Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lenemckinnon    03/05/2020    5 recensioni
Una raccolta di come cinque appuntamenti (e cinque particolari, poco confortevoli, romantici, incauti, fugaci baci) siano riusciti a far capitolare la deliziosa e intraprendente Marlene McKinnon nelle braccia dell’altero e diseredato rampollo di casa Black.
"Ecco una cosa che ci mette d'accordo entrambi", pensò Sirius affondando un pochino la mano nei biondi capelli della ragazza e assaporando la morbidezza delle sue labbra. Certo, se avesse saputo che per zittirla una volta per tutte sarebbe bastato ricorrere a un espediente così semplice e piacevole…
Ho deciso di ripercorrere i momenti in cui tutto è davvero iniziato seguendo fantasie scovate in qualche angolo remoto del mio cervello e spero che questi cinque capitoli rendano un po’ giustizia alla loro malespressa e bistrattata storia d’amore.
Marauders Era, Blackinnon, accenni Jily.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Francy_remus,
perché condivide con me l’ostilità
 per gli autori che lasciano le storie incomplete
 
A nique_j,
perché Sirius come lo descrive lei
nessuno al mondo è capace di farlo
 
A Alligator7
perché una recensione il 2 maggio
mi ha aiutata a entusiasmarmi per scrivere questo capitolo
 
 
Di spille che pungono e di nuove conoscenze
 
22 dicembre 1976, Castello di Hogwarts
 
Era quasi mezzanotte e la sala dei trofei luccicava sotto il bagliore della luna, riflettendo lo splendore delle coppe disposte ordinatamente dentro alle teche di vetro. Sirius Black, armato di una notevole dose di olio di gomito, stava pazientemente lucidando una sezione particolarmente ampia dedicata ai premi per i campionati di Gobbiglie.
Gazza con gli anni stava diventando sempre più accanito nei confronti di chi allagava il corridoio del bagno delle ragazze di proposito, pensò Sirius, alzandosi per intingere ancora una volta il panno nel Solvente di Nonna Acetonella per Ogni Tipo di Sporcizia. Lo strizzò alla bell’e meglio incurante delle gocce che cadevano sul pavimento, cercando di tornare velocemente al trofeo di Gobbiglie del 1958 che mostrava ancora impietosamente una macchia marrone, sicuramente residuo di qualche scherzo del passato.
 
Passando di fianco alla sezione dedicata ai trofei di Quidditch, lo sguardo gli ricadde improvvisamente su una spilla più brillante delle altre. Doveva essere recente.
Si chinò per guardarla meglio e sentì una pungente fitta allo stomaco.
 
Regulus Arcturus Black
Cercatore
1975
 
Eccolo lì, lucidato a dovere, il segno che suo fratello era quello giusto, quello puro, sempre pronto a recare onori al buon nome della famiglia. Il ricordo di ciò che era avvenuto qualche settimana prima tornò a bruciargli nel petto.
 
Flashback
 
4 dicembre 1976, Corridoio del terzo piano
 
Regulus Black era appoggiato al muro di pietra del corridoio del terzo piano, il volto seminascosto e una mano affondata nei capelli della ragazza che stava stringendo a sé piuttosto rigidamente. Sirius gli era passato davanti con indifferenza, ma quando aveva messo a fuoco Marlene McKinnon non ci aveva visto più: lo aveva afferrato per la camicia, strattonandolo dalla parte opposta del muro, e gli avrebbe sferrato un pugno in pieno stomaco, se James e Peter non lo avessero allontanato con forza.
 
