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Autore: NIHAL_JOHNSON    03/05/2020    5 recensioni
Hermione si avvicinò a Ron e con la luce della candela notò che i gemelli Weasley dormivano in due letti dall’altra parte della stanza.
“Cosa ci fanno loro nella stanza di Ron?”
“L’hanno lasciata a degli ospiti che vengono alla partita.” Sbadigliò Harry, “cosa stai facendo?”
“Sta a vedere.” Sussurrò lei maligna.
Si avvicinò al letto di uno dei due, osservando bene il suo volto addormentato profondamente. Era senz’altro Fred. Dormiva sereno, aveva fatto crescere i capelli ed erano fiamme di fuoco sparse sul cuscino. Hermione avvertì l’impulso di sfiorarli e toglierli un ciuffo ribelle dalla fronte.
“Ma che diavolo ti prende Hermione?” Si chiese scuotendo la testa. Si avvicinò lentamente fino a che fu ad un soffio dal suo volto.
“FRED WEASLEY! MAMMA HA SCOPERTO I NOSTRI ESPERIMENTI!” Gridò a pieni polmoni imitando la voce più profonda di George.
Fred scattò a sedere sbarrando gli occhi, “No, no, no! George nascondi le prove!” Gridò spaventato e ancora mezzo addormentato.
Come nasce l'amore tra Fred ed Hermione, tra battibecchi, frecciatine, sguardi... ma sembra non esserci davvero speranza, finché tre anime buone non interverranno in loro aiuto, con una piccola... spinta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO QUINDICI
 
QUINTO ANNO: HOGWARTS

 
 
 
 
 
 
Hermione fu lasciata in pace dai gemelli per tutta la sera e il giorno seguente. Questa calma un po’ la spaventava, come la quiete prima della tempesta.
E aveva paura di che tempesta avrebbero potuto produrre quei due.
Anzi, erano stranamente gentili. E questo la preoccupava ancora di più.
La mattina seguente si recarono tutti a King’s Cross. Ovviamente arrivarono all’ultimo momento come sempre quando si viaggiava con i Weasley, ma presero tutti il treno e salutarono dal finestrino Molly e Arthur.
Hermione, Ginny, Harry e Ron trovarono uno scompartimento vuoto, mentre i gemelli raggiungevano Lee e altri amici.
Hermione era ancora euforica per lo scherzo riuscito della sera prima. Non poteva credere che fosse stata la sua mente a partorire un piano tanto diabolico, e ne era fiera.
Qualunque fossero state le conseguenze. Quello era il suo piccolo momento.
I gemelli passarono davanti al vetro del loro scompartimento. Guardò Hermione di sfuggita, che lo salutò allegra con una mano.
Il ragazzo allora si bloccò. Annebbiò il vetro sospirando con la bocca e disegnò un teschio con il dito. Poi sorrise anche lui e la salutò con gioia, per poi venir spinto via da George.
Hermione deglutì, ma si diede un contegno.
“Non ci posso credere che l’hai fatta ha Fred.” Disse Ron ammirato.
“Come ti è venuto in mente?” Chiese Harry curioso.
“Oh, aveva solo fretta di vederlo nudo…” mormorò Ginny furba, beccandosi una pacca sul braccio da parte di Hermione.
“Mi sono solo vendicata di tutti gli scherzi che loro hanno fatto a me e a chiunque altro.” Disse ferma, un sorriso stampato in volto.
“Sei la mia eroina.” Esclamò Ron incrociando le braccia dietro la testa e sistemandosi comodo sul divanetto.
 
 
 
§
 
 
 
