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Autore: Diva_13    04/05/2020    2 recensioni
Come lingue di fuoco i loro cuori ardevano.
Colmi entrambi di sentimento: gioia, trepidazione, paura, amore e passione.
Come lingue di fuoco che danzano, le loro essenze sinuosamente si univano.
Senza sosta, lentamente, godendo di ogni attimo.
(...)
Con tali pensieri per la testa, Hermione Granger ravvivò le fiamme morenti; chiese alla stanza delle necessità di far comparire un’altra coperta e delicatamente la pose sulla schiena nuda del ragazzo accanto a lei.
Un braccio le avvolse dolcemente la vita e la ragazza, pensando a come sino a quel momento erano andate le cose fra loro, non potè fare a meno di domandarsi come lei e Fred fossero giunti fino a quel punto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO 4

La prima cosa che fece Hermione, appena sveglia, la mattina seguente, fu cercare Ginny. Entrò nella camera della ragazza, che stava ancora dormendo, e spalancò le tende del baldacchino.  Effettivamente, si rese conto la riccia, quando l’amica le rivolse uno sguardo carico d’odio e di desiderio di maledirla, che, forse, piombare nella stanza alle sette e mezza di domenica mattina non era stata esattamente un’idea grandiosa. Ma lei aveva bisogno di parlarle. In modo urgente.

-Ti prego Ginny! E’ importante- la supplicò.

Doveva esserci qualcosa di estremamente disperato nello sguardo e nella voce della ragazza, perché la rossa, cambiò immediatamente atteggiamento, da irritato a preoccupato. Svegliatasi oramai completamente, si alzò dal letto       

-Andiamo a fare colazione- proferì cacciando contemporaneamente un grosso sbadiglio.

Mezz’ora più tardi stavano camminando lungo le rive del Lago Nero. Hermione era silenziosa e continuava ad osservare la punta delle proprie scarpe.

-Cosa è successo?- chiese ad un certo punto Ginny, capendo che l’amica era persa nei propri pensieri e non avrebbe proferito parola. Di certo, si augurò, non l’avrebbe mai svegliata così presto e violentemente solo per fare una passeggiata.

Difatti appena richiamata, come un fiume in piena Hermione iniziò a raccontarle tutto. Ogni cosa che fosse accaduta con Fred: dall’episodio nel bagno sul treno, al bacio della sera precedente.

Le narrò, a fatica, in quanto Ginny rideva e le dava dei colpetti col gomito sulla vita, di come si fosse ritrovata in imbarazzo nel vedere suo fratello senza maglietta. E che si, aveva dovuto ammettere come Fred fosse molto carino. Il quiddich faceva davvero miracoli. Le parlò dello stupore che aveva provato quando l’aveva stretta fra le braccia, la tenerezza che si era celata dietro quei gesti, una tenerezza che lei credeva sconosciuta nel ragazzo. Le raccontò delle battute a doppio fine ed infine del bacio. Un bacio travolgente, di quelli che non aveva mai provato, che le aveva fatto tremare le ginocchia e ardere il petto.

La descrizione di quel momento però la tenne per se, pensandola unicamente. Era sicura che lui stesse solo giocando con lei, e non avrebbe mai dato lui la soddisfazione di sapere cosa le aveva provocato quel momento. Anche perché si era trattato di un semplice momento. Nulla di più. Pensare a Fred, le faceva prima di tutto, ancora venire voglia di lanciare uno schiantesimo.

-Almeno una cosa vera c’è, fra le tante battute che fa- bofonchiò Hermione, mentre Ginny scoppiava a ridere capendo a cosa si riferisse la ragazza.

-Effettivamente Krum era un vero cavernicolo. Senza tatto, pregno di irruenza nordica. Solo Ron poteva ammirarlo come se fosse stato un dio- disse Ginny. Venne immediatamente zittita dalla riccia.

La strega si ritrovò costretta a raccontare, con difficoltà, viste le risate della rossa, di come le fosse suo malgrado piaciuto. Ginny rimase in silenzio fino a quando Hermione non ebbe finito di parlare

 -Sai, prima non comprendevo il perché di questa tua fissazione nell'ottenere vendetta, ma ora ho capito. Effettivamente non poteva piacerti Ron, troppo ingenuo-

-Che cosa? A me non è mai piaciuto Ron-

-A no?-

-No. Ron è troppo…Ron. Dai che schifo per favore. È il mio migliore amico. E’ praticamene come un fratello. Lui e Harry sono i fratelli che non ho mai avuto. Non potrei mai pensarlo come mio ragazzo. Specialmente dopo averlo visto mangiare- aggiunse sottovoce.

