Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: NIHAL_JOHNSON    12/05/2020    5 recensioni
Hermione si avvicinò a Ron e con la luce della candela notò che i gemelli Weasley dormivano in due letti dall’altra parte della stanza.
“Cosa ci fanno loro nella stanza di Ron?”
“L’hanno lasciata a degli ospiti che vengono alla partita.” Sbadigliò Harry, “cosa stai facendo?”
“Sta a vedere.” Sussurrò lei maligna.
Si avvicinò al letto di uno dei due, osservando bene il suo volto addormentato profondamente. Era senz’altro Fred. Dormiva sereno, aveva fatto crescere i capelli ed erano fiamme di fuoco sparse sul cuscino. Hermione avvertì l’impulso di sfiorarli e toglierli un ciuffo ribelle dalla fronte.
“Ma che diavolo ti prende Hermione?” Si chiese scuotendo la testa. Si avvicinò lentamente fino a che fu ad un soffio dal suo volto.
“FRED WEASLEY! MAMMA HA SCOPERTO I NOSTRI ESPERIMENTI!” Gridò a pieni polmoni imitando la voce più profonda di George.
Fred scattò a sedere sbarrando gli occhi, “No, no, no! George nascondi le prove!” Gridò spaventato e ancora mezzo addormentato.
Come nasce l'amore tra Fred ed Hermione, tra battibecchi, frecciatine, sguardi... ma sembra non esserci davvero speranza, finché tre anime buone non interverranno in loro aiuto, con una piccola... spinta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO VENTUNO
 
QUINTO ANNO: GRIMMAULD PLACE (VACANZE DI NATALE) - HOGWARTS

 
 


 
 
