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Autore: Anthy    10/08/2009    25 recensioni
Avete presente Aladino e la lampada magica? Bene. Tenete solo la lampada , il genio, i tre desideri e dimenticate il resto!
Dal primo capitolo:
"La sagoma si fece sempre più nitida, fino a che la mia vista si posò sulla creatura più bella che avessi mai visto in tanti anni di esistenza. Poco importava che fosse sbucata da una lampada."
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo1

~ OH, MIO GENIO! ~

Capitolo 1
Cambiamenti...e sorprese!




Stressato. Estremamente stressato.

Così mi sentivo mentre osservavo con rabbia l'ultimo scatolone, reo di esistere.
Avevo voluto trasferirmi per avere una maggior privacy? Bene, eccone le conseguenze: pacchi di scatoloni da scaricare!

Lo squillo del telefono si rivelò l'ennesimo attacco ai miei nervi.

<< Chi è?>> ringhiai contro l'ennesima scocciatura.
<< Amore sono io! Tutto bene?>> Tanya, mancava solo lei.
Pizzicandomi il naso e chiudendo gli occhi, tentai di calmarmi << Certo. Tutto bene. Cosa vuoi?>>
<< Sono arrivata a Denali dalle mie sorelle e mi hanno letteralmente pregato di fermarmi due settimane; capiscimi non potevo dire di no!>> ecco, la giornata stava già migliorando. << Ma se ti serve aiuto torno a casa.>>
<< NO!>> che fossi stato un po' troppo...veemente? << No, tesoro resta; sono un vampiro io, mi serve poco tempo per sistemare tutto!>> erano le stesse parole che mi ero detto guardando tutti gli scatoloni di fronte a me, peccato che da allora fossero passate cinque ore e ne dovevo disfare ancora uno: alla faccia della velocità vampiresca! << E poi non vorrai offendere le tue sorelle! Goditi le vacanze...>> "...che io mi godo le mie" conclusi mentalmente.
<< Mi hai convinta! Solo che ti sento frustrato. Se fossi là...>> la sua voce si abbassò, divenendo maliziosa << ...saprei io come rilassarti.>> su questo non avevo dubbi: Tanya era un'amante eccezionale e non era un caso se la relazione con lei fosse la più lunga fra quelle finora intraprese. Ma non era amore. Solo un'ottima intesa sessuale, che non mi esentava, ne mi faceva sentire in colpa, dal cercare ogni tanto altre avventure. Come ero a conoscenza delle sue scappatelle, più frequenti delle mie.
<< Bacio tesoro! Ti saluto che ci sono le mie sorelle. Mi manchi già!>>
"A me no." << Anche a me. Ci sentiamo.>> riattaccai, prima che potesse aggiungere altro.

Con una forte risata liberatoria, mi gettai sul divano. Solo per due settimana, senza Tanya tra i piedi, senza famiglia, senza nessun'altro che me medesimo! Due settimane per capire come liberarmi della mia ormai seccante ragazze, per provare l'emozione di essere indipendenti dopo anni di convivenza.

Ne avevo bisogno, vivere con sei persone per così tanto con l'aggiunta di sentirne i pensieri mi aveva portato all'esasperazione. Mia madre non la prese bene quando glielo dissi, ma mi capì. Insieme a mio fratello Emmett costruì questa casa per me, nella foresta; forse un po' grande per una singola persona ma dotata di ogni comfort.

Tanya la conobbi tempo fa, era in visita, curiosa del nostra dieta basata solo su sangue di animali. Cominciò allora la nostra relazione. All'inizio mi interessò come persona, ma poi la rivalutai e capii che il nostro rapporto non si sarebbe mai evoluto. Ora dovevo solo lasciarla e attendere la mia anima gemella.

Il mio buon umore finì come con lo sguardo scorsi lo scatolone; lo fulminai, pieno di astio nei suoi confronti, ma purtroppo per me non prese fuoco.