“Quindi state insieme ufficialmente, adesso?” le aveva chiesto qualche ora dopo, quando l’aveva incrociata di fronte al buco del ritratto che conduceva alla Sala Comune di Grifondoro.
“Si” aveva sussurrato Marlene.
“Le mie condoglianze a entrambi” aveva concluso Sirius in tono asciutto.
“Sirius, io…”
“Non capisco, Marlene” disse, tornando a chiamarla per nome con una punta di astio nella voce. “Davvero non capisco. Voglio dire, perché hai scelto lui al mio posto? Io possiedo tutte le tre qualità che le ragazze ricercano nei ragazzi: sono affascinante e intelligente”
“Queste sono solo due qualità, idiota” ribattè Marlene, spiazzata da quel ragionamento.
“No sono tre. Affascinante vale per due” concluse lui con una punta di sarcasmo nella voce.
“Queste psicoboiate funzionano davvero con le altre?” rispose Marlene, lasciandosi andare a una risata cristallina e liberatoria.
 
Questa ragazza è tutta un contrasto, pensò Sirius osservandola. Un attimo prima mi fa la predica e poi si abbandona a una risata a pieni polmoni. Deve essere completamente pazza.
 
Insomma, aveva sentito parecchie ragazze ridere prima di allora. Le sue cugine, ad esempio. Bella rideva di una risata folle che metteva i brividi; Andromeda rideva dolcemente, come se fosse intenta a dare una carezza; Cissy rideva con un’eleganza e una semplicità uniche, anche se lo faceva troppo raramente.
Anche Lily di solito sorrideva lieve irradiando felicità, Alice invece rideva in continuazione; la risata di Mary Macdonald era quanto ci fosse al mondo di più scomposto e sguaiato, mentre Emmeline Vance riusciva ad apparire nobile anche nei rari momenti in cui si abbandonava a una risata disinvolta. 
 
Eppure, la risata di Marlene era diversa da tutte le altre e in quel momento Sirius capì che aveva appena ascoltato il suono che lo avrebbe perseguitato per tutta la vita.
 
Fine flashback
 
Marlene controllò per l’ennesima volta l’orologio d’oro appartenuto a sua zia Dorea. Segnava quasi mezzanotte e ciò significava che si trovava fuori dalla Sala Comune di Grifondoro da quasi un’ora ormai. Il tempo scorreva mortalmente lento, mentre cercava in tutti i modi di ricordare la parola d’ordine per entrare dal buco del ritratto. Accidenti, pensò la ragazza scrutando con lo sguardo il corridoio buio per l’ennesima volta, in cerca di qualcuno che fosse un suo compagno di Casa. Proprio oggi doveva rimanere bloccata in biblioteca fino a tardi per terminare la ricerca di Erbologia? Non avrebbe potuto semplicemente supplicare Lily ed Emmeline fino a perdere quel briciolo di dignità che le restava affinché rimanessero con lei? Ma no, invece, chiaramente le due secchione avevano insistito ad abbandonarla in modo che capisse quanto fosse essenziale organizzarsi per finirla per tempo, invece che allenarsi a Quidditch con Mary sotto la pioggia fino a tarda notte tre sere a settimana. Patetico. Qualche volte la loro integrità morale le dava proprio sui nervi.
 
Si trovò a reprimere un brivido di gelo e si allontanò ancora di più dalla finestra da cui fuoriuscivano spifferi ghiacciati. Aprì la borsa con impazienza, cercando a tentoni qualcosa che potesse scaldarla. Si sorprese a recuperare da una tasca interna un paio di soffici guanti. Oh no. Sapeva benissimo chi fosse il loro proprietario e per nessuna ragione al mondo avrebbe permesso al suo cervello di deviare in zona Regulus Black.
 
Troppo tardi.
 
Lo aveva aspettato per mezz’ora, qualche settimana prima, desiderando intensamente che avesse deciso di darle buca senza alcun riguardo. Quanto fosse deliziata alla prospettiva di un appuntamento con lui era difficile a dirsi, dal momento che non aveva smesso di incrociare le dita sperando fino all’ultimo che non si presentasse e mettesse la parola fine a quel penoso tentativo di costruire un qualsiasi rapporto. Non poteva evitare di maledirsi ogni minuto che passava per aver anche solo pensato che organizzare quegli incontri fosse stata una buona idea. Eppure, da quando aveva ricevuto la lettera dei suoi genitori contenente le disposizioni per il suo fidanzamento, si era decisa a fare uno sforzo per tentare di venire incontro alla loro volontà e si era ripromessa di cercare di conoscere Regulus un po’ meglio.
Contro ogni pronostico, lui si era presentato, alla fine, porgendo delle scuse a mezza voce e invitandola a uscire dal castello con un sorriso imbarazzato.
 