 
La Cena di Natale fu spettacolare, e la più esilarante a cui Hermione avesse mai partecipato.
In ordine di posti c’erano, seduti intorno al grande tavolo imbandito: lei, Ginny, Ron, Arthur, Tonks, Lupin, Sirius, Harry, Fred, George, Piton, Malocchio, Silente e la Mcgranitt.
Per l’intera cena risero e scherzarono come non mai. Tonks fece ridere tutti con le sue trasformazioni in ogni animale richiesto, Silente spettegolò su tutti i gossip dei professori nell’ultimo anno, facendo morire dalle risate gli studenti.
Sirius e Lupin parlarono di James e di Lily, dei bei vecchi tempi, mentre Harry li ascoltava estasiato.
Hermione notò un velo di tristezza passare negli occhi scuri e profondi di Piton, quando nominarono il nome di Lily.
Fred e George passarono la cena ad infastidire Piton, approfittando del fatto che in presenza di Silente lui non potesse fare nulla per reagire.
Gli rubavano il cibo dal piatto, lo punzecchiavano con le posate. Silente vedeva tutto, ma faceva finta di non vedere, era troppo bello.
Piton afferrò la forchetta che George gli puntava alla gamba, e la bloccò. La tirò verso di lui, trascinando avanti anche George.
“Questo vi è appena costato una punizione insieme ad Hagrid appena di ritorno a scuola, signori Weasley.” Sussurrò gelido al suo orecchio. George si tirò indietro beffardo.
“E di preciso, nella sua scala della gravità, la punizione per questo sarà peggiore o migliore di quella con Hagrid?” Chiese Fred divertito, indicando il piatto del professore, al quale erano spuntate due gambe e aveva iniziato a correre per tutto il tavolo, rovesciando il cibo ovunque.
Piton aveva alzato gli occhi al cielo e si era appoggiato alle mani con i gomiti appoggiati al tavolo, “ma chi me l’ha fatto fare di venire qui?” Si chiese sospirando debolmente.
Il cibo fu delizioso: il coniglio cucinato dai gemelli uscì fuori un po’ secco, ma molto gustoso. Tutti ridevano, chiacchieravano, si passano piatti su piatti, salse, contorni, caraffe di ogni genere alcolico esistente.
Alla fine della cena i ragazzi si alzarono tutti ed aiutarono Molly a sparecchiare la tavolata, per fare posto ad un enorme montagna di regali.
Si risiedettero tutti entusiasti, e iniziarono ad aprirli uno ad uno. Fu una scena memorabile. Partirono prima gli adulti, e Silente scartò una cuffia rosa da notte, una spazzola per lisciare la lunga barba, e una serie di libri di Magia.
Si mise subito la cuffia e poi costrinse Piton ad indossarla, scatenando le risate di tutti.
Poi fu il turno di tutti gli altri, che scartarono regali su regali, tra il sorpreso e l’ammirato. Harry ricevette da Lupin e Sirius una foto dell’Ordine della Fenice originario, in cui c’erano anche i suoi genitori.
Sorrise commosso, e li guardò.
Hermione si era fatta spedire tutti i regali per i suoi amici via gufo, e li distribuì. A Ginny un vestito, a Harry una nuova boccetta d’inchiostro, che poteva diventare invisibile, a Ron un libro sui Cannoni di Chudley, ai genitori Weasley, per la loro ospitalità, un ritratto che aveva fatto di tutti loro, a grafite, quando erano tutti insieme alla Tana quell’estate, che si muoveva grazie ad un incantesimo.
Raffigurava tutti loro in cucina, di schiena, che sistemavano, lavavano i piatti, e poi si giravano tutti come chiamati da una voce invisibile, sorridevano e salutavano. Fred abbracciava George da dietro e lo stritolava. Si fissavano ridendo e poi tornavano a sorridere guardando in avanti.
Molly si mise a piangere, e Arthur l’abbracciò commosso.
“E’ un regalo meraviglioso Hermione.”
“Sei bravissima a disegnare!” Esclamò Ron prendendo il disegno tra le mani.
“Questo lo appendiamo in cucina.” Mormorò Molly tra le lacrime, abbracciandola e baciandola.
Hermione rise e guardò i gemelli di fronte a lei. Mancavano solo loro.
Lei si alzò, andò nell’altra stanza, e portò il loro regalo. Era un pacco di cartone, che sembrava coprire qualcosa, alto e stretto. Aveva dei forellini da un lato. Davanti a lei, c’era già il suo da parte loro ad aspettarla.
I due la guardarono furbi, alzando un sopracciglio.
“Scommetto che sarà una pila di libri…” Dissero mentre lo aprivano con calma.
“Si lo sappiamo Granger, ogni anno è la stessa storia. Ci dimentichiamo come si legge, e tu pensi bene di rimediare con dei noiosi libri…”
“…quanto sei prevedibile...”
Mentre pronunciavano questa frase, la carta cadde sul tavolo, e rivelò quello che c’era sotto.
Era una piccola gabbia con le sbarre, che conteneva un gufo completamente nero al suo interno, che sonnecchiava beato.
I gemelli spalancarono la bocca, fissando l’animale con occhi scintillanti. Non si mossero di un millimetro, erano allibiti. Tutti fissarono la scena, Molly si mise le mani sulle guance intenerita.
Ginny quasi si commosse. Sapeva di quanto volessero un gufo tutto loro i gemelli, e dopo tutti quegli anni finalmente il loro desiderio era stato esaudito. Sorrise tra sé e sé, a quanto pare Hermione sapeva più cose sui gemelli di quanto credesse.
Intanto Hermione finì di scartare il grosso pacco rosso chiuso in maniera improponibile, con il sorriso sulle labbra, guardando di sottecchi la reazione dei due.