Ginny scosse le spalle, tirando fuori delle api frizzole dalle tasche della giacca.

-Tutti la pensano così. Mamma è convinta che vi sposerete un giorno. Si offenderà se non diventerai parte della famiglia. Aveva già pensato a tutti i dettagli, alla torta…Ma effettivamente, a te non serve un bambino immaturo, con cui non si possa ragionare. Tu hai bisogno di un uomo. Di qualcuno che ti sappia tenere testa, e che non si senta intimorito dalla tua intelligenza. Qualcuno che ti sappia far sentire viva, qualcuno tipo…tipo Fred. Esatto! Anche un matrimonio con Fred potrebbe rendere felice mia madre.-  esclamò Ginny persa nei propri ragionamenti, improvvisamente gioiosa.

Hermione diede uno schiaffetto leggero dietro alla nuca della rossa, che si limitò a ridere.

-Finiscila con questa storia. Non mi piace nemmeno Fred, sto solo cercando di trovare il modo per levarmelo di torno. E gradirei il tuo aiuto. Non cospirazioni di matrimonio alle spalle-

-Ma hai detto che bacia bene…-

-E anche di volerlo maledire…Mi pento di aver fatto quell’ affermazione in tua presenza. Bacerà bene, per sua fortuna, fra l’altro, visto quanto se ne era vantato. Ma rimane sempre il buffone che mi dà sui nervi e tu, vuoi aiutarmi o no, a fargli capire che la deve smettere di giocare con me?-

-Ok ti aiuterò. Anche se Fred è più di un buffone. Solo non lo fa vedere.- disse fra le risate. Oramai la situazione si era  rilassata e la preoccupazione aveva abbandonato la riccia. Per qualche minuto rimasero in silenzio tornando verso il castello.

-Ma quindi proprio non ti piace Fred? Nemmeno un pochino?-  Hermione si limitò ad accelerare il passo, nel tentativo di seminare l’amica.

-Ho detto che devi finirla-

-Ma io dico sul serio. Lo hai detto anche tu che quel bacio ti è piaciuto.-

-Mi ha baciata, ma lo ha fatto per prendermi in giro. Per consolidare la sua teoria che io lo trovi carino. Si sta solo prendendo gioco di me. Non importa quanto mi sia piaciuto-

-Ma a te è piaciuto. Non puoi ignorare questa cosa.- per un secondo rimase in silenzio.  

-Dimmi, bacia proprio così bene mio fratello, per scombussolarti in questo modo? Vorrei i dettagli- Hermione la fulminò con lo sguardo.

-Dai, sto tentando di alleggerire la situazione. E’ così divertente se ci pensi-

-Non mi sembra di star ridendo. E comunque anche se lo fosse, non ne parlerei con te, specialmente entrando nei particolari. E prima che tu me lo richieda, di nuovo, no sono sicura: non mi piace Fred.-

Ginny, capendo che la maledizione era imminente, finalmente abbandonò l’argomento.

-Sai, ho deciso di seguire il tuo consiglio e uscire con altri ragazzi-

Si fermò un secondo sedendosi sull’erba. -C’è un ragazzo di Corvonero, si chiama Michael Corner. Ogni tanto parliamo. E lo trovo carino credo. Ci sto provando davvero a darmi altre possibilità.
Sia per me, che non ce la faccio più a correre dietro al vento, e anche perché- sospirò -considero questa mia scelta un ultimatum. Se Harry, neanche in questo caso, si accorgerà della mia esistenza, lascerò perdere davvero.-

Hermione le sorrise dolcemente -Fai bene. Per quanto Harry ti possa piacere, tu non devi dargli il cibo pronto. Deve darsi lui una mossa, e se non sarà abbastanza sveglio da accorgersi di quello che si sta perdendo. Beh…per quanto voglia bene al mio migliore amico, devo dirlo: cavoli suoi.-

-Grazie Hermione- e la riccia si limitò ad abbracciarla.
 
(…)
 

La ragazza trascorse una giornata relativamente tranquilla. Ebbe l’opportunità di studiare, leggere un buon libro e dopo giorni, finalmente, anche di parlare con Harry.

