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Autore: Roxar    08/05/2020    1 recensioni
Moriranno entrambi di quella morte.
Moriranno entrambi con lo stesso veleno.
Uno morirà nell’agonia della lucidità, l’altra nel tormento della pazzia.
Moriranno tra i resti e le macerie delle loro vite, nella miseria della sopravvivenza.

[Questa storia partecipa al contest “Be our Guest” indetto dal forum Piume d'Ottone]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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3. Smalto per unghie (pure flashfic, 500 parole)






La nuova pozione non fa miracoli, ma James può dire che questo è il miglior giorno che Lily abbia mai avuto. Ci sono momenti in cui i suoi occhi vanno fuori fuoco e le viene un tremito nervoso alle mani, mentre si guarda intorno spaventata, ma basta scuoterla con dolcezza per farla tornare… no, non in sé, ma qualcosa che ci va molto vicino.

Seduta in una pozza di luce, è concentrata a passare lo smalto blu sulle unghie che James ha cura di limare ogni settimana. La osserva da dietro l’orlo della Gazzetta e c’è questa illusione che niente sia mai successo e che quella è la Lily della sua memoria. Sarebbe così facile crederci, ma James non è più prono a certe avventatezze.

All’improvviso, Lily si ferma e alza lo sguardo. C’è un sorriso così familiare, sulle sue labbra, che sembra provenire direttamente da un altro tempo.

“Ti ricordi quando credevamo che Harry fosse una femminuccia?”

Sì, se lo ricorda. Ricorda tutto di Harry. Ricorda anche il piccolo moto di delusione che ha provato quando, alla fine, hanno avuto la conferma che si trattasse di un maschio. 

“Sì, Lily, me lo ricordo.”

“Come l’avremmo chiamata?” chiede e, per la prima volta, c’è un dolore lucido e legittimo nella sua voce. Il dolore tagliente di una madre che sa di aver perso il proprio bambino, di non aver potuto fare niente per salvarlo. È un’emozione violenta e James ne ha timore - teme che potrebbe innescare un’altra crisi - ma sente di non avere il diritto di portargliela via. 

“Eve,” si sente rispondere con un filo di voce. “Ci piaceva. Dicevamo che Eve Potter suonava bene.”

“Eve,” ripete Lily con dolcezza, quasi accarezzando quel nome con la lingua. “Forse, se avremo un altro bambino…” 

James chiude gli occhi. Vorrebbe poter fare altrettanto con le proprie orecchie. Non vuole starla a sentire. Invero, vorrebbe urlarle di tacere, di non parlare di cose che non solo non avranno mai, ma che si sommano a tutte quelle che hanno già perduto.

“Lo so che mi odi, James.”

Niente di più sbagliato. 

“Io ti amo, Lily.” 

Ed è vero, la ama come se fossero ancora due stupidi ragazzini a bordo dell’Hogwarts Express, come se fosse ancora il piccolo stronzo che adorava farle dispetti per il puro gusto di avere la sua attenzione tutta per sé. 

Quando torna a parlare, Lily oscilla in bilico tra la lucidità e l’imminenza di un nuovo delirio.

“Ho permesso che uccidessero Harry. Io, al posto tuo, mi odierei con tutte le mie forze.”

Non sa bene cosa dire. Non gli capitava una conversazione così cerebrale da molto, molto tempo. Potrebbe negare, potrebbe svicolare o potrebbe semplicemente stroncare la discussione. Invece, resta in silenzio. E resta in silenzio anche quando Lily si alza, lascia un bacio sulle sue labbra e torna in casa. 

James, emotivamente distrutto da quel breve scambio di parole, rimane a fissare la boccetta dello smalto che brilla al sole, che quasi ammicca, ridendo della sua miseria.

 
   
 
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