 
Arrivati ad Hogwarts, salutarono tutti i loro amici, chiedendo come erano andate le vacanze. Hermione alzò il collo più volte nella folla per vedere se riusciva a trovare Draco, ma nulla fino al castello.
Ognuno andò al suo Dormitorio per sistemare le proprie cose, poi avevano buca prima di cena.
In Sala Comune, Hermione scese le scale alla ricerca dei suoi amici. Harry e Ron stavano giocando a scacchi magici.
Girò lo sguardo e vide Fred, George e Lee, che ridevano tra loro. Si avviò verso di loro con un sorriso altezzoso. Fred la vide e sorrise, allungando le braccia come per invitarla ad abbracciarlo.
Hermione avanzò ancora, ma qualcuno la urtò alla spalla, superandola di gran fretta. La ragazza vide Katie gettarsi tra le braccia aperte di Fred.
“Ciao Fred! Non vedevi l’ora di starmi attaccato, vedo!” Trillò entusiasta, cingendolo in un abbraccio sensuale. Fred sbarrò gli occhi, colto alla sprovvista, ma non l’allontanò. Hermione si bloccò all’istante.
Lui ricambiò l’abbraccio e Katie gli sussurrò qualcosa all’orecchio in modo provocante. Lui ridacchiò, sotto lo sguardo esasperato di George, che si esibì in un “facepalm” perfetto.
La ragazza sentì quella solita fitta al cuore e lo stomaco come stretto in una morsa. Le venne quasi la nausea, come quella volta in cortile quando Fred era in compagnia di Angelina.
“Ma che hai? Siete amici, forse neanche. Non sai nemmeno tu cosa siete.”
Hermione lasciò impettita la Sala Comune con la scusa della Biblioteca, così, dato che la cosa era perfettamente normale, nessuno fece domande.
Quando passò accanto a Fred che cercava di liberarsi dalla stretta di Katie, non lo guardò, e lui la seguì con lo sguardo confuso.
 


 
 
§

 
 
Sulla Torre di Astronomia, Hermione si appoggiò al parapetto afflitta e confusa. Ormai non poteva più nasconderlo: ogni volta che vedeva Fred il suo cuore sussultava e la testa le girava. E ogni volta che lo vedeva tra le braccia o a fare lo stupido con un’altra, aveva quelle fitte.
Perché? Non poteva essere veramente innamorata di lui. Di questo era sicura. Erano molto legati ora, forse era normale provare quelle cose per un amico…
“Sei veramente stupida.” Si disse da sola, ma non si diede ascolto.
Per Ron e per Harry non aveva mai avuto quelle sensazioni però.
“Anche lei qui?”
Hermione si voltò di scattò e vide nientemeno che Silente dritto e fermo, alle sue spalle.
“Signore, mi scusi. Mi sono attardata un attimo prima della cena… Ne avevo…”
“Bisogno.” Concluse Silente con un sorriso dolce. “Anche io vengo qui quando voglio stare solo con i miei pensieri e una grande vista.” Disse avvicinandosi anche lui al bordo.
Hermione sorrise e posò lo sguardo sul sole che ormai stava tramontando, tingendo di arancione il Lago e le finestre del castello.
“Il suo scherzo al signor Weasley è stato a dir poco esilarante.” Disse poi all’improvviso Silente.
Hermione alzò gli occhi su di lui preoccupata e colta alla sprovvista.
Merda…”
“Quale scherzo?” Ci provò.
Silente la guardò dall’alto dei suoi occhiali. “Non è brava a mentire signorina Granger.”
Hermione arrossì, “io…io…”
“Ammetto che da lei mi aspettavo di tutto, ma non uno scherzo così ben architettato. I signori Weasley saranno fieri di lei.”
“Non credo…è stata solo una vendetta stupida per tutti i loro stupidi scherzi.”
“Pensa davvero questo?”
“Lei cosa pensa?”
Silente rise. “Io penso che i signori Weasley nascondano molto di più di quello che fanno vedere fuori. E il signor Weasley ha molto dentro, magari che pensa, o che prova che però non è in grado di dimostrare.” Calcò molto quest’ultima frase e soprattutto la parola “prova.”
Hermione sospirò pensierosa. Era vero. E non si accorse che Silente aveva usato il singolare.
“Ho tante cose per la testa quest’anno.”
“Non è una novità signorina Granger.”
“Non solo di studio però.” Mormorò.
“Era ora si può ben dire. Se non ci danniamo per l’amore a quest’età, quando possiamo?”
“Amore?” Chiese lei sorpresa.
“Si, la magia più potente, dolorosa e bella di tutte. Non scacci mai via l’amore dalla sua vita, lo rimpiangerebbe per tutta la vita.”
“E’ molto più complicato di quanto pensassi.”
“E che divertimento c’è sennò?”
“Non riesco a capire se sia amore…” parlava come se Silente sapesse a chi si stesse riferendo, pure lei era confusa. Ma lui come sempre sembrava capire tutto.
“Non bisogna scervellarsi troppo su questioni come l’amore. Farsi troppe domande, troppi problemi, porta inevitabilmente alla distruzione dell’amore stesso. Lasciamo che corra per le nostre vite, e che ci colpisca quando meno ce lo aspettiamo.” Quando pronunciò queste parole, levò una mano verso la vista sotto di loro e sorrise commosso.
“E’ ovunque, ed è più forte di qualunque altra cosa, anche della morte. Sarebbe da sciocchi credere il contrario.”
Si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla, lei era girata verso il parapetto. “Signore...” si voltò per chiedergli consiglio, ma lui era sparito.
Si guardò intorno sorpresa, cercandolo con lo sguardo. Sospirò divertita e si avviò verso la Sala Grande per la cena.
 
