi raccomando, so che siete in tanti a leggere (anche se ancora non capisco perché non commentiate) comunque sia, ho bisogno di sostegno morale, è la prima ff che finisco (a parte le one-shot) e quindi per me sarà un duro colpo ç_______ç buona lettura!!!

P.S. volete vedere il trailer del quarto film? Bene allora cliccate qui e buona visione!!dovrete attendere un attimino che carichi, ma vi assicuro che ne vale pienamente la pena, anche se hanno scelto immagini che fanno venire l’acquolina in bocca ^___________^

 

 

 

ALLA FINE….

 

La cicatrice iniziò a bruciare, pizzicando fastidiosamente, tanto da far lacrimare i suoi occhi verde smeraldo.

Vedeva tutto molto confusamente, ma riuscì a trovare la lucidità per tirare fuori la sua bacchetta magica e puntarla conto la creatura.

 

-Cosa vuoi fare Potter, credi di spaventarmi?- domandò Voldemort, con il viso preoccupato, ma chiaramente stava fingendo.

 

Harry no gli rispose, non credeva che sarebbe servito e comunque in quel momento se ne voleva andare: non aveva la più pallida idea di come fare.

Gli altri anni aveva sempre degli amici con sé, amici che erano andati ad avvertire qualcuno per poterlo aiutare; anche quella volta aveva dei compagni, di cui ignorava però la posizione attuale.

 

-Expelliarmus- urlò Voldemort, ma Harry riuscì a schivare l’incantesimo, che riflettendosi sullo specchio infondo alla stanza, si ritorse contro Voldemort stesso.

La creatura rimase disarmata, ma la cosa non sembrò turbarla più di tanto perché scoppiò in una fragorosa risata.

 

-Credi davvero che io non sia in grado di fare magia senza bacchette…? Ti  devo ricordare chi sono…?- domandò.

 

-Non ce ne è bisogno… Infatti non sei imbattibile, perchè Silente è riuscito a sconfiggerti, mentre tu hai perso…- lo provocò Harry.

 

-Fortuna Potter che non hai perso la lingua, iniziavo a preoccuparmi…- lo derise il mostro, facendo esattamente il gioco di Harry: stava perdendo tempo.

 

-Non credevo che fossi preoccupato per me fino a questo punto….-

 

-Lo devo essere per forza, non trovi…-

 

Harry dovette riflettere attentamente sul significato di quelle parole, prima di rispondergli; una parola in più e Voldemort sarebbe venuto a conoscenza della profezia e del suo contenuto.

 

-Prima di disintegrarti volevo farti qualche piccola domanda…- iniziò Voldemort.

 

-Chi ti assicura che io non scappi prima?-

 

-Non lo farai…- gli rispose la creatura convinta –Dimmi cosa diceva la profezia, coraggio, se farai il bravo bambino non ti ucciderò….-

 

Harry pensò subito che bravo bambino o meno, non sarebbe uscito di lì vivo se fosse dipeso da quell’essere disgustoso.

 

-La profezia….- iniziò Harry, portandosi un mano alla cicatrice e cercando di apparire più sincero e calmo possibile -… non dava buone notizie, per lo meno per me…- disse.

 

-Cosa significa?-

 

-Ecco, devi sapere che… si beh, il conflitto tra noi due è segnato, ormai il vincitore è stato scelto dal destino…-

 

Voldemort fece un ghigno: -E chi sarebbe?-

 

-Tu, ovviamente, non credo di avere molte possibilità…- rispose Harry, con uno sguardo lampeggiante.

 

-Già…- rispose Voldemort tranquillo. Per un attimo sembrò credere alle parole del ragazzo, infatti restò a godersi il caldo della stanza con un’espressione beata sul orrendo viso, mentre si gustava del Whisky, da un bicchierino di vetro sporco.

Harry aveva le mani serrate intorno alla bacchetta, e le dita incrociate, con la testa per metà concentrata sulle reazioni di colui che stava davanti e per l’altra metà che pregava ancora per i suoi amici.    

 

-Lo sai di chi è quella bottiglia….?- disse indicandone una contenente un liquido rosso, probabilmente lo stesso che si stava gustando l’uomo.

 

-Del tuo amico Finnigan… poverino, mi era così simpatico, ma mi è dispiaciuto dover mandare la mia guardia meno sospetta a prenderli in trappola per condurli nelle segrete, ma sai è la vita….-

 

-La tua guardia meno sospetta…?- domandò Harry. –La professoressa Raily, vero?-

 

Voldemort scoppiò nell’ennesima risata e per la prima volta in quella situazione, puntò i suoi occhi scarlatti sul viso pallido di Harry dicendogli:

 

-Trovo molto divertente che hai il coraggio di chiamare professoressa la donna che ha tradito tutti quanti, che è riuscita ad infiltrarsi nell’Ordine della Fenice… Trovo ancora più creativo il fatto che un branco di Auror rammolliti abbiano messo su una scenetta contro il Signore Oscuro, alias me… Davvero, quando Margareth me ne ha parlato, ho festeggiato dal tanto che mi sono divertito….-

 

-Beh, i fossili si divertono come possono...-

 

-Spero tu non ti stia riferendo a me… -

 

-Figurati Voldemort…-

 

Ci fu un attimo di silenzio e poi una maledizione echeggiò nella stanza, prima che l’altro mago se ne potesse rendere conto…

 

-Avada Kedavra!-

 

*****

 

 

-Presto correte…- li incitò Narcissa Malfoy.

 

I ragazzi avevano attraversato un passaggio segreto e ora si trovavano in un freddo cunicolo, piastrellato da mattonelle di marmo azzurro.

All’interno di esso rimbombavano suoni strani, come risate, a cui però nessuno fece caso, poiché in quel momento l’idea principale, chiara  e nitida nelle menti di tutti era scappare.

