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Autore: Sedge    10/08/2009    8 recensioni
Breaking Dawn dal punto di vista di Edward
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutte!! Chiedo scusa in anticipo se questo capitolo non è molto curato e contiene errori di ortografia ma l'ho scritto di fretta. Domani parto, vado in montagna e sto via fino a domenica e tra i preparativi e il resto no ho avuto molto tempo per scrivere. Tra l'altro è solo la prima parte del capitolo, la prossima ve la posto lunedì prossimo. Perdonatemi e portate pazienza!!
Grazie a tutte in anticipo!!!Un bacio, silvia

Capitolo 25. Caccia(prima parte)
Vidi il suo viso aprirsi in un espressione sconvolta.
-Usciamo dalla finestra?-, chiese, guardando prima me e poi tornando ad osservare il vuoto che si apriva davanti a lei.
Non potevo crederci…non potevo davvero credere che temesse di saltare giù. Era un vampiro ora, non doveva avere certe paure. Eppure…sembrava non rendersene ancora conto.
Sorrisi tra me, vedendola preoccupata fissare fuori dalla finestra.
-Se hai paura, ti porto io-, mi affrettai ad assicurarla.-Era solo per fare più veloci…-, spiegai.
-Come?Abbiamo l’eternità davanti e il tuo problema è uscire velocemente?-, chiese sbigottita di fronte alla mia spiegazione. Giusta osservazione, non faceva una piega se non fosse stato che per raggiungere la porta di casa l’avrei fatta avvicinare troppo a Nessie, e non sapevo se potevo fidarmi di lei, del suo autocontrollo.
Fin’ora non mi aveva dato motivo di dubitarne…ma come continuava a ricordarmi Jasper, Bella era una vampira neonata e le sue reazioni potevano essere violente e improvvise.
-Beh…-, tentai di giustificare la scelta dell’uscita.-In realtà giù c’è Renesmee, con Jacob…-, dissi, mortificato di doverle nuovamente ricordare di lei.
-Capisco…-, mormorò cupa, tornando a guardar giù. Chissà a cosa stava pensando?Mi dispiaceva non permetterle di vedere la sua piccolina, nostra figlia…Per quanto ancora avrei dovuto tenerle lontane?
-Ma sei sicuro che Renesmee stia bene assieme a Jacob?-, mi chiese, accigliata.
Certo che sta bene. Non potrebbero stare meglio assieme…Jacob ha avuto l’imprinting con nostra figlia”, pensai tra il sollevato e l’infastidito, ma anche questo non potevo dirlo a Bella.
Non le risposi, ma tornai ad osservarla affascinato. Ogni suo gesto, ogni suo movimento, ogni sua attesa mi stregava e mi attirava. Non mi sarei mai stancato di osservarla così presa dalle sensazioni della sua nuova natura.
La vidi concentrarsi di nuovo, perdersi nell’insieme caotico di rumori che percepiva.
-Strano…l’ha sempre considerata come un mostro-, mormorò ancora tra sé Bella, riferendosi alla permanenza di Jacob vicino a Nessie.
-Tranquilla Bella-, le dissi, avvicinando le mani verso il suo viso perplesso e preoccupato.-So quali sono i pensieri di Jacob, e so che la piccola è al sicuro con lui-, le spiegai, sperando che non volesse approfondire ulteriormente la cosa.
-Beh, certo…-, bisbigliò, spostando lo sguardo da me, come dispiaciuta di aver messo in dubbio la mia capacità di giudizio,e osservando il vuoto. Fissava fuori dalla finestra impaurita e deglutì più volte continuando a fissare il terreno sotto di lei. Possibile che avesse paura?Non avevo mai visto una vampira più timorosa e riflessiva di lei. Non potevo credere che avesse paura di farsi male. Soprattutto perché ero certo che avesse sete, e un vampiro di fronte a quel bisogno non si sarebbe fatto frenare da un piccolo salto come quello. Ma Bella era pur sempre Bella…Era incredibilmente ancora molto umana…le sue paure, le sue insicurezze, le sue incertezze…tutto era ancora molto umano in lei.
