Crossover
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Autore: Fiamma Drakon    10/08/2009    1 recensioni
Lucy è l'unico Diclonius rimasto al mondo e gli umani si ostinano a darle la caccia, nonostante la sua pericolosità. Però non tutti gli umani sono come li si dipinge e Lucy lo capirà solo quando farà un'insolita conoscenza che la cambierà radicalmente...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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12_Oltre il vetro Edward si volse di scatto: quella era la voce di Lucy, impossibile da non riconoscere per lui, che l’aveva udita così tanto e così a lungo.
Alphonse si girò assieme al fratello e ambedue corsero verso il luogo dello scontro, veloci, incuranti del dolore, preoccupati solo per la persona che aveva appena gridato.
Edward avvertiva il fianco mandargli acute fitte ad intermittenze frequenti, che gli offuscavano la vista per il  dolore, ma non gl’importava: era preoccupato per Lucy.
Era strano eppure, nonostante sapesse che era un’assassina, non poteva fare a meno di preoccuparsi per lei.
Non riusciva a farne a meno.
I due fratelli giunsero sul luogo e qui si fermarono: il campo di battaglia, un lago di sangue che bagnava l’erba, disegnandovi sopra tracce che si intrecciavano tra loro e, abbandonati sopra il prato, arti e cadaveri mutilati orribilmente.
A Edward prese d’improvviso una profonda nausea che ricacciò indietro con fatica, mentre scrutava il prato alla ricerca di Lucy.
Poi vide una capsula e, rinchiusa dentro, Lucy, rannicchiata sul pavimento, tremante, sofferente.
- LUCY! - gridò il biondo, correndo attraverso il sangue, fino a raggiungerla.
Quando le fu accanto, poté notare, vicino a lei, una chiazza che somigliava orribilmente a vomito.
No, che era inequivocabilmente vomito.
Si era sentita di nuovo male.
Una fitta acuta di preoccupazione lo trapassò.
Sfiorò il vetro che lo separava da lei, guardandola.
- Lucy... - mormorò ancora.
Lei socchiuse debolmente gli occhi e lo guardò: in quello sguardo, il ragazzo percepì un dolore così forte, così profondo che si sentì partecipe in prima persona di esso.
- Allontanati da lei, ragazzo. ORA! -.
Una voce attirò la sua attenzione, costringendo ad abbandonare il contatto visivo con Lucy per guardare un uomo che gli puntava contro una pistola.
- Che cosa vuole? - gli ringhiò contro il biondo.
- Lei non è umana. Potrebbe essere la fine per te se le stai così vicino. Vattene moccioso! -
- E chi è lei per dirmi di andarmene? Io rimango con Lucy! -.
L’uomo parve visibilmente scioccato.
- Come fai a conoscerla? PARLA! -
- Non sono affari che la riguardano! La liberi! ORA! - ribatté il biondo, visibilmente adirato.
- Non posso. Ucciderà tutti -
- Non lo vede che sta male?! Non ha neppure la forza di reggersi in...! -.
Il suo sguardo cadde su Lucy, che si era sollevata, tremante e si era appoggiata contro il vetro, guardandolo con occhi pieni di lacrime.
Il ragazzo si sentì trafiggere da quelle lacrime come da spunzoni roventi.
- Stai indietro - gli intimò di nuovo l’uomo, ma Edward lo ignorò.
- Lucy... non ti preoccupare, andrà tutto bene... ti farò uscire -.
Uno sparo.
Edward ebbe solo il tempo di avvertire il riecheggio del colpo nell’aria, prima che qualcosa lo spostasse di lato, facendolo cadere dietro la capsula di Lucy.
Steso a terra in quella posizione, riuscì a scorgere qualcosa che prima non aveva mai notato: Lucy aveva qualcosa, una specie di piccola protuberanza nella pancia e quel particolare gli aprì gli occhi.
Nausee e voglie improvvise e quella stranissima, per ora piccola protuberanza.
Il ragazzo ebbe un flash istantaneo: e se Lucy fosse...!
Edward si puntellò sui gomiti e si volse a guardare cos’era successo.
Il sangue gli si gelò nelle vene: a terra, sanguinante, ai suoi piedi, c’era Alphonse.
- AAAAAAAAAAAL! - gridò, arrancando come meglio poteva verso il fratello.
Non era morto, grazie al cielo, ma era stato colpito alla spalla, che sanguinava copiosamente.
- Questo era un avvertimento. La prossima volta mirerò al cuore. Andatevene! - ribadì l’uomo.
Edward lo squadrò con odio profondo: aveva rinchiuso la sua Lucy in quella dannatissima capsula quando aveva più bisogno di lui e aveva attentato alla vita di suo fratello.
- Basta - sussurrò.
Rapido, deciso, congiunse le mani e toccò la capsula.
Il vetro si sciolse in acqua e Lucy cadde fuori da essa, esanime, respirando a fatica.
Il biondo la prese dolcemente in grembo, mentre Alphonse si rialzava faticosamente, cercando di fermare l’emorragia.
- FERMI! - gridò l’uomo.
Uno, due, tre colpi.
Nessuno di loro fu preso, per fortuna.
Alphonse, nonostante la vista offuscata dal dolore e la consapevolezza del rischio che avrebbe corso, si fermò e si volse indietro, congiungendo a fatica le mani e puntandole a terra.
Dal contatto si sprigionò un’ondata di sfavillanti scintille azzurre e una scia di ghiaccio che raggiunse l’uomo, congelandogli le gambe.
- AL! - gridò Edward, preoccupato, girandosi indietro quando si accorse di suo fratello.
Alphonse riprese a correre dietro al biondo, ansimando per lo sforzo e il dolore causatogli dalla ferita.
- Fratellone... dobbiamo andarcene... - mormorò.
Edward abbassò lo sguardo su Lucy.
- Sì... lo so... -.
   
 
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