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Autore: Sad Angel    10/08/2009    1 recensioni
ATTENZIONE!!! CAPITOLO CONCLUSIVO DI "TEUFEL" E "HELL" Plick. Plick. Il rumore di gocce che cadevano, a poco a poco, si era fatto largo nei miei sogni. Inconsapevole del mondo esterno, aprii lentamente gli occhi, notando le mie braccia tese fuori dal letto. Le fissai, un paio di secondi, cercando di mettere a fuoco, nell’oscurità, poi spostai la mia attenzione altrove. La stanza, nella quale mi trovavo, era completamente immersa nel buio e nel silenzio, eccezion fatta per il rumore costante delle gocce che cadevano dal rubinetto di un lavandino. Un secondo. Una folata di aria gelida mi avvolse ed io alzai lo sguardo sul soffitto. Niente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo quarto

Capitolo quarto

 

Incertezza

 

 

Il corpo accaldato, come se avessi la febbre, giacevo, non so dove, in uno stato di semi-coscienza. Sbattei le palpebre, lentamente, un paio di volte, cercando di mettere a fuoco.

Troppo stanca per essere sorpresa, osservai il luogo dove mi trovavo. Buio. Umido. I muri delle pareti, in pietra, mi ricordavano vagamente una vecchia cripta o il sotterraneo adibito a prigione che avevamo visitato una volta con la scuola… Già… la scuola…

Continuando a fissare il mondo, senza interesse, mi interrogai su quando fosse stata l’ultima volta che ero stata a scuola. Ci pensai un paio di secondi, corrugando le sopracciglia, poi mi rassegnai. Non me lo ricordavo.

Una strana sensazione alla bocca dello stomaco mi colpì, all’improvviso. Deglutii ed espirai, colta all’improvviso dalla nausea. Espirai ancora, muovendomi, in quello che ora guardai per la prima volta. Un letto, a baldacchino, preparato con un paio di lenzuola rosse.

Come il sangue.

Deglutii ancora, per un nuovo attacco di nausea mentre un improvviso mal di testa, mi martellava le tempie. Tenendomi una mano sul ventre, senza sapere perché, sollevai il capo, alla ricerca d’aria. Fu, solo allora, che lo vidi.

Dall’altra parte della stanza, seduto proprio di fronte a me, c’era uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto. I suoi occhi, neri come la notte, erano fissi su di me. Senza espressione. Il viso, di un pallore quasi spettrale, i capelli corvini che ricadevano sulle guance, continuò a fissarmi, in perfetto silenzio.

Deglutii, un brivido che mi attraversava la spina dorsale mentre, inconsciamente, iniziavo a tirarmi indietro, nel letto.

Lui, sollevò il capo, lentamente, poi lo piegò, di lato. Sogghignò.

“Hai paura?” domandò, la voce canzonatoria anche se, al suo interno, percepii la presenza di un altro sentimento che però, non ero in grado di classificare, non conoscendo chi mi stava di fronte.

Nel letto, il lenzuolo tirato sin sotto al mento, deglutii ma non risposi. Non volevo dargli il vantaggio della sicurezza.

Attesi un secondo, poi espirai, domandando, la voce dura “Tu chi sei?”

Il mio interlocutore rimase un secondo immobile, poi sogghignò di nuovo. Lentamente, si alzò, poi si voltò, dandomi le spalle, implicito messaggio. Io, al contrario di te, non ho paura.

I minuti iniziarono a passare, il silenzio, diveniva sempre più pesante.

“Allora?” lo incalzai.

Il ragazzo si voltò di nuovo, piegando il viso di lato come poco prima. Sogghignò nuovamente. “Vediamo se indovini…” iniziò, prima di smettere di sorridere e balzare, leggiadro e veloce, verso di me.

Un istante dopo, mi era addosso, inchiodandomi contro il letto, con la mano sinistra. Il capo a pochi centimetri dal mio, sorrise mentre la sua mano destra, sfiorava i miei capelli.

Deglutii, la paura che si sommava, all’improvviso, con qualcos’altro. Repulsione. Per quell’essere.

Lo fissai, con astio, consapevole di essere nei guai. Era il mio sangue, a dirmelo.

“Levami le mani di dosso, vampiro!” sbottai, mostrandomi furiosa, ignorando la paura.

Il vampiro sogghignò ancora, prima di saltare via, come era arrivato. Accanto al letto, continuava ad osservarmi, sogghignando.

Lo sguardo immobile, su di lui, tacqui un paio di secondi, cercando di raccogliere le idee, poi domandai con voce calma “Dove siamo?”