Regulus Black è una serpe in piena regola, si era ritrovata a pensare durante la loro passeggiata verso Hogsmeade. Era un ragazzo timido e schivo, certamente affascinante, ma piuttosto modesto. La loro conversazione era stata abbastanza vivace e la sua compagnia si era rivelata inaspettatamente piacevole. Forse avrebbero potuto davvero diventare amici, anche se la riservatezza di lui e la vitalità di lei rendevano i loro caratteri diametralmente opposti. Si era persino offerto con galanteria di imprestarle i suoi guanti per il tragitto, notando che le mani della ragazza erano diventate pallide per il freddo pungente.
 
Una cosa era certa, però. Non assomigliava per niente a quell’idiota del fratello. Laddove Sirius ostentava carisma, spina dorsale ed esuberanza, Regulus mostrava in tutto e per tutto la serpe che era, strisciando dietro alla sua famiglia, dietro agli studenti più brillanti, dietro ai professori, alla continua ricerca di piccoli riconoscimenti e cenni di approvazione.
 
E poi, di colpo, in uno slancio di coraggio che certamente non gli apparteneva, l’aveva baciata. Era stato un bacio alquanto modesto, un leggero sfiorarsi di labbra insieme a una carezza un po’ impacciata tra i capelli. Dopo qualche secondo, Marlene aveva sentito che Regulus si era irrigidito, soffermandosi sulla sua bocca come per chiedere il permesso di approfondire il contatto, ma lei era rimasta come pietrificata. Tutto quello che riusciva a sentire era ghiaccio, un ghiaccio limpido e puro, ma comunque freddo e distante. Lei, invece, aveva un bisogno impellente di fuoco. Aveva appena preso la decisione di staccarsi, quando Regulus era stato scaraventato lontano da lei da una furia che indossava una cravatta rossa e oro.
 
Quell’idiota, si ritrovò a pensare mentre assisteva impotente alla scena che si presentata davanti ai suoi occhi. Con quale pretesto si era attribuito il diritto di interromperli? Aveva cercato di ricomporsi in fretta, evitando con cura le occhiate degli altri studenti che si affollavano nel corridoio. Mi domando come sia vivere una vita lontana dai pettegolezzi, si era chiesta esasperata. Prima che potesse reagire, Regulus l’aveva presa per mano e trascinata lontano dalla folla, esibendo una compostezza invidiabile anche in momenti come quello.
 
Gli occhi che la fissavano erano verdi e limpidi, quando lei avrebbe voluto che fossero grigi e beffardi.
 
Non aveva più parlato con Sirius da quel breve scambio di battute avvenuto qualche ora dopo l’accaduto, tranne quando l’aveva incrociata brevemente quel pomeriggio fuori da Storia della Magia dicendole che la parola d’ordine era cambiata.
 
Un rumore di passi la riscosse dai suoi pensieri. Cercò di recuperare un po’ di autocontrollo e trattenne a stento un sospiro di sollievo. “Remus! Per Morgana, sei qui! Sarei morta congelata a breve se non fossi arrivato!”
“Ciao Marley, come mai sei rimasta fuori? Aspettavi…ehm, qualcuno?” le chiese Remus con lo sguardo di chi è perfettamente al corrente della situazione, ma è troppo beneducato per fare domande esplicite.
 
Remus Lupin era un osservatore fin troppo acuto, pensò Marlene. Silenzioso e intelligente sicuramente più della media, non capiva come potesse essere tanto amico con persone del calibro di James, Sirius e Peter.
A meno di non essere molto abile nel nascondere sotto un’apparenza calma e posata un’autentica e geniale furbizia malandrina.
 