 

-Chi fine farà Harry?- domandò Lavanda, che stava correndo al fianco della donna.

 

-Non lo so…- rispose sinceramente.

 

-Ma aveva detto…-

 

-Lo so quello che ha detto, ma Silente non è ancora arrivato…-

 

-Quindi…-

 

-So che Voldemort aveva allestito delle trappole in casa mia, ma per il resto….- disse, senza però concludere la frase.

 

Percorsero un altro corridoio, superarono un’altra porta…

Quell’ambiente sempre così monotono, che sembrava quasi progettato su misura per apparire sempre uguale.

Ne uscirono dopo diversi minuti e giunsero ad una radura, che stava esattamente su una piccola collina di fronte al parco di Hogwarts a ridosso di una serra ben conservata.

Diverse specie di piante sembrava stessero dormendo, mentre un russare sommesso proveniva dalle foglie verde acceso.

 

-Ma sembra che stiano dormendo…- disse Seamus  sorpreso.

 

-Stanno dormendo- lo corresse Narcissa –Qua la vostra professoressa Sprite fa i suoi strani esperimenti, provando a creare diverse e nuove specie di piante…- concluse con un sorriso.

 

I ragazzi la guardarono allibita: avevano sempre saputo che la Sprite non fosse del tutto normale e che il suo amore per le piante era sconfinato, ma fino a questo punto…

 

Era l’alba e un vento fresco e leggero spirava da nord, piegando dolcemente i fili d’erba verde e increspando appena le acque calme del lago.

Narcissa Malfoy aveva il suo sguardo rivolto verso il sole appena nato e la brezza mattutina le scompigliava dolcemente i capelli biondi come quelli di suoi figlio.

C’era qualcosa di malinconico nel suo sguardo, ma insieme vi si intravedeva una nota di liberazione.

I raggi solari risaltavano il suo profilo, il suo volto delicato e il naso leggermente pronunciato.

Per la prima volta i ragazzi capirono della grande umanità che investiva quella donna e si ritrovarono a volerle bene, senza nemmeno accorgersene.

 

-Andate ragazzi, io vi raggiungo più tardi…- disse Narcissa, con un cenno della mano, indicando loro la direzione.

 

Lavanda restò indietro ad aspettarla; la osservò attentamente, cercò di studiare le emozioni che si stavano manifestando silenziose sul viso della donna e poi a fior di labbra le fece una domanda, talmente sottovoce che si sorprese riuscisse a sentirla.

 

-Perché lo ha sposato?-

 

-Draco aveva bisogno di un padre… io vivo per mio figlio, ho sempre vissuto per lui e credo che lo farò per sempre… la probabilità che lui prendesse la stessa strada di suo padre era molto alta, e io ho sempre cercato di impedirlo, nonostante questo mi portasse via molte energie… ma noi donne siamo attratte da ciò che sembra forte e sicuro, che ci può proteggere e Lucius all’inizio era così con me, ma poi…. Mi ha incatenato con catene di ferro invisibili a sé, mi ha legato le mie ali, imprigionandole in una stretta dolorosa e io non ho potuto utilizzarle per scappare via… e Draco diventava sempre più arrogante, credeva che suo padre fosse il ritratto della perfezione, unico esempio da seguire, vedendo me come la megera che cercava di confondergli le idee… ma quando all’inizio di quest’anno ha capito che Signore Oscuro o meno, sarebbe diventato lo stesso lo schiavo di qualcuno, ha rinunciato, ha fatto di me la madre più felice del mondo e ho amato mio figlio infinitamente… una volta scoperta la verità su suo padre è scappato e senza saperlo ne volerlo ha liberato anche me… ora le mie ali sono libere e per merito di Draco…- concluse, portando maternamente un braccio intorno alle spalle della ragazza e  invitandola a proseguire. Gettò un’ultima occhiata al lago che da lontano si faceva sentire rimbombando in un suono dolce con le sue onde, portando poi lo sguardo al sole che per tantissimi anni non aveva mai potuto vedere così bello luminoso e fiero di sé.

 

Entrarono in un tunnel, dove numerose creature stavano lavorando al rifacimenti dello stesso; da lontano Lavanda sentì un chiacchiericcio e notò i suoi amici appollaiati su un divanetto, mentre prendevano da bere.

Solo in quel momento si accorse dell’espressione stanca e sporca che avevano loro, ma che aveva anche lei.

 

-Dai Lavy, unisciti a noi…- la invitò una voce femminile, da dietro le spalle di Seamus.

 

Non appena realizzò a chi appartenesse, saltò in aria felice e corse incontro all’amica, che la stava già aspettando a braccia aperte.

 

-Hermione!- esclamò –Allora stai bene, come sono felice….!!!- gridò, prendendo la rincorsa e lanciandosi tra le braccia dell’amica, che la stava già aspettando –Ron, ci sei anche tu…- disse, stringendogli la mano, e asciugandosi lacrime di commozione che le stavano facendo colare il trucco.

 

-Beh naturale, mica potevano eliminare me dalla circolazione, altrimenti il mio fantasma sarebbe ritornato a rompere più di prima…- disse Ron, con il volto serio, ma poi si lascio sfuggire una risata liberatoria.

 

Lavanda nel frattempo si era accoccolata accanto ad Hermione, sistemando la sua testolina tra le braccia accoglienti dell’amica, quasi non volesse più lasciarla andare dopo averla ritrovata; Calì le stava osservando e non si sentiva gelosa, per quanto fosse maldestra e leggermente stordita sapeva che l’affetto che i suoi amici provavano nei suoi confronti era immenso e molto forte.

 

In quel momento la porta dell’ufficio dello Stridello Capo si aprì e ne uscirono Jessica e Draco, con un sorriso stampato in faccia e gli occhi che brillavano di una strana luce serena.

