Capitolo 13 – Old curse e new charm
Dedico questo capitolo alle
amministratrici del mio forum!! Grazie davvero di
tutto il lavoro che state facendo!! Siete uniche!!
(nota
dell’autrice: la parte iniziale, in corsivo, sono ricordi)
“La ferita è sicuramente grave,
Hermione… non è una cosa da sottovalutare…”.
“L’avevo capito quando non ha smesso di sanguinare,
Ginny…”.
“Mamma mia, come sei suscettibile!”.
“Non sono suscettibile… sto
semplicemente sottolineando una cosa…”.
“Allora visto che sei in vena di sottolineare…
mi sottolinei come te la sei fatta?”.
“Ancora? Ma che
palle!”.
“Quante più informazioni mi dai,
meglio sarà…”.
“Ok… anche se mi sembra di avertelo
già detto mille volte… stavamo distruggendo un Horcrux, si trovava sulla
sommità di una statua enorme a forma di serpente… era uno dei rubini che
facevano da occhi al serpente… non ricordo bene tutto, ma mi offrii di farlo
io… perlomeno cercare di prenderlo. Harry e Ron chiaramente non volevano, si
trattava di arrampicarsi lungo le spire di questa statua che alla fine credo
che fosse alta una decina di metri, e riempiva tutta una caverna. Ma io fui
irremovibile e dissi che lo volevo fare io… insomma, Harry ne aveva passate
troppe ultimamente e Ron era stato appena ferito da un Mangiamorte… io ero quella
che stava meglio…”.
“Ok, fino a qui ci siamo…”.
“Mi arrampico e arrivo alla testa,
non so nemmeno io come, visto che sono sempre stata una schiappa in ginnastica…
intanto ci arrivo… allungo la mano verso gli occhi, considerando che sono in
equilibrio sulla bocca aperta del serpente non è un’operazione facile… appena
li tocco, il serpente si anima e si scuote… non so effettivamente come mi venne
in mente di non usare la magia per arrivarci, ma non so… pensai che Voldemort era uno dei più grandi maghi al mondo, sicuramente aveva
previsto una serie di contro incantesimi… ma forse, come sempre, aveva ignorato
i sistemi più semplici, quelli dei babbani… ma, evidentemente mi sbagliavo…”.
“Sei stata molto imprudente…”.
“Lo so,
Ginny… ma che ci vuoi fare? Le avevamo provate tutte per far schizzare via quel
rubino, stanchi come eravamo, non sembrava l’idea stupida che sembra adesso… e poi, fossi stata un
pochino prudente, forse quel viaggio nemmeno l’avrei intrapreso…”.
“Vero… quindi il serpente si anima,
e poi?”.
“Ovviamente credo di precipitare, e
forse sarebbe stato anche meglio… ero in equilibrio sulla bocca, e mi artigliai
ad una delle narici piatte del mostro. Continuava ad essere di gelida pietra,
ma rantolava e era scosso da tremori. Harry e Ron cercarono di tirarmi giù con
degli incantesimi, ma erano troppo lontani, e io non riuscivo a prendere la mia
bacchetta. Furono solo pochi secondi e il mostro divenne un autentico serpente.
Sotto le mie dita, la pelle era diventata ancora più gelida,
ma squamosa e ruvida. Il suo respiro maleodorante e
umido mi fece mollare la presa… stavo per cadere, ma…”.
“Ti afferrò con la bocca?”.
“Già… decisamente non un’esperienza
piacevole… nemmeno fossi stata un topo…”.
“E allora?”.
“Riuscii ad evitare che mi facesse
troppo male, lanciandogli una fattura agli occhi, ora che avevo le mani libere…
ma mentre cercavo di saltare giù, nella follia dell’accecamento, mi colpì allo
stomaco con uno dei suoi denti, pieni sicuramente di qualche veleno… mi colpì
di striscio. Persi lo stesso molto sangue,, ma credo
che così uscì anche la maggior parte del veleno… e da lì questa ferita. Sono
stata fortunata, lo so… con il Signore Oscuro non si scherza. Dubito che, se mi avesse preso più
profondamente, sarei ancora qui a raccontarlo… riuscimmo a scappare, ma la
ferita era grave. Non smetteva di sanguinare, e quel che
peggio è che avevo terribili visioni…”.
“Cosa, vedevi? Voldemort?”.
“Sì… cercava di ferirmi o di…
insomma, di farmi cose non belle … e il peggio era che ero sempre presente a me
stessa… diceva che dovevo arrivare a maledire la mia mente, quella che aveva
sempre fatto fallire i suoi piani contro Harry… quindi ero sempre cosciente e
sentivo il dolore triplicato…”.
“Non piangere, su…”.