Quando vide il contenuto le si illuminarono gli occhi, e si mise una mano sulla bocca.
Era un giradischi vintage in legno lucido, all’interno di una scatola a forma di valigia celeste.
Hermione lo fissò a lungo, sfiorando ogni suo particolare con le dita.
Non ci poteva credere.
Quella notte sul tetto lei gli aveva rivelato che il suo più grande desiderio era ascoltare la musica anche ad Hogwarts, dove non aveva mai potuto portarsi dietro un apparecchio per ascoltarla, non possedendone uno suo.
E lui le aveva donato quello. Un giradischi da portare sempre con sé. Deglutì il salato delle lacrime e si alzò, voltandosi verso di lui.
Fred si alzò, aggirò il tavolo e si posizionò davanti ad Hermione, che non riusciva a staccare gli occhi dal giradischi.
“Io…” mormorò senza parole.
Fred si grattò la nuca imbarazzato, “non è nuovo, è usato, ma funziona bene, almeno spero. Così in Sala Comune potrai…”
Hermione non lo fece finire, scattò in avanti e lo abbracciò con foga.
Fred fu preso alla sprovvista, poi la strinse in un abbraccio profondo, carico di ringraziamenti e parole che non serviva pronunciare.
Il ragazzo alzò un braccio e con una mano strinse la nuca di Hermione, affondando la mano nei capelli e tenendola stretta contro il suo petto. Il tempo parve fermarsi, e rimasero stretti l’uno all’altra mentre gli sguardi di tutti erano puntati su di loro, ma non importava.
Quando si separarono, Hermione alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi, erano lucidi, ed esprimevano tutta la gratitudine del mondo.
Non serviva ringraziarla a parole, il suo sguardo lo faceva per lui. Le aveva accennato solo una volta quel suo desiderio, quella notte sul tetto, e lei se lo era ricordato. Dopo tutto quel tempo.
George tossicchiò per attirare l’attenzione.
“Guarda che a quel regalo ho partecipato anche io.” Disse fingendosi offeso.
Hermione allungò un braccio verso di lui, e trascinò anche l’altro gemello in quell’abbraccio affettuoso.
“Sei fantastica Granger.” Mormorò George mentre si separava e tornava dal gufo, che scoprì essere una femmina. I due, senza rendersene conto erano tornati a fissarsi con intensità, ma imbarazzo al tempo stesso.
Il silenzio era carico di aspettative. Tutti li fissavano ardentemente.
“Io, Hermione volevo dirti che…”
Il cuore di entrambi accelerò.
Tutti i presenti si sporsero in avanti come per sentire meglio.
“Si Fred?”
George sorrise trionfante,
Finalmente...
“Io, volevo che tu sapessi…”
Avanti Fred, dille quello che pensi, quello che provi. Si… ma cosa provi realmente?
Il ragazzo chiuse gli occhi è deglutì.
“…Volevo dirti che sei davvero un’amica eccezionale.”
Codardo.
Hermione si morse un labbro. Che si aspettasse qualcosa di più? Lei voleva dirgli altro, ma cosa?
Un boato di delusione si levò dal tavolo.
Fred ed Hermione si guardarono intorno confusi da quella reazione. George batté un palmo sul tavolo irritato, sotto lo sguardo confuso di Ron.
“Oh per favore, come fate a non capire che…” Urlò Silente, prendendo tutti di sorpresa, ma la McGranitt lo bloccò tirandogli una gomitata, facendolo zittire. Piton si aprì in un sospiro simile ad una leggera risatina.
Fred alzò un sopracciglio.
Cosa diavolo avevano tutti da guardarli così delusi?
La McGranitt si alzò, rompendo la tensione, “grazie mille della cena Molly è stata fantastica. Ora dobbiamo proprio andare.”
“Ma io voglio rimanere a giocare a scacchi!” Sbuffò il preside incrociando le braccia al petto, come un bambino che si rifiuta di andare a letto.
La McGranitt alzò gli occhi al cielo.
Ron sorrise furbo. “Signore forse è meglio che vada, perché se rimane sarò costretto a stracciarla a scacchi, e non vorrei che poi si offendesse…”
Silente si alzò in piedi e si spostò la barba di lato con un gesto di stizza, “questo è troppo. Signor Weasley, si prepari ad essere distrutto.”
Andarono in salotto, davanti al fuoco, e iniziarono la partita, sotto gli sguardi curiosi e divertiti dei presenti.
Mentre Molly fece un incantesimo per far si che i piatti si pulissero da soli nel lavandino, Hermione e Arthur e Lupin, aiutarono a liberare il tavolo da tutte le cartacce dei pacchi regalo.
Fred si stese a pancia in giù sul tappeto, insieme a George, per godersi quella partita.
Silente fece la prima mossa, partendo molto agguerrito, ma Ron rispose senza pietà. Se la stava cavando davvero bene.
“Sapete a cosa mi fa pensare questo momento?” Chiese Silente ad un certo punto, rivolto a nessuno in particolare, “all’amore.” Sospirò dolcemente, e Fred alzò lo sguardo su di lui.
“L’amore più forte che esiste è quello celato agli occhi di chi sta amando, ma non a coloro che stanno intorno, che se ne accorgono e lo vedono brillare nel buio come una scintilla. Quello è vero amore.”
E lanciò una fugace occhiata a Fred steso per terra, senza farsi notare da nessuno. Il ragazzo aggrottò al fronte, chiedendosi il motivo di quello sguardo.
Cosa voleva dire con quella frase?
Alzò appena lo sguardo e vide Hermione salire le scale insieme a Ginny, sospirò e riappoggiò il mento sulle braccia incrociate davanti al volto, tornando a concentrarsi sulla partita.
 