Non appena il ragazzo vide la persona che gli si presentò di fronte, il sorriso sembrò sparire dal volto, come il vento che trasporta via i depositi di polvere.

 

-Ciao Draco- gli disse semplicemente Narcissa vedendolo, facendogli un sorriso quanto mai sincero mentre puntava i suoi occhi chiarissimi sul volto del figlio.

 

Lui perse ogni capacità di ragionamento; i due si avvicinarono e come sopraffatti da un sentimento improvviso si abbracciarono, cercando di manifestare tutta la paura, la rabbia, ma anche l’amore che li univa.

Nessuna parola, nessun rumore furono lasciati sfuggire dalle loro bocche, nessuna lacrima scese dai loro occhi; si completavano tranquillamente in quel silenzio attonito caduto intorno a loro, mentre sei Grifondoro capirono, anche se tardi, che cosa doveva aver passato nella sua vita quel Serpeverde, che così tante volte avevano voluto vedere umiliato dai Professori o dai compagni stessi; Hermione sorrise tranquillamente, rafforzando maggiormente il suo abbraccio intorno a Lavanda che contraccambiò immediatamente.

 

 

*****

 

 

Rompi uno specchio e avrai sette anni di disgrazia.

 

Voldemort aveva appena dato inizio al primo giorno di quei sette lunghi anni.

La maledizione senza perdono che aveva scagliato contro il suo nemico, si era andata a scagliare contro lo specchio ammuffito situato infondo alla stanza, riflettendo l’incantesimo contro lui stesso.

Ora si ritrovava stordito sul pavimento, perché in quell’attacco ci aveva concentrato tutto l’odio, la rabbia che provava verso quel ragazzino che a solo un anno lo aveva sconfitto obbligandolo a dieci anni di parassitismo: Harry Potter.

Ancora una volta lo aveva sconfitto, ancora una volta il loro incontro era finito male per lui, e il ragazzo ne sarebbe uscito illeso, come sempre.

 

-Harry… Potter… me la pagherai…- gli disse con voce soffocata.

 

Harry non gli rispose, non ne ebbe il coraggio per lo meno; decise di prendere la sua bacchetta, per stordirlo ulteriormente, dopo di che se ne sarebbe andato…

Magari gli sarebbe andata bene e avrebbe incontrato Silente per le scale, e forse il suo Preside avrebbe incatenato Voldemort e lo avrebbe arrestato, o meglio ucciso una volta per tutte, assicurando pace a tutto il mondo magico…

 

“Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore… nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese…l’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto…e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive…”

 

“Inutile, Silente non potrà mai uccidere Voldemort, l’occasione per faro gli si è presentata l’anno scorso, ma non ha mosso un dito…” pensò Harry, mentre ripensava al suo destino: sarebbe dovuto o morire o diventare un assassino.

 

“Ma uno come Voldemort non è un essere umano…” pensò, avvicinandosi sempre di più al mostro, e iniziando a pensare ad un incantesimo per poterlo portare via.

 

-Stupe…- iniziò il ragazzo, ma la voce gli morì in gola, quando si senti afferrare al collo da una mano fredda e molto sottile, proprio come la lama di un coltello.

 

-Dimmi Harry Potter, perché ti dovrei permettere di eliminare il Mago che mi ha permesso di riscattarmi…?- domandò l’individuo.

 

Non era una voce roca e bassa, quella che tante volte aveva sentito uscire dalla bocca di Voldemort sia nella realtà che nei suoi incubi; la creatura era infatti distesa sul suo logoro tappeto e sembrava tramortito, nonché sopraffatto da convulsioni molto forti, che gli facevano emettere gemiti sommessi.

 

No, quella era una mano femminile, molto delicata, che aveva già visto quando andava a ritirare i compiti, che gli venivano restituiti con naturale lentezza: le mani di Donna Raily.

 

La donna lo sollevò di peso, senza nessuno sforzo, spingendolo contro la parete e conficcando le unghie nella pelle del collo del ragazzo.

Lo stava osservando con sguardo vigile, e il ragazzo riuscì ad individuare una luce maniacale all’interno dei suoi occhi azzurro chiaro, il che gli fece correre i brividi lungo la schiena.

Ben presto si sentì gli occhi lacrimare, mentre la presa intorno al suo collo si faceva sempre più serrata; le braccia gli caddero lungo i fianchi e con esse la bacchetta scivolò dalle mani, cadendo con un tonfo sommesso sul pavimenti, ma che alle orecchie di Harry riecheggiò come un gong finale, di arresa.

Le mani grondavano, sudavano freddo e insieme alle sue gambe erano diventate due pezzi di ghiaccio, dove la circolazione non riusciva più a giungere; si senti strappare via i polmoni e capì che non gli rimaneva molto da vivere… non si sforzò nemmeno di respingere la Raily, sicuro che non ce l’avrebbe fatta…

 

Vide solamente una luce improvvisa apparire dalla porta, che era stata aperta con uno scatto improvviso e maldestro; senti un gemito uscire dalla bocca di Margareth, mentre un rivolo di sangue le usciva dal naso, Harry lo riuscì a vedere attraverso la sua vista appannata…
senti un urlo, di cui distinse solo due parole:

 

-MARGARETH, NO!!!!-

 

Da una voce disperata, che probabilmente stava piangendo; udì poi uno schiocco secco e si sentì cadere pesantemente sul pavimento sporco, mentre qualcuno lo chiamava con voce speranzosa, con la speranza di non essere arrivato troppo tardi.

 

-Harry…Harry…-

 

Senti delle lacrime inumidirgli il viso e poi perse i sensi.

Tutto quello che accadde dopo lo visse sicuramente, ma non se ne ricordò mai.

