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Autore: Luz_    10/08/2009    2 recensioni
Lui sappiamo tutti chi è.
Lei, ragazza tremendamente introversa.
Lui, sebbene fosse spesso a contatto con lei, non l'aveva mai degnata di uno sguardo.
Lei innamorata di lui da quando lo vide la prima volta.
Loro...per sempre.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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17° capitolo


Quella sera, tornata a casa, vidi i primi scatoloni sulla porta e scappai in camera, altrimenti avrei rischiato di avere un'altra crisi di pianto.
Ora arrivava un'altra parte molto difficile: dirlo alle ragazze.
Per fortuna Enrica e Fede non erano ancora ripartite per Oxford, quindi le feci venire a casa mia e Giulia arrivò per ultima, zoppicando con la stampella.
Passammo il pomeriggio distese sulla moquette bianca della mia stanza, bevendo e mangiando schifezze e ripensando alle nostre vicessitudini.
"Vi ricordate quando ci siamo conosciute?Quando io sono arrivata qui a Londra?" chiesi loro, mentre masticavo un marschmallows.
Loro iniziarono a ridere. "Ma vi ricordate? Stavi tutta zitta, lontano da tutti.." ridacchiò Fi.
"Poi sei venuta a sbattere contro di me e mi hai rovesciato tutto il succo sulla mia camicetta...ricordo che l'avevo appena comprata e l'adoravo!" continuò Giulia.
"Mi hai incenerito con lo sguardo!"dissi io e ci sbellicammo dalle risate, ripensando a quel momento.
"Allora un brindisi al succo che ci ha fatto incontrare!" esultò Enrica, alzando la lattina di birra.
"Al succo sulla camicia!" dicemmo in coro e facemmo battere le lattine.
Dopo un pò, decisi che era il momento di riferire loro della brutta notizia e così, presi il maggior coraggio possibile e dissi:"Vi devo dire una cosa importante."
"Uuuh, dicci dicci..qualche scoop su Rob?" mormorò Enrica, mettendosi comoda.
"No, Rob non c'entra niente, o almeno, c'entra relativamente, come voi."
"Dai spara!"mi incitarono.
"Sono costretta a trasferirmi in Italia... definitivamente." A sol pensiero i miei occhi si inumidirono di nuovo.
Loro rimasero zitte, con gli occhi e le bocche spalancate, e, non sopportando più quel silenzio opprimente, esclamai:"Vi prego, dite qualcosa.."
"Cosa dovremmo dire?Eh?Che bello, te ne vai!Vuoi sentirti dire questo?"mi aggredì Giulia.
"Giu, perchè mi stai attaccando?Io ci sto male più di voi!" Non capivo davvero perchè mi stesse assaendo in quel modo..non era colpa mia..
"Non te ne puoi andare!Non puoi! Non puoi lasciarmi ora che sono in questa situazione!Loro torneranno ad Oxford e con me chi ci sarà..?"gridò, con le lacrime agli occhi e alzandosi, con difficoltà, sorreggendosi alla stampella.
"Giulls, mi dispiace, non sai quanto..Ma cosa dovrei fare?Se c'è un'altra alternativa, mostramela!Ti ripeto che ci sto soffrendo più di voi!"
"Ma zitta...sei un'egoista..!" e uscì, zoppicando, dalla stanza.
Sospirai e mi stropicciai gli occhi; ora ci mancava solo questo...litigare con Giulia.
"Quando?" sussurò Fi.
Alzai il capo e vidi i volti delle mia amiche bagnati da lacrime silenziose.
"Tra due giorni..." e mi unii a loro nello sfogare la rabbia e la tristezza di quella circostanza.

 

***


Passai il giorno seguente a preparare tutti i miei scatoloni e valigie, che mi provocavano un'ulteriore tristezza e mi mettevano una grande nausea.
Ad aiutarmi vennero anche Federica ed Enrica che, seppur avevano le lezioni al college, si erano rifiutate di partire prima della mia partenza. Giulls non si fece nè vedere nè sentire; la provai a chiamare varie volte, ma non ricevetti alcuna risposta.
Nel preparare valigie e scatoloni, mi aiutò anche Rob, che per la prima volta da quando lo conoscevo, non aveva il sorriso stampato sulle labbra.
Quando Enrica e Fede se ne andarono, dopo esserci dolorosamente date appuntamente all'aereoporto il giorno dopo, Rob rimase con me; lo raggiunsi sul terrazzino della mia stanza, dove si stava fumando una sigaretta e gliela presi, spegnendola a terra.
"Ti fa male." dissi, rispondendo alla sua espressione scocciata.
"Non è niente in confronto al male che sto provando ora dentro." borbottò, con la testa china.
Sospirai. "Ti prego Rob, non complicare ulteriormente le cose; non puoi capire come io mi senta ora, ma sto cercando di reagire...ti prego, cerca di non appesantire la situazione."
"Si, scusami...è che..." ma non riuscì a continuare, che un groppo gli salì in gola.
"Oh Rob, vieni qui.." e lo strinsi a me più forte che potevo; poi mi staccai e lo costrinsi a fissarmi.
"Lo sai che ti amo?Eh?Lo sai che sei tutta la mia vita?"
Lui annuì e riabbassò lo sguardo, ma io con l'indice gli risollevai il mento; toccai il ciondolo che mi aveva regalato e pronunciai la nostra frase, incisa anche all'interno del ciondolo:"Infinitamente mio, infinitamente tua, infinitamente nostri...no?"
Lui mi prese il capo e mi baciò con forza, sollevandomi da terra, e io mi aggrappai al suo collo, cingendogli con le gambe il bacino.
Rientrò in camera, che ormai era fredda e spoglia; mi posò sul letto, senza dividere le sue labbra dalle mie.
Non fu come le altre volte: quella fu una notte intrisa di rabbia per essere costretti a dividerci, di tristezza per non poter più stare insieme ad ogni ora.
Non ci dividemmo neppure per riprendere fiato; eravamo bramosi dell'altro, avidi di sentirci stretti e vicini, abbandonandoci al piacere di quell'ultima notte.

   
 
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