“…”.
“Quando smise di sanguinare, poi?”.
“Non ha mai smesso… si attenuò
leggermente, grazie alle cure di Lupin… ma continuava sempre… come le visioni…
ora, le visioni sono quasi passate, solo qualche residuo nei sogni… ma perdo
sempre sangue…”.
“Capito… allora ne ho parlato con
Lupin… è una maledizione potentissima, fatta con il veleno modificato del
Basilisco… l’effetto è quello di provocare una ferita perenne e di scatenare
delle tossine nell’organismo che mandano in cortocircuito il sistema nervoso,
aumentando l’adrenalina e la sensazione di paura…”.
“Consolante”.
“Il problema è che non ha cura… nel
senso, tu dovresti essere già bella che morta…”.
“Consolante, di nuovo…”.
“La tua fortuna è stata che il
veleno non è penetrato troppo profondamente, quindi la portata dell’emorragia
non è letale come sarebbe dovuta essere. E le visioni sono
ridotte per lo stesso motivo… ovviamente l’andamento sarebbe sempre ciclico… e
alla fine dopo anni e anni, avrebbe sempre lo stesso effetto… indebolirebbe il
tuo fisico e la tua mente al punto di ucciderti…”.
“Ginny, una delle tue migliori
qualità è quella di essere sempre molto consolante…”.
“Smettila… se sto così tranquilla, è
perché abbiamo trovato una soluzione…!”.
“Grande…! Sei una Medimaga
eccellente!”.
“Con tutte le ferite che in guerra
ho dovuto curare, sarebbe diventata tale anche Calì Patil…”.
“Calì? Sì
come no… avrebbe messo delle bende rosa fluorescenti a tutti i pazienti…”.
“Possiamo tornare alle cose serie?!!”.
“Con molto piacere… Calì che cura le ferite non è una visione affascinante per
la mia psiche…”.
“Lasciamo perdere… allora con delle
analisi abbiamo scoperto che questa maledizione non funziona con i lupi
mannari… il meccanismo di trasformazione di questi esseri arresta il veleno e
le tossine, basandosi sulla produzione di una proteina che blocca la produzione
eccessiva di adrenalina dalla midollare del surrene... questa proteina, per
fartela breve insomma, blocca l’eccesso di adrenalina nella trasformazione in
lupi mannari, impedendo che l’organismo ne sia intossicato e danneggiato; in
tal modo, ferma anche il veleno del Basilisco o di tutte quelle tossine che
producono un incremento adrenalinico… mi segui?”.
“Sì, sì…”.
“Questa proteina reagisce alla luce
della luna, cioè alla causa della trasformazione in lupo mannaro… assumendola
costantemente, tu dovresti riuscire a bloccare quel meccanismo… non sarà
necessario assumerla sempre, ma farai solo un trattamento per qualche settimana
in modo che il tuo corpo la produca da sola…”.
“Che bello, anche mezza
lupo mannara devo diventare…”.
“Ma non dire sciocchezze… è una
proteina che nel corpo umano esiste già, ma che non è prodotta in così grandi
quantità… noi ne indurremmo solo una produzione maggiore… c’è solo un incognita… è dipendente dalla luna, quindi può darsi che
nel novilunio tu abbia un calo notevole di questa… e quindi il veleno
riprenderebbe tutta la sua pericolosità…”.
“Muoio di luna nuova, quindi?”.
“No che non muori di luna nuova… ma
dovrai assumere una pozione con quella proteina…in funzione preventiva, la
dovrai prendere di mattina nel primo giorno del novilunio, altrimenti il veleno
riprende ad agire… è molto importante, Herm… se ci fosse un calo troppo
importante, il veleno agirebbe in maniera troppo potente da poterlo fermare… ci
sarebbe un’emorragia tale da farti morire in pochissimo tempo, probabilmente
riprenderebbero le visioni… ed anche darti la pozione allora, sarebbe inutile…
l’organismo non farebbe in tempo ad arginare la recrudescenza improvvisa del
veleno… dispererei di salvarti, allora…”.
“Capisco…”.
“Nessun altra battutina?”.
“Pensavo ad una cosa…”.
“Cosa?”.
“Esisterà qualcosa a questo mondo
che Voldemort non ha avvelenato con la sua sola esistenza?”.
Oggi c’è
il novilunio. E la ferita ha ripreso a sanguinare.
Ma in
maniera maggiore, perché chiaramente io oggi non ho difese.
La luna
non c’è… come ho fatto a dimenticarlo?
La data
che vedevo su quei fogli, la sensazione di stare dimenticando qualcosa… era la
pozione. Possibile che, per la prima volta da anni, avessi la mente occupata al
punto tale da scordare l’unica cosa da cui dipende la mia stessa vita?