 

 

*****

 

 

Quando aprì le palpebre le sentì molto pesanti.

In gola si senti il classico sapore che si avverte quando si  ha la febbre, mentre una luce accecante colpiva prepotentemente le sue iridi verde smeraldo.

Al naso si senti giungere un odore di medicinale, e intuì di trovarsi in infermeria; sentì un bruciore accecante alla cicatrice, sia quella sulla fronte, sia quella lasciata da unghie affilate sul suo collo.

Si mise a sedere, e capì che per lui era un grande sforzo.

Inforcò gli occhiali e si diede un’occhiata intorno: vide una moltitudine di ombre muoversi veloci sul pavimento, accorrendo in soccorso di quelle poche persone ricoverate.

Fuori dalla finestra il sole stava tramontando, caratterizzando il cielo di quel rosso acceso con le sue sfumature.

 

-Professore, si è risvegliato- sentì dire da una donna anziana, che quasi urlò, disturbando parecchio le sue orecchie.

 

-Molto bene Chips- sentì, invece, rispondere da un uomo dalla voce calma e tranquilla; vide sul pavimenti avvicinarsi un’ombra di una persona alta e  molto magra.

 

Sentì qualcuno sedersi accanto a lui lievemente e si senti sfiorare la fronte da una mano molto rugosa.

 

-La febbre gli è scesa, ma credo che sarebbe meglio tenerlo in infermeria ancora per qualche giorno Chips… tuttavia io ora ho bisogno di parlare con Harry, quindi credo che qualche goccia del tuo ultimo ritrovato…- propose Silente all’infermiera, che annuì e corse verso un mobiletto nel quale teneva tutti i medicinali; tirò fuori un’ampollina contenente uno strano liquido viola, che somministrò in cinque gocce esatte all’interno del bicchiere d’acqua, sul comodino accanto al letto di Harry; lo costrinse poi a bere e il ragazzo si rese conto di non sentire i sapori.

 

-Harry, se non ti dispiace ora dovresti seguirmi nel mio studio…- gli disse Silente.

 

Madama Chips avvolse il ragazzo in una pesante coperta di lana e gli diede una piccola spinta, facendolo uscire in corridoio.

L’aria che entrava dalle finestre non era fredda, assomigliava piuttosto a quella primaverile che sta trasportando tutto il calore dell’estate, tiepida e accogliente.

Harry si rilassò un po’, e aspettò insieme a Silente che una scala dispettosa li raggiungesse per portarli a destinazione.

Nella scuola non si vedeva nemmeno uno studente; incontrò solamente Gazza insieme alla sua gatta che stava pulendo il pavimento di fronte al Gargoyle: si accorse dello sguardo truce che gli lanciò e anche del miagolare lagnoso dell’animale, ma decise di ignorare entrambi, soprattutto per giovare alla testa che gli doleva parecchio.

 

-Stridello- disse Silente con voce cristallina, e una scala a chiocciola apparve magicamente.

 

Quando giunsero nell’ufficio del Preside, Harry si accorse che non era per niente cambiato dall’anno prima; sulla scrivania erano posizionati tanti strani strumenti d’argento e il Cappello parlante, che all’inizio di ogni anno “condannava” ogni studente ad un destino che sarebbe durato come minimo sette anni.

La luce che entrava dalle finestre ai lati del tavolo, formavano il pulviscolo che si andava a depositare sugli scaffali stracolmi di libri antichi.

Harry capì che se Silente trascorreva la maggior parte del tempo in quel luogo, era più che naturale che fosse tranquillo, era tutto talmente calmo…

 

-Bene Harry, credo che la nostra sarà una conversazione molto lunga, accomodati pure…- lo invitò cordialmente, indicandogli una sedia di velluto blu di fronte alla sua –Vuoi del the verde? È ottimo, lo ha preparato il professor Piton apposta per me….- gli domandò, con un sorriso sincero sul volto rugoso.

 

-Grazie- disse Harry meccanicamente, incantato da quegli occhi azzurri color cielo.

 

-Bene- disse, versando un po’ della bevanda calda nella tazzina bianca, decorata da tanti tulipani color azzurro –da cosa vuoi che incomincio a parlare…? So che un sacco di domande stanno aspettando una risposta dentro di te….- 

 

-I mie amici, quelli che con me sono venuti a Malfoy Maison…- disse. Si rese poi conto che il termine “venuti” non era esatto, poiché ci erano finiti semmai, ma fu sicuro che Silente avesse capito. 

 

-Ah, ah, ah adesso che state tutti bene trovo la cosa molto divertente… i tuoi amici Harry, se la sono cavata splendidamente la notte scorsa, poiché sono riusciti a superare persino Bellatrix Lestrange, che ora so essere ricoverata al San Mungo per lesioni al viso; credo che mi informerò presso la signorina Patil della pozione che ha usato, potrebbe sempre tornare utile…-aggiunse il Preside pensandoci un po’ su –Ma la cosa davvero divertente è la vostra uscita organizzata, sono certo che non sarete né i primi né gli ultimi studenti a fare una cosa simile, ma è sempre divertente vedere le scuse che poi inventate…- disse con una luce felice negli occhi.

 

-Noi… ci scusi- disse Harry timidamente e abbassando lo sguardo sulla sua tazzina.

 

-Di niente, Harry, di niente.. voi giovani avete il diritto di divertirvi, purché questo non implichi la vostra morte….-

 

-Già…-ammise il ragazzo –Mi scusi, ma Ron e Hermione….- domandò, ritornando ad essere preoccupato.