-Che c’è Bella?-, chiesi quasi divertito.-Stai cercando di evitare il salto?-, chiesi ancora provocandola. Pensavo reagisse sfidandomi, mostrandomi che non era certo una sua paura quella di saltare. Invece mi guardò con occhi preoccupati, impauriti…come un cucciolo indifeso, non ancora pronto ad abbandonare il rifugio protettivo della madre.
-Sì…non so come fare…-, ammise imbarazzata. “Non ci credo…Sapevo che non si sarebbe smentita”, pensò Emmett ridacchiando tra sé, che stava osservando tutta la scena pronto a prenderla in giro al primo sbaglio. Ero certa che anche Bella lo avesse sentito ridere, perché la vidi abbassare la testa come mortificata.
-Bella, tesoro, tranquilla. E’ più facile di quello che immagini. Guarda come faccio io-, dissi, accarezzandole dolce il dorso della mano per attirare la sua attenzione prima di lanciarmi fuori dalla finestra, ricadendo morbido nell’erba sottostante.
Alzai lo sguardo verso di lei, che si era sporta maggiormente dalla finestra per guardarmi.
Era davvero bellissima, incantevole…un angelo. E subito dopo mi seguì, lanciandosi dalla finestra, e con grazia e disinvoltura appoggiare i piedi al suolo. Nessuna caduta rovinosa, nessuna risata, nulla. Solo un angelo bellissimo che aveva trovato il coraggio che le mancava e un po’ di fiducia in sé stessa.
Alzò lo sguardo verso il mio e mi sorrise. Un sorriso luminoso, quasi incredulo. Sì, era davvero una creatura speciale la mia Bella.
-E’ davvero facile!-, esclamò, guardandosi attorno, quasi stupita di essere ancora in piedi.
Le sorrisi, altrettanto felice.
-Tesoro?-, la chiamai, mentre si passava una mano sul vestito, sistemandoselo. Aspettai che mi guardasse. Poi mi avvicinai a lei e le circondai i fianchi con le braccia.
-Sei una vampira molto aggraziata…-, le sussurrai all’orecchio.
Era stupita e orgogliosa del complimento che le avevo appena rivolto, ed ero certo che se fosse stata ancora umana le sue guancie si sarebbero colorato di un rosso incantevole, segno di imbarazzo.
Mi sorrise dolce e riconoscente, ringraziandomi del complimento che le avevo appena fatto.
Poi si tolse le scarpe che Alice le aveva infilato, e le lanciò all’interno della finestra. Non sarebbe mai cambiata. Alice poteva provarci finché voleva ma la sua tendenza a preferire scarpe comode, sarebbe stata una delle caratteristiche immortali di Bella.
Mi ha lanciato le scarpe?Ingrata…Con tutta la fatica che ho fatto a sceglierle…”, pensò Alice, infatti, infastidita.
-Il suo equilibrio sarà anche migliorato, ma il suo senso estetico lascia sempre a desiderare…-, brontolò arrabbiata. Bella sorrise, e fece spallucce a quell’affermazione. Senz’altro sarebbe stata più comoda a correre nel bosco, senza quegli inutili tacchi. Anche Alice molto spesso esagerava…e quella non era certo l’occasione per vestire Bella in quel modo elegante.
La presi per mano, stupendomi ancora una volta di sentire la sua pelle tanto simile alla mia, e la portai, correndo, nella foresta. Non sapevo come insegnarle a cacciare…non era una cosa che andava insegnata. Doveva venire naturalmente, essere una cosa istintiva. Ma per Bella sembrava non essere così, sembrava aver bisogno di aiuto. E io ero lì per darle tutto l’aiuto di cui aveva bisogno. Mi seguì tranquilla, senza esitazione , finché non arrivammo davanti al fiume.
Mi guardò un’altra volta con il suo sguardo timoroso. Sguardo che avevo visto spesso da quando si era svegliata.
-E ora nuotiamo?-, chiese, mordendosi il labbro.
-No amore. Così rischiamo di rovinare il tuo vestito. Dobbiamo saltare di nuovo…-, le spiegai, stringendole la mano e portandola più vicino all’argine del fiume. Mi guardò perplessa. Poi osservò la larghezza del fiume, probabilmente valutando quante fossero le probabilità che ci finisse dentro.
