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Autore: MoonPride    12/05/2020    3 recensioni
Ambientato dopo la fine di Sailor Moon Stars!
Ecco come, secondo me, sarebbe dovuta continuare la serie dopo il ricongiungimento di Usagi e Mamoru. Attenzione ho cambiato un po' il finale.
- STORIA SOSPESA - Fino al ritorno delle idee
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la fine
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CAPITOLO DUE: CONFESSIONI

Il giorno dopo Mamoru si svegliò da solo aveva dormito nella sua stanza con la paura di averla solo sognata.
In casa non trovò alcun segno del suo passaggio gli sembrava solo un sogno. Come se fosse una giornata normale aprì il frigo e con grande sorpresa lo trovò pieno cosa che non aveva fatto perché prima di partire aveva spento tutti gli elettrodomestici. Si guardò intorno e vide che i mobili sono senza teli.
Non è possibile!”
Venne distratto dallo squillo insistente del telefono portò la cornetta all'orecchio e rispose un po' irritato per tanta fretta ignorando che potesse essere solo una persona al quell'ora del mattino, infatti erano solo le sei e mezza!
«Pronto?»
«...Mamo-chan...» Non ci credette: Usagi
«Usako» Non era un sogno era la realtà, lei. Impaziente di vederla, abbracciarla, baciarla le propose di vedesi subito come se lei fosse una necessità
«Usa... vorresti venire da me?»
«Certo...arrivo»
«Aspetta hai fatto colazione?»
«Ehm... no perché?»
«Ti va….ti va di fare colazione con me?»
«Sì» ora era la persona più felice del mondo


 

Andando verso casa di Mamoru, Usagi notò una pasticceria aperta: era un giorno speciale quello, forse lui non ne era a conoscenza, ma volle fargli una sorpresa.
Dopo quella piccola deviazione e giunta al quattordicesimo piano del condominio, aprì la porta di casa usando una copia delle chiavi.
Appena entrata poggiò la torta sulla mensola lì accanto all’ingresso e si sfilò le scarpe e lo zainetto quando lo notò appoggiato alla ringhiera del balcone, a torso nudo e con indosso solo i pantaloni di una tuta. Mamoru non si è accorto della sua presenza, un fatto insolito dato che era sempre molto rumorosa.
Lo guardò ammaliata, come le era mancato stringerlo, baciarlo. Mamoru si voltò e la scrutò con lo sguardo di un folle innamorato, dopo averla raggiunta lentamente all'ingresso non riuscì più a trattenersi le era mancata così tanto che pensava di compiere un delitto se non la stringeva tra le braccia così l'attirò a sé e la baciò con passione, passione che fino a quel momento non era mai sbocciata.
Usagi sentì le sue braccia che la sollevavano per stringerla più forte aggrappandosi malamente al suo vestito estivo.
Mamoru non riusciva a lasciarla andare, almeno non ora, la spinse contro il muro ma continuò a baciarla contento che fosse lì con lui, insieme dopo essersi ritrovati, le accarezzò il viso, i capelli... d'altronde neanche lei riuscì a staccarsi facilmente da quelle labbra dure e morbide e da quelle spalle forti e muscolose.
Mamoru sentì qualcosa di freddo sfiorargli la pelle ma non ci badò perché ora Usagi gli chiuse i fianchi con le gambe mentre Mamoru, spiazzato la sollevò accarezzandogliele. Continuando a baciarsi e a muoversi smaniosi di un contatto i bacini s'incontrarono trovando l'incastro perfetto, come perfetti siamo loro in questo momento. Spalancarono gli occhi entrambi mentre Mamoru la mise giù subito, le mani sulle spalle e lo sguardo verso la porta imbarazzato.
«Non ti allontanare ti prego» gli chiese con voce flebile come se stesse per piangere e fu ciò che accade, le sfiorò una guancia e l’abbracciò non voleva più vederla piangere, non doveva più soffrire a causa sua, lo spaventava vederla triste e volubile.
«Mi sei mancato Mamo-chan, mi sei mancato» ammise contro la sua spalla. Mamoru la strinse forte mentre lei si aggrappava alle sue spalle, poi la baciò perché se non la baciava gli sembra di impazzire. Quando si staccò notò un sacchetto di nylon sulla mensola lì all'ingresso.
«Cosa c'è qui dentro?» chiese curioso
«C'è una sorpresa per te, se la vuoi vedere, devi seguimi in cucina» felice ecco come si sentiva felice
«Aspetta, vado a mettermi una maglia... oh la mia valigia sarà sicuramente all'aeroporto di New York, i documenti, il portatile…dovremmo andare all'aeroporto per cercare di recuperarla» non era nessuno senza documenti e doveva recuperare le sue cose guardò Usagi e vide una scintilla attraversarle gli occhi azzurri.
Usagi dall'altro canto sorrise e sentì un brivido scuoterla così come un automa si diresse nella camera degli ospiti, lui la seguì e la vide aprire l'armadio all'interno del quale c'è la una valigia nera con i manici in acciaio, Mamoru inserì la combinazione e l'aprì. Quella era la sua valigia.
«Come sapevi che era qui?»
«Non lo so, ci ho pensato e poi sono venuta qui. E’ stato istintivo»