Al tavolo trovò già tutti seduti, prese posto tra Harry e Lee, i gemelli erano di fronte a lei.
Ron e Ginny erano dalla parte opposta di Harry, la salutarono con un sorriso.
Lee le fece spazio e le sorrise amabilmente, “buonasera Granger.”
“Ciao Lee,” disse lei servendosi del pesce e lanciando un’occhiata al tavolo dei Serpeverde. Notò una chioma bianca, era Draco, ma era di spalle e non lo vedeva bene.
Fred e George ridevano tra loro, lanciandosi qualunque cosa trovassero sotto mano.
All’ennesimo tovagliolo, Hermione batté le posate sul tavolo.
“Avete finito?”
I due la guardarono divertiti e Fred sollevò un piatto pieno, facendo finta di lanciarlo verso di lei. “Questo lo vorrei mangiare.” Disse lei impassibile, fissandolo con sfida negli occhi.
“Ma che ti è successo?” Chiese Fred sbuffando e riappoggiando il piatto sul tavolo, “eri quasi diventata divertente…”
“Quasi?” Chiese Hermione ad alta voce, non riuscendo a trattenersi, “è stato il miglior scherzo degli ultimi anni. Lo hai detto tu stesso!”
“Lo sai che potrei ripagarti con la stessa moneta? Qui? Per i corridoi di Hogwarts.”
“Non conosci la formula.”
“Tranquilla che non avrò pace finché non la scoprirò.”
“Hai ragione sono stata troppo buona. Avrei dovuto aspettare di tornare qui e farti scendere in Sala Comune in quel modo. Almeno tutte le tue patetiche ammiratrici avrebbero visto subito che non ne valeva così tanto la pena…” Sputò tra i denti. Si erano sporsi ad ogni insulto di più, arrivando a scrutarsi a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Lo sguardo in cagnesco carico di rabbia scintillava negli occhi di entrambi.
Fred a quelle parole spalancò la bocca, “ritiralo!”
“Mai.”
“Sei gelosa perché tu non lo vedrai mai.”
“Non so quanto ci sarebbe da vedere. Trovarlo potrebbe essere più difficile che trovare Hagrid in compagnia di una creatura non pericolosa.”
“Vuoi andare di sopra e scoprirlo Granger?”
“Preferirei fare una passeggiata al chiaro di luna con Piton.”
“Di cosa state parlando?” Chiese ingenuamente Lee, intromettendosi. Fred e Hermione ricaddero sulla sedia furenti, servendosi il dolce con rabbia.
“Sai Granger,” disse malizioso Lee, cingendole la vita con un braccio e scuotendo i dread neri con fascino, “questa nuova vena…graffiante mi piace, gattina.”
Fred si strozzò con l’acqua. George gli diede qualche pacca sulla schiena.
“E’ già la terza volta che mi compari ad un gatto, sicuro che il vero oggetto del tuo desiderio non sia Grattastinchi?” Questa battuta fece scoppiare tutti quelli che erano in ascolto a ridere, ma Lee non demorse.
Si allungò verso di lei con malizia, sotto lo sguardo di Fred che lo seguiva con gli occhi, e le mormorò ad un orecchio, “oh andiamo, non sai cosa ti perdi.”
Hermione sogghignò e lo guardò negli occhi, fece per rispondere, ma Fred si agitò sulla sedia, George lo notò e andò in aiuto del gemello.
“Piantala Lee, Hermione è pazza di me. E’ da mesi che progetta di far fuori Angelina e conquistarmi.” Disse facendole l’occhiolino.
Tutti risero.
“Vedrai che riuscirò a rubartela prima o poi.” Disse Lee rivolto a George.
“NEI TUOI SOGNI LEE.” Sbottò Fred a voce forse un po’ troppo alta e seria.
Tutti si voltarono verso di lui, straniti.
Fred si accorse del modo in cui tutti si erano girati a guardarlo, ma si salvò all’ultimo secondo esclamando: “ad Hermione non piacciono i ragazzacci come noi, potrebbe finire solo con un secchione noioso pari pari a lei. Così possono parlare solo di libri e compiti dopo aver fatto del sesso scadente e insoddisfacente.”
“Sempre meglio che finire con te.” Lo rimbeccò aspra Hermione, beccandosi una strizzatina d’occhio.
In quel momento Silente richiamò la loro attenzione, spiegando i cambiamenti del nuovo anno. Per la prima volta qualcuno lo interruppe per prendere la parola, in modo anche alquanto fastidioso.
Hermione la trovò irritante fin dal primo momento.
Era una donnetta molto bassa e tarchiata, vestita interamente di rosa e con un odioso sorriso finto dipinto in faccia, la vocina stridula.
Dolores Umbridge. E l’aveva mandata il Ministero. Non prometteva niente di buono.
Quella era il loro nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure?
Hermione guardò Silente e notò la rassegnazione totale nei suoi occhi. Era stato costretto.
Alla fine del suo discorsetto quasi nessuno applaudì. Gli studenti erano ammutoliti. Quell’anno sarebbe stato diverso dal solito… ancora di più almeno.
 Quando tutti si alzarono per tornare nelle Sale Comuni, Hermione cercò ancora Draco, ma lui fuggì avanti e fu tra i primi ad andarsene. La ragazza lo scorse a malapena.
 