-Vai prima tu…-, disse. Non sapevo se volesse prendere tempo o se avesse semplicemente bisogno della conferma che ce l’avremo fatta a saltare senza finirci dentro. Le accarezzai la guancia comprensivo. Feci due passi indietro per prendere la rincorsa, saltai, atterrando sull’altra sponda del fiume facendo una capriola in aria. Sapevo che mi aveva osservato durante tutto il salto, studiando i miei movimenti per poi ripeterli simili.
-Sempre il solito…-, mormorò, quando mi voltai per aspettarla.-Quanto ti piace metterti in mostra?-, chiese, scuotendo la testa divertita. Risi alla sua domanda, mentre aspettavo la sua di acrobazia.
Era davvero magnifico vederla così, uguale a me,sapere che non si sarebbe fatta del male, non facilmente perlomeno.
La vidi indietreggiare di parecchio, molto più di quello che avevo fatto io, probabilmente temendo che la rincorsa altrimenti non sarebbe stata sufficiente a ricoprire la distanza tra le due sponde.
Respirò a fondo e poi partì, fermandosi quasi subito. Avevo sentito il rumore di uno strappo e non avevo capito subito a cosa fosse dovuto. Vidi Bella chinata su sé stessa, armeggiare con il vestito e contemporaneamente,sentii Jacob ridere.”Non si smentisce mai…
Nooo…è riuscita a rovinare il vestito…”, pensò Alice,digrignando i denti infastidita. Sentii un altro strappo e quando riposai gli occhi su Bella, dovetti far fronte a tutto il mio autocontrollo per non balzare rapidamente da lei. Aveva strappato il suo vestito fino al suo bacino, mettendo in evidenza le sue gambe lunghe e muscolose. Era chiaro che l’aveva fatto per rendere più facili e fluidi i suoi movimenti, senza rendersi conto di quanto provocante fosse ai miei occhi... come facevo a insegnarle a cacciare, senza essere distratto da lei svestita in quel modo?
Deglutii a fatica, cercando di riportare l’attenzione su quello che stavamo per fare:cacciare. Quella era la cosa importante, soprattutto per Bella per poterle permettere di vedere Renesmee.
-Bella amore?Vuoi che ti rimostro come si fa?-, chiesi ancora, impaziente di averla di nuovo al mio fianco. Non mi rispose, ma la vidi concentrarsi, prima di riprendere la sua corsa verso il fiume. Appoggiò il piede esattamente come avevo fatto io poco prima, per darsi lo slancio necessario ad attraversarlo. Ma si lanciò con troppa forza, saltando parecchi metri più in là di me. Era davvero un fenomeno, che non conosceva le sue potenzialità, ma pur sempre un vero fenomeno. Il mio fenomeno. Mi affrettai a raggiungerla. Mi aspettava soddisfatta, con una smorfia orgogliosa sul viso.
-Ho fatto un bel salto?-, chiese, guardandomi con occhi illuminati e eccitati per quello che aveva appena fatto. Si capiva che ci stava prendendo gusto e questo rendeva euforico anche me.
-Perfetto-, dissi, a dire la verità stupito che avesse saltato così tanto più in là di me. Ma non potevo scordare che, nonostante non lo sembrasse, era pur sempre un vampiro neonato, molto forte.
-Lo facciamo di nuovo?-, chiese, ansiosa di ripetere quell’esperienza adrenalinica.
-Bella, siamo qui per cacciare-, le ricordai.-Concentrati amore-, dissi ancora, stupito che si facesse distrarre in quel modo da attività che non riguardavano la caccia, nonostante sentisse il desiderio di bere.
-Giusto…-, mormorò, di nuovo mortificata.-Dobbiamo cacciare…-, si ripetè, quasi per convincersene.
-Vieni…prova a seguirmi…se ce la fai-, la sfidai, prima di sfrecciare tra gli alberi, sperando che ritrovasse la concentrazione necessaria alla caccia. Era davvero molto forte. Riusciva a correre molto più di me, e non perché fosse più veloce, me perché ogni sua falcata valeva circa tre delle mie. Rise soddisfatta quando riuscì a superarmi correndo agile tra gli alberi.
Ad un certo punto mi fermai e la chiamai.-Bella?-.Come prevedevo la sentii rallentare fino a bloccarsi. Poi mi guardò confusa.