No, non
è così. E io lo so.
È che mi
ero scordata di essere pur sempre una strega, nelle profondità di me stessa.
Di avere
una ferita magica sull’addome.
Di poter
avere delle visioni dove un mostro dalle fattezze serpentine tenta di farmi il
peggio possibile.
Mi sono
sentita, per pochi e leggerissimi istanti, una babbana.
E ciò
esulava quindi da qualsiasi connessione logica con la magia e quello che di
negativo ha portato nella mia vita.
Sono
inginocchiata per terra, tentando di tenere questi pensieri razionali nella mia
mente, per impedire che le visioni prendano il sopravvento. Accasciata come
sono, però, già mi rendo conto che non sento più le voci concitate degli
invitati, né la musica, né tantomeno la voce di Malfoy, che dovrebbe essere
nelle vicinanze. Non sento nulla, se non un respiro affannoso. So che è solo
un’allucinazione, ma è più reale di ogni altra cosa mai esistita. Attorno a me,
un manto buio di silenzio e tenebra.
Solo il
baluginare sinistro di occhi rossi… ed un respiro affannoso.
Non ho
mai detto a nessuno che mi faceva Voldemort, in quelle visioni. Non era
necessario.
Erano
visioni orribili causate dal veleno, ma non erano reali. E tanto bastava.
Solo io
so che cosa accadeva, e il terrore che provavo, perché, anche se non erano
reali, la tangibilità delle stesse era inquietante. Il
cuore che mi batteva feroce in petto, il dolore che non andava più solo dalla
ferita, ma mi prendeva i capelli, le dita, le unghie. Come se tutto il corpo
bruciasse, e la mia mente, sempre presente, aveva tutto il tempo di capire che
stavo per morire. Avvertivo l’agonia e il futuro che marciva con me. Ma fosse
stato solo questo… sarebbe andato anche bene…
Voldemort,
con quel veleno, materializzava le tue peggiori paure. Ti metteva in balia delle
stesse, lasciando che fossi tu da solo ad impazzire.
Io
temevo di restare sola. Quindi, il silenzio.
Io avevo
paura di non avere più alcuna certezza. Quindi, il buio.
Io
temevo che Voldemort non mi lasciasse mai in pace. Quindi, lui c’era.
Ma io
temevo, sopra ogni cosa, il giorno in cui mi avrebbe potuto catturare. Mi
avrebbe ucciso? Certamente… ma stranamente, a me la morte mi
ha fatto sempre paura sì, ma mai come altro.
Come…come…
la mancanza di amore.
Strano a
dirsi, per me, che sembro così cinica, disillusa e assolutamente indifferente
all’amore.
Ma io di
esso ci vivo, dell’amore per la mia famiglia, per i miei amici e per il mondo
tutto. Io, nonostante tutto, ho sempre fiducia nell’uomo e nella vita.
E
nell’amore, in quell’amore che è una legge universale, più grande di qualunque altra…L’amore che impietosisce e che muove il
mondo.
L’assoluta
mancanza dello stesso, della passione che muoveva i miei piedi e le braccia, della molla a fare qualsiasi cosa… io la temevo
sopra ogni cosa. Temevo la mancanza dell’amore nella mia vita.
Temevo
il giorno in cui i miei occhi sarebbero stati a contatto con quelli dell’essere
che non ha mai amato nessuno nella sua vita. Che non sa cosa sia quel
sentimento. E la sola cosa che in quella concezione lui avrebbe potuto farmi,
peggio della morte, era solo una.
Singhiozzando,
sento le sue dita lunghe afferrarmi i polsi e spingerli indietro, artigliandomi
al pavimento. Non di nuovo, non di
nuovo…!
Ride, ma
io non lo vedo, solo occhi rossi affamati come di belve che si scagliano su di
me.
Il suo
peso addosso mi leva il fiato, e la ferita brucia ancora più forte; piango
ostinatamente, cercando di divincolarmi, mentre la sua lingua raschia sul mio
collo. Sento un morso ledermi la pelle della spalla, e so che è un’illusione,
ma sento la testa spaccata a metà dal dolore.
Tremo
con tutte le mie forze, mentre mi solleva con foga la gonna di tulle,
continuando a leccarmi ovunque.
La paura
mi uccide peggio del dolore.
Non
posso sopportarlo un’altra volta.
I
pensieri mi sfuggono come carta bruciata dalle mani, solo se li tenessi fermi,
forse, potrei escludere almeno le visioni. Ma sono anni che non sono colpita da
questa… cosa… e non ci riesco, non ci
riesco. La disperazione mi fa solo piangere, e alla fine abbandonare alla violenza
che quella bestia sta per usare su di me… ancora una volta… e, con una punta
quasi di allegria, penso che tra poco sarò morta… quindi sarà tutto finito…
perlomeno, questo… dovrebbe finire…
Un lampo.