 
Hermione tornò nella Sala Comune di Grifondoro leggermente in ansia per quella nuova “professoressa”, e andò dritta verso la sua poltrona preferita con l’intenzione di rilassarsi un po’ davanti al fuoco prima di andare a letto.
Ma si bloccò quando vide che tutti i posti erano già occupati, e una folla di ragazzini ammaliati di ogni anno incollati ai due gemelli che distribuivano pacchetti a destra e a manca da una grossa scatola di legno, gridando come matti.
Hermione avanzò lentamente, allibita.
“Su venite, venite! Non siate timidi!”
“Solo i più coraggiosi potranno assaggiare e testare le nostre nuovissime…”
“MERENDINE MARINARE!”
“Dolci che ti fanno star male…”
“Ti fanno saltare le lezioni ogni volta che vuoi.”
“Si tu proprio tu. Come ti chiami?”
“Oliver.” Rispose un riccio del secondo anno.
“Bene Oliver, gran bel nome” esclamò George, “quante volte avresti voluto sentirti male a Pozioni?”
“Con lo sguardo di Piton che ti scruta anche l’anima?”
“Ma non è successo… perché non puoi controllare quando stai male.”
“Ma quei giorni sono finiti, con le nostre fantastiche…”
“… Imperdibili…”
“Merendine Marinare, potrai sentirti male a comando. Devi solo scegliere il modo…”
“Nausea?”
“Sangue dal naso?”
“Pustole rosse su tutto il corpo?”
“Sei tu a decidere ora! Ti basterà mangiare questo lato marrone del torrone…”
“E il tuo naso inizierà a sanguinare come un fiume in piena…”
“E una volta che il professore ti avrà lasciato uscire dall’aula…”
“Occorrerà solo mangiare l’altro lato del torrone, quella verde, e l’effetto sparirà immediatamente.”
“Ora le formule sono a livelli avanzati, ma non complete…”
“Ed è qui che entrate in gioco voi, prodi cavalieri.”
“A chiunque si offrirà di testare i nostri prodotti in queste settimane…”
“Prima che siano ultimate le formule…”
“Si beccherà il dieci per cento dei nostri guadagni.”
“Allora chi se la sente?”
Un coro di “IO” si levò per tutta la stanza, e decine e decine di mani si allungarono verso di loro, per accaparrarsi la merendina che volevano.
Hermione arrivò alle loro spalle, quando la maggior parte dei ragazzini si era volatilizzato.
Incrociò le braccia al petto e iniziò a battere il piede a terra con rabbia.
“Cosa diavolo sta succedendo qui?” Scandì ogni parola, digrignando i denti di più ad ogni sillaba.
I due girarono le poltrone con i piedi e se la ritrovarono davanti.
“Ciao raggio di sole.”
“Come va stasera?”
“Cosa diavolo sono queste?” Sbottò lei ignorandoli e afferrando una manciata dei pochi pacchettini colorati rimasti nella scatola.
“Beh, queste sono le Mer…”
“Ho sentito benissimo cosa sono. E che cosa fanno. Ma siete impazziti?”
“Beh dovremo pur testare su qualcuno i nostri prodotti prima di aprire il negozio non credi?”
“A quel punto dovremo trovarci pronti.”
“Su degli undicenni?”
“Che c’è di male? Nessuno li costringe, si sono offerti volontari.”
“Questo è immorale!” Alzò la voce lei, “le formule non sono sicure, lo sapete bene, potrebbe farsi male qualcuno.”
“Non prendere sempre tutto così sul serio!” Esclamò ridendo Fred alzandosi e sovrastandola come al suo solito.
“Al massimo l’effetto durerà di più o di meno dipende!”
“Nessuno morirà Granger.”
“Siete incredibili… anzi no idioti, e adesso… sono Prefetto.” Disse con fierezza.
Si alzò anche George e la circondarono. “Uhhh che paura.”
“Cosa farai?”
“Con i tuoi nuovi poteri da Prefetto?”
Hermione indietreggiò lentamente, poi puntò i piedi. “Dirò tutto alla McGranitt.”
I due inscenarono una reazione falsamente drammatica. “Ommioddio la McGranitt no!”
“Che paura…e comunque noi negheremmo tutto. Lei poi ci adora.”
Risero di gusto, poi Fred si avvicinò a lei e le prese il volto con le mani delicatamente. Hermione avvampò, ma non si scompose. Smise quasi di respirare.
“Granger… lo sai quanta fatica abbiamo fatto ad arrivare qui. Non sto cercando di comprarti, più o meno… Ma voglio che tu sappia che senza questi accorgimenti, non potremo aprire il negozio in sicurezza.” Era serio, nei suoi occhi si vedeva quanto ci teneva. “E’ la cosa che più vogliamo al mondo lo sai bene. Non farci perdere l’unica cosa in qui crediamo.” Aveva finito la frase guardandola con uno sguardo supplichevole da cucciolo ferito. Lei si morse un labbro e sostenne il suo sguardo. Poi gli allontanò le mani dal volto con le sue.
“E va bene. Sappi che non è per il tuo sguardo adorabile, io sono immune al tuo fascino.” Prese un respiro e Fred sorrise, “ma devo ammettere che ho contribuito pure io a farvi arrivare qui, quindi sarei un’ipocrita a mettervi i bastoni tra le ruote più del dovuto… Se vi becco per i corridoi i punti ve li toglierò sappiatelo, e se vedo un solo ragazzino stare male sul serio perché qualcosa è andato storto, non ci penserò due volte a spiattellare tutto.”
Fred sogghignò e le allungò una mano, George fece lo stesso subito dopo.
“Andata.”
Hermione esitò un attimo, poi le strinse contemporaneamente, incrociando le braccia a X, e sorridendo sconfitta. Poi alzò il naso all’insù come al suo solito e se ne andò impettita.
“Quanto sarà divertente farla impazzire…” Sussurrò George guardandola raggiungere Harry e Ron.
“Non ne ha la minima idea…”
 