 

-Bene Harry, ti rassicuro come prima cosa che stanno bene, ma vorrei chiarirti su alcune cose successe qualche mese fa…. Alla lezione di Cura delle Creature Magiche, conobbi gli Stridelli e se non erro quel giorno tu svenisti, giusto…?- domandò, mentre il ragazzo annuiva –Queste creature, come Hagrid ti avrà spiegato, sono pacifiche e in totale armonia con gli esseri umani; quando fanno conoscenza con uno di noi, registrano tutti i nostri dati e ci classificano come persone serene oppure come persone in potenziale pericolo, e la stessa cosa deve essere accaduta per te… credo che in quella fase di “registrazione” la tua mente sia stata un po’ scombussolata  e il tuo corpo abbia reagito di conseguenza… inutile dire che gli Stridelli devono aver capito che Hermione e Ron sono molto importanti per te e stanotte, quando Voldemort aveva trasportato te e gli altri, hanno avvertito che i tuoi amici sarebbero stati in pericolo e li hanno trasportati alla loro base, a nord della scuola…- spiegò Silente e cercò di essere il meno complicato possibile per facilitare Harry.

 

Il sole stava salendo sempre più alto nel cielo e i suoi raggi si facevano sempre più caldi, esattamente come quell’ufficio, in cui iniziava a mancare l’aria.

 

-Ma io non capisco- disse Harry –Se gli Stridelli sapevano che i miei amici erano in pericolo, perché non hanno cercato di salvare anche me…?-

 

-Perché sono creature intelligenti… loro salvano il salvabile e ormai credevano te e gli altri foste spacciati, poiché vi trovavate a Malfoy Maison; non oserebbero mai iniziare una battaglia contro Voldemort, ne uscirebbero distrutti e loro lo sanno bene…- spiegò Silente, con una nota leggermente triste nel suo tono di voce.

 

-Capisco… quindi i miei amici stanno bene?-

 

-Si-

 

-Meno male…-disse Harry, tirando un sospiro di sollievo.

 

-Adesso che le cose semplici sono state spiegate, credo che dovremmo passare a quelle più sconcertanti…- affermò Silente.

 

-Giusto… la professoressa Raily, professore non si fidi di lei, è una traditrice, alleata a Vol…- iniziò il ragazzo con grande sussiego, balzando come una molla sulla sedia.

 

-Temo di sapere già tutti i fatti accaduti e ti prego di sistemarti comodo perché ciò che sto per raccontarti è molto lungo….- lo invitò l’uomo, facendogli un veloce cenno con la mano –Era il 1970, Donna Margareth Pascal nacque da François Pascal e Margareth Raily, in una mattina tempestosa, che sarebbe poi stata sinonimo di tutta la sua vita…Tre anni dopo, infatti, il padre se ne andò, in seguito ad una relazione illegittima avuta con una ricca signora dell’epoca, che gli aveva promesso enormi somme di denaro in cambio di piccoli favori… si vocifera che fosse coinvolto nel mercato nero, che in quel periodo truccava le bacchette magiche, ma appunto erano solo voci… io ho sempre conosciuto la famiglia Pascal, e ricordo benissimo il giorno di Natale del 1773, quando una Donna bambina stava piangendo, stringendo al petto la sua bambola di pezza, osservando la neve fuori dalla finestra che cadeva, aspettando che il suo papà tornasse per costruire insieme a lei un pupazzo di neve… sua madre cercò di asciugare le lacrime da quel faccino triste e dalle sue guance che spesso arrossivano se qualcuno le chiedeva dov’era finito suo padre… è cresciuta così in un’ostilità inimmaginabile  nei confronti degli uomini, e ha sempre cercato di trovare una spiegazione al gesto terribile di suo padre, senza però riuscirci… aveva dieci anni Donna, quando nacque sua sorella Jessica, e come Remus ti avrà spiegato ad un anno di vita di questa bambina Margareth Raily si suicidò, non prima di aver lasciato alle sue figlie il suo stesso cognome…-

 

-Per questo non si chiama Donna M. Pascal, ma bensì  Raily, vero?- domandò Harry, interrompendo l’uomo che stava parlando con una mano sugli occhi, come se stesse rivivendo i periodi più terribili della sua vita.

 

-Si Harry, è così…-

 

-Mi scusi, me lo sono sempre chiesto, ma allora Jessica e Donna non hanno lo stesso padre, o no?-

 

-No, il padre di Jessica è l’ultimo uomo che tu potresti immaginarti, Lucius Malfoy. Alla morte di Pascal, Margareth si trasferì con sua figlia Donna in Bulgaria, che a quei tempi era il posto che i Mangiamorte iniziavano ad attaccare… per quale motivo credi che a Durmstrang si dia così tanta importanza alle Arti Oscure? Quella scuola fu la testimonianza di eventi raccapriccianti, che ora non starò qui a raccontare… ti basti sapere che Lucius Malfoy in quel periodo si trasferì là, lasciando a casa Narcissa che era incinta di Draco, e lì ebbe una relazione con Margareth Raily, che poi abbandonò con Jessica appena nata… lei ha sempre saputo la verità su suo padre, ma ha sempre creduto che fosse il destino a scegliere gli avvenimenti della nostra vita e lo accettò comunque, per quando dolorosa potesse essere la realtà…-

 

 

“…io so tutto, ma contro Draco non avevo niente; capitare nella sua casa mi aveva riempito di gioia, già mi stavo preparando un discorso per potergli dire tutto di noi due, ma come vedi lui se ne è andato. Mi ha parlato solo una volta augurandomi il buongiorno una mattina, ma niente di più. Gli volevo bene e non sono invidiosa…” le parole di Jessica gli tornarono alla mente, dopo la partenza di Draco…

“Ma in realtà lo faccio per nascondere quella parte del mio carattere rimasta incompleta o vuota a causa di…” non aveva completato la frase, aveva avuto paura di dirgli la verità…

 

-Quando sua madre si suicidò, il giorno del primo compleanno di Jessica, le due ragazze passarono sotto la tutela dei due signori che hai visto a Natale a Greamuld Place, e qui Donna iniziò ad escogitare una vendetta contro suo padre e Lucius, perché entrambi avevano abbandonato le loro figlie e sua madre, che non aveva trovato altra soluzione che suicidarsi…-

 

-Quindi immagino che a questo punto si sia infiltrata tra le braccia di Voldemort e lui le abbia offerto la possibilità di riscattarsi se lei avesse collaborato al mio omicidio…- disse Harry per Silente, mentre si alzava e gettava una veloce occhiata al lago che brillava sotto il leggero tocco dei raggi del sole.