 
 
§
 
 
 
Più tardi quella notte, mentre tutti erano andati a dormire dopo la fine della partita, in cui Ron aveva vinto magicamente per un pelo, sotto gli sguardi sorpresi di tutti, che avevano esultato come matti, e l’esclamazione di profonda indignazione di Silente, che lo aveva minacciato di aizzargli tutti i professori contro, se lo avesse raccontato a qualcuno; Fred era sgattaiolato fuori dal letto, portandosi dietro il suo nuovo gufo.
Aveva aperto una delle finestre dell’ultimo piano e aveva liberato il suo nuovo animale nella notte. Poi si era seduto sul bordo della finestra, appoggiato allo stipite con la schiena, ed era rimasto a guardare il piccolo gufo volteggiare in aria davanti alla luna.
“Ehi.”
Una voce dietro di lui lo fece voltare. Sorrise beffardo.
“Come mai quando non abbiamo sonno finiamo sempre per incontrarci noi due?”
Hermione sorrise dolcemente e si avvicinò, era in pigiama e aveva i piedi scalzi. Sotto braccio portava la valigetta con dentro il giradischi.
“Che fai qui?”
“Volevo un posto tranquillo dove ascoltare un po’ di musica, non lo sai, ma mi avete regalato dei dischi incredibili insieme a questo.” Disse estasiata, appoggiando il giradischi su un tavolino e sventolando in aria una serie di porta dischi colorati.
“Ah si? Io ho tirato ad indovinare al negozio…” mormorò lui sincero.
Hermione ridacchiò e si sedette sul bordo della finestra di fronte a lui, allungando le gambe e appoggiando i piedi sopra di lui. Fred tremò di piacere. Ogni contatto con lei era un sogno.
“Guarda che roba,” iniziò felice, alzandone uno alla volta mostrandogli la copertina, “Nick Cave and the Bad Seeds, Blue Swede, Shivaree, Johnny Cash, David Bowie!”
Fred l’ascoltava con uno sguardo malandrino ma attento, non aveva idea di cosa stesse parlando, ma il suo entusiasmo era meraviglioso.
Alzò l’ultimo album con gli occhi che brillavano, “lo sai che in questo album di Bowie, c’è una canzone che si chiama Letter to Hermione?” Disse tutta fiera. Il ragazzo rise per la sua espressione.
“Fammi sentire qualcosa.” Disse Fred, Hermione si aprì in un largo sorriso e si allungò verso il tavolo, infilando il disco che aveva in mano e posizionando l’ago sul disco in vinile, che iniziò a ruotare.
Nell’aria iniziarono a diffondersi le note di “Heroes” di David Bowie.
 
…..
I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can beat them, just for one day
We can be Heroes, just for one day

 
 
La ragazza sospirò con gioia. “E’ il regalo migliore che potessi farmi.”
Fred era così felice di vederla al settimo cielo per il suo regalo, non immaginava le sarebbe piaciuto tanto.
“Il merito è anche di George.”
“Si, ma eri tu quella notte sul tetto, te lo sei ricordato.” Mormorò dolcemente, e gli accarezzò la gamba con il piede, Fred fremette a quel contatto.
“Anche tu hai buona memoria vedo.” Disse lui voltando lo sguardo verso la gufetta ancora in volo.
 
 
Though nothing, will keep us together
We could steal time,
just for one day
We can be Heroes, for ever and ever
What d’you say?

 
 
Hermione seguì il suo sguardo in silenzio per un po’.
“Come la chiamerete?”
“Jean.”
Hermione si voltò verso di lui sorpresa. “E’ il mio secondo nome.”
“Maddai, che coincidenza…” Disse lui furbo.
Hermione non riusciva a smettere di sorridere, gli diede un colpetto sul petto.
“Non posso credere che tu l’abbia fatto.” Mormorò il rosso, “non posso credere che tu te lo sia ricordato.”
“Non è stato nulla” provò a dire Hermione, ma Fred si sporse verso di lei. “No, Hermione, è tutto invece.”
La ragazza lo guardò negli occhi, ci sprofondava dentro ogni volta che li fissava.
Erano così magnetici, profondi, dolci e brillanti. Si guardarono a lungo, lasciando che la musica li avvolgesse come un velo, scaldando loro i loro cuori, che battevano all’impazzata.
 

