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Autore: Tsu_Chan    10/08/2009    2 recensioni
In una città che sembra uscita da un libro horror, dove i vampiri vivino gomito a gomito con gli umani del tutto ignari, la gente sparisce viene ritrovata morta dissanguata per le strade senza un motivo apparente, almeno fino a quando una nuova ragazza in città decide di mettere a posto le cose: impone le sue regole 'Niente rapporti vampiri-uomini' la più importante se si contravviene? Impalettamento rapido del vampiro e un bel incantesimo per far dimenticare tutto all'umano. Miya ha 16 da quattro vive con una vampira cieca e detiene le redini dell'aministrazione della pace della città, ma ha una vita sociale molto poco invidiata, insomma non la vita perfett per un adolescente... ma qualcosa cambierà. Satoru, 17 anni, appena arrivato in città per mettersi alla prova sembra uscito da un lontano ricordo della ragazza. E tutto diventerà diverso per Miya. Perchè anche la legge ha un cuore...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Ho la testa che mi pulsa come se un muratore ci stia lavorando dentro con un martello pneumatico, per non parlare poi del dolore alla spalla e al petto, mi sento rotta in due in pratica, solo le gambe non mi fanno male, a no ecco adesso fanno male pure quelle. Ma che diamine è successo mi è passato sopra uno schiaccia sassi, oppure mi hanno rotto in testa una trave d’acciaio: si insomma, mi sento come se un intero cantiere di muratori abbia deciso che gli sto antipatica e me ne abbia date tante da ridurmi a un paté!
‘Ehi, come va? Senti male?’
No chi è sto genio, lo voglio proprio sapere: ma secondo te, solo a guardarmi non devo essere messa bene, quella vampira, a si ecco cosa mi ha conciato così, mi deve aver lasciato dei bei segni addosso. Ok adesso concentrazione, devo aprire poco alla volte gli occhi e tirarmi su, cercando di evitare di farmi prendere da un giramento di testa: mi viene difficile aprire l’occhio sinistro, la pelle mi tira e sento chiaramente dei punti che mi cuciono un taglio. Punti? Ma dove sono in ospedale, oh io odio gli ospedali fanno troppe domande!
Apro solo l’occhio destro non ho intenzione di farmi del male da sola, e il mondo è stranamente sfuocato mentre cerco di riprendermi: e come un fantasma mi compari davanti.
‘Ah!’
Scatto in piedi e apro tutti e due gli occhi troppo sorpresa per pensare a cosa diamine ci fai tu li davanti a me, e dove diamine sono finita io: ohi, il mondo mi sta girando in torno un po’ troppo in fretta e mi tremano le gambe, ma come sono conciata male, non riesco nemmeno a stare in piedi! Mi lascio andare a terra e anche questa volta non riesco a toccare terra perché mi afferri al volo e mi tiri su stringendomi tra le braccia: diamine quanto sei freddo ragazzo, sei pure a torso nudo, in pratica mi sembra di poggiare direttamente su un iceberg.
‘Non fare cose simili, potresti farti male.’
Aspetta, cosa diamine ci faccio, io tra le tue braccia, perché tu non hai la maglia e perché diamine ti stai preoccupando per me, cerco di spingerti via ma in questo modo riesco solo a farmi più male alla spalla. Alzo un po’ la testa per guardarti in faccia, stai sorridendo ma i tuoi occhi, così perfettamente castani sono preoccupati: facciamo il punto sei un  vampiro, pazzo, cleptomane e che si preoccupa per la sua peggior nemica.
Incominci ad essermi simpatico sai.
‘Sei una pazza lo sai, stavi per lasciarci le penne.’
Ora che ci penso tu sei l’unica persona che si sia mai preoccupata per me da quando è iniziata tutta questa storia: nemmeno mia madre mi ha mai chiesto come stavo, se sentivo male quando torno da una ronda con un nuovo taglio o un braccio fratturato, no nessuno lo aveva mai fatto, mi avevano sempre lasciato li a sanguinare e a curarmi per conto mio.  Forse la maggior parte dei vampiri ha dimenticato il dolore fisico che può sentire un umano e per questo non mi hanno mai dato peso mentre mi contorcevo per il male.
‘Sembri shockata, lo sarei pure io in fondo … vuoi che ti prepari un the? O un caffè dimmi tu, cosa preferisci?’