 

-Non ne ho le prove materiali, ma credo che sia accaduto qualcosa di simile…- gli rispose Silente, con un filo di voce, puntando il suo sguardo alla testa di Harry, che si sentì trafiggere…

 

-Volevano sapere anche dov’era Draco, così Donna ha utilizzato la Legilimanzia quel giorno che mi avete convocato qui nell’Ufficio, se anche io vi avessi mentito, lei ne sarebbe venuta comunque a conoscenza… mi sembrava troppo concentrata, avrei dovuto capirlo subito, non stava semplicemente ascoltando il mio discorso… ne deduco quindi che Jessica avesse dei sospetti su sua sorella, non si sarebbe sennò spiegata la freccettina che le ha lanciato durante una lezione…-

 

Quindi lei ci sta dicendo che se un Auror può usarla per difendere la propria mente dalle infiltrazioni esterne anche un Mangiamorte potrebbe tranquillamente farlo, vero? A questo punto un traditore potrebbe essere qua senza che noi ce ne accorgiamo, giusto?- domandò Jessica alla sorella.

-Certo signorina Raily è una probabilità, ma non credo che sia facile ingannare il professor Silente!-

-Certo! Ma l’ha detto lei stessa: basta essere molto in gamba!-

-Si non lo nego, ma ho anche detto che è raro trovare qualcuno molto esperto in Occlumanzia, se non impossibile!-

-Ma lei ha detto di avere la specializzazione, chi ci assicura che sia del tutto affidabile?”

 

-Esattamente- disse semplicemente Silente

 

-Professore, ma perché tutti credevano che fosse Jessica il vero problema…-

 

“Dalle espressioni che si dipinsero sui volti di Tonks e  Moody, Harry, Ron, Hermione e i gemelli capirono che il termine usato dalla signora Weasley  “graziosa ragazzina” non doveva essere del tutto appropriato anzi… Dal loro volto sembrava che stessero per avere a che fare con un mostro terribile”

 

-..insomma, era chiaro che tutti le davano contro dal primo istante…- disse confuso e quanto mai in cerca di spiegazioni.

 

- Per il semplice fatto che tutti sapevamo della storia di questa ragazza, e tutti sapevamo che suo padre fosse un Mangiamorte… Donna aveva la fedina pulita, se tra le sorelle Raily avessimo dovuto scegliere, avremmo additato sicuramente Jessica, era la più sporca…-

 

-Anche lei lo avrebbe fatto…?- domandò Harry serio.

 

-In quanto essere umano, anch’io non sono immune agli errori e quindi… si, anch’io ho sempre avuto un po’ timore di Jessica, lo ammetto, ma non le ho impedito di frequentare la mia scuola,  pur constatando, senza nessuna sorpresa, che la sua casa di appartenenza era Serpeverde…- disse.

 

-Anche Remus lo ha sempre pensato…- disse con un filo di voce Harry, ma strinse i pungi per impedirsi di distruggere una pallina di vetro che gli stava rotolando fastidiosamente davanti agli occhi.

 

-Remus era il cugino di primo grado di Margareth, è di secondo grado di Donna…- spiegò Silente –Credo che Voldemort si sia innamorato di Donna, immagino che tu sia poi passato in secondi piano, dopo aver sentito i piani di quella ragazza… E forse per questo Bellatrix si è lasciata sfuggire i tuoi amici, non le è andato bene essere rimpiazzata da una giovane qualsiasi…- disse Silente, incrociando le dita –QQQQQQQQQQQQQQ47444     Questa notte Donna ti stava uccidendo, ma Malocchio è entrato nella stanza prima che questo succedesse; aveva un pugnale in mano, gli era servito per abbattere la recinzione di Malfoy Maison, perché immune a qualunque incantesimo… Ha lanciato il coltello dritto nella schiena di Donna, ponendo fine alla sua vita da bella e dannata… Voldemort ha dato una grande prova d’amore, non ha abbandonato il suo cadavere, l’ha abbracciata e si è smaterializzato… Ci è sfuggito ancora…- proclamò Silente, alzandosi dalla scrivania e posando una mano sulla spalla di Harry.

 

-Signore, Voldemort chiamava Donna Margareth, perché?-domandò Harry.

 

-Voldemort la chiamava così, perché era il suo secondo nome, lo tesso faceva per Ginny, Ly abbreviativo di Molly…- spiegò con aria assente.

 

-Che fine ha fato poi Lucius Malfoy… e Pascal?- domandò Harry.

 

-Sono stati uccisi, Voldemort non voleva far sporcare le mani a Donna, così li ha fatti uccidere tra di loro… credo, infatti, che quando François tornò indietro, gli debbano aver raccontato la verità su Margareth, sua moglie, a quel punto Lucius è diventato il suo nemico… quando se lo è ritrovato di fronte si saranno uccisi a vicenda, Voldemort così non si è sporcato le mani… nemmeno per uccidere i tuoi amici è andato lui di persona, ha preferito mandare i Mangiamorte…- concluse Silente, serrando la presa intorno alla spalla del ragazzo, visibilmente arrabbiato, frustrato, e questo non era da Silente.