 
 
 
§
 
 
 
 
La mattina dopo colazione, i Grifondoro del quinto anno si incamminarono verso l’aula di Trasfigurazione, prima lezione del nuovo anno. L’avevano con i Serpeverde, almeno Hermione sarebbe riuscita a parlare finalmente con Draco.
Era in anticipo lei di qualche minuto, aveva lasciato tutti gli altri indietro. Nel corridoio che portava all’aula vide Draco di spalle, solo che si dirigeva con un paio di libri sottomano verso l’aula di Trasfigurazione.
Accelerò il passo, “Draco?” Lo chiamò, ma lui non si voltò. Continuò a camminare velocemente.
“Draco?” Gridò più forte, ma niente. Iniziò a correre fino a quando non l’ebbe raggiunto, e lo voltò.
Sussultò spaventata. Aveva un livido intorno all’intero occhio e un labbro spaccato sul lato, un graffio sulla guancia e un altro paio di ematomi sul collo. Alcuni erano più recenti di altri.
Nonostante tutto sorrise alla ragazza.
“Granger scusa, non ti avevo sentito.” Mentì a disagio, ma non poteva nascondersi per sempre.
“Cosa ti è successo?” Mormorò sconvolta, sfiorando con una mano lo zigomo di Draco, che spostò la testa all’indietro.
“Questo? Niente, una piccola zuffa sul treno.” Minimizzò indicandosi la faccia e facendo ricadere il braccio, cercando di sorridere, ma doveva costargli un certo sforzo.
Si vedeva che soffriva.
“Draco non mentirmi.”
Non se ne era accorta, ma da lontano stavano arrivando Harry, Ron, e altri Grifondoro. Le cose si mettevano male. Ma a nessuno dei due importava.
“Dimmi la verità.” Mormorò preoccupata. Draco si guardò alle spalle. I suoi amici non erano ancora arrivati, ma Harry e Ron si.
“Eh va bene,” mormorò sporgendosi verso di lei, “mio padre ha saputo che sono stato da te quest’estate. Non so come l’abbia scoperto, ma quando sono tornato…” la voce gli si mozzò in gola, “non me l’ha fatta passare. E ha continuato di tanto in tanto, quando gli andava. Tipo ieri prima di andare in Stazione…” Disse toccandosi il labbro spaccato.
Si fissarono negli occhi, poi Ron arrivò come una furia e spintonò via Malfoy. “Quante volte ti ho detto che non ti devi avvicinare a lei?”
“Weasley non è il momento…”
“Ah non è il momento? Sembra che lo sia sempre per te invece quando si tratta di insultare o infastidire Hermione. Ma adesso basta.” Si tirò su coraggiosamente le maniche della camicia e alzò i pugni.
“Ron!” Gridò Hermione mettendosi in mezzo, “NO.”
Harry sbarrò gli occhi, “cosa diavolo stai facendo?”
“Hermione spostati.”
“No!” Ripetè lei facendo scudo con il suo corpo al Serpeverde.
“Ma che fai?” Harry era furioso, “lo sai chi è suo padre? Lo sai che c’era anche lui la notte che Cedric è morto? E’ un Mangiamorte…” Gridò Harry perdendo le staffe.
Le labbra di Draco tremarono. Ora lo sapeva, o almeno lo aveva sempre sospettato, ma nessuno gli aveva mai detto nulla, dicendo che non era pronto e che avrebbe saputo tutta la verità più avanti.