-Ho incontrato Cho l’altro giorno alla guferia. Ci siamo parlati. Ma per poco, lei mi è sembrata per tutto il tempo sull’orlo delle lacrime. Mi sento in colpa, è colpa mia se Cedric è morto.-

-Harry ne abbiamo già parlato. Non è colpa tua. Non lo è stata. Specialmente, se, nel mentre, qualcuno stava cercando di ucciderti.-

-Va bene, ma, anche se escludiamo il fatto che Voldemort tenti di uccidermi da anni, sono io che ho detto a Cedric di afferrare la coppa assieme…-

-Ma non potevi sapere che fosse una passaporta- Hermione strinse le mani del ragazzo fra le sue, accarezzandogli il dorso con i pollici. -Devi smetterla di colpevolizzarti. Non è stata colpa tua.-

Harry annuì, anche se, alla riccia sembrò poco convinto. Abbassò lo sguardo, continuando a massaggiare le mani all’amico per tranquillizzarlo. Fu in quel momento che notò la scritta arrossata “non devo dire le bugie”. Si fermò improvvisamente come raggelata, ed Harry, accortosi dove lo sguardo della riccia puntava, ritrasse velocemente le mani.

-Cosa hai fatto Harry?-

-Nulla- e il ragazzo fece per alzarsi. Hermione lo trattenne per la manica del maglione.

-Cosa ti è successo?- ripetè fermamente la ragazza

Harry sospirò -E’ la punizione della Umbridge. Ti fa scrivere con una penna la frase “non devo dire bugie” infinite volte. E l’inchiostro da cui attinge la penna è il tuo sangue.-

Hermione ebbe un singulto. -Ma è una cosa macabra. Perché non sei andato in infermeria? Dobbiamo dirlo a Silente.-

-No non ci sono stato. Si solleverebbero più voci di quelle che già circolano su di me. E non possiamo dirlo a Silente, mi sta evitando. Non possiamo dirlo a nessuno, chissà cosa potrebbe fare quella donna. E’ qui per volere del ministero. Non mi crederebbe nessuno, e non cambierebbe nulla anche se lo facessero. Ha il potere-

-Lascia almeno che ti dia qualcosa per alleviare il dolore.- detto ciò, la riccia cominciò a rovistare, in modo frenetico, nella propria borsa, tirando fuori oggetti assurdi.

-Scusami Hermione se te lo chiedo, ma mi potresti spiegare cosa te ne fai di tutta questa roba in borsa?-

-Devo sapermi far trovare pronta in caso di emergenza, come in questo caso.- esclamò tirando fuori un libro sule cure mediche.

Due ore più tardi Harry stava immergendo le mani in una sostanza bianca.

-Brucerà un po' probabilmente. E’ dittamo- rispose la ragazza alla domanda silenziosa che il ragazzo gli stava ponendo.

Effettivamente la sostanza bruciava, ma potè ben resto notare con la ferita si fosse rimarginata, lasciando una semplice e pallida cicatrice.

-Purtroppo per quella non credo di poter fare qualcosa…la penna è incantata e le ferite maledette impediscono alla magia di eliminare le cicatrici.-

-Va bene così Hermione. Grazie-

-Tranquillo, quindi…chiederai di uscire a Cho?-

-Se riesco a parlarle fra una lacrima e l’altra si- disse Harry alleggerendo la situazione.

(…)


Il giorno dopo, durante la colazione apparve, appeso al muro, il primo dei tanti decreti che sarebbero comparsi nei mesi successivi e che fece rabbrividire la scuola intera, compresi gli insegnanti: secondo il decreto n.23 Dolores Umbridge, per nomina ministeriale, diveniva Inquisitore supremo di Hogwarts.
Ogni lezione cominciò a venir supervisionata e le condizioni durante le ore di difesa peggiorarono. Era chiaro che il ministero volesse controllare i loro apprendimenti e limitare la libertà di pensiero.

Fu in occasione di una cena, che Hermione, si trovò per la prima volta a chiedere ad Harry di diventare il loro insegnante di difesa. La questione venne subito abbandonata, ma non per questo non sarebbe stata ripresa in futuro. La guerra era vicina, e Voldemort non li avrebbe risparmiati davanti alla giustificazione: “a scuola non mi hanno insegnato a difendersi, per favore abbia pietà di me”

Nel contempo, di Fred, non aveva più saputo nulla, grazie a tutto quel trambusto. Fra professori monitorati, una tensione crescente, che presumeva l’avvenire di tempi peggiori, la canzone dei Cranberries, Zombie, uscita pochi anni prima le risuonava in testa come una condanna.
 