Squarcia
le tenebre attorno a me, assieme al silenzio ovattato che non mi faceva sentire
nemmeno i miei singhiozzi, ma solo l’ansimare di Voldemort. Sparisce anche lui,
il mostro, in una nuvola di fumo iraconda. Sento di nuovo freddo sul viso, e il
bruciare del sangue sulla mia pelle.
Il lampo
illumina a giorno la mia testa, quasi con dolore, e mi sento ritornare alla
vita, e fa male, terribilmente.
Poi la
luce si dissolve, e sono di nuovo nella notte buia di Londra. Il dolore
all’addome non ha mai smesso, e sento la debolezza chiudermi gli occhi. Qualcosa
mi solleva dai fianchi… mani…calde… mani
calde e salde, che mi sollevano senza sforzo alcuno.
In un
lampo di lucidità, mi rendo conto che non mi è mai successa una cosa simile.
Che
qualcuno… o qualcosa… mi salvasse… cosa è?
Apro gli
occhi piano, e penso un angelo?
“Granger?”
la voce di Malfoy suona dolcissima nelle mie orecchie, dopo il sibilo affannoso
di Voldemort.
È lui
che mi tiene tra le braccia. Le sue mani le sento sulla mia schiena nuda, mi
tiene ferma e salda, le braccia che mi cingono dolcemente sui fianchi. Sento
che potrei cadere all’indietro, ma lui mi tiene ferma… e non mi sento più persa…
“Come
hai fatto?” chiedo con un sussurro, non sapendo bene che sto dicendo. I suoi
occhi nei miei scintillano per un attimo, poi li vedo più calmi, una tempesta
che si placa all’improvviso.
Sento
qualcosa impadronirsi delle mie membra, pesantezza che minaccia di farmi
schiantare al suolo, e gli occhi…non riesco a tenerli aperti.
Posso riposarmi un po’, adesso?
Sento la sua mano calda sul mio viso gelido darmi un
colpetto: “Granger, cavolo, svegliati…! Questo sangue… da dove viene? Guardami,
dannazione! Granger, mi devi guardare, adesso, chiaro?”.
Non
rispondo, sono così stanca…
La sua
mano risale dietro la mia nuca, tenendomi più vicina al suo volto, o perlomeno
io, con gli occhi chiusi, sento il suo respiro bollente sul mio viso. È mai stato così vicino a me? Un
sospiro, un solo minuscolo sospiro, per lui che mi regge con una forza che non
sapevo potesse esistere.
Un
sospiro… prima di dire…
“Hermione…”
ed è un brivido lunghissimo, incandescente, che sembra quasi svegliarmi. Hermione.... il mio
nome… mi hai chiamata per nome… sto morendo, davvero, allora?
Spalanco
gli occhi, e lui è ancora lì, e mi chiedo se sia una visione o se sia vero, ma
so che Voldemort non mi punirebbe mai con questo.
Perché
è… bello, il suo viso che è così
vicino al mio, il mio naso che quasi sfiora il suo. Il suo viso è… bellissimo, cielo, Draco è bellissimo.
Siamo
qui in una terrazza, e se non fosse per il sangue che continua a gocciolare,
sembrerebbe che stiamo ballando e ora siamo impegnati in un complicato casquè, lui che mi cinge tra le braccia e io che scivolo
indietro, i nostri visi che si toccano quasi.
E vedo
per la prima volta tutti i particolari che il nostro odio mi ha impedito sempre
di mettere a fuoco.
Una
cicatrice sul sopracciglio sinistro. Una fossetta quasi buffa sul mento.
L’attaccatura dei capelli alta. Il ciuffo di capelli biondi che costantemente
gli copre la fronte. Gli occhi grigi, che sono sempre un po’ tristi, e che
guardano sempre con un velo di malinconia ciò che lo circonda, come se temesse
sempre di perderlo. E ora la sua espressione è preoccupata e triste, e non so
perché mi stringe il cuore in una morsa più dolorosa di quella che questa
dannata ferita mi sta provocando.
Sei preoccupato per me?
“Hermione…” ripete ancora, guardandomi fisso negli occhi,
argento fuso che mi avvolge in una malia senza sosta “Cos’è questo sangue? Perché chiamavi Colui che non deve
essere nominato? Guardami… rispondimi… per favore…”.
Una preghiera, ecco cos’è.
Nei suoi occhi, eco di morti che ha
già visto… non so
come faccio a saperlo, da dove mi viene questa consapevolezza, come distinguo
la tempesta del suo sguardo imperversare furiosa di una sinistra abitudine.