No aspetta, non è questo il problema è che sono … sorpresa ecco tutto! Dove sono, perché tu sei qui, perché ti preoccupi per me, si insomma il cervello mi sta per  esplodere e tutto per colpa tua, fino a ieri andava tutto alla grande e invece da stamattina tu mi hai rovinato la giornata, ed ora mi trovo con dei punti su un sopraciglio una spalla fasciata stretta e tenuta ferma da un tutore e una mano anch’essa fasciata con delle bende elastiche ma che a quanto pare servono a non farmi muovere il polso, dato che mi viene complicato. Mi aiuti a sedermi di nuovo, su, un letto? Ma che diamine, ora ti stai allontanando vai verso un piccolo mobile e ne tiri fuori una tazza, una teiera e una bustina di the aromatizzato alla vaniglia, ne sento il profumo. Siamo in un ampio monolocale arredato di tutto punto con mobili neri e bianchi, molto luminoso e arioso viste le grandi finestre che danno su una balconata piena di piante: sembra la casa perfetta per un ragazzo che vive da solo, tutto sotto mano e una sola stanza da riordinare.
‘Satoru, che posto è questo?’
‘Beh non sapendo dove abiti, ti ho portato a casa mia e …’
‘A casa tua!?!’
Diamine sono a casa  di un vampiro, e giustamente no, se no di chi è questa casa di mia nonna in cariola per caso? Ma allora perché hai una cucina e il letto: non ti servono queste cose, tu non dormi e non mangi, non ne hai bisogno, eppure hai una credenza piena di roba. Voglio un aspirina!
‘Tieni.’
Mi allunghi una tazza fumante di the caldo, il suo profumo mi rilassa subito, ma tu mi guardi male: devo avere un aria da schizzata e o meglio, visto come sono fasciata e bloccata una pazza con la camicia di forza, tengo la tazza con la mano sinistra e per bere devo inclinare in dietro la testa. Tu mi stai fissando guardi come mi muovo, e fissi la pelle del mio collo: se ti prende uno scatto ora giuro che ti castro, sei abbastanza vicino da permettermi di colpirti senza fare fatica con una ginocchiata!
Invece ti allontani e ti vai a sedere di traverso su una sedia proprio sul lato opposto della stanza sotto una grande libreria stracolma di Cd, riviste e giochi per svariati tipi di console per videogiochi: libri nemmeno uno, tipico dei ragazzi adolescenti … Ti sei seduto in una maniera d’avvero strana e un po’ buffa devo dire, le braccia incrociate appoggiate allo schienale e la testa appoggiata su di esse, una gamba piegata e infilata sotto l’altra che invece penzola di lato, poi con quell’aria da anima in pena sei veramente bellissimo. Ti farei una foto quasi quasi!
‘Allora mi vuoi dire cosa è successo e cosa ci faccio qui.’
Alzi un poco le spalle, chiudi gli occhi e inclini la testa mentre sorridi.
‘Diciamo solo che, beh, mi devi la vita.’
‘Umm …’
‘Che c’è non ti fidi?’
‘No, no assolutamente solo non …’
Non capisco perché lo hai fatto brutto scemo, poi figurati li in mezzo al cortile sai quanta gente di deve aver visto e cosa ti sei inventato poi per giustificare un ragazzo svenuto e io messa in quelle condizioni: no insomma questo può passare in secondo piano, ora il mio problema è capire perché lo hai fatto, e sapere se la cosa mi ha rovinato la reputazione, mi dispiacerebbe doverti fare fuori solo per riprendere il controllo sul resto della marmaglia.
Mi fissi di nuovo, curioso, forse è solo questo che ti a spinto a salvarmi, curiosità verso la mia reazione, insomma cosa farò ora che sono in debito con te, certo non puoi averlo fatto con il cuore, preoccupandoti sul serio per me: ma io prima gli ho visti i tuoi occhi, preoccupati mentre mi stringevi. Forse stavi fingendo, basta l’unica cosa da fare è chiedertelo, il fegato non mi manca per farlo.
‘Solo non ?’
Ti sei alzato in piedi e ora mi sei davanti allunghi una mano e mi prendi la tazza vuota per poi andarla a mettere in un lavandino e tornare con un tovagliolo, con il quale mi asciughi come se fossi una bambina piccola, e poi torni a sederti: e il tutto in quanto 2, 3 secondi. Bene in tre secondi netti tutta la decisione che avevo prima è morta insieme alle parole: cosa ti dico ora, e se ti offendo, se ti ferisco, se ti sembro un ingrata? Insomma contegno, Miya! Sei o non sei un ammazza vampiri che ti frega di quello che pensa lui: ma chi voglio prendere in giro certo che mi frega!