-Dove vorresti andare a cacciare?-, le chiesi.-Forse è meglio rallentare se non vogliamo superare i confini nazionali-, notai, ironico.
Mi guardò con un sorrisetto divertito e furbo sulle labbra.-Qui può andare bene-, acconsentì.-Ma cosa si caccia?-, chiese ancora, guardandosi attorni.
-Pensavo ad alci. Sono semplici da catturare e visto che è la tua prima volta…-, osservai sperando che le alci potessero in qualche modo stuzzicare la sua sete. Sapevo che non erano il massimo, ma aveva bisogno di imparare. Avrebbe avuto tutto il tempo per fare delle battute di caccia in piena regola in cerca di carnivori.
La vidi incupirsi, impaziente. Probabilmente la sua sete stava aumentando anche perché il colore delle sue occhiaie era molto più scuro di prima.
-E dove ce ne sono?-, chiese, guardandosi ancora attorno confusa. Non potevo dirglielo io. Doveva imparare a trovarle da sola. Non era difficile:aveva solo bisogno di qualcuno che le spiegasse come usare gli strumenti a sua disposizione per farlo.
Mi avvicinai a lei, e le appoggiai le mani sulle spalle.
-Aspetta, calmati-, le mormorai.-Chiudi gli occhi-, le bisbigliai ancora, portando una mano sul suo viso, accarezzandola. Dovetti chiudere gli occhi anch’io per far fronte all’irresistibile bisogno di lei. Non avevo mai pensato che, da subito, avrei potuto di nuovo godere della sua pelle, che si sarebbe fatta accarezzare in questo modo da me, senza attaccarmi o perdere il controllo. La sentii rilassarsi contro il mio petto, avvicinando maggiormente il suo orecchio alle mie labbra.
-Prova ad ascoltare. Senti qualcosa?-, le mormorai ancora. Ben sapendo che se si fosse concentrata avrebbe riconosciuto l’odore di sangue che stavamo cercando.
Non rispose subito, ma sentii il suo respiro farsi più ansante, più pesante, come se non stesse solo cercando l’origine della sua sete. Non poteva dipendere da me. Anch’io avevo il respiro affaticato a causa della sua vicinanza, ma non potevo credere che lei condividesse la mia stessa sensazione, i miei stessi desideri. I vampiri neonati non avevano certi tipi di priorità…anche se dopo il bacio che ci eravamo scambiati qualche ora prima era chiaro che Bella rappresentava una piacevole eccezione.
Mi immersi nel profumo della sua pelle, nell’intensità del suo respiro,in attesa di una sua risposta.
-Forse verso nord-est, al ruscello?-, chiese, aprendo gli occhi e voltandosi verso di me per ottenere la mia conferma, interrompendo quel paradiso di attesa.
-Giusto. Ora ascolta ancora, senti il profumo…-, mormorai, tornando ad accarezzarle la guancia. Chiuse di nuovo gli occhi, concentrandosi. Io la osservai mentre scandagliava tutti gli odori che percepiva. Ad un tratto la vidi storcere il naso, contrariata. Sorrisi a quella smorfia. Non era proprio un odore invitante quello di alci ma sicuramente avrebbero placato la sua sete.
-E’ normale. L’odore non è molto appetibile ma presto ti ci abituerai…-, ridacchiai.
Bella continuò a tenere gli occhi chiusi, concentrandosi sull’origine di quell’odore.
-Sono in tre?-, chiese.
-No, sono in cinque. Tre stanno bevendo, ma ce ne sono altri due dietro di loro-. Non era facile riconoscere il numero di prede a disposizione, solo l’esperienza permetteva di affinare questa capacità.
-E ora che faccio?-, chiese preoccupata mordendosi il labbro inferiore. Doveva essere proprio difficile per lei, in un modo che probabilmente non ero in grado di comprendere.
-Fai quello che ti senti…-, le risposi, tornando ad accarezzarle una spalla.