Ha visto tanta gente morire… chi hai
tenuto tra le braccia, mentre moriva? Chi ancora muore ogni giorno nelle
tenebre dei tuoi occhi?
Apro la
bocca e la mia voce suona come un pigolio incerto: “Una ferita di guerra… non
ho preso la pozione… Ginny, devi chiamare Ginny…”, uno spasmo mi fa trasalire e
tremare, e mi sento svenire. Lui mi stringe più forte.
“Dannazione…”
mormora, stringendomi e tenendomi in piedi per quanto ci riesca “Dov’è cavolo è
Senza
forze, appoggio la fronte sulla sua spalla e mi sento calma, nonostante so che
sto per morire. Il suo profumo è così dolce e intenso che mi
sento ubriaca, oltre che moribonda.
Mi stacca bruscamente il viso da lui, tenendolo tra le mani,
e mi dice, un’onda di panico nella voce: “Hermione, devi restare sveglia,
capito? Non ti addormentare…”.
“Sono
stanca… tanto…” sospiro distrutta, poi soggiungo con
un sorriso “Sarà che tu mi tratti come una serva…”.
Sorride tristemente, sussurrando con un filo di voce:
“Esagerata come sempre… ora cerca di stare sveglia, ok? Trovo quella
piattola e ti sistemo…”.
“Non
sono una bambola rotta, Malfoy…” sorrido quasi arrabbiata. Ad un passo
dall’inferno, ne ho ancora la forza.
Non ha
nemmeno il tempo di fare un passo che sento un tramestio di passi alle nostre
spalle. Malfoy mi stringe stretta a sé, e capisco che sta cercando di
nascondere il davanti del mio vestito, completamente ricoperto di sangue. Il
tremore negli occhi mi impedisce di vedere chi si tratta, e nemmeno potrei dato
che Malfoy è più alto di me e non riesco a vedere oltre la sua spalla. Vedo
solamente la tenda muoversi piano, e la portafinestra restare aperta. Le voci e
la musica, nelle mie orecchie, mi sembrano innaturalmente forti, serro gli
occhi per il fastidio.
“Danny! Sai dov’è Herm?”. Eccolo là,
dovevo immaginarlo…Seth… se mi vede, è la fine… nessun medico babbano può
guarire questa ferita e a questo punto dubito anche che possa un mago. Ma si
scatenerebbe il panico, penserebbero ad un omicidio o a chissà che cosa… alzo
lentamente lo sguardo sul viso di Malfoy, leggermente pallido, e che dà volutamente di spalle alla porta.
Non mi
interessa cosa penserebbero di me. Se mi scoprissero. Ma… lui…
Lui… lui sarebbe finito… attirerei
troppo l’attenzione su di lui…
Chiudo
ancora gli occhi con un gemito, cercando di nascondermi.
La sto facendo a pezzi la tua vita…
giorno per giorno… perché sono venuta qui?
E perché sono rimasta?
Scende
piano una lacrima dai miei occhi, mentre mi sento tremendamente in colpa;
Malfoy ovviamente non risponde, sento solo la presa sulle mie braccia farsi più
stretta, quasi violenta.
“Maledizione…”
mormora a bassa voce, guardando dritto davanti a sé, quasi con cautela “Mai che
capisce che sono occupato…”. Sorrido, nonostante tutto, e stranamente in pochi
secondi vedo passare nelle sue iridi chiare un fascio di luce, come di
consapevolezza e risoluzione. Abbassa lo sguardo su di me, tento di tenere
ancora gli occhi aperti, sonno incombente che mi grava le palpebre.
Mi
guarda quasi con curiosità, come se mi vedesse dentro, peggio di un foglio di
carta bianca messo in controluce. Il suo sguardo lo sento fin dentro alla
testa, intento a scrutare ogni mio pensiero.
Sto per
chiedergli che ha, improvvisamente la presa delle sue mani si fa feroce sulla
mia schiena.
Mi fa
male, ma gli sono quasi grata perché mi distrae dal dolore della ferita, che
ogni tanto mi assale e mi tramortisce.
Ormai
dispero di potercela fare. Stiamo perdendo troppo tempo.
Ma è
consolante stare in questo abbraccio che non è un abbraccio, che non ha amore o affetto… ma che almeno non mi spezzerà il cuore quando
finirà… vorrei solo non causargli troppo, ecco, fastidio…
Bisbiglio
piano, recuperando forze dagli anfratti di me stessa, il dolore che minaccia di
farmi perdere ogni capacità cognitiva… darei tutto perché finisse…quindi questa
domanda non è per me, ma è solo per lui, per difendere quella vita finta e
spensierata che si costruisce passo dopo passo.