Ma si fidava di quello che Potter aveva visto. Il cuore gli si fermò. Camminò all’indietro e si appoggiò alla parete di marmo.
Hermione si voltò verso di lui, sapeva che la sua famiglia provava simpatia per Voldemort, come ideali, ma addirittura dei seguaci diretti.
“Tu lo sapevi?” Gli chiese la ragazza con le lacrime agli occhi.
Draco scosse impercettibilmente la testa e la fissò negli occhi colmi di paura, il suo sguardo disse tutto. Non ne aveva idea fino a quel momento.
“Si è così…” disse Hermione, mentre sopraggiungevano anche i Serpeverde, “ma Draco non è come loro. Lui…ora è diverso.” E sorrise. Draco ricambiò.
Ron si mise le mani nei capelli. “Diverso? Ma sei matta? Non so che cosa ti abbia detto, ma non devi credergli, ti sta usando!”
“Sta zitto Ron,” sbraitò Hermione, “io lo conosco meglio di voi ora. So in che cosa credere. Io gli credo, e non mi farete certo cambiare idea voi.”
In quel momento arrivarono anche i gemelli, passavano di lì per salire al piano di sopra per Incantesimi. Avevano sentito l’ultima parte della conversazione e fissavano la scena in silenzio, come tutti.
Harry si avvicinò a Draco, “che cosa le hai fatto Serpe? Eh? Dillo! Perché devi fare del male a tutti? Parla!” Gli si avventò contro, ma Hermione si mise in mezzo e con sorprendente forza respinse Harry, attaccandosi a Draco e indietreggiando.
Tiger scattò in avanti furente, “come osi toccarlo sudicia Mezzosangue?” Gridò e cercò di strappare via Hermione da lui. Draco reagì immediatamente, bloccando Tiger per un braccio e spingendolo via, “Draco che diavolo fai?” Urlò Pansy isterica, ma Harry e Ron avevano già atterrato Draco a terra, lottando sul pavimento.
Draco per liberarsi da loro aveva tirato una gomitata a Ron sulla pancia e Fred e George si erano fiondati su di lui bloccandolo, il primo reagendo per protezione assestandogli un bel pugno su naso.
George gli bloccò le braccia dietro la schiena, mentre Tiger e Goyle si gettavano su di loro cercando di liberare Draco, con Ron e Harry che si rialzavano e davano manforte ai gemelli.
Era molto confusa la situazione. Hermione non poteva fare nulla, guardava spaventata.
Per fortuna in quell’istate arrivò la McGranitt che agitò la bacchetta tuonando: “cosa diavolo succede qui?” Immediatamente un’onda invisibile si espanse da in mezzo il gruppo di ragazzi, che si separarono all’istante, sbalzati all’indietro.
Draco intanto aveva rotto un labbro a Fred, e George aveva la mano insanguinata per un pugno.
Harry e Ron non erano messi meglio, e Draco si teneva il naso sanguinante per l’ennesima volta.
“Nell’ufficio del preside adesso! Tutti e sette!” Gridò ai giovani maghi sanguinanti ed ammaccati a terra.
 