 

In cucina si sedette sulla sedia che lei gli aveva indicato «Allora? Cosa c'è lì dentro?»
«Che impazienza, dovrai aspettare ancora un po', mi hai invitato a fare colazione giusto?, Bene ora la preparo!»
Usagi inizia a preparare la colazione per entrambi, muovendosi con grazia nella cucina, sapendo esattamente dove si trovava ogni pentola e ogni alimento che c'era in casa, come se fosse stata lei a mettere lì quelle cose. Mamoru vagò con la mente a cosa lo aveva spinto a partire per l'America, aveva tutto e stava per perdere tutto, ma soprattutto stava per perdere la cosa più importante della sua penosa vita. Usagi.
Stava per non avere più l'opportunità di vederla preparagli la colazione o fare il broncio...
"Stavo per perdere la nostra vita, che stupido sono stato!”
«Tè o caffè?»gli chiese senza guardarlo e distraendolo dai suoi pensieri
«Caffè» rispose mentre la osservava felice
«Amaro come piace a te?»
«Sì, come piace a me» lo conosceva alla perfezione. Dopo aver messo ogni cosa sul tavolo mi obbligò a chiudere gli occhi
«Chiudi gli occhi per favore e non sbirciare, ci tengo molto» annuì e la sentì accendere un accendino. La sentì avvicinarsi e posare qualcosa davanti a sé.
«Ora, puoi aprirli» aprì gli occhi e restò sorpreso. Davanti aveva una torta al cioccolato con una scritta “Buon compleanno Mamo-chan” e con due candeline a forma di uno e di nove. Si voltò a guardarla negli occhi e la strinse forte appoggiando la testa sul suo petto mentre le mani le fermarono la schiena, era il tre agosto e lui non si era reso conto che il suo compleanno fosse già arrivato poi capì. on me ne sono reso conto oggi è il mio compleanno.
«Grazie Usako, non dovevi...»
«Si che dovevo, almeno quest'anno festeggiamo il tuo compleanno solo io e te. Non sono riuscita a farla io, perciò l'ho comprata stamattina, avanti esprimi un desiderio e spegni le candeline» le obbedi, anche se il desiderio più grande era già accanto a lui.
“Sei tu il mio più grande desiderio”
«Ti amo Usako» restando appoggiato a lei le confessò il suo amore ma lei non rispose. Lui la guardò perplesso infatti si aspettava tutt'altra reazione.
«Non me l'avevi mai detto così» incassò il colpo. Gliel'ho detto poche volte e sempre quando prima me l'aveva detto lei, non era bravo a parlare o mostrare i suoi sentimenti ma lei era Usagi, doveva mettercela tutta per riuscirci.
«D'ora in poi voglio dirtelo più spesso, so che adori sentirlo dire, voglio essere più romantico, per te, per noi»
«Non devi se non vuoi, io lo so che ami lo stesso anche senza dirmelo, so che non sei di molte parole e davvero a me va bene così.»
«Hei lo faccio per noi! So che vuoi sentirtelo dire più spesso e hai ragione te l'ho detto solo poche volte e così non va bene.
Tu mi dimostri sempre il tuo amore per me, io no e questo a volte ti fa stare male. E' per questo che non mi hai cercato? Pensavi non ti amassi più?»
Quella frase la spiazzò non pensava che riuscisse a leggerla così bene.
«Io non sono ancora pronta per parlarne. Puoi aspettare? Ti chiedo solo questo.» la sentì tremare allora decise di farle una confessione glielo doveva.
«Certo, allora parlo io. Quando stavo per trapassare, sì cioè per tornare, mi sono reso conto di sapere anche se non ero stato presente, tutto ciò che hai provato in questi tre mesi, dolore, angoscia, rimpianto, solitudine. Ho visto tutto quello che hai visto tu, che hai provato tu e mi sono sentito un mostro.
Ho...ho visto che ti divertivi con un ragazzo che ieri ho visto essere una di quelle guerriere...poi ho visto la disperazione nei tuoi occhi per quella rosa rossa, e poi il dolore perché pensavi che ti avessi dimenticato. Sai all'inizio non volevo partire, non volevo lasciarti da sola ma poi tu mi hai detto che ci saremmo scritti e chiamati e mi sono deciso a partire, se mi avessi chiesto di rimanere lo avrei fatto, per te. Ora so che partire è stato lo sbaglio più grande della mia vita.