“Che
facciamo?”.
Mi
stringe ancora più forte, se possibile, la voce di Seth che lo chiama ancora.
Una luce
quasi cattiva negli occhi, aggiunge: “Semplice… fingo di essere occupato…”.
Non
capisco che cosa vuole dire, evidentemente sto davvero morendo… ma credo che
non l’avrei capito nemmeno in possesso di tutte le mie facoltà celebrali. È
difficile capire che cosa passi nella sua testa, e questo l’abbiamo bello che
appurato…
Quello
che so, è che sento le sue braccia attirarmi forte a sé, tirarmi con una
violenza tale che per il contraccolpo la fascia di raso che mi teneva i
capelli, scivola via. Gli opali che ho per orecchini, mi sbattono sulle guance
con forza, e per un attimo temo che si siano rotti.
Ma…
subito… la mia mente si svuota.
Perché
Draco Lucius Malfoy mi sta baciando.
E non
come si bacia una vecchia zia in visita o una nipotina diligente… no… anche
allora mi sarei decisamente scioccata, ma non sarebbe mai come adesso. Perché
mi sta baciando come un uomo bacia una donna, ed è così assurdo che sento ogni
mio pensiero scivolarmi via da sotto il naso. Se qualcuno me l’avesse detto
anni fa, probabilmente sarei corsa nel bagno più vicino a rimettere tutto il porridge mangiato a cena. Mi avrebbe fatto schifo… e ora
che mi fa provare? Che sento?
La vista
annebbiata, vedo i suoi occhi chiusi, le unghie che affondano nel tulle del mio
vestito in quello che è un bacio senza amore e senza senso. Un bacio violento,
fatto solo per difendere sé stesso. Un bacio muto e doloroso.
Sto
piangendo. Ogni lacrima è uno sforzo enorme per il mio fisico debilitato, ma
non posso impedirmelo. Questo bacio che sa solo di lacrime e basta, il sapore
del sale in bocca che copre quello di Malfoy che non riesco nemmeno a sentire,
le labbra premute sulle mie con una prepotenza tale da farmi solamente male.
Vorrei correre, piangere e gridare, ma non ci riesco, la sua forza è mille volte maggiore della mia, sono pur sempre una ragazza,
senza bacchetta e con uno squarcio sanguinante nell’addome.
Mi sento
debole, ed è orribile.
Non ho
più alcun potere su me stessa e sulla mia vita.
Lo odio
come non mai adesso, vorrei scansarlo e non ci riesco; lo odio come tutte le
cose che mi vengono imposte e che non scelgo. Lo odio come questa ferita che
continua a sanguinare, lo odio come il tradimento di Ron, lo odio come la
partenza di Dean, lo odio come l’immagine di Voldemort nel mio cervello che si
ostina a non andare via. Ed è un odio diverso da quello che ho sempre provato
per lui… un odio strano, irrazionale, come io non sono
mai.
Razionale,
era odiarlo perché lui mi chiamava Mezzosangue.
Irrazionale,
è odiarlo perché mi sta baciando e perché così vuole allontanare Seth.
Ma
Malfoy ha la capacità di rendermi molto irrazionale.
Tocca parti di me stessa così sepolte che non sapevo nemmeno che esistessero,
come un doppio fondo di un cassetto che scopri quando possiedi quel mobile da
anni.
Ti
chiedi se è sempre stato lì… e sai che è così… oppure se è stato qualcuno a
crearlo all’improvviso… ora io ho scoperto, senza ombra di dubbio, che
nonostante il suo abbraccio mi andasse bene, il suo bacio invece mi spezza il
cuore.
Il bacio
per me è amore.
E ora
amore non c’è. C’è solo uno squallido mezzuccio pieno di tracotanza. E che non
ho nemmeno scelto.
Dopo quello
che stava facendo per me… se avesse pensato di baciarmi… probabilmente gli
avrei anche detto di sì…
Draco
Malfoy è abituato a prendersi le cose che vuole o che mira ad ottenere, con la
forza, non se ne fa scrupoli.
E anche
con le donne deve essere lo stesso.
Summer alla fine fa tutto quello che
lui desidera…
Ma non con me… dannazione, non con
me…
Cerco di
liberarmi della sua stretta, senza risultato, intravedo ancora la presenza di
Seth sulla soglia. Vattene via, accidenti
a te… l’unico risultato che riesco ad ottenere è che Malfoy apra gli occhi.
È sorpreso nel vedermi con le mani premute contro il suo petto, mentre tento di
staccarlo da me. I suoi occhi si allargano con espressione colpita, poi li
socchiude fissando attentamente il mio viso.