 

- Un’ultima domanda professore…- iniziò Harry, ma Silente lo interruppe.

 

-L ’anno scorso non fermai Voldemort perché solo tu hai il potere di farlo, ne è la dimostrazione il fatto che io anni fa non lo sconfissi, lo indebolii soltanto, altrimenti ora non sarebbe qui ad incombere sulle nostre vite…-

 

Harry restò un attimo incantato a guardare i suoi occhi color azzurro cielo; le sue iridi erano chiarissime e nei giorni di sole come quello vi si potevano scorgere fiumi di pensieri, che scorrevano veloci come le acque più cristalline.

 

-No… non era questo…- gli rispose con un filo di voce, ancora mezzo stordito –Volevo sapere cosa ne  sarà di Ginny…?-

 

-Ah Ginny- esclamò il Preside –il motivo delle sue azioni lo avresti scoperto se qualche mese fa avessi ascoltato le parole della signorina Granger… dentro noi abbiamo infiniti pensieri e sentimenti, ma a volte le verità che ci circondano non ci permettono di estraniarli come noi vorremmo… Ginny Weasley ha passato la stessa cosa… lei ti ha sempre voluto bene Harry e immagino che tu lo sappia, ma con gli anni quel sentimento è aumentato, trasformandosi in qualcosa di più profondo… la verità, però, è che tu l’hai sempre vista come la sorella del tuo amico, ma mai come una possibile donna e questo le ha fatto perdere l’orientamento… si è sentita sperduta e ha cercato di spedire quel sentimento in un angolo remoto del suo cuore, accantonandolo in un punto dove la polvere potesse stabilircisi, facendolo dimenticare a tutti, lei compresa… ma quando al ballo di Hallowen tu ti presentasti con Hermione, lei capì che tutti i suoi tentativi per farsi notare da te erano stati vani, tanto da essere andata a parlarne con Hermione, che sapeva… Credo che si volesse vendicare contro di te, farti soffrire per quello che le avevi fatto… A Natale cercò di avvertirti, ma tu rimasi sordo a questo suo appello e lei decise di prendere la sua soluzione finale, tornare per la seconda volta da Voldemort… ma stanotte, se non prima, si deve essere accorta che comunque non sarebbe stata la soluzione giusta ai suoi problemi; così facendo, infatti, non solo tu non l’avresti vista comunque come una donna, ma si sarebbe attratta contro il tuo odio e questo la deve aver distrutta… ma Voldemort sa molto bene i punti deboli delle sue vittime e l’ha marchiata, prima che lei potesse decidere di ritornare alla sorgente…-

 

-Cosa ne è stato di lei stanotte…?- domandò Harry, sentendosi infinitamente colpevole.

 

-Ginny Weasley è stata portata via da Voldemort e credi che non rivedremo né lei, né quel mostro per un bel po’ di tempo…   Rompendo lo specchio, hai davvero dato inizio a sette anni di sfortuna…- concluse Silente.

 

Nelle sue ultime parole c’era lo stesso sapore della fine, di quel sentimento che permette di giungere al termine, di raggiungere un obbiettivo tanto bramato, come le spiegazioni di vite intricate e complicate allo stesso modo; lui non aveva mai pensato che le persone potessero aver reazioni simili, se poste d’innanzi a certe situazioni.

La vita di Ginny era stata sconvolta e lui in parte si sentiva responsabile.

 

-Se non hai altre domande Harry, ti consiglierei di tornare in infermeria, non ti fa bene restare in piedi e hai bisogni di riposare…- consigliò Silente, cauto però nel tono di voce, come se non volesse obbligare il ragazzo a fare qualcosa.

 

-Si…-disse semplicemente Harry, dando un’ultima occhiata al parco di Hogwarts, che appariva stranamente tranquillo quel giorno; fece qualche passo verso la scala a chiocciola, passando accanto ad uno strano soprammobile che raffigurava il lago della scuola, ma non doveva essere stato realizzato recentemente perché all’interno dello specchio d’acqua vi erano molti cigni, che si muovevano felici trai bagliori creati dai raggi del sole.

Solo allora gli venne in mente un’ultima cosa da chiedere a Silente.

 

- Professore, dopo aver incontrato gli Stridelli, continuo a fare un sogno strano…  

 

Un lago…

 

Due persone……

 

Il tramonto…

 

Un urlo strozzato……

 

… che cosa significa?- domandò Harry, confuso.

 

-E’ l’unica domanda a cui io non posso rispondere, essendo questa una premonizione, ma in un momento non troppo lontano, lo potresti scoprire…- gli rispose Silente, facendo un sorriso, accompagnato da un occhiolino.

 

Harry inarcò un sopracciglio dubbioso, ma poi decise di non fare troppe domande, perché Silente ne avrebbe poste dieci in più che non avrebbero fatto altro che aumentare la sua curiosità.

Gli voltò le spalle, non lo salutò, non ce ne sarebbe stato bisogno; inforcò le scale e si ritrovò nel corridoio di pochi minuti prima, anche se a lui sembravano passati secoli.

Da lontano vide arrivare qualcuno, che stava camminando a passo svelto, calpestando il pavimento appena lavato da Gazza; erano due persone, una molto alta e allampanata   l’altra un po’ più bassa e un po’ grassottella, solo i capelli rosso fuoco li accomunavano: i Signori Weasley.

Ad Harry si strinse lo stomaco in una morsa dolorosa; ben presto si ritrovò a passare loro di fianco, mentre Arthur  teneva una mano sulla spalla della moglie, il cui viso era  rigato dalle lacrime.

Si fermarono quando lo videro; tutto quello che lesse nei loro occhi fu amore sconfinato per lui e tristezza immensa per non aver saputo capire prima il destino della loro figlia.