(…)
 

Non riusciva a comprendere la paura di Ron. L’aveva costretta, nuovamente, per sostegno morale, così l’aveva definita lui la sua ansia da prestazione, ad assistere agli allenamenti della squadra di quiddich.

E lei da brava amica aveva accettato, portandosi quindi dietro una lettura leggera per intrattenere il tempo, e non doversi girare i pollici come l’ultima volta. Si aspettava di dover passare un lungo e noioso pomeriggio a fingere di osservare ragazzi a rincorrere palle, e alla fine dover dire a Ron che era stato bravissimo, pur non avendo guardato un singolo minuto.

Ma ovviamente non aveva previsto alla presenza dei gemelli Weasley. Non avendo più avuto diverbi recenti con loro, si era dimenticata totalmente della loro esistenza.
Poco prima che l’allenamento iniziasse, i due ragazzi avevano cominciato a sfrecciare sulle proprie scope. Hermione di principio non aveva donato a loro molta attenzione. Il capitolo che stava leggendo era molto più importante di sette giocatori senza il timore dell’altezza. A un certo punto, però, Fred le si avvicinò e fermandosi all’altezza degli spalti su cui era seduta, le soffiò in un orecchio facendola spaventare.

-Vieni a farti un giro?- chiese candidamente. Hermione lo guardò truce, col cuore che batteva ancora a mille per lo spavento

-Sei consapevole che io abbia paura di volare vero?- rispose scetticamente

-Lo avevo sentito dire, ma pensavo che, dopo essere uscita con un giocatore di fama mondiale di quiddich, la paura ti fosse passata. Oppure krum, non è bravo ad usare la propria scopa come si crede? Se vuoi te lo mostro io-

-Victor sa usare molto bene la sua scopa, non preoccuparti. Anzi sicuramente la sa usare meglio di te-

Fred rise -Non lo puoi sapere se non hai mai provato. Comunque sono sorpreso di sentirti dire che ti sia fatta un giro sulla scopa di krum e che lui la sappia usare bene.-

-Io…- la faccia della ragazza stava assumendo troppo velocemente sfumature purpuree.

-E’ così divertente- si ritrovò a pensare il ragazzo, salvato in extremis da Angelina, che, scesa in campo, stava richiamando i giocatori.

-Sarà un allenamento duro. Tutti gli allenamenti lo saranno in futuro. Dobbiamo vincere, e non ho tempo per i fannulloni. Tutto chiaro?- in molti risero

-Ho detto. Tutto chiaro?- urlò Angelina iniziando ad affibbiare esercizi pesanti a ciascun giocatore.
 
Alla fine dell’allenamento erano tutti doloranti ed affranti. Se avevano pensato che Baston fosse un duro coach, Angelina era decisamente peggio.

-George l’hai per caso fatta arrabbiare con una delle tue solite bravate?-

-No- rispose il ragazzo massaggiandosi una spalla.

-Ecco vedi di non farlo mai. Non oso immaginare come sarebbero gli allenamenti se lo fosse-

E mentre i giocatori si stavano lamentando, Hermione, passando di soppiatto accanto a Fred, gli sussurrò all’orecchio

-E comunque ho osservato come usi la tua scopa, e capisco perché tu non abbia una ragazza. Devi decisamente migliorare- La ragazza concluse il tutto con un occhiolino. Il rosso era rimasto di
stucco.

-Granger, Granger, Granger…chi se lo sarebbe aspettato questo lato di te- disse ridendo il ragazzo.

(…)


La seconda volta che si rividero fu qualche giorno dopo l’allenamento. Era sera tardi e lei stava finendo un saggio di trasfigurazione per la settimana seguente, quando dalla porta della sala
comune entrò Fred.

Quest’ultimo non disse nulla, semplicemente le si sedette accanto, stendendo le gambe verso il fuoco e appoggiandosi allo schienale con uno sbuffo dolorante.

-Harry e Ron?- chiese dopo aver osservato per qualche istante la ragazza.

-Sono già a dormire.- Fred annuì

-Cosa ci facevi l’altro giorno agli allenamenti della squadra?- Hermione lo osservò, con sguardo scettico, pronta a dover rispondere ad una battuta

-Sono serio, non ho le forze di scherzare, non stasera per lo meno, sono stato in punizione dalla Umbridge- e come a confermare tale teoria, alzò le mani in segno di resa.