“No…ecco, pare che la parola d’ordine sia cambiata oggi pomeriggio mentre io e Mary ci allenavamo a Quiddicth” rispose Marlene con un lieve imbarazzo nella voce.
 
“Te l’ha detto Sirius” affermò lui come se fosse un dato di fatto. “Lascia che ti sveli la prima regola per avere una vita tranquilla e serena. Mai dare per scontato che individui come Sirius Black ti stiano dicendo la verità. E nel tuo caso, perdonami, ma la menzogna era evidente” scherzò.
 
Marlene cercò di reprimere un verso di disappunto e riuscì a stento a limitare gli insulti diretti al ragazzo che aveva architettato quello scherzo: “Quell’idiota di Black, io…io la prossima volta…”
“Sai non è conveniente parlare del proprio fidanzato in questi termini” ridacchiò Remus alle sue spalle.
 
Remus Lupin è un farabutto travestito da prefetto, pensò Marlene e gli lanciò uno sguardo di pura ostilità.
“Sai benissimo che non intendevo Regulus” gli disse con tono piatto, affrettandosi a seguirlo dentro al buco del ritratto non appena lui ebbe pronunciato Acromantula.
 
Una volta entrati in Sala Comune, Remus si avviò su per le scale che conducevano al dormitorio maschile, mentre Marlene si diresse verso la sua poltrona preferita, quella accanto al fuoco. Non aveva voglia di andare a dormire, non sarebbe riuscita in nessun modo a prender sonno con tutti quei pensieri che le vorticavano in testa.
 
Un improvviso fracasso proveniente dal buco del ritratto la costrinse a voltarsi, interrompendo per un attimo il flusso dei suoi pensieri. Sirius Black riusciva sempre a interromperla. La cravatta slacciata di Grifondoro gli dava un’aria totalmente trasandata. Aveva la camicia sgualcita che usciva dalla cintura dei pantaloni, la scarpa destra slacciata e i capelli lunghi portati scomposti dietro alle orecchie. Se ci avesse provato chiunque altro, ad allentare il nodo della cravatta in quel modo e a girare per i corridoi di Hogwarts con quell’aria dimessa, sarebbe sembrato semplicemente ridicolo. Ma lui era Sirius Black e, al contrario, sembrava nato per indossare la divisa in quel modo disordinato e anticonformista. Un motivo in più per detestarlo. Marlene provò forte il desiderio di prendere a pugni ogni centimetro del suo corpo.
 
“Chi ha sganciato le stelle dal cielo senza il mio permesso per appenderle sul lampadario?” disse lui a mo’ di saluto.
“Sono le stelle filanti che abbiamo lanciato in aria per il compleanno di Peter, Sirius” gli rispose Marlene, alzando gli occhi al cielo.
“Sono contento che tu mi rivolga di nuovo la parola” ribatté lui a bruciapelo, cogliendola del tutto impreparata.
“Dopo quel ridicolo siparietto in corridoio era il minimo che potessi fare. E comunque, per la cronaca, stamattina ho pure ascoltato il tuo stupido avvertimento sulla parola d’ordine e sono rimasta per un’ora a ghiacciare di fronte alla Signora Grassa” replicò la ragazza senza celare una punta di fastidio nella voce, incrociando le mani al petto.
“Ah sì, il vecchio scherzo della parola d’ordine. Sul serio, Lène, pensavo mi conoscessi meglio ormai”
 
Era irritante la disinvoltura con cui riusciva ad affrontare l’argomento. Voleva parlarne? Benissimo, poteva accomodarsi. Tuttavia era sicura che qualunque cosa avesse da dirle non avrebbe potuto farle cambiare idea. Dopotutto, aveva abbandonato già da un po’ l’illusione che lui avrebbe compreso la situazione e l’avrebbe accettata. Ma se almeno avesse smesso di trattarla come un oggetto di sua proprietà, forse avrebbero potuto tornare almeno a essere amici. Lei non apparteneva a nessuno, figuriamoci a Sirius Black.
 