-Cerca di non pensarci. Segui l’istinto, dovrebbe venirti naturale-, mormorai, allontanandomi da lei, e cercando di lasciarla libera di agire come meglio credeva. Ero sempre lì, pronto per lei, pronto ad intervenire in qualsiasi istante. Riprese a correre ancora, in direzione della scia che aveva identificato. Era davvero silenziosa, mentre si muoveva sinuosa tra gli alberi. In prossimità del fiume, rallentò, acquattandosi trai cespugli. Mi fermai qualche passo più lontano da lei, osservandola, pronto ad intervenire qualora avesse avuto bisogno di aiuto. Anche se sapevo che non ce ne sarebbe stato bisogno. La vidi studiare attenta la situazione, prima di alzarsi leggermente, tendendo i muscoli, pronta all’attacco. Ma una folata di vento, proveniente dalla direzione opposta, le fece distogliere completamente l’attenzione dalle sue prede.
Dannazione”, pensai, mentre la rincorsi, preoccupato. Quella maledetta folata aveva portato con sé odore di sangue umano e Bella aveva seguito alla lettera il mio consiglio di seguire l’istinto che, ovviamente, le aveva consigliato di lasciar perdere quegli stupidi erbivori poco invitanti, per concentrarsi sull’odore di sangue umano ben più stuzzicante.
Non sapevo come fermarla. Non sapevo se davvero ci sarei riuscito. La frenesia che provocava l’odore di sangue umano era così totalizzante da oscurare ogni possibile briciolo di ragionevolezza. Ero davvero preoccupato, anche perché l’unica soluzione sembrava quella di attaccarla per riuscire a fermarla, e aggredire Bella era l’ultima cosa che volevo fare. Mi avvicinai maggiormente a lei, sperando che percepisse la mia presenza, che si fermasse, distogliendosi dall’intento di continuare a seguire quella scia. E così fece. Si fermò improvvisamente e si voltò verso di me in posizione di attacco. Le labbra socchiuse, pronte a lanciare un ringhio che avrebbe fatto rabbrividire qualsiasi essere umano. Anch’io mi fermai, poco lontano da lei, affascinato da quella creatura che sapeva essere tanto idilliaca quanto spaventosa. Quando mi vide però, si raddrizzò, quasi vergognandosi di quello che aveva fatto, e tornò a guardarmi con quel viso mortificato e colpevole. Cercai di avvicinarmi per abbracciarla, sperando di tranquillizzarla, e farle tornare la ragione.
Ma Bella scosse la testa rassegnata.-Me ne devo andare da qui…-, ringhiò.
-Incredibile…Ci riesci?-, mormorai, sconvolto dal fatto che fosse riuscita a capire che non poteva continuare la caccia in quella direzione. Prima che riuscissi a finire la domanda, Bella era già ripartita, ripercorrendo il sentiero di poco prima.
Si fermò poco dopo, immobile. La sentivo trattenere il respiro. Ero stato uno stupido a permettere che dovesse subire una prova del genere lo stesso giorno della sua nascita come vampiro…dovevo accertarmi che non ci fossero escursionisti in giro prima di inoltrarmi in quel modo nel bosco.
Mi affrettai a raggiungerla, per capire se andasse tutto bene. Mi piazzai davanti a lei. Le appoggiai una mano sulla spalla e con l’altra le alzai il volto, che afflitto, fissava il terreno.
-Come ci sei riuscita, Bella?-, chiesi. In quel momento avrei voluto più di ogni altra cosa entrate nella sua mente, per capire cosa l’avesse fatta desistere dall’attaccare quell’escursionista.
-E io che pensavo di essere più brava di te…Mi hai lasciato vincere prima?-, chiese, cercando di cambiare argomento. Aveva ripreso a respirare e sembrava vagliare l’aria per capire se fosse sicura, pulita da ogni profumo che potesse farle perdere la testa di nuovo.
Non capivo il senso della sua domanda, ma non l’avo lasciata vincere, no. Scossi la testa, rispondendole e poi tornai a ripeterle la mia domanda. Volevo sapere.
-Spiegami come hai fatto, per favore?-, chiesi ancora.
-A scappare dici?Ho smesso di respirare…-, rispose semplicemente. Ovvio…ma come aveva fatto a prendere una decisione del genere? I vampiri neonati non sanno decidere…
-Sì, ma come hai fatto a smettere. Stavamo cacciando…-, mormorai incredulo. La vidi rabbuiarsi,e il suo viso macchiarsi di un’espressione colpevole.
-Sei stato tu…ti ho sentito dietro di me e mi sono fermata per attaccarti. Scusa…-, mormorò dispiaciuta.