Inconsciamente
serro gli occhi, mentre, continuando a premere insistentemente le labbra contro
le mie, allunga una mano verso di me e sfiora piano la mia guancia bagnata con
il dorso della mano. Nelle sue iridi così inaspettatamente vicine ai miei
occhi, vedo stupore e sorpresa, e alla fine ancora malinconia. O forse è solo
una mia impressione… non so…
All’improvviso,
la pressione ostinata contro la mia bocca termina. Non perché si stacca da me,
no…
Il bacio
cambia, diventa... diverso…
Ora le
nostre labbra sono solo appoggiate le une sulle altre, si accarezzano piano
quasi con dolcezza e la mano di lui affonda nei miei capelli sciolti e liberi
da qualsiasi acconciatura. L’altro mano è solamente
posata sul mio fianco sinistro a trattenermi leggermente.
Ora potrei scacciarlo se volessi…
Le mie
mani serrate sul suo torace si rilasciano piano dalla tensione precedente, si
aprono e restano lì a sentire sotto le mie dita il battito del suo cuore. Qualcosa mi punge dentro con un vago
senso di insoddisfazione e di sconfitta, ora; ogni fibra del mio corpo, persino
questa maledetta ferita, è concentrata sulle mia bocca
e su questo bacio a stampo. Un desiderio convulso mi sconquassa dentro, ogni
cellula del mio corpo brucia e ne sono sconvolta. Possibile che sia diventata
così volubile? Possibile che lui renda polvere ogni mio desiderio e volizione?
Un secondo voglio una cosa, un secondo un’altra… come
avere il cuore trafitto da un raggio di sole, come aspettare in una giornata
afosa la prossima onda che venga dal mare e che ti sorprenda sul bagnasciuga…
attesa inesausta ed inesauribile, snervante e poi appagante, e poi ancora, ed
ancora. Questo mi fa Malfoy… mi fa desiderare che la sua bocca si schiuda tra
le mie labbra, mi fa volere il suo sapore che sento solo accennato, mi fa
desiderare le sue dita sulla pelle fresca e tenera della mia nuca, mi fa
desiderare un sorriso soffocato sotto le mie labbra. E mi fa disperare perché
lui non mi vuole, invece.
E subito
dopo, come un lampo, mi fa rendere conto di che cosa sto pensando.
Sono a
brandelli, raccolgo frammenti di quella che ero, lungo una strada che non
conosco e che non volevo intraprendere. Ma che adesso sono costretta a
percorrere fino alla fine… che cosa resterà di me al termine di questo viaggio?
La sua
mano tra i miei capelli si muove in una carezza affrettata, scorrendo leggera e
provocandomi un brivido lungo la schiena, l’altra mano invece lentamente sfiora
la mia schiena, di secondo in secondo che mi attira
più vicina. Le sue labbra sanno del sale delle mie lacrime, eppure… è il bacio più dolce della mia vita…
Con
impacciata timidezza, incurante oramai di Seth e della ferita, mi sollevo in
punta di piedi nelle mie scarpette che non sono di cristallo, ma che adesso mi
fanno sentire davvero la principessa che ha conquistato il principe azzurro.
Diamine, in fondo sto morendo…
Allungo
le braccia cingendolo alle spalle e lo sento sussultare, evidentemente non se
l’aspettava.
Riapre
gli occhi, a tiro ormai dei miei, le pupille dilatate, l’espressione quasi
spaventata, e sento la mia mente andare in frantumi.
Si
stacca bruscamente da me, respirando a fatica, mentre io ritorno alla mia
altezza solita. Mi cinge ancora con il braccio, la fronte appoggiata sulla mia,
lui che non credevo si potesse mai piegare a qualcuno.
Le mie
labbra si aprono senza che io lo voglia, e sento l’ultimo mio soffio di vita
che ne sta per uscire, diretto unicamente a dirgli una cosa sicuramente
stupida, probabilmente pericolosa, ma che non mi posso evitare.
Per la
prima volta nella vita, non so che sto seguendo… se il mio corpo, il mio
sangue, o il mio… cuore… fatto sta
che non sto seguendo la mia ragione, e so già che questa cosa mi porterà dei
guai.
Ma mentre
lo guardo, so ancora che è come un anelito indispensabile, che non mi posso
evitare, anche se mi ammazzerà peggio della ferita fisica che mi fa barcollare.
Non so nemmeno che sto per dire, ma so che sto per dire qualcosa che non
tornerà più indietro.
Ed
invece lui a parlare, a battermi sul tempo…
Un
sorriso sulle labbra sottili di cui ora so perfettamente il contorno, e che
sento come una linea incandescente sulle mie. Guizzano lontani gli occhi,
saettano alle sue spalle. Un sospiro appena trattenuto.