“Mi piace pensare che nello spazio non ci sia nulla di giusto o di sbagliato…sai, non ci sono problemi, o incomprensioni, non ci sono sentimenti, nello spazio.”
Sirius aveva parlato senza nemmeno accorgersene. Stava ancora fissando il lampadario con uno sguardo assente attratto dalle stelline luminose che scintillavano baldanzose sopra le loro teste.
 
“Ho una proposta per te. Ricominciamo da capo.” le disse poi con una voce grave che non le lasciava scampo.
“Ciao, sono Sirius Orion Black” aggiunse, porgendole la mano per presentarsi.
Marlene rimase di stucco. Che cosa diavolo si poteva rispondere a un’espressione del genere?
“Salve, sono Marlene Danae McKinnon” reagì lei, accennando un sorriso un po’ impacciato.
 
Il ghigno di Sirius riusciva sempre a esasperarla, ma come sempre era riuscito a tirarla su di morale, anche se in un modo del tutto peculiare. Decise di essere sincera con lui.
 
“Non posso deludere i miei genitori, Sirius. Sono la mia famiglia e sono sicura che le loro intenzioni siano irreprensibili. Regulus…è coinvolto in questa storia suo malgrado tanto quanto me. Se solo ci fosse un modo per districarsi da questa situazione senza far male a nessuno di loro…”
 
Sirius si era istintivamente avvicinato a lei e l’aveva avvolta in un abbraccio protettivo e confortevole.
“Ti aiuterò, Lène” mormorò, tuffando il naso nei capelli di Marlene. “Certo, non potrai avercela con me se nel frattempo cercherò di tirare acqua al mio mulino”
“Che cosa significa?” gli chiese lei guardandolo stupita. Non era mai stata particolarmente brava a destreggiarsi tra i proverbi babbani.
“Esattamente quello che ho detto” le rispose Sirius, mortalmente serio. “In guerra e in amore tutto è lecito. Ora scusami, devo andare a svegliare Remus, fa sempre le facce migliori quando viene sorpreso nel sonno. Buon Natale, Lène” sospirò.
“Buon Natale, Black” rispose la ragazza con un sussurro.
 
Sirius si soffermò a scrutarle il viso e Marlene parve cogliere un lampo di indecisione nei suoi occhi grigi. Avrebbe potuto stare a fissarlo per tutta la notte. Ogni fibra del suo corpo era attratta dal desiderio che lui la prendesse nuovamente tra le braccia e la baciasse fino a toglierle il respiro, facendole nuovamente sentire quel fuoco che bramava da troppo tempo contro la sua volontà. Che stupida, la sua volontà.
Sirius si chinò lentamente verso di lei e gli occhi di Marlene si spalancarono per l’attesa. Parve esitare fino all’ultimo, ma si decise infine per darle un innocente bacio sulla sua guancia, un po’ più prolungato di quello che sarebbe stato un semplice saluto tra amici.
 
Marlene lo guardò allontanarsi, la mano ancora premuta nel punto in cui lui l’aveva baciata come a voler imprimere più a lungo quella sensazione di calore. Era ancora stupefatta dal tono lieve con cui aveva pronunciato l’ultima frase.
 
Sirius Black che parla d’amore?
 
 
 
NOTE perché non posso farne a meno

Avevo finito questo capitolo ieri (non è vero, chi voglio prendere in giro, ma per esigenze narrative fingiamo tutti sia così), ma poi mi sono ricordata che era il 2 maggio, anniversario della Battaglia di Hogwarts, e non volevo togliere spazio alle ff che sarebbero state pubblicate per rendere onore ai caduti.
In questo capitolo desideravo introdurre meglio le dinamiche tra Marlene e Regulus, riportando però naturalmente l’attenzione sul rapporto che la lega a Sirius. Non so quanto sia stata in grado di riuscirci, ma ecco a voi il mio migliore tentativo! Inutile dire come ogni parere sia assolutamente gradito.
 
A chiunque recensisca regalerò un biscottino!
 
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lenemckinnon