-No Bella, non mi devi chiedere scusa. Sono io che ho sbagliato. Non dovevo esporti ad una simile tentazione. Dovevo assicurarmi che non ci fosse nessuno in giro…-, le spiegai. Non doveva preoccuparsi, non doveva. Non era di certo colpa sua. Anzi, lei era stata fin troppo brava a riprendere così velocemente il controllo.
-Edward, ti rendi conto che ti ho ringhiato contro?-, continuò, profondamente disgustata da ciò che aveva fatto.
-E’ normale, tesoro. Ti sei sentita minacciata. Ma quello che non capisco è come hai fatto ad andartene?-, chiesi ancora. Eravamo sconvolti per due cose completamente diverse.
-E cos’altro potevo fare?-, chiese.-Era una persona. Qualcuno che magari conosco-, cercò di spiegarmi. Sì, capivo la sua spiegazione, ma non era comunque una cosa normale. Non per un neonato. Non per quei neonati che avevo visto, ma Bella, come sempre riusciva a stupirmi lasciandomi senza parole. Non sapevo cosa dirle. La guardai sbalordito, prima di scoppiarle a ridere in faccia, probabilmente in modo poco educato. Ma non era davvero una cosa a cui potevo credere:un vampiro neonato che durante una battuta di caccia si preoccupava per l’umano di cui stava seguendo la scia dell’odore di sangue…incredibile!!E solo Bella era in grado di sfatare in quel modo i comportamenti simili di secoli di neonati…
La vidi guardarmi quasi offesa, e mi costrinsi a tornare serio subito.
-Perché mi deridi?-, chiesi imbronciata.
-No amore, non rido di te, non potrei mai. Sono solo sconvolto dalla tua reazione-, le spiegai, prendendole una mano tra le mie.
-E perché?-, chiese ancora, continuando a mantenere il broncio e supplicandomi con gli occhi di darle una spiegazione.
-Ti rendi conto Bella che forse hai più autocontrollo di me?Non dovresti essere in grado di pensare mentre cacci, di resistere come hai fatto tu. E’ una cosa quasi impossibile anche per noi. Facciamo molta attenzione quando cacciamo al fatto che non ci siano persone vicino a noi. Sarebbe quasi impossibile fermarci. In quegli istanti ci facciamo comandare solo dai sensi…ma tu…non capisco come fai a stare qui a discutere con me. Sei incredibile…-, dissi, scuotendo la testa sempre più conscio della sua reazione sconvolgente.
Non disse nulla, ma continuò a guardarmi, forse finalmente consapevole di quello che era riuscita a fare. Le appoggiai le mani sul viso,avvicinai la fronte alla sua e cercai i suoi occhi.
-Vorrei tanto leggerti nella mente, per sapere a cosa pensi…-, mormorai, lasciandomi assuefare dal suo profumo e dal suo respiro.
Avevo una voglia immensa di baciarla e di sentirla nuovamente mia. Chiusi gli occhi, cercai di riprendere nuovamente il controllo di me stesso, quando Bella, fece di nuovo una cosa inaspettata. Si allontanò dal mio viso. Io aprii gli occhi, un po’ dispiaciuto che la nostra parentesi fosse già terminata. Ma mi sbagliavo. Portò le mani sul mio viso, e lentamente seguì il profilo della mia guancia, facendomi rabbrividire.
-Sai…non pensavo che sarei riuscita a provare subito queste sensazioni…-, mormorò, incatenandomi ai suoi occhi. Deglutii, cercando di rimanere controllato. Come riusciva a dirmi certe cose?
-Non sai quanto di desidero…non pensavo fosse possibile, perlomeno non subito…-, continuò ancora, facendomi perdere completamente la ragione. Non sapeva quanto la desiderassi io…
La guardai ancora una volta sconvolto.
-Ma come fai a concentrati su un’idea del genere…-, dissi. Non che non mi facesse piacere, anzi…mi lusingava e mi eccitava sapere che Bella mi desiderava sopra ogni cosa.
-Non hai sete…?-, chiesi ancora.
Annuì.Chiuse gli occhi, combattuta e sofferente e si allontanò da me. E il suo viso si concentrò di nuovo, in cerca di una nuova scia.

   
 
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