E poi…
“Seth, è
andato via vero?”.
La
ferita vecchia fa malissimo tutto ad un tratto. Una ferita nuova mi si apre nel
petto, lacerandomi. Una ferita che non perde sangue, ma che mi uccide l’anima.
Come se si fosse rotto uno specchio che rifletteva un’immagine illusoria di me
stessa, ma che mi aveva fatto sentire per pochi leggerissimi attimi… libera da me stessa.
“Stavi
solo recitando?” mormoro con le lacrime agli occhi, l’orgoglio che riprende il
suo vecchio posto e mi fa sperare che non mi abbia sentito. Quella nuova magia
che non ha nulla a che fare con l’uso di una bacchetta, abbandona come la
risacca di un mare di gennaio le mie membra.
Non vedo
che fanno i suoi occhi. Non sento che fa la sua voce. Non tocco che fanno le
sue mani.
Ricado
all’indietro, abbandonandomi alla morte.
Decisamente il mio capitolo preferito!! Chissà per quale motivo…J Ammetto che è stato un capitolo di una difficoltà
assurda, perché volevo che fosse perfetto e poi perché allo stadio attuale,
Hermione non è che prova ancora nulla di fortissimo per Draco, quindi doveva
essere particolare come bacio… insomma all’inizio Hermione lo rifiuta pure, è
solo perché è senza forza che non ci riesce… ma dopo… eheheh!! E vi anticipo che è da qui che le cose inizieranno
decisamente a cambiare!!! Anche se ne succederanno
ancora molte…
Passo subito ai ringraziamenti e alle risposte di
rito:
Cygnus Malfoy: la mia cara Helder
che ovviamente meriterebbe una sfilza di ringraziamenti!!
Considerando quanto sono imbranata con il computer e quanto mi aiuta! Tu questo
capitolo l’hai letto in esclusiva quindi so che ne pensi e già ti ringrazio!! Draco più gentile di così non lo si può immaginare e
certamente non sarà mai un ragazzo dolce e gentile, anzi!!
Ma è per questo che ci piace tanto!! Un bacio, tesoro!!
Liven: ciao!! Non ti preoccupare del
tuo errore, capita a tutti e poi ti sei rifatta con questa bellissima
recensione!! Grazie dei tuoi meravigliosi complimenti!! Sono contenta che le mie riflessioni ti
sono piaciute, sinceramente erano delle riflessioni mie attuali quindi è
stato facile scriverle!! Non voglio che la mia storia sia troppo “veloce”, ecco…
quindi cerco sempre di fare evolvere le cose piano! Insomma sono sempre due che
per anni si sono odiati!! Sei stata una delle poche
che si è ricordata del mio accenno al novilunio, brava!!
Nefene: la mia carissima Chiara!! Grazie,
grazie dei tuoi complimenti, sono contentissima che i miei capitoli non ti
deludano! Cerco sempre di essere all’altezza delle vostre aspettative…J che dire di più che già non sai? Un bacio!!
Ginsan89: una nuova
lettrice!! Evviva!! Grazie tantissimo,
Ginny è sempre la migliore amica di Herm, quindi ci stava che rimanesse dalla
sua parte, anche se non la capisce fino in fondo; Harry si rifarà, ma ora è un
pochino cieco di fronte alle responsabilità che ha come Ministro… la tua tesi
del mezzo licantropo alla fine non era del tutto sbagliata, visto che la
pozione che prende Herm è a base lupo mannaro!! Un bacio!!
Seven: grazie grazie, non so che altro dire!! Le tue
recensioni sono sempre le mie preferite perché svisceri tutto il capitolo e mi
dici esattamente che ne pensi di ogni parte!! Il ravvedimento
di Harry ci sarà, sicuramente, e Ginny avrà un ruolo importante, anche se un po’
meno di Seth come hai potuto leggere in questo chappy!! Un bacio!!
Lights: ebbene sì, sono una donna perfida e una scrittrice
implacabile!! E scommetto che questa volta mi vorrai
uccidere ancora più di prima!! Baci!
Baby_San: il Turquoise Party è stato
un successo, perlomeno nella parte in cui Herm non stava morendo
dissanguata, ma è stato anche un successo per i nostri due eroi! Un bacio!
Un saluto anche a coloro che leggono e non
recensiscono, anche se un commento sarebbe sempre gradito :p!!
ai 52 lettori che mettono questa storia tra i
preferiti e ai 37 che la seguono!! Oltre a chi ha visitato il forum, specie
Anna 96!! È grazie a voi che questa storia esiste!! Approfitto anche per ringraziare Piccola_star
che ha recensito THE BLOWER’s Daughter!!!
A presto Cassie!!!