I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away



“Sono così felice per questo Natale,” mormorò Fred, ma era serio. “Ma non riesco a smettere di pensare a quello che abbiamo sentito ieri sera.”
Hermione guardò fuori dalla finestra, verso il cielo nero come l’inchiostro. Sapeva benissimo a cosa si stesse riferendo. La guerra alle porte.
“Se dico che ho paura sono un codardo?” Chiese più a sé stesso, stringendo i denti. Si vedeva che era combattuto con sé stesso ed era imbarazzato per essersi lasciato sfuggito quelle parole. Hermione si allungò verso di lui e gli strinse le mani tra le sue con forza.
“No, saresti pazzo a non averne. Anche io ho paura.”
Fred alzò gli occhi su di lei.
“Preferisco avere paura ora, ma sapere di poter fare qualcosa e porre fine a questa guerra una volta per tutte, e vivere sapendo di aver lasciato un mondo migliore ai miei figli, invece di aver paura per il resto della mia vita e dovermi nascondere per sempre.”
 
We can be Heroes, just for one day
We can be us, just for one day
 
Fred la guardò intensamente, sorpreso ancora una volta dalla saggezza di quella ragazza.
“Io non ho paura per me… ho paura per i miei, Ron, te… per George…” le parole gli morirono in gola. Ogni volta che pensava anche solo lontanamente al fatto che potesse accadergli qualcosa, si sentiva morire.
“Non accadrà mai Fred. Ci sei tu a proteggerlo.” Provò a sorridere, ma Fred non ricambiò. Hermione gli strinse le mani di nuovo, e sentì di dovergli dire la verità, “qualunque cosa accadrà, bisogna andare avanti.”
“Credi davvero di poter continuare a vivere dopo aver perso coloro che ami? Cosa faresti se perdessi Harry, o Ron? Riusciresti ad andare avanti?”
Fred sembrava distrutto al pensiero.
“Troverei il modo, perché se siamo andati fino in fondo, se abbiamo combattuto per la libertà, e alcuni di noi sono caduti nel farlo, dovremo avere la forza di andare avanti; così il loro sacrificio non sarà stato vano, dovremo farlo per loro.”
Fred non poté fare altro che sorridere. Aveva terribilmente ragione. Era doloroso, triste, ma vero. E lo avrebbe fatto. Perché era giusto così.
Si sorrisero con dolcezza, poi Hermione gli diede una pacca sulla coscia, saltò giù dalla finestra e iniziò a muoversi a ritmo di musica, sotto lo sguardo incuriosito del ragazzo.
“Che fai?”
 
I, I can remember (I remember)
Standing, by the wall (by the wall)
And the guns shot above our heads
(over our heads)

 
Hermione volteggiò spensierata, disegnando delle forme in aria con le mani, con gli occhi chiusi.

And we kissed,
as though nothing could fall
(nothing could fall)
And the shame was on the other side
Oh we can beat them, for ever and ever
Then we could be Heroes,
just for one day

 
 
