Kate's POV
Tornai a casa verso mezzanotte dopo essermi fermata in centrale ad indagare sul caso. Mi chiusi la porta alle spalle e, dopo aver posato le mie cose, cercando di non fare rumore, mi diressi verso la camera da letto.
"Sei ancora sveglio?" chiesi a Castle che, con il portatile sulle ginocchia, probabilmente lavorava ad un suo romanzo.
"Oh, sì! Buttavo giù alcune idee per il mio prossimo libro." mi rispose alzandosi e venendomi a baciare.
"Avete scoperto qualcosa di nuovo?" mi chiese speranzoso.
"Ancora no. Abbiamo controllato gli ultimi spostamenti del padre di Reese ma niente. Lei come sta?" domandai con un po' di preoccupazione.
"Era distrutta: è andata a letto alle otto e dorme da allora. Non ha voluto cenare ma mi ha promesso che domani mangerà almeno un po' a colazione." mi rispose Castle con aria paterna.
"Sai cosa ho notato guardandola oggi? Avrà anche sedici anni ma è ancora una bambina, una bambina che è dovuta crescere in fretta per adattarsi a questo mondo." dissi pensierosa.
"Credo ne abbia viste tante in questi anni: anche se vuole apparire molto forte, si vede che soffre. Ha bisogno d'aiuto e io sono pronto a darglielo."disse serio.
"Ti stai affezionando a lei, eh, Castle?"chiesi con tono un po' provocatorio.
"Perché, tu no? Kate, da come la guardavi oggi, ho capito che quella ragazza ha fatto breccia nel tuo cuore." mi disse sorridendo Castle. Non gli risposi ma mi limitai ad annuire leggermente.
Ripensavo a ciò che mi era successo quando ero ancora una ragazza, al dolore che continuavo a provare nonostante fossero trascorsi diversi anni ormai da quel fatidico giorno in cui mia madre mia era stata strappata via così brutalmente. Ero certa che Reese stesse provando lo stesso identico dolore per la perdita di suo padre anche se, diffidente nei confronti di chi non conosceva, faceva di tutto pur di tenerlo nascosto. Appoggiata alla spalla di un Rick completamente addormentato, capii che quello che mi aveva detto poco prima era assolutamente vero: Reese era una ragazza fantastica ed io, senza volerlo, mi ci stavo affezionando troppo.