Poco dopo Tiger e Goyle uscirono dall’aula del preside mogi, diretti in Sala Comune. Avrebbero scontato un’altra punizione, separati da loro. Gli altri avevano aspettato fuori seduti su una panca. Ognuno con un fazzoletto in mano a tamponarsi la ferita messa peggio.
Quando i due gli passarono davanti imboccando l’uscita, si lanciarono uno sguardo di fuoco. Erano infuriati che Malfoy fosse stato lasciato in mano loro.
“Come fai a sopportare quei due?” Chiese Fred tamponandosi il labbro spaccato.
Malfoy sospirò. “Mai sopportati. Mio padre ha voluto che mi seguissero ovunque fino dal primo anno. Mi ha detto che i vincenti hanno sempre dei servitori…” mormorò ricordando quelle parole, che a undici anni aveva accolto con fierezza; ora gli provocavano solo disgusto.
“Ti servono perché non saresti in grado di difenderti da solo.” Lo provocò Ron.
“A me sembra di essermela cavata bene…” sussurrò Draco scivolando verso il basso e appoggiando la testa sullo schienale della panca; tamponandosi lo zigomo gonfio con il fazzoletto.
Facendo quel movimento aveva aperto le gambe, e aveva toccato quelle di Harry, che lo ricacciò di lato.
“Stai occupando il mio spazio.” Sbottò tra i denti.
“Il tuo spazio?”
Harry mimò con le braccia un quadrato intorno a lui, fissandolo come se fosse ovvio.
“Non occupare il mio spazio.” Sentenziò alla fine.
“Oh, tipo così?” Lo provocò Draco ridacchiando, allungando un piede nello spazio immaginario di Harry, che reagì spintonandolo al suo posto.
“Smettila!”
“Smettila tu!”
Iniziarono a colpirsi alla cieca agitando le braccia, mentre Fred e George ridevano sotto i baffi.
“Ahia Harry hai colpito me.”
“Scusa George.” Rispose il Prescelto senza smettere di agitare le braccia contro quelle di Draco.
“Sono Fred.”
George rise di gusto per quella scena, ma Piton si palesò dalla porta dell’ufficio.
“Se avete finito signorine…” commentò acido osservando le movenze dei due combattenti. Harry e Draco smisero immediatamente e e tutti si alzarono.
Presero posto davanti a Silente, la McGranitt e Piton, i rispettivi capi delle loro case.
Silente li guardò da sopra gli occhiali a mezzaluna. “Ebbene?”
Tutti iniziarono a parlare insieme, le voci si sovrapposero, ognuno diceva la sua versione, sopra agli altri.
A Silente bastò alzare una mano con calma per zittirli.
“Uno alla volta per favore.”
“Ha iniziato Malfoy.” Lo accusò Ron di getto.
“Non è vero! Potter mi ha caricato per primo.”
“Perché tu stavi facendo del male ad Hermione.”
“Che cosa? Voi siete pazzi! Lo avete visto pure voi che mi ha difeso. Voi non capite…”
“Da quando siete grandi amici tu e Hermione?” Sputò Harry tra i denti.
“Da un po’.” Rispose lui aspro.
“Ma davvero?”
“Si Potter, per tua informazione, questa estate sono andata a trovarla a casa sua. Tu l’hai mai fatto?”
Silente e gli altri due professori si scambiarono un’occhiata divertita. Silente aprì la bocca per parlare, alzando un dito, ma Harry gli fece segno di aspettare, preso com’era dalla conversazione.
Il preside ridacchiò sotto i baffi e abbassò il dito.
“Perché lo hai fatto?”
“Perché… volevo vederla. E’ questo che fanno gli amici.”
“Non è quello che fanno degli sporchi Mangiamorte.”
“Ma non lo sono, okay?  Ci sono andato per davvero. E guarda cosa mi è capitato.” Sputò tra i denti sporgendosi su Harry e indicandosi i lividi. “Questo è mio padre. Pensi che sia così scemo da subire tutto questo se non mi importasse davvero di lei?”
“Non ti credo…Hermione ce lo avrebbe detto.”
Fred si agitò sulla sedia, sospirò. “E’ la verità.”