Fred rise di gusto a quella vista meravigliosa. Era qualcosa di magico vederla ballare, senza pensieri, senza alcun imbarazzo, libera come l’aria in cui si muoveva.
Un sorriso rilassato in volto, gli occhi chiusi, i capelli che volteggiavano intorno al viso. Era più bella ogni giorno che passava.
La ragazza si avvicinò lui girando in cerchio e gli allungò una mano, “a volte bisogna solo ballare per sentirsi meglio.”
Fred sentì l’impulso di prendere la sua mano e lasciarsi trascinare in quel momento così puro, emozionante, e personale. Sentì di dover lasciarsi andare alla musica, alle mani di Hermione, invece rimase immobile e sogghignò.
“Lo sai che non ballo.” Scandì imbarazzato.
E’ la cosa più idiota che tu abbia mai detto.
“Oh andiamo Fred.” Sbottò lei senza fermarsi, “fidati è la miglior cura per il malumore. Ti sentirai come nuovo…”
“Tu fai così quando devi consolare qualcuno? Balli per lui?”
“Si, e funziona credimi.”
“Non per me.”
“Se mi sentissi giù di morale, mi sentirei immediatamente alla grande se ballassi con me.”
“Farei di tutto bellezza per farti stare meglio, ma non ballare. Mi viene in mente una cosa molto simile, si suda comunque… Ti va bene lo stesso?” Scherzò malizioso.
Lei alzò gli occhi al cielo, e gli prese con dolcezza la mano. “Dai Fred, balla con me.”
Lo tirò verso di lei per farlo alzare, ma lui fece resistenza. Lei lo guardò confusa.
“Se mi fai bere ancora un po’ di Whiskey Incendiario magari posso anche seguirti…”
Rettifico. Questa è la cosa più idiota che tu abbia mai detto.
Hermione abbassò le spalle e lasciò la presa dalla mano di Fred, che si sentì come cadere in una voragine, lo guardò triste.
“Sai Fred, a volte certe cose devono essere semplicemente fatte, e basta.” Mormorò delusa allontanandosi, Fred si sporse in avanti, come per cercare di raggiungerla, ma lei si girò abbassando lo sguardo.
“Buon Natale Fred.” Sussurrò afflitta, lasciando la stanza, mentre la canzone finiva.
Il ragazzo rimase lì, nel buio, il braccio ancora teso verso il punto dove prima si trovava lei, con il rumore del giradischi che girava a vuoto in sottofondo.
Chiuse gli occhi e appoggiò la testa sul bordo della finestra. Ma cosa diavolo gli era preso? Perché davanti a lei diceva sempre la cosa sbagliata? Perché non si lasciava andare? Con le ragazze di solito non era difficile, ma con lei era diverso. Si sentiva sé stesso, e la forza, la dolcezza di quella ragazza faceva vacillare la sua sicurezza, si sentiva nudo di fronte a lei. Ma vero.
Perché non le diceva quello che pensava? Ma il problema era proprio quello…cosa pensava in realtà?
Idiota, idiota, idiota…
 
 
§
 
 
 
 
 
“Cosa diavolo avete combinato?”
“Perché devi pensare subito a noi quando un ragazzino si sente male all’improvviso?”
“Chissà come mai!”
Erano tornati ad Hogwarts quella mattina. Erano passate quasi due settimane dalla notte di Natale. Avevano passato il resto delle vacanze ad aiutare a sistemare Grimmauld Place, a finire tutti i compiti assegnati, e cercare di non essere scoperti ad origliare le conversazioni dell’Ordine, ormai era normale routine.
Avevano passato il Capodanno tutti assieme in casa, festeggiando come non mai. Uscire era troppo pericoloso, anche i ragazzi lo sapevano.
 

Hermione era entrata in Sala Comune dopo cena, dopo la solita ronda e dopo aver cercato Draco per salutarlo di nascosto e avvertirlo della lezione dell’ES la sera dopo.
Appena aveva varcato la soglia aveva visto un gran putiferio di persone che ridevano, indicavano, parlavano tra di loro.
Un ragazzino biondo del primo anno si faceva strada tra la folla, vomitando senza sosta, mentre la gente si spostava per evitarlo.
“Cosa diavolo succede qui?” Urlò isterica. I gemelli dietro al ragazzino smisero di ridere immediatamente.
“Qualcuno lo porti in Infermeria.” Disse ad alta voce, e un paio di compagni dello stesso anno del ragazzino biondo lo scortarono fuori, ridendo come matti.
Hermione si voltò arrabbiata verso i gemelli e dimezzò la distanza tra loro con poche falcate.
Li spinse sul divano e i due caddero a sedere su di esso, fissandola a metà tra il divertito e lo spaventato.
Quando si infuriava poteva essere terribile.
“Allora?” Urlò spazientita.
“E’ colpa nostra se ha preso due Pasticche Vomitose in una volta sola? Le ha confuse con dei dolcetti normali!”
“Eravamo d’accordo che a quelli del primo anno non dovevate più vendere i vostri prodotti…”
“Hermione avrà solo un po’ di nausea stanotte nulla di più…”
“…Madama Chips lo guarirà in un lampo…”
“…Ti preoccupi troppo.”
“Mi avete stancato con i vostri giochetti.”
“Piantala, lo sappiamo che ci ami.”
Hermione sbuffò sonoramente, poi si aprì in un sorriso e incrociò le braccia. “Vi tolgo cinque punti.”
I due scattarono in piedi, allibiti.
“Non oseresti…”
“Oh si che oso. Ve lo avevo detto che se fosse andato storto qualcosa vi avrei tolto dei punti. E ringraziate che non ve ne tolga cinque a testa.”
“Ma fai parte anche tu di questa Casa!”
“Quel che è giusto è giusto…” Disse lei fiera, “buonanotte.” Li salutò cattiva, e se ne andò a dormire tutta contenta. Era la sua piccola vendetta per averle disobbedito, e ce l’aveva ancora un po’ con Fred perché non aveva accettato di ballare con lei, era davvero un idiota.
In quell’istante Katie le passò accanto, puntando dritta verso Fred, lei si voltò appena per vederla avvicinarsi a lui provocante, poi distolse lo sguardo schifata, salendo le scale con i pugni serrati.