‘Insomma: non capisco perché lo hai fatto, nessuno si è mai preoccupato, figurati un vampiro che conosco da quanto un paio di ore.’
‘A dire il vero è quasi un giorno: sono le sette di mattina, hai dormito tutto ieri pomeriggio e notte senza fare cenni.’
Mondo, ma come diamine ho fatto a dormire tranquilla per tutto questo tempo in casa tua, con te in giro libero di fare ciò che volevi di me! Ma non hai fatto nulla …
‘Va beh, comunque … volevo sapere perché lo hai fatto? Pensi di ottenerne qualcosa da tutto questo? Se è così ti sbagli alla grande.’
Sei diverso dal ragazzo che ho visto a scuola ogg.. Ieri. Ora che sei in un ambiente che conosci e non devi fare finta di essere qualcosa che non sei, ti muovi con  più  scioltezza, parli di più, insomma sei meno teso: è lo stesso effetto che si ha quando si guarda un leone nato in cattività essere liberato in una grande savana. Sei a tuo agio, non hai paura di mostrarti, sei meno stressato, sei più carino … Ok mi sa che i muratori di prima hanno toccato qualcosa di vitale mentre mi pestavano perché il mio cervello va da solo e insieme a te ora, non sono tesa, anzi sento che posso parlare e che  ci conosciamo da sempre.
‘Ti sbagli, non lo faccio per secondi fini: solo mi ricordi una mia amica, che è morta un po’ di tempo fa, quando avevo 13 anni. Forse questa tua somiglianza con lei mi ha spinto a reagire d’istinto, perché così è stato non ci ho pensato, un secondo prima sono vicino al ragazzo, un secondo dopo ho decapitato la bionda sanguinaria e ti ho salvato la vita.’
A ecco lo sapevo che non lo avevi potuto fare per me, lo hai fatto per il ricordo di quella tua amica, ne sono felice, cioè dovrei esserne felice ma … la mia mente non è d’accordo, sto incominciato a mandare ogni accidente possibile a quella tua amica, perché si diamine mi da fastidio che non ti sei preoccupato per me, che non ci hai pensato a chi stavi salvando! Porco se fossi umani ti sarei già saltata intorno al collo e beh … Ah! Ma cosa diamine mi prende, tu sei un vampiro, non posso nemmeno pensarle queste cose, è sbagliato… ma in fondo sono umana, sbagliare fa parte del mio dna.
‘Come si chiamava?’
‘Chi?’
‘La tua amica no?’
I tuoi occhi si rattristano un attimo, non volevo lo giuro, l’ultima cosa che volevo fare era buttarti giù di morale, ma quanto sono incapace accidenti!
‘Si chiamava Erica.’
‘Ti manca molto, non dire no te lo si legge in faccia: non sei come gli altri, vampiri, lo capisco ora.’
‘Si hai ragione mi manca.’
No non sorridere così come se mi dovessi dare il contentino, diamine a non avere addosso questo coso, che mi imbriglia la spalla ti tirerei su da quella dannatissima sedia di peso e ti prenderei a schiaffi fino a strapparti un urlo di dolore: sai che ne sono in grado. Anzi adesso lo faccio, come diamine si aprirà questo coso, a ecco è fermato con il velcro sulla schiena e il polso fasciato non mi permette di arrivarci facilmente, tu mi stai guardando male mentre mi contorco ma non penso che tu abbia capito cosa sto facendo altrimenti forse mi avresti già fermato con la forza. Al diavolo vorrà dire che mi tolgo anche le bende del polso, solo che è complicato le mordo e incomincio a tirare come un ossessa fino a che non si sciolgono e posso finalmente allungare una mano e slacciarmi il tutore e le bende della spalla: ecco ora sei saltato su e mi sei arrivato vicino in meno di un secondo.
‘Ma sei pazza? Così ti farai male … ti prego rimettiti quel coso o la spalla te la puoi giocare del tutto.’
‘Che importa, promettimi che non fai più quella faccia e io mi metto buona.’
‘Quale faccia?’
‘Quella che hai fatto adesso, sembri così triste: tu non la fare più e io per ora terrò sotto controllo il mio istinto di prendere  a calci quel tutore d’accordo?’
Non mi rispondi semplicemente allunghi un braccio, e piano delicatamente mi abbracci, non come ai fatto le altre due volte, ora mi tieni come se fossi un orsetto di peluches, tanto che non sento nemmeno freddo, insomma non molto: stai facendo battere ancora il tuo cuore.
‘Prometto. Ora però fatti rimontare ok?’
‘Va bene.’