Solo in quel momento Hermione notò come il ragazzo, effettivamente, mentre parlava si stesse massaggiando la mano. Senza dire nulla, lasciò perdere i compiti e si sedette sul divano accanto a lui afferrandogli la mano.
Le sue dite scomparvero fra quelle del ragazzo, decisamente più grandi. Gli massaggiò delicatamente il palmo per poi voltarla e notare sul dorso la scritta rossa “non devo dire bugie”. Non fece domande, afferrò la bottiglietta di dittamo e l’apri.        

-Questo brucerà un po’, ma permetterà alla mano di guarire.-

Fred che in tutto quel tempo era rimasto silenzio ad ascoltarla si schiarì la voce e mentre la ragazza applicava la sostanza, e, senza dar segno di provare dolore, proferì.

-Non hai risposto alla mia domanda-

-Scusa?- chiese la strega alzando improvvisamente il capo dalle dita.

-Cosa ci facevi al campo da quiddich? A te nemmeno piace il quiddich…- rispose, bofonchiando le ultime parole, quasi fosse stato un insulto. Insomma! A chi non piaceva il quiddich?

-Me lo ha chiesto Ron.-

-Capito. Quindi non è Krum a piacerti, ma mio fratello. Pensavo avessi altri gusti sai?-

-A me non piace tuo fratello.-

-Ehi! Non ci sarebbe nulla di male, nel caso. Se ti piace davvero, corteggialo con del cibo, dolci soprattutto e cadrà ai tuoi piedi. E’ così che lo incastriamo ogni volta io e Georgie. E fagli
complimenti. Magari non troppi o non potremmo più prenderlo in giro- ragionò - Oppure comunque continua semplicemente così. Sei stata tenera a venire a sostenerlo.-

Hermione osservò il ragazzo -Grazie. Per il consiglio. Ma mi spiace dirtelo. A me non piace Ron. Non so perché siate tuti fissati con questa storia-

-No?-

-No-

-Sicura, sicura?

-Sicura, sicura-

-Sai che mamma sta già organizzando il matrimonio vero?-

Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Purtroppo, ne sono venuta a conoscenza.- il ragazzo perse il tono serio abbozzando un ghigno

-Perfetto. Quindi posso continuare a sostenere la teoria che tu sia realmente attratta da me. Era scontato in effetti che fossi al campo per me e non per Ronnino- il rosso sorrise, senza segni di
malizia, ed Hermione accettò la sua battuta con un mezzo sorriso.

-Sei il solito buffone. Ho finito qua con la mano.- disse la ragazza senza però lasciargliela andare veramente. Fred pose anche l’altra sopra di essa, accarezzando le dita sottili della strega. Vi posò un bacio sopra.

-Grazie a te!- Fece per andarsene, ma venne bloccato dalla voce della strega.

-Fred.- Il ragazzo si voltò.

-Solo perché non mi piaci, e io non ti trovi assolutamente attraente- il ragazzo girò gli occhi al cielo -Questo non vuol dire che tu non possa venire da me se succedesse di nuovo un episodio come questo.-

-Ti preoccupi Granger-  Hermione si limitò a sorridere. E Fred, sorpreso da tale reazione ripetè -Ma quindi ti importa davvero!-
Hermione rise

-Giusto un po’. Ed evita di sentirti importante. Solo perché tu sei convinto di cose assurde non vuol dire che io sia così cattiva da lasciarti con una mano pronta ad entrare in cancrena… Buonanotte Fred. – concluse con un gesto della mano.

Il ragazzo sorrise. -Hermione-

La ragazza si voltò. Era sorpresa che il ragazzo l'avesse chiamava per nome.

Fred si avvicinò a lei e chinandosi le posò un dolce bacio sulle labbra.

-Questa è una buonanotte. E comunque, sono contento che non ti piaccia Ron-

Ed Hermione, per l’ennesima volta nella serata rise. Avrebbe potuto anche farci l’abitudine a quei momenti.

-Questi minuti sono stati solo una tregua vero? Da domani potrò continuare a dimostrarti come tu sia un pallone gonfiato- chiese la strega

-Esatto, anche se forse è giunto il momento di mettere da parte l’orgoglio prefetto-perfetto.-

-Parla per te, Weasley!-

E come se fosse stata da sempre un’abitudine, si scambiarono un altro bacio, più intenso e profondo. Davanti al fuoco, lui con una mano stretta intorno alla sua vita e l’altra nei capelli, lei stringendogli il viso fra le dita.

Si, decisamente, Hermione avrebbe proprio potuto fare l’abitudine a quei momenti.
 
   
 
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