Ron e Harry lo guardarono. “Tu lo sapevi?”
“Abbiamo sentito lei e Ginny che ne parlavano.”
“Siete due idioti, e non ci avete detto niente?” Gridò Ron furente.
“Ehi cosa c’entro io adesso?” Alzò la voce George. “Non sono fatti tuoi.”
Draco sogghignò, “Weasley ha ragione, sono solo fatti di Hermione. Anche se riguarda vedere me. E non dirvelo per ovvi motivi.” Aggiunse premendosi il fazzoletto sul naso e alzando la testa.
I gemelli sorrisero sotto i baffi.
“Cosa diavolo le hai detto per convincerla? L’hai stregata?”
“E’ così assurdo il fatto che posso non essere un totale stronzo?”
“Si!” Gridarono Harry e Ron all’unisono.
“Ehi,” intervenne Fred, “voi forse non ci arrivate, ma Hermione si fida di lui. E io mi fido ciecamente di Hermione, quindi…” lanciò uno sguardo a Draco, “forse non è più un totale idiota come prima per davvero…” mormorò sincero.
George alzò una mano. “Mi associo.”
“George!” Gridò Ron sconvolto, Harry si tolse gli occhiali e affondò il viso nelle mani.
“Fattene una ragione fratellino…”
Silente si alzò in piedi lentamente, e il silenziò calò nella stanza. L’espressione di Piton era indecifrabile.
“Miei cari ragazzi, è palese che ci sia un conflitto qui tra di voi…” disse con aria sofferente. I giovani maghi si guardarono, non sapendo se ridere o no.
“E invece potrebbe nascere una bella collaborazione tra di voi. Potrebbe essere utile di questi tempi…” e sospese il suo sguardo su Harry e Draco, che aggrottarono la fronte, senza capire cosa intendesse.
“La signorina Granger è vostra amica, bisogna sempre ascoltare gli amici, soprattutto quelli fidati. Ma anche quelli che non credevi fossero tuoi amici, si possono rivelare i più grandi alleati.”
E guardò Draco e i gemeli, e poi Draco e Harry, che si scambiarono uno sguardo confusi.
“Ci punirà?” Chiese Harry mogio.
“Temo di si Harry, fare a botte nei corridoi, anche se per una buona causa, non è permesso qui… Ma questo infausto compito lo lascerò ai vostri professori. Che sono molto più bravi di me.”
Detto questo si risedette e Piton e la McGranitt avanzarono oltre la cattedra.
Piton sorrideva maligno. “Signori Weasley, quando siete a casa, cos’è la cosa che vi costringe a fare vostra madre e che odiate di più?”
“Lavare i piatti.” Dissero in coro i tre fratelli.
“Beh, allora è deciso, il signor Potter e il signor Malfoy vi aiuteranno a pulire le mura esterne del castello questo sabato. Senza magia.”
“Ma c’è l’allenamento di Quidditch!” Esclamò Harry arrabbiato.
“Si, alle dieci di mattina. Vi troverete alle cinque, e andrete avanti fino all’inizio degli allenamenti.” Rispose la McGranitt impassibile.
“Tutto qui?” Chiesero i gemelli, “niente punti tolti niente strigliata?”
“No,” rispose calmo Piton, “ci penserà la signorina Granger per quello…”
Draco sospirò a quell’affermazione, così vera. E notò di sbieco, prima che si alzassero tutti, che Fred si era aperto in un mezzo sorriso a quelle parole, e aveva abbassato lo sguardo.








NOTA DELL'AUTRICE: Salve a tutti! Scusate tanto la mia assenza di ieri, ci ho provato davvero, ma sono stata molto occupata con l'Università. Se in questi giorni non riesco a caricarne uno al giorno sapete il perchè, mi spiace tanto, ma farò del mio meglio per aggiornare appena posso.
Almeno ho la scusa di essere stata bravissima fino ad ora, dai.
Allora ecco il primo capitolo del quinto anno, e come avete potuto notare, i casini sono già molto presenti. E andrà sempre peggio...
Spero vi sia piaciuto! A presto, fatemi sapere cosa ne pensate.
   
 
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