 

-Signori Weasley, io….- iniziò a dire, ma Molly lo interruppe facendo cenno di no con la testa.

 

-Tu hai fatto il possibile e di questo io ti ringrazio… già una volta l’hai salvata e io non posso pretendere di più- disse la donna.

 

Si avvicinò poi a lui, stritolandolo in un abbraccio, dal quale, però, Harry  riuscì a percepire un grande affetto; gli baciò la fronte ed entrambe le guance, con la stessa dolcezza che solo una madre può avere e poi gli disse di tornare in infermeria, dove tutti i suoi amici lo stavano aspettando.

Li osservò allontanarsi, fino a raggiungere il gargoyle di pietra dietro il quale ben presto scomparvero.

Augurò loro tutta la buona fortuna che si poteva immaginare e poi riprese a camminare diretto versa la sua destinazione, lasciando dietro di lui una scia di emozioni indelebili, come indelebili erano i graffi che intaccavano la liscia superficie di marmo del pavimento.

 

 

***********

 

 

Finita, ragazzi è finita!!! Per favore, cercate di capirmi, questa è la mia prima ff, il mio tesorino, lo scritto che mano a mano ho cercato di migliorare sempre più e… bibibibibi ç________ç mi mancherà… l’unica consolazione è che il prossimo sarà l’epilogo e nel frattempo, voi lasciatemi un commentuccio, eh? ^______________ - prometto che tutto si sistemerà per il meglio nel mitico trio, ma come avete visto c’è ancora Ginny che poverina… beh, vedremo cosa succederà in futuro forse (ok, ora taccio per sempre) ^________________^

 

Special thanks to:

StellinaX: vediamo un po’… ti perdono oppure no? **ale fa finta di pensarci, ma poi rivolge un sorrisone giga alla sua stellina portafortuna** ma cicci, certo che ti perdono, infondo avrai anche tu i tuoi impegni e non posso pretendere che tu li cancelli per fare comodo a me ^.-  beh, Ginny non è il mio personaggio preferito, ma rovinarle la vita da così giovane… non mi sembrava proprio giusto… Un baciottoni ciao ^.^

Ginny Weasley: tesorino!! Beh, il tuo accento francese vallo a rispolverare, l’ho trovato molto originale ^^ comunque ti sbagli, avrai letto in questo chap che tutta la storia alla fine ruotava intorno a Draco e ormai *sigh, sigh* anche volendo il suo ruolo è quello perché la ff è finita… un baciotto ^.^

FraFra: tu una cattiva compagnia… mmm, non ci avevo pensato!! **scherzo cicci** comunque credo proprio **e qui ale si guarda intorno sospettosa** che Ginny non la rivedremo per un bel po’ di tempo, sigh ç.ç, poiché Voldemort se ne è appropriato… e Harry è proprio un bellissimo tonto, non trovi? Un bacionone immenso, ciao ^__________^
Marco: amico!!! ^.^ si, si, si è proprio così, ho trovato molto divertente scrivere lo scorso chap, erano tutte idee che avevo pensato agli inizi della ff e sono felice di essere riuscita a ricordarmeli tutti ^.-  spero poi che tu abbia capito la storia degli stridelli, che in questo chap viene ampliamente spiegata e… la Ron/Jessica, **attendereunpossibilesequel**… ciao, ciao, un bacione ^________^
Maripotter: meno male… ^.- diciamo che ero sicura che saresti stata bravissima sul palco, ma adesso che ne ho la conferma… beh tesorino grazzissimi infinitissimi per tutti i complimenti  che mi hai fatto, un bacione ^.^
Eva_elamela: amooooore mio!!! **inizio a soffrire del complesso della love mania**  volevo urlarti un GRAZIE sconfinato per tutti  i complimenti, so che se non fossero veri non sarebbero mai usciti dalla tua bocca.. cioè dalla tastiera, ma fanno sempre un piacerissimo… credo poi che PER QUELLA COSA dovrai cavartela da sola, perché ce la puoi fare benissimo, love ^.- uno smack, smack, smack, dei nostri.. ciao!!! P.S. metti via il fucile che tra qualche giorno arriva FT e ci sarà un pensierino per te, love, love ^.-
Emma: non è lungo come l’altro, ma è comunque lungo, no? ^.- beh, tesorino cosa posso dirti…? Grazie infinite per i soliti e bellissimi complimenti e bentornata, ma non azzardarti mai più a farmi prendere un attacco cardiaco simile, ok? Un baciottone piccina ^^

Grifo: grazie mille!!! Si beh, essendo io una fan accanita della coppia farli litigare ha distrutto il già debole di per sé cuoricino mio, ma la ff ne aveva bisogno **ecco come so mentire bene**  un bacione ^.^
Angi: ma sorellona ^______________^!!! Ho fatto tantissimi saltelli leggendo la tua recensione entusiasta, perché “equilibrare i momenti” come dicevi tu non è stato semplice, ma sono felice di esserci riuscita… e Ron **me la rido sotto i baffi** beh poverino, lasciagli l’opportunità di provarci **ok, ok scherzavo** tanto alla fine sarà comunque Hermione a scegliere… un bacione!!! ^.^ ciao!!!
Avril Lavigne: …. …. ….. …. Mmm…. ….. ….  Me quasi, quasi non ti perdona, ma alla fine l’animo buono e calmo che mi ritrovo mi obbliga a fare cose che non vorrei **eh no** !!! ^.^ beh ben tornata cara!!! Un bacetto…

Bene, come avete notato non sono stata asciutta con nessuno, mi sento molto happy a ringraziarvi e così ho deciso di lasciarmi andare ^.- ci si vede con l’epilogo **sigh, sigh** “MAGIA & AMICIZIA”  (non poteva essere altrimenti)

 


Un bacione a tutti

ale69


 

 

  
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