Ci sediamo sul letto e tu prendi a fasciarmi la spalla e a legarmela stretta contro il tronco, e dato che proprio mi vuoi male, mi fasci anche il polso e molto più fermo di prima oserei aggiungere. Ora sorridi sul serio, chissà a cosa pensi: probabilmente al fatto che sono una persona strana, ma è tutta colpa tua, l’ho già detto che è tutta colpa tua se sono in questa situazione? Si, beh lo ripeto, è tutta colpa tua se tu non fossi arrivato ora io … io sarei morta. Mi squilla il cellulare e una volta estratto l’aggeggio con un po’ di fatica dal mio zaino che ho scoperto hai messo proprio sotto il letto e ti sei preso la briga di andare a riprendere la sera prima: fortuna che quando hai visto le chiavi della moto hai caricato in spalla anche quella e non l’hai lasciata fuori tutta la notte davanti a scuola. Va bene tutto ma se succede qualcosa al mio Kawasaki ti faccio secco, prima che tu mi possa dire qualunque cosa, caro mio!
‘Pronto, ma?’
‘Per gli dei, dove sei? Non ti ho vista tornare ieri, e stanotte due ragazze sono state aggredite. ’
‘Se la sono cercata.’
‘Miya ma cosa ti prende: tu devi proteggere questa gente, non mi importa quello che hai fatto questa notte, nemmeno se eri applicata con un ragazzo hai sbagliato ragazzina!’
‘Se lo vuoi proprio sapere ieri a scuola o rischiato di rimetterci le penne, e sono rimasta senza sensi tutta notte. Qui quella che per una volta doveva essere salvata ero io!’
‘Io io io, così non va bene. Devi pensare di più agli altri.’
‘Certo, e tu ci pensi mai agli altri: o meglio ci pensi mai a me, si mi fai dei regali una volta ogni tanto e poi? Insomma non ti preoccupi mai per me, eppure sei mia madre no? Sai cosa ti dico, muori!’
Chiudo il telefono con rabbia e ti vedo che mi guardi male, devi aver sentito tutta a conversazione e ora ai una faccia davvero strana: scuoti la testa e ti alzi per andare a lavare la tazza.
‘Che hai?’
‘Nulla è solo che hai la fortuna di avere una madre e la tratti così.’
‘Non è mia madre, è una vampira che mi ha adottato quattro anni fa …’
‘Beh in qualsiasi caso tua madre.’
‘Ma uffa, non c’ bisogno che mi fai la paternale: lei mi usa solo per tenere a posto la sua coscienza.’
Ti giri e mi fissi con gli occhi che brillano e ridi di gusto come se ti avessi appena raccontato una barzelletta, forse è per la faccia che mi ritrovo ora, quella di una bambina che fa i capricci.

Oh ragazzi, è possibile che tu sia così stranamente perfetto, lo ammetto mi piacerebbe che tu diventassi mio amico, almeno tu …

‘Promettimi che non mi abbandoni?’
‘Si ci vediamo ancora domani, te lo prometto.’
‘A presto Eri.’
‘A presto ‘Toru.’
Mi sto allontanando e sto salendo in macchina dove mi aspettano i miei genitori e mio fratello, tu sei li proprio davanti all’ingresso della scuola semi nascosto nel buio, piove, i tuoi capelli sono tutti appiattiti dall’acqua, i miei beh che importa dei miei capelli: so solo una cosa tu mi piaci e molto, e io piaccio a te. Che bello sono così felice, siamo fermi a un incrocio la radio passa uno di quei vecchi brani che andavano tanto negli anni 80’, il semaforo è rosso, nessuno in macchina parla. All’improvviso due fari di un camion ci abbagliano sul fianco destro della macchina dove si trova mio fratello dietro al sedile de conducente dove mio padre tenta di fare retro marcia per evitare il tir. Cosa ci fa un tir in un paesino come questo, no papà non riuscirà ad evitarlo ci prenderà in pieno… ‘Toru mi spiace non so se ci vedremo domani. Il vetro si rompe e tutto si fa buio…

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Angolo ringraziamenti: ok a parte un grazie di nuovo per la recensione a anna! ringrazio davvero tutte le persone che hanno letto fino ad ora questo mio lavoro, siete molti di più di quello che avrei mai sperato, arigatou a tutti voi!
Angolo autrice: bene la parte sottolineata nella storia è la telefonata di Miya l'ho fatta così almeno è meno confusionario e non sembra che stia parlando con un muro xD mentre l'ultima parte beh... è tipo un flashback! Ciao ciao a tutti!

   
 
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