Serie TV > The Mentalist
Ricorda la storia  |       
Autore: ilovebooks3    09/05/2020    0 recensioni
Chi è Sophie Miller? Perché è così importante per Jane? E perché Lisbon è così nervosa?
Scopriamolo in due one-shot, scritte ognuna dal punto di vista di uno dei protagonisti e ambientate durante l’episodio 1x10, in cui il mentalista fa un tuffo nel passato.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“TELL ME THE TRUTH”
 


Lisbon è strana: mi dà le spalle in silenzio e non reagisce neanche a una delle brillantissime battute con cui sono solito camuffare il mio malumore.
Finalmente si gira, ma mi guarda in cagnesco e io continuo a non capire.
Forse sto perdendo colpi.
“Dimmi la verità”, incalza.
Le rispondo con un’altra battuta, ma non sembra apprezzare.
Forse sto davvero  perdendo colpi.
“Come una stupida ti ho coperto le spalle per l’ennesima volta, quindi devi dirmi la verità”.
È furiosa.
Chiudo la porta. Non sarà piacevole.
“Perché Sophie Miller è così importante per te?”.
Vedo dalla postura rigida, dagli occhi inquieti e dall’espressione tesa che pagherebbe oro pur di non dovermi fare questa domanda, ma intuisco anche che una forza misteriosa la costringe a pormela.
D’altronde  aveva già tentato qualche ora fa: “So che non dovrei chiedertelo, ma non ce la faccio: che legame c’è tra voi? Chi è questa donna?”, mi aveva chiesto.
Io non le avevo risposto.
“Non chiedermelo”, le avevo suggerito.
Ora però è arrabbiata.
Molto arrabbiata.
Sta ancora parlando la poliziotta integerrima che indaga sul caso e sul mio grado di coinvolgimento con una sospettata, in modo da non inficiarne la risoluzione?
Non lo so.
Non fosse Lisbon, direi che è gelosa, ma questo è un pensiero assurdo perfino per il mio ego sviluppato.
È solo per l’indagine, è ovvio.
Ora però mi tocca risponderle.
Glielo devo.
In effetti mi ha coperto ancora una volta, rischiando, ancora una volta, un mare di guai.
E allora parlo.
Forse Lisbon è l’unica persona con cui posso farlo liberamente.
Eppure, per qualche ignoto motivo, è anche la persona che non avrei mai voluto coinvolgere nel ricordo del periodo più buio della mia vita.
Ma stavolta lo farò.
Le rivelo che Sophie Miller era il mio medico, anzi, la mia psichiatra, e che era davvero una brava psichiatra.
Lei ha ancora lo sguardo perso di chi non capisce.
“Tu odi gli psichiatri”.
È necessario essere più chiari.
“Ero rinchiuso”.
L’ho detto.
È confusa.
Non se l’aspettava.
Ma, oltre alla sorpresa, intravedo la pietà nei suoi occhi trasparenti.
Ecco, è esattamente quello che volevo evitare.
Io non voglio la pietà di nessuno. Mi chiudo a riccio dietro la mia maschera di finta allegria proprio per evitare la compassione della gente verso il-povero-vedovo-a-cui-un-serial-killer-ha-sterminato-la-famiglia.
Ma non è solo questo.
Mi vergogno di ciò che ero e di ciò che sono diventato.
Mi vergogno della follia in cui ero precipitato dopo che Red John mi ha distrutto la famiglia e la vita.
Mi vergogno di aver perso la mia lucidità e di dover ammettere di essere stato salvato dalla psichiatria.
Sophie Miller.
Averla rivista è strano.
È una bella donna.
Era stata lei a tirarmi fuori dal baratro di autodistruzione e di ossessione in cui ero caduto.
Era stata lei a farmi recuperare la mia razionalità.
Per quanto riguarda l’ossessione, no, non ce l’ha fatta. Ma ora, grazie a lei, ho una mente sana che potrò utilizzare per compiere la mia vendetta.
La mente è la cosa più importante che un essere umano possiede, e io vado molto fiero della mia.
Le sarò grato per tutta la vita.
Ma vederla mi fa male, come se non fosse passato neanche un giorno da quella maledetta sera in cui ho trovato uno smile rosso fatto del sangue di mia moglie e di mia figlia.
Qualunque uomo sarebbe impazzito, e io non faccio eccezioni. Ma essere costretti ad ammetterlo fa male.
Eppure con Lisbon è diverso.
Ha gli occhi lucidi, e una ruga le solca la fronte.
“Grazie di essere stato sincero con me”, mi sussurra.
Improvvisamente capisco. Non è pietà la sua: è qualcosa di diverso e di più profondo, a cui non so dare un nome.
Empatia.
Comprensione.
Preoccupazione.
Amicizia, ecco cos’è.
Quello che conta è che a Lisbon posso dire tutto, perché mi conosce e mi accetta per quello che sono.
Anzi avrei dovuto dirglielo prima, appena abbiamo iniziato a lavorare insieme. O, almeno, appena è sbucata fuori Sophie.
Non l’ho fatto semplicemente perché mi vergognavo.
“Scusa se te l’ho nascosto”. Stavolta sono sincero.
Lei lo sa e, all’improvviso, non è più arrabbiata.
Ci guardiamo intensamente, come non ci siamo mai guardati.
Una scarica elettrica mi attraversa la schiena, ma non ci faccio caso.
Amicizia, ripeto dentro di me.
Certo, non potrebbe essere nient’altro.
Qualcuno bussa alla porta ed entra, eppure noi non interrompiamo ancora il contatto visivo. I nostri occhi sono incatenati in una danza senza fine.
È Van Pelt, che capta un’atmosfera strana in ufficio e sta per lasciarci soli con discrezione.
Ma la sua entrata ha già rotto l’incantesimo, e forse è meglio così: ci giriamo verso di lei, poi Lisbon si allontana, lanciandomi un ultimo sguardo che non posso reggere.
Ora lei sa che ero un pazzo. Un pazzo da legare, nel vero senso della parola.
Eppure non ha paura di me.
Non mi fa vergognare di me stesso.
Lisbon accetta tutto di me, come sempre.
E io, come per magia, mi sento più leggero.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: ilovebooks3