Non solo per te ma anche per me. Sei tu la cosa più importante. Siamo noi! Non avrei mai dovuto mettere al primo posto un sogno che sapevo non si sarebbe avverato. Quindi ora qui abbracciato a te, ti chiedo di perdonarmi per averti abbandonata e delusa. Perdonami Usako.» Mamoru si sentiva più libero adesso l'aveva pregata di perdonarlo per averla lasciata da sola l'aveva scioccata ma aveva bisogno di confessare quello che sentiva e che teneva dentro da due giorni ormai e lei doveva sapere che sapeva tutto. Usagi si staccò e d'un fiato disse
«Non dovevi sapere tutte queste cose, non te lo meriti, non è stata colpa tua.» iniziò a singhiozzare poi si voltò a piangere.
La sindrome da abbandono si fece sentire ora più di prima. Si alzò e mettendosi di fronte la strinse al suo petto facendo aderire la testa.
«Usa, guardami, lo sai che puoi dirmi tutto, ti sei trattenuta per mesi senza piangere per sembrare forte, ma non devi sembrare forte lo sei. Ti puoi permettere ogni tanto di dare sfogo a tutto ciò che ti turba devi farlo soprattutto con me. Quindi sei autorizzata a piangere tutto il tempo che vuoi. Devi liberarti del peso che opprime il tuo cuore. Lo sai che sono qui e che ti ascolterò sempre.»
«Mamo-chan….Mamo-chan» i singhiozzi troppo forti le impedirono di parlare ma averlo vicino a lei era già qualcosa.
Si sedettero sul divano mentre le cingeva una spalla mentre la testa di lei era appoggiata alla sua spalla.
Continuò a sfiorarla anche dopo che si è rilassata, lì su quel divano insieme a lei giurò che non la avrebbe più abbandonata, si era fatto strumento del male, lo avevano stregato due volte, aveva perso la memoria e poi era stato lui ad abbandonarla, si sentiva lui stesso un mostro che non meritava di averla accanto.
La colazione venne abbandonata e verso mezzogiorno le propose di pranzare fuori, al Crown di Motoki, ma lei si intestardì, a nulla servono le moine ma alla fine accettò di andarci dopo per un gelato.
Al ristorante, in un angolino appartato, mangiarono scrutandosi sempre per cercare di recuperare il tempo perso.
Mamoru le prende la mano e le baciò le dita senza staccarle gli occhi di dosso finché non sentì qualcosa di freddo, di metallo sulle labbra.
Le guardò l'anulare e sorrise felice portava l'anello che le aveva dato all'aeroporto.
«Non l'ho mai tolto» disse fiera.
«Sai quando l'ho comprato, non lo vedevo come anello di fidanzamento ma mi sembrava giusto darti un segno, qualcosa che ti ricordasse di me, con la promessa che sarei tornato. L'hai aperto?»
«Aperto cosa?»
«L'anello, si può aprire proprio qui, sulla pietra.»
«Non lo sapevo» rispose con gioia, la sorprendeva ogni giorno di più!
«Volevo che lo scoprissi da sola. Lo apriamo?»
«Sì!» Dopo aver alzato la pietra all'interno trovarono, anzi trovò, appallottolato un bigliettino!
Lo aprì e riconobbe la calligrafia del suo amato, lesse la dedica “Sei e sarai sempre la mia Luce. Ti amo. M.
Sconvolta dalla gioia, lo guardò, lui era imbarazzato per via della frase smielata, ma le importò.
«E' bellissima...ti amo anche io»
«Quando sarà il momento però ti comprerò un anello più adatto, farò le cose fatte bene. Promesso!»
«Anche dirlo a mio padre?» disse Usagi scherzando ma lo vide sbiancare e lentamente riprendere il solito colorito.
«Ma sì certo» metterlo in crisi era sempre una soddisfazione
«Hei, scherzo. C'è tempo no? Adesso dobbiamo solo tornare alla normalità, non credi?»
«Assolutamente sì» le confessò baciando l'anello.


 

La seconda tappa fu il Crown! Ogni cosa era tornata come prima e tutti avevano dimenticato che Mamoru era partito, ogni volta il cristallo di Usagi, esagerava. Tutto ciò era un sollievo ma per Usagi era come un calcio allo stomaco, tutti avevano dimenticato: ma lei no, non poteva dimenticare che il prezzo pagato era stato troppo alto.




Capitolo revisionato in data 28/06/2020
A presto
   
 
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