 
“Quella ragazza è un mostro.”
“Piton in confronto è un angelo venuto dal cielo…”
“Merlino, la odio.” Sbottò Fred, ma sorrideva, non poteva farne a meno. Quei battibecchi con lei erano il suo pane quotidiano. Non poteva farne a meno ormai.
George lo fissò risiedendosi sul divanetto rosso. Il fuoco scoppiettava in un angolo allegro.
“Oh si, vedo l’odio puro nei tuoi occhi…” commentò sarcastico. Si slacciò la cravatta e si stravaccò sul divano, seguito a ruota dal gemello.
“Ciao Fred.” Arrivò Katie maliziosa e si chinò su di lui, baciandolo sulla guancia.
“Oh ciao Katie.”
“Non ti sei più fatto sentire dopo la notte della festa, pensavo ci fossimo divertiti insieme…”
George tirò appena su la testa per guardarli, confuso. Fred scrocchiò il collo agitato, era visibilmente a disagio.
“Cosa?” Chiese Fred confuso, ma aveva paura, aveva bevuto terribilmente quella notte e non si era svegliato nel suo letto…
George si allungò sul divano prendendo una caramella da un vasetto trasparente sul tavolino accanto.
“Volevo ridarti questa, te la sei dimenticata tra le coperte.” E gli allungò la cravatta nera che aveva indossato alla festa nella Stanza delle Necessità.
George in quel momento aveva lanciato la caramella in aria per prenderla al volo con la bocca, ma nell’udire quelle parole, aveva sbarrato gli occhi e la caramella gli era andata di traverso, facendolo tossire più volte.
Fred si voltò verso di lui, gli tirò una sonora pacca sulla schiena e la caramella venne sparata fuori dalla sua bocca, finendo in testa a Neville poco distante, che si voltò confuso.
“Scusa Neville” disse George con voca roca, massaggiandosi la gola, rosso in viso, tossendo ancora un paio di volte.
Poi guardò Fred in cagnesco e gli parlò con gli occhi. Come solo loro sapevano fare.
“Cosa diavolo hai fatto?”
“Ahem…”