“A casa mia, tesoro…” rispose subito lui, il sorriso sulle labbra.

Improvvisamente, provai l’inarrestabile desiderio di prenderlo a ceffoni. Con quello stesso sorriso sicuramente aveva già ingannato decine di sprovvedute. Espirai, cercando di cacciare via dal mio cervello l’appellativo che aveva usato. Tesoro. Rabbrividii per il disgusto.

Lui rise.

“Che cosa vuoi da me?” chiesi ancora, cercando di mostrarmi calma “Perché mi hai portato qui?!?”

Il vampiro sollevò un sopracciglio, prima di abbozzare un sorriso di scherno “Mi sembra ovvio… Sono un vampiro… per quale motivo, avrei dovuto portarti qui?!?

Espirai, imprecando contro di lui, nella mente. Voleva uccidermi e, oltretutto, mi prendeva anche in giro. Espirai di nuovo, cercando di reprimere la voglia di picchiarlo che di nuovo mi assaliva.

“Beh…avresti potuto benissimo uccidermi dove mi hai aggredito, no…?” gli fece coerentemente notare io.

Lui rise ancora, piegandosi verso di me. Un secondo dopo, il suo viso era a pochi centimetri dal mio. Mi sogghignò in faccia “…E dove lo metti il divertimento, mia cara?!?

Mossi un braccio, disgustata dalla sua vicinanza, vano tentativo di allontanarlo. Lui, veloce, si scostò. Senza smettere di sogghignare, tornò esattamente dov’era prima.

Il silenzio ricadde sulla stanza.

“…Ad ogni modo…” ricominciò, la voce dolce ma ingannatrice “…Io non ti ho aggredito…eri svenuta…”

Sbattei un paio di volte, le palpebre, indignata, il moto di rabbia che montava di nuovo “Adesso non pretenderai anche ti ringrazi, vero, vampiro?!?

Lui sogghignò, chiaramente divertito “E’ il minimo dell’educazione…”

Lo fissai, allibita “Educazione?” ripetei.

“Quando qualcuno ti salva, di norma, si ringrazia, non pensi anche tu…” tacque un secondo, prima di concludere, un ghigno sulle labbra “…Rory?!?”

Per la sorpresa, sbarrai gli occhi e spalancai la bocca. Ovviamente, un istante dopo, il vampiro rise, probabilmente per via della mia espressione. “Come fai a sapere il mio nome…?” domandai, quasi urlando, per la sorpresa.

Lui si avvicinò di nuovo, lentamente, ed io deglutii mentre, inconsciamente, ricominciavo a rannicchiarmi. Allungò una mano nella mia direzione, il sorriso sempre sulle labbra. Io, di riflesso, sollevai il braccio sinistro. La sua mano afferrò il mio polso, inchiodandomi il braccio contro il letto. La sua presa era ferma, non potevo muovermi eppure, nonostante la sensazione di essere in trappola, notai che lui non esagerava con la forza. Poteva farmi a pezzi il braccio, eppure si accontentava di bloccarmi i movimenti. Fissai, alcuni secondi, la sua mano bianca che inchiodava il mio braccio al materasso, poi tornai a fissare i suoi occhi profondi come la notte. Sorrise. La mano sinistra di lui, mi sfiorò, col dorso, la pelle del collo. Trattennii il fiato, rabbrividendo.

“Ero curioso…” iniziò, la voce suadente, il volto che si avvicinava di nuovo al mio. “…Curioso…Sei una discendente…una cosa rara…”

Per la seconda volta, tentai di scostarmi e, questa volta, usai come scudo il braccio destro. Ovviamente, fu tutto inutile. Il vampiro, sogghignò, bloccando anche quello. Rimase immobile, in quella posizione, fissandomi il volto ed il collo. Deglutii.

Un istante dopo, era di nuovo in piedi. Camminava, lentamente, verso la porta. Una volta raggiunta, si fermò, voltandosi di nuovo verso di me.

“Non tentare di scappare, Rory” intimò, la voce dura “Ti riacciufferei e sarei crudele con te… Evitiamoci questa seccatura…”

Sbattei le palpebre, di nuovo sconvolta.

Lui espirò, prima di concludere “Ottengo sempre ciò che voglio…E mi servi tu, stavolta…”

Aprì la porta, allontanandosi. Prima che si fosse completamente chiusa, la sua voce dura, concluse.

Toi, non ti lascerà mai andare…”

 

 

 

ToiToi… Chi è Toi? E cosa vuole, esattamente, da me???

 

  
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