Di malavoglia mi alzai, dirigendomi verso l'ultima seccatura della giornata; in bellavista spiccava la scritta "DONI EGIZI". Sicuramente risalivano all'ultima visita da parte di alcuni membri della tribù egizia avvenuta circa quarant'anni fa, ma non credevo ci fossero regali pure per me. Incuriosito, lo aprii: la prima cosa che notai fu un bigliettino attaccato ad un coltello dalla lama ricurva.

"Mi raccomando, pulisci questi oggetti. Non sbuffare, fallo e basta.
Alice
Ps: un giorno mi ringrazierai.


Alice, la mia sorellina preferita. Tanto piccola quanto invadente. Anche lei con un dono: prevedeva il futuro.
La tentazione di mollare tutto là, gettare lo scatolone in un armadio e dimenticarsene fu forte, ma il pensiero che lei potesse vedere il mio gesto e piombare in casa disturbando la mia quiete prevalse.
Fu così che mi ritrovai con uno straccio in mano a spolverare oggetti a mio avviso sì belli ma inutili, rifiutandomi però di usare BrillantAcciaio: la mia era una simil-vita da single, non da massaia americana.

All'ennesimo gioiello lucidato ( e che mi fece capire che FORSE i doni non erano per me!) osservai che rimaneva un ultimo oggetto. Era una lampada orientale di quelle ad olio, molto vecchia, probabilmente d'oro con pietre preziose che ne abbellivano il coperchio; vi era un solo manico in quello che si poteva considerare il suo didietro mentre la punta davanti si ergeva leggermente ricurva.

<< La lampada di Aladino… Ma quanto sono fortunato.>> mormorai tra me e me, ironico.

Ad un tratto il mio udito captò un suono; sembrava un canto, melodico ma triste. Fu una sensazione breve. Probabilmente si trattava di qualche animale fuori. Ripresi in mano la mia arma, pronto finalmente a liberarmi dell'ultimo pezzo per potermi finalmente dichiarare libero.
Con delicatezza cominciai a strofinare un fianco della lampada, ammirando nonostante tutto la bravura degli artigiani per i fini dettagli che adornavano l'oggetto.
All'inizio non ci feci caso, ma man mano che strofinavo sentivo un calore aumentare e la fonte era la lampada stessa.
Mi preoccupai.
Doveva essere bollente se lo percepivo pure io. Strofinai con più violenza per constatare fino a quanto il calore sarebbe aumentato.
Ad un tratto un bianco bagliore invase la stanza; di scatto mollai la lampada in quanto proveniva da essa, così come il denso fumo.
La melodia appena percepita prima si espanse per la casa: la voce era sicuramente femminile ma le parole non erano sicuramente americane. Riconobbi un dialetto orientale.
Il fumo, ormai nebbia fitta, non mi permetteva di vedere nulla nonostante i miei occhi godessero di un'ottima vista.

Pian piano che si diradava, la melodia si fece più lenta e nel frattempo riuscii a scorgere una figura laddove la lampada era caduta.
Ero stupito, incredulo: capisco che io stesso risultavo essere una creatura leggendaria, ma la lampada magica… In un secolo d'esistenza non ne avevo mai sentito parlare!

La sagoma si fece sempre più nitida, fino a che la mia vista si posò sulla creatura più bella che avessi mai visto in tanti anni. Poco importava che fosse sbucata da una lampada.
Ad interrompere il flusso dei miei pensieri fu la sua voce.

<< Mio padrone, desidera?>>


Note: buongiorno a tutti (beh l'ora dice buonasera, quindi… Buonasera a tutti!). Eccomi qua proporvi questo mi degenero estivo. Venuta in mente per caso, ve la propongo sperando possa piacervi! Vi avviso già che non sarà molto lunga, non so ancora quanti capitolo verranno fuori da questo schizzo malato, ma non saranno molti!
Per chi sta seguendo l'altra mia storia "La mia micetta" non disperate, entro domani posterò il penultimo capitolo! Un bacione a tutti!
Anthea
Ps: capitolo non betato! Nevia è in vacanza: beata lei XD


LE MIE STORIE:

La mia micetta.

¤ MUSA ¤
   
 
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