“Io ti ammazzo…”
Fred tolse gli occhi dal fratello, che sembrava volergli saltare addosso da un momento all’altro, e allungò una mano prendendo la sua cravatta.
“Grazie…” mormorò a disagio.
“Ti va di andarcene da qualche parte a…parlare? Sono ancora arrabbiata con te per quello che hai detto quella notte, ma potresti rimediare al tuo errore facilmente.” Chiese con finta innocenza, sporgendosi su di lui e mostrando la scollatura della camicia.
Fred si schiacciò contro lo schienale del divano, cercando di allontanarsi da lei, con poco successo. Per fortuna c’era George; che osservò la scena schifato per un momento, poi scosse la testa e scattò in piedi, trascinando su con sé il gemello intontito.
“Scusa Katie, ma Fred non può venire a parlare con te,” esclamò ad alta voce, “perché lui è… ecco si è molto stanco. Sta morendo di sonno, vero Fred?” Chiese marcando molto le ultime due parole e guardando il fratello di sottecchi con sguardo complice.
Fred lo guardò confuso, poi vide la sua espressione e si esibì in uno sbadiglio fintissimo, stiracchiandosi.
“Oh si sono distrutto.”
“Ecco ciao ciao.” Sbottò George e trascinò Fred su per le scale, lasciando un’indispettita Katie a guardarli andare via.
George lanciò praticamente Fred dentro alla loro stanza e chiuse la porta con rabbia. Gli si avvicinò furente.
“Cosa diavolo voleva dire quello?”
“Quello cosa?”
“Non ci provare Fred, non sono scemo. Cosa intendeva Katie? Cosa significa questo?” E gli strappò dalle mani la cravatta nera, agitandogliela davanti al naso.
Fred sospirò e si sedette sul letto, affondando il volto tra le mani.
“Eh va bene… la notte della festa ero arrabbiato da morire con Hermione, e dopo la litigata… io… Katie mi ha raggiunto, io ero ubriaco… e mi ha trascinato in camera sua…”
George si mise le mani nei capelli. Non ci poteva credere.
“Sei andato a letto con Katie!?” Sbraitò fuori di sé, avventandosi su di lui.
“Si, no, forse. Non lo so!” Gridò Fred scattando in piedi.
“Non lo sai? Come fai a non saperlo? A quanto mi risulta, pare che il sesso sia una di quelle attività dove si necessita essere coscienti gemellino.” Digrignò tra i denti.
“Te l’ho detto! Ero fuori di me, non mi ricordo nulla dopo le scale del dormitorio. Vuoto totale. Mi sono svegliato la mattina nel suo letto, ero mezzo svestito, e sono tornato in camera immediatamente a cambiarmi.”
“E sei stato in grado di farlo in quelle condizioni?”
“Fino a poco fa ero sicuro di no, convinto che avessimo semplicemente dormito assieme, messo male com’ero… ma dopo quello che mi ha detto prima…” Rabbrividì e smise di girare in cerchio per la camera. Si risedette sulla sponda del letto e riaffondò il viso nei palmi.
“Sei un idiota.”
“Grazie George, come farei senza di te.”
“E io che pensavo che fossi andato da Hermione…per fortuna c’era Draco…”
“Ommioddio ma vuoi farmi stare meglio o cosa? Ho fatto un errore terribile, adesso Katie mi perseguiterà…”
“Sono cavoli tuoi.”
“Non mi uccidere…”
“Non servirà, c’è Hermione per quello…”
Fred alzò lo sguardo su di lui spaventato, “che vuoi dire? Non stiamo assieme.”
“Ma l’hai sentita nello sgabuzzino? E’ gelosa di Katie fino al midollo, non la sopporta… non serve che stiate assieme.”
“Promettimi che non le dirai nulla.”
“Io no, ma tu dovrai.”
“Che cosa?”
“La sincerità prima di tutto…”
“Ma siamo solo amici… okay, non lo so cosa siamo, ma non abbiamo l’esclusiva uno sull’altro, non ci siamo mai neanche baciati!”
“Prova ad immaginarti se fosse andata a letto con Draco quella notte, come ti sentiresti?”
Fred si fermò un attimo a riflettere. L’idea che qualcuno la sfiorasse, la vedesse nuda, la baciasse, che non fosse lui, lo faceva impazzire. Ma perché? Non stavano assieme, non era innamorato di lei…
Ma quel pensiero, di lei con un altro, lo faceva stare male. Strinse gli occhi.
“Hai centrato il punto…” Mormorò soltanto.
“Anche tra amici bisogna essere sinceri, lo sai. Devi dirglielo, è la cosa giusta. Vedrai che se lo saprà da te, andrà tutto bene.”
“Tu dici?” Chiese timoroso, non ne era così sicuro. Di solito era felice che Hermione fosse gelosa delle sue spasimanti, ma in quel caso aveva esagerato. Anche se era single, e poteva fare quello che voleva, si sentiva emotivamente legato a quella ragazza, sapeva che doveva dirle la verità.
Se fosse stato il contrario lui avrebbe preferito saperlo.
La loro era un’amicizia profonda, un legame indissolubile, come non lo aveva mai avuto con qualcuno che non fosse George. Ma non si amavano, potevano uscire con chi gli pareva, eppure non lo avevano mai fatto, dopo il Ballo del Ceppo.
E poi era arrivata la notte della festa, e lei aveva baciato Draco e lui aveva fatto ben peggio. Era stato spinto da quella visione ad andare via con Katie? Perché? Lo faceva tanto arrabbiare?
Eccome… ma perché?
Se una qualsiasi altra sua amica si baciava con qualcuno era solo contento, perché con Hermione era diverso?
“Lo farò Georgie…” sussurrò odiando sé stesso con tutto il cuore. Per la prima volta in vita sua, rimpianse di aver passato la notte con qualcuna. Non avrebbe dovuto farlo.






NOTA DELL'AUTRICE: Ciao a tutti, sono riuscita a pubblicare anche oggi! Spero vi continui a piacere, commentate se volete, che i vostri commenti li adoro.
A presto. Sempre più vicini...
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